La Bibbia commentata dai Padri. Antico Testamento. Edoso, Levitico, Numeri, Deuteronomio [Vol. 2] 8831193724, 9788831193726

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La Bibbia commentata dai Padri. Antico Testamento. Edoso, Levitico, Numeri, Deuteronomio [Vol. 2]
 8831193724, 9788831193726

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LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI Antico Testamento 2

LA BIBBIA COMMENTATA DAI PADRI Antico Testamento .. 2

ESODO, LEVITICO, NUMERI, DEUTERONOMIO

a cura di Joseph T. Lienhard Introduzione generale di A. Di Berardino

Città Nuova .

© Andent Christian Commentary on Scripture} Old Testament III, Exoclus} Leviticw~ Numbers} Deuteronomy, edited by Joseph T. Lienhard, ICCS, Inter Varsity Press, Illinois 2001 Traduzione di Marco Conti

In sovraccopertina: Veduta deltabside. Ravenna, Chiesa di San Vitale. Archivio Scala, Firenze. Grafica di Rossana Quarta

© 2003, Città Nuova Editrice Via degli Scipioni, 265 -· 00192 Roma tel. 063216212 - e-mail: [email protected]

Con approvazione ecclesiastica ISBN 88-311-9372-4

Finito cli stampare nel mese di settembre 2003 dalla tipogr:afia Città Nuova della P.A.M.O.M. Via S. Romano in Garfagnana, 2.3 00148 Roma - te1. 066530467 e-mail: segr. [email protected]

INTRODUZIONE GENERALE

La religione cristiana, in tutte le sue manzfestazzònt~ ha bisogno del Libro per eccellenza, la Bibbia 1 • Quello che vi è scritto è la parte fondante del cristianesimo. Essa è il referente costante nella storia delle comunità cristiane, in particolare nei primi secoli del loro sviluppo, ma anche dei fedeli di ogni tempo, che vogliono fare esperienza di fede nel Dio di' Abramo e nel suo Figlio Gesù Cristo. Essa viene letta sia in privato sia nelle comunità oranti, nelle quali è per di più proclamata solennemente. La Bibbia inoltre esiste anche come documento interpretato e utili'zzato nei secoli. Ogni lettura di tale testo, scritto ma dinamico, significa continua t'nterpretazione e confronto con il presente vissuto dai lettori e dai credenti. La Bibbia può perciò essere letta come documento storico, culturale e religioso, ma anche come un testo fondante di tutta la cristianità che con essa si deve contìnuamente confrontare. Generazioni di cristiani - e di ebrei per l'Antico Testamento - pregano, piangono e gioiscono da sempre leggendola: nelle grandi cattedrali, nella solitudine di una cella monastica, neZ.deserto assolato dell'Egitto, nell'intimità. di una famiglia o in comunità: a volte anche inconsciamente ci' accostiamo alla Bibbia alla luce di una lunga storia scritta e vissuta prima di noi. Ma la rùcoperta del Libro suscita anche l'interesse alla storiçi dell'interpretazione che nel tempo ·e nello spazio si è data di esso. · !} esegesi biblica, nei primi secoli cristian~ era la base della predicazione, della catechesi: della elaborazione dottrinale, del!'etica, delle istituzioni ecclesiali e della llturgia, persino delle controversie. Per questo i testi biblici, sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento, si rivelano indispensabili per la comprensione stessa della-storia del cristianesi'mo. Anche l'arte cristiana antica era una rappresentazione di episodi bi~lici a fini didattici: le p{tture delle catacombe, ad ese!"Zpio, comunicavano un messaggio biblico. Origene, quando commenta un testo biblico, si pone soprattutto questa doman. da: «Che interesse ha per me questa storia?» (Omelia su Geremia 1, 2). Lo studio dei Commenti patristici condotti sulla Scrittura per molto tempo è stato trascurato perché l'esegesi appariva troppo intessuta di interpretazioni allegoriche talvolta fantasiose, e perché considerata senza valore per lo studio _e la sua comprensione della Scrittura stessa - oggi che possediamo altri strumenti per una sua maggio-

1 «Bibbia»

è una parola di origine greca usata per designare l'insieme dei libri-contenuti nella Sacra Scrittura (Antico e Nuovo Testamento). Nell'antichità, fino alla fissazione del canone e anche dopo, il termine veniva adoperato per indicare semplicemente l'Antico Testamento nella sua triplice divisione: Legge, Profeti e altri scritti.

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Introdu~.t'one

generale

re intelligenza contestuale -. La storia dell'esegesi trovava solo un interesse esclusivamente storico: come una sorta di archeologia interpretativa senza alcun risvolto sia per il presente, per la vita delle comunità cristiane, sia per lo studio biblico. In realtà, ancpe se in qualsia~i scuola esegetica antica c'era un'attenzione alla interpretazione storica e filologica per la comprensione piena del senso bibUco - l'allegoria oscillava secondo i tempi· e i luoghi predominando in ambiente alessandrino -, la maggior parte dei testi conserva#/ino ai nostri giorni è frutto della predicazione che mirava alla edificazione e alla formazione cristiana del popolo cristiano, e non di un'opera di· studio o di ricerca. Dal!'esperienza quotidiana si evince che, ancor'oggi: ogni predicatore, nel!'ambito di una celebrazione liturgica, tende a una esegesi allegorica adatta al pubblico presente e alle àrcostanze di vita degli uditori~ forma comune del!'antica esegesi, che è in mlsura ridotta anche del!' esegesi pastorale odierna. Oggi un'esigenza culturale, insieme ad un concreto bisogno sentito nell'attività di predicazione, ha suscitato l'idea, in ambiente protestan.te americano, di non limltarsi a ricerche e commenti biblici di carattere scientifico, ma di utilizzare la grande ricchezza di interpretazi·one accumulata nei primi secoli della storia del cristianesimo, il periodo detto dei Padri della Chiesa: da Clemente Romano (fine del sec. I) fino a Giovanni Damasceno (morto nel 749ca in Palestina) e Beda il Venerabile (morto nel 735 in Inghilterra). Sono gli ideatori della Ancient Christian Commentary on Scripture edita negli USA presso la InterVarsity Press, la cui pubblicazione in più volumi· è ancora in corso-, ad a/fermare che il progetto «ha come scopo la rivitalizzazione dell'insegnamento cristiano fondato sulla esegesi classica cristiana, un più intenso studio della Scrittura da parte dei !aie~ che desiderano pensare insieme con la prim#iva chiesa sul testo canonico, ed essere di stimolo per gll studiosi cristiani nel!'ambito ston·co, biblt"co, teologico e pastorale, ad approfondire la ricerca del!'interpretazione scritturistica degli antichi scrittori cristiani.. . La parola predicata nel nostro tempo è restata largamente benefiàaria della precedente influente ispirazione patristica» 2, ma senza sapere la provenienza del suo repertorio interpretativo. Si è costatato lo strano fenomeno che il predicatore (specialmente protestante) utilizza tutta una strumentazione espositiva che viene da molto lontano senza la coscienza riflessa della sua qrigine. Non è più profittevole allora attingere direttamente alle fonti primarie? Non ne n·ceverebbero un vantagglo lo studio, la meditazione e la predicazione? · Il pubblico al quale ci si è rivolti è primieramente quello non specialistico, ma che tuttavia è desideroso di nutrirsi della Bibbia sotto la guida delle grandi menti del primo cristianesimo. Non si trascurano comunque i lettori qualificati ed esigenti che so/ lo da epoca recente cominciano a disporre di alcuni strumenti adeguati. I:Itaha in tal senso è più fortunata, rispetto al pubblico americano, sia per una diversa tradizione culturale e sia per !'incremento dell'interesse e delle pubblicazioni: tra le quali si dt'stingue il ricchissimo catalogo di Testi Patristici di Clttà Nuova che ci mette alla scuola dei Padri.

2 Introduzione all'edizione americana, p. XI.

Introdùzione generale

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Ora Città Nuova aggiunge al suo catalogo la collana La Bibbia commentata dai Padri, edizione italiana dei volumi americani. Essa raccoglie la ricchezza seminata in tante opere, ::,pesso non facilmente accessibili, sia in lingua greca che latina, come nelle altre lingue cristiane: il copto, il siriaco e l'armeno. Ogni singolo libro biblico viene commentato seguendo l'antica tecnica catenaria che/a scorrerè, concatenati fra loro, i brani che i Padri scrissero o pronunciarono su quel determinato passo. I commenti patristici sono affiancati da altre fonti: come le poesie di Efrem e di Prudenzio. I:opera che qui si presenta è corredata da introduzioni: sommari e note, che guidano per i percorsz: talvolta tortuosi: delle interpretazioni. Tuttavia il lettore moderno rimane libero di intrattenere un contatto diretto con il testo e con l'esegeta antico. Inoltre non tutti i . libri biblici' hanno un commento continuo; in·tal çaso si è ritenuto necessario ricorrere ad un più ampio uso di opere di diversa provenienza. Le note, non abbondanti: hanno lo scopo di contestualizzare quei brani che necessitano di una chiarificazione. Anche se l'interpretazione proposta da un autore cristiano dei primi jecoli oggi può o non essere più accetta~a o ritenuta errata, il brano viene riportàto perché si "ascoltt' la sua voce, perché se ne colga la mentalità e il suo tentativo interpretati'vo. I commenti: sovente, venivano pronunciati di fronte ad una assemblea riunita in preghiera e desiderosa di ricevere la parola 4i istruzione, di incoraggiamento e di consolazione dell'omileta. Essa veniva ripresa da qualche stenografo, che registrava il ser~ mone dalla viva voce del predicatore; a noi il sermone è giunto talvolta rivisto dall'autore, talaltra cosz' come era stato predicato e senza alcuna revisione. Lo stenografo, .che us4va un sistema di scrittura veloce, si lt'mitava in un secondo momento a trascrivere delle note personali. Origene, secondo Eusebio, solo in età avanzata permise ai' tachigrafi di trascrivere.le sue omelie (Historia Eccl. VL 36, 1). Il vescovo rimaneva di fatto li tractator divinorum eloquiorum (Contra duas epi. Pelag. TV, 8) 24» cioè l'interprete qualificato nella spiegazi·one della Scrittura al popolo cristiano. Nelle assemblee llturgiche normalmente esisteva un dclo continuo di letture di un testo, a scelta del presidente, e che il predicatore commentava; non è facile ricostruire questo ciclo, è parzialmente possibile solo per i grandi· predicatori. Nel periodo post-pasquale normalmente si leggevano gli Atti degli' Apostoli. Un'opera biblica veniva letta a brani in occast'oni successive e il predicatore allora svolgeva un commento continuo. Naturalmente ogni predicq,tore aveva delle preferenze per opere bibliche da commentare per i fedeli. Nelle gran.di feste il tema era d) obbligo. La gran parte dei commenti biblici non sono nati come opere scolastiche o di studiò - come avviene normalmente oggi -, ma come omelie realmente predicate a credenti che. interagt'vano con il predicatore con l)applauso, con il chiacchiericcio, con la contestazione. r:omelia risente del dialogo diretto o indiret,to con il pubblico. Nella predicazione solitamente gli oratori citavano i passi biblici a memoria) oppure utilizzavano delle antologie tematiche. Non di rado il predicatore improvvisava il suo discorso di commento al brano biblico letto. Origene, in un serr!fone pronunciato a Gerusalemme alla presenza del vescovo Alessandro, chiede a lui quale passo deve commentare della lunghissima lettura proclamata dal lettore (l'omelia sul Primo libro dei Re): si scelse di commentare solo 1 Re, 25-28. Talvòlta i'! lettore, per errore, proclamava un brano diverso da quello previsto. Agostino accenna a questo inconveniente e confessa che, pur avendo preparato un altro ar-

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Introduzione generale

gomento) propone al!'assemblea una diversa riflessione. 11 predicatore è cosciente che la sua !ipiegazione èfrutto della illuminazione divina e !'ascoltatore può comprenderla solo se anch'egli riceve una illuminazione: è il pensiero di Origene (Omelie su Geremia 19, 11.; Omelia su Genesi 12, 5) e di Agostino (Dottrina cristiana IV, 16, 32). Altrove Agostino dice: «Felice l'anima che si purifica con la limpidezza della verità [. . .]. Colui che, invece, si compiace della legge di Dio e ne riceve tanto diletto da trovarsi al di sopra di tutti i godimenti della dissolutezza) non attribuisca a sè tale ricreante esperienza: Il Signore elargirà il suo bene (Salmo 84) 15). Quale chiederò? Signore, dammi quel bene, oppure quell)altro? Tu sei buono, o Signore, e nella tua bontà insegnami la tua giustizia (Salmo 118, 68). Nella tua bontà insegnami e istruiscimi. Allora apprendo ad operare, quando nella tua bontà tu mi istruisci>> (Sermone 153, 8) 10).

Pur non dando troppa importanza alla retorica i Padri ne utilizzavano i canoni per costruire i discorsi e per convincere insegnando. Scrive Agostino: «Per l'esposizione delle Scritture ci sono delle norme che, a quanto mi sembra) possono essere presentate validamente a chi si dedica al loro studi.o. Con esse lo studioso potrà ricavare profitto non solo dalla lettura di quel che scopersero altri nei passi oscuri delle sacre Lettere, ma egli stesso potrà diventarne interprete per altri ancora. Mi sono pertanto deciso a comporre questa trattazione per coloro che vogliono e sono in grado d'apprendere tali norme, e mi auguro che Dio, nostro Signore, non mi neghi nello scrivere i doni che è solt'to elargirmi allorchè penso a tale argomento» (Dottrina cristiana) pro!. 1). Le norme retoriche che si insegnavano a scuola dovevano servire come guida, ma il predicatore cristiano doveva fare molta attenzione al pubblico e alla sua capacità dt' ricezione e di comprensione. Agostino dice: «Lo ripeto con parole un po' più chiare per quei nostrifratelli che hanno più difficoltà a capt're. Coloro invece che hanno già capito ·sopportlno la lentezza degli altri e imitino il Signore il quale, pur possedendo la natura divina ... annientò se stesso ... facendosi obbediente fino alla morte (Fil 2, 1

6-8)» (Sermone 264, 4). La correttezza linguistica è importante, ma la comprensione dell'uditorio era la

preoccupazione maggiore del predicatore: «Così dunque non rideranno se per caso abbiano sentito qualche responsabile e mint'stro della Chiesa invocare Dio, usando barbarismi e solecùmz: o non comprendere il significato delle parole stesse che pronunzia e separarle in modo scorretto. Non·che questi errori non debbano essere corretti' (sì che il popolo possa dire amen a ciò che comprende pienamente); nondimeno) devono essere tollerati in spirito di carità[.. .]. Per i più lenti occorre invece condurre la spiegazione in modo più articolato e con un maggior numero di similitudini: sì che tengano neZ.dovuto conto ciò a cui assistono» (L'istruzione dei semplici 9, 13). L'uditore va accettato così com'è, ma va istruito nella parola della salvezza e per questo i grandi Padri non hanno esitato ad usare il sermo humilis per essere capt't~ ad adoperare le lingue.locali o i dialetti. Quando era possibile e.necessario dnche dei traduttori. A Gerusalemme il vescovo parlava in greco, ma qualche persona competente traduceva in latino o in altre li'ngue. Ho rivolto l'attenzione su questi aspetti~ perchè spesso si dimentica che la grande produzione esegetica è di carattere omiletico. La lingua della predicazione, il tono della pronuncia del discorso) recitato di fronte all'assemblea, infiuùce anche sull'esegesi.

Introduzione generale

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L'oralità era ben curata. Il sermone non veniva solo pronunciato come facciamo noi: ma in qualche modo musicalizzato. I testi" selezionati in questi volumi hanno tale provenienza. I Padri hanno commentato la Bibbia non sui testi origina!; ma su traduzioni·. La Bibbia cristiana per eccellenza era la traduzione greca dei Settanta 3, quella usata dai Padri greci. Le prime traduzioni in latino erano fatte oralmente, come avveniva anche nel IV e nel V srcolo per alcune lingue o dialetti: e come sempre è avvenuto nella storia della missione cristiana. Tali traduzioni nei primi tempi erano improvvisate alt'interno della celebrazione liturgica, dopo aver ascoltato il testo letto, per esempio, in greco. Anche quelle scritte venivano eseguite dal testo greco dei Settanta (non dal!' ebraico) e dal testo greco del Nuovo Testamento. Altrettanto avvenne inizialmente ai tempi più antichi per i parlanti latino. Ben presto i latini traducono opere intere, che costituiscono la base di tutti i rimaneggia. menti successivi. Essi sorgono perché si è difronte ad un testo letto e riletto, per cui i nuovi lettori non erano contenti' della traduzione e volevano introdurrr; dei miglioramenti. Cosi' sorse quella complessa traduzione denomlnata Vetus latina e dalla fine del IV secolo si diffonde la traduzione di Girolamo, detta Vulgata dal XVI secolo. Per questo Agostino può dire: ottava piaga. Alcuni interpreti [delle Sacre Scritture] pensano che questo tipo di piaga confuta l'incostanza dell'uomo, riempita di dissenso e discordia. In un senso diverso le cavallette possono essere interpretate come una rappresentazione di una mobilità svolazzante, come i piaceri di ·questo mondo in un animo irrequieto e frivolo. Isidoro di Siviglia, Questioni sull'Antico Testamento, Esodo 14, 14

7 Lascia andare gli' uomini

Il cuore del faraone poteva essere addolcito Ed il fatto che per un attimo il cuore del faraone si addolciva, quando egli diceva: Ma non andrete lontano: marcerete tre giorni e lascerete le vostre mogli, e a causa dei prodigi concedeva per un attimo altre cose simili, dimostra che i prodigi avevano un effetto su di lui, ma non in modo determinante. Ma questo non sarebbe certamente accaduto se l'idea sostenuta da molti riguardo le parole: «Indurirò il cuore del faraone» avesse rap-

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Esodo

Riguardo alla natura delle cavallette

occupano un paese in tutta la loro estensione, dapprima vi fissano oziose la loro dimora senza recar danni e non divorano i prodotti del suolo con avvers~ incursioni, a meno che non ricevano il segnale del comando divino. Infatti, come leggiamo nell'Esodo, anch'esse, strumento d'un castigo·voluto da Dio, eseguono la punizione stabilita dall'ira divina.

La bontà divina ha raggiunto perfino le locuste le quali, quando in fitti nugoli

Ambrogio, I sei giorni della creazione 5, 23, 82

presentato esattamente ciò che era stato operato da lui, cioè da Dio. Origene, Sui Principi 3, 1, 11

Stendi la mano per mandare le ca:.. vallette 12

LA NONA PIAGA: LE TENEBRE

Poi· il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano verso il cielo: verranno tenebre sul paese di Egitto) tali che si potranno pàlpare!». Mosè stese la mano verso i'l cielo: vennero dense tenebre su tutto il paese d)Egitto) per tre giorni... Gli' rispose dunque il faraone: «Vattene da me.' Guardati' dal ricomparire davanti a me, perché quando tu rivedrai la mia faccia morirai>>. Mosè disse: «Hai parlato bene: non vedrò più la tua faccia.'» (10, 21-29). . . Le tenebre rappresentano la cecità delle menti o le oscure vie della provvidenza. Gli egiziani erano troppo orgogliosi e caddero nelle tenebre dell'ignoranza (Isidoro di Siviglia).

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Una profonda oscurità per tutto fEgitto

Il mistero divino Nella nona piaga giunse l'oscurità. Ciò fa riferimento alla cecità delle lol'o anime o al fatto che avrebbero dovuto riconçscere che le opere della divina prov·,,

videnza sono estremamente oscure. Infatti Dio rese l'oscurità il suo nascondiglio (cf. Sal 18, 11). Ma essi desiderarono sfrontatamente e precipitosamente di investigare il fenomeno e, traendo una conclusione dopo l'altra, caddero nelle dense e palpabili tenebre dell'ignoranza. Isidoro di Siviglia, Questioni sull'Antico Testamento, Esodo 14, 15

LA DECIMA PIAGA: LA MORTE DEI PRIMOGENITI

· Il Signore disse a Mosè: «Ancora una piaga manderò contro il faraone e FEgitto; dopo, eglz' vi lascerà par#re di qui. Vi' lascerà partire senza restrizione, anzi vi caccerà via di qui. Dì dunque al popolo, che ciascuno dal suo vicino e ciascuna dalla sua vicina si facciano dare oggetti d'argento e oggetti d'oro». Ora il Signore fece sì che il popolo trovasse favore agli occhi degli egiziani. Inoltre Mosè era un uomo assai considerato nel paese d'Egitto, agli occhi dei ministri del faraone e del popolo. Mosè rzfert· «Dice il Signore: Verso la metà della notte io uscirò attraverso l'Egitto: .morirà ogni primogenito nel paese di Egitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito della schiava che sta dietro la mola, e ogni primogenito del bestiame... Mosè e Aronne avevano fatto tutti questi prodigi-davanti al faraone; ma il Signore aveva reso ostinato il cuore del faraone, il quale non lasciò partire gli israeliti dal suo paese (11, 1-10). · I cristiani dovrebbero fare buon uso delle spoglie d'Egitto (Gregorio di Nazianzo). Mosè non fu grande come Abramo ed Isacco. Egli aveva ancora alcuni degli impedimenti della natura mortale in sé. Gesù è l'ultimo ad essere chiamato grande dalla Scrittura (Origene). Mezzanotte è l'ora dell'anticristo (Metodio d'Olimpo). Grandi eventi hanno luogo a mezzanotte (Cassiodoro). I primogeniti degli egiziani sono la fonte dell'idolatria, e la verità di Cristo pone fine ad essi (Isidoro di Siviglia) .

