La letteratura italiana. Storia e testi. Illuministi italiani. Opere di Francesco Algarotti e di Saverio Bettinelli [Vol. 46.2]

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LA LETTERATURA ITALIANA STORIA E TESTI DIRETTORI RAFFAELE MATTIOLI • PIETRO PANCRAZI ALFREDO SCHIAFFINI

VOLUME

46 · TOMO II

ILLUMINISTI ITALIANI TOMO 11

OPERE DI FRANCESCO ALGAROTTI E DI SAVERIO BETTINELLI

ILLUMINISTI ITALIANI TOMO II

OPERE DI

FRANCESCO ALGAROTTI E DI

SAVERIO BETTINELLI A CURA DI ETTORE BONORA

RICCARDO RICCIARDI EDITORE MILANO· NAPOLI

TUTTI I DIRITTI RISERVATI • ALL RIGHTS RBSBRVED PRINTED IN ITALY

ILLUMINISTI ITALIANI TOMO II

OPERE DI FRANCESCO ALGAROTTI E DI SAVERIO BETTINELLI

INTRODUZIONE

IX

FRANCESCO ALGAROTTI

Nota introduttiva e bibliografia DIALOGHI SOPRA L'OTTICA NEUTONIANA

3

II

IL NEWTONIANISMO PER LE DAME VIAGGI DI RUSSIA

179

LETTERE DI POLIANZIO AD ERMOGENE INTORNO ALLA TRADUZIONE DELL'ENEIDE DEL CARO SAGGIO SOPRA L'ARCHITETTURA SAGGIO SOPRA LA PITTURA

333

SAGGIO SOPRA L'OPERA IN MUSICA

433

SAGGIO SOPRA LA NECESSITÀ DI SCRIVERE NELLA PROPRIA LINGUA

511

SAGGIO SOPRA LA LINGUA FRANCESE

525

LETTERE

S47

PENSIERI DIVERSI

S73

SA VERI O BETTINELLI

Nota introduttiva e bibliografia

597

VERSI SCIOLTI

603

DIECI LETTERE DI PUBLIO VIRGILIO MARONE SCRITTE DAGLI ELISI ALL'ARCADIA DI ROMA SOPRA GLI ABUSI INTRODOTTI NELLA POESIA ITALIANA LETTERE SOPRA VARI ARGOMENTI DI LETTERATURA SCRITTE DA ·UN INGLESE AD UN VENEZIANO DELL'ENTUSIASMO DELLE BELLE ARTI

685 791

IL RISORGIMENTO D,ITALIA NEGLI STUDI, NELLE ARTI E NE' COSTUMI DOPO IL MILLE SAGGIO SULL'ELOQUENZA

859 991

SOPRA LO STUDIO DELLE BELLE LETTERE E SUL GUSTO MODERNO DI QUELLE

1013

DISCORSO SOPRA LA POESIA ITALIANA

1057

DISCORSO SOPRA IL TEATRO ITALIANO

II 13

DIALOGHI D'AMORE LETTERA DIRETTA AL SIGNOR CANONICO DE GIOVANNI DEL COLLEGIO DELLE ARTI LIBERALI IN TORINO SULLA NUOVA EDIZIONE DELLE TRAGEDIE DEL C. ALFIERI LETTERE A LESBIA CIDONIA SOPRA GLI EPIGRAMMI

