La Lettera di Giacomo. Testo greco, traduzione, commento 8839401814, 9788839401816

La 'pietà delle opere', che vi è presentata come espressione del­la fede viva, è animata dallo stesso spirito

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La Lettera di Giacomo. Testo greco, traduzione, commento
 8839401814, 9788839401816

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COMMENTARIO TEOLOGICO DEL NUOVO TEST AMENTO Collana in ternazionale pubblicata in lingua italiana, francese, inglese, tedesca e spagnola A CURA DI Serafin de Ausejo, Lucien Cerfaux, Joseph Fitzmeyr, Béda Rigaux, Rudolf Schnackenburg, Anton Vogtle Segretari per l'Italia: G. Scarpat e O. Soffritti EDITORI Paideia Editrice, Brescia Les Éditions du Cerf, Paris Herder an d Herder , New Y ork Verlag Herder, Freiburg, Basel, Wien Editoria! Herder, Barcellona Segretariato generale: ÉDITIONES

HERDER, BASEL

PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

COMMENTARIO TEOLOGICO

DEL NUOVO TESTAMENTO

La lettera di Giacomo Testo greco e traduzione Commento di FRANZ MussNER Traduzione italiana di RoM AN O PENNA Revisione di 0MERO SoFFRITTI

PAIDEIA EDITRICE BRESCIA

Titolo originale dell'opera:

Der ]akobusbrief Auslegung von Franz Mussncr Traduzione italiana di Romano Penna Revisione di Omero Soffritti

La traduzione del testo biblico è di proprietà della Casa Paideia. Ogni riproduzione è vietata a norma di legge © Verlag Herder, Freiburg im Breisgau 1 964 © Paideia Editricè, Brescia 1970

Anche noi cristiani siamo ebrei Pio XII

PREFAZIONE

Neppure questo commento) di cui avevamo assunto ini­ zialmente fimpeg no quasi contro voglia e che suscitò poi la nostra sempre più viva partecipazione personale, risolverà Tenigma della lettera di Giacomo'. Né, del resto, vorrebbe· portare a soluzioni forzate. Ciò che è espost o in particolar modo nei paragrafi introdutti vi ha in taluni punti solo il va­ lore di ipotesi) della quale naturalmente si è ten tata una moti­ vazione. La vitalità della Lettera sta nel suo contenuto: che cosa esso rappresenti per la teologia e per la Chiesa, speriamo emerga con sufficiente chiarezza dal commento. Il giudizio negativo espresso da Martin Lutero, che ha tut­ tora risonanze, ha naturalmente determinato l'imp ortanza del­ la Lettera anche nel campo delle controversie teologiche . La 'pietà delle opere ', che vi è presentata come espressione del­ la fede viva, è animata dallo stesso spirito del discorso della montagna, e quindi la Lettera tratta di Cristo nel senso più alto . Sembra tempo ormai che lo riconoscan o anche ci fra telli separati '. Ma ciò che Giacomo dice è al tempo stesso an­ che il frutto maturo cresciuto sull'albero del g iudaism o . La citazione che abbiamo premesso a questo commento rivela la sua validità proprio di fronte a questa eccellente testimonian za della fede cristiana primitiva . La fede · nel Signor nostro Gesù Cristo della gloria' chiede di essere comprovata nella vi­ ta qu otidiana . E la santificazione della vita qu otidiana è ap­ punto uno dei principali im pegni del giu daismo. Questo com­ mento intenderebbe quindi dare anche il suo modesto apporto al dialogo fra Ebrei e Cristiani . L'autore ringrazia i signori della biblioteca del seminario di Treviri e la signorina Lotte Wust per lo scrupolosissimo lavo ro di trascrizione. ­

­

Treviri,

4 ottobre

r96 3

FRANZ MusSNER

I

§

1.

L'autore

I . Chi voglia discutere il problema dell'autore di Iac. deve partire dall'espressione caratteristica che si trova all'inizio della Lettera, in I, r. Come autore viene qui nominato 'Iti­ xw�oc; ih:ov XrtL xupl.ou 'I l)O"OU Xpt.O"'!OU oovÀoc;. Che cosa possiamo arguire da ciò a proposito della persona dell'auto­ re? In primo luogo, che è un cristiano; in secondo luogo, che è «un servo di Dio e del Signore Gesù Cristo». Qui oov­ Àoc; è sicuramente anche un titolo di onore (vedi il commen­ to); cioè l'autore è ·ministro' di Dio e di Cristo, occupa nella Chiesa una posizione di primo piano. Ciò corrisponde al fare autoritario 1 con cui egli presenta le sue esortazioni «alle do­ dici tribù che sono nella diaspora». La sua personalità è certamente nota e apprezzata nelle co­ munità dei destinatari e non abbisogna quindi di un'ulteriore presentazione. L'affermazione trova una conferma nella in­ scriptio della Lettera di Giuda, dove Giuda designa se stesso come «fratello di Giacomo» senza ritenere necessario di chia­ rire ai suoi lettori chi sia propriamente questo Giacomo. 2. Quale •Giacomo' può essere l'autore? Dei due apostoli di nome Giacomo resta escluso il figlio di Zebedeo2, che era già stato giustiziato (Act. 12,2 ) intorno all'anno 44 da Erode Agrippa 1 3• Il contenuto della nostra Lettera presuppone una situazione posteriore (cfr. § 4). r. Cfr. Dibelius, 10. 2. Ci fu ch i sostenne questa te si ( cfr. M. Meinertz, Der ]akobusbrief und sein Ver­ fasser, 286 s.}, ma certamente a t orto. Cfr. l explicit nel cod. Corbeiensi s (fl): '

explicit epistola Iakobi filii Zaebedei.

3· Cfr. anche J. Blinzler, Rechtsgeschichtliches zur Hinrichtung des Zebedaiden ]akobus (Act. 12,2}: NT J (1 962) 191-206.

Introduzione

14

È Giacomo di Alfeo, il «minore » ? La risposta a questa do­ manda è indissolubilmente legata alla molto dibattuta « que­ stione di Giacomo»: Giacomo detto 'fratello del Signore', ( Gal. r,r9; Flav . Ios . , ant. 20,200 ) è da identificare con l'a­ postolo Giacomo di Alfeo oppure no? Contro la loro identi­ ficazione si portano in campo delle ragioni considerevoli . Il Wikenhauser le riassume nel modo seguente 4: «Nell'indiriz­ zo di saluto della lettera di Giacomo, come in quella di Giu­ da, manca, accanto al nome Giacomo, il titolo di apostolo 5 • D a Io. 7 ,5 ( e Mc. 3 ,21 s . 3 r ss . par ) apprendiamo che i 'fratel­ li' di Gesù (Giacomo, Giosè o Giuseppe, Giuda, Simone) non credevano in lui . Ma Giovanni non potrebbe scrivere questo se due di essi, cioè Giacomo e Giuda , avessero fatto parte del collegio apostolico 6• Nel N.T. i fratelli del Signore vengono sempre distinti dai Dodici (Act. r,r3 s.; I Cor. 9,5; Ij,j-8). Gal. r,r9 non costituisce un argomento in contrario, poiché EL J.L'li può avere anche il valore avversativo di 'ma solo'» 7• Ques t e ragioni hanno infatti un peso cosi forte, che è impossibile identificare Giacomo di Alfeo ( il quale negli elenchi neotestamentari degli apostoli appare d'altronde sem4·

Introduzione al Nuovo Testamento,

Paidei a Brescia 1963, 452 (trad. ital.).

,

:;. A ciò si potrebbe per l'appunto obiettare che Sov>.oc;, come indicazione di di­ gnit à , potrebbe adattarsi anche a 1JD apostolo; cfr. Rom. r,r; Phil. r,r; secondo G. Sass: ZNW 40 (1941) 32, Sov>.oc; diventa qui «un concetto indicante un mini­ stero».

6. Secondo Io. 6,70 i Dodici erano stati chiamati da Gesù molto tempo prima ; quindi secondo gli evangelisti bisogna distinguere i frat elli dal gruppo dei Dodici. '

'

7· Cfr. Mt. 12.4; Le. 24,26; Rom. 14,14; Act. 9A· Cfr. anche Th. Zahn, Forschun­ gen zur Geschichte des ntl. Kanons, VI, 357 ss.; H. Koch, Zur ]akobusfrage Gal. x,r9: ZNW 33 (1934h04·209. Anche in I Cor. 15,7 Giacomo è distinto da tutt o

( nlio-t.v) il gruppo degli apostoli, a meno che col. tennine cin6CT'\'OÀ.OL non si indichi

un gruppo maggiore (comprendente il fratello del Signore). Cfr. Zahn, Forschun­

gen vr, 356; W. G. Kiimmel, Kirchenbegriff und Geschichtsbewusstsein in der Urgemeinde und bei ]esus, 5-7; E. Bammel: ThZ II(I9H)405SS, Già in epoca patristica il retore Mario Vittorino, verso il 370, contro i simmachiani ha

a propqsito di

no

tato

Gal.t,19: ... hic Paulus negavit Iacobum apostolum... Cum autem fratrem dixit, apostolum negavit (Zahn, Forschungen VI, 281, nota 3). Anche Eu­ sebio (hist. ecci. 2, x, 5) riferisce Gal. r,19 a Giacomo, 'il Giusto . Vedi altri docu­ menti della chi es a antica presso Meyer, Ratsel, 26. 29. 33 s. 36. '

§

1.

15

L'autore

pre con l'aggiunta di questo patronimico ) col «fratello del Signore». Non si può dire col Meinertz 8 che gli Atti degli Apostoli conoscono «soltanto- due personaggi di nome Giacomo» , per­ ché, così affermando, già si presuppone l'identità del figlio di Alfeo con Giacomo fratello del Signore. Ma chi era allora quest'ultimo? Con tutta probabilità uno di quei quattro •fratelli' di Gesù, che vengono menzionati in Mc. 6,3 ( Giacomo , Giosè, Giuda, Simone) ed erano stretti parenti di Gesù 9• Di essi, a quanto pare, Giacomo molto presto (comunque dopo l'esecuzione capitale di Giacomo fi­ gl io di Zebedeo) assunse una posizione importante nella pri­ mitiva comunità di Gerusalemme (cfr. Gal. 2 ,9.12; Act. 1 2 , 7 10; Ij,13; 2 r , r 8 )11 e, per distinguerlo dai due apostoli di nome Giacomo, gli fu dato, per la sua stretta parentela con Gesù, il soprannome di «fratello del Signore», il che divenne al tempo stesso o molto presto un titolo di onore12 • Se dunque Giacomo, fratello del Signore, non è apostolo, è logico che nella inscriptio della lettera egli non si dica ·apo­ stolo' (dr. invece I Petr. r, I!). Rimane ancora valida l'argomentazione dello Zahn (For­ schungen VI, 3.59 ) : «Sarebbe inconcepibile che. . . un uomo, il quale apparteneva al gruppo dei I 2 apostoli, dovendo ri8. Einleitung in das N. T., Paderborn 519,0, 249.

9· Sul problema dei 'fratelli del Signore dr. J. Blinzler: TrThZ 67 (19,8) 129-14,, 224-246; Idem: LThK 211,714-717 (bibliografia); E. Stauffer , Petrus und ]akobus in ]erusalem : Begegnung der Christen, 367, nota 46. ro. Da questo passo si può dedurre che Giacomo ha assunto prestissimo nella pri­ mitiva comunità una posizione speciale. Forse egli era il capo dei presbiteri. Cfr. Gaechter, ]akobus von ]erusalem in: Petrus und seine Zeit, 262 s.; W. Michaelis, Das .ii.ltestenamt, 29·35· n. In Mc. 6,3 Giacomo è nominato per primo tra i fr at el li del Signore. Proba­ bilmente egli era il più anziano di essi e, come tale, anche il più importante. «Sa qualité de chef de la fnmille du Seigneur a fait de lui le chef naturel du groupe 'hébreu' cles chrétiens de Jérusalem» ( J. Dupont, Les Actes des Ap6tres, Paris 19,8, ad Act. 12,17 ). 12. Per altri dati rigu ardanti il titolo di 'fratello del Signore' attribuito a Giacomo di Gerusalemme vedi più sotto e F. H aase , Apostel tmd Evangelisten (NtlAbh 9, I·3), Miinster 19 22 , 269-271. '

I6

Introduzione

volgere alle I 2 tribù della diaspora un'ammonizione, che per il suo tono presuppone la riconosciuta autorità dello scritto­ re, non si dichiarasse apostolo, e che un altro. dei I 2 apostoli si qualificasse semplicemente come fratello di Giacomo e par­ lasse 'degli apostoli di nostro Signore Gesù Cristo' con quel distacco con cui ne parla Iudae 17 » 13• Giacomo, fratello del Signore, fu, secondo antiche notizie, vescovo di Gerusalemme. Secondo Eusebio (hist. eccl. 2,1,2) Giacomo 'il Giusto' fu il primo vescovo di quella comuni­ tà 14• La tradizione extrabiblica, che tratta di lui, è in parte contraddittoria e leggendaria 1 5• Secondo Giuseppe (ant. 20, 200) , il sommo sacerdote Anania n, nell'anno 62 d.C., fece lapidare, per soddisfare la sua crudeltà, «il fratello di Gesù, che vien detto il Cristo, di nome Giacomo» ( "t'Ò'V cH)EÀ..oç &eov), egli avrebbe assunto tale titolo onorifico nell'intestazione stessa della sua Lettera (v. ibid.). Altri tentativi più recenti di spiegare ·n�� si trovano in Schoeps, Aus fruhchristlicher Zeit, uo ss. 19. A proposito della tomba di Giacomo nella valle di Giosafat, secondo antiche tradizioni locali, cfr. RB 67 (196o) 561 s. (J. T. Milik). 20. Il giudizio di E. Meyer: «una leggenda fantastica senza alcun valore storico• (Ursprung und Anfiinge des Christentums m, 73 , nota 2), confrontato ad es. con le ricerche di Hyldahl, è inaccettabile. 21. Cfr. A. BOhlig, Zum Martyrium des ]akobus ; NT '(1962) 207-213 (il BOhlig, anieme a P. Labib, sta preparando una edizione del testo). «La descrizione della condanna e della esecuzione, nel nostro scritto, è del tutto simil� alla testimo­ nianza di Egesippo. (BOhlig 208). Julla�,

18

Introduzione

babilmente solo come un primus inter pares» 22• Egesippo e Clemente avrebbero anche ragione nell'attribuirgli come so· prannom e 'il Giu sto ' ; infatti anche nel logion r 2 del Vangelo di Tommaso (scoperto a Nag·Hammadi ) egli lo porta ( v . sot· to), cosi come nel trattato 4 del codice vn di NagMHammadi23 e nel Vangelo degli Ebrei (v. sotto). Tale epiteto deve quindi essere stato molto antico e conosciuto. La parte di Giacomo nella letteratura apocrif�gnostica è leggendaria e in più tendenziosa . Secondo Ippolito, gli gno.

stici naasseni hanno ricondotto le loro numerose dottrine se· grete a Giacomo, fratello del Signore, il quale le avre bbe traM mandat e a Marianne 24 • Il Vangelo degli Ebrei t r adisce chia· ramente la sua tendenza a sottolineare in particolar modo la posizione di Giacomo, facendone il grimo testimone della re· surrezione (dr. anche 1 Cor. 15 ,7) : «Ma il Signore (dopo il risveglio) dopo aver dato il pezzo di lino al servo del sa· cerdote andò da Giacomo e gli apparve. Giacomo però aveva giurato di non mangiar più pane a partire dall'ora in cui ave· va bevuto il calice del Signore , fino a quando non l'avesse vi22. Hyldahl, Hypomnemata, 104.

23. «Questi sono i discorsi che Giacomo il Giusto ha tenuto in Geru salemme » (secondo Puech in: Hennecke-Schneemelcher, Ntl. Apokryphen, 3I, 246). Anche nella già menzionata Apocalisse di Giacomo, del cod. v di Nag-Hammadi, Giacomo viene designato quattro volte come o S�XIXLOr>W1tou sim. I ,8 xcxt xi)pcxc; xcxt òpcpcxv ovc; E"ltt.­ axÉ"Jt-tErri>E sim. vm,6.4 ( sugli apostati e di sertori ) xcxt E"ltcxtrrxwi>Évnc; "t'Ò !lvOIJ.IX -tov xup!ou "t'Ò E"ltt.xÀ.'l')i>Èv E"lt' CXV"t'OVc;

mand.. XII,I,I xcxt XIXÀ.t.'ll cxywyi)O'Et.c; cxv­ -;-i)v (scil. la concupiscenza ) xa.ftwc; �ovÀ.Et. mand. x1,5 (sul 'pneuma' concesso al­ l'uomo) iivwl>iv E0'-;"1.'11 à."Jtò "t'ijc;

Suvti�J,Ewc; -tou ftECov "lt'II EVIJ.IX't"oc;

4,7

tiv 't!O''t'l'J"t' E St -t1}0"L yà.p 'lrixw�oç· "t"CI7tEWWt)1}"t"E !vw1tt.O'J Kupl.ou xat ù�wa-Et. ùv.aç. Nel comm. in I o . , dr. 1 2 6 (GCS 4,5 7 0 ) egli definisce Giacomo ·apostolo' : xai)wc; q>1} 0"L 28 • Però non spiega perché lo chiami 'Itixw�oç ò ci7tOO"'toÀ.oç •

'apostolo' ; probabilmente raccoglie già una tradizione 29•

menti dei xn Patriarchi. Su Iac. 4,7 s. (cfr. Herm., mand. 1 2,4-6) l'Aschermann nota : «anche qui non è il caso di supporre alcuna diretta dipendenza di uno 1critto dall 'altro. Le sentenze, a motivo della loro caratteristica brevità e immagi­ nosità, appartenevano alla rigida fisionomia della parenesi del tempo� ( 155). 27. Una non constatata dipendenza letteraria non significa ignoranza dello scritto in questione. Non si può né affermare né negare che Pietro ed Erma non abbiano affatto 'conosciuto' Iac. 28. Cfr. anche select. in Ps. 6.,.4 ( MPG xu, 1 500): EÙi>vlJ.E� 't'Lt; E'J VlJ.tV, IJ,Icù.M't'w (Iac ,,I 3)1 cpT}OÌ.'J 6 à.1t60''t'OÀ.or;. 29. Nel commento alla Lettera ai Romani (in Rom. t. IV Lommatsch 6,286) egli .•

Introduzione

Quando egli in comm . in Io. 1 9 ,630 si serve della formula ÈV 't'TI q>EpO(...l ÉVTI 'la.xé�ou È1t L Ci't' O À:fi , il q>ÉpEcri}a.L significa forse «esser in circolazione» 31 o più semplicemente «cosid­ detta» 32• Ad ogni modo, per Origene Iac. appa rt iene alla ypa.cpl) e ciò vuoi dire che egli la considera 'canonica' . Raccolse forse questo giudizio dal suo maestro Clem ente Alessandrino ( morto prima del 2 r 5 )? Secondo Eusebio33 e Fozio 3\ Clemente ha esposto le Lettere Cattoliche nelle sue Ipotiposi. È sorprendente però che egli non cit i mai Iac. (né 2 Petr. ). Forse al suo tempo la form az i one del canone non era giunta al punto da con s en tirgli di considerare la nostra Lettera come ypa.cpl) 35• È però poco prob abile che egli non l'abbia affatto conosciuta , dato che il suo alunno O rigene già

la stima canonica . Dionigi Alessandrino (morto nel 2 64 / 2 6 5 ) , dis cepolo di Origene , scrisse un commento a Iac. e cita una volt a r , r 3 come parola della Scrittura : ò OÈ i}Eòç 1tELpciswv 't'oÙc; 1tELpa.­ crv.oùc; 7tEpLq>ÉpEL wc; cl1tdpe48 ( ecrecrile oùv U!J.E'i:c; 'tÉÀEt.ot.). M a possono essere considerati i seguenti passi : lac.

Ev.

1 ,5 at-tEC-tw ... x aL 8oihia-E'ttx� cxv-t{i> ( dr . ancora 4,3 ) 1 ,6 ahEC-tw oÈ Év 11:CCT'tE�, O�V S�txXpW6 tLEVOt:;

1,17

ILYJ·

11:ticrcx 86cr�� àya� ... &vwfi'Ev . .. à11:ò -tou 7ttx-tpòc; -twv q>W'tW\1

FontP

1Y

M t. 7 ,7 cxt-tEi:'tE xcxt 8oM)crE-ta� ÙtLi:V

Q

D

Mt. 2 1 ,2 1 Éà.v �XYJ'tE 11:Ccr-tw xat lllJ O�CLXpLti'j'tE 4

Mc .

(Le. 1 1 ,9 )

(Mc. 1 1 ,23 s . ) Mt . ? , I I ò 'I'I:CL'tTJP ÙtLW\1 ò b

'tOL� ovpavoi:� OWCTE� àycx-

Q

D

M (Lc.I I , 1 3 ) S

1 . Cfr. anche Mayor, LXXX I I-LXXXIV ; Spitta, Der Brief des Jakobus, 155-183 ; Schlatter, Der Brief des Jakobus, 9-29 ; Chaine, LXIV-LXIX ; G. Kittel : ZNW 4 1 ( 1 942 ) 84-94 ; M . H. Shepherd : JBL 7 5 ( 1 9.56 ) 4o-.5 1 ; E . Lohse: ZNW 4 8 ( 1957) 91 3 ; F. Gryglewicz, L'Épitre de St. Jacques et l'Évangile de St. Matthieu, in : Rocz­ niki Theologiczno-Kanoniczne 8 ( 1 9 61 ) 33-55 ; W. D. Davies, The Setting of the Sermon on the Mount, Cambridge 1964, 401-414.

2. Q 3· D

=

=

la fonte ( Quelle) dei logia; S discorso del monte (M t. 5-7).

=

materiale esclusivo

o

particolare.

4· ar. ancora Mt. 17,20 (fede come il grano di seoapa) = Le. 1 7,.5 ( Q ) e la para­ bola del vicino importuno (Le. 1 1 ,5-8), dove si tratta della certezza dell'esaudi­ mento; v. ]. Jeremias, Le parabole di Gesù ( trad. ital.), Paideia, Brescia 1 9 67, 187-1 8 9 ,

§ 8. Iac. e l'etica di Gesù

75 8cr·nc; ti.xouE� IJ.OU -roùc; Myouc; -tou-rouc; xat 1tOLEÌ rtÙ'tOUOL IJ.OU, èS-rcx.v TCELpcx.a'J..tOt; TCEpi.TCÉO"T}­ 't'E TCOLXLÀ.ot;, 3 YLVWO"XOV't'E� �hL 't'Ò OOXLIJ.LOV v!J,Wv 't'fj� TCLO"'t'EW; xcx.'t'epya�e't' cx.t ÙTCo�-tovi)v· 4 il OÈ ùTCo�-tovi) ifpyov 't'ÉÀ.Etov txhw, tv ex. !i-re 't'ÉÀ.ELOL xcx.t oÀ.éxÀ. T)pOt, ÈV IJ.T}Oevt À.EtTCOIJ.EVOL.

2 Ritenetelo una gioia genuina, fratelli miei, se incorrete in molteplici tentazioni , 3 dacché sapete che la vostra prova nella fede produce perseveranza . 4 Ma la perseveranza deve avere un'opera perfetta, per­ ché siate perfetti e senza difetto, in nessun punto mancanti .

I , 2 s . Sebbene i)yi)aa.ai}E. sia imperativo, gli viene prepo­ sto il complemento oggetto 1tfiaa.v xa.priv . Cosl Giacomo o­ pera un evidente collegamento di termini col suo saluto pre­ cedente ( xa.�pE.l.v-xa.priv ) l e sottolinea simultaneamente la gioia, alla quale peraltro egli ha già dato una forte accentua­ zione con l'attributo 1ta.\loc;); Apoc. 2,!0 ( owcrw ero� 'tÒ\1 CT'tÉf)ij'J«X!. 'tÒV '!tpW't0\1 li.'Jf)pw'!t0\1 ) ; plant. I4; conf. ling. r66; 1 96 ( aou­ M'tCl!. Sè ò cpv'tOVP'YÒc; DEòc; ) 52. GLNT II, col.310 ( = ThWb I, 63 r ) nota 5J. 53· Cfr. anche Hebr. 6,17; 2 Petr. 3,9; e ancora Schlatter, Wie sprach ]oseph us von Gott?, 26.43 (Ap. 2,192); Ps. I I3,I I ('!ttXV't«X, aa-a ,;Dt'ì..T)CTEV, l'!toiT)CTEV ); 134. 6; Ecclus 2 I ,1 3 {i) �ov'ì..i) «XU'tOU wc; '!tT)rTJ l;wijc;); Iob 23,13. Altri esempi dai Padri e dalla gnos! in Edsman, Schopferwille und Geburt, 28-44. 54· La Vulg. traduce aou'ì..T)DEic; con voluntarie; 1f con volens. 55· Schopferwille und Geburt, 14-23. 56. paed. x ,6.45 ( Stihlin u6/3o): .,;� ovv yriÀ.ctX'tL, .,;n xupLaxn .,;pocpn, EvDùc; .

..

•••

.

.

� à'!toxiJT)DÉ'II 'tEc; 'tLDT)'IIov!-LE&a, EvDVc; Sè à'J«'YEWTJllÉV'ttc; 'tE't!.!-L'IÌI-LEi)a .,;ijc; !ÌV«X'!t«XVCTE� 't'Ì)v i'ì..'!ttSct...

57· Cfr. anche Poimandres u (Nock-Festugière ro): ò liè 1t!Ì'V'tW'J '!tct't"ÌlP ò Nout; . tÌ'!tEXVT}CTEV "A'JttpW'!tO'II «XU't� (CT0'\1. 51i· Cfr. anche Deui. J2,x 8• LXX {Dfòv 'tÒ'J yEW'IÌCT«XV'ttÌ CTE); R. Tanhuma (Imwt x8,ro; Schlatter ad l. ) a Ex. 4,1 2 : «lo faccio di te una creatura nuova, come una donna che è gravida nel suo seno e partorisce»; I QH IX, 35 s . : «Sl , tu sei un pa..

lac. 1,2-18

1 37

discuterà se Giacomo intenda l'espressione in senso cosmolo­ gico o soteriologico. c) Àoy� à.À1}t)dctc; . Il collegamento tra parola e verità si riscontra ripetutamente nell'A.T. 59• Nel N.T. si trova l'e­ spressione in Paolo, e sempre con gli articoli ( ò Àoyoc; -rijc; à.À l) l)ELrxc; ), e significa il concreto annuncio apostolico ( l' 'e­ vangelo' ), che porta alla luce la verità divina 60• In lac. 1 , 1 8 , s 'intende in primo luogo la parola creatrice di Dio, che, se­ condo la concezione biblica, rappresenta una potenza reale, efficace, vivificante 61 • Ciò che precisamente viene significato con essa, sarà esaminato più oltre. d ) &.7t rxpx i} v -tLvrx. &.7tctpxi} nell 'A.T. è un termine tecnico del linguaggio sacrificale : la primizia umana, animale e ve­ getale, che dev'essere offerta a Dio ed è sua proprietà 62• Dato che Israele , secondo Ex. 4 , 2 2 , è «il figlio primogenito» di Jahvé, in Deut. 7 , 6 è il peculiare «poJ.X>lo in proprietà» di Dio, e secondo ler. 2 , 3 « sacro possesso di Jahvé, sua primi­ zia» ( à.px'lÌ yEVV1) p.a"t'wv rxù-rov, dove à.pxi} ha chiaramente lo stesso significato di &.7tapx-i} ). Nel N.T. 63 : Epeneto è « la primizia ( à.7tapx-i} ) dell'Asia per Cristo» ( Rom . 1 6 ,5 ); la fa­ miglia di Stefana è «la primizia dell'Acaia» ( I Cor. 1 6 , 1 5 ) ; i r 44 .000 sono «l' &.7tctPXll per Dio e l'Agnello» ( Apoc. 1 4 , 4 ) ; Cristo risorse dai morti come «primizia dei dormienti» dre per tutti i figli della tua verità e ti rallegri di loro come una madre amorevole per il suo bambino» ; Philo, ebr. 30 s . : ((Ma il demiurgo, che ha fatto questo uni­ verso, lo chiameremo or a subito e con ragione il padre del creato, mentre la madre ( è ) la sapienza del creatore, con cui Dio si è unito e nella quale egli, non come fa un uomo, generò la creazione; essa poi concepl il seme di Dio e partorl a dolori compiuti il figlio visibile, uno e amato, questo cosmo».

'9· Deut. 22,20; 2 Sam . 7,28 ; I Reg. . ro,6 ; 17,24; Ps. u 8 ,4 3 ; 1 , ,2 ; Ier. 23 ,28 ; Dan. 8,26 ; Zach. 8 ,r 6 ; Prov. 22,2 1 ; Ecci. r 2 ,xo; ecc. 6o. Cosl in 2 Cor. 6,7 ; Eph. r ,r 3 ; Col . z ,, ; 2 Tim. 2 , 1 , . Cfr. ancora test. G. 3,1 ( À6yov aÀ.t}itEla.c; 1ta:v�a v61J.OV Ù\jJLO"'tOU ) ; Ps. Sal. I 6 , z o (!v MyoLc; aÀ.T]­ &!ac; ); Od. Sal. 8,8 ( ((Udite la parola della verità, e riceverete la conoscenza del­ =

l'Altissimo» ). 6 1 . Cfr. Gen. 1 , 3 ; Ps. 33,6; ro7,20i 147,I'i Is. ,,n ; Sap. r 8 ,z , ; Ecclus 4 3 , 2 6 � ((Mediante la sua parola egli compie la sua volon t à » .

62 . Ex. 23,16.r9; 34, 1 6 ; Num. r 8 , z 8 ; Lev. 27,26 ; Deut. 14,23 ; 1,,19-23 ; ecc.

63. Cfr. anche M. Albertz, Die «Erstlinge» in der Botschaft des N.T. : EvTh I :t ( 1 9,2/,3 ) I .5 I·I 1 ' ; G. Delling in GLNT u, coli. 1 �9o ss. ( = ThWb 1 .483 s.).

Iac.

1,2-18

( I Cor. I 5 ,2 0 ) 64 • Il termine ci:rtcx.pxl) può essere inteso tanto numericamente quanto qualitativamente e in Iac. 1 , r 8 gram­ maticalmente vale come singolare collettivo. e) X"t'LCTIJ.CX."t'CX.. "t'Ò X"t'LO"IJ.CX. nel greco profano è la fondazio­ ne (per es. di una città o di un tempio) 65 ; nei LXX, ciò che è creato da Dio, la creatura 66, cosl come nel N.T. 67• Quindi con X"t'LO"IJ.CX."t'CX. in Iac: I , I 8 si intendono sicuramente gli esse­ ri creati da Dio; si tratta solo di vedere, se è la prima crea­ zione o la ·nuova', escatologica . Si può dire con certezza che Giacomo pensa alla creazione escatologica, nella quale i cristiani sono in certo senso l' &.7tcx.px1) ; infatti nel v. I 8 è chiaramente presente un contesto tematico, che molto verosimilmente ha il suo ambiente vita­ le nella primitiva prassi battesimale 68• Il battesimo, secondo il N.T. , è una ( ti- )nascita e una nuova creazione 69 ; esso è vi­ sto in stretta connessione con la docile accettazione della Pa­ rola presentata nella predicazione missionaria 70• Pertanto «la parola della verità » in Iac. I , I 8 non può essere intesa come un accenno alla formula battesimale ( cosi forse in Eph . 5 , 2 6 ), all' OVOIJ.CX. di Cristo che forse vi era pronunciato (dr. Iac. 2 , 7 ) , ma dev'essere presa in senso più ampio come l' ·evangelo' , Secondo Philo, spec. leg. 4,180, il popolo giudaico fu «assegnato al creatore e padre come una specie di primizia (-.�� à;-r;cxpx"li ) di tutto il genere umano» ; Ex. r. 1 5 ,6 ( Schla tter a Iac. 1 ,1 8 ) : «Gli Israeliti sono la primizia per Dio» .

..6-you (invece di v6J.LOU) t).euitEp!a.c; probabilmente con riferi­ mento all' !IJ...6-yoc; di I ,2 1 . 82. Si h a una corrispondenza con la dottrina di Gesù (cfr. Mt. 5 ,7; x8,29.34; 25, 45 s.); cfr. però giA Prov. 17,5 ; Ecclus 28>4; Tob. 4.9-u ; test. Zab. 8.3 ( lla-ov yàp ltvitpw1toc; CT1tÀa.yxv!t;E�tXL Etc; �bv 1tÀT)I1LOV av-rov, �o crov�ov xa.L 6 xupt.oc; dc; a.ù�6v ); Shabb. 1 5 1 b (R. Berabbi ha detto: «Chi ha misericordia per la creatura, di lui avrà misericordia il cielo; ma chi non ha misericordia per la creatura, di lui non avrà neppure misericordia il cielo»). Cfr. Windisch ad l. (con ulteriore documentazione del tardo giudaismo). 8 3 . Cfr. Bauer, Worterbuch, s.v.

Iac. 2,1-1 3

1 83

dia trionfa sul giudizio» . Il detto vuole essere un'ultima giu­ stificazione e, insieme, un ammonimento ai lettori. Questi enunciati conclusivi sul tema « legge e giudizio» non costituiscono un semplice codicillo alla precedente con­ danna del culto della persona, ma un efficace motivo congiun­ to a un pensiero escatologico: pensate al giudizio, che verrà condotto secondo il metro del vostro proprio amore e della vostra misericordia. Riassumendo, si può constatare che la motivazione del ·ca­ so' presentato da Giacomo viene svolta a climax: a ) il trattamento riservato al povero è un ·disonorare il povero stesso, mentre Dio onora proprio il povero; b ) esso pertanto è una grossolana violazione del comanda­ mento dell'amore ( che ha un rango reale) e quindi di tutta la legge; c ) esso infine comporta un giudizio, in cui si giudicherà secondo stretta giustizia, dove invece dovrebbe più propria­ mente trionfare la misericordia di Dio.

v

L'IMPORTANZA DELLA FEDE E DELLE OPERE PER LA GIUSTIFICAZIONE DELL'UOMO ( 2 , 1 4-2 6 )

Giacomo insiste irremovibilmente su un cristianesimo del­ l'azione, che però non è soltanto azione, ma anche fede. Il cristianesimo si fonda sulla fede. Naturalmente questo lo sa anche Giacomo. Egli stesso anzi nella sua Lettera ha già par­ lato ripetutamente della it�O"'t't.c; ( I , 3 ; 2 , 1 ) 1 . Ma nella secon­ da parte del cap. r si è già anche energicamente espresso nei riguardi di chi è solo uditore e non esecutore ( 2 ,2 .5 : 1tOL11"t''Ì]c; [pyou ) e ha caratterizzato con ciò la sua visione del cri­ stianesimo. Ora egli pone sullo 'stesso piano del ·puro udito­ re' e ·non esecutore' la fede per se stessa, ·la sola fede', ed esige invece una fede che si annuncia nelle opere e in esse si dimostra vivente e perfetta. Le dichiarazioni della Lettera sull'importanza della fede e delle opere per la giustificazione dell'uomo non possono ve­ nir considerate come un excursus isolato, che si possa con tutta facilità estrarre dal contesto. Anzi, tali dichiarazioni de­ rivano per una certa necessità interna da ciò che Giacomo ha già detto nella prima metà del cap. 2 . Ciò risponde alla sua consuetudine di formulare chiaramente all'inizio di una se­ zione il tema fondamentale, per poi discuterlo in seguito in una forma quanto mai vivace. Cosl in 2 , 1 ha enunciato il te­ ma per la successi va discussione che si svolge in 2 , 2- I 3 : «Fratelli miei, senza riguardo di persona possedete la fede nel nostro signore Gesù Cristo della gloria» ; poi spiega, con un caso simulato, a quali conseguenze conduce un simile cul­ to della persona, e lo respinge con la massima energia, ac­ cennando all 'elezione dei poveri da parte di Dio e alla colpe­ volezza di un simile atteggiamento, che provoca il severo giu­ dizio divino. Proprio questo rimando al giudizio futuro (al

1 86

Iac. 2,q-26

termine della prima sezione del cap. 2 ( 2 , I 2 s . ) offriva una felice occasione di riprendere il problema della giu stificazio­ -!le, riguardante in concreto la poss ibilità dell'uomo di scam­ pare al giudizio di Dio (dr. 2 , I 4 h : «Può la fede salvario? » ). Cosi possono venire affrontati alcuni punti che a Giacomo stanno particolarmente a cuore e la cui trattazione era richie­ sta dalla scott ant e situazione •storico-teologica' ( cfr. introdu­ zione, § 4 ). In 2 , I ne era già stato accennato un termine im­ portante : 'Jt�O"'t't.�. Giacomo lo riprende per la seconda sezio­ ne del cap . 2 e porta in primo piano la sua 'dottrina sulla giustificazione' . Ciò viene fatto ancora con vivacità particola­ re e con i mezzi retorici della di atriba. I vv. 2 , I 4-26 possono essere considerati come la parte �centrale' della Lettera, anche se questa è piuttosto un'im­ pressione dei ' posteri ' dell'età moderna, il cui sguardo è sta­ to· p articolarmente acuito dalla problematica della Riforma circa il tema •fede e opere'. Ma per .Giacomo questa sezione, anche se ovviamente gli sta a cuore la sua tema tica, stava pro­ babilmente alla pari delle altre in cui egli tratta a fondo di quella che per lui è l'esigenza fondamentale, un cristianesimo dell'azione, e che egli ora considera con particolare riferimen­ to al rapporto fede-opere nel processo della giustificazione. Il tono con cui ne t ra tta è lo stesso tono appassionato con cui parla della pazienza nelle persecuzioni, del culto della perso­ na nei confronti dei ricchi, della perniciosità dei peccati di lingua, ecc. La Lettera si presenta come un tutto organico e come tale vuoi essere considerata. Giacomo tratta il tema fede-opere e la loro importanza per la giustificazione dell'uomo innanzitutto in vivace polemica con un 't't.� ( 2 , 1 4- 2 0 ), apportando poi anche la motivazione scritturistica ( 2 , 2 I -26 ). ' I . L INUTILITÀ DI UNA FEDE S ENZA OPERE

( 2 , 1 4-20 )

14 TL "'t'Ò o cpeÀ. o c; , &.oeÀ.cpOL (.l.OU, Ut:v 7:LCT'tW À.É'Yl} 't'Le; EXELV , lpya OÈ 1 5 Èà.v àoeÀ.cpòc; ÌÌ !J.ll EXTI ; IJ.ll OVVa"'t'aL T) 1tLO"'tLç o-wcrat. IXV"'t'OV; &.8d... cp1) yv(.l.vot v7tapxwo-w xat À.emo!J.EVOL "'t'i;c; tcpT)!J.Épov "'t'pocpi;c;, 16 EL7tTI oé. "'t't.c; aù"'t' o�c; Èç u!J.wv , 'Y1tciye-,;e Èv Elpi}vn , 1}ep(.l.aCveo-1}e xat

lac.

2,14-26

xop-rti�,E, IJ.TJ OW't" E o! au't oi:c; 't"à È1tlit'lJOE�a 't"OU O"WIJ.a't"oc;,

... ,

't"Ò

17 o\h� xat T) 1tLO">t1.c;, Èàv IJ.TJ lxn lpya, VExpti ÈO"'t"l.V xaD'

èScpd.oc;;

18 'A).. )..' lpEi: .. �c;. l:ù 1ti.o->t �v lXEt.c; xtiyw lpya. lxw. OEi:;ov J.LOI. >ti)v 1til1-rw o-ou xwp t c; -rwv lpywv, x&.yw o-ot OEiçw Èx -rwv lpy wv IJ.OV >ti)v 1ti.O"'t"LV. 1 9 t1Ù 1ti.O"'t"EVEt.c; o't"� E!c; DE6c; ÈO"'t" W ; xa.À.Wc; 1tO t.Ei:c; · xat >tà Sat.IJ.OVt.a. mà"-rEvoua-w xaL cppi.o-o-ouo-w. 20 ilÉÀ.Et.c; oÈ yvwvat., W li.vDpW1tE XEVÉ, lh� i) 1ti.O"'t"t.c; xwptc; 't"WV lpywv tipyi) ÈO"'t"I.V ; tau ..T)v.

·

14 Che utilità c'è, fratelli miei, se uno dice di avere la fede, ma non ha le opere? ?uò forse la fede salvarlo? 15 Se ci sono un fratello o una sorella mal vestiti e mancanti del nutrimento quotidiano, 16 e uno di voi dicesse loro : 'Andatevene in pace, scaldatevi e saziatevi', ma non deste loro ciò che è necessario per il corpo, che .varrebbe ? 17 Così, anche la fede, se non ha opere, è morta, ( vista ) in se stessa. 18 Ma qualcuno (a ragione ) dirà : Tu hai la fede, e io ho le opere. . . mostra­ mi la tua fede senza le opere, ed io ti mostrerò dalle mie opere la fede. 19 Tu credi che esiste un solo Dio. Fai bene ; anche i demoni credono e tremano. 20 Ma vuoi riconoscere , o uomo vuoto, che la fede senza le opere è inutile ?

2 , 1 4 . "tL "t'Ò ocpE)... o� è una formula frequente nella diatriba,

usata anche da Paolo in I Cor. I -' ,3 2 1 Di quale 'utilità' si tratti, lo si ricava dal contesto : che utilità ha la sola fede di fronte al giudizio (di cui si è già parlato al v . I 3 ) e per la de­ finitiva salvezza ( di cui si parlerà alla fine del v . 1 4 )? Che u­ tilità c'è in senso escatologico 2 , se 3 qualcuno dice: « lo ho la fede» , ma non ha opere? La formulazione va considerata con precisione. L' 'avversario' non dice.: 'lo ho la fede, ma non ho opere' , bensì soltanto e vigorosamente : 'Io ho la fede', e Giacomo soggiunge : ( che utilità ha costui dalla sua fede, se) « egli però non ha le opere? » �pya. OÈ (J.l} �XTI dipende eviden­ temente dal precedente Èa'V . Per Giacomo dunque quest'uo1 . Cfr. Epi tt . , diss. r ,4,1-6; 2,22 ; 6,34 ; 3 ,7,30; 24,5 1 ; ecc. ; Philo, poste r. C. 86 < 't� ytip 15cpEÀ.o� À.Éym1 �-�otv 'tti �ÉÀ.'t�O"'tll, s�avoE�ataL st xaL 1tpti"tnw 'tti atux�u"ta ; ) ; Ecclus 41 ,14. In BC* 99 manca l'articolo prima di 15cpEÀ.oç; (cfr. indicazioni più precise in Marty ad l. , il quale pure ritiene che l'articolo sia secondario). 2. Vulg. : quid proderit ( futuro! ), e corrispondentemente : numquid poterit fides salvare eum? 3· Beyer (Semitische Syntax, Bo, nota) opina che l' ttiv di Iac. 2 , 1 4 sia un 'greci­ smo' e vada propriamente tradotto: «Quale utile se ne ha, che qualcuno dica ... » ; m a è un'ipotesi che non incide sull'esegesi.

188

Iac. 2,14-26

mo, al quale fa dire : 'io ho la fede', è uno che non ha opere o almeno non dà loro alcun valore e pensa che la sua 'sola' fede basti per s alvarlo poi al giudizio divino . L'immaginario interlocutore «dice» (ÀÉYll ) ciò; una fede che sia 'sola- fede ' non è per sé manifesta, ma può solo essere affermata. Giaco­ mo riprende qui la formula, da lui già usata in 2 , I : 7tLO''t' LV EXEL'V , e già questa corrispondenza dovrebbe far riconoscere che anche nel v. I 4 egli considera quella fede che al v. I ave­ va caratterizzato come «fede nel nostro Signore Ges ù Cristo della glori a » , cioè come cristiana. Dopo aver esortato nel v . I a non 'avere' la fede congiunta al culto della persona, ora egli esorta ad 'avere' 4 la fede assieme alle opere . Questo è il tema di tutto il brano. Giacomo si pone di fronte a un «qualcuno» ('t'Le;). Chi vi si nasconde dietro? A nos tro avviso (v. introduzione, § 4 ), è un rappresentante immaginario dello pseudopaolinismo combattuto da Giacomo , ma in nessun mo­ do lo stesso apostolo Paolo. Infatti è impossibile che il pro­ nome a.Ù't'0\1 alla fine del v. I 4 , riferito al precedente 't'Le;, possa riferirsi all'Apostolo 5• Il fat to , però, che Giacomo nel­ la sua Lettera discuta in modo cosl minuzioso e appassiona­ to il rapporto tra fede e opere e la loro importanza per la gius tificazione dell'uomo , lasci a sufficientemente intravvede­ re che le concezioni dello ps eudopaolini s mo non erano ign ot e ai destinatari. Che poi essi stessi siano inficiati di simili idee , non è necessario ammet terlo . E che i destinatari di Giacomo siano cosl vivacemente introdotti nella conversazione (dr. sol tan to l ' apostrofe &.oEÀcpoi. IJ.OV , l' É; VIJ.W\1 del v . I 6 , lo opéi't'E del V . 2 4 ), fa parte dello 'stile' e non deve quindi con­ durre a false conclusioni .

L'introduzione di un immaginario potenziale avversario m edian te l ' indelìn ito 't'Lç, dal punto di vista puramente for­

male, rientra nello stile della diatriba. Era però anche uso co­ mune introdurre con "t"t.ç un avversario concreto e ben indi4· Per l'espressione «avere opere� cfr. anche Abot nr,x : leiel b•jad6 ma'ìiiim fobim ( « se qualcuno ha a disposizione delle buone opere»); apoc. Bar. syr. 14,n ( «poiché essi hanno presso di te u n tesoro di opere»); 4 Esdr. 7,77; 8,22 ; IJ ,2. 5 · Ch. anche Hauck ad l.

Iac. 2,14-26

189

viduato 6, e ciò v a ammesso anche per l a nostra Lettera 7• In­ vece che 'avversario' è tuttavia meglio dire 'opinione avver­ saria' . La tematica della discussione tra Giacomo e "t't.� vette abbastanza chiaramente sui problemi suscitati dalla predica­ zione di Paolo. L'obiezione dell' 'avversario' : 'io ho la fede', e l'insistenza contraria di Giacomo sulla necessità delle 'ope­ re' per la salvezza escatologica sono difficilmente pensabili senza la predicazione di Paolo. Naturalmente il diverbio co­ me tale è immaginario; la risposta all'obiezione di "t't.� è data comunque da Giacomo stesso, l'autore della Lettera . Al motto dell'avversario 'io ho la fede ! ' , Giacomo rispon­ de innanzitutto con una breve domanda ( v . 1 4b ) : «Può forse la fede (l'articolo i) che precede 7tLCT"t't.c; è soltanto anaforico 8 ) salvarlo? » . I l p.Ì') introduttivo fa subito intendere che per Giacomo l'unica risposta possibile è 'no' . Egli rivolge la sua domanda ai destinatari , non all'avversario; altrimenti do­ vrebbe probabilmente usare invece di a.u"t'6v il pronome CTE. Il termine crwcrr�.t. stabilisce il collegamento concettuale con l'ultimo versetto della sezione precedente ( v . r 3 ) , dove si parlava di 'giudizio' , che raggiunge chi non ha esercitato al­ cuna misericordia verso i poveri . Nel lJ..Ì') 7tOd)CTrJ.V"t't. ( EÀ.Eoc; ) si trova il vero e immediato motivo che porta ora Giacomo a parlare degli Epya. ; infatti il 'fare' si attua nelle 'opere' . Il 1-L'Ìl 7tot.T} cra.c; è uno che non ha opere da mostrare, ma, secon­ do il v. 1 4 , si giustifica dicendo : «A che mi servono le opere, dato che ho la fede? » . Contro questa scappatoia (o meglio: 6. Come risulta da passi di Platone, Aristotele, Plotino, Clemente Alessandrino

e

altri ; cfr. A. Knauber, Das leatechetische Unternehmen des Clemens von Alexan­ drien (Freiburg, Diss. inedita), volume delle note, 649-6-' 2 ( nota 3). Ringrazio il collega Knauber per questa importante informazione. Cfr. anche Rom. 3,8; Gal. 1 , 7 . 9 ; inoltre ]. Schmid, Studien zur Geschichte des griechischen Apokalypse­ Textes, I parte ( testo), Miinchen 1955, 275 ·

7· «Nessun lettore poteva supporre che con la formula àJ..).,,' lpE� ·n� venisse intro­ dotto altri che un avversario di Giacomo» (Dibelius, 140 ). 8. Cfr. Blass-Debrunner § 2 5 2 . Beda : fides illa. Con la sua domanda, Giacomo non contesta la fede del suo avversario; la stessa parola 'fede' non è qui usata iro­ nicamente, come pensava G. Schwarz (]afe 2,14-26 erleliirt : ThStK 64 [ 1 89! ] 704737 [ 709 ] ); maggiori dettagli in Belser, 1 2 1 s. Giacomo pensa piuttosto alla fede 'soltanto' ; cfr. ff: numquid potest fides eum sola salvare?

Iac. 2,I4-26

obiezione) Giacomo polemizza . Già le due domande del v : 1 4 lasciano intendere chiaramente la sua opinione sul rap­ porto tra "JtLCT"'t'!.c; e Epya. : la fede, se non si è dimostrata viva mediante le opere, non può salvare l'uomo dal giudizio di­ vino . Per illuminare più da vicino il suo pensiero, egli reca un paragone sotto forma di un 'caso' immaginario, col quale porta ad absurdum il parere dell' "avversario' sulla sola fede come mezzo di salvezza dal giudizio. Così il v. 1 4 , come 2 , 1 , serve a presentare il tema per tutta la sezione che segue.

2 , 1. 5 s. Con questi versetti viene di nuovo presentato un 'caso' ( dr . il 'caso' di 2 , 2 ss . , anch'esso introdotto mediante la congiunzione Èa:v ) , che ha però una funzione del tutto di­ versa dal precedente. Non deve servire come esempio della fede mancante di opere, ma come paragone con cui si mostra l'inutilità di una fede senza opere 9 : come i bisognosi 10 non ricavano alcun vantaggio da frasi pietose ( « andatevene in pa­ ce» ) 1 1 , «cosÌ » ( cfr. o\hwc; all'inizio del v. I 7 ) una fede senza 12• opere non serve a nulla per la salvezza nel giudizio divino Il caso è peraltro abbastanza chiaro e non ha bisogno di lunghe spiegazioni 13• Però, appunto perché deve servire co­ me paragone, si può concludere con sicurezza che non rap­ presenta un concreto 'caso comunitario ' ; piuttosto è immagi9· Cfr. anche Belser, Dibelius ad l.

IO. Le denominazioni di 'fratello' e 'sorella' lasci ano intendere che qui Giacomo allude a membri della comunità cristiana. u . Il saluto giudaico di congedo (cfr. Iuà. x8,6; I Sam. x ,q ; 20,42; 29 ,7 ; 2 Sam. 1�,9 ; Iudith 8,3� ; Iub. x8,x6; Mc. �.34; Act. 1 6,36). 12. Beda : sicut verba sola pietatis nudum vel esurientem non recreant, sinon et cibus praebeatur ac vestis, ita fides tJerbotenus servata non salvat. 13 . A differenza del v. 14, la domanda �' �ò 15q>EÀ.o;; alla fine del v. 1 6 non ha senso 'escatologico' ; essa riguarda piuttosto la 'utilità' di un comportamento senza amore verso i bisognosi, come è de scritto dal 'caso'. I codici AK 17 33 39 syrP all'inizio del v. 16 invece di un ÒÉ leggono un paratat tico xa.t ( Et1tl}), con senso condizionale: «Nel caso che un fratello o una sorella non abbia di che vestirsi o di che mangiare, se qualcuno di voi dicesse loro . . . » (cfr. Beyer, Semit. Syntax, 270 ) . Certo, in questa situazione emergente dalla vita concreta, la paratassi agisce con maggiore naturalezza . c Solo chi rimane estraneo a tale situazione, come l'im­ parziale e freddo grammatico, viene urtato da una costruzione del genere e cor­ regge il testo in EL1tlJ ÒÉ �Le;... ,. (E. Pax, Die syntakt. Semitisme n im N.T. , 1�6).

Iac.

2,I4-26

nato a bella posta, naturalmente sulla base della predilezione che Giacomo nutre per i poveri ed in connessione con le esi­ genze dell'A.T. e di Gesù 14• 2 , 1 7 . Il verso trae la conclusione dal paragone offerto dal 'caso' : oih·wc; xa.t i) 1tLO""t'Lc; . La fede è morta «per se stessa>> ( xa.i}' Èa.U'tl}"ll ); 'VExpli presenta il tertium comparationis, che qui come in Epitteto { 3 , 1 6 , 7 ; 2 3 ,2 8 ) ha il significato di 'in­ fruttuosa' 1 5• La preposizione xa.'tci con l'accusativo del ri­

flessivo serve a isolare, a separare 16; si potrebbe anche dire xa.'tCÌ 1-lÒ'Va.c; . Il contenuto di ( 7tLC1'tLc; xa.i}' ) è.au·ni'V 17 equiva­ le a quello di ( Èx 1tLO"'tEwc; ) l.lO'VO'V del v. 24. E ciò che è «la fede per se stessa» risulta inequivocabilmente dal v. r 7 : è una fede che non ha opere da mostrare, una 1tLO"'tLc; xwptc; Ep­ yw'V {v. 2 6 ). Ma ora si vede pure molto chiaramente che il caso descritto nei vv. 1 5 s. non vuole avere immediatamente uno scopo parenetico, né allude a un effettivo avvenimento nella comunità, bensì vuole rendere evidente con un parago­ ne espressivo ed efficace l'inutilità di una fede senza opere. Naturalmente il caso, proprio perché è drastico, è efficace an­ che in senso parenetico. Per Giacomo dunque è fede vera e viva solo quella che 'ha delle opere', cioè che si esercita praticamente nella vita, so­ prattutto mediante l'aiuto risoluto al prossimo bisognoso; è la stessa fede che Paolo intende in Gal. 5 ,6 , quando parla 14. Cfr. Is. 58,7 ( « Il vero digiuno non consiste forse nello spezzare il tuo pane agli affamati e nell 'accogliere in casa i poveri senza tetto? Quando vedi uno ignu­ do, il vestirlo .... ?» ) ; Prov. 3,27 s. ( « Non rifiutare un beneficio a chi ne ha biso­ gno, quando sei nella possibilità di farlo. Non dire al tuo prossimo: 'Va, torna poi, e domani te lo darò', quando invece potresti aiutarlo»); Le. 10,25-37 ( para­ bola del buon samaritano); Mt. 25,31-46 (le parole di Gesù nel giudizio univer­ sale ). Cfr. ancora Hen. slav. 51,1.3 ( «Porgete la vostra mano all'prfano e alla vedova! Aiutate come potete il povero ! Allora nel giorno del giudizio troverete il vostro compenso»); Flav. Ios., Ap. 2, S 2 n (è dovere 1tcicn. 1t!XPÉXEW -roi:O..oç ilEou EXÀ. T}ill)) 13• La struttura delle due propo­ sizioni, coordinate mediante xa.t, sembra consentire deduzio­ ni fondamentali, risuhanti necessariamente dalla precedente esposizione e riguardanti la giustificazione e la posizione di Abramo davanti a Dio. Esse vengono però presentate come sentenze della Scrittura, perché appaiono come detti divini e non come giudizi di Giacomo. Innanzitutto ad Abramo la fe­ de fu imputata a giustizia (è chiaro ora di quale •fede' si tratti: 1 r. SÉ manca in alcuni codici (P20 L 69 614 al.), 177; Rom. 4,3; I Clem. 10,6; Iust., dial. 92.

ma

si trova in Philo, mut. nom.

.

12. Cfr. Windisch ad l.: «Egli intende semplicemente G e n 22 come 'compimento' di Gen. 1.5,6, cosa che non è affatto arbitraria, poiché (I) in Gen. 22,16 ss. viene rinnovata la promessa di Gen. 1.5,6, e (2) la fede di Gen. 1.5,6 non corrisponde affatto in modo esclusivo alla 'giustizia'>�.

13.

Cfr.

anche Dibelius ad

l.

Iac. 2,14-26

207

di quella che si è dimostrata effettiva nelle opere 14); poi egli è stato chiamato « amico di Dio», cioè, secondo il linguaggio biblico, «diletto Cohabi) di Dio» 15• Come appellativo onorifi­ co, cpLÀ.oç ì}Eou supera ancora certamente quello di OLXCX.t.oc;: esso esprime l'intima amicizia costituitasi tra Dio ed Abramo. Dal punto di vista grammaticale, la comprensione dei vv. 2 2 s . non presenta difficoltà. Solo va chiarito che la seconda parte della citazione è molto di più che non una semplice ci­ tazione: è un giudizio di Dio su Abramo, espresso nella Scrit­ tura. La frase di Gen. r 5,6 ÈÀ.oyLcrì}i} cx.Ù't� d.c; Ot.Xcx.t.ocrv'Vi}'V allude a una sentenza dichiaratoria e qualificante da parte di Dio: Dio proclama e qualifica Abramo come giustificato a motivo della sua fede 16• Se si chie desse a Giacomo : ·Ma che cosa fu propriamente «computato» a giustizia di Abramo, la sua fede o le sue opere?' , egli, come fa capire tutta la sua pre­ cedente esposizione, potrebbe rispondere solo cosl : 'Non comprendi ancora che tra fede e opere non c'è né può esserci alcuna opposizione ? Naturalmente fu computata ad Abramo la sua fede (la Scrittura stessa lo dice ), ma proprio in quanto essa si è dimostrata vera nelle opere' 17• Nel collegare Gen. 22 a 15,6, Giacomo segue la tradizione 14. «Infatti giustizia e opposizione a Dio, che esige il sacrificio, non sono com­ patibili» (Schlatter al v. 23).

1.5. Cfr. Is. 4 1,8 ; .5 1 ,3 ; 2 Par. 20,7; Dan. 3,3.5; Philo, sobr. 56; Iub. 19,9; Dam. IV,2 ; Gen. r. 41,n; S. Num. (a Num. 6,26) test. Abr. 8,2; 13,r.6; I Clem. ro, 1 ; 17,2; E. Peterson, Der Gottesfreund: ZKG 42 (1923) 161-202; Billerbeck III,7.5.5· 16 . Cfr. G. v. Rad, Die Anrechnung des Glaubens zur Gerechtigkeit: ThLZ 76 ( 1 9.5 1 ) 129-132. Secondo il Dibelius, ÉÀ.oy�crih] significa: «gli fu mes so in conto» (cioè in una contabilità cel este) per la sua giustificazione, e c it a lub. 19,9, dove a proposito della decima tentazione di Abramo si dice: «Egli fu trovato fedele e fu

inscritto come amico di Dio sulle tavole celesti»; cosi in 30,1 9 s., dove si rac­ conta di Levi: «Ed essi (gli angeli del servizio) riferiscono a testimonianza per lui sulle tavole celesti ben ediz ione e giustizia davanti al Dio di tutti. E noi (angeli) ci ricordiamo della giustizia che un uomo ha esercitato nella sua vita. In ogni tempo dell'anno, fino a mille generazioni, essi la (lo) annunciano, e lo stesso succederà a lui e alle sue generazioni dopo di lui, ed egli è scritto come amico e giusto sulle tavole celesti». Si può dubitare che Giacomo abbia presenti simili concezioni. 17. Dobbiamo approvare il Dibelius quando sottolinea che la 'fede' di Abramo in Iac. 2,23 «non viene affermata tenendo conto soltanto di Gen. 1.5,6, ma di tutta la vita del patriarca».

208

Iac.

2,I4-26

tardo-giudaica 18• Che egli ne condivida anche il pensiero, non risulta dal testo della Lettera; a lui preme soprattutto prova­ re che è impensabile una fede viva senza opere. 2 ,24. Il versetto enuncia il principio teologico, la regola generale derivante dal caso di Abramo. Il discorso è rivolto di nuovo direttamente ai destinatari (opti't'E) 19• Il principio è enunciato nel suo valore sovratemporale ( col presente Ot.XCX.t.­ ov't'a.t.) e universale ( &vDpuntoc;, e non solo più Abramo) : l'uomo è giustificato dalle opere20 . .. e Giacomo aggiunge una precisazione della massima importanza per chi voglia capire la sua concezione: «e non dalla fede soltanto» (�J.6vov ). Que­ sto (.l.Ovov, come 'buon semitico' 21, va particolarmente sotto­ lineato, e non trascurato, se si vuoi comprendere chiaramente il pensiero di Giacomo circa il rapporto fede-opere. Esso ha un duplice significato: a ) Giacomo non afferma affatto che la fede non abbia al­ cun valore giustificante, �a solo che la giustificazione non proviene «dalla fede soltanto» , bensì anche dalle opere; me­ glio ancora: da una fede, che si dimostra tale nelle opere; b) d'altra parte, oùx EX 7tLO''t'Ewc; (.l.ovov significa anche che neppure le sole opere hanno valore giustificante. Se questo fosse il suo pensiero, Giacomo avrebbe potuto rinunciare al (.l.Ovov. Neppure egli dice : Èx 7tLO''t'EWç IJ.OVI}c; ( «dalla sola fe18. Cfr. specialmente I Mach . 2,52: 'A�p��ll oùxt tv TCELP�� (scii. di Gen. 22; cfr. 4 Mach. 16,19 s.; Gen. r . 56 a Gen. 22,15; Iub. 18,15 ss.) EÙpÉ�'l) 'I'CLO''t6t; (cfr. anche Ecclus 44,20 ) , x� n.oyl� �Ù't!Ìl ELt; 8LY.C1LOaVV'l)V; Troviamo qui una frase interrogativa come in Iac. 2,2r. Ma già Mek. Ex. 14,15 (35b) lascia intendere che più tardi la fede di Abramo in Gen. 1 5,6 fu compresa come un'opera merito­ ria («Dio disse: 'La fede, con la quale il vostro padre Abramo ha creduto in me, merita che io vi divida il mare' .. .»); cfr. anche 14,31 (4ob) («Cosi tu trovi che il nostro padre Abramo ha avuto in possesso il mondo presente e quello futuro solo mediante il merito della fede, con cui egli credette in Jahvé, come è detto : 'Credette in Jahvé ed egli glielo imputò a giustizia» (Billerbeck III, 199 ss.). 19. Su 6pLÀOVELxia). Es tio spiega: quod si in animo geritis invidiam et conten­ tiones, alius adversus alium, nolite vos iactare et dicere sapientes. Schegg: «Amaro è lo zelo, quando l'avversario viene umiliato o reso disprezz abile o ingiuri ato; è fazioso sostenere una opinione, quando ogni altra viene condannata per prin cipio, e non si tollerano deroghe». .

­

1 3 . 11 tema della gelosia e della contesa ( l'astio) ha una parte rilevante anche in Clem. 5 ,I-6A; tuttavia è controverso se si tratti di contese interne fra cristiani o di avversione dei pagani (dr. ]. Fischer, Die apostolischen Viiter , 31 ss . ).

I

Iac.

J, r J-I8

24 5

3 , 1 5 . È impossibile che una simile 'sapienza' , unita a una faziosa e ambiziosa brama d'insegnare 1\ provenga «dall 'al­ to» . In I 5 a il soggetto è CX.U"t''r) 1) croq>�cx. e formalmente il par­ ticipio costituisce con EO'"t' �V una coniugazione perifrastica . Ad &vwfrev ioi.) con lé relative parenesi dànno al brano quasi il carattere di •codice familiare', anche se i gruppi considerati non rispon­ dono naturalmente a condizioni sociali. 4 1 TI61)tv 7t6Àq.t.ot. xaL '7t6�E'V (J.axat. E'V v(J.i:'V ; ovx E'V't'tuDEv, b 't'W'V 1}o ov wv VIJ.W'V 't' WV O''t'piX.'t'Evopivw'V tv 't'CL� p.ÉÀE(1t.'V ù(J.Wv ; 2 E'7tt.tNJ,L€i:­ 't'E, xtX.L oùx EXE't'E' cpo'VEUE't'E xaL �1}ÀOV't'E , x a. t ov ou'Va.O'l)E É1tt.'t'VXEL'V' J..l.!XXE(1i)e: xat '7tOÀEJ.U:i:'t'E. ovx E XE't' t ot.à 't'� (li) a.he:i:O'l)a.t. v(J.iic;· 3 a.L't'Ei:'t'e: xat où Àa.(J.�cive:'t'e:, ot.6't't. xa.xwc; a.L't'Ei:O'�t, L'Va. E'V 't'ai:c; T}oo­ vai:c; U(J.W'\1 O!X7t(X.'Vi)0"1}'t'E. 4 (J.Ot.XIX.À.�oe:c;, oùx OLO(X.'t'E ékt. 1} cpt.À.!a. 't'OU x60'(-tou txDpa. 't'ou De:ou ÈO''t't.\1; 8c; Èàv ov"V �o u À111)i'i cp LÀ. oc; e:l"Var. 't'ou x60'(J.ov, txDpòc; 't'où l)e:ou xaD�O''t'a't'at.. 5 i) ooxe:i:'t'e: éht. xe:"Vwc; 1} ypa.­ cpi) À.tye:r., Ilpòc; cpM"Vo'V Èm1toDEi: 't'Ò '7t'VEUIJ.IX. 8 xa.'t'$Xt.O'E'V E'V T}(.ti:'V; � (J.E!�o'Va. ot o�owO't.'V xapw· or.� À.tye:t., ·o De:òc; ù'7te:p1)cpa'Vot.c; à.v't't.'t'ciO'-

Iac.

4, 1 - 1 2

CTE'tCX.�, 'tCX.'ltEWo�c; OÈ. O �OWO'W x ti p w . 7 V7tO'ttiy1)'tE O V \1 't� De.Q· a\l't'L­ CT't1j'tE OÈ. "t'Q o�cx.�6}.�, xcx.ì. q>EVçE't'CX.� ciq>' U(..l.W \1' 8 Éyy Co- cx.u 't'Q �E@ , xcx.ì. Éyy�d VIJ.�\1 . xcx.Dcx.pCo-cx.'t'E XE�pcx.c;, cX(..l.CX.p'tWÀOL, xcx.ì. ayv i.O'IX.'tE xcx.p­ o{.cx.c;, O [•_j; uxo�. 9 'tCX.À.CX.t.'TtW(YI)O'CX.'tE XCX.Ì. T:Evi}Tjcrcx.'tE XCX.Ì. xÀcx.uo-cx.n· Ò yEÀ.wc; UIJ.W\1 etc; 7tÉvi}oc; IJ.E'tCX.'tpCX.7tTJ'tW xcx.1 i} xcx.pà dc; XCX.'tTJ(j)EI.CX.\1 . 11 10 'tCX.T:Et.vt�1}T}'tE È.w�mov xupi.o u , xcx.ì. u�wo-Et. u!J.ac;. M'li xcx.'tcx.À.a­ ÀEL'tE à.ÀÀ.TjÀwv, cioE).cpo{.· 6 xcx.'tcx.).rJ.À.wv E6'V ) (ThStK 77 [ 1 904 ] 1 27-1 3 3 ; 593604). Cfr. Dibelius, 207, nota x; in Bisping si trovano le prime proposte di cor­ .••

rezione.

57· Estio: Invidiae morbum debellari atque a nostris mentibus exstirpari desiderar Spiritùs Dei per baptismum habitans in nobis. 58. Cfr. anche I Cor. 2,9 ; Eph. j,r4; r Clem. 23,3 ; Barn. r 6 ,5 ( qui Hen. aeth. 89, 56 . 5 8 viene riport ato come parola della 'Scrittura'). Secondo Meyer, Ratsel, 259, la citazione di Iac.4,5 è «una parafrasi midrashica» di Gen.49,19.

Iac. 4,1·1.2

non era così grande . Il v. 5 induce a concludere che questa grazia già donata è per l 'uomo il ·dono a prestito' del soffio vitale. Dio ha però in animo di donare agli uomini « una gra­ zia ( ancora ) maggiore» di quella della creazione 59, solo alla condizione, già menzionata nella Scrittura 60, di un senso d'u­ miltà da parte del ricevente . Con questa «grazia maggiore» si allude forse alla elezione e partecipazione all'eredità del suo regno (cfr . 2 ,5 ) , oppure - cosa più probabile - all' 'esal­ tazione' escatologica (dr . 4 , r o b ). Così Giacomo compie nèl v . 6 un 'abile trapasso dal ·negativo' ( v . 5 ) al positivo (v. 6 ). Evidentemene, egli non è soltanto un predicatore del giu­ dizio ! 4 ,7 . 8a. Questa breve sezione trae la conclusione ( ovv ) dai ·passo scritturistico' ; poiché Dio dà la sua grazia agli umili, ne deriva l'esigenza parenetica : « Sottomettetevi dunque a Dio», cioè, diventate davanti a lui 'tCX.7tEwoi., perché possa donarvi la sua «grazia più grande» . I due imperativi seguen­ ti ( av'tLCT'tT}'tE e Éyyi.CTCX.'tE ) non sono sullo stesso piano del primo ( tmo'tayT}'tE), come mostra la particella OÉ dopo av­ 'tLCT'tT}'tE 61 • Essi piuttosto palesano negativamente e positiva­ mente la natura della 'sottomissione' a Dio. Negativamente : « Resistete al diavolo» , con la promessa : « e si allontanerà da voi» 62• Positivamente : «Avvicinatevi a Dio» 63, con la pro­ messa : «e si awicinerà a voi >> 64• L'antitesi mondo-Dio (v. 4 ) 59· Secondo Rabbi l:Iija ben Abba, il soffio vitale «in questo mondo. . . viene sparso solo in una delle sue memb ra (il naso) , ma nel mondo futuro . .. in tutto il corpo» ( Gen. r. a Gen. 6,3, Wiinsche 1. 1 8 ) .

6o. Prov. 3 .34 LXX ( xvptoc; V1tEP1Jq>&:'Jotc; à'J"t't"t'&:O'O'E"t'tt.t, "t'tl'JtEWO�c; s � S!Swuw x&:pw) ; 1 Petr. 5,5b ; 1 Clem . 30,2 ; Ign., Eph. 5,3 ; Mt. 23,12 ( r 8,4 ); dr. Stò À.tyt:t., cioè T) yptt.q>i} (similmente Rom. I J , I O ; Gal. 3,16; 2 Cor. 6,2; Eph. 4,8 ; 5,14. 61. I codici KLP ed Ecumenio tralasciano il SÉ e cosl coordinano i tre i mperativi U'Jto"t'&:YTJ"t'E, !i'J-rlCT"t'TJ"t'E e Jyy!crtt."t'E. Ma la struttura delle tre frasi imperative non risulta del tutto ugu ale, perché al primo imperativo non è unit a alcuna pr­ messa, come invece agli altri due ; anche ciò lascia intendere che per Giacomo il primo i mperativo è, in certo qual modo, la premessa agli altri. 62. Per tale promessa, dr. anche test. Iss. 7,7 ; test. D. 5,1 ; test. N. 8,4; Herm., mand. I2,J,2. Sulla resistenza al diavolo, dr. anche Eph. 6,u ; I Petr. 5,8 s. 63. test. D. 6,2 ( tyy!ucnE "t'EE�a.). Il Dibelius considera la possibilità che gli ammonimenti del v. 9 in una tradizione elaborata da Gia­ como «costituissero non un comando, ma una profezia di perdizione in forma di comando». Per una tale tradizione, si può citare Am. 5,16; 9,5 ; Mich. 1 ,8 ; ls. 3 ,26; ler. 6,26. Bo. Marty: «Con yiÀ.wç e xa.pa l'autore vuoi caratterizzare tutta una vita profana». 8 r . Non per nulla il codice S legge oùv dopo 'tt:x.1tE�vWfh)'tE (cfr. anche I Petr. 5,6). &2 . Cfr. anche Iob. 5,u ; 22,29b ; Prov. 3 ,34; 29,25 ; Ecclus 3,18; Ez. q,24 ; 2 1 ,3 1 ; test. Ios. 10,3 ; 1 8 , 1 ; I QH m, 20; xv, 1 6 s.; Mt. 184; 2 3 , 1 2 ; I Petr. 5,6. I n que­ st'ultimo testo, alla promessa dell'esaltazione è connesso un dato temporale: iv xa.�p@. Lo Schelkle vi scorge una segreta allusione alla parusia. In lac. questo elemento temporale manca; la promessa perciò vi rimane indeterminata e formale. •

Iac.

4,1-12

sempre collegate alle calunnie. Già nell'A .T. il calunniatore viene duramente condannato 83, e altrettanto nel N.T. 84• Al xa:t'aÀcx.ÀEi:v molto facilmente si accompagna il xptvEw ( v : r r b ) 85. «Mentre in xa'taÀaÀEi:v s 'esprime l'odioso e il subdolo, xpLVEt.V caratterizza la spietatezza e l'autosicurezza» ( Hauck ). Chi si comporta cosi denigra e giudica la legge, che ordina : «Amerai il prossimo tuo come te stesso» ( Lev. I 9 , I 6 ). Nel v . 1 2 appare espressamente il termine 7tÀT}CTLov . Per Giacomo la violazione di un comandamento è qualcosa di più di una semplice trasgressione ( cfr . 2 ,8 s . ) : si mette la legge dalla parte del torto e ci si erge a suo giudice (v. I Ic). •Giu­ dicare' la legge significa emettere sentenze su di essa, cercan­ do di correggerla e di fa:t;'e eccezioni alla sua universale vali­ dità . Ma Dio esige che si diventi 7tOt.T) 't'Ì')O'VEVO"CX.'tE ). Le accuse corrispondono alla tra di zio­ nale 'religione dei poveri' 30• Non pare comunque che Gia­ como ripeta qui soltanto lo 'schema' ; tuttavia bisogna guar­ darsi dall'identificare 'il u sto ' con una precisa persona, fos­ se pur Gesù 3 1 o Stefano 2• Il 'salmo del povero ' 3 7( 3 6 ) mo­ stra che il singolare ò OLXCX.t.oç è inteso in senso collettivo e si può avere indifferentemente anche il plurale ( cfr. ad es . il v. I 2 col v. I 7 ) 33• Comunque Giacomo continua a pensare 34 a



come sono, continuano a comportarsi allo stesso modo. 29. Probabilmente si pensa meno alla loro indifferenza. 30. Cfr. soprattutto Ps. 37(36),14 ( «Gli empi sfoderano la spada, tendono l'arco per abbattere il misero e il povero, per uccidere coloro che percorrono un retto cammino»). 3 2 ( «L'empio spia il giusto e cerca di ucciderlo» ). 35& ( «Ho visto l'empio prepotente»); Sap. 2,20 (a-avci:r� tiCTXTJI.lOVL xa't'aOLxticrwf.LEv 111h ov = 't'ÒV o�xaLov ); Prov. I ,I I ; Am. 5 , 1 2 ; Ps. Io,8-Io (9,29-3 I LXX ) ; Hen. aeth. 96,5 ; 96,8 { «Guai a voi potenti, che opprimete con prepotenza il giusto»}; 98,12 ; 99,15 ; IOJ , I J ; r QH u, 2 1 ( «Violenti cercarono la mia vita»); v, I]. 3I. Così Ecumenio, Cassiodoro, Beda, Mayor, K. Aland: ThLZ 69 ( 1944) IOJ. (come proposta) e da ultimo, con particolare decisione, A. Feuillet (dr. paragrafo seguente, nota 5 ). 32. Rustler, Tbema und Disposition, 59, si chiede se l'emistichio ÈcpOVEVCTIX't'E 't'Ò\1' OtXIXL0\1 x.'t'.À.. non possa essere interpolazione di un glossatore, che si riferisca al 'fratello del Signore' ucciso dai Giudei 3 3 · Cfr. anche Is. 3 , I o ; 57,1 ; Ps. Sal.3 ; x QH xv, I5-I 7 (Dio ha creato 'il giusto� per la salvezza, 'i malvagi' invece per il tempo dell'ira: anche qui abbiamo un singolare di fronte a un plurale, come sopra in Hen. aeth. 96,8 ). Anche in 4 QpPs 3],II,IJ ss. 'il giusto' di Ps. 37,12 ( «Malvagi piani macchina l'empio contro il giu­ sto») viene riferito con senso plurale agli 'operatori della legge'. 34· Cfr. anche 2 ,6 s. (ciò accadeva anche a Qumran ; cfr. 4 QpPs 3 7 ).

!:;c. J,r-6

concrete esperienze vissute dalla comunità cnstlana in rap­ porto con i suoi potenti e influenti avversari 35 ; né certo vuole escludere Gesù , specie se si ricorda che o o�xcx.t.oc; nella predi­ cazione apostolica primitiva era un titolo del Messia Gesù 36• Mentre nello schema tardo-giudaico della religione dei po­ veri rientra l'idea che alla fine i poveri e i giusti oppressi prendono parte attiva al giudizio di Dio sui potenti e i mal­ vagi 37, il Salmista dice in Ps 3 7 ( 3 6 ), 3 9-4o : «La salvezza dei giusti viene da Jahvé, egli è il loro rifugio in tempi di mi­ seria. Loro soccorritore è J ahvé , egli li libera , li libera dai mal­ vagi e li salva. Presso di lui essi cercano salvezza » . Perciò « egli (il giusto) non resiste a voi», come Giacomo scrive alla conclusione del v. 6 38• L'aiuto viene da colui che già sta alle porte come giudice divino. In lui spera il cristiano perseguita­ to. Per quanto concerne il motivo dell 'inerme mitezza del giu­ sto perseguitato, si può vedere Sap. 2 , 1 9 e specialmente Is. 5 3 ,7 ( «Egli si sottomise docilmente e non aprì la sua bocca, come un agnello condotto al macello » ). Non potrebbe Gia­ como aver realmente pensato al modello che è Gesù , il Giu­ sto in senso eminente? Certo però non a Gesù soltanto, co· me del resto lascia ben intravedere il presente civ"t't."t'ricrcre· "t' CX. t. . L'atteggiamento inerme del giusto corrisponde anche al­ le esigenze del discorso del monte (M t. 5 , 3 9 ) .

35· Cfr. anche Dibelius ad l.

36. Cfr. Act. 3 ,14 ; 7,52 ; 22,14 ; . r Petr. 3 ,1 8 ; I Io . 2 , 1 .2 9 ; 3,7. 37· Cfr., ad es., Hen. aeth. 95,3 ( « ( trad. di P. Ros­ s a n o , Ediz. Paoline, Alba 1 959, p. 99).

Excursus

3 00

dalla mania dell'ammaestramento, perché 'un grande giudi­ zio' attende il maestro della comunità. In 4 , I I e 5 ,9 si am­ monisce di guardarsi dalla spietata critica del prossimo, me­ diante il rimando al giudizio di Dio. La comunità nel suo parlare dev'essere assolutamente veritiera, «perché non in­ corriate nel giudizio» ( 5 , I 2 ). All'asociale comportamento dei ricchi viene minacciato un giudizio terribile che annienta tut­ ta la ricchezza ammassata 'negli ultimi giorni' e i suoi posses­ sori ( 5 , I -5 ) Viceversa non mancano motivazioni escatologiche positi­ ve. Il macarismo di I , I 2 prospetta 'la corona della vita' pro­ messa da Dio come ricompensa a chi fa buona prova nelle persecuzioni . Anche il macarismo per i decisi 'operatori' del­ la 'parola' ( I , 2 5 ) ha un chiaro tenore escatologico ( cfr. il fu­ turo ECT"t'tx.l. ) In I ,2 I la decisione morale è strettamente col­ legata alla ricezione della 'parola' «che può salvare le anime vostre » . In 2 ,5 il benevolo comportamento verso i poveri viene motivato mediante la loro divina elezione al 'regno' . Chi s i umilia davanti a Dio, Dio lo esalterà ( 4 , I o ). La solle­ citudine per la 'salvezza dell'anima' del fratello errante vie­ ne motivata in 5 ,2 0 con la 'salvezza della sua anima dalla morte ( escatologica )' . La comunità deve sopportare le cala­ mità di questo tempo con pazienza e costanza, a motivo del­ l'ormai prossima parusia del Signore ( 5 , 7- I I ). E in 2 , I 4- 2 6 l'esigenza di una dimostrazione della fede nelle opere del­ l 'amore e dell'obbedienza a Dio viene motivata con la giustifi­ cazione dell'uomo, che in quanto tale ha carattere escatolo­ gico. Ma già il fine proposto in I ,4 ( tva. lJ"t'E "t'ÉÀ.Et.OI. xa,ì. ÒÀ.é­ XÀ.T) pot. ) va inteso nel senso di una 'perfezione' escatologica 7 • L'etica di Iac. trova dunque i suoi motivi profondi nel­ l 'escatologia e non in una 'naturale' dottrina della perfezione su cui si fonda l'etica stoica, anche se con questa si possono stabilire alcuni paralleli. L'etica della nostra Lettera è piut­ tosto un' 'etica interinale' nel senso migliore del termine, e corrisponde alla marcatissima coscienza escatologica dell 'Au.

.



Cfr. il commento ad l.

L'escatologia

30 1

tore, che l a vuole ravvivare anche nei suoi lettori . Egli dice loro ciò che 'per il momento' , in questi ultimi giorni, devono ancora fare per poter reggere al prossimo giudizio di Dio e partecipare alle sue promesse. Da notare soprattutto che la comunità, nonostante l'urgente insistenza sulla tntoiJ.ovt) , non viene incitata ad una attesa passiva e quietistica, ma alla più alta 'attività' , nel senso di una radicale realizzazione della 'parola' , in modo del tutto corrispondente all'insegnamento di Gesù. Occorre osservare che prima di esortare all'attua­ zione della parola { I , I 9 ss . ) si accenna alla nuova creazione escatologica del cristiano ( I , I 8 ). Anche per Giacomo dun­ que, come per Paolo, è l'azione il segno della xa.wi] X't'�O"t.c; 8 • Riassumendo, possiamo dire : la tesi del Dibelius , secondo cui Iac. non conterrebbe « alcuna teologia » , va riveduta . Se per 'teologia' si intende soltanto 'cristologia' , certo la nostra Lettera non ha alcuna teologia . Ma se la teologia è anche es­ senzialmente 'escatologia' , allora Iac. va posta tra i migliori testi teologici del N.T . Anzi, l'escatologia della nostra Let­ tera è molto vicina a quella di Gesù ( come del resto l'etica ). Anche Gesù infatti annuncia l'èra finale; anche nella sua pre­ dicazione escatologica il pensiero del giudizio gioca una parte importante ; anch'egli parla del suo ritorno, senza fissarne il momento ; il tempo rimasto a disposizione è un tempo di prova per i suoi discepoli. Anche la sua etica si fonda su una motivazione escatologica.. Così pure la sua 'concezione dell'e­ sistenza' è ampiamente determinata dal suo annuncio esca­ tologico 9. Tale dunque è l'escatologia della Lettera di Giacomo, che ne riceve una chiara e immutabile fisionomia 10 e nel suo in8. Cfr. S. Wibbing, Tuge nd- und Lasterkataloge, 1 2 3-1 27 ( «L'azione come contras­

segno della xawr'! X'tiO'Lç>> ).

9 · Sulla 'concezione dell'esistenza' d a parte di Gesù, cfr. ]. M. Robinson, Kerygma und historischer ]esus , Ziirich-Stuttgart 1960, 135-166. x o . Dalla cos cienz a dell'imminente fine in Iac. ( «negli ultimi giorni») si è tent ati di pensare che la Lettera sia stata composta nei primissimi tempi del cristianesimo, quando tale coscienza era ancora molto forte. Bisogna però essere prudenti. In­ fatti la convinzione di vivere «negli ultimi tempi» era ancora molto viva anche al tem po di Ireneo; cfr. W. C. van Unnik, Der Ausdruck «In den letzten Zeiten»

Excursus

J02

sieme è molto più di un puro agglomerato di tradizionali e parenetici detti sapienziali 1 1 •

bei Ireniius, in : Neotestamentica et Pa tri s tié a (Freundesgabe f . O . Cullmann ), Leiden 1962, 293-304. Cfr. anche Did. 16,1-7 ; Barn. 4,9 ; 6,1 3 ; 1 2,9 ; 16,5 ; lgn., Eph. I I ,I ; K. Aland : ThLZ 69 ( 1 944 ) 103 . Un buon confronto tra gli enunciati escatologici dei Padri apostolici e quelli di Iac. si può trovare in G. Kittel : ZNW

43 ( 1 950/5 1 ) 68-8 3 . n . Come è possibile dire a propos i to di Iac. : « M anca qui ogni comprensione del­ la condizione cristiana qu ale condizione di intermezzo » (Bultmann, Theologie des N.T., 525)? Al contrario nota molto giustamente H. Preisker: ThBl 1 3 ( 1934) 23 1 : «Ha influito qui in modo determinante una escatologia viva, libera da ogni schema». Se è esatta la tesi di E. Kaseman n , ( Paulus und der Fruhkatholizismtts : Z1bK 6o [ 1963 ] 75-89 ), secondo la qu ale la nota caratteris tica del cosiddetto «Friihkatholizismus» è la scomparsa dell'attesa di un a prossima parusia, allora Iac. non rientra certamente tra le testimonianze neotestamentarie del «Friikatho­ lizismus » ! '

'

XII ESORTAZIONE ALL'ASSOLUTA VERACITÀ ( 5 , r 2 )

Per quanto i m motivat a app aia l a p a ren es i sul giuramento, tuttavia il suo deciso rimando al g iudiz io la connette ag li am­ monimenti pre cede n ti , che a partire da 4 , 1 2 son o appunto dominati dal pensiero del giudizio 1 • Cosl i m on it i seguenti e le norm e per la comuni tà s'incentrano sulle 'ultime cose' , la salvezza esc a tol og ica. 12 IIpò '1ttl\l"t'W\I oé., àOEÀ.cpoL (J.O\J, (J.TJ Ò(J.\IVE"t'E, (..t:f) "t' E "t'Ò\1 oùpa.\IÒ\1 (J.T}"t'E "t'TJ\1 yij\1 J..L'iJ "t'E if'ì..À.o\1 "t'wà. 8pxo\l· l}"t'w oÈ V(J.W\1 "t' Ò Nat \la.t xat "t'Ò 00 ov, L\I !X. !J.TJ \mò xp! und ihr Nachwirken in der friihchristlichen Mahntmg. Bin e formgeschichtliche Untersuchung ( Berlin I 955. diss. inedita). Baue rnfeind, 0., Eid und Friede, Stuttgart I 956. Betz, H .D . , Lukian v on Samosata und das Neue Testament (TU 74), Berlin I 96 1 . Billerbeck, P. , Kommentar zum N.T. aus Talmud und Midrasch , 4 voli . , Miinchen 1 9 2 2- I 92 8 . Boismard, M.-E., Quatre Hymnes Baptismales dans la Première Épitre de Pierre ( Lectio Divina 3 0 ), Paris I 961 . Bonhoffer, A., Epiktet und das Neue Testament ( RVV, Io), Gies sen I9I I. Braun, H., Spiitiiidisch-haretischer und friihchristlicher Radikalism us (Beitrage zur histor. Theologie, 2 4 ), 2 voli . , Tiibingen 1 95 7 . Bul tm ann , R., Der Stil der paulinischen Predigt und die kynisch-stoi� sche Diatribe (FRLANT I 3 ), Gottingen I 9 1o. -, Theologie des Neuen Testaments, Tiibingen 3I95 8 . Cullma nn , 0 . , Petrus. ]unger - Apostel - Martyrer, Ziirich�Stuttgart 2I 960. Dalman, G., Die Worte ]esu, I, Leipzig 2I 930. Davies, W.D. , Paul and Rabbinic ]udaism, London 2 1 9 5 5 · Daube, D., The New Testament and Rabbinic Judaism , London 1 956.

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SIGLE E ABBREVIAZIONI

1 . Per i libri dell'Antico e del Nuov:o Testamento e relativi Apocrifi, per i Padri apostolici e gli scritti rabbinici valgono le sigle e le abbre­ viazioni usate nel Grande Lessico del N.T. ( Paideia, Bresci a I 96 5 ss. ). 2 . S eri tti

di Qumran

I0 ms. del Deuteronomio I QDeuta 2° ms. del Deuteronomio I QDeutb I QDM ( = I Q22 ) Discorsi di Mosè Apocrifo del Genesi I QGn Apoc I QH Inni I0 ms. di Isaia I Qisa 2° ms. di Isaia I QJsb Regola della Guerra I QM I QMy s t ( = I Q27 ) Libro dei misteri r QpHab Commentario ad Abacuc I QpMich Commentario a Michea I Qp S o ph ( = I Q I 5 ) Commentario a Sofonia Regola della Comunità I QS I osa ( = I Q28a) Regola supplementare I QSb ( = I Q28b) L i b ro delle benedi zioni Ms. di Deuteronomio cap. 3 2 4 QDeut3 2 Ms. dell'Esodo 4 QExa Florilegio 4 QFlor Bened izi on i dei Patriarchi 4 QPatr Co m ment ario a Is. I 0 ,2 8 - I I , J 4 4 Qpisa Commentario a I s. 5 4 Qplsb Commentario a Is. 3 0 , I 5-I 8 4 Qplsc Commentario a Is. 5 4 , I I - I 2 4 Qpi s d Commentario a Nahum 4 QpNah Comment ario a Osea 5 , 1 4 4 QpOsa Commentario a Osea 2 ,8 . I O . I I - 1 3 4 QpOsb Commentario al Salmo 3 7 4 Qp Ps 3 7

Sigle ed abbreviaziom 4 QPrNab 4 QSama 4 QSamb 4 QTest 4 QTestLev

6 QD

Preghiera di Nabonide I 0 ms. di i . 2 Sam.

2° ms . di 1 . 2 Sam . Testimonia

Tes tamentum Levi Documento di Damasco

3 . Al tre fonti

CHerm CIG CIJ ConstA p esco

CSEL

Didasc.

GCS IG PistSoph PsClemHom PsClemRecog

Corpus Hermeticum Corpus Inscriptionum Graecarum Corpus Inscriptionum Judaicarum Constitutiones Apostolorum Corpus Scriptorum Christianorum Orientalium Corpus Scriptorum Ecclesiasticorum Latinorum Didascalia siriaca Die griechischen christlichen Schriftsteller der ersten d rei Jahrhunderte lnscriptiones Graecae Pistis Sophia Pseudoklementinische Homilien Pseudoklementinische Rekognitionen

4 · Riviste , Collezioni ,

AABerlin AAGott AAHdbg AALpg AAMainz AAMi.inch AASOR AAWien

ecc .

Abhandlungen der Deutschen ( fino al 1 9 4 4 : Preussi­ schen ) Akademie der Wissenschaften zu Berlin Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften in Gottingen Abhandlungen der Heidelberger Akademie der Wis­ senschaften, Heidelberg Abhandlungen der Sachsischen Akademie der Wis­ senschaften in Leipzig Abhandlungen der Akademie der Wissenschaften und Literatur, Mainz Abhandlungen der Bayerischen Akademie der W i s senschaftcn , Mi.inchen The Annual of the American Schools of Orientai Research Abhandlungen der Osterreichischen Akademie der \Vissenschaften , Wien ­

Sigle ed abbreviazioni

AbhThANT AJA AnBib AnBoll Ang Angelos AnglThR AnLov An Or AntChrist AntClass Antike An ton ArLitg ASNU Am AThDan AtlAbh AustrBR BA Bardenhéwer BASOR BauerWb BBB BÉO BEvTh BFchTh BGeschEx Bib BibJér BibParis BIES Billerbeck BJRL

359

Abhandlungen zur Theologie des Alten und Neuen Testaments American Journal of Archaeology Analecta Biblica Analecta Bollandiana Angelicum Angelos, Archiv fiir neutestamentliche Zeitgeschich­ te und Kulturkunde Anglican Theological Review Analecta Lovaniensia Biblica et Orientalia Analecta Orientalia F. J. DOlger, Antiche und Christentum Antiquité Classique Die . Antiche, Zeitschrift fiir Kunst und Kultur des klassischen Altertums Antonianum Archiv fiir Liturgiewissenschaft Acta Seminarii Neotestamentici Upsaliensis Das Alte Testament Deutsch. Gottingen 1 949 ss. Acta Theologica Danica Alttestamentliche Abhandlungen Australian Biblica! Review The Biblica! Archaeologist O. Bardenhewer, Geschichte der altkirchlichen Lite­ ratur, � 1 9 1 3-3 2 The Bulletin of the American Schools of Orientai Research Bauer, W., Griechisch-Deutsches Worterbuch zu den Schriften des Neuen Testaments und der ubrigen ur­ christl. Literatur, Berlin ' r 9 5 8 Bonner Biblische Beitdige Bulletin d'Études Orientales Beitrage zur Evangelischen Theologie Beitrlige zur Forderung christlicher Theologie Beitrage zur Geschichte der neutestamentlichen Exe­ gese Biblica Bible de Jérusalem La Sainte Bible, iniziata da L. Pirot, continuata da A . Clamer, Paris 1 9 46 ss. -Bulletin of the Israel Exploration Society H. Strack P. Billerbeck, Kommentar zum Neuen Testament aus Talmud un Midrasch The Bulletin of the John Rylands Library -

360

BKATNoth

Sigle ed abbreviazioni

Bibl. Kommentar. Altes Testament, hrsg. von M. Noth 1 9.5 5 ff Black'sNTComm Balck's New Testament Commentaries, Generai Edi­ tor : H. Chadwick, London 1 95 8 Blass-Debr F. Blass, Grammatik des neutestamentl. Griechisch, bearb. von A. Debrunner, GOttingen '1 9.54 BonnerNT Die Htl. Schrift des NT, hrsg. von F. Tillman, Bonn BSt Biblische Studien BWANT Beitrage zur Wissenschaft vom Alten und Neuen Testament ByZ Bvzantinische Zeitschrift BZ Biblische Zeitschrift BZAW Beihefte zur Zeitschrift fiir die alttestamentliche Wissenschaft BZNW Beihefte zur Zeitschrift fiir die neutestamentliche Wissenschaft BZRGg Beihefte zur Zeitschrift fiir Religions- und Geistes­ geschichte Cahiers d'Archéologie Biblique CAB Catholica Cath CathBibEnc Catholic Biblica! Encyclopedia, New York 1 95 0 CathCommScript A Catholic Commentary on Holy Scriptures, Editor : B. Orchard, London-Edinburgh 1 9 .5.5 CBQ Catholic Biblica! Quarterly The Apocryph a and Pseudepigrapha of the Old CharlesApocr Testament in English, ed . R. H. Charles, 1 9 1 3 Collationes Brugenses et Gandavenses ColBG Collectanea Biblica ColBib Commentaire du Nouveau Testament, ed. da P. Bon­ CommduNT nard, O. Cullmann e altri, Neuchatel-Paris CommNTKampen Commentar op het Nieuwe Testament , ed. da S. Greijdanus en F. W. Grosheide, Kampen 1 9.54 Coniectanea Neotestamentica ConiNeot Cahiers Sioniens CSion Cursus Scripturae Sacrae css DAB Dictionnaire d' Archéologie biblique Dictionnaire d'Archéologie chrétienne et de Liturgie DACL Dictionary of Christ and the Gospels , ed. J. Hastings OCGHastings DictBibHastings A Dictionary of the Bible, ed. J. Hastings DictBible Dictionnaire de la Bible DictBibleSuppl Dictionnaire de la Bible, Supplément DLZ Deutsche Literaturzeitung DThC Dictionnaire de Théologie catholique

Sigle ed abbreviazioni

EchtBib

Echter-Bibel, hrsg. von F. Notscher und K. Staab, Wiirzburg 1 947 ff EncBib Encydopaedia Biblica, ed . T. K. Cheyne and J. Black 1 899 ss. EncBibJer Encyclopaedia Biblica, Jerusalem 1 95 9 ss. EnchBib Enchiridion Biblicum EncJud Encyclopaedia Judaica , hrsg. von J. Klatzkin und J. Ellbogen, Charlottenburg 1 9 28 ss. EpworthPrComm Epworth Preacher's Commentaries , Generai Editor : G. P. Lewis, London 1 95 7 EstBib Estudios Biblicos Études Bibliques ÉtBib Ephemerides Theologicae Lovanienses EThLov Études Théologiques et Religieuses ÉThRel Evangelische Theologie EvTh The Expositor Exp The Expository Times ExpT Forschungen zur Geschichte des neutestamentlichen FG ntl.Kan Kanons Freiburger Theologische Studien FreibThSt Forschungen zur Religion und Literatur des Alten FRLANT und Neuen Testaments Freiburger Zeitschrift fii r Theologie und Philoso­ FZThPh phie (fino al 1 9 5 4 : Divus Thomas) GallingBibRLex Biblisches Reallexikon, hrsg. von K. Galling W. Gesenius F. Buhl, Hebriiisches und Aramiii­ GeseniusHwb sches Handworterbuch ii.ber das Alte Testament Gottinger Gelehrte Anzeigen GGA Gregorianum Greg C. R. Gregory, Textkritik des Neuen Testamentes GregoryTextkr Bibellexikon , hrsg. von H. Haag HaagBibLex HandbAT Handbuch zum AT, hrsg. von O. Eissfeldt Handbuch zum NT, begr. von H. Lietzmann, hrsg. HandbNT von G. Bornkamm Haper's Bible Dictionary HarpBibDict The Harvard Theological Review HarvThR The Harvard Theological Studies HarvThSt A Concordance to the Septuagint and other Greek Hatch-Redp versions of the Old Testament, by E. Hatch and H. Redpath HenneckeApokr E. Hennecke, Neutestamentliche Apokryphen in deutscher Dbersetzung E. Hennecke, Handbuch zu den neutestamentlichen Hen ne ckeHdb Apokryphen -

·

Sigle ed abbreviazioni

362

HibJ HistZ HoltzmannNT

The Hibbert Journal Historische Zei tschrif t O. Holtzmann , Das NT nacb dem Stuttgarter griech. Text ubersetzt und erklart Hebrew Union Colleg Annual HUCA The International Criticai Commentary on the Holy ICC Scriptures of the Old and New Testament, ed. S. R. Driver Interpretation Interpr The lnterpreter's Bible, Editor : G. A. B u ttrick , InterprBib New York-Nashville 1 9 5 2 lsrael Exploration Journal IsExplJ Intemationale Zeitschriftenschau fiir Bibelwissen­ IZBG schaft und Grenzgebiete Jahrbuch fiir Antike und Christentum JAC Journal of Biblica! Li terature JBL The Journal of Bible and Reli gion JBR The Jewish Encyclòpedia JewEnc The Journal of Jew i sh Studies JJS The Journal of the Palestine Orientai Society JPOS The Jewish Quarterly Review JQR .T oumal of Reli ion g TR Journal of Semi tic Studies JSS Journal of Theological Studies JThSt Judaica Jud Jtidisches Lexikon, hrsg . v. G. Herlitz u. B. Kirch­ JudLex ner KautzschJApokr E. Kau tzsch , Die Apokryphen und Pseudepigraphen des AT

Kerygma und Dogma KeDog Kirchengeschichte ( bist. eccl. di Eusebio) KG KommNTMey e r Kritisch-exegetischer Kommentar uber das NT, begr. von H. A. W. Meyer KommNTZ ah n Kommentar zum NT , hrsg. von Th. Zahn Lay man ' sBibThe Layman's Bible Commentary, Editor: B. H. Kelly, Richmond , Virginia ( USA) 1 95 9 Comm ]. Levy, Worterbuch iiber die Talmudim und Mi­ LevyWb LexThK LexVTL Liddell-Scott LumVi Lu mViB ru g

draschim Lexikon fur Theologie und Kirche,

28 ed . ,

r957

ss.

L. Koehler-W . Baumgartner , Lexicon in VT Libros A Greek-English Lexicon, ed. H. G. Liddell and R.

Scott Lumière et Vie , S. Alban Leysse Lumière et Vie, Abbaye S. André les Bruges

Sigle ed abbreviazioni

MandelkernConc VT Concordantiae Hebraicae et Chaldaicae, ed. da S. Mandelkern M i tte ilungen der Deutschen Orientgesellschaft MDOG Le Monde Orientai MO The Moffat New Testamer..t Commenta ry MoffatNTC Moulton-Milligan J. H. Moulton and G. Milligan, The Vocabulary of the Greek Testament Miinchner Theologische Studien MiiThSt Mi.inchner Theo log i s che Ze itsch ri ft MiiThZ NAG

N't>wiCNT

Nachrichten der Akademie der Wissenschaften in Go tti ngen

The New International Commentary on the New Testament, ed. da N. B . Stonehouse, Grand Rapi ds 1 95 I

SS.

Neue Kirchliche Zeitschrift NKZ Norsk Teologisk Tidsskrift NorTT Nouvelle Revue Théolog ique NRTh Nuntius So dalicii Neotesta ment ici Upsali e n sis NSNU Novum Testamentum NT New Te sta m ent Abstracts NTA CommHendr NT New Testament Commentary, by W. Hendriksen, Grand Rapid s Das Neue Testament Deutsch, Gottingen NTD NtlAbh NTSt

Numen NV

Neutestamentliche Abhandlungen

New Testament Studies

Numen. International Review for the History of Re­

li gion Nova et Vetera

OLZ Or

Orientalistische Literaturzeitung Orientalia. Comm entari i Periodici

OrChr

Oriens Christi a nus

OrChrAn

OrChrP OTS

Pauly-Wissowa PEFAnn PEFQSt PEQ PG P.J

PL POr

ti Biblici

Po n t ifìci i Institu­

Orientalia Christiana Analec ta

Orientalia Christiana Periodica Oudtestamentische Studien A. Pauly, Realencyklopéidie der klassischen Alter­ tumswissenschaften Palestine Exploration Fund Annual Palestine Exploration Fund Quarterly Statement Pal esti ne Exploration Quar terly P a t rologia Graeca Palastina-Jahrbuch Patrologi a Latina P at rologia O ri e nta l is

3 64

Sigle ed abbreviazioni

Patrologia Syriaca Konkordanz zu den Qumrantexten, hrsg. von K. G. Kuhn, Gottingen r 960 Reallexikon fiir Ap. tike und Christentum RAC Revue Biblique RB Revue Bénédictine RBén Recherches de Science Religieuse RechScR Regensburger Neues Testament RegNT Repetitorium Biblicum Medii Aevi RepBib Revue des Études Sémitiques R� S Die Religion in Geschichte und Gegenwart RGG Revue d ' Hi s toi re Ecclésiastique RHE Revue d'Histoire et de Philosophie Religieuse RHPhilRel R e v ue de l 'Histoire des Religions RHR P. Riessler, Altjudiscbes Schrifttum ausserhalb der Riessler Bibel Romische Quartalschrift RQ Review of Religion RR Revue des Sciences Philosophiques et Théologiques RScPhTh Revue des Sciences Religieuses RScR Revue de Théologie e t de Philosophie RThPh Religionsgeschichtliche Versuche und Vorarbeiten RVV Sitzungsberichte der Deutschen ( fino al 1 944 : Pre u s ­ SABerlin sischen) Akademie der Wissenschaften zu Berlin Sitzungsberichte der Heidelberger Akademie der SAHdbg Wissenschaften SAMiinch Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie der Wis­ senschaften, Miinchen Sitzungsberichte der Osterreichischen Akademie der SAWien Wissenschaften in Wien Studies in Biblica! Theology StB ibTh Studia Catholica StCath StonyhScriptMan Stonyhurst Scripture Manuals, Generai Editor: Ph . Caraman, Westminster, Maryland (USA) 1 95 6 StTh Studia Theologica SvBibU Svenskt Bibliskt Uppslagsverk SvExA Svensk Exegetisk Arsbok S yBibU Symbolae Biblicae Upsalienses SyOs Svmbolae Osloenses Theologische BHitter ThBl Theologie und Glaube ThGl Theologischer Handkommentar zum Neuen Testa­ ThHandkNT ment, neu herausgegeben unter der Leitung von E. Fascher , Berlin 1 9 5 7 PS QumranKonk

Sigle ed abbreviazioni

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ThQ ThRev ThRu ThSt ThStK ThStUt ThStZoll ThWh ThZ TorchBibComm TrThSt TrThZ

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ZatW ZDMG

ZDPV ZKG ZKTh ZLThK ZNW ZorellLex ZRGg ZThK

ZwissTh

Theologisches Li tera tu rhlatt Theologi sch e Literaturzei tung Theologische Quartalschrift Theologi sch e Revue Theologische Rundsch au Th e ological Studies Theologi sche Studien und Kritiken Theologische Studien, Utrecht Theologische Studien, Zollikon Theologisches Worterbuch zum NT Theologische Zeitschrift Torch Bible Commentaries, Gen. Editors : ]. M a rsh , D. M. Pa t on, A. Richardson , London 1 949 Trierer Theologische Studien Trierer Theologis che Zeitschrift Texte und Untersuchungen The Tyndale New Testam en t Commentaries , Gene­ rai Editor : R. V. Tasker, Grand Rapids 1 9 5 9 Untersuchungen zum Neuen Testament Verhum Domini V igiliae Christianae Verhum Salutis, fondato da ]. Huhy, edito da S. Lyonnet, Paris Vetus Testamen tum Wi ssens chaftlich e Monog raphien zum Alten und Neuen Testament Die Welt des Orients Wissenschaftliche Untersuchungen zum NT Wiener Zeitschrift fiir die Kunde des Morgenlandes Zei t schrift fi.ir Assyriologie und verwandte Gebiete Zeitschrift fiir die alttestamentliche Wissenschaft Ze i tschrift der deutschen MorgenHindi schen Gesell schaft Zeitschrift des Deutschen Palastina-Vereins Zei tschrif t fi.ir Kirchengeschichte Zeitschrift fiir katholische Theologie Zeitschrift fiir lutherische Theologie und Kirche Zeitschrift fiir die neutestamentliche Wissenschaft F. Zorell et L. Semkowski , Lexicon Hebraicum et Aramaicum VT Zeitschrift fiir Religions- und Geistesg eschichte Zeitschrif t fiir Theologie und Kirche Zeitschrift fiir wissenschaftliche Theolo gie ­

INDICE

ANALITICO ITALIANO

Anziani, 3 1 4 s. apokatastasis, 94

mondo, vedi x601J.oc; monoteismo, 1 95 s.

Battesimo, I 38

Nuova creazione, 134- 1 40

Calunnia, 266 s. cataloghi della gloria (giudaici ), 294 cattiva inclinazione, I29, 2.54 cattolicesimo primitivo, 302 n. I I comandamento dell'amore, r 8 r concezione d i Dio, 103, 1 26-142 condicio Iacobaea, 274 confessione dei peccati, 323-328

Olio, 3 1 .5 s. opera, 186 s., 191, 1 94 s., 202-2 1 1 , 2 1 72 24, 243 oro e argento, 278 s .

Dottrina di Geaù, 74 7 9 , 1 22-124 dubbio ( dubbioso ), 1 04 s. -

Escatologia, 3 1 , 183, 289-293, 297-302 etica, 74-79, 297 s. Fede, vedi 'ltLO"-r�c; . fiducia, 104, 1 9 8 Gioia, 96, 108 giorno del macello, 282 s. giudeo-cristianesimo, r 8-2 1 , 2.5 s., 37-39, 246, 268 giudice, vedi giudizio giudizio, r82 s., 221 s., 227 s., 268, 277285, 293 s., 298 s . , 304. giustificazione, 28, 1 85-2 1 7 gnosticismo, 40, 134, 245 Intercessione, 3 1 .5, 327 ipotesi del sostenitore, 193 s. Legge, 1 54 s., 1 79 s ., 2 17 s. Lettera ai Romani, 29 libertà, 154 s., r 82 lingua, r 6o s., 23o-239 Lutero, 29 n. 3, 67 · 73, 78, 83, 2 1 5 , 3 2 1 n. 49 Macarismo, 12.5, 1.58, 294 s. maestro, 228, 241 s., 247

Paolinismo, 28-36 Paolo, 29-35 , 155 s., 339 parenesi battesimale, 146 parusia, 289, 2 9 8 s. perfezione, vedi -rÉM�oc; pioggia, 290 s., 329 preghiera, ror- ro8, 256, 3 1 5-317, 326 s. principio giudaico delle opere, 224 problema del ritardo, 291 s. proibizione del giuramento, 30.5-309 prossimo, 177-1 8 1 , 190 s., 238, 267 pseudo-pa.ulinismo, 28-36, 196 Questione di Giacomo, 1 3 s. Ricco, vedi 'ltÀ.ovo-�oc; Sapienza, 101 s., 243-248 scritto-base, 43-4.5 , 84 servo, vedi òovÀ.oc; sociale (non sociale), I I3 - I I 8, ( 28 1-28.5 ) Tempo, 1 1 1 , 271-276, 298 tentazione, vedi 'ltELpa01J.6c; teodicea, 1 26-140 Udire, 143 s. unzione degli infermi, 3 1 3-322 Valore religioso della povertà, 23, 4 1 , xo8�no, 1 1 3-124, 167-178, 2 8 2 , 2 8 7 n . 2

verità, 232 n. 3 1 , 3 3 1 s. via , vedi 6ò6c;

INDICE ANALITICO GRECO

à:ya:r.ii'J ( à:yar.l] ), 126 n. 8

I:ÌyV,�EW, 264 tiyv6c;, 248 tXOEÀcp6