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Gioielli" d'oro e d'argento

Sii un razziatore onesto . E dunque? Piacquè a lui che tu venissi fuori dall'Egitto, fornace di ferro; che tu lasciassi ridolatria di quella terra e ti facessi guidare da Mosè e dalla sua legge e le sue regole. Ti dò un consiglio che non è il mio, anzi, è fin troppo mio, se consideri la materia spiritualmente. Fatti prestare dagli egiziani vasi d'oro e d' ar- . gento; mettìti in cammino con essi; procurati il necessario per il viaggio dalle so-

stanze altrui, o piuttosto dalle tue. C,è del denaro che ti spetta, le paghe per la tua schiavitù e per il lavoro nel fare mattoni. Sii scaltro nel chiedere la retribuzione e sii un razziatore onesto. Tu subisti dei torti là, mentre combattevi con ·il fango (cioè questo corpo miserabile e immondo), e costruivi città straniere e insicure, la cµi memoria perisce con reco. Ebbene? Vuoi uscire con ·niente e senza paghe? Ma perché vuoi lasciare agli egiziani ed al potere dei tuoi avversari ciò che essi hanno guadagnato con la malvagità e spender_anno con malvagità ancor più

La decima piaga: la morte dei primogeniti (11, 1-1 O)

grande? Queste cose non appartengono a loro. Le hanno strappate e portate via sacrilegamente a colui che dice: Mio è l'argento, mio è l'oro, e lo darò a chi vorrò io (Ag 2, 8). Ieri appartenevano a loro, perché era stato permesso così. Oggi il Signore le prende e le dà a voi, perché ne. facciate buon uso. Procuriamoci anche noi amici dalla mammona dell'iniquità, affinché, quandq saremo morti, ·potremo avere una ricompensa nel momento del giudizio. Gregorio cli Nazianzo, Sulla Santa Pasqua, Orazione 45, 20

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fosse presente lui che veramente è grande, furono chiamati «grandi» i santi dei quali sopra abbiamo fatto menzione, in pa.r agone degli altri uomini. Origene, Omelie sul Levitico 12, 2

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Intorno a mezzanotte io uscirò

Il tempo dell'Anticristo La mezzanotte è il regno dell'Anticristo durante il quale l'angelo sterminatore passa sulle case. Metodio d'Olimpo, La verginità 6, 4

Mosè fu grandissimo

Mosè non fu grande come Abramo e Isacco A Mosè, giunto al luogo che il Signore gli aveva .m ostrato, non è consentito di salire, ma prima gli viene ·detto:

Sciogli il legaccio dei calzari dai tuoi piedi (Es 3, 5); ad Abramo ed Isacco non è detto nulla di simile, ma salgono, e non depongono i calzari. In ciò, forse, il motivo è che Mosè, benché fosse grande, tuttavia veniva dall'Egitto, e vi erano alcunj legami di mortalità annodati ai suoi piedi; _invece Abramo e Isacco non hanno nulla di ciò, ma giungono al luogo (cf. Gn 22, 9). Origene, Omelie sulla Genesi 8, 7

Chi è chiamato grande Di Isacco si dice che progrediva mol-

to, fi:no a che divenne gra_nde, grandissimo (Gn 26, 13). Mosè fu detto «grande»; Giovanni Battista fu detti «grande» (cf. Le 7, 28); e ormai Gesù viene detto «grande» (cf. Le 1, 32) e dopo di lui nessuno più è chiamato «grande». Prima che

Che cosa accadde a mezzanotte Le parole: Io mi levai a mezzanotte (Sal 119, 62) non sono senza valore. Sapevano che a quell'ora i primogeniti degli egiziani erano stati colpiti, che a quell' ora le catene di Pietro, Paolo e Silas, che giacevano in prigione, erano state spezzate (cf. At 12, 6), e che lo sposo anche sarebbe venuto a mezzanotte (Mt 25, 6). Cassiodoro, Esposizione dei Salmi 118, 62

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Tutti primogeniti in Egitto dovranno morire

La tirannia è 1'errore sono distrutti Infine vengono distrutti i primogeni. ti degli egiziani. Essi sono le potestà, i poteri e i governanti di questo mondo di tenebra. Oppure sono coloro che die.d ero origine e inventarono le false religioni, che esistono in questo mondo. La verità .di Cristo pose fine a queste religioni e le spazzò via ·i nsieme a coloro che le inventarono. . Isidoro di Siviglia, Questioni sull'Antico Testamento, Esodo 14, 16

PRESCRIZIONE DEL RITUALE DELLA PAS.QUA EBRAICA

Il Signore disse a Mosè e ad Aronne nel paese d'Egitto: «Questo mese sarà per voi l'inizio dei mesi~ sarà per voi il primo mese dell'anno. Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: Il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa. Se la famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si assocerà al suo vicino, al più prossimo della casa, secondo il numero delle persone; calcolerete come dovrà essere 11agnello, secondo quanto ciascuno può mangiarne. Il vostro agnello sia senza difetto, m·aschio, nato nell'anno; potréte sceglierlo tra .le pecore o tra le capre e lo serberete fino al quattordici di questo mese: allora tutta l'assemblea della comunità d'Israele lo immolerà al tramonto Preso un po' del suo sangue, lo porranno sui due stipiti e sull'architrave delle case, in cui lo dovranno mangiare. In quella notte ne mangeranno la carne arrostita al fuoco; la mangeranno con azzimi e con erbe amare. Non lo mangerete crudo, né bollito nel!'acqua, ma solo arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le viscere. Non ne dovete far avanzare fino al mattino: quello che .al mattino sarà avanzato lo brucerete nel fuoco. Ecco in qual modo lo mangerete: con i fianchi cinti, i sandali aipiedz: il bastone in mano; lo mangerete in fretta. È la pasqua del Signore! In quella notte io passerò per il paese d'Egitto e col- . pirò ogni primogenito nel paese d'Egitto, uomo o .bestia; così farò giustizia di tutti gli dei dell'Egitto. Io sono il Signore! Il sangue sulle vostre case sarà il segno che voi siete dentro: io vedrò il sangue e passerò oltre, non vi sarà per voi flagello di sterminio, quando io colpirò il paese d'Egitto. Questo giorno sarà per voi un memoriale; lo celebrerete come festa del Signore: di generazione in generazione, lo celebrerete come un rito perenne» (12, 1-20). 0•

Praticamente i cristiani ponderarono ogni dettaglio del rituale della Pasqua ebraica. Esodo 12 fu uno dei capitoli dell'Antico Testamento su cui i Padri meditarono più profondamente. Secondo la tradizione antica Esodo 12 veniva letto durante il servizio pasquale, la Pasqua primitiva, nella notte che portava alla Domenica di Pasqua. Il risultato fu una estesa interpretazione·di questo intero capitolo. La primavera, cioè il tempo della Pasqua ebraica; era anche il tempo della ·creazione e della passione del Signore (Ambrogio). La prima-

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Nel testo ebraico: «fra i due tramonti».

. Prescrizione del rituale della Pasqua (12, 1-20)

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vera è il tempo in cui termina l'inverno ed i fiori sbocciano. La primavera è una stagione di felicità e risurrezione (Pseudo-Macario). I cristiani celebrano la Pasqua fra il 22 marzo ed il 21 aprile 14, ma sempre di Domenica nel primo mese dell'anno, secondo il calcolo ebraico (Martino di Braga). L'agnello fu scelto nel quinto giorno prima di essere ucciso (secondo il conteggio dei romani) 15, e nel quinto giorno prima della Pasqua.ebraica Gesù insegnò nel tempio (Beda) 16. L'agnello era per il giusto; la capra per i peccatori penitenti (Girolamo, Agostino). Cristo morl sulla croce di sera, il tempo in cui gli agnelli venivano uccisi (Cipriano). La sera rappresenta la fine dei tempi (Girolamo). I riti ebraici sono chiari simboli del mistero cristiano (Agostino). Il quattordicesimo giorno del mese è il giorno della luna piena; Cristo è offerto in una perfetta luce (Girolamo). Mosè ed Ezechiele diedero segni, ma il segno per i cristiani è il sangue dell'agnello (Basilio). Se il sangue degli animali aveva grande potere, quanto più grande potere possiede il sangue di Cristo? (Giovanni Crisostomo). L'agne1lo è un simbolo della pecora portata al macello che Isaia ha profetizzato .(Agostino). Cristo lagnello, per mezzo del suo sangue, ci libera dalla schiavitù della morte (Martino di Braga). L'agnello fu consumato di sera, e cosl Cristo patì nella sera del mondo. Cristo è il pane della vita, il pane vivente, prefigurato nel pane azzimo della Pasqua ebraica. Le erbe amare sono.la medicina che ci porta guarigione e salute. Le erbe amare simboleggiano il pentimento (Origene). Le parole nei precetti di Cristo possono essere brusche e amare (Massimo di Torino). Il cibo crudo è selvatièo; il cibo bollito è acquoso e molle, e quindi l'agnello viene consumato arrostito (Origene). La testa dell'agnello prefigura la divinità di Cristo, le zampe la sua umanità (Cirillo di Gerusalemme). Oppure, la testa, le zampe e gli organi interni sono tre modi diversi per comprendere le scritture (Girolamo). Ezechiele come Mosè ordir~ò al popolo di mangiare solo cibi freschi (Origene). Uno che ha i fianchi cinti è pronto ad agire, pronto a compiere il comando di Dio (Cirillo di Alessandria). I sandali danno protezione contro i danni degli animali e dei serpenti. Mangiare in fretta significa dare prova della propria determinazione (Ambrogio). La parola pascha («passaggio») è ebraica, sebbene alcuni interpreti la associano alla parola greca pàschein («soffrire»); l'errore è utile · (Agostino). Pasqua («passaggio») ha un doppio significato: il Signore passò oltre le case degli ebrei, e gli ebrei passarono oltre il Mar Rosso, dalla schiavitù alla libertà (Beda). I templi d'Egitto furono distrutti, e l'errore (dell'idolatria) fu fugato (Isidoro di Siviglia). L'offerta di Cristo, prefigurata nell'agnello, fece sì che il peccato originale fosse perdonato (Cesario ·~ Arles). Gesù Cristo, la vera Luce, ci ha rivelato il significato di questi segni (Atanasio).

2

J.}inizio dei mesi

La creazione ebbe luogo in primavera Possiamo interpretare nello stesso modo anche questo passo: Questo mese sarà per voi il principio dei mesi, quantunque esso si intenda detto del tempo_, per-

ché si riferiva alla Pasqua del Signore celebrata all'inizio della primavera. Dunque in tale principio dei mesi Dio creò il cielo e la terra perché era opportuno che il mondo prendesse inizio quando il clima primaverile era favorevole a tutte le creature. Ambrogio, I sei giorni della creazione 1, 4, 13

Nella pratica corrente fra il 22 marzo cd il 25 aprile. I romani contavano sia il giorno iniziale che quello finale: pertanto la risurrezione di Cristo fu nel terzo giorno. 16 Cf. Gv 12, 1, 12. 14 15

Esodo

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Il mese dei fiori Dopo aver inflitto agli egiziani molte piaghe, li guidò fuori dell'Egitto nel mese dei fiori, quando la primavera più gradita appare e la tristezza dell'inverno passa via. Pseudo-Macario, Omelie spirituali' 50

Il tempo della Risurrezione Questo, io .dico, è il primo mese dell'anno. Questo porta gioia a ogni creatura. Riveste gli alberi spogli. Apre la terra. Produce gioia in tutti gli animali. Porta euforia a tutti. Questo è per i cristiani Xanthicus n, il primo mese> il tempo della risurrezione in cui i loro corpi saranno glorificati per mezzo della luce che anche adesso è nascosta in loro. Questo è il potere dello Spirito che sarà allora il loro abito, cibo, bevanda, esultazione, felicità, pace, ornamento e vita eterna. Pseudo-Macario, Omelie spirituali 50

La creazione del mondo e la data della Pasqua Di conseguenza i nostri padri decisero che un intero mese deve essere osservato per la nascita del mondo e che la Pasqua deve essere osservata in quella parte del mese in cui coincidono il giorno e la luna. Questo è stabilito non senza il supporto dell'autorità delle Scritture, poiché Mosè disse: Questo mese starà al-

i'it#zio del vostro calendario, il primo ·mese dell'anno. Con queste parole egli consacrò un intero ·mese per il giorno della nascita del mondo. Così i nostri · padri, . che avevano trovato che il 22 marzo era.la data di nascita del mondo, stabilirono il 21 aprile come il limite per definire il primo ·mese. Pertanto sarà consentito cele-

. 17

Il nome greco del mese di aprile.

brare la Pasqua rion_prima del 22 marzo e non più tardi del 21 aprile. Ma quando nel corso di questo mese sia la luna che il giorno coincidono, cioè il quattordicesimo giorno della luna e la Domenica, allo:ra deve essere celebrata la Pasqua. Ora, dal momento che il quattordicesimo giorno della luna spesso non cade di Domenica, essi preferìrono avere la luna estesa per sette giorni, fatto salvo che osservassero la Domenica nella gioia della risurrezione. Così, quando il giorno cade in questo modo, noi posponiamo sempre la Pasqua fino al ventunesimo gi_o rno della 1~.ma per avere la Domenica, al fine di ·celebrare la Pasqua né prima del 22 marzo né dopo il 21 aprile. In questo' modo si ottiene che il mese e il giorno e la luna vengono rispettati in osservanza della Pasqua. Martino di Braga, Sulla Pasqua 7

>-5

I: agnello della pecora o della capra ·

Cinque giorni prima della Pasqua . Infatti l'agnello pasquale, per il cui · sacrificio il popolo d'Israele fu liberato dalla servitù d'Egitto e che veniva preso cinque giorni prima di Pasqua, cioè il decimo giorno della luna, per essere immolato il quattordicesimo giorno, e prefigurava colui che, per redimerci col suo sangue, cinque giorni prima di Pasqua, cioè nel giorno odierno, accompagnato con grandissima gioia e lode dal popolo che precedeva e seguiva, venne nel tempio di Dio e ogni giorno insegnava là. Trascorsi così cinque giorni, dopo aver compiuto i riti deµa vecchia Pasqua e aver affidato ai discepoli i nuovi da osservare a partire da quel momento (cf. 'Le ,?2, 14-20), salito sul Monte degli Ulivi fu preso dai giudei (cf. Le 22, 39-54): crocifisso al mattino (cf. Mc 15, 25), ci ha redento dal dominio del diavolo lo stesso giorno in cui r antico

. Prescrizione del rituale della Pasqua popolo degli ebrei col sacrificio dell' agnello aveva scosso il giogo della schiavitù d'Egitto. Beda, O~elie sul Vangelo 2, 3

Il capro è per i peccatori penitenti !.:agnello, dice il Signore, deve essere senza difetti. Puoi prenderlo sia fra le pecore che fra le capre.Jn un altro passo delle sacre Scritture viene prescritto che chi non è in grado di osservare la Pasqua nel primo mese, deve celebrarla nel secondo (cf. Nm 9, 10-11). Secondo le regole menzionate sopra, chi non è in grado di sacrificare un agnello può sostituirlo con un capretto. Nella dimora della Chiesa, inoltre, Cristo è offerto in due maniere: se siamo giusti, mangiamo la carne dell' agnello; se siamo peccatori e facciamo pe-:nitenza, un capro viene ucciso per noi. Questo non significa che Cristo viene dai capri, che sono, come ci ha insegnato, alla sua sinistra, ma che Cristo diventa un agneUo o un capro a seconda dei meriti personali e individuali. Girolamo, Omelia 91 (SultEsodo e la vigilia di Pasqua)

6

(12) 1-20)

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Il sacrificio degli agnelli .

La luna piena è l~ luce perfetta Leggiamo nell'Esodo che un agnello viene sacrificatà nel quattordicesimo giorno; e nel quattordicesimo giorno quando la luna è piena, quando la sua luce è al massimo dello splendore. Vedi, Cristo non è immolato se non nella luce perfetta e piena. Girolamo,

Trattati sui Salmi, Salmo 14 (15)

Sera e mattina '

Tuttavia era giusto per Cristo offrire il sacrificio nella sera del giorno, al fine che l'ora stessa .potesse mostrare il tramonto e la sera del mondo come è scritto nell'Esodo: E tutta la comunità dei figli d'Israele lo immolerà verso sera. E in un altro passo nei Salmi sta scritto: I.: eleva-

zione delle mie mani è il sacrificio della sera (Sal 140, 2). Noi celebriamo invece di mattina la risurrezione del Signore. · Cipriano, Lettere 63, 16

Il significato della sera

Lo sposo, che invitò i buoni e i cattivi alle sue nozze (cf. Mt 22, 10), ·ebbe piacere di assimilarsi ai suoi ospiti, essendo nato dal buono e dal cattivo. Egli conferma così come tipico di sé il simbolO della Pasqua, in cui fu ordinato che lagnello da mangiare dovesse essere preso dal gregge delle pecore o delle capre - cioè dai giusti o dai malvagi. Preservando sempre l'indicazione sia della divinità che dell'umanità, come uomo acconsentì ad avere sia il buono che il cattivo come i suoi genitori, mentre come Dio scelse la nascita miracolosa da una vergine. · Agostino,

Perché q~esto agnello è offerto alla sera e non durante il giorno? La ragione è abbastanza chiara, dal momento che il · nostro· Signore e Salvatore ha subito la _passione ali~ fine dei tempi. Così dice Giovanni nella sua lettera: Figlioli~ questa è l'ultima ora. Pertanto, siccome è l'ulti. ma ora, è l'inizio della notte, perché il giorno è giunto alla fine. Bisogna comprendere, tuttavia, che finché siamo in questo mondo, finché abitiamo in Egitto, non siamo nella luce chiara ma in una nebbia oscura. Sebbene la Chiesa brilli come la luna nella notte, tuttavia non possiamo vivere nel pieno splendore del vero sole. , Girolamo, Omelia 91

Contro Fausto manicheo 22, 64

(Sull'Esodo e la vigilia di Pasqua)

Il gi\}sto e il malvagio

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Esodo

I rituali giudaici manifestano Cristo Ma chi non rimarrà incuriosito su che cosa può significare il fatto che alla domanda dei magi dove sarebbe nato il Cristo, i giudei diedero risposta traendola dalla Scrittura, però non andarono ad adorarlo insieme a loro? Non vediamo la stessa cosa anche ora, quando dai medesimi sacramenti che conservano, pur nella loro durezza di cuore, niente altro viene testimoniato che Cfisto, nel quale non vogliono credere? E quando uccidono l' agnello e mangiano la Pasqua, non indicano chiaramente ai pagani Cristo, che però non vogliono adorare insieme a loro? Che cosa signific~ il fatto che, pèr quanto riguarda le testimonianze profetiche che hannò preannunziato Cristo,· spesso presentiamo i codici dei giudei a quegli uomini che sospettano che siano state scritto dai cristiani non prima che si avverassero ma dopo che sono accaduti i fatti? E lo facciamo per fugare dai loro animi questi sospetti. I giudei non indicano chiaramente anche in questo modo ai pagani il Cristo, che non vogliono adorare insieme a quelli che provengono dai pagani? Agostino, Discorsi 202, 3

7

Sangue sui due stipiti

Il significato dei segni Mosè fece segnare gli stipiti degli israeliti con il sangue di un agnello; ma tu ci hai dato un segno, il sangue stesso di un Agnello senza macchia, ucciso per i peccati_del mondo. Ezechiele dice che un · segno fu dato sulle fronti delle persone (Ez 9, 4). Basilio, Omelie sui' Salmi 20, 3

Il sangue: simbolo e realtà Ora se questo simbolO aveva un così grande potere, sia nel tempio degli ebrei

che nel mezzo degli egiziani, quando era spruzzato sugli stipiti, quanto più potere deve avere la realtà. Nei suoi simboli questo sangue santificava l'altare d'oro. Senza di esso, il Sommo Sacerdote non .osava entrare nel santuario. Questo sangue ha ordinato i sacerdoti. Nei suoi simboli ha lavato i peccati. E se aveva un tale potere nei suoi simboli, se la morte tremava cosl tanto alla sua figura, quanto più sarebbe stata terrorizzata dalla realtà stessa? Basilio, Omelz'e sul Vangelo d Giovanni 46

Segnati con il sangue dell'agnello . . Perché infatti il Signore aveva prescritto ai giudei di uccidere l'agnello in quel giorno, se non perché egli stesso era colui del quale era stato vaticinato: Come pecora è stato condotto al macello (Is 53, 7)? Le porte dei giudei furono segnate col sangue di lin animale sacrificato, .e le nostre fronti vengono segnate c~l sangue di Cristo.- Di quel rito, che era un simbolo, si dice che era destinato a tener lontano l'angelo sterminatore dalle case le cui porte eranò state segnate col sangue; così il segno di Cristo allontana da noi lo stermii:iatore, se però il nostro cuore accoglie il Salvatore. · Agostino, Commento al Vangelo di' Giovanni 50, 2

Segnati èon il sangue di Cristo Il sacrificio di questo agnello fu cosl grande che anche l'ombra della sua verità fu .sufficiente per la salvezza degli uomini nel momento della liberazione degli ebrei dalla schiavitù del faraone, e come se già la liberazione della creatura dalla schiavitù della corruzione fosse prefigurata, l'immagine della futura passione di Cristo operò per l'avvento della salvezza. Pertanto fu dichiarato da Dio che nel primo mese dell'anno, nel quattordicesimo

.Prescrizione del rituale della Pasqua (12) 1-20) giorno della luna, un agnello di un. anno senza difetti fosse sacrificato. Con il suo sangue dovevano fare segni sugli stipiti delle loro case, al fine di non essere terrorizzati dall'angelo della distruzione. Ed in 9uella stessa notte, quando l'agnello veruva consumato nelle loro case, il che rappresentava la celebrazione della Pasqua ebraica, essi dovevano ricevere la liberazione attraverso l'immagine della schiavitù. Non è difficile interpretare l'agnello senza macchia di Cristo (cf. 1 Cor 5, 7) ed il suo sacrificio compiuto per liberarci dalla schiavitù della morte. Infatti, segnati dal segno della sua croce e dal1'aspersione del sangue, avremo scampo dagli angeli della distruzione fino alla fine del mondo. Martino di Braga,

Sulla Pasqua 2 8

Carne arrostlta,. pane azzimo, erbe amar.e

Sera e mattina, piant~ e felicità I cristiani ogni giorno mangiano le carni dell'Agnello, ossia ogni giorno si cibano delle carni del Verbo. Giacché come nostra pasqua è stato immolato il Cristo (1 Cor ~ ' 7); e, poic~é la legge della Pasqua p~e~cH;ve che si mangi al vespro, per questo il Signore ha patito al vespro del mondo, affinché sempre mangi delle carni d~l Verbo tu, che sempre sei al vespro, fino a c?e venga il mattino. Se in questo vespro t1 adopererai, e passerai la vita nel pianto e nei digiuni (Gl 2, 12), e in ogni faticosa opera di giustizia, anche tu potrai dire: Alla sera albergherà il pianto; e al mattino la letizia (Sal 30 [29], 6): ti allieterai al mattino, cioè nel secolo futuro, se raccoglierai in questo secolo il frutto di giustizia (Gc 3, 18; Eh 12, 11), nel pianto e nella fatica. Origerie, Omelie sulla Genesi 10, 3