u74 1185

LETTERE D'UN'AMICA TRATTE DALL'ORIGINALE

E SCRITTE A PENNA CORRENTE

1235

NOTA AI TESTI

1245

INDICE DEI NOMI

1249

INDICE

1295

INTRODUZIONE Nell'invitare il Poleni ad assumersi l'incarico della sezione di matematica delle >, XIV (1953), pp. 8-10; S. BERTBLLI, La crisi dello scetticismo e il rapporto erudizione-scienza agl'inizi del sec. XVIII, in «Società», XI (1955), pp.435-56; J. ScHLOSSER-MAGNINO, La letteratura artistica, Firenze, La Nuova Italia, 1956 1 pp. 664-5, 682; A. SCAGLIONE, L'Algarotti e la crisi letteraria del Settece11to, e Il pensiero dell'Algarotti: I «Saggi» sul Cartesio, sul Triumvirato e sHgl'lncas, in « Convivium », N. S., IV (1956), pp. 176-96 e 404-26; R. HALSBAND, The Life of Lady Wortley Montagu, Oxford, Clarendon Press, 1956; M. FUBINI, Dall'Arcadia all'Illuminismo: F. Algarotti, •in La cultura illuministica in Italia, a cura di M. Fubini, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1957; seconda edizione riveduta ed accresciuta, ivi, 1964; Discussioni linguistiche del Settecento, a cura di M. Puppo, Torino, U.T.E.T., 1957, pp. 32-6, 181-94; E. BoNORA, Obiezioni allo stile prebarocco. Le Lettere sull'« Eneide» del Caro di F. Algarotti, in La critica stilistica e il barocco letterario, Atti del Secondo Congresso internazionale di studi italiani, Firenze, Le Monnier, 1958, ristampato con aggiunte e integrazioni e il titolo Consensi e dissensi intorno ali'« Eneide» del Caro, in Stile e tradizione. Studi sulla letteratura italiana dal Tre al Cinquecento, Milano-Varese, 1st. Ed. Cisalpino, 1960; G. BoRGBSB, Una lettera inedita di F. Algarotti, in a Giom. stor. d. lett. it. », CXXXVII (1960), pp. 239-45; G. DA Pozzo, Un problema da risolvere: l'Epistolario dt>ll' Algarotti, in Problemi di lingua e letteratura italiana del Settecento. Atti del Quarto Congresso dell'Associazione internazionale per gli studi di lingua e letteratura italiana, Wiesbaden, Steiner, 1965, pp. 265-72; P. BEDARIDA, Stato presente degli stt1di su F. Algarotti, ivi, pp. 273-9; L. RoSIELLO, Anali.si sema11tica dell'espressione genio della lingua nelle discussioni linguistiche del Settece11to italiano, ivi, pp. 373-84. Altre notizie bibliografiche nel Settecento di G. NATALI, Milano, F. Vallardi, 19501 , dove si legge pure una trattazione delle opere e del pensiero dell' Algarotti a pp. 1134-8, e per una diligente rassegna della critica algarottiana si veda nel volume dei Saggi curato dal Da Pozzo la Nota critico-bibliografica, pp. 517-45.

DIALOGHI SOPRA L'OTTICA NEUTONIANA Quae legat ipsa Lycoris. 1 Virg., Ecl., X

* AU ROI

Sire Ce n' est ni au Conquérant ni au Législateur, e' est à l' Ecrivain et au Philosophe que je dédie cet ouvrage. Vous avez daigné, Sire, m'interroger quelquefois sur mon travail; je vais vous en rendre compte L'idea dei Dialoghi sopra l'ottica neutoniana venne al loro autore quando ancora studiava a Bologna, e ne discorse col suo maestro Francesco Maria Zanotti, che non dimostrò peraltro di apprezzare la proposta. Ma l'Algarotti non si scoraggiò, e subito nel 1733 disegnò l'intero lavoro, e incominciò la stesura. Nel 1734 il primo dei dialoghi era scritto, gli altri furono stesi in Francia, dove l'autore si trasferì l'anno successivo. 11 libro alla cui composizione s'interessò consenziente Voltaire, venne in luce nel 1737 a Milano col titolo Il newtonianismo per le dame. Dialoghi sopra la luce e i colori, e la falsa indicazione di Napoli come luogo di stampa. Seguirono a breve distanza tre ristampe; poi, nel 1739, si ebbe una «novella edizione emendata ed accresciuta». Notevolmente rimaneggiate vennero quindi le edizioni del 1746 (Napoli, a spese degli eredi Hertz librai e stampatori di Venezia), del 1750 e 1752, ambedue di Berlino, la seconda delle quali è la definitiva, con lettera dedicatoria a Federico II. Anche la nuda cronaca delle edizioni testimonia la fortuna che godette l'operetta, e di questo non si sorprende chi consideri la funzione che essa venne ad assolvere e il carattere quasi esemplare di scritto perfettamente rispondente a quel bisogno di rendere accessibile anche la scienza più ardua a un pubb1ico non specificamente preparato, che era nelle esigenze della cuitura del tempo, già tesa verso quell '« Arcadia di filosofia» dalla quale era lecito guardare con sufficienza alla vacua Arcadia dei poeti. A farsi esponente di una cultura in fase di rinnovamento, l'autore era portato oltre che dal buon affiatamento con il più avanzato pensiero scientifico europeo, dal giudizio che dava del Seicento italiano, che, a suo avviso, non era solo il secolo del cattivo gusto barocco, ma la grande età della scienza. I legami con la tradizione italiana sono testimoniati nei Dialoghi dalla esaltazione delle scoperte del Galilei, che era stato il primo vero filosofo moderno, colui che « lasciata da parte la investigazione delle cause prime ... diede ... come una novella vita all'antica scuola italica, e atterrato l'arabesco edificio dell'aristotelismo, con la sesta alla mano pose i fondamenti del tempio del sapere, che fu poi dal Neutono levato tant'alto 11. Galileo infatti L'intero pnsso in Virgilio (Ecl., x, 2-3) suona: «pauca meo Gallo, sed quae legat ipsa Lycoris, / carmina sunt dicenda ». Licoride era la donna amata da Cornelio Gallo e a lui infedele. Nella Epistola Al signor Tommaso Villiers l'Algnrotti decantava il suo merito di divulgatore di Newton con questi versi: « Ma la pena è piacer, se pure io detto / opra che leggerà Licori anch'essa,/ opra per cui non sia Neuton del mondo/ alla metà più bella ignoto dio ». 1.

