La crisi del 411 a. C. nell'Athenaion Politeia di Aristotele

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UNIVERSITA' DI PADOVA PUBBLICAZIONI DELLA FACOLTA' DI LETTERE E FILOSOFIA

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VOL. XXVI

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FRANCO SARTORI

LA CRISI DEL 411 A. C. NELL'ATIIENAION POLI'fEIA DI ARISTOTELE

CEDAM

CASA EDITRICE DOTT. ANTONIO MILANI PADOVA 1951

Al Consiglio della Facoltà di Lettere e Filosofia

PROPRIETÀ LETTERARIA

PRINTED IN ITALY

OFFICINE GRAFICHE STEDIV - PADOVA 1951

Il dr. Franco Sartori presenta un ampio studio sopra la crisi co­ stituzionale ateniese dell'anno 4n a.C. Dopo una breve disamina delle fonti egli indaga, in una prima parte, il contenuto del capitolo 29 della « Costituzione di Atene » aristotelica, ponendolo in continuo e minuzioso raffronto con le poche altre fonti disponibili e perve­ nendo a una prima conclusione parziale. Nella seconda parte l'analisi procede allargandosi ai capitoli 30 e 3r del medesimo testo· e pertanto verte sopra i documenti che contengono i molto discussi statuti oligarchici di quell'anno, quello di immediata applicazione, quello riservato a un tempo successivo. La conclusione finale, molto breve e concettosa, afferma « l' au­ tenticità storica » di tutt'e tre i capitoli analizzati: con la quale for­ mula l'autore intende che le notizie ivi contenute nel loro complesso corrispondono a una realtà effettivamente accaduta e pertanto la do­ cumentano sia pure con le riserve consuete, Egli insomma colloca la testimonianza aristotelica sulla crisi del 4n a,C, nella stessa catego­ ria della testimonianza tucididea. Un altro risultato ancora il dr. Sartori vuol segnalare: la distin­ zione, a cui crede di essere pervenuto, di tre diversi ordini di giu­ dizio da parte degli antichi circa la oligarchia dei Quattrocento: un giudizio favorevole in Tucidide, un giudizio prudente in Aristo­ tele, un giudizio avverso negli oratori della fine del secolo V. Unico

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punto di pieno accordo fra Tucidide ed Aristotele sarebbe la lode della politica di Teramene. Raccomandiamo che il saggio del dr. Sartori sia accolto tra le Pubblicazioni della Facoltà. Sopra una materia tanto controversa e tanto opinabile, la ricerca è stata condotta con informazione copio­ sa (forse anche sovrabbondante), con cautela ed equilibrio, con luci­ dità ed ordine; soprattutto pare lodevole il sobrio uso della conget­ tura e il costante rispetto delle tesi contrarie. Padova, novembre 1949. ALDO FERRABINO ATTILIO DEGRASSI CARLO ANTI

LA CRISI DEL 411 A. C. NELL' A11IIENAION POLITEIA DI ARISTOTELE

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INTRODUZIONE

Riaffrontare il problema della rivoluzione dei Quattrocento in Atene nel 4u a.C. può sembrare peccato di presunzione dopo che da oltre un cinquantennio tanto s'è scritto sull'argomento. Ma le so­ luzioni proposte sono così diverse che il problema è tuttora vivo, onde non da presunzione, ma dal desiderio di studiarlo il meglio possibile è nata la presente ricerca. Come è noto, le fonti principali sono !'VIII libro di Tucidide e la « Costituzione di Atene» di Aristotele (r), tra loro molto discor­ di. Una terza fonte è l'orazione dello Pseudo-Lisia in difesa di Polistrato (2), che fornisce qualche particolare ignorato dalle altre. Da quale parte la verità? Tucidide è un contemporaneo, ma as­ sente da Atene in quegli anni; l'operetta aristotelica ha aspetto do­ cumentale, ma è piuttosto lontana nel tempo (3) e rivela irnp erfe(r) Che l'opera sia aristotelica è ormai comunemente accolto. Cfr. K., J. BELocH, Griechische. Geschichte, II2, 2, Strasshurg, 1916, p, 3n; G. MA­ THIEU, Art'stote, Constitution d'Athènes, Parìs, 1915, p. I sgg. e lntroductùm di ARisToTE, Cons#tution d'Athènes, Paris, 1922, -p. II. (2) L. GERNE'r, Lysias, Discours (L. Gernct-M Bizos), II, Paris, 1926, p. 58. (3) L'opera è da datare tra il 32g, e il 322 a.C: C. ToRR, The date of the Con­ stitution of Aihens, in cc Athenaeum JJ, n. 3302 ( cfr, >,XLIX, 1914, p. 48 e BELOCH,op. cit., IF, 2, p. 332~ (zr) LENSCI-IAu,!oc. cit..: F. D. SMITI-r, Athenian Politica/ Commissions, Chicago Diss., 1920, p. 42 sgg. I syngraphéis sono salvati dall'accusa d'illegalità dall' 13n0:vayueç di Ath. Resp. XXIX, 4 e sono giustificati dal neQÌ.'tijr; O'ro't't')Q(aç che corrisponde al mandato loro affidato in Ath. Resp., XXIX, 2. (22) JunEicI-I, op. cit., p. 308; LnNSCHAu, loc. cit.; BnLoc1H, loc. cit.; BusoLT, Gr. Staatsk,, p. 71; FEnRABINo,>, LIV, 1919, p. 334. Cfr. W1LCREN, op. cit., (22) THALI--IEIM, p. 41 sgg., che, volendo far apparire anche il progetto del cap. XXXI come

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(12) T1wc., VIII, 67,2 Ath. Resp., XXIX, 5. (13) T1-rnc., VIII, 67,3 (prime due proposte) (14) Ath. Resp., XXXI, r.

Ath. Resp., XXIX, 5.

\I 5) THuc., Vlll, 67,., (terza proposta). (16) ll collegamento risulta dall'inizio di Ath. Resp., XXXI, 1 e dalla fine cli XXX, 3. Si è supposto che prova di esso sia anche l'espressione ua,;à ·t'à yeyoaµµéva di Ath, Resp,, XXXI,3, ma, come cercherò di dimostrare a suo tempo, non condivido quest'opinione, (r7) At!,. Resp., XXXI, 1. Cfr. XXX, 3 (fine). (18) Di questa «moderazione>> del progetto- del cap. XXX tratterò nella seconda parte di questo studio, durante il dettagliato esame di detto capitolo. (19) Cfr. ad es. BELOCH, op. cit., II2, 2, p. 318; FERRABINo, e>,LVII, 1922., p. 615 sgg.; CAVAIGNAc, e( Rev, Univ. Brnx. >>,XXXI, 1925-26, p. 318; DE SANcT1s,(( Rend. Ace. Linc.», S. VI, VI, 1930, p. 326 sg. (21) A'th. Resp., XXXI, 2; Dmn. Sic., XIII, 36,2. Cfr. EHRENBERG, op. cit., p. 616; CLocHÉ, ccRev. Et. Gr. ))i XXXVII, 1924, p. 413 sgg.; DE SANcTrs, /oc.

taluno assensce _(22),che nel cap. XXXI, 2 siano limitate le facoltà della boulé, poichè questa limitazione esiste rispetto ad una costituzione che la boulé medesima dà ed è perciò « più apparente che reale» (23); per la boulé e gli strateg6i si prevede anche l'iterazione, onde non v'è timore alcuno che cessi un siffatto assolutismo (24). La boulé dei Quattrocento è nel contempo boulé, ekf,lesia, heli4ia ed è dunque ben diversa dalla normale boulé democratica anche per l'origine e per i capi (25), ma è sempre boulé perchè il suo numero è superiore a quello di ogni collegio di magistrati ed inferiore a quello dell'ekl,lesia, dell'helidia e del corpo dei Cinquemila, perchè ha i pryt4neis e perchè con il nome cli boulé è chiamata nel cap. ~XXI, I-2 (26). Sua caratteristica essenziale è la facoltà d'agire senza essere in rapporto con altra assemblea (27). Questo suo assoluto potere, _chiaramente indicato da Tucidide (28), è invece « legalmente velato» nel cap. XXXI, 1 (29). Ancora qualche considerazione. Si è ritenuta inesatta l'espressione del cap. XXXI, I "" "QO"Q(tcov o\Jç àv s/ccovm, o\ cpvÀÉm1

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opera ·di moderati, varia il testo del cap. XXXI, 2; ma questa correzione .hon mi pare affatto necessaria, ,potendosi bene intendere il testo anche nella sua lettura normale. Sull'argomento tornerò a suo luogo. (23) E1·IRENBERG, !oc. cit. (24) Ath. Resp., XXXI, 3. Cfr. EHREN1!ERG, /oc. cit.; FERGUSON, op. cit., p. 331; STEVENSON, op. cit./ p. 53. (25J CLocHÉ, op. cit., p. 4r5 sg. (26) CLocHÉ, op. cit., p. 413, n. 1. Non mi sembra accettabile l'opinione del KAI-IRsTEDiT, Forsch., p. 26r sgg., che pone l'unica differenza dalla boulé democratica nella quantità e non nella qualità. (27) CLOcHÉ, op. cit., p. 414; DE SANCTis, J,VII, 1907, p. 353 e VIII, 1908, p. 207, n. 4. (38) MEYER, Forsch., II, p. 430 sg. e Gesch. d. Alt., IV, .p. 585. Contro quest'opinione si vedano il KOHLER,loc. cit. n, 1; il CosT'ANzI, op. cit., p. 92 · sg.; il BusoLT, Griech. Gesch., III, 2, p. 1480, nota, e G1'1ech.Staats/(,, p. 71, n. r. Per altre opinioni si vedano il CWAIGNAc:, Hist. d. Ant., II, p. 172 (« presidenti della assemblea rivoluzionaria di Colono>)) e l'IsAAc, op. cit,, p. 74, n. 2 ( C). (39) FEilR.AJ3INOJ lmp. Ath., p. 367. Il CAVAIGNAc, , XXIX, _1 90-r, p. 94 sgg. ritiene ·invece che i Cinquemila esistano già prima della battaglia, dopo l'ekklesla nel teatro di Dioniso (Tuuc., VI[], 93,3 e 94,r}. , _(r5) ~nche. nel cap. XXIX, r è detto che dalla democrazia si passò subito all oli?archta dei Quattrocento e non al règime dei Cinquemila. Cfr. LANG, op. Ctt., p. 283,

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68 Concludendo, si può ritenere che i Cinquemila siano proposti a Colono, vengano scelti tra il 22 ed il 29 Targelione ed infine, dopochè i loro nomi sono stati a bella posta tenuti segreti (r9), entrino realmente in carica solo in Boedromione, dopo la battaglia di Eretria e la conse,guente ekklesla nella Pnice. Dato. inoltre il molto verosimile rapporto del loro elenco con il catalogo oplitica (20),non mi pare ci sia dubbio alcuno che « i più capaci di servire lo Stato con le persone e con le sostanze» ricordati nel cap. XXIX, 5 della «Costituzione» (2r) siano da identificare con « quanti forniscono con i propri mezzi (22) armamento pesante (allo Stato)» (23), dei quali parla Tucidide nel cap. 97, r (24). Restringendo i diritti polit_icia questa classe di abbienti, i mo-derati di Teramene, cui spetta il merito d'aver dato realtà al cor·po dei Cinquemila, assicurano gli alti uffici civili ad uomini com-petenti e l'attività legislativa a chi ne sia capace (25) ed applicano il programma già presentato a Colono col quale si conferisce ai Cinquemila il diritto di conchiudere patti con chi vogliono, cioè, in sostanza, il carattere di assemblea sovrana (26). Quel programma era stato approvato senza opposizione (27), e ciò non tanto perchè i congiurati avevano intimidito il popolo, quanto perchè l'ekklesla di Colono, anche se formalmente assemblea di tutta la cittadinan-

governo in favore dei Cinquemila («Ratificate queste proposte»), nel cap. XXXII, r essa, che dovrebbe ormai essere disciolta ad ogni effetto, riappare presieduta da Aristomaco per approvare i due progetti costituzionali riportati nei capitoli XXX e XXXI (r6); ed è logico quindi supporre che, come nel caso precedente, anche in questo sia inesatta l'espressione del cap. XXX, r. Tuttavia, nonostante le due assurdità or ora riscontrate in questo passo (r7) e l'evidente discordanza di esso con il racconto tucidideo, non mancano i tentativi della critica di ridargli valore e di appianare le difficoltà (r8). (16) KuBERKA,« Klio ,,, VII, 1907, p. 342. (17) La prima di esse ricorre anche nel cap. XXXII, r. (18) Il Vm...QuARDSEN, op. cit., p. 128 sg., pe11Saad una temporanea atti~ vità iniziale dei Cinquemila seguita da una progressiva diminuzione della loro importanza fino al conseguimento di uno stato d'inferiorità tale da esser considerato da Tucidide una vera non-esistenza; la lista sarebbe ,poi stata continuamente rielaborata con conseguente rinvio sine die della redazione defini~ tiva. La •debolezza dell'i,potesi è dimostrata dal JunmcH, ccRhein, .Mus. », LXII, 1907, p. 299, dal KuNLE, op. cit., p. 51 sg., dal CAsPARI,« Journ. Hell. St. )), XXXIII, 1913, p. 6, n. 20, dal DusoL'I'1 op. cit.1 p. 74- L'ipotesi di-F. G. KENYONnel commento ad Ath. Resp.1 XXX,1 (3n ediz.), che i Cinquemila siano in realtà un'assemblea di Orc1,a:n:aQe,c6µsvot è inaccettabile perchè invalida la precisione di termini dell'Ath. Resp., precisione che deriva dalla conoscenza dei documenti. Il BusoLT, op. ci't.1 p. 73, n. 2, che con gli altri studiosi non considera esistenti i Cinquemila sotto i Quattrocento (cfr. MATHrnu, Arist., p. 82 sg,) suppone che abbiano esercitato qualche attiVità prima dei « Rev. Univ. Brux. )), XXXI, 19:25-l, S. VI, VI, 1930, p. 330 giustifica con fondati motivi l'errore di Ath. Resp., XXX, r che sarebbe dòvuto al fatto che lo scrittore possedeva solo estratti dei documenti, senza i relativi prescritti che egli dovette arbitrariamente ricostruire cadendo in contraddizione. Inverosimile è invece la supposizione del CASPARl,op. cit., p. 15 sgg., che i Cinquemila siano esistiti solo venti mesi dopo i Quattrocento, alla quale si op-pongono le esplicite testimonianze di Tttuc., VIII, 97,1, di ARIST., Ath. Resp., XXXIII, r e del materiale epigrafico, che ben ptima di venti mesi dalla caduta dell'oligarchia documenta esistente la ·democrazia (Veai ad es, /G, I2, ro5, 109, uo, ecc.). Cfr., contro quest'ipotesi, FERGusoN, The Constitution of The~ ramenes, in « Classical Philology )), XXI, 1926, p. 72 sgg. 1

(19) Tttuc., VIII, 92, rr. (20) Vedi p. 47. (21) Cfr. THuc., Vlll, 6s;3. (22) Tale è il valore del medio no.QÉ,CEo-Om, (23) Per la questione relativa al modo d'interpretare il passo si veda la trad. del PEYRON,TucmmE, Della Guerra del Peloponneso libri Vlll Torino, 186r, VIII, p. 296 con n. 130 a p. 335 sgg. Diversa è quella dello SoRoI, Tucrnrnn, La Guerra del Peloponneso, Milano, 1942, p. 643, che accetta il valore riflessivo di WlQÉ,ceo{}m, · (24) L'identificazione, per lo più accolta dai moderni (es. WILAMOWITZ, op. cit., II, p. 114; MEYER,Forsch., II, p. 431 sgg.) è respinta dal W1LCKEN,op. cit.1 p. 40, n. r. (25) FRRousoN, Cambr. Anc. Hist., V, p. 338. Cfr. W1LAMow1Tz,op. cit., II, p. 115; MEYER,Gesch. d. Alt., IV, p. 590; WILCKEN,op. cit., p. 4 ~. (26) WILCKEN,op. cit., p. 40. (27) Thuc., VIII, 69)r. 1

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za, praticamente doveva constare dei soli interessati al mutamento, i futuri Cinquemila (28). Da tutto quanto si è finora detto sembra risultare evidente che mai i Cinquemila hanno avuto esistenza durante il governo dei Quattrocento. Ma prima di poter concludere in modo definitivo su questo punto, occorre esaminare un paio di passi di Tucidide che potrebbero essere intesi in maniera del tutto opposta, ed aggi1mgere qualche altra considerazione (29). Nel cap. 67, 3 si accenna alla facoltà concessa ai Quattrocento di convocare a loro piacere i Cinquemila: )(a\ tovç ,rnvta1't>,LXVIII, 1913, p. 214 sg., cui s'oppone il « Herm. », LIV, 1919, p. 336.

LENsc1-1Au,

(34) ANooc., I, 96: i'iQXBt,cQ6voç,;oOBe,;oi} ,p'flq::Ccrµnwi; 'YI tJovì..~ot nevrn%6ow1 [ ot] ì..axOv,;eç1:Q?x-u6.µcp.Cfr. B;ELOCH,op. cit., IP, 1, p. 397 e II2, 2,

p. 3 1 4· (35) Molto probabilmente eletta dal popolo. (36) Essa è ammessa dal CA:VAIGNAc, Hist. d. Ant., II, p. 174; dal F.Eru~BINo, , XLII, 1926, p. 389; dal FERGUSON, loc. ctt,; dallo ScHWAHN, op. cit., 2304-e 230,8. (37) WrLcKEN, op. cit., p. 49 sgg. e specialmente p. 52. Cfr. Dn SANCTrs, >S. VI, VI, 1930, p. 327.

di quattrocento, cenno che non dovrebbe mancare se i due progetti costituzionali erano destinati ad un'applicazione sotto lo stesso regime (38), l'oratore che difende Polistrato usa con la massima semplicità o\ tetQa>J, XXIX, 1894, p. 39 sgg., BusoLT, op, cit., p. 77. (u) JunmcH, op. cit., p. 303. Cfr. LEDL, loc. ci.t.; LENSCHAU,« Rhein. Arist., p. 77; BELOCI-1, op. cit., II2, 2, Mus. )), LXVIII, 1913, P· 208; ,MA'l'HIEU, p. 32:3; BusOLT, Gtiech, Staatsk,, p. 78, n. 1 (cfr. BusoLT-SwoBODA,Griech. Staatsk,, •P, 908); ·FERausoN, Cambr. Anc. 1--list., V, p. 329; DE SANCTIS, «Rend. Ace, Linc,ll, S. VI, VI, 1930, p. 336 (cfr. St, d. Gr., Il, jl, 371); WrLCKTIN, op. c,t., p. 47·

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Non riterrei perciò di poter accogliere l'opinione che i Quattrocento appena finita l'ekklesia entrino nel bouleutérion licenziando i Cinquecento (12) o che questi siano deposti il r4 Targelione e vi sia una « reggenza provvisoria» sino al 22, giorno dell'assunzione del potere da parte dei Quattrocento (r3) o che, sciolta la vecchia boulé il 14, nello stesso giorno i congiurati s'impadroniscano del governo e lo detengano in qualità d'usurpatori fino al momento dell'investitura ufficiale avvenuta il 22 (14). Nei discussi otto giorni dal r4 al 21 Targelione è ancora la boulé democratica che, nominalmente almeno, siede nel bouleutérion (r5); la rivoluzione comincia solo quando essa viene licenziata in anticipo sul tempo previsto dalle deliberazioni di Colono, mediante un atto di forza compiuto dai Quattrocento sotto la spinta di eventi esterni (16). A questo momento e non al giorno dell'ekklesia di Colono si riferisce l'espressione ~µ•Q>, XLIX, 1914, p. 66); CAVAIGNAc, J, XXXI, 1925-26, p. 319 e p. 321, e ultimamente LANG, « Am. Journ. Phil. >>,LXIX, 1948, p. 284 sg. (15), Junmc1-r,op. cit., p. 306; LENSCHAU, /oc. cit.; BusoLT, loc. cit. (.r6) Di opinione contra.riaè il LEDL,op. cit., p. 53. (17) DE SANCTIS, « Rend. Ace, Linc. », S, VI~ VI, 1930, p. 336. (18) Cfr. ANTIPI-1., De rerum mutatione (III), 6 (oraz. framm.), ed. Gernet, p. 1?6; HARPOcR,, s. v. 't'S't'QC1.X6owt, Cfr. PLuT., Alcib., XXVII, 1; Ps. PLuT,, Vit. X orat., Lys., 835 E; D100, Sic., XIII, 34,2 e 38,1.

77 cap. 97, r (r9). Nel breve periodo è archon ep6nymos Mnesiloco sostituito poi da Teopompo (20). . Ai Quattrocento subentrano i Cinquemila, ma sul loro tempo d1 governo poco si sa, soprattutto perchè il racconto di Tucidide si interrompe alla primavera del 4rr-o, dopo la battaglia di Cinossema, la riconquista di Cizico ed altri minori avvenimenti, interruzione strana e da attribuire a motivi di forza maggiore, forse alla morte dello storico, non essendo concepibile che dopo aver manifestato il suo interesse per la nuova costituzione nei capitolo 97, 2 egli non ne parli più (2r). Non meno oscuro il dato fornito da Aristotele: « il démos prontamente (5tà tdxovç) riprese il governo a costoro», cioè ai cittadini di rango oplitico (22). Una notizia, da accogliere con prudenza, è offerta dal decreto di Demofanto (23) che viene attribuito all'inizio dei 4ro-09 (24). Poichè nel prescritto compare la formula consueta dei' decreti democratici (sao~e tjj Bov),jj ,ml ti/> 5tjµoJ) e più avanti si ricorda la boulé tipica della democrazia (1\ BovÀ~ o\ nsvtax60'tot [o\] Àax6vtsç ti/> xvdµ((l), si può concludere che in questo tempo la democrazia è di nuovo al potere. Ma permane il problema se la restaurazione avvenga proprio ora (25) o non abbia avuto luogo prima. A questo proposito si è molto discusso sull'anno di un'iscrizione che, sicuramente redatta sotto la democrazia data la formula dei

r (19) Una ?atazione pr~cisa è i1:1poss~bile a causa c;lell'\'.acoç del cap. XXXIII, r. Se 1 Quattrocento fossero nmasti al potere quattro mesi esatti sa~ rebbero stati dBposti il 22 Boedromione. ' (20) ARIST., Ath. Resp., XXX!II, r. (21),'~fr. LENsc1-1AU1 >,XXIX, 1901, p. 94 ed EttRENBERG, op. cit., p. 616 sg. (32) Cfr, W1LCKEN, op. cit., p. 43, n. 2.

g5 co, giacchè l'anno entrante, che comincia appunto un solo mese do-

ci strateg6i ai q~iali anche in regime democratico spetta tanta attività di governo? Disforme è la risposta data dalla critica (33), ma l'identificazione sembra ben provata dal fatto che nel § 2 i dieci autokratores sono contemplati proprio nell'articolo che riguarda gli strateg6i (34). Inoltre di dieci magistrati non strateg6i dotati di poteri assoluti non è alcun cenno nelle altre fonti (35), mentre di strateg6i parla più volte Tucidide (36). Si può dunque ora concludere che dell'articolo relativo agli strateg6i c'è rispondenza in Tucidide. Lo stesso storico attesta che essi, con i tax/archoi, sono di nomina della boulé (37) e v'è dunque btJon motivo per pronunziarci qui per l'autee.ticità storica anche del § 2. Non è inutile infine soffermarci ulteriormente sulla terza disposizione del § 2: i dieci scelti dalla boulé entro gli armati lo sono tòv eCcn6vta èv,avt6v. Ciò permette di stabilire ancora una volta il tempo di presentazione e di applicazione dello statuto del cap. XXXI. contro quella corrente di critica che lo pone nell'autunno del 4u (38). Se infatti lo statuto fosse di tale tempo, come si potrebbe parlare cli un'assunzione cli potere eia parte dei Dieci nell'anno entrante? Questo risulterebbe il 4ro-09 e non il 4rr-o, e non si può ammettere che nell'autunno del 4rr si approvi una costituzione da realizzare ben nove o dieci mesi dopo. Se invece si pensa al giorno in cui si svolge l'ekklesia cli Colono, tutto assume un aspetto più logi(33) Negativa quella del TAEGER, op. cit., p. 352, affermativa quella del FERGUsoN, Cambr. Anc, Hist., V, p. 328 e 332 e del WILCKEN, op. cit., p. 43. Un'identificazione dei dieci autoltrdt01Y:scon gli strateg6i i:ò vUV è proposta dal Dn SANCT1s, ,I 900, p. 805) o ad una reazione democratica (DE SANC1'Is, op. cit., p. 340) o a malafede degli stessi legislatori (EHRENBERG,op. cit,; p. 614) o a sforzi di oppositori (LEDJL,

« Wien. Stud. », XXXII, r910, p. 48 sg. Cfr. DE SANCTIS,op. cit., p. 331J e p. 340), Un regime effimero di trapasso dall'oligarchia estremista alla democrazia piena lo considera il CAsPARI) lC Journ. Hell. St. )), XXXIII, 1913, p. 17 con n. 73. (59) IG, II', 12 ( = IG, I', p. 297). Cfr. A. WILI-IELM, Funf Beschlusse der Athener, in ccJahreshefte des Ost. archiiologischen lnstituts )}, XXI - XXII, 19.23~ 24, p. 147. Vedi inoltre MEYER, Porsch.~ II, p. 430· sg., BusoLT, Griech. Gesch.~ III, 2, 'P· 1489, BELOOH, op·. cit., II2, 2, p. 316, GLo·rz, L'épi'state des proèdres, in ccRev. Et. Gr. », XXXIV, 1921, p. 1 sg. (cfr. Cité gr.1 p. 96), CAVAIGNAO, ,XXXI, 1925 ~ 26, p. 318, FERGUSON, C< Class. Phil. )), XXI, 1926, 1P•72 sgg., W1LCKEN, op. cit., p. 57. (60} GLOT'Z;ccRev. Et. Gr. », XXXIV, 1921, p, 2, n. 2. (61) DE SANC'l'Is-, op. cit., p. 32,4, n. 2, LENSCHAu, ,tUQOYtl %ULQ'Ì' t1\-viìe); (17) Forse è troppo rigido lo schema proposto dal WILCKEN, op. cit., p. 52 sgg., che distingue nettamente tre ek"k,lesfai, il che non è detto da T1-1uc., VIII. 97, 2 per il quale invece ci furono «frequenti>) (ma non l) as­ semblee, \r8) Quest'ipotesi costituisce un conten{peramento di quelle del BusoLT, G1'iecli. Staatsk., p. 75 sgg. (da cui dissento nell'identificazione degli anagra­ phéis con i !(atalogéis e dei due statuti con le proposte riferite da T1-1uc,, VIII, 67, 3) e del W1LcK.EN, op. cit., pp. 34-52 (che non seguo nell'attribu­ zione ai syngraphéis della sola proposta sull'ddei'a e soprattutto nella suppo• sizione che nello statuto del cap. XXXI siano contemplate restrizioni del po� tere della boulé e che per conseguenza tale statuto abbia anch'esso, come quello del cap. XXX, un'origine moderata).

testo di tale statuto (cap. XXXI, 1-3: Bou1'sue,w µèv tBtQe