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Il significato di «pane» Dobbiamo mangia.re la carne arrostita la fuoco con pane azzimo, poiché il Verbo di Dio non è solo carne: egli infatti dice: Io sono z'l' pane della vita (Gv 6, 48), e: Questo è i/pane che viene dal cie-

lo) perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo) disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vive in eternò (Gv . 6, 50-51). Non dobbiamo infatti ignorare che qualsiasi cibo è designato, in senso lato, con il nome di pane, come ad esempio nel Deuteronomio, dove è detto riguardo Mosè: Per quaranta giorni non m_angiò pane né bevve acqua (Dt 9, 9), per dire che non assunse né cibi solidi né liquidi. .Ho messo in evidenza ciò perché in Giovanni è detto: E il pane che io darò è la mia carne per la v#a del mondo (Gv 6, 51). Origene, Commento al Vangelo di

Giovanni 10, 17, 99-101

Le medicine amare ci curano Così si comanda anche di mangiare azzimi con erbe amare; e nori è possibile giungere alla Terra promessa se non passando attraverso «le amarezze». Come in fatti i medici inseriscono nei medicamenti certe sostanze amare avendo di mira la salute e la guarigione dei malati, così anche il Medico delle nostte anime ha voluto che sopportiamo le amarezze di questa vita in svariate prove, sapendo che il fine di questa amarezza è d procurare alla no·stra anima la dolcezza ·della salvezza· mentre al contrario il fine della dolcezz~ ~onsistente nei piaceri del corpo, come msegna l'esempio di quel ricco (cf. Le 16, 19), è di portare a una fine amara nell'inferno dei castighi. Origene, Omelie sui Numeri 27, 10

112

Esodo

Le erbe amare sono dolori o prove Ma noi mangiamo la carne dell' a. gnello ed il pane azzimo con erbe amare, o perché a causa del pentimento per le nostre colpe ci addoloriamo in quel dolore secondo Dio, il quale genera in noi quel pentimento che porta alla salvezza · senza pentirsene (cf. 2 Cor 7, 9-10), oppure perché cerchiamo attraverso le prove e siamo nutriti dalle visioni della verità che scopriamo. Origene, Commento al Vangelo di Giovanni 10, 17, 102

Le amare parole di Cristo Ignoravano anche del t~tto i precetti di Mosè, che ordinò loro specificamente di dover mangiare questa amarezza quan~o stabiliva i misteri della Pasqua, che essi dovevano celebrare, dicendo: Lo mangerete con erbe amare; infatti è la Pasqua del Signore. Infatti non ordinò, come credono quelli, che fossero mangiati succhi . asprissimi di erbe di nessun valore con le carni arrostite > (12, 43 -51). Gli ingannatori sono estranei, e non partecipano al banchetto della Pasqua (Atanasio). L'unica dimora è l'unica Chiesa, e l'eucaristia può essere rìceVl,]ta solo là. La Chiesa è invisibile e indivisibile (Cipriano). La Pasqua viene consumata in un'unica dimora, così come Noè ebbe un'unica arca. Solo nella Chiesa la salvezza è possibile (Girolamo). Il comando nell'Esodo di non rompere un osso dell'agnello era una profezia compiutasi in Cristo (Gipvanni Crisostomo). Le gambe dei ladroni furono spezzate, ma non quelle di Cristo (Agostino).

4

}

Nessun straniero ne deve mangiare

I peccatori non possono consumare la Pasqua Ma l'ingannatore, e colui che non è puro di cuore e non possiede nulla di puro - come dicono i Proverbi: In un uomo

ingannatore non c'è nulla di buono (Prv 13, 13) - sarà sicuramente considerato, essendo un estraneo e di razza differente da quella dei santi, indegno di consumare la Pasqua, perché nessuno straniero ne deve mangiare. Cosl Giuda, quando credette di aver rispettato la Pasqua, siccome però congiurò éontro il Salvatore, fu . estraniato dalla città che è in cielo e dalla compagnia degli apostoli. Infatti la Legge ordinava che la Pasqua fosse consumata con. il giusto rispetto. Ma egli, mentre-mangiava, fu vagliato come il gra-

no dal diavolo, che era entrato nella sua anuna. Atanasio, Lettere festa/i 6, 11 46

Consumato in una sola casa

La sola casa è la Chiesa Ecco le parole stesse di Dio: Sarà mangiato in una sola casa, e non getterete la sua carne fuori della casa. Non può dunque essere gettata fuori la carne di Cristo, la cosa santa del Signore; né d sarà altra casa per i credenti all'infuori dell'unica Chiesa. È questa casa, questa dimora in cui tutti si è un'anima sola, che lo Spirito Santo indica e annunzia nei Salmi con queste parole: Dio, che fa abitare in

una stessa casa coloro che sono una sola anima (Sal 67, 7). Cipriano, I:unità della Chiesa B

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Regole della Pasqua ebraica (12, 43-51)

L'unità della Chiesa La fede della divina Scrittura mostra che la Chiesa non è fuori e che non può dividersi o essere divisa, ma che mantiene l'unità di una inseparabile ed invisibile casa. È scritto riguardo il rito della Pasqua e dell'agnello che prefigura Cristo:

Sarà mangiato in una sola casa, e non getterete la sua carne fuori della casa . . · Cipriano, Lettere 69, 4

La casa unica è l'arca Tutto questo però giova, se fatto in seno alla Chiesa, se in quest'unica casa celebriamo la Pasqua, se entriamo con Noè nell'arca (cf. Gn 6, 8), se, mentre Gerico viene distrutta, Raab, la Giustificata, ci offre asilo (cf. Gs 2, 1; 6, 17-25). Girolamo, Lettere 22, 38

Profezia e compimento Quclla ben nota profezia fu similmente compiuta: Non spezzerai uno solo · dei suoi ossi. Infatti anche se questo fu detto in riferimento ali' agnello fra i giu-

dei, il simbolo venne prima a scopo di verità e fu, piuttosto, compiuto in questo evento. Inoltre questo è il motivo per cui l'evangelista citò il profeta. Siccome egli poteva apparire indegno di fede poiché ripetutamente faceva riferimento alla propria testimonianza, chiamò in causa Mosè per testimoniare che questo non solo non accadde per caso ma che era stato previsto per iscritto dai tempi antichi. Questo è il significato di quella antica profezia: Non uno solo dei suoi ossi sarà

spezzato. Giovanni Crisostomo,

Omelie sul Vangelo di Giovanni 85

Una· profezia di Cristo Che agli altri due fossero state spezzate le gambe mentre a lui [Cristo] no, perché già morto, il Vangelo stesso spiega perché sia successo. Bisognava infatti che anche con questo segno fosse messo in evidenza che il rìferimento era con la Pasqua dei giudei, anticipata profeticamente, in cui veniva prescritto che le ossa del1'agnello non venissero spezzate. Agostino, Discorsi 218, 13

CONSACRAZIONE DEI PRIMOGENITI

Il Signore disse a Mosè: «Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli israeliti - di uomini o di animali-: esso appartiene a me». Mosè disse al popolo: «Ricorda# di questo giorno, nel quale siete usciti dall'Egitto, dalla condizione servile, perché con -mano potente il Signore vi ha fatti uscire di là: non si mangi ciò che è lievitato. Oggi voi uscite n.e l mese di Abib. Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese del cananeo, dell' hittita, dell'amorreo, dell' eveo e del gebuseo, che ha giurato ai tuoi padri di dare a te, terra dove scorre latte emiele, allora tu compirai questo rito in questo mese .. . Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di bestiame minuto,· se non lo riscatti: gli.spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi figli. Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che significa ciò?, tu gli risponderai: Con braccio potente il.Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto, dalla condizione servile ... » (13' 1-16). La Scrittura parla non solo di persone ma anche di animali e cose consacrate o sacre (Origene). Solo il Figlio di Dio aprì veramente un grembo chiuso (Tertulliano). La nascita di Gesù aprì il grembo di Maria (Origene). Quando il popolo grida a Dio, Dio manda un nuovo Mosè per liberarlo. La liberazione ha luogo a primavera (Pseudo-Macario). L'immondo asino non è sacrificato a Dio, mentre lo è la monda pecora (Ambrogio).

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2

Consacr.ate tutti i primogeniti

. Che ·cosa la Scrittu.ra chiama sacro È da esaminarsi con grande cura che cosa voglia dire, 'che cosa significhi n~lle divine Scritture questo nome di «santo», affinché, una volta imparato il senso della parola, possiamo anche compierne l'opera. Raccogliamo dunque dalle Scritture divine quali realtà sono dette «sante», e troviamo non solo uomini, ma anche animali muti chiamati «santi» (cf. Es 13, 2); troviamo con l'ap-

pellativo di «santi» anche i vasi del servizio (cf. Es 40, 9); che sono dette sante le vesti (cf. Es 28, 2) e parimenti i luoghi (cf. Nm 35, 1) posti nelle città o nei sobborghi e assegnati ai sacerdoti. La Legge comanda di consacrare al Signore, fra gli animali muti, i primogeniti dei buoi o delle pecore, e dice: Non fare con essi alcun lavoro perché sono stati' consacrati al Signore. Origene, Omelie sul Levitico 11, 1

Consacrazione dei primogeniti (13, 1-16)

Il testo fa riferimento soprattutto a Cristo Infatti chi è veramente santo se non il Figlio di Dio? Chi propriamente aprì la niatrice se non chi ne aprl una chiusa? Ma è H matrimonio che apre la matrice in tutti i casi. Pertanto la matrice della Vergine fu aperta in modo speciale perché era chiusa in modo speciale. Tertulliano, La carne di Cristo 23, 4-5

Cristo aprì veramente la matrice di Maria I maschi che, per il fatto d'aver aperto la matrice della madre, erano sacri, venivano offerti dinanzi all'altare del Signore. La Scrittura dice: ogni maschio che apre la matrice: ciò ha un senso spirituale. Infatti si può dire che ogni maschio esce dal seno della madre, non che apre la matrice della madre sua, come avvenne per il Signore Gesù, dato che in ogni donna non è il parto del fanciullo che apre la matrice, ma l'unione con il proprio marito. Quanto alla madre del Signore, la matrice fu aperta nel momento stesso della nascita, in quanto prima della nascita di Cristp assolutamente nessun uomo aveva toccato il suo santo corpo degno di ogni venerazione. Origene, Commento al Vangelo di Luca 14, 7-8

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Nel 1nese di Abib

Il significato di Abib Se un uomo geme e grida a Dio, egli gli manda il Mosè spfrituale, che lo redime dalla schiavitù degli egiziani. Ma l'uomo prima grida e si lamenta, e poi riceve l'inizio della liberazione. Ed è liberato nel mese dei nuovi fiori, nella primavera quando il terreno dell'anima è in grado di far germogliare i bei e fioriti ralni della giustificazione. Le amare tempeste invernali dell'ignoranza e della tenebra sono trascorse, così come la grande cecità che nacque dalle azioni sordide e dai peccati. Pseudo-Macario, Omelie spiritualt' 50 13

Rùcattando un animale primogenito

Lavoro e prodotto La Legge, infatti, ha allontanato gli animali impuri dal sacrificio e in cambio di questi ha ordinato di offrire animali puri; essa comanda dunque di scambiare l'impuro pa1to dell'asina con un agnello che è mondo e adatto al sacrificio. Questo . secondo l'interpretazione letterale. Che se poi qualcuno ricerca il significato più profondo della Legge spirituale, rifletterà sul fatto che l'asina è un animale che fatica; la pecora un animale produttivo. Quindi il testo scritturale dice che bisogna mutare la fatica in frutto, perché il fine dell'opera sia il suo frutto. Si può interpretare il passo pure in questo senso: renderai accetta ogni tua fatica, ogni tua attività, compiendola con un,intenzione semplice e pura. Ambrogio, Caino e Abele 2, 2, 8

VERSO IL MAR ROSSO

Quando il faraone lasdò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei filistei: benche fosse più corta, perché Dio pensava: «Altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe pentirsi e tornare in Egitto». Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Màre Rosso. Gli israeliti: ben armati uscivano dal paese d'Egitto ... Il Signore marciava alla loro testa . . . Il Signore rese ostinato il cuore del faraone, re di Egitto, il quale inseguì gli israeliti n:zentre gli israeliti uscivt1-no a mano alzata. Gli egiziani li inseguirono e li raggiunsero, me.ntre essi stavano accampati presso il mare: tutti i cavalli e i carri del faraone, i suoi cavalieri e il suo esercito si trovarono presso Pi-Achirot, davanti a Baal-Zefon (13, 17 - 14, 9). Come i giudei furono salvati attraverso le acque del Mar Rosso, così i cristiani sono salvati attraverso le acque del battesimo. Anche le acque del battesimo sono rosse, poiché sono tinte del sangue di Cristo (Cassiodoro). Dio si manifesta in modo corporeo (Agostino). Dio era apparso in un roveto ardente, in una colonna di fuoco e in una colonna di fumo (Pietro Crisologo). Il fuoco evoca terrore, ma le n':lbi possono consolare (Gregorio Magno). Le colonne di fuoco e di nubi prefigurano la luce della grazia (Beda). Cristo, la colonna di fuoco, ora guida il popolò cristiano attraverso le acque del battesimo (Massimo di Torino).

18

Il Mar Rosso

21

Una colonna di nubi~ una colonna di

fuoco Le rosse acque del battesimo Come i giudei furono salvati e districati attraverso le acque del Mar Rosso, così noi siamo liberati dalla terra d'Egitto, cioè, dai peccati della carne, e rinati attraverso la rigenerazione mediante l' acqua sacra. Il nome stesso del Mar Rosso non è privo di significato. Come esso è conòsciuto essere Rosso, così l'acqua battesimale può essere definita rossa, dal momento che uscì dal fianco del Salvato- . re mescolata al suo sangue. Cassiodoro, Esposizione dei Salmi 80, 6

Dio appare per mezzo di una creatura corporea Chi può dubitare in questo caso che Dio si manifestò agli oèchi degli uomini per mezzo di una creatura, una creatura corporea, sottomessa alla sua volontà e non nella sua stessa sostanza? Ma non appare altrettanto chiaro se sia manifestato il Padre o il Figlio o lo Spirito Santo ovvero la Trinità medesima, Dio unico. Né ritengo che questo venga precisato nel passo seguente: La gloria del Signore ap-

Verso il Mar Rosso (13, 17 - 14, 9)

parve nella nube. E il Signore parlò a Mosè dicendo: Ho inteso le mormorazioni dei figli d'Israele (Es 12, 10-12). · Agostino, La Trinità 2, 14, 24

Dio appare in forme diverse E ora ti risplende fiammeggiante in un roveto (cf. Es 3, 2) per infiammarti, frigido d'incredulità come sei, cori il calore della fede; ora brilla in cielo come colonna

  • indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio) uomini retti che odiano la venalità e N costituirai sopra di loro come capi di migliaia, 'capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante) la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. ·Cosi' ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te» . .. .Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito (18, 13-27). , Mosè poteva accettare anche i buoni consigli di un pagano, suo suocero, poiché tutta la verità viene da Dio'cAgostino). Mosè.aveva bisogno di dedicarsi a materie di natura spirituale (Gregorio Magno). I LXX attestano che Mosè nominò maestri di lettura e di scrittura per il popolo di Dio (Agostino). Mosè era un uomo profondamente umile (Giovanni Crisostomo). ' . l

    9

    .Ascolta il mio consiglio

    Mosè diede ascolto a Ietro Dio certamente parlò a Mosè. Tuttavia egli molto prudentemente e umilmente diede ascolto al consiglio di suo suocero, sebbene egli fosse straniero, per quanto riguardava il governo e la direzione di

    .

    una nazione così potente. Infatti si rese conto che, da qualsiasi intelletto procedesse un buon consiglio, esso in realtà doveva essere attribuito non a chi lo concepiva ma all'Uno che è Verità, Dio imw mutabile. Agostino, La dottrina cristiana, Prologo 7

    155

    Elezione dei giudici minori (18, 13-27) 21

    Scegli uomini abili

    Mosè è liberato per apprendere materie spirituali Perciò Mosè, che parla con Dio, viene giudicato dal rimprovero di Ietro, w10 straniero, perché serve con una fatica inutile alle faccende terrene del popolo, e riceve subito il consiglio di stabilire altri al posto suo a dirimere le liti, per potere lui stesso più liberamente conoscere i misteri spirituali ed insegnarli al popolo. Gregorio Magno, La regola pastorale 2, 7

    Mosè elesse dei maestri · In seguito Mosè stàbilì nel popolo individui incaricati d'insegnare a leggere e scrivere, prima che gli ebrei conoscessero gli scritti della Legge divina. La Bibbia li chiama grammatoeisagogòi 22, termine che può significare coloro che iniziano o introducono l'attitudine al leggere e scrivere, perché la iniziano, cioè la in-

    traducono in un certo senso nella coscienza degli allievi o megJio iniziano ad essa gli allievi. Agostino, La Città di Dio 18~ 39 24

    Mosè dà ascolto a Ietro

    L'umiltà di Mosè Niente fu mai più umile di lui che, essendo il capo di un così grande popolo, ed avendo sopraffatto nel mare il re e la schiera di tutti gli egiziani, come se fossero stati mosche, e avendo compiuto così tanti miracoli sia in Egitto che nel Mar Rosso e nel deserto, e avendo ricevuto una così alta testimonianza, tuttavia si sentì esattamente come se fosse stato una persona ordinaria. Come genero egli fu più umile di suo suocero; Mosè prese consigli da lui e non si indignò, né disse:

    Cos'è mai questo? Dopo tanti e così grandi successi set' venuto da noi con i tuoi consigli? Giovanni Crisostomo, Omelie su 1 Corinzi 1, 4

    22 Molti manoscritti dei LXX aggiungono questo tipo di incàrico a quelli elencati dal testo ebraico, sia qui che in Es 18, 25.

    ARRIVO AL SINAI

    Al terzo mese dall'uscita degli israeliti dal paese di Egitto, proprio in quel giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. Levato l'accampamento da Refidim, arrivarono al deserto del Sinai: dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte. Mosè salì verso w Dio e il Signore lo chiamò dal monte, dicendo: «Questo dirai alla casa di Giacobbe e annuncerai agli israeliti: Voi stessi avete vlsto ciò che t'o ho fatto all'Egitto e come ho sollevato voi su ali di aquile e vi ho fatti venire fi:no a me. Ora, se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, voi sarete per me la proprietà tra tutti i popoli: perché mia è tutta la terrai Voi sarete per me un regno di sacerdoti e una nazion:e santa. Queste parole dirai agli israeliti>>. Mosè andò; convocò gli anziani del popolo e riferì loro tutte queste parole, come gli aveva ordinato il Signore. Tutto il popolo rispose insieme e disse: «Quanto il Signore ha detto, noi lo faremo!». Mosè tornò dal Signore e riferì le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano sempre anche a te». Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: «Va' ·dal popolo e purificalo oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai alla vista di tutto il popolo. Fisserai per il popolo un lt'm#e tutto attorno, dicendo: Guardatevi dal salire sul monte e dal toccare le falde. Chiunque toccherà il monte sarà messo a morte. Nessuna mano però dovrà toccare costui: dovrà essere lapidato o colpito con tiro di arco. Animale ·o uomo non dovrà sopravvivere. Quando suonerà il corno, allora soltrfnto essi potranno salire sul monte» (19, 1-15). Nel quindicesimo giorno dopo la Pasqua, Mosè ricevette la Legge scritta dal dito di Dio, che è lo Spirito Santo (Agostino). Il popolo doveva purificarsi per ricevere la Legge (Ambrogio, Agostino). Un intervallo
  • .1-17) 7

    Non pronuncerai il nome di Dio invano

    Come arrivia1no a comprendere Dio Ora, poiché su Dio tutti facciamo delle congetture, formandoci un'idea di lui, ma non tutti ne comprendiamo l' essenza (pochi infatti o, per dir così, meno ancora di pochi sono quelli che comprendono completamente la sua santità), giustamente sappiamo che la nostra concezione di Dio sarebbe che egli è santo, . affinché ne vediamo la santità nell'essere creatore, prowidente, nel giudicare, nel1'eleggere, abbandonare, abbracciare e respingere, premiare o punire secondo il merito di ciascuno. Queste operazioni ed altre simili rappresentano per così dire il contrassegno della personalità di Dio, dalle Scritture chiamata, secondo me, nome di Dio; nell'Esodo: Non userai invano

    il nome del Signore Dio tuo. Origene,

    La preghiera 24, 2-3

    Il Signore ed il Signore . Anche qui il Signore stesso nel passo davanti a noi ci dà insegnamenti riguardo un àltro Signore. Infatti dice: Io sono il Si" tuo Dio, . gnore· ed aggiunge: Non pronun-

    cerai il nome del Signore Dio tuo invano.

    Il secondo Signore sta qui misticamente istruendo i suoi servi riguardo il Padre, cioè il Dio dell'universo. E tu potresti trovare molti altri esempi nelle Sacre . Scritture, in cui Dio parla come con una seconda voce riguardo ad un altro. Il Signore stesso come riguardo ad un altro. Eusebio, Dimostrazioni evangeliche 5, 16, 243

    Il nome del Signore è verità Secondo precetto: Non userai il no-

    me del Signore Dio. tuo invano; chi userà il

    167

    nome del Signore Dio suo invano non sarà innocente. Il nome del Slgnore Dio nostro Gesù Cristo è verità; lui stesso ha detto: Io sono la verità (Gv 14, 6). La verità rende innocenti, la vanità contamina. E poiché chi parla di verità parla di Dio infatti chi mentisce parla di quel che gli è proprio (Gv 8, 44) - dire la verità è parlare ragionevolmente; dire millanterie è strepitare; non parlare. A ragione, perché l'amore alla verità è conforme al comandamento, l'amore alla vanità è contrario ad esso. Agostino, Discorsi 8, 5

    Cristo non è una creatura Ti si dice: Non assumere invano il nome del Signore Dio tuo, perché non pensi che sia creatura Cristo, che è uguale al Padre e una sola cosa con il Padre. Agostino, . Discorsi 9, 3 8

    ·Osserva il sabato

    Il sabato significa una mente serena Terzo comandamento: Ricordati di santificare il sabato. Con questo terzo precetto ci viene inculcato un certo richiamo al riposo, alla quiete del cuore, alla tranquillità della mente, prodotto di una retta coscienza. C'è la santificazione . perché lì c'è lo Spirito di Dio. Effettivamente, pensate al riposo cioè alla quiete: Su chi- dice - riposerà il mio spirito? Sull'umile) sul mite e su chi teme le mie parole (Is 66, 2). Sugli irrequieti quindi, sui rissosi; sui seminatori di calunnie, sui desiderosi più di contese che di verità non riposa lo Spirito Santo; per la loro irrequietezza non fanno penetrare in se stessi la quiete del sabato spirituale. Agostino, Discorsi 8, 6

    168

    Esodo

    ·Il puro riposo si trova solo in Dio Non ci si comanda tuttavia di osservare il sabato nel suo significato letterale di riposo dall'attività fisica, come lo osservano i giudei, il cui modo di osservare il precetto così come suona letteralmente è giudicato ridicolo qualora non è sirhbolo d'un altro riposo spirituale. Non è dunque illogico pensare che tutto ciò che nella Sacra Scrittura è detto allegoricamente vale ad eccitare l'amore con cui tendiamo al riposo, dal momento che l'unico precetto del Decalogo · espresso in forma allegorica è quello del riposo, che naturalmente viene cercato col desiderio ma viene trovato santo e sicuro solo in Dio. La domenica invece è stata indicata chiaramente come giorno sacro non per i giudei, ma per i cristiani per causa della risurrezione del Signore e da allora si cominciò a celebrarla come giorno di festa. In realtà tutte le anime dei santi sono bensì nel riposo prima ancora della risurrezione del corpo, ma non si trovano nell'attività di cui sono vivificati i corpi quando saranno ripresi dalle anime. · Agostino, Lettere 55, 12, 22-13, 23

    Non c'è riposo perfetto in questa vita · In realtà esiste un mistero del sabato prescritto ai nostri padri antichi, che noi cristiani osserviamo spiritualmente astenendoci da ogni opera servile, cioè da ogni peccat6 - dice infatti il Signore che

    chi commette peccato è servo del peccato (Gv 8, 34) -, raggiungendo la quiete d~l

    cuore, cioè la tranquillità spirituale. Ma per quanti sforzi facciamo, non arriveremo al riposo perfetto in questo mondo, ma solo quando saremo usciti da questa vita.· · . Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni 20, 2

    Il lavoro servile è il peccato Quanto all'osservanza del sabato sembrerebbe quasi superfluo insegnare qualcosa al cristiano. Al contrario, non solo non è superfluo, ma ciò è fondamentale: quell'osservanza è in figura (cf. Col 2, 17). Infatti, di sabato, si proibiscono al popolo le opere servili. Che forse non sono proibite anche a noi le opere servili? Ascolta il Signore: Chiunque commette il peccato è servo del peccato (Gv 8, 34). Sperare tuttavia dal Signore appunto questo, che non commettiamo peccato, equivale ali'osservanza del sabato; perciò è stato scritto infatti: Dio cessò nel settimo giorno da tutte le sue opere (Gn 2, 2). Dio riposò: Dio fa riposare te. Infatti perché Dio doveva riposare? Quando si era affaticato, egli che creò tutte le cose con la sua Parola? Agostino, · Discorsi 179A, 3

    Osserva un sabato spirituale · Il terzo precetto è: Ricorda di santificare il sabato. In questo terzo comandamento è suggerita una certa idea di libertà, un riposo del cuore o tranquillità della mente che è prodotta da una buona coscienza. In verità la santificazione è là perché lo Spirito di Dio abita là. Ora guarda alla libertà o al ~iposo; nostro Signore dice: Su chi mi fermerò se non sul-

    !' uomo che è umile e pacifico, e che trema alle mie parole? (Is 66, 2). Pertanto le anime inquiete si allontanano dallo Spirito Santo. Gli amanti delle contese, gli autori di calunnie, i devoti ai litigi piuttosto che alla carità, per la loro ostinazione non . ammettono in sé il ripos9 di un sabato spirituale. Gli uomini non o~servano un sabato spirituale a meno che non si dedichino agli affari del mondo così moderatamente da potersi ancora dedicare alla lettura e alla preghiera, almeno frequentemente, se non sempre. Come diee 1'a-

    I dieci comandamenti (20, .1-] 7)

    postalo: Sù' diligente nel leggere e nel!'insegnare (1 Tm 4, 13 ); e ancora: Prega senza posa (1 Ts 5, 17). Uomini di questo tipo onorano il sabato in modo spirituale. Cesario di Arles, Sermoni 100, 4

    per questa ragione esso fu sperimentato irt seguito. Giovanni Crisostomo, Al popolo antiocheno 12, 9

    12

    Sei giorni delle opere di Dio Dato infatti che il Signore aveva creato il mondo in sei giorni e il settimo si era riposato (cf. Gn 2, 2), la Legge comandava che il popolo lavorasse sei gior. ni e riposasse il settimo (cf. Es 23, 10-11); arasse e mietesse per sei anni e il settimo interrompesse la coltivazione. Tutti questi precetti, intesi in un modo simbolico ci ricordano che quanti in questo mondo, che conta sei età, si dedicano alle opere buone per il Signore, nel mondo futuro saranno introdotti dal Signore nel sabato, cioè nel riposo eterno. Beda, Omelie sul Vangelo 2, 17

    169

    Onora i tuoi genitori

    Che significa onorare i genitori Dio disse: Onora tuo padre e tua madre, insegnando che rendesse il dovuto rispetto ai genitori il figlio nato da loro . Parte .di questo rispetto verso i genitori consisteva nel sowenire ai loro bisogni vitali con alimenti, vestiti e qualunque altra cosa si fosse in grado di offrire ai propri genitori. Origene, Commento al Vangelo di Matteo 11, 9

    Il comandamento è vincolante E di nuovo, chi potrebbe negare che il comandamento che dice: Onora tuo pa-

    10

    Un sabato per il Signore

    I comandamenti e la legge naturale Quando ci parla di un altro comandalÌ\ento, noti dettato a noi dalla coscienza, non solo proibisce ma ne spiega anche la ragione. Quando, per esempio, ci diede il çomandamento riguardante il sabato: Nel settimo giorno non lavorerai, egli aggiunse anche la ragione per questa cessazione del lavoro. E quale era? Nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le sue ope. re che aveva iniziato a fare. E di nuovo: Eravate servi nella terra d'Egitto (Dt 5, 15). Per quale ragione, io chiedo, egli aggiunse una ragione rispetto al sabato ma non fece la stessa cosa riguardo ali'omicidio? Perché questo comandamento non era uno dei principali. Non era uno di quelli che erano . accuratamente definiti nella nostra coscienza ma una sorta di comandamento par.ziale e temporaneo. E

    dre e tua madre, così che tu possa essere felice di ciò, è utile anche al di là di qualsiasi interpretazione spirituale, e che va osservato, specialmente se ricordiamo che 'I' apos.tolo Paolo lo ha citato con le stesse parole? (cf. Ef 6, 2-3). Origene, Sui Principi 4, 3, 4

    L'onore dovuto ai genitori Prerogativa dei genitori è l'educazione dei figli. Onora dunque tuo padre, perché ti benedica. Il figlio affezionato onori il padre per riconoscenza, il figlio ingrato per timore. Un padre, anche se povero e senza grandi ricchezze da lasciare ai figli, possiede tuttavia l'eredità del-. l'ultima benedizione, con la quale donare ai suoi discendenti tesori di santificazione. E vale molto di più diventare felice che ricco. Ambrogio, I patriarchi l, 1

    Esodo

    170

    Doveri verso i parenti poveri Ora, questo lo si deve intendere non a parole, dato che la vuota adulazione può lasciare a bocca asciutta i genitori che si trovano in necessità, ma nel somministrare ad essi quanto è necessario alla loro vita. In altre parole: Dio comanda ai figli di mantenere i propri genitori quando siano in stato di povertà, e di ricambiare così i loro vecchi dei benefici ricevuti da bambini.

    13

    Non ucciderai

    La legge naturale proibisce l'omicidio Come mai quando disse: Non ucciderai, non aggiunse: perché l'omicidio è una cosa malvagia? La ragione è che la coscienza ci aveva già insegnato questo in precedenza. Egli parla così come a persone che sanno e comprendono la questione. Giovanni Crisostomo, Al popolo an#ocheno 12, 9

    Girolamo,

    Lettera 123, 5

    Omicidio giustificato I genitori devono essere amati Ai propri genitori infatti l'uomo apre per primo gli occhi, e la vita presente trae origine dal loro amore. Chi non porta rispetto ai propri genitori, chi potrà rispettare? Agostino,

    Discorsi 9, 7

    Un avvertimento per i genitori Se pertanto temi che, intascato il denaro, tuo figlio non ti assista più, non è, questo, un affetto nato dall'amore ma suggerito dal quattrino. Quanto è migliore il figlio del povero, il figlio di quel tal vecchio malandato e sqµattrinato, che, non ripromettendosi nulla da suo padre, che appunto non ha nulla da lasciargli, mantiene suo padre lavorando e faticando con sudore! Ci sono, a volte, anche figli di ricchi che, ispirati dal timore di Dio, assistono i propri genitori non perché si aspettino qualcosa da loro ma per il solo fatto che sono loro genitori e li hanno generati ed educati, e perché Dio dice: Onora tuo padre e tua madre. Ma se c'è di mezzo la retribuzione, l'affetto rimane celato [all'occhio di chi li osserva]. Agostino,

    Discorsi 45, 2

    Ma non sarà così anche di quel testo che dice: Non uccidere? Che se l'uccidere . tutti. i. casi. un ' azione . . come e' m cattiva, scusare da colpa quei giusti che, dopo che fu promulgata la Legge, uccisero tante persone? Ti risponde che non uccide di persona colui che è esecutore materiale d'un precetto giusto. Agostino, La menzogna 13, 23

    La questione del suicidio . E a ragione in nessuna parte dei libri sacri canonici si può trovare che ci sia stato ordinato o permesso di ucciderci per raggiungere l'immortalità ovvero per evitare o liberarsi dal male. Al contrario si deve intendere che ci è stato proibito in quel passo in cui la Legge dice: Non uccidere. Da sottolineare che non aggiunge il tuo prossimo, come quando proibisce la falsa ·testimonianza: Non fare falsa testimonianza contro il tuo prossimo. Agostino, La Città di Dio 1, 20 14

    Non commetterai adulterio

    Il livello di moralità Pertanto qualsiasi cosa Dio comandi (ed una di queste è: Non commetterai adulterio) e qualsiasi cosa non è diretta-

    I dieci comandamenti (20, 1-17) mente ordinata ma è caldamente consigliata - (ed una di queste è: È meglio che un uomo non tocchi una donna (1 Cor 7, 1) - tutti questi imperativi sono giustamente obbediti solo quando sono misurati sul livello del nostro amore verso Dio e del nostro ·amore verso il nostro prossimo in Dio. Agos.tino, Manuale sulla Fede, Speranza e Amore 32, 121

    ·171

    / disdegnano di adempiere la sua parola rifiutano di credere in lu.i. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli 40, 9

    16

    Non pronunceraifalsa testimonianza

    Tutte le menzogne sono proibite Nel Decalogo infatti si dice: Non dire falsa testimonianza, che è un' espressfo-

    Il senso più alto del comamdamento Così è scritto. nella Legge: Non fornicare. Questo precetto viene osservato salutarmente, secondo il semplice suono delle lettere, dall'uomo ancora in preda alle passioni vergognose. Ma da colui che . già si è svincolato da questa condotta limacciosa e dalle affezioni impure, questo precetto sarà osservato con criterio spirituale, ·in modo da astenersi non solo dal culto degli idoli, ma anche dalle superstizioni praticate dai gentili, quindi dagli auguri, dalle divinazioni, dall'osservanza di tutti i segni, dei giorni e dei tempi; e questo in modo che egli non si lasci compromettere dalle congetture derivate da certe parole e da certi nomi,· aventi per fine di guastare la sincerità della nostra fede.·, Giovanni Cassiano, Conferenze ai monaci II, 14, 11

    Atti e pensieri Così la Legge reprime le colpe di lussuria mentre il nostro Redentore condanna anche i pensieri non casti (cf. Mt 5 , 28). Se dµnque non ascoltano Mosè e i profeti~

    non presteranno fede neppure se qualcuno risusciterà dei morti (Le 16, 31): chi infatti non si cura di osservare i precetti della Legge, che sono meno rigorosi, come troverà le forze per obbedi~·e ai comandi ben più impegnativi del nostro Salvatore? E non c'è dubbio che quanti

    ne generica comprendente ogni sorta di menzogne. In realtà quando si profferisce una parola si rende testim.o nianza di ciò che ci passa nell'animo. Ma qualcuno potrebbe obiettare che non tutte le menzogne meritano di essere chiamate falsa testimonianza. Ebbene cosa potrà costui replicare ali' affermazione: La bocca menzognera uccide l'anima (Sap 1, 11)? E perché non si pensi che l' espression~ sia compresa nel giusto senso anche quando si eccettua il caso di qualche mentitore, si vada a leggere quell'altro passo dove è detto: Tu mandi in perdizione tutti coloro che pro/feriscono menzogne (Sal 5, 7). Per questo il Signore di sua propria bocca af. fermò: Sia sulla vostra bocca il s~ si: e il

    no, no. Il di p;·ù viene dal maligno (Mt 5, 37). In questo senso anche l'apostolo, quando prescrive di spogliarsi dell'uomo vecchio, denominazione che abbraccia tutti i peccati, con logica stringente pone al principio questa ingiunzione: Pertanto

    gettate via la menzogna [e] parlate [dicendo] la verità (Ef 4, 25). Agostino, La menzogna 5, 6

    Avidità ed avarizia La Legge per esempio ti dice: Non dire falsa testimonianza (Es 20, 16). Se tu sai che la testimonianza è vera, hai la luce nello spirito, se invece, vinto dalla cupidigia d'un turpe guadagno, avrai stabilito di dire una falsa testimonianza, comincerai già ad essere turbato· per l'assenza di Cri-

    Esodo

    172

    sto; sarai sballottato dai cavalloni della tua · avidità, correrai pericolo per la tempesta delle tue passioni e sarai sul punto di affondare per lassenza di Cristo. Agostino, Discorsi 75, 5

    17

    Non desidererai

    Un vizio antico Ha origini antiche l'avarizia, . sorta insieme con i comandamenti stessi della .Legge divina: anzi la Legge fu promulgata per reprime;fla. Ambrogio, I doveri 2, 26, 130

    Il comandamento ci conduce alla grazia Ordinandoci di non desiderare, la Legge si proponeva di invitarci a cercare, scoprendoci soffeFenti di questa malattia, il rimedio della grazia e di farci sapere con questo precetto verso ' quale meta dobbiamo dirigere i nostri sforzi durante questa vita mortale e a quale meta potremo arrivare nella beatissima immortalità futura. Se infatti" non dovessimo mai raggiungere ..questa perfezione, avrebbe dovuto mai essere comandata. Agostino,

    Nozze e concupiscenza 1, 29, 32

    L'avidità ci imprigiona nel peccato Ecco, la Legge ti dice: Non desiderare. ·Hai conosciuto una Legge che ti dice: Non desiderare, ma ecco insorgere la concupiscenza che tu non conoscevi. Essa era nell'uomo ma non la si conosceva. Cominciasti a far degli sforzi per vincere questa potenza che avevi in te, e apparve quel che prima ti era celato. O superbo, attraverso la Legge diventasti prevaricatore. Riconosci la grazia e lodane [Dio]. · Agostino, Discorsi 26, 9

    Il timore della ·pl.;lnizione non.·è sufficiente Anche il leone è distolto dalla preda da grande terrore di armi e di dardi e forse da una moltitudine che lo aggira o gli muove contro; eppure leone viene eleone si allontana; non si è impadronito della preda, no ha deposto la ferocia. Se ti riscontri tale, si tratta pur sempre di giustizia, di una giustizia per I~ quale ti risparmi tormenti. Che c'è di grande nel timore del castigo? Chi non lo teme? . Agostino,

    Discorsi 169, 6, 8

    Che significa cessare dalla concupiscenza E in che consiste l'eliminazione se non in ·ciò che dice la Leg·ge: Non avere concupiscenze (Es 20, 17; Rm 7, 7)? La perfezione del bene consiste nell'essere totalmente liberi dalla concupiscenza, perché in ciò consiste l'eliminazione del male. Questo è ciò che afferma l' apostolo: I:attuazione per/etta del bene non è in mio potere. Non era in suo potere non sentire la concupiscenza: era in suo potere frenare la concupiscenza per non assecondarla, e rifiutarsi. di offrire le sue · membra al servizio della concupiscenza. Agostino, Commento al Vangelo di Giovanni· 41, 12

    Evitare il desiderio della proprietà Fu dunque data la Legge, la quale, · per non dilungarmi, ha tra gli altri precetti quello di non desiderare la roba del tuo prossimo. Non devi desiderarla. Passando davanti alla bella casa di un altro, non devi sospirare perché è attraente.

    Non devi desiderare la roba del tuo prossimo. Del Signore è'la terra e quanto contiene (Sai 23, l); e se tu possiedi Dio, che cosa non è in tuo dominio? Comunque,

    I dieci comandamenti (20, 1-17)

    la roba del tuo prossimo tu non la devi desiderare. Agostino, Discorsi 252A, 6

    David fu preso dal desiderio La Legge dell'Antico Testamento proibisce di desiderare la donna d, altri, ma non vieta - con pene - al re di impor~

    173

    re gesta gloriose ai soldati o di desiderare acqua. Tutti sappiamo che David, trafitto dalla spada della concupiscenza, desiderò e si prese la sposa di un altro. Duri castighi colpirono il suo peccato, ed egli espiò nei gemiti della penitenza il male compiuto. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli 34, 16

    IL TIMORE DI DIO

    Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi: il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano. Allora dissero a Mosè: «Parla tu a noi e noi ascolteremo, ma non ci parli Dio, altrimenti moriremo!» . .. .Farai per me un altare di terra e, sopra, offrirai i tuoi olocausti e i tuoi sacrifici di comunione, le tue pecore e i tuoi buo~· in ogni luogo dove io· vorrò ricordare .il mio nome, verrò a te e ti benedirò. Se tu mi fai un altare di pietra, non lo costruirai con pietra tagliata, perché alzando la tua lama su di essa, tu la renderesti profana. Non salirai sul mio altare per mezzo di gradini: perché là non si scopra la tua nudità (20, 18-26). C'è un grande contrasto fra la proclamazione della Legge al Sinai e la venuta dello Spirito Santo durante la Pentecoste (Agostino). Dio non ha bisogno
  • (25, 1-9). Il tessuto di scarlatto tinto due volte ci ricorda il doppio amore di Dio e dd prossimo (Gregorio Magno). Il tabernacolo era solo un modello, ed anche transitorio, che doveva ancora· essere portato a compimento nella Chiesa (Efrem).

    4

    Tessuti di scarlatto

    . I due grandi comandamenti Per l'ornamento del tabernacolo si comanda di offrire del cocco tinto due volte 26, come a dire che, 'al cospetto del1'Altissimo, la nostra carità deve assumere i colori dell'amore verso Dio e verso il prossimo. Ama veramente se stesso chi nutre sentimenti di limpido affetto verso il Creatqre. Quindi il cocco è tinto due volte quando lo spirito, nel trasporto per la verità, arde d'amore verso di sé e verso il pr.o ssimo. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli' 17, 11

    9

    Il modello del tabernacolo

    Solo un esempio o modello Dicendo a lui: Farai tutto secondo il modello del tabernacolo che ti ·mostrerò, in primo luogo Dio lo chiamò un modello ed un tabernacolo temporaneo per in'dicare che .esso era transitorio e che sarebbe stato sostituito dalla Chiesa, il prototipo perfetto che dura per sempre. E cosl. .. lo avrebbero tenuto in considerazione per la sua somiglianza con il tabernacolo divino. Efrem, Commento sull'Esodo 25 , 1

    26 La versione dci LXX e la Vulgata aggiungono «tinto due volte» a «scarlatto» per indicare la sua alta qualità.

    PROGETTO DELL'ARCA

    «Faranno dunque un)arca di legno di acacia: avrà due cubiti e mezzo di lunghezza) un cubito e mezzo di larghezza) un cubito e mezzo di altezza. La rivestirai d) oro puro: dentro e fuori la rivestirai e le farai intorno un bordo d) oro. Fonderai per essa quattro anelli d) oro e li fisserai ai suoi quattro piedi: due anelli su di un lato e due anelli sul!)altro ... Farai due cherubini d) oro: li/arai lavorati a martello sulle due estremità del aoperchio. Fa' un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchi'o alle sue due estremità. I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio/ saranno rivolti.l'uno·verso l'altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore del!' arca e collocherai nell'arca la Testimonianza che io ti darò» (25, 10-22). È rischioso cercare un significato più ~.rofondo in ogni dettaglio del tabernacolo (Origene). L'arca prefigura la Chiesa, e gli anelli d'oro che la sostengono ai .quattro angoli sono i quattro Vangeli (Gregorio Magno). La mente e l'intelletto sono d'oro, mentre il linguaggio ed il discorso sono d'argento (Origene). I due cherubini rappresentano i due Testamenti, che sono la pienezza della conoscenza (Gregorio Magno). Il coperchio o seggio della miseriçordia sull'arca era il luogo da cui Dio parlava al sommo sacerdote mentre pregava (Isacco cJ.i., Ninive).