12

FRANCESCO ALGAROTTI

da11s le repos de ce palais, où vous avez égalé la mag1iificence de Luculle, après l' avoir surpassé par vos triomphes. 1 Il y a longtems, que j' avois entrepris dans mes Dialogues d' aller par des chemins de fleurs, où les géomètres ne vont que par des sentiers d'épines, et d'expliquer Neuton meme à ce sexe, qui aime tnieux sentir que connottre. Je viens de retravailler ces memes Dialogues, et de corriger dans un age plus mur ce qui avoit été le fruit de la première 1eunesse. Tous les ouvrages, de quelque genre qu'ils soient, demandent l' homme tout entier. Mais j'ose dire, qu'un des plus difficiles c'est le dialogue scientifique: sur tout lorsque les figures de géométrie, et les termes d'art doivent en étre bannis; qu'il /aut remplacer les uns par des équivalents pn·s dans les objets les plus connus, et les autres par le secours des descriptions. Mais ce seroit, Sire, abuser de votre tems, et peu connottre votre génie, que de vouloir vous prouver, combien il est difficile d'instruire l'esprit en parlant toujou1·s à l'imagination, de suivre la méthode la plus rigoureuse et la cacher en meme tems, et de donner à un traiti de physique l'agrément, pour ainsi dire, d'une pièce de théatre. Le style n' a pas moins de dzfficultés. La proprieté des mots, la sagesse dans les métaphores, la justesse et la sohriété dans les comparaisons sont l'effet des talents, et de cet art plus rare encore que les talents, de cet come filosofo e scienziato positivo precorse non solo nelle scoperte ma anche nel metodo Newton, il cui intendimento fu «solamente di assicurarsi delle proprietà generali della materia, delle leggi con cui la natura governa l'universalità delle cose». Colpa degli Italiani avere abbandonato la strada aperta da Galileo; e l' Algarotti ha parole aspre per i suoi compatrioti che criticavano le scoperte di Newton per male inteso orgoglio nazionale, ché, a suo parere, si doveva far conto « che le scienze facciano ora cammino verso il Settentrione», e confessare « ingenuamente non esser questo il secolo degl'Italiani ». Così l'ammirazione per Newton e per la cultura inglese dell'empirismo consentiva di criticare Cartesio e i cartesiani, capziosi ragionatori che II furono paragonati co' ballerini, i quali, dopo gli più studiati passi del mondo e le più belle cavriole, si trovano alla fine del ballo nello stesso sito per appunto che il cominciarono,,. Per dare un'idea dell'elaborazione alla quale venne sottoposta l'operetta nel giro di un venticinquennio (elaborazione di cui l'autore stesso discorre nella lettera ad Azzolino Malaspina del 4 febbraio 1764, riportata in questo volume), si riferiscono qui in appendice due brani del Newtonianismo per le dame nella edizione del 1737: la significativa lettera dedicatoria al Fontenelle e un passo del Dialogo sesto, sull'attrazione. r. vos triomphes: i successi militari riportati durante la guerra di successione austriaca, per i quali Federico II si assicurò il possesso della Slesia.

