La filosofia perenne
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ALDOUS HUXLEY

La Filosofia Perenne TRADUZIONE DI GIULIO DE ANGELIS

ADELPHI EDIZIONI

INDICE

TITOLO ORIGINALE:

The PeTCnnial Philosophy

Introduzione

© ©

1945

MRS LAURA HUXLEY

1995 ADELPHI EDIZIONI

S.P.A. MILANO

ISBN 88-459-1140-3

I.

Quello sei tu

II.

La natura del Fondamento

III.

Personalita, santita, incarnazione divina

IV.

Dio nel mondo

v.

La carita

VI.

Mortificazione, distacco, retto modo di vita

VII.

La verita

VIII.

Religione e temperamento

IX.

La conoscenza di se

x.

Grazia e libero arbitrio

XI.

II bene e il male

XII.

II tempo e l'eternita

XIII.

Salvazione, liberazione, illuminazione

XIV.

Immortalita e sopravvivenza

xv.

II silenzio

XVI.

La preghiera

11 19 44 63 91 120 140 175 202 223 228 241 252 273 287 293 298

XVII.

La sofferenza

XVIII. XIX.

La fede Con Dio non si scherz a

xx.

Tantum religio potuit suadere malorum

XXI.

L'idolatria

XXII.

L'emotivita

XXIII. XXIV.

11 miracoloso Rituale, simbolo, sacramento

xxv.

Esercizi spirituali

XXVI.

Perseveranza e regolarita Contemplazione, azione e utilita sociale

XXVII.

Bibliografia

308 318 324 331 340 346 353 357 372 395 398 409

LA FILOSOFIA PERENNE

I ntroduzione

Per la stesura della Filosofia Perenne Aldous Huxley si

e servito di nurnerosi passi, provenienti da opere e auto-

ri di epoche diverse, che ha inserito nel testo senza indicazioni bibliografiche precise. Tali passi so no stati per 10 pili identificati, rna, per rispettare la coerenza dell'argornentazione di cui so no parte essenziale, abbiarno preferito tradurli sulla base del testo inglese utilizzato da Huxley.

Philosophia Perennis: l'espressione fu coniata da Leibniz rna la cosa in se e universale e al di fuori del tempo. E una metafisica che riconosce una Rea~ta divina consustanziale al mondo delle cose, delle vlte e delle menti; e una psicologia che scopre nell'anirna qualcosa di simile alIa Realta divina 0 addirittura di identico ad essa; e un'etica che assegna all'uomo come fine ultinlo Ia conoscenza del Fondamento immanente e trascendente di tutto cia che e. Si possono trovare rudimenti di questa Filosofia Perenne nelle dottrine tradizionali dei popoli primitivi in ogni regione del mondo, mentre nelle sue forn;te compiutamente sviluppate essa trova posto In ognuna delle religioni pili elevate. Una versione ?i questo massimo comun divisore di tutte Ie teologle che precedettero e seguirono fu affidata per Ia prima volta alIa scrittura pili di venticinque secoli fa, e da quell'epoca I'argoment~, ~nesal!ribiI~, e s.t~to trattato pili volte, dal punto dl vIsta dl ognl tradlzlone religiosa e in tutte Ie principali Iingue d' Asia e d'Europa. Nelle pagine che seguono, ho raccolto un certo numero di brani estratti da queste opere, scel11

ti principalmente per il loro signi£1cato - essi illustravano infatti in modo ef£1cace qualche punto particolare del sistema generale della Filosofia Perenne - rna anche per la loro men10rabilita e bellezza intrinseche. Queste citazioni sono distribuite in vari capitoli e, per cOSI dire, incastonate in un cornlnento personale, inteso ad illustrare e a collegare, ad anlpliare e, ove necessario, chiarire. La conoscenza e una funzione dell'essere. Dove si da un calnbiamento nell'essere del soggetto conoscente, vi e cambiamento corrispondente nella natura e nella quantita delle conoscenze. Ad esempio, l'essere di un banlbino si trasforma in quello di un uomo attraverso 10 sviluppo e l'istruzione; tra i risuItati di questa trasformazione si ha un cambiamento rivoluzionario nel modo di conoscere e nella quantita e nella natura delle cose conosciute. Con 10 sviluppo dell'individuo la sua conoscenza diviene pili concettuale e sistematica quanto alIa forma, mentre aumenta notevolmente il suo contenuto utilitario e strulnentale. A questi vantaggi si contrappone un certo deterioramento nella qualita dell'apprensione irnmediata, un ottundersi e un depauperarsi delle facoIta intuitive. Consideriamo poi il mutarnento che 10 scienziato e in grado di indurre meccanicamente nel proprio essere per mezzo dei propri strulnenti di lavoro. Munito di uno spettI-oscopio e di un riflettore di un metro e lnezzo, un astronorno diventa una creatura sovrunlana, per quel che riguarda la vista; e, come e an1piamente prevedibile, la conoscenza posseduta da questa creatura sovrunlana e n10Ito diversa, per qualita e quantita, rispetto a quella acquisibile da parte di chi guardi Ie stelle con occhi unlani, senza alcun sussidio tecnico. I mUt(lnlenti £1siologici 0 intellettuali del soggetto conoscente non sono tuttavia gli unici a modi£1carne la conoscenza. Quello che sappiamo dipende anche da ci() che vogliamo fare di noi stessi, in quanto es-

seri morali. «La pratica» per citare William James «puo cambiare il nostro orizzonte teoretico, e cio avviene in duplice maniera: essa puo aprire la strada a nuovi mondi e darci nuove facoIta. La conoscenza cui non potremmo mai attingere, restando cio che siamo, puo essere raggiungibile per mezzo di facoIta pill aIte e di una vita superiore, che noi possiamo acquisire morahnente ». Per porre la questione in nlodo pili succinto, « Beati i puri di cuore, perche essi vedranno Iddio ». E la stessa idea e stata espressa dal poeta sufi Jalal ad-DIn RunlI, nei termini di una metafora scienti£1ca: «L'astrolabio dei misteri di Dio e l'amore ». II presente volunle, torno a dire, e un'antologia della Filoso£1a Perenne, rna cio nonostante esso contiene solo pochi estratti da opere di letterati di professione e, per quanto illustri una £1loso£1a, vi si trovano ben poche pagine di £1loso£1 di professione. II rnotivo e InoIto selnplice. La Filoso£1a Perenne si occupa principalmente dell'unica, divina ReaIta consustanziale al lnondo moIteplice delle cose, delle vite e delle nlenti. Ma la natura di quest'unica ReaIta e tale da non poter essere appresa direttalnente e ilnmediatamente se non da col oro che hanno deciso di adern piere certe condizioni, rendendosi pieni di amore, puri di Cllore e poveri di spirito. PeFche sono queste Ie condizioni? Non 10 sappiarno. E uno di quei fatti che dobbiamo accettare, ci piacciano 0 no, per quanto possano sembrarci inverosimili e intollerabili. Niente nella nostra esperienza quotidian a ci autorizza minimanlente a supporre che l'acqua sia costituita da idrogeno e da ossigeno: eppure, quando sottoponian1o l'acqua a certi trattamenti suf£1cientenlente drastici, la natura dei suoi elementi costitutivi diviene palese. Analogamente, nella nostra esperienza quotidiana nulla ci autorizza a supporre che la nlente dell'uomo medio abbia, fra Ie parti che la compongono, qualcosa che assomigli o sia identico alIa ReaIta sostanziale del nl0ndo nlol-

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teplice; eppure, quando questa mente e sottoposta a certi trattamenti sufficientemente drastici, l'elemento divino del quale, almena in parte, e composta diviene palese non solo alIa mente stessa rna anche, a motivo dei suoi riflessi suI comportamento esteriore, alle altre menti. Solo attraverso gli esperimenti fisici possiamo scoprire la natura intima della materia e Ie sue potenzialita. Ed e solo grazie agli esperimenti psicologici e morali che possiamo scoprire l'intima natura della mente e Ie sue potenzialitao Nelle circostanze ordinarie della vita media sensibile queste potenzialita della mente rimangono latenti e non si manifestano. Se vogliamo realizzarle dobbiamo soddisfare certe condizioni e obbedire a certe regole che l'esperienza empirica ha dimostrato valide. Per ben pochi filosofi 0 letterati di professione vi e la prova che essi abbiano soddisfatto pienamente Ie condizioni necessarie alIa conoscenza spirituale diretta. Quando i poeti 0 i metafisici trattano del terna della Filosofia Perenne, essi 10 fanno generalmente di seconda mano. Ma in ogni epoca vi sono stati uomini e donne che hanno deciso di adem piere Ie condizioni in base aIle quali solamente, in quanto grezzo fatto empirico, si puo avere una tale conoscenza immediata. Pochi tra questi hanno lasciato un resoconto sulla Realta che erano riusciti a cogliere e hanno cercato di collegare, in un sistema di pensiero articolato, i dati di questa esperienza coi dati delle altre loro esperienze. A tali rappresentanti di primo piano della Filosofia Perenne, coloro che Ii conobbero davano generalmente il nome di « santi» 0 «profeti », di «savi» 0 «illuminati ». Ed e da loro che ho tratto principal mente Ie mie citazioni, piuttosto che attingere aIle opere dei filosofi 0 letterati di professione, perche vi sono buone ragioni di supporre che essi sapessero quello che dicevano. In India vengs>no riconosciuti due gruppi di sacre scritture: la Sruti, 0 libri ispirati che trovano in

se stessi la garanzia della propna autorevolezza, poiche sono il prodotto di una visione i!llmediata dell'ultima Realta; e la Smrti, basata sulla Sruti, dalla quale deriva la propria ,reiativa autorita. «La Sruti» per us are Ie parole di Sailkara «si fonda sulla percezione diretta. La Smrti svolge un ruolo analogo all'induzione, perche, come questa, deriva la propria autorita da un'autorita diversa da se stessa». Il nostro volume, dunque, e un'anto!ogia con commenti esplicativi, di brani tratti dalla Sruti e dalla Smrti di molte epoche e di molti luoghi. Purtroppo, la familiarita con scritture tradizionalmente sacre tende a generare non proprio il disprezzo rna qualcosa che, agli effetti pratici, e quasi altrettanto dannoso: e cioe una specie di insensibilita reverenziale, un intorpidimento dello spirito, una sordita interiore al significato delle sacre parole. Per questa ragione, nella scegliere il materiale per illustrare Ie dottrine della Filosofia Perenne COS! come vennero formulate in Occidente, mi son rivolto quasi sempre a fonti diverse dalla Bibbia., Questa Smrti cristiana a cui ho attinto si basa sulla Sruti dei libri canonici, rna ha il gran vantaggio di essere meno nota e pertanto pili vivace e, per COS! dire, pili percepibile. Inoltre, gran parte di questa Smrti e opera di uomini e donne veramente santi, che hanno dimostrato di conoscere di prima mana l'argomento di cui parlano. Di conseguenza, puo, essere considerata essa stessa come una forma di Sruti ispirata e garante di se stessa; e questo in grado assai pili eminente di molti degli scritti inclusi nel canone biblico. In anni recenti so no stati compiuti numerosi tentativi per elaborare un sistema di teologia empirica. Ma, ad onta della sottigliezza e del vigore intellettuale di scrittori come Sorley, Oman e Tennant, il tentativo ha avuto un successo solo parziale. Anche presso i suoi pili validi rappresentanti la teologia empirica non e particolarmente convincente. Credo che il motivo si debba ricercare nel fatto che i teolo-

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gi en1pirici han no limitato la loro attenzione pili 0 meno esclusivamente all'esperienza di coloro che i teologi di una scuola pili antica chianlavano «i non rigenerati », e cioe all'esperienza di persone che non si sono spinte molto avanti nel soddisfare l~ condizioni necessarie della conoscenza spirituale. E un fatto, confermato pili volte in due 0 trernila anni di storia religiosa, che la Realta ultinla non e appresa nitidamente e immediatamente se non da coloro che si sono resi pieni d'amore, puri di cuore e poveri di spirito. Stando cosi Ie cose, non sorprende certo che una teologia basata sUll'esperienza di brave persone, normali e non rigenerate, debba convincere cosi poco. Questa specie di teologia ernpirica, come del resto l'astronomia empirica, si basa sull'esperienza di chi osserva a occhio nudo. A occhio nudo e senza sussidio di strumenti si puo scoprire nella costellazione d'Orione una macchiolina e sulla sua osservazione si puo indubbiamente fondare un'inlponente teo ria cosmologica. Ma per quanto si teorizzi, sia pure in modo ingegnoso, tutto cio non varra a dirci, circa Ie nebulose galattiche ed extragalattiche, quello che ci puo dire l'osservazione diretta compiuta per mezzo di un buon telescopio, di una macchina da presa e di uno spettroscopio. Analogamente, per quanto si teorizzi, in base agli indizi intravisti pili 0 meno chiaramente all'interno dell'esperienza comune e non rigenerata del mondo n101teplice, tutto cio non yarra a dirci a proposito della Realta divina quello che puo essere direttamente appreso da uno spirito distaccato, pieno di carita e umilta. La scienza naturale e ernpirica, rna essa non si limita all'esperienza degli esseri urnani nella loro condizione puran1ente umana e non modificata. Dio solo sa perche i teologi empirici si debbano sentire obbligati a sottomettersi a questa limitazione. E, ovvian1ente, fintanto che costringono l' esperienza empirica in questi limiti troppo umani, essi sono condannati alIa vanificazione perpetua dei loro

sforzi migliori. Dal materiale che hanno scelto, nessuna mente, per quanto brillante e dotata, potra inferire pill di una serie di possibilita 0, nel migliore dei casi, di probabilita speciose. La certezza autoconvalidantesi della consapevolezza diretta non puo essere acquisita nella natura stessa delle cose se non da coloro che siano muniti di quel morale « astrolabio dei Inisteri di Dio ». Se non si e saggi 0 santi, la Iniglior cosa da fare nel carnpo della metafisica e studiare Ie opere di coloro che furono tali, e furono in grado, avendo modificato il loro modo di essere semplicemente umano, di attingere una qualita e una quantita di conoscenza pili che semplicemente umane.

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Quello sei tu

Lo studio della Filosofia Perenne puo cominciare dal punto pili basso, con la pratica e la morale; 0 dal punto pili alto, con Ie verita metafisiche; ovvero dal mezzo, dal punto nevralgico in cui spirito e materia, azione e pensiero s'incontrano nella psicologia umana. La porta inferiore e quella preferita dai maestri rigorosamente pratici: maestri che, come Gautama Buddha, disdegnano la speculazione, e la cui principale preoccupazione e spegnere nel cuore degli uomini i fuochi atroci dell'avidita, del risentimento e dell'infatuazione. Infilano la porta superiore coloro la cui vocazione e quella di pensare e speculare: i filosofi e i teologi per natura. La porta mediana offre l'accesso agli esponenti di quella che e stata chiamata «religione spirituale»: i devoti contemplativi dell'India, i sufi dell'Islam, i mistici cattolici del tardo Medioevo, e, nella tradizione protestante, uomini come Denk e Franck e Castellion, come Everard e John Smith e i primi quaccheri e William Law. E attraverso questa porta centrale, proprio perche centrale, che noi faremo il nostro ingresso nel-

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l'~rgornen~o

principe del nostro studio. La psicologla della FIlosofia Perenne ha la sua fonte nella metafisica e sfocia logicanlente in un 1l10do di vita e in un sistema etico caratteristici. Partendo da questo punto di mezzo della dottrina, e facile per 10 spirito muoversi in ambo Ie direzioni. Nel presente capitolo ci linliterenlo a considerare una sola caratteristica di questa psicologia tradizionale; e la pili importante, quella su cui insistono con maggior vigore tutti gli esponenti della Filosofia Perenne ,e, potrelnm