    ° Costruendo un'arca

    1

    L'arca e i suoi dettagli sono simboli Ma quando viene letto il passo riguardo i vari oggetti che costituiscono larca, credendo che essi siano simboli, alcuni cercano delle idee che possano poi applicare a ciascun dettaglio che viene menzionato riguardo H tabernacolo. Ora, · per quanto concerne la loro convinzione che il tabernacolo sia un siffibolo di qualcosa, non hanno torto; ma nell'applicare correttamente la parola della Scrittura al-

    l'idea particolare di cui il tabernacolo è un simbolo, qui a volte alcuni cadono in errore. Origene, Sui Principi 4, 2, 2 12

    Quattro anelli d'oro

    Gli anelli e le stanghe Che cosa è rappresentato dall'arca se non la santa Chiesa? Si ordina poi che ad essa vengano aggiunti quattro anelli agli angoli, e ciò senza dubbio significa che essa, per il fatto che si estende dilatando-

    Esodo

    198

    si nelle quattro parti del mondo, è annunciata cinta dei quattro libri del Santo Evangelo. E si fanno stanghe di legno di acacia da inf~arsi nei medesimi anelli per il trasporto, perché bisogna cercare maestri forti e perseveranti come legno che non imputridisce, i quali, sempre intenti allo studio dei libri sacri, annuncino l'unità della sahta Chiesa portando l'arca come inseriti in quegli anelli, poiché portare l'arca con le stanghe significa, per i buoni maestri, condurre la santa Chiesa alle rozze menti degli infedeli attraverso la: predicazione. E le stanghe devono essere pure ricoperte d'oro, cioè i maestri che, mentre con i loro discorsi predicano agli altri, devono risplendere anche loro per la luminosità della vita. Gregorio Magno, ·. La regola pastorale 2, 11 18

    Due cherubini d'oro

    I cherubini rappresentano la pienezza della conoscenza Ed è scritto: Le parole di Dio sono pa-

    role pure, argento purificato nel fuoco (Sa! 11 [12], 7); e in altro luogo: La lingua del giusto è argento puro (Prv 10, 20). E i cherubini sono detti d'oro perché simboleggiano la pienezza della conoscenza. E si comanda di porre nella tenda della testimonianza un candelabro di oro massiccio, che mi sembra simboleggiare la Legge naturale in cui è contenuta luce di co- · noscenza. Ma a che radunare molte testimonianze, là dove chi vuole apprendere ha a disposizione molti passi della Scrittura in cui viene indicato che l'oro è messo in rapporto col senso e la ragione, e l'argento con la parola e il discorso? Origene, Commento al Cantico dei Cantici 2, 1, 11-12

    I due Testam~nti Pensiamo anche ai due cherubini che coprono il propiziatorio e si guardano con i volti orientati verso di esso. Il termine «cherubino» significa «pienezza di scienza», e cosa dobbiamo vedere in essi se non i due Testamenti? Il p1·opiziatorio cosa designa se non il Signore incarnato? Di lui, Giovanni scrive: Egli è,

    infatti: propiziazione per i nostri peccati (1 Gv 2, 2). Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli' 25, 3

    21

    Il coperchio o seggio della misericordia .

    Le rivelazioni sono date nella preghiera . La stessa cosa si adatta al coperchio posto in cima all'arca, da cui il sacerdote apprendeva da Dio tutto quanto fosse necessario per rivelazione una volta all' anno, quando il sommo sacerdote entrava al momento solenne della preghiera: mentre tutte le tribù di Israele erano raccolte e stavano in soggezione e tremanti in preghiera nella tenda esterna. Il sommo sacerdote entrava nel santuario interno, e mentre giaceva prostrato sulla sua faccia, le parole di Dio erano udibili dall'interno di quel coperchio che era sopra l'arca, per mezzo di una ineffabile e solenne rivelazione. Quanto spaventoso era il mistero che veniva compiuto in quel1'occasione. Ed è la stessa cosa con tutte le rivelazioni e visioni che sono venute ai santi: sono tutte avvenute nel momento

    della preghiera.

    · .

    Isacco di Ninive, Omelie sulla perfezione relt'giosa 22

    ·LA TAVOLA

    «Farai una tavola di legno di acacia: avrà due cubiti di lunghezza) un cubito di larghezza) un cubito e mezzo di altezza» (25, 23-3O). Il tempio er~ costruito in modo tale che il fumo dell'incenso riempisse il santuario interno (Beda).

    23

    Una tavola di legno di acacia

    L' aspett~ generale del santuario La parete mediana del tempio era fatta di tavolati di cedro dell'altezza di venti cubiti, per dividere l'oracolo, cioè il Santo dei santi, dalla prima parte del tempio. L'oracolo era lungo venti cubiti, largo venti, alto venti (1 Re 6, 20). Perciò la pàrte del tempio che stava davanti alle

    porte dell'oracolo era lunga quaranta cubiti (1Re 6, 17), e là c'erano mense e candelabri d'oro e un altare d'oro vicino alla porta dell'oracolo, perché quando vi si bruciava l'incenso il vapore del fumo salendo nascondesse l'oracolo; qui c'era l'arca del Testamento e sopra l'arca stavano i cherubini della gloria) che coprivano con l'ombra il propiziatorio (Eb 9, 5). Beda, Omelie sul Vangelo 2, 25

    IL CANDELABRO

    «Farai anche un candelabro d} oro puro . ... Guarda ed eseguisci secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte» (25, 31-40). Ci sono tre fasi nella storia della salvezza: la Legge come maestra di scuola, i precetti perfetti di Cristo e infine il Vangelo eterno del cielo (Origene). Il tabernacolo era alla seconda distanza dalla realtà celeste (Metodio). Il tabernacolo era materia, e tuttavia il suo Creatore era presente là (Giovanni Damasceno).

    40

    Secondo il modello

    La Legge era come un maestro di scuola Inoltre fu detto a Mosè stesso: Vedi di/are ogni cosa secondo la.forma e la somig!t"anza che ti è stata mostrata sul monte. Mi sembra dunque, che su questa terra la Legge era una sorta di maestro di scuola per coloro che da essa dovevano essere condotti a Cristo, ed essere istruiti al fine che, dopo la loro istruzione nella Legge, potessero essere in grado di ricevere con maggiore facilità i più perfetti precetti di Cristo. Cosl anche quell'altra terra, che accoglie tutti i ·santi, li istruirà prima cÒn le regole della Legge vera ed eterna, affinché più facilmente possano comprendere i precetti del cielo che sono perfetti, e a cui nulla può essere . aggiunto. Ed in cielo esisterà veramente ciò che è chiamato «il Vangelo eterno» (Ap 14, 6), ed .il Testamento che è sempre nuovo, e che non può mai invecchiare (Eb 6, 13 ). Origene, Sui· Principi 3, 6, 8

    Il tabernacolo era ombra di un'im"' '• magme Se la legge è spirltuale (Rm 7, 14), come dice l'Apostolo, se racchiude le immagini dei beni futuri (Eh 10, 1), togliamo dunque il velo (2 Cor 3, 6, 16) dalla lettera steso su di essa ed esaminiamo il significato preciso che si è messo a.nudo. Doveva essere un'imitazione della Chiesa il tabernacolo che gli ebrei erano chiamati a fare, perché potessero preannunziare attraverso un segno sensibile l'immagine delle realtà divine. Infatti il modello che f~ Qresentato sul monte a cui Mosè guardava nel costruire il Tabernacolo era una specie di forma ideale perfetta della dimora celeste che noi ora veneriamo, più chiara delle figure ma più oscura della verità. La verità infatti non è ancora venuta tra gli uomini com'è nella sua vera natura perché non saremmo in grado quaggiù di reggere la visione della sua pura incorruttibilità, com'è per i raggi del ·sole, senza essere danneggiati. Ma ciò che i giudei ci hanno annunziato non è l'immagine né la vérità, ma una terza cosa: l'ombra dell'immagine, ma noi contempliamo la ·s plendida immagine della dimora celeste:

    Il candelabro (25) 31-40) la verità ci sarà chiaramente manifestata dopo la risurrezione quando avremo la visione del santo Tabernacolo, della città che si trova nei cieli, il cui architetto e costruttore è Dio, visione faccia a faccia, non in modo oscuro e parziale (cf. Eb 11, 10; 1 Cor 13, 12). Metodio d'Olimpo, La verginità 5, 8

    La sacramentalità della materia Ecco anche la materia diviene pregiata, essa che presso di voi è disprezzata. Che cosa·è più volgare dei peli di capra e dei colori? O forse non sono colori il cremisi, la porpora ed il giacinto? Ed ecco anche le opere delle mani degli uomini e

    ',

    201

    le figure dei cherubini: ed inoltre, anche tutto il tabernacolo era un'immagine. Infatti, guarda - dice Dio a Mosè - ed ese-

    gui· secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte. E tuttavia esso era venerato d'ogni intorno da tutto Israele. E che cosa dovrei dire dei cherubini? Non erano dinanzi allo sguardo del popolo? E l'arca, il candelabro, la tavola, l'urna d ' oro e la verga, che il popolo guardava e venerava? Io non venero la materia, ma venero il Creatore della materia che per causa mia è diventato materia, ha preso dimora nella materia, e attraverso la materia h a operato la mia salvezza. · Giovanni Damasceno, Difesa delle immagini sacre 2, 14.

    LE STOFFE DEL TABERNACOLO

    «Quanto alla Dimora) la farai con dieci teli di bisso ritorto) di porpora viola, di porpora ·rossa e di scarlatto. Vi/arai figure di cherubini: lavoro d'artista» (26, 1-14) . . Il telo di stoffa scarlatta tinta due volte è il doppio amore di Dio e del prossimo, attraverso cui noi entriamo nel tabernacolo di Dio (Gregorio Magno).

    1

    Cortine scarlatte

    Lo scarlatto indica l'amore Non si apre a noi l'ingresso della città celèste se nella Chiesa presente, definita vestibolo perché ancora al di fuori della città superna, non pratichiamo ramore verso Dio e verso il prossimo. Per questo è stabilito che nelle cortine del tabernacolo sia intessuto il cocco tinto due volte.

    27

    Siete voi, siete voi, o fratelli, le cortine del · tabernacolo, dato che vefate mediante la fede i s.egreti celesti del vostro cuore. In esse va posto il cocco tinto due volte 21., e questo cocco ha l'aspetto del fuoco. Cos'è la carità se non un fuoco? Di essa si ~ce che va tinta due volte, cioè mediante l'amore di Dio e quello del prossimo. . Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli 38, 10

    Nell'antichità la vista era creduta risultare dall'incontro fra la luce degli occhi e la luce del-

    1'oggetto visto.

    LE PARETI DI LEGNO

    «Poi farai per la Dimora le assi di legno di acacia, da porsi verticali... Farai anche quaranta basi d'argento sotto le venti assi: due basi sotto un'asse, per i suoi due sostegni e due basi sotto l'altra asse per i suoi sostegni>> (26, 15-30). Le basi d'argento prefigurano i profeti che furono i primi a parlare dell'incarnazione del Signore, e le assi prefigurano gli apostoli che diffusero il Vangelo nel mondo intero (Paterio).

    19

    Quaranta basi d'argento

    Apostoli e profeti . Cosa possono significare le basi d'argento delle assi, se non l'ordine dei profeti? Essi furono i primi a parlare apertamente dell'incarnazione del Signore. -Furono come basi, e li vediamo sorgere dalle fondamenta e sostenere il peso de1l~ struttura costruita su di loro. Così quando il Signore invitò Mosè a costruire le assi del tabernacolo, Mosè le fece porre sulle loro basi d'argento dagli operai. E cosa significano le assi se non gli apostoli, che erano sparsi per il mondo al fine di fare la loro predicazione? Cosa significano le basi d'argento se non i ·profeti? Sono solide, di metallo fuso e sostengono le assi poggiate su di esse. Le vite degli apostoli sono guidate dalla loro proclamazione e rafforzate dalla loro autorità. Così due basi sono unite e poste sotto ciascun'asse (cf. Es 26, 18-25). In-

    fatti quando i santi profeti concordano in ciò che dicono riguardo l'incarnazione del Mediatore, sen.za dubbio costruiscono i predicatori nella Chiesa che seguirà a loro. Non sono in disaccordo fra di loro, e rendono i predicatori più forti. Dio giustamente comanda che le basi, che significano i profeti, devono essere fuse in argento. Il bagliore dell'argento è mantenuto dall'uso; quando non è usato, diventa nero. I profeti parlarono prima che il Mediatore venne. Siccome le loro parole non erano unite in un'unica comptensione spidtuale e non potevano essere viste chiaramente a causa del buio, rimasero, per così" dire, nere. Ma in seguito il Mediatore venne e ripulì i nostri occhi con la mano della sua incarnazione. Tutta la luce che era nascosta nei nostri occhi, la rese chiara. Rese utili le intenzioni degli antichi padri, perché confermò le loro parole con i fatti. Paterio, EJposizione dell'Antico ·e Nuovo Testamento, Esodo 43

    I VELI

    «Farai il velo di porpora viola) di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto. Lo si farà con figure di cherubini, lavoro di disegnatore. Lo appenderai a quattro colonne di acacia, rivestite d) oro, con uncini d'oro e poggiate su quattro basi d)argento. Collocherai il velo sotto le fibbie e là, nel!)inter- · no oltre il velo, introdurrai l'arca della Testimonianza. Il velo sarà per voi la separazione tra il Santo e il Santo dei ·santi» (26, 31-3 7).

    n

    velo che divide il tabernacolo prefigura la distinzione nella futura ecclesia fra coloro che sono pellegrini sulla terra, e quelli che regnano in cielo con il Signore (Beda). La parola divina è chiara come argento e sostien~ la Chiesa e la sua predicazione (Paterio). Il santuario esterno è la Chiesa come è adesso, dove tutti i cristiani, dal momento che sono sacerdoti, amministrano e offrono sacrifici (Origene). ·

    31

    Fabbricazione del velo

    Solo il Signore è passato in cielo Il tempio è diviso in due 'da .una parete divisoria a mo' di velo: la 'parte più esterna era chiamata santuario, quella più interna, dove era stata posta l'arca del testamento, era chiamata Santo dei Santi. La Chiesa in parte è pellegrina in terra lontana dal Signore, in parte regna con lui nei cieli. La parete mediana significa il cielo; l' ~rea del testamento il Signore, che solo conosce i misteri delPadre ed è salito fin nell'interno del cielo. Beda, Omelie sul Vangelo 2, 1·

    32

    Quattro basi d'argento

    La parola di Dio è argento puro Il tabernacolo è una prefigurazione della Chiesa. Così Dio dice a Mosè che le basi delle quattro colonne poste sotto di esso devono essere d'argento. Cosa signi. fica l'argento se non la chiarezza della parola divina? La Scrittura dice: Le parole

    del Signore sono parole pure) argento puri~ ficato dal fuoco} ripulito dalla terra (Sal 12, 6). Le basi sono rivestite d'argento e tengono sulle quattro colonne del tabernacolo, come i predicatori della Chiesa sono adorni di divina eloquenza. Forniscono un esempio in ogni senso; hanno le · parole dei quattro evangelisti sulle loro labbra e nelle loro azioni. Paterio, Esposizione dell'Antico

    e Nuovo Testamento, Esodo 44

    I veli (26, 31-37) 33

    Il velo separa il Santo dal San.to dei Santi ·

    205

    i sacerdoti servono all'altare degli olocausti (Hs 29, 5), nel quale è acceso quel fuoco del quale Gesù ha detto: Sono venuto

    Il primo santuario è la Chiesa

    a gettare il fuoco sulla terra e quanto desidero che sia acceso. (Le 12, 49). Non mera-

    Se ti è manifesto l'antico uso dei sacrifici, vediamo che cosa essi inoltre contengano secondo il senso mistico. Hai sentito che ci sono due santuari, uno come visibile e aperto ai sacerdoti, l'altro come invisibile e inaccessibile: ecçetto il solo pontefice, tutti gli altri sono fuori. Ritengo che questo primo santuario possa intendersi come questa Chiesa, nella . quale siamo ora, posti nella carne: in essa

    vigliarti che questo santuario sia aperto ai soli sacerdoti. Giacché tutti quelli che sono stati unti con l'unguento del sacro crisma, sono divenuti sacerdoti, come anche Pietro dice ·a tutta la Chiesa: Voi stz'rpe eletta) regale sacerdozio) nazione santa (1 Pt 2; 9). Siete dunque stirpe sacerdotale e perciò avete accesso al santuario. Origene, Omelie .çu/ Levitico 9, 9

    \

    L'ALTARE DELL'OLOCAUSTO

    «Farai taltare di legno di acacia» (27, 1-8). L'altare del sacrificio rappresentava il culto orientato carnalmente dell'Antica Alleanza; l'altare d'incenso indicava l'ordine della grazia nella Nuova Alleanza (Beda).

    1

    I:altare di legno di acacia

    Gli altari e i due Testamenti Nel tempio e' erano due altari che indicano i due Testamenti nella Chiesa. Il primo, l'altare dell'olocausto, era ,ricoperto di bronzo e collocato davanti alle porte del tempio per l'offerta di vittime e

    di sacrifici, e indica i cultori carnali del1'Antico Testamento. C'era poi r altare dell'incenso coperto d'oro, che era stato collocato vicino alla portà del Santo dei Santi per diffondere i profumi, e indica l'interiore e più perfetta grazia del Nuovo Testamento e dei suoi cultori. Beda, Omelie sul Vangelo 2, 19

    GLI ABITI DEI SACERDOTI

    «Faranno l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto, artisticamente lavorati. Avrà.due spalline attaccate alle due estremità e in tal modo formerà un pezzo ben unito. La cintura per fissarlo e che sta sopra di esso sarà della stessa fattura e sarà d'un sol pezzo: sarà intessuta d'oro, di porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. Prenderai due pietre di onice e inciderai su di esse i nomi degli israeliti: sei dei loro nomi su.,lla prima pietra e gli altri sei nomi sulla seconda pietra, in ordine di nascita ... Le pietre corrisponderanno ai nomi degli israeliti: dodici: secondo i loro nomi: e saranno incz~çe come sigilli: ciascuna con il nome corriJpondente, secondo le dodici tribù ... Unirai al pettorale del giudizio gli urim e i tummim ad. Saranno così sopra il cuore di Aronne quando entrerà alla presenza del Signore: Aronne porterà il giudizio degli israeliti sopra il . suo cuore alla presenza del Signore per sempre>> (28, 1-30). Il sacerdote deve possedere saggezza, la comprensione delle cose celesti, vera virtù e carità, così come uno spirito di astinenza (Gregorio Magno). Il numero dodici ricorre spesso nelle Scritture (Tertulliano). Tutte le dodici pietre sono necessarie per preservare la fede .iptatta (Ambrogio). Le dodici pietre circondano I'urim e il tummim, che puntano verso Cristo come manifestazione e verità (Cirillo d'Alessandria). \

    8

    Oro, porpora viola e rossa, scarlatto

    Le virtù di un sacerdote Ed è anche giustamente prescritto che il velo omerale sia d'oro, di violaceo~ di porpora, di scarlatto tinto due volte 28 e di bisso ritorto, per dimostrare di quante virtù debba risplendere il sacerdote~ . Ora, nelr abito del sacerdote, sopraùutto

    rifulge I' oro poiché in lui deve brillare principalmente un'intelligenza sapiente. Ad esso si aggiunge il violaceo che risplende di riflessi d'oro, affinché attraverso ogni conoscenza a cui perviene, egli non ricerchi basse soddisfazioni, ma si innalzi ali' amore delle cose celesti; e non avvenga che mentre si lascia prendere incautamente dalle lodi che gli vengono rivolte, resti privo proprio dell'intelligenza

    ad

    LXX traduce.urim e tummim come «manifestazione e verità».

    28

    Cf. nota 26.

    208

    Esodo

    della verità. All'oro e al violaceo si mescola pure la porpora, per indicare cioè che il cuore sacerdotale, mentre spera le cose somme che predica, deve reprimere anche in se stesso le suggestioni dei vizi e contraddire ad essi come in virtù di un potere regale, poiché egli deve avere sempre di mira la nobiltà di una continua intima rigenerazione e· difendere, coi suoi costumi, labito del regno celeste ... Inoltre, ali' oro, al violaceo e alla porpora si aggiunge lo scarlatto tinto due volte, a significare che agli occhi del Giudice interiore ogni bene di virtù deve adornarsi della carità, e tutto quanto risplende davanti agli uomini, alla presenza del Giudice occulto deve essere _acceso dalla fiamma dell'amore intimo. Ed è evidente che la carità, in quanto ama Dio e il prossimo, rifulge quasi di una doppia tintura. Pertanto, colui che anela alla ·bellezza del Creatore, ma trascura di occuparsi del . prossimo, oppure si occupa del prossimo ma è torpido nell'amore di Dio, per aver trascurato uno di questi due precetti, non sa portare lo scarlatto tinto due volte sul velo omerale. Resta ancora però, senza dubbio, che quando lo spirito è teso verso. i comàndamenti della carità, la carne deve macerarsi nell'astinenza. Perciò si' aggiunge allo scarlatto il bisso ritorto. In~ fatti il bisso nasce dalla terra con un aspetto splendente, e che cosa può essere designata dal bisso se non la castità luminosa per la dignità di un corpo puro? Ed essa si intreccia, ritorta, alla bellezza del velo omerale perché la castità è portata al . candore perfetto della purezza quando la carne si affatica nell'astinenza. E quando, tra le altre virtù progredisce anche il merito di w1a carne umiliata, è come bisso ritorto che risplende nella varia bellezza del velo omerale. Gregorio Magno, La regola pastorale 2, 3

    21

    Dodici pietre

    Il numero dodici Ma perché [Cristo] scelse dodici apostoli, e non un numero diverso? In verità potrei da ciò giungere alla conclusione che [tale scelta] fu pre.detta a Cristo noD: solo dai profeti ma dal linguaggio concreto dei fatti. Infatti trovo accenni figurati a questo numero su e giù nella concessione del Creatore delle dodici fon ti di Elim (cf. Nm 33, 9); nelle dodici gemme dell'abito sacerdotale di Aronne; e nelle dodici pietre che Giosuè stabili di prendere dal Giordano e di porre come base dell'arca dell'alleanza. Tertulliano, Contro Marcione 4, 13, 3-4

    Dodici pietre e dodici apostoli Su queste dodici pietre preziose (se così le possiamo chiamare) si erge la colonna della fede. Queste sono, infatti, quelle ben note pietre preziose: il sardonice, il diaspro, lo smeraldo, il crisolito e tutte le altre pietre che sono intessute nella veste del venerabile Aronne, cioè di colui .che è figura di Cristo, intendiamò dire, del vero sacerdote - pietre incastonate nell'oro e che recano incisi i nomi dei figli di Israele, dodici pietre connesse l'una con l'altra. Infatti, se uno le separasse o le staccasse, si disgregherebbe tutta la struttura della fede. Ambrogio, La fede 2, prologo 4

    La 1nanifesta:lione e la verità dell'Emanuele Sul petto del sommo sacerdote vi erano alcune pietre pendenti, dodici di numero, in mezzo alle quali erano poste due altre pietre, manifestazione e verità. Per mezzo ·di un enigma attraverso queste pietre viene rappresentato chiaramente il coro

    Gli abiti" dei sacerdoti (28) 1-30)

    degli apostoli, che circondavano l'Emanuele, il quale è manifestazione e verità. Infatti egli ha manifestato la verità sottraendo il culto di Dio dalle ombre e dai simboli. Cirillo di Alessandria, Lettere 55, 28 30

    Aronne porterà il giudizio degli israeliti

    Giudizio vero e giusto Per il sacerdote portare il giudizio dei figli d'Israele sul petto davanti al Si-

    209

    gnorc significa trattare le cause dci sudditi avendo di mira solo la volontà del Giudice interiore, perché ad essa non si mescoli nulla di wnano in ciò che egli dispensa come rappresentante di Dio né alcun risentimento personale inasprisca l'ardore della correzione. E quando si mostra pieno di zelo contro i vizi altrui, persegua innanzitutto i propri perché un'invidia nascosta non contamini la pacatezza del giudizio, o non la turbi un'ira precipitosa. Gregorio Magno, La regola pastorale 2, 2

    ALTRI ABITI

    «Farai il manto dell'efod, tutto di porpora viola con in mezzo una scollatura per la testa; il bordo attorno alla scollatura sarà un lavoro di tessitore come la scollatura di una corazza ae, che non si lacera. Farai sul suo lembo melagrane di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto, intorno al suo lembo, e in mezzo porrai sonagli d'oro: un sonaglio d'oro e una melagrana, un son.aglio d'oro e una melagrana intorno ali'orlo del man_to» (28, 31-43). La melagrana ha molti semi protetti da un unico involucro: così la Chiesa abbraccia innumerevoli persone (Gregorio Magno).

    .H

    Una campanella d'oro e una melagrana

    L'unità della fede Perciò nella veste del sacerdote, se. condo la parola divina, ai campanelli si uniscono le melegrane. E che cosa viene designato con le melegrane se non l'unità

    della fede? Infatti, come nelle melegrane i molti grani dell'interno sono protetti da un'unica buccia esterna, così l'unità della fede protegge tutti insieme gli innumerevoli popoli che costituiscono la santa Chiesa e che si distinguono all'interno per la diversità dei meriti. Gregorio Magno, La regola pastorale 2, 4

    ae La p~rola ebraica è di significato incerto («abito» o çattura la mente degli ascoltatori, e, insegnando così, porge davvero una coppa. Un altro non riesce a trasmettere alla

    perfezione ciò che sente, ma se in qualche modo compie l'annuncio offre al gusto il suo modesto bicchiere. Posti nel tabernacolo di Dio, cioè nella santa chiesa, se non siete in grado di porgere grandi coppe di sapienza e dottrina, per quanto vi riesce con l'aiuto divino offrite al vostro prossimo i piccoli calici della buona parola. Se vi sembra di aver compiuto qualche progresso, portate altri con voi, e coltivate il desiderio di avere compagni sulla via di Dio. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli 6, 6

    IL CANDELABRO, GLI ALTARI DELL'INCENSO E DEGLI OLOCAUSTI; E IL RECINTO

    Fece il candelabro d'oro puro .... Fece l'altare per bruciare l'incenso, di legno di acacia ... Fece l'altare ai di legno di acacia ... Fece la conca di rame e il suo piedestallo di rame, impiegandovi gli specchi delle donne, che nei tempi stabiliti venivano a prestar servizio all'ingresso della tenda del èonvegno. Fece il recinto ... (37, 17 - 38, 20) . · Dobbiamo prima essere purificati dai peccati per mezzo del pentimento, e po! entrare

    nei segreti di Dio (Gregorio Magno).

    38 8 '

    La conca di bronzo

    La conca della compunzione Mosè dunque colloca una vasca di bronzo nella quale i sacerdoti devono purificarsi ed entrare nel Santo dei Santi:

    la Legge divina ci impone di purificarci nella compunzione, perché le nostre colpe non ci rendano indegni di penetrare gli incontaminati segreti di Dio. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli 17, 10

    aj La traduzione italiana segue il testo dei LXX. Il testo ebraico e la Vulgata aggiungono: «degli · olocausti>>.

    L'ABITO DEL.SOMMO SACERDOTE

    Con porpora viola e pòrpora rossa, con scarlatto e bisso fece le vesti-liturgiche per officiare nel santuario. Fecero le vesti sacre di Aronne, come il Signore aveva ordinato a Mosè. Fecero l'efod con oro, porpora viola e porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto. Fecero placche d'oro battuto e le tagliarono in strisce sottili: per intrecciarle con la porpora viola, la porpora rossa, lo scarlatto e il bisso, lavoro d'artista. Fecero all1efod due spalline1 che ven"" nero attaccate alle sue due estremità/ çosì ne risultò un pezzo tutto unito (39, 1-21) . . L'abito era doublejace; così le nostre opere buone posso.Q.o essere viste dal prossimo nostro, ma rimanere prive di difetti alla vista di Dio (Beda).

    ·

    4

    Attaccate alle due estremità

    Le opere buone: il fuori e il dentro Da ciò sembra che si sia trattato dei bordi di due parti che venivano uniti insieme dall'alto al basso in entrambi i lati a for~are un abito' doppio. In questo modo ... metà dell'abito sarebbe stato visibile agli .occhi di quelli che vi guardavano

    da fuori, mentre l'altra metà sarebbe rimasta nascosta al di dentro, e i bordi uniti sarebbero scesi fino al punto più basso al di sotto. Che altro dobbiamo capire per mezzo di questa figura se non che, mentre mostriamo le buone opere al di fuori davanti al nostro prossimo, dobbiamo mantenerle senza macchia anche al di dentro davanti al Signore? Beda, Sul. Tabernacolo 3, 4

    EREZIONE DEL SANTUARIO

    Secondo quanto il Signore aveva ordinato a Mosè) gli israeliti avevano .eseguito ogni lavoro. Mosè vide tutta f opera e riscontrò che t avevano eseguita come il Signore aveva ordinato. Allora Mosè li benedisse. Il Signore parlò a Mosè e gli disse: «Il primo giorno del primo mese erigerai la Dimora) la tenda del convegno» (40, 1-38). Il tabernacolo fu·eretto nel primo giorno del primo mese, poiché questo è il tempo in cui Dio creò il mondo e Cristo subì la sua passione salvifica (Teodoreto di Cirro).

    2

    Nel primo giorno del primo mese

    Quando il mondo fu creato Perché Dio ordinò ~ Mosè di erigere il tabernacolo nel primo giorno del primo mese? Perché in quel momento egli creò il mondo. Il germogliare degli albe·d attesta questo fatto. La Scrittuta dice: . La terra produca erba come foraggio, e se-

    mini il seme secondo il suo tipo e la sua somiglianza, e alberi da frutto che producano frutto, con il suo seme i·n sé nella sua somiglianza, secondo il suo tipo sulla terra (Gn 1, 11). Quando comincia la primavera, i prati fioriscono, i campi crescono come onde, e gli alberi producono i loro frutti. Così anche in questa stagione Dio liberò Israele dalla schiavitù d'Egitto e

    l'arcangelo Gabriele portò alla santa vergine le buone notizie della sua misteriosa concezione. In questa stessa stagione il Signore Gesù Cristo subì la sua passione salvifica. In modo estremamente acconcio il Signore Dio di tutto ordinò che il tabernacolo fosse eretto nel primo giorno del primo mese, poiché esso era l'immagine del mondo intero, ed anche in modo che il popolo potesse prepararsi per la festa della Pasqua, che la Legge comandava ai giudei di celebrare come la loro prima festa. A quel tempo essi stavano per celebrare questa festa per la prima volta nel deserto, poiché questo era il secondo anno dopo la loro liberazione dalla schiavitù. Teodoreto di Cirro, Questioni sull'Esodo 72

    LEVITICO

    GLI -OLOCAUSTI

    Il Signore chiamò Mosè e dalla tenda del convegno gli disse: «Parla agli israeHti e rz/erlsci loro: Quando uno di voi vorrà fare un'al/erta al Signore, offrirete ·bestiame grosso o minuto ... Scorticherà la vittima e la taglierà a pezzi.. . Poi il sacerdote brucerà il tutto sul!'altare come olocausto, sacrificio consumato dal fuoco, profumo soave per il Signore. Se la sua offerta è un olocausto di bestiame minuto, pecora o capra, egli offrirà un maschio senza difetto. Lo immolerà dal lato settentrionale dell'altare davanti al Signore e i sacerdoti: figli di Aronne, spargeranno il sangue attorno all'altare ... Se la sua offerta al Signore è un olocausto di uccelli: offrirà tortore o colombi» (1, 1-17). Le dettagliate istruzioni rituali per i sacrifici dell'olocausto nella Legge antica hanno un'analogia in noi stessi, nella nostra ricerca di purificazione dal peccato, di controllo sulle tentazioni e di crescita nella santità (Paterio). Gli uccelli da offrire in sacrificio sono simboli di virtù (Beda).

    6

    Scortica e taglia a pezzi l'offerta bruàata \

    '

    Affrontare la tentazione Noi scuoiamo una vittima quando rimuoviamo l'illusione della virtù dagli occhi della mente. Tagliamo le sue membra a pezzi quando con attenzione distinguia. mo il contenuto di una virtù, e la ponderiamo passo a passo. Dovremmo aver cura di non dmpiazzare il male con beni frivoli dopo averlo sconfitto. Altrimenti . questi beni potrebbero produrre incostanza, potrebbero dare luogo alla frivolezza, perdersi nel cammino dell'errore, rompersi per la pigrizia e distruggere il valore del lavoro già fatto. In tutte le cose la mente dovrebbe guardarsi intorno con attenzione e perseverare nella sua

    previdenza. Dovremmo anche notare che siamo talvolta afflitti da · un impulso ai pensieri illeciti, poiché siamo impegnati in qualche attività materiale, anche se legittima. Quando un atto materiale si tinge di desiderio, anche in misura minima, il potere dell'antico nemico cresce contro di noi e le nostre menti sono corrotte da una non piccola oppressione di tentazione. Pertanto il sacerdote della Legge è invitato a bruciare nel fuoco parti della vittima che è stata tagliata a pezzi, precisamente, la testa e le parti intorno al fegato; ma le zampe e gli intestini della vittima deve lavare in acqua. Noi bruciamo la testa e ciò che è vicino al fegato quando, nei sensi che regolano l'intero corpo e nei nostri sensi nascosti, bruciamo della fiamma dell'amore divino. Ed il sacerdo-

    254

    Levitico

    te ha l'ordine di lavare le zampe e gli intestini della vittima. Le zampe toccano la terra, e gli intestini portano gli escrementi. Noi siamo spesso in ardore per il desiderio di eternità e nel nostro senso di devozione bramiamo la nostra mortificazione. Ma siccome stiamo ancora facendo qualcosa di materiale a causa della nostra debolezza, tolleriamo nei nostri cuori alcuni pensieri illeciti che abbiamo soppresso. E quando impure tentazioni contaminano i nostri pensieri, cosa contengono essi se non escrementi degli intestini della vittima? Per essere bruciati necessitano di essere lavati, perché è indispensabile che il pianto nel timore lavi pensieri impuri. Il fuoco celeste può bruciarli in un sacrificio accettabile. Tutto ciò che la mente soffre nella sua· lotta o nella memoria della sua prima conversio-

    ne deve essere"lavato, così che possa bruciare più dolcemente alla vista di colui che lo contempla. Paterio, Esposizione dell'Antico e Nuovo Testamento, Levitico 1

    l4

    Offrendo tortore e colombi

    Semplicità e castità In molte cerimonie della Legge era prescritto che chi doveva essere purificato, fosse purificato per n1ezzo di questi [uccelli]. La colomba indica la semplicità, la tortora la castità, perché la colomba' ama la semplicità e la tortora la castità, tanto che se ha perso il coniuge non si cura di cercarne altro. Beda, Omelie sul Vangelo 1, 18

    OFFERTE DI CEREALI

    Nessuna delle oblazioni che offrirete al Signore sarà lievitata: non brucerete né lievito, né miele come sacrificio consumato dal fuoco in onore del Signore; potrete offrire queste cose al Signore come offerta di primizie, ma non saliranno sull'altare a titolo di profumo soave. Dovrai salare ogni tua offerta di oblazione: nella tua oblazione non lascerai mancare il sale dell'alleanza del tuo Dio,· sopra ogni tua offerta offrirai del sale. Se offrirai al Signore una oblazione di primizie, offrirai come tua oblazione di primizie spighe di granò fresche abbrustolite sul fuoco e chicchi pestati di grano nuovo. Verserai olio sopra di essa, vi metterai incenso: è una oblazione (2, 1-16). Il miele _e la cera d'api sono ambigui al gusto; perciò non sono offerti in sacrificio. Il miele è un segno di piacere sensuale (Girolamo). Il sale, che è la meditazione sulle Scritture, punge e disinfetta (Metodio d'Olimpo). Il sale è la st~gionatura che rende il discorso pieno di grazia (Girolamo). Il sale distrugge la corruzione e restituisce la salute (Macario). Il sale della tentazione può rafforzare l'anima (Origene). I prirrii frutti della Chiesa sono i neobattezzati (Ambrogio).

    u

    Non bruciare lievito o miele \

    Miele e cera non sono offerti a Dio Le labbra della meretrice stillano miele (Prv 5, 3); il quale miele per qualche tempo darà gusto al palato di chi lo succhia, ma più tardi si rivelerà più amaro del fiele (cf. Ap 10, 9-10). P er questo nei sacrifici del Signore non si offre il miele, ed è pure bandita la cera, che accoglie il miele: nel Tempio di Dio, infatti, s'accende l'olio che si spreme dalle olive amare (cf. Es 27, 20). Girolamo, Lettere 128, 2

    Il miele è un segno di piacere Il miele non si offre affatto: Chiunque lo avrà toccato - si dice - sarà impuro. Il miele è sinonimo di piacere e di dolcezze: sempre i piaceri arrecano morte e mai sono graditi a Dio. Girolamo, Commento al Vangelo di Marco l, 1-12 0

    Sale dato con tutte le offerte

    Il sale della tentazione rafforza r anima Come la carne, se non è cosparsa di sale, non importa quanto grande e speciale sia, diventa marcia, così anche l'ani-. ma, se non è costantemente salata dalle

    Levitico

    256

    tentazioni, diventa subito debole e molle. Per questa ragione è stabilita la regola per cui ogni sacrificio sarà offerto con il sale. . Origene, Omelie sui Numeri 27, 12

    Il sale della Scrittura punge Per tal fatto nel Levitico esiste il divieto di offrire al Signore Dio qualsiasi dono che non sia stato prima cosparso di sale. Ci è stato infatti dato un sale aspro che ci mortifica a nostro vantaggio: è qualsiasi meditazione spirituale delle Scritture, prescindendo dalla quale è impossibile che l'anima venga presentata all'Onnipotente per mezzo del Verbo. Disse il Signore agli apostoli: Voi siete il sale della terra (Mr5, 13). Metodio d'Olimpo, La verginità 1, 1

    Il sale pu~ifica l'anima Se l' ani.ma si rifugia in Dio, crede e cerca il sale della vita, che è il bene e lo Spi.rito che ama le persone, poi il sale celeste viene e uccide quegli orribili vermi. Lo Spirito rimuove lo spaventoso fetore e purifica l'anima con la forza del suo sale. Così l'anima è riportata alla salute e liberata dalle ferite per mezzo del vero sale, al fine di essere di nuovo utile e ricevere l'ordine di servire il Signore celeste. Questo è il motivo per cui, anche nella Legge, Dio usa questo esempio quando ordinò che tutti i sacrifici fossero conditi con il sale. Macario, Discorsi 64 14

    Un'offerta di primizie di cereali

    Le primizie sono i neo-battezzati

    La bontà del sale

    .

    \

    Il sale è buono; nessun sacrificio è accetto senza questo condimento. Onde il precetto dell'Apostolo: Il vostro parlare sta condz'to col sale (Col 4, 6). E, se il sale diventa insipido, si getta via (cf. Mt 5, 13). Girolamo, Lettere 125, 1

    Le primizie dei prodotti novelli nati nella prima stagione dell'anno, considerate, in figura, come frutti primogeniti, in effetti ora è stato rivelato che simboleggiano coloro che si sono rinnovati nel sacra.mento del battesimo. Ambrogio, Caino e Abele 2, 6, 19

    OFFERTE DI PACE

    Nel caso che la sua offerta sia un sacrificio di comunione e se offre un capo di bestiame grosso, sarà un maschio o una femmina, senza difetto/ /l of frirà davanti al Signore ... Di questo sacrificio di comunione offrirà quale sacrificio consumato dal fuoco per il Signore il grasso e cioè l'intiera coda presso l'estremità della spina dorsale, il grasso che avvolge le viscere e tutto quello che vi è sopra, i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al lobo del fegato, che distaccherà al di sopra dei renz> il sacerdote li brucerà sull'altare: è un alimento consumato dal fuoco per il Signore (3, 1-17). La coda della vittima, offerta in sacrificio, rende l'offerta delle opere buone completa (Gregorio Magno). ·

    9

    I.: intera coda

    La coda indica completezza Come impone la Legge, nel sacrificio deve essere offerta la coda della vittima.

    La coda è lestremità del corpo, e da ciò \

    si deduce che compie una perfetta immolazione chi porta il sacrificio dell'opera buona sino al termine dell'atto che deve compiere. . Gregorio Magno,

    Omelie sui Vangeli' 25, 1

    OFFERTE PER IL PECCATO RISERVATE AI SACERDOTI

    Se chi ha peccato è il sacerdote che ha ricevuto l'unzione e cosi' ha reso colpevole il popolo, offrirà al Signore per il peccato da lui commesso un giovenco senza dtfetto come sacrificio di espiazione. Condurrà il giovenco davanti al Signore all'ingresso della tenda del convegno; poserà la mano sulla testa del giovenco e l'immolerà davanti al Signore. Il sacerdote che ha ricevuto l'unzione prenderà il sangue del giovenco e lo porterà nell'interno della tenda del convegno; intingerà il dito nel sangue e farà sette aspersioni davanti al Signore di fronte al velo del santuario (4, 1-12). La dignità del sacerdozio rende i peccati dei sacerdoti più gravi (Giovanni Crisostomo). I due nomi, Gesù e Cristo, mostrano che egli è sia Salvatore che sacerdote (Cirillo di Gerusalemme}.

    3

    Se i sacerdoti commettono peccato

    I peccati dei sacerdoti·sono più gravi .E prima del tempo dei profeti, quando voleva mostrare che i peccati ricevevano una punizione molto più severa se commessi dai sacerdoti che se commessi da gente ordinaria, comandò che dai sacerdoti fosse offerto un sacrificio grande come quello offerto dal popolo intero.

    Questo prova esplicitamente che le ferite del sacerdote richiedono un aiuto maggiore di quelle del popolo tutto intero. Non avrebbero richiesto un aiuto maggiore se non fossero state più gravi, e la loro gravità non è accresciuta dalla ·1oro natura ma dal peso ulteriore della dignità appartenente al sacerdote che osa commetterli. Giovanni Crisostomo, Sul sacerdozio 6, 16

    OFFERTE PER IL PECCATO RJSERVATE A PRINCIPI, PERSONE PRIVATE E CASI SPECIALI

    Se è un capo chi ha peccato, violando per inavvertenza un divieto del Signore suo Dio e così si è reso colpevole, quando conosca il peccato commesso, porterà come offerta. un capro maschio senza difetto~ .. Se chi ha peccato è stato qualcuno del popolo, . violando per inavvertenza un divieto del Signore, e così si è reso colpevç;le, quando conosca il peccato commesso, porti come offerta una capra femmina, senza di/etto, in espiazione del suo peccato ... Se una persona pecca perché nulla dichiara, benché abbia udito la formula di scongiuro e sia essa stessa testimone o abbia visto o sappia, sconterà la sua iniquità ... Se non ha mezzi per procurarsi una pecora o una capra, porterà al Signore, come riparazione della sua colpa per il suo peccato, due tortore o due colombi: uno come sacrificio espiatorio, t altro come olocausto (4, 22 ·- 5, 13 ). A chi si è obbligati a rivelare un atto di spergiuro? (Agostino). Per riparare al peccato dobbiamo offrire segni di gentilezza e di mancanza cli scaltrezza (Clemente Alessandrino). Lo Spirito Santo è rappresentato sotto due segni, secondo che riveli i misteri o le semplici verità della fede (Origene).

    \

    5

    •1

    Se.'qualcuno fa da testimone

    L'obbligo di dire la verità Se una persona avrà commesso un peccato, e avrà sentito la parola di scongiuro e sarà stato testimone per aver visto o saputo, se non ne darà l'informazione e in- . correrà nella colpa, cioè: se non ne darà l'i~/ormazione, incorrerà nella colpa. Poiché l'aggiunta di "e" è un modo abituale di espritnersi nelle Scritture. Siccome però il senso [dell'espressione] è oscuro, ci è parso.doveroso spiegarlo. L'espressione pare voglia dire che una persona commette un peccato se, nell'udire qualcuno giurare il falso, sapendo che giura il falso,

    tace. Egli poi lo sa se sarà stato testimone del fatto per cui si presta giuramento o lo vide o venne a conoscerlo: cioè se lo conobbe in qualche modo, o ne fu testimone oculare o glielo manifestò la stessa persona che presta giuramento: così infatti poté esserne consapevole. Ma tra il timore di commettere un tale peccato e timore di denunciare le persone e' è generalmente una tentazione non piccola. Poiché possiamo distogliere dal commettere un peccato così grave ammonendo chi è pronto a spergiurare o proibendoglielo ma, qualora non ci ascoltasse e giurasse, in nostra presenza, riguardo a qualcosa che noi sappiamo essere falsa, è un problema assai difficile se debba essere

    n

    260

    Levitico

    denunciato poiché, se denunciato, potrebbe andare incontro anche alla morte. Ma siccome in questo passo non è specificato a chi deve essere deferito il fatto, se a colui per il quale si giura o al sacerdote o a chiunque altro che non solo non può · perseguirlo infliggendogli il castigo, ma anzi può intercedere per lui, mi sembra che quest'uomo si possa ritenere libero anche dal vincolo del peccato se lo demmcerà a persone tali che, più che danneggiare, possono aiutare lo spergiuro correggendolo o riconciliandolo con Dio, se anch'egli prendesse la medicina della confessione. Agostino, Questioni· sul Levitico 1

    7

    Due tortore e due colombi

    _L'innocenza degli uccelli Attraverso Mosè Dio ordina .c he·due giovani uccelli, una coppia di colombi o di tortore, siano offerti per qualsiasi peccato. Questo significa che la mancanza di peccati di tali uccelli gentili, e la loro innoc~nza e dimenticanza delle ingiurie subite è molto gradita a Dio. Così egli ci

    sta insegnando. di offrire un sacrificio che abbia il carattere di ciò contro cui noi abbiamo commesso offesa. La condizione delle povere colombe, inoltre, ci infonderà un inizio di avversione per il peccato. Clemente Alessandrino, Il pedagogo l, 5

    Lo Spirito Santo sotto due figure Non senza ragione sono accettati nei sacrifici un paio di tortore e un paio di giovani colombi. Infatti essi hanno lo stesso valore, e non si trova mai una menzione separata di due soli colombi ma sempre un paio di tortore e un paio di giovani colombi. La colomba indica lo Spirito Santo, ma quando si tratta di misteri più grandi e nascosti e di tose che molte persone non possono comprendere, allora lo Spirito Santo è rappresentato sotto l' appellativo di tortora - cioè di quell'uccello che sempre vive sulle pareti delle montagne e sulle cime degli alberi. Ma nelle valli, cioè p.elle cose che tutti comprendono, figura come una colomba. Origene, Omelie sul Cantico dei Cantici' 2, 12

    OFFERTE DI RIPARAZIONE

    Il Signore aggiunse a Mosè: «Se qualcuno commetterà una mancanza e peccherà per errore riguardo a cose consacrate al Signore, porterà al Signore, in sacrificio di riparazione, un ariete senza di/etto, preso dal gregge. . . Quando uno peccherà e commetterà una mancanza verso il Signore... o troverà una cosa smarrita, mentendo ... circa qualcuna delle cose per cui un uomo può peccare ... farà la restituzione per intero, aggiungendovi un quinto e renderà ciò al proprietario il giorno stesso in cui offrirà il sacrificio di riparazione» a (5, 14 - 6, 7). La Legge morale dell'Antico 'I'.estamento è valida anche per i cristiani (Agostino). In verità il Nuovo Testamento ci richiede degli obblighi morali più alti dell'Antico Testamento (Gregorio Magno).

    22

    Trovando dà che è perduto

    La Legge insegna e ci vincola ·Ma ci autorizza forse per questo a dire che non ci riguarda la norma scritta che ~iascuno, se trova una qualsiasi cosa perduta da altri, la restituisca a chi l'ha perduta, e molte altre norme simili dalle quali si impara a vivere piamente e onestamente, e soprattutto lo stesso Decalogo, contenuto in quelle due tavole di pietra, fuorché losservanza materiale del sabato, che significa la santificazione e la quiete spirituale? · Agostino, Contro le due lettere deipelagiani3,4, 10

    24

    Facendo la restituzione per intero

    Il Nuovo Testamento è più esìgente dell'Antico Alcuni pensano che i precetti del-

    1'Antico Testamento siano più severi di quelli del Nuovo, ma si ingannano sulla base di incaute considerazioni. Nell'antica Legge infatti era colpito il furto, non il tenace possesso, e per un oggetto ingiustamente sottratto si .doveva restituire. quattro volte tanto. In questa pagina evangelica (cf. Le 16, 19-31), invece, il ricco non è rimproverato perché si è preso i beni altrui ma per non aver elargito i propri. Neppure risulta che abbia oppresso qualcuno, ma solo che sentiva orgoglio per le ricchezze di cui disponeva. Gregorio Magno, Ome/le sui Vangeli 40, 3

    Nei LXX questi versi sono numerati 6, 2-5. La traduzione italiana segue la numerazione del testo ebraico. a

    L'OLOCAUSTO GIORNALIERO

    «Da) que$t)ordine ad Aronne e ai suoi figli: Questa è la legge per t olocausto. olocausto rimarrà acceso sul braciere sopra t altare tutta la notte) fino al mattino; il fuoco del!'altare sarà tenuto acceso. Il sacerdote) indossata la tunica di lino e vestiti i calzoni di lino) toglierà la cenere) in cui il fuoco avrà ridotto l'olocausto sull'altare, e la deporrà al fianco dell'altare .. .» b

    r:

    (6, 1-6). ' Simile all'olocausto sacrificale, che arde tutta la notte, la vita di un cristiano deve essere segnata da fuoco ardente della carità, così che egli possa compiere le opere buone per tutta la vita (Beda). La fiamma della carità deve bruciare sempre nel cuore del cristiano (Paterio). Il sacerdote che offre l'olocausto rappresenta il Signore, che. ci offre l'esempio della sua _passione, morte e risurrezione (Beda). ·

    2

    La legge dell'offerta bruciata

    L'olocausto è il fuoco della carità Un · olocausto è bruciato sull'altare quando un'opera buona viene compiut.a con il fuoco bruciante della carità nel cuore di ogni eletto che è devoto a· Dio completamente (cioè sia nel corpo che nell'anima). Questo viene fatto per tutta la nòtte fino al mattino, quando uno non cessa di perseverare nelle opere buone per tutto il tempo della sua vita, finché si · viene rapiti dal corpo e si merita di vedere il mattino del mondo a venire. Il fuoco sarà sullo stesso altare, perché dobbiamo essere ardenti di quella sola carità che il Signore dà alla sua Chiesa per mezzo dello Spirito Santo. Beda, Sul Tabernacolo 2, 11

    Alimentarsi del ricordo giornaliero della Scrittura e dei Padri . È perpetuo quel .fuoco che non si e.stingue mai sull'altare. L'altare di Dio è il nostro cuore. Il fuoco deve sempre bruciare in esso, poiché la fiamma della carità deve sempre bruciare su di esso per · Dio. Giorno dopo giorno, il sacerdote pone legna sul fuoco, affinché non si spenga. Chi ha fede in Cristo è stato reso un membro del sommo sacerdote. L' apostolo Pietro dice a tutti i fedeli: Siete un popolo eletto, un sacerdozio regale (1 Pt 2, L'apostolo Giovanni dice: Ci hai reso

    9r

    un regno e un sacerdozio per il nostro Dio (Ap 1, 6). Il sacerdote che alimenta il fuo-

    co sull'altare e pone legna su di esso ogni giorno è ciascuno dei fedeli. Per evitare che la fiamma della carità si spenga in lui,

    b Nei LXX questi versi sono numerati 6, 9-10. La traduzione italiana segue la numerazione del testo ebraico. ·

    I.:olocausto giornaliero (6, 1-6)

    egli non smette di raccoglieré sia gli esempi degli antichi che le testimonianze della Scrittura sacra. Richiamare alla mente gli esempi dei Padri o i precetti del Signore nella pratica della carità significa mettere combustibile sul fuoco. Siccome questa nostra novità interna invecchia nel vivere quotidiano della vita, deve essere usata della legna per alimentare quel fuoco. Mentre il fuoco si affievolisce con la vecchiaia, esso ridiventa brillante attraverso le testimonianze e gli esempi dei Padri. Ed il comando è buono, raccogliere legna ogni giorno alla mattina. Questo non si può fare se non quando la notte di tenebra è bandita. Dal momento che la mattina è la prima parte del giotno e viene quando abbiamo abbandonato i pensieri di questa vita presente, ciascuno dei fedeli dovrebbe pensare a questa impresa prima, cosl che la pratica della carità possa infiammare tutto ciò che sta per morire in lui, per mezzo degli sforzi che può fare. Infatti quel fuoco sull'altare di Dio - cioè nei nostri cuori - è presto estinto a meno

    \

    I .

    263

    che non sia mantenuto cot;i attenzione attraverso gli esempi dei Padri e le testimonianze del Signore. Paterio, Esposizione dell'Antico e Nuovo Testamento, Levitico 5 3

    Gli abiti di lino del sacerdote

    Il sacerdote che fa l'offerta è Dio Il sacerdote che offre l'olocaust~ è il ' Signore, che è abituato ad atti:tzare in noi il fuoco della sua carità e, per mezzo di esso, a rendere i sacrifici delle nostre buone azioni bene accetti a lui. Ed egli è vestito di abiti di lino quando fa queste cose perché, al fine di spingerçi alle opere della virtù, pone dinanzi a noi gli esempi della sua incarnazione, passione e morte, che possono essere simboleggiati dal lino, come abbiamo detto frequentemente. Beda, Sul Tabernacolo 2, 11

    OBLAZIONI GIORNALIERE DI C~REALI, OFFERTE PER IL PECCATO, OFFERTE DI RIPARAZIONE

    « ... Ogni oblazione del sacerdote sarà bruciata tutta; non se ne potrà

    mangiare». Il Signore disse ancora a Mosè: «Parla ad Aronne e ai suoi figli e dt loro: Questa è la legge del sacrificio espiatorio. Nel luogo dove si imn:zola l'olocausto sarà immolata davanti al Signore la vittima per il peccato. E cosa santissima ... c. Nel luogo, dove si immola l'olocausto, si immolerà la vittima di riparazione; se ne spargerà il sangue attorno all'altare e se ne of /rirà tutto il grasso: la coda, il grasso che copre le viscere, i due reni con il loro grasso e il grasso attorno ai lombi e al {obo del fegato che si distaccherà sopra i reni>> (6, 7 - 7, 10). Ogni opera buona che iniziamo. deve essere portata a compimento (Paterio).

    7 3 '

    La coda grassa

    Portare a compimento le opere buone Cos'è la coda se non la fine del corpo? E .sacrifica bene quell'uomo che continua la sua offerta di opere buone fino

    alla fine dell'azione richiesta. Così la coda della bestia deve essere offerta sull'altare, così che noi possiamo portare a compimento ogni opera buona che iniziamo. Paterio, Esposizione dell'Antico e Nuovo Testamento, Levitico 7

    e Nei LXX questi versi sono numerati 6, 23-25. La traduzione italiana segue la numerazione del testo ebraico.

    LE PORZIONI PER I SACERDOTI

    «... La carne che sarà stata in contatto con qualche cosa di immondo) non si potrà mangiare)· sarà bruciata nel fuoco. Chiunque sarà mondo potrà mangiare la carne del sacrificio di comunione; ma la persona che) immonda, mangerà la carne del sacrificio di comunione offerto al Signore sarà eliminata dal suo popolo ... Essa spetterà) come sua parte, al figlt'o di Aronne che avrà offerto il sangue e il grasso dei sacrifici di comunione ... Questa è la parte dovuta ad Aronne e ai suoi figli, dei sacrifici bruciati in onore del Signore) dal giorno in cui eserciteranno il sacerdozio del Signore ... » (7, 28-38). Il vero sacerdote è superiore nella virtù (Paterio) .

    33

    La coscia destra

    Doveri di un sacerdote Che significa che il sacerdote, per precetto della Legge, riceva non solo la spali~ destra, ma la riceva separata? 1. Che hon solo il suo lavoro è utile, ma è anche unico. Non solo compie ciò che è giusto fra gli uomini malvagi, ma supera anche quelli che vivono bene e sono soggetti a lui per l'onore dei suoi ordini e così li supera nella sua vita virtuosa. Quando il petto e la spalla sono dati a lui come

    1

    Questa è la lezione del testo latino.

    cibo - visto che egli è invitato a consumare parte del sacrificio - impara a sacrificare qualcosa di se stesso a Dio. Non solo deve avere pensieri giusti nel ·suo petto, ma anche per opera delle sue spalle deve trarre i suoi ascoltatori verso le cose celesti. Niente in questa vita presente peve desiderare, niente deve temere. Deve disprezzare i piaceri di questo mondo e rigettare la paura al di dentro, e deve beffarsi della paura mentre medita sui piaceri della dolcezza interiore. Paterio, Esposizione delfAntico

    e del Nuovo Testamento, Levitico 8

    ORDINAZIONE DI ARONNE E I SUOI FIGLI

    « ... Convoca tutta la comunità all'ingresso della tenda del convegno».

    Mosè fece come il Signore gli aveva ordinato e la comunità fu _convocata al!'ingresso della tenda .del convegno ... Poi Mosè prese l'olio dell'unzione, unse la Dimora e tutte le cose che vi si trovavano e così le consacrò. Fece sette volte l'aspersione sul!'altare, unse l'altare con tutti i suoi accessori: la conca e la sua base, per cons_acrarli. Versò l'olio della unzione sul capo d'Aronne e unse Aronne, per consacrarlo (8, 1-13 ). La parola che in seguito significò «Chiesa» ricorre qui per la prima volta nelle Scritture, nel passo in cui il Signore stabilisce che Aronne sia sacerdote. Mosè, quando nominò sacerdote Aronne, lo fece lavare e ungere. Queste azioni prefigurarono il battesimo e la cresima (Cirillo di Gerusalemme).

    3

    Convoca la comunità

    La parola «Chiesa» nelle Scritture Il termine «chiesa» indica l' assemblea convocata e raccolta secondo quanto disse il Signore nel Levitico: Convoca

    tutta la comunità all'ingresso della tenda del convegno. Va notato che la Scrittura adopera per la prima volta il verbo convocare (ekklesùizein) 2 a proposito dell'insediamento di Aronne come sommo sacerdote; ma esso si trova nel Deuteronomio, dove Dio dice a Mosè: Radunami il popolo e t"o farò loro udire le mie parole, perché imparino a temermi (Dt 4, 10). È anche attestato il sostantivo chiesa (ek-

    ·2

    klesfa) a proposito delle tavole della Legge: Sulle tavole stesse.stavano le parole che il Signore vi aveva dette sul monte, in mezzo al fuoco, il giorno dell'assemblea (ekklesfas) (Dt 9, 10); dove l'espressione si riferisce più direttamente al giorno della riunione convocata dal Signore. Di questo canta il Sahnista: Ti loderò, Signore, nella grande assemblea, ti celebrerò in mezzo ad un popolo numeroso (Sal 35 [34], 18). Cirillo di Gerusalemme,

    Catechesi 18, 24

    La parnla greca ekklesùizein da cui deriva ekklesìa (chiesa) compare per la prima volta nei LXX ·

    in questo passo.

    Ordinazione di· Aronne (8, 1-13) 12

    Mosè unse Aronne

    · Cristo conferisce l'unzione Bisogna sapere che il simbolo della cresima si trova nell'antica Scrittura. Infatti, quando Mosè comunicò al fratello

    \



    267

    l'ordine di Dio di costituirlo sommo sacerdote, lo lavò nell'acqua e lo unse. Fu chiamato Cristo per questa unzione naturalmente simbolica. . Cirillo di Gerusalemme, Catechesi mistagogica 3, 6

    OTTAVA DELL'ORDINAZIONE

    Mosè disse ad Aronne: «Avvicinati all'altare: ·offri il tuo sacri/lcio espiatorio e il tuo olocausto e compi il rito espiatorio per te e per il tuo casato; presenta anche l'offerta del popolo e fa' l'espiazione per esso, come il Signore ha ordinato» (9, 1-21). Tutti erano colpevoli per i loro peccati e tutti avevano bisogrio di implorare il perdono

    (Agostino).

    7

    Compi il rito espiatorio

    I sacerdoti devono pregare per il perdono · Quei commentatori però non hanno riflettuto abbastanza - a quanto pare · che Zaccaria era appunto sacerdote e che tutti i sacerdoti di quel tempo avevano bisogno - in base alle disposizioni della Legge - di offrire il sacrificio innanzitutto per i peccati propri e poi per quelli del

    popolo. Ma allo stesso modo che adesso col sacrificio della preghiera si dà la prova che noi non siamo senza peccato, poiché ci viene comandato di dirè: Rimetti a noi i nostri debiti (Mt 6, 12), così allora col sacrificio degli animali immolati a Dio si dimostrava che i sacerdoti non erano senza peccato, poiché veniva loro comandato di offrirne per i loro peccati. · Agostino, Lettere 177, 16

    RIVELAZIONE DELLA GLORIA DEL SIGNORE

    Poi Aronne, alzate le mani verso il popolo, lo benedisse e, dopo aver fatto il sacrificio espiatorio, l'olocausto e i sacrifici di comunione, scese dall'altare. Mosè e Aronne entrarono nella tenda del convegno; poi uscirono e benedissero il popolo e la gloria del Signore si manifestò a tutto il popolo. Un fuoco uscì dalla presenza del Signore e consumò sull'altare l'olocausto e i grassi> tutto il popolo vide, mandò grida d'esultanza e si prostrò con la faccia a terra (9, 22-24). Chi elargisce una benedizione ha bisogno si· sollevarsi al di sopra di molti per mezzo delle sue opere (Origene).

    22

    Aronne benedì il popolo

    Adornarsi delle opere di Dio Qualcosa del genere è anche stato scritto riguardo Aronne nel libro del Levitico, cioè che: Sollevò le sue mani sul popolo e li benedì. Deduco da ciò che questa f{ase esprime un mistero, cioè che colui che benedice qualcuno deve essere

    adorno delle opere che lo distinguono dai molti e lo sollevano al di sopra di loro. Infatti quando sta per benedire il popolo, le mani di Aronne sono levate in alto. Così se qualcuno ha le mani in basso, verso le cose· terrene, non intende benedire nessuno. Origene, Frammenti sul Vangelo di Luca 257

    NADAB EABIU

    Ora Nadab e Abiu, figli di Aronne, prese~o ciascuno un braciere, vi· misero dentro il fuoco e il profumo e offrirono davanti al Signore un fuoco il·legittimo, che il Signore non aveva loro ordinato. Ma un fuoco si staccò dal Signore e li divorò e morirono così davanti al Signore (10, 1-3). Nessuno può allontanarsi dalla tradiziqne che viene da Dio e seguire un'autorità puramente umana. In particolare gli eretici non possono praticare il battesimo (Cipriano). Purtroppo alcuni sacerdoti cristiani sono vinti dalla cupidigia (Beda).

    1

    I figli di Aronne offrirono un fuoco illegittimo

    Dio rifiuta l'autorità umana Anche i figli di Aronne, quando misero sull'altare un fuoco profano non prescritto dal Signore, .subito, al cospetto del Signore che si vendicava, furono 'colpiti dalla morte. Imitano e seguono appunto costoro quelli che, disprezzando la tradizione divina, vanno dietro a dottrine estranee e introducono un insegnamento di invenzione umana. Cipriano, /}unità della Chiesa 18-19

    Gli eretici non possono battezzare Questa stessa punizione attende coloro che introducono dell'acqua falsa in un falso battesimo. La censura e la ven-

    detta di Dio punisce gli eretici che compiono, contro la Chiesa, ciò che solo la Chiesa è autorizzata a fare. Cipriano, Lettere 73, 8

    La cupidigia dei sacerdoti Questo non è certamente lungi dal1'essere un segno dei nostri tempi infelici, in cui alcuni che hanno raggiunto la posizione di sacerdoti.o di maestri, ed il solo fatto di menzionarli mi causa sufficiente imbarazzo e tristezza, sono consumati dal fuoco della vendetta·celeste perché preferiscono il fuoco della cupidigia al fuoco dell'amore celeste. La loro dannazione eterna fu prefigurata dalla morte temporale dei figli di Aronne. Beda, · Sul Tabernacolo 3, 2

    CONDOTTA DEI SACERDOTI

    «Non bevete vino o bevanda inebriante né tu né i tuoi/igli: quando dovete entrare nella tenda del convegno) perché non moriate/ sarà una legge perenne) di generazione in generazione/ questo perché possiate distinguere ciò che è santo da ciò che è profano e ciò che è immondo da ciò che è mondo e possiate insegnare agli israeliti tutte le leggi che il Signore ha date loro per mezzo di Mosè» (10, 4-11). La Legge proibiva che i sacerdoti dell'Antico Testamento bevessero bevande alcoliche (Girolamo).

    9

    Né vino né bevande inebriantl

    I sacerdoti non possono bere bevande inebrianti L'Apostolo condanna i preti beoni (cf. 1Tm3, 3), ma anche la Legge antica ha un. divieto al riguardo: coloro che sow no ~ddetti all'altare non bevano né vino né s/tera.' In ebraico si chiama sicera ogni bevanda che può ubriacare, sia fatta con

    lievito, con succo di mele, oppure prepaw rando una bevanda dolce ed esotica con un decottq di miele, o pigiando i datteri delle palme per farne uscire un liquore, o distillando il concentrato di un decotto di ·cereali. Come per il vino, sta' alla larga da tutto ciò che inebria e altera le facoltà mentali. Girolamo,

    Lettere 52, 11

    CIBI PURI ED IMPURI

    Il Signore disse a Mosè e ad Aronne: «Riferite agli israeliti: Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutte le bestie che sono sulla terra. Potrete mangiare d'ogni quadrupede che ha l'unghia bipartita, divisa da una fessura, e che rumina ... Questi sono gli animali che potrete mangiare fra tutti quelli acquatici. Potrete mangiare quanti hanno pinne e squame, sia nei mari: sia neifiumi. Ma di tutti gli animali: che.si muovono o vivono nelle acque, nei mari· e neifiumi: quanti non hanno né pinne né squame, li' terrete in abominio. . . Fra i volatili terrete in abominio questz: che non dovrete mangiare, perché ripugnanti: l'aquila, l'ossifraga e l'aquila di mare, il nibbio e ogni specie di falco, ogni specie di corvo, lo struzzo,· la civetta, il gabbiano e ogni specie di sparviero, il gufo, l' alcione, l'ibis, il cigno, il pellicano, la fòlaga, la cicogna, ogni ·specie di airone, l'ùpupa e il pipistrello. Sarà per voi in abominio anche ogni insetto alato, che cammina su quattro piedi ... Se muore un animale; di cui vi potete cibare, colui· che ne toccherà il . cadavere sarà immondo fino alla sera. Colui che mangerà di quel cadavere si laverà le vesti e sarà immondo fino alla sera; anche colui che trasporterà quel cadavere si laverà le. vesti e sarà immondo fino alla sera. Ogni essere che striscia.sulla terra è un abominio,· non se ·ne mangerà ... Poiché io sono il Signore, il Dio vostro. Santificatevi dunque e siate santz: perché io sono santo» (11, 1 ~47). Le persone giuste cercano il nutrimento spirituale. Santificano questa vita e si preparano per la vita futura (Clemente Alessandrino). La sposa gode dei frutti dell'insegnamento del Ve.r bo (Origene). Le corna degli animali puri simboleggiano la forza nella fede e l'essere invincibili nella battaglia contro i vizi (Beda). Gli animali impuri rappresentano i vari vizi (Novaziano). La scrofa è il simbolo di tutto ciò che è immondo nei pensieri e disgustoso (Clemente Alessandrino). Il pesce con le squame può saltare in alto (Gregorio Magno). Come gli uccelli che sono spazzini non possono essere mangiati, cosl noi dobbiamo evitare coloro che saccheggiano (Clemente Alessandrino). La santità consiste in un offrirsi completamente (Gii;olamo). Essere santi significa essere totalmente dipendenti da Dio (Leone Magno). Essere santi è il dovere di tutti i cristiani. Chi è santo è sollecito verso le cose celesti (Cesario di Arles). · ·

    Cibi puri ed impuri (11, 1-47)

    } Qualunque animale che ha !'unghia bipartita e rumina I segni della giustizia Con chi dunque dovremmo vivere? Con il giusto, risponde usando di nuovo, una metafora. Tutto ciò che ha Funghia bipartita e rumina è mondo, poiché l'unghia bipartita è ovviamente un segno di giustizia equa e bilanciata, che rumina il suo personale cibo di giustizia, la parola, che entra da fuori attraverso risttuzione. E, una volta dentro, essa è come richiamata dallo stomaco . della mente per le meditazioni della mente. L'uomo giusto rumina il nutrimento spirituale, poiché egli tiene il Verbo nella sua bocca. La giustizia indubbiamente divide lo zoccolo, per il fatto che sia santifica in questa vita, sia ci prepara per la vita futura. Clemente Alessandrino, Il pedagogo 3, 11

    273

    corna. Infatti è ben noto che quegli animali che ruminano e hanno l'unghia bipartita sono anche quelli provvisti di corna. Così ... viene rivelato misticamente che il solo popolo che può essere riunito in una comunità spirituale con la Chiesa di Dio è quello che per mezzo 'della forza della sua fede dà pr:ova di essere invincibile nelle sue lotte contro i vi:ti. Beda, Sul Tabernacolo 3, 11

    4 13 -

    Cibi proibiti

    Il significato dei cibi proibiti

    I pesdcon squame ruvide sono considerati mondi, così come sono raccomandate le persone con caratteri austeri, ruvidi, non lucidati, ben saldi e gravi. I pesci senza squame sono considerati i.tnmondi, cosl come i caratteri cangianti, instabili, non sinceri ed effeminati sono censurati. Che cosa stabilisce la Legge quando afferma: Non mangerai il camSignificato de~ ruminare mello (Lv 11, 4)? Dall'esempio di un ani[Nel Cantico dei Cantici] la sposa male essa censura una vita senza regole e desidera stare all'ombra di questo melo, distorta dalla sgradevolezza. Che cosa cioè o la Chiesa sotto la protezione del vuole affermare la Legge quando.proibiFiglio di Dio, o l'anima che fugge tutte le sce che si consumi 1a carne di maiale (Lv altre dottrine e si tiene stretta all'unico 11, 7)? Essa condanna, puoi esserne cerVerbo di Dio, conservando in bocca il to, una vita colpevole e sordida, in cui ci suo dolce frutto, cioè meditando contisi delizia in. vizi sordidi, ponendo il bene nuamente la Legge di Dio e ruminandola supremo non nella .nobiltà dello spirito sempre come animale puro. ma solo nella carne. Che cosa vuole indiOrigene, Commento care la Legge quando proibisce la lepre al Cantico dei Cantici 3, 2, 3 . (Lv 11, 6)? Essa denuncia gli uomini nervosi.ed effeminati. Chi userebbe come cibo la carne della donnola (Lv 11, 5)? In La forza della fede questo la Legge condanna il furto. Chi oserebbe mangiare lo scinco 3? La Legge Di conseguenza è giustamente decretato nella .Legge che i soli animali che . aborrisce una vita capricciosa e instabile. Chi mangerebbe la salamandra? La Legsono mondi e adatti ad essere mangiati ge detesta le aberrazioni della mente. Chi dal popolo di Dio sono quelli provvisti di

    3 Una specie di lucertola.

    ·'

    274

    Levitico

    oserebbe mangiare del falco, del nibbio o -1' aquila? La Legge odia i predoni e quelli che vivono di violenze. Chi non aborrisce l'avvoltoio? La Legge detesta coloro che cercano il lucro nella morte di un altro. Chi mangerebbe il corvo? La Legge detesta le intenzioni immorali e ombrose. Quando la Legge proibisce l'ostrica è perché disapprova l'intemperanza. Quando condanna il nottoJone 4, essa odia coloro che sfuggono la luce della verità. Quando proibisce il cigno, mostra il suo sdegno per l'orgoglio ostinato; Quando esclude l'airone, mostra di non avere piacere per una lingua garrula e indisciplinata. Quando detesta il pipistrello, condanna coloro che cercano la tenebra dell'errore che è come la notte. La Legge esecra queste e altre caratteristiche simili negli animali. Dal momento che gli animali, tuttavia, sono nati con tali caratteristiche, sono senza colpa. Ma queste caratteristiche sono degne di biasimo negli uomini, che non sono stati creati con tali tratti ma imparano da essi per confronto con la natura contraria, attraverso la pratica del loro stesso errore. Novaziano, I cibi giudaici 3, 13-23

    ~l maiale rappresenta le persone impure L'educatore dall'infinita saggezza, per bocca di Mosè, paragonò l'associarsi a uomini corrotti con il vivere con i maiali, quando proibì al popolo antico di cibarsi del maiale. Egli chiarì in quelle parole che chi invoca Dio non deve cercare la compagnia degli impuri che, come maiali, godono dei piaceri fisici e di sporche abitudini ed impure delizie, bruciando per i piaceri depravati del sesso. · Clemente Alessandrino, Il pedag9go 3, 11 4

    Il pesce con· le pinne può saltare

    verso il cielo

    In questo simbolismo rientra il fatto

    che i p~sci privi di pinne.vanno posti fra i cibi vietati al popolo fedele. Dei pesci che hanno pinne e squame si sa che usano saltellare sulle acque ..Chi dunque designano questi pesci con pinne se non le anime elette? Queste sole sono · accolte nel corpo della Chiesa celeste. Gregorio Magno, Omelie sui Vangeli 31, 8

    Uccelli proibiti Egli aggiunge anche che non bisogna mangiare l'ossifraga, l'aquila di mare e l'aquila, volendo dire: «Non ti avvicinerai a quelli che vivono rapinando gli altri». Egli dice altre cose simili in forma di allegoria. Clemente Alessandrino, Il pedagogo 3, 11

    Le sudice abitudini della scrofa È dunque appropriato che la filosofia barbara 5, su cui è nostra cura parlare, dovesse fare profezie in modo oscuro e mediante simboli, come fu dedotto. Tali sono le ingiunzioni di Mosè: Queste cose

    comuni: la scrofa, il falco, l'aquila ed il corvo, non devono essere mangiate (Lv 11, 7, 13-16). Infatti la scrofa è l'emblema dell'immonda e voluttuosa avidità di cibo e della licenziosità depravata e sudicia, essendo sempre in prurito, e materiale, e giacendo nel fango e ingrassandosi per la macellazione e la distruzione. Clemente Alessandrino, Stromata 5, 8

    Una specie di pipistrello.

    5 Clemente si riferisce agli ebrei, che non parlavano greco e dunque erano barbari.

    Cibi puri ed impuri (1.1, 1-47) 44

    Sii santo perché io sono santo 1

    La santità degli apostoli Siate santi: perché io sono santo, dice il Signore. Gli apostoli se ne facevano un motivo di gloria d'aver lasciato ogni cosa e d'aver seguito il Salvatore (cf. Le 18, 28), ora, se togli le reti e la barca, da quanto leggiamo non hanno lasciato un bel niente; eppure, stando alla ·testimonianza di chi sarà loro giudice, ne ricevono la corona. Ma perché, allora? Perché con l'offerta di se ~tessi avevano abbandonato tutto quello che possedevano. Girolamo, Lettere 118, 5

    Santità significa totale devozione a Dio Egli stesso dice: Sii santo, perché io sono santo, cioè scegli me e tieniti lontano da ciò che può dispiacermi. Fa' ciò che io amo; ama ciò che.io faccio. Se ciò che ordino sembra difficile, tor.na da me che l'ho ordinato, in modo che da dove è partito l'ordine ti possa essere offerto aiuto. lo, che ho fornito il desiderio, non rifiuterò di dare assistenza. Stai digiuno dalle contraddizioni, astieniti dai contrasti. Lascia ·che io sia il tuo cibo e la tua bevanda. Nessuno desidera invano ciò che è mio, poiché coloro che tendono a

    6 Cesario

    275

    me, mi cercano dopo che io li ho cercati per pruno. Leone Magno, Sermoni 94, 2

    Il significato della santità Pie anime del Signore, ciò che il Signore ci esorta a fare, non deve essere considerato solo in modo transitorio, perché dice: Sii santo, perché io sono santo. Sebbene questo termine appartenga propriamente a tutto il popolo cristiano, secondo quanto dice il beato Pietro: Voi: tuttavia, siete una razza ·scelta, un sacerdozio regale, una nazione santa (1 Pt 2, 9), esso sembra riferirsi specialmente a tutti i sacerdoti. In tutte le lettere che sono indirizzate ai sacerdoti del Signore da qualsiasi persona, viene indicato chiaramente che solo essi sono santi. Dal momento che questo termine viene riferito a noi, dobbiamo sapere quale sia il suo preciso significato. Soltanto mediante la lingua greca l'interpretazione della parola «santo» può essere trovata. Infatti hagios è la parola greca per «santo», e hagios ha il significato di «non appartenente alla terra» 6. Pertanto se siamo più desiderosi di cose celesti che di cose terrene, questo termine viene riferito a noi non·in modo improprio. Cesario di Arles, Sermoni 1, 19

    fa uso di una falsa etimologia derivando hagios da a (non) e ge (terra).

    PURIFICAZIONE DOPO IL PARTO

    Il Signore aggiunse a Mosè: «Riferisci agli israeliti: Quando una donna sarà rimasta incinta e darà alla luce un maschio, ·sarà immonda per sette giorni:· sarà immonda come nel tempo delle sue regole. J;ottavo giorno si circonciderà il bambino ... Quando i giorni della sua purificazione per un figlio o per una figlia saranno compiuti~ porterà al sacerdote all'ingresso della tenda del convegno un agnello di un anno come olocausto e un colombo o una ·tortora in sacrificio di espiazione. Il sacerdote li offrirà davanti al Signore e farà il rito espiatorio per lei> essa sarà purificata dal flusso del suo sangue. Questa è la legge relativa alla donna, che partorisce un maschio o una femmina. Se non ha mezzi da offrire un agnello, prenderà due tortore o due colombi: uno per l'olocausto e l'altro per il sacrificio espiatorio. Il sacerdote farà il rito espiatorio per lei ed essa sarà monda» (12, 1-8). I: ottavo giorno per la circoncisione prefigura il giorno del Signore. La pietra o roccia della circoncisione prefigura Cristo (Agostino). Il Figlio non solo divenne uomo ma divenne anche povero, così da renderci compartecipi della sua divinità e delle sue ricchezze (Beda).

    3

    Circonciso l'ottavo giorno

    Da quale coltello e in quale giorno Non senza motivo certamente fu ordinata la circoncisione del neonato nel1'ottavo giorno, soltanto perché la pietra con la quale si praticava la circoncisione era Cristo. Infatti il popolo fu circonciso con coltelli di pietra (cf. Gs 5, 2), ora la pietra era Cristo (1 Cor 10, 4). Perché allora nell'ottavo giorno? Perché nella settimana il primo e lottavo giorno coincidono. Infatti trascorsi sette giorni si torna al primo. Ha termine il settimo, il Signore è sepolto; si torna al primo, il Signore è risorto. La risurrezione del Signore per noi ha così garantito il giorno senza fine e

    ha resq sacro per noi il gran giorno della domenica. Tale giorno, chiamato Domenica, sembra appartenere in modo proprio al Signore, perché il Signore resuscitò in questo giorno. È stata restituita la pietra, si circoncidano quanti vogliono proclamare: La circoncisione siamo infatti' noi (Fil 3, 3 ). Agostino, Discorsi 169, 2, 3 8

    .

    Se non può permettersi un agnello

    Il signore divenne povero per noi Aveva prescritto infatti il Signore nella Legge che coloro che potevano offrissero per il figlio o per la figlia un

    Purificazione dopo il parto (12, !-8)

    agnello e insieme una tortora o una colomba; chi non poteva offrire un agnello offriva due tortore o due piccoli colombi. Perciò il Signore, memore in tutto della nostra salvezza, ha voluto non solo diventare uomo, egli che è Dio, ma anche farsi

    277

    povero per noi pur essend ricco, per renderci partecipi in virtù della sua povertà e umanità, delle sue ricchezze e della sua divinità. Be da, Òmelie sul Vangelo 1, 18

    LA LEBBRA

    Il Signore aggiunse a Mosè e ad Aronne: «Quando uno ha sulla pelle del corpo un tumore o una pustola o macchia bianca che faccia sospettare una piaga di lebbra) quel tale sarà condotto dal sacerdote Aronne o da qualcuno dei sacerdott~ suoi figli. . . Questi (il sacerdote) lo esaminerà)· se vedrà che la lebbra copre tutto il corpo) dichiarerà mondo colui che ha la piaga: essendo tutto bianco) è mondo. Ma quando apparirà in lui carne viva, sarà chiamato immondo» (13, 1-46) . . ; La vera conversione porta alla pienezza della verità (Tertulliano).

    13

    Una persona è pura

    La purificazione della fede Così voleva che capissimo che ruomo che è mutato dal suo precedente stato al candore.della fede, che invece il se·

    I

    colo considera un difetto e una macchia, e che è completamente r~nnovato è puro~ Egli non è più macchiato e non è più chiazzato di vecchio e di nuovo. Tertulliano, La pudicizia 20, 7

    LEBBRA DEI VESTITI

    ~ come malattia venerea, ma di una semplice emissione di seme. Solo la traduzione italiana interpreta il passo in questo senso.

    Impurità sessualt" (15, 1-33) 18

    Fare il bagno dopo il rapporto

    Molti lavacri ed un solo battesimo Nel passato un uomo che veniva da un rapporto con la moglie doveva lavarsi. Non si può dire mai troppo chiaramente che la provvidenza di Dio rivelata attraverso il Signore non richiede più questa

    \

    285

    pratica. Il Signore eliminar abluzione dopo il rapporto come superflua, dal momento che egli ha purificato i credenti con un solo battesimo per ciascuno di questi rapporti, co.sì come egli riassume tutte le abluzioni prese.ritte da Mosè in un singolo battesimo. CJcmente Alessandrino, Stromata 3, 12

    IL GIORNO DELL'ESPIAZIONE

    > (8, 23 .:26). I giovani devono combattere contro i vizi. Dall'età di cinquant'anni in poi, si gode della pace interiore e della tranquillità d'animo. Coloro che ancora si dibattono nei vizi non devono presumere di ~otersi prendere cura degli altri (Paterio).

    24 -2'

    I compiti nel servizio

    Età avanzata e cura delle anime Che cosa è indicato dal venticinquesimo anno, in cui il fiore della virilità sboccia, se non le battaglie contro ogni vizio? E cosa è indicato da cinquanta, che contiene il riposo del giubileo, se non la pace interiore che viene quando la battaglia della ·mente è vinta? Cosa rappresentano i vasi del tabernàcolo se non le anime del fedele? Pertanto i leviti servono il tabernacolo dal loro venticinquesimo anno, e dal cinquantesimo anno diventano i custodi·dei vasi 4. Ciò significa .che colo-

    4

    ro che stanno ancora combattendo contro i vizi e rischiano di cadere in essi non devono presumere di prendersi cura degli altri. Quando gli eletti sono ancora soggetti alla tentazione, devono sottomettersi e impegnarsi nel servizio e diventare stanchi dei loro doveri e fatiche. Ma quando hanno vinto la guerra contro le tentazioni e sono sicuri nella loro interiore tranquillità, ricevono la cura delle anime. Nell'età tranquilla della mente, quando il calore della tentazione si smorza, sono guardiani dei vasi e diventano guaritori di anime. Paterio, Esposizione dell'Antico e del Nuovo Testamento, Numeri 4

    La Vulgata traduce Nm 8, 25 come: ma dal loro cinquantesimo anno devono diventare guardia-

    ni dei vasi.

    LA SECONDA PASQUA

    Ora vi erano alcuni uomini che essendo immondi per aver toccato un morto) non potevano celebrare la Pasqua in quel giorno. Si presentarono in quello stesso giorno davanti a Mosè e davanti ad Aronne; quegli uomini dissero a Mosè: «Noi siamo immondi per aver toccato un cadavere,· perché dovremo essere impediti di presentare t offerta del Signore) al tempò stabilito, in mezzo agli' israeliti?». Mosè rispose loro: «Aspettate e sentirò quello che il Signore ,ordinerà a vostro riguardo». Il Signore disse a Mosè: «Parla agli israeliti e ordina loro: Se uno di voi o dei vostri discendenti sarà immondo per il contatto con un cadavere o sarà lontano in viaggio) poirà ugualmente celebrare la Pasqua in onore del Signore. La celebreranno il quattordici del secondo mese al tramonto; mangeranno la vittima pasquale con pane azzimo e con erbe amare; non ne serberanno alcun resto fino al mattino e non ne spezzeranno alcun osso. La celebreranno secondo tutte le Leggi della Pasqua» (9, 1-14). Un buon pastore si ritira dalle preoccupazioni del mondo e cerca la voce di Dio nell'ispirazione nascosta (Paterio). La seconda celebrazione·della Pasqua prefigura la nuova nascita nella Chiesa (Pseudo-Cirillo). '' 8

    Che cosa comanderà il Signore

    Mosè andava spesso al tabernacolo Las'ciare le folle e tornare al tabernacolo significa lasciare indietro il tumulto delle cose esterne, ed entrare nei luoghi nascosti della mente. Il Signore, infatti, è consultato là, ed uno ascolta, silenziosamente e all'interno, cosa dovrebbe essere fatto esternamente e pubblicamente. I buoni. pastori fanno ciò tutti i giorni. Quando ·non sanno cosa decidere riguardo questioni difficili, ritornano al luogo nascosto della mente come ad· un tabernacolo. Ponderano la

    legge divina, come se stessero cercando consiglio da Dio nell'arca dell'alleanza. Ciò che essi odono prima all'interno, poi lo rendono noto quando agiscono pubblicamente. Per compiere i loro doveri esterni senza biasimo, hanno ricorso incessantemente ai luoghi segreti del cuore, e così odono la voce di Dio attraverso la sua ispirazione nascosta, appena essi si ritirano dalle sensazioni carnali in meditazione spirituale. Paterio, Esposizione dell'Antico e del Nuovo Testamento, Numeri 5

    328 11

    Numeri

    Nel secondo mese

    Una seconda nascita Coloro che vissero oltre o erano impuri nell'anima ricevettero l'ordine di celebrare la Pasqua nel secondo mese. Ciò è inteso come un simbolo della santa Chiesa che, >. . k LXX: «e sia il mio seme come il loro seme». i

    6 Ambrogio cita dai LXX. Nell'originale ebraico e Vulgata: .

    Il primo oracolo (22, 41 - 23, 12)

    sorgere. Non muoia dunque la mia anima in peccato né accolga in sé peccato, ma · muoia nell'anima del giusto per ricevere la sua stessa sorte. Quindi chi muore in

    377

    Cristo, diventa partecipe della sua grazia nel battesimo. Ambrogio, Per la dipartita del fratello 2, 43

    IL SECONDO ED IL TERZO ORACOLO

    Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto, è per lu.i come le corna del bufalo. Perché non vi è sortilegio contro Giacobbe e non vi è magia contro Israele. . .. Dio, che lo ha fatto uscire dall'Egitto, ·è per lui come le corna del bufalo. Egli divora le genti che lo avversano, addenta le loro ossa e spezza le saette scagliate contro di lui (23, 13 - 24, 9). Balaam previde la fuga in Egitto di Maria e Giuseppe con Gesù (Eusebio).

    24 8 '

    Fuori dall'Egitto

    La verità griderà I.: oracolo nella profezia citata precedentemente (cf. Nm 24, 3-9), nel dire che il Signore sarebb~ entrato in Egitto, predisse il viaggio di nostro Signore Gesù Cristo quando egli andò in Egitto con i suoi genitori. Qui abbiamo la profezia del suo ritorno dall'Egitto nel suo ordine naturale, quando tornò con i suoi genitori nella terra d'Israele, nelle parole: Dio lo guidò fuori dell'Egitto. Infatti il nostro Signore e Salvatore Gesù, il Cristo di Dio, era l'unico del seme di Israele e della razza ebraica che ha il governo su molte nazioni, così che è indubbio che egli è il

    compimento della profezia che dice letteralmente: Un uomo verrà dalla razza giudaica e governerà su molte nazioni. Se non è lui, chi vuole proponga pure qualche altro uomo famoso fra gli ebrei, che ha governato su molte nazioni. Ma questo non si può fare, perché un tale uomo non è mai esistito. Ma riguardo al nostro Salvatore, la verità stessa griderà e urlerà a piena voce, anche se noi non diciamo nulla. Questo mostra chiaramente che il suo potere divino ha governato, attraverso la natura umana che egli prese dal seme d'Israele secondo la carne, ed anche adesso governerà molte nazioni. Eusebio,

    Dimostrazioni evangèliche 