DIALOGHI SOPRA L'OTTICA NEUTONIANA

IJ

art le plus difficile de tous, l'art d' effacer. • Il f aut sur tout que le nature/ domine dans le dialogue: mais le grand poi.nt e' est de l' attraper ce beau naturel, cette première partie du style, qui est toujours la dernière qu'on saisisse. Un peintre maniéré 1 a bientdt fait son tableau: mais combien d' esquisses, combien d'études ne f aut-il pas aux maitres de l'art pour parvenir à cette belle nature, que les Grecs et Raphael nous ont montrée? Il résulte encore de la langue italienne une nouvelle difficulté pour ce genre d' ouvrages, qui doi.vent rendre l' air et le tour de la conversation f amilière. No tre langue n' est, pour ai1zsi, dire, ni vivante ni morte. Nous avons des auteurs d'un siècle fort reculé que nous regardons comme class,."ques; mais ces auteurs sont parsemés de tours affectés et de mots hors d'usage. Nous avons un pais où la langue est plus pure que dans aucune autre contrée de l'ltalie;2 mais ce pais ne sauroit donner le ton aux autres, qui prétendent l'égalité, et meme la supériorité à bien des égards. Sans capitale et sans cour il nous f aut écrire une langue presqu'idéale, 3 craignant toujours de choquer ou les gens du monde, ou les savans des académies; et dans cette carrière on n' a pour guide que le gout, dont il est s,," diffidle de fixer les loi.x. Si l' ltalie avoi.t et1 dans ces derniers tems des Princes, tel.s que le Nord en voit aujourd'huy, no tre langue ne seroit plus i·ncertaine, et com me autrefois _elle seroit uni·verselle. Je suis bien éloigné, Sfre, de crofre que j'aye vaincu tant de difficultés. J' ai taché d' en surmonter la plus grande partie en recherc/zant les avis de juges aussi délicats que l'étoit CornéZ,:e, 4 et aussi sevères que l'étoit Quintilius5 en f ait d' ouvrages d'esprit, et devenant moi méme sur mon a) « The last, and greatest art, the art to blot ». Pope, dans son

imitation de la

I

Ep. du Liv.

II

d'Horace.6

manierista. 2. un pais ... l' I talie: la Toscana. 3. Sans .•. presqu 'idéale: per questo pensiero si veda la lettera a Voltaire del 10 dicembre 1746, compresa in questo volume, e le relative note. 4. Cornélie: Cornelia, figlia di Scipione l'Africano e madre dei Gracchi, dopo l'uccisione del figlio Caio (121 a. C.), si ritirò a vivere presso il Capo Miseno, facendo della sua casa un cenacolo culturale. 5. Quintilius: Quintilio Varo, cremonese, morto nel 24 a. C.; Orazio, che per la sua morte compose una bella ode (1, xxiv), lo ricordò nell'Arte poetica (vv. 438 sgg.) quale modello dei critici sinceri. 6. Il passo di Pope che suona come critica a Dryden è citato per intero in nota alla quarta delle Lettere intorno alla traduzione dell' Eneide del Caro, più avanti riportata in questo volume. 1. maniéré:

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FRANCESCO ALGAROTTI

prop,e ouwage le plus rigide Aristarque. 1 Sans m' arréter aux décisions de ceux qui jugent d'un auteur, qu'ils ne sauroient lire dans sa langue, j'ai. examiné les remarques qui avoient été publi"ées sur mon livre: j' ai taché de profiter de tout, et de convertir en sue médicinal le poison méme de la critique. • Et e' est à quoi depuis longtems je me suis presqu' uniquement appliqué. Vous, Sire, qui dans le cours d'une journée remplissez tous le devoirs de la royauté, et trouvez encore le tems de nous donner quelque chef d' oeuvre dans les beaux arts, vous devez bien plaindre la lenteur de no tre esprit; vous, dont les instants vale.nt des années. b Tout le monde, disoit Hirtius, admire la beauté des écrits de César; nous les admirons bien davantage; nous, qui, les lui ayant vu composer, savons le peu de tems qu'ils lui ont couté.c Mais, Sire, sij'ose encore vous parler de moi,je ne me suis pas borné à la seule correction de mon livre. J'y ai ajouté un nouveau Dialogue;2 où j'introduis un antineutonien, et tache de résoudre les difficultés, qui ont été faites contre le sistème de Neuton. Ce grand philosophe et Galilée son prédécesseur ont eu à peu près le méme sort. Tous deux ont substitué l'expérience et la géométrie aux reveries de l'école. 3 L'un a a) « Trust not yourself, but your defects to know / make use of ev'ry friend, and ev'ry foe ». Pope, Essay on Criticism. 4 b) Mr. de Maupertuis dans le Discours prononcé à l'Académie l'année 1747, le jour de la naissance du Roi. 5 e) « Cuius tamen rei maior nostra, quam reliquorum, est admiratio. Ceteri enim quam bene atque emendate, nos etiam quam facile atque celeriter eos (Commentarios) confecerit, scimus ». A. Hirtius Pansa, dans la préface au livre VIII de la Guerre des Gaules. 6 1. ATistarque: Aristarco di Samotracia (216-144 a. C.), uno dei maggiori grammatici alessandrini, passato in proverbio come critico severissimo. 2. un nouveau Dialogue: il sesto dell'edizione berlinese del 1752, che non venne ad aumentare il numero dei Dialoghi, ma tratta una materia nuova. 3. école: la filosofia che trionfava ancora nelle scuole dei secoli XVI e XVII e si appellava prima all'autorità di Aristotele poi a quella di Cartesio. Per la critica a Cartesio, oltre quella che l'Algarotti scrisse in questi Dialoghi, è da ricordare il Saggio sopra il Cartesio, che è una critica di tutto il sistema cartesiano, non priva di accuse verso la stessa personalità del grande filosofo. 4. « Non fidarti di te stesso; ma, per conoscere i tuoi difetti, serviti di ogni amico e di ogni nemico» (Essay on CTiticism, n, 13-4). 5. Pierre-Louis Moreau de Maupertuis (1698-1759) nel 1745 era stato chiamato a Berlino da Federico II per organizzare l'Accademia delle Scienze. 6. L' A lgarotti ha scritto A. Irzio Pansa per un lapsus: Irzio infatti è citato spesso insieme con C. Vibio Pansa, col quale condivise il consolato nel 43 a. C., incontrando come lui la morte in quello stesso anno nella guerra contro Antonio.

DIALOGHI SOPRA L'OTTICA NEUTONIANA

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triomphé par là d' Aristote, qui étoi.t si redoutable par l' ancienneté de son empire; l'autre de Descartes, qui ne l'étoit pas moins par le nombre, et par la force de ses partisans. Tous deux ont changé totalement la f ace de la physique; maz"s tous deux ont eu à essuyer quantité d'objections, qui, pour avoir été f aites par des philosophes, n' en sont pas moins puériles. Il y a longtems qu'on a oublié celles, dont on a voulu accabler Galilée. On entend tous les jours répéter celles qu' on a f aites con tre Neuton. C'est à ces dernières que je réponds. Je réfute en meme tems des hypothèses, qu' on a prétendu dernièrement substz"tuer à son sistème, et j' ajoute de nouvelles preuves pour le confirmer. De sorte que ce nouveau Dialogue met, pour ainsi dire, le comble au tempie que j' ai taché d'élever à Neuton età la Vérité. Pour celte dernière partie, Sire, j' ai profité infiniment des écrits et des discours de ce grand homme qui seul devoit présider à votre Académie, 1 comme vous seul devez commander votre armée. Je vous consacre, Sire, mon travail; il vous étoit du. C'est Neuton qui a porté jadis mon nom jusqu'à Frédéric; c'est le plus grand philosophe qui m'a introduit à la cour du plus grand prince. Ce poète qui fait vos délices, comme il faisoit celles d' Auguste et de Mécè11e, 2 nous dit que gouverner les états, et gagner des batailles, approche les mortels du trdne de Jupiter, et les rend presqu'égaux aux dieux. Mais à cette gioire il ajoute celle de plaire à ces premiers d' entre les hommes. a Puisse-je, Sire, mériter cette seconde gioire, pendant que vous étes tout couvert de la première! Je suis avec le plus profond respect, Sire De V otre M ajesté Le plus humble et le plus obéi"ssant serviteur ALGAROTTI

à Potzdam ce I4 Nov. I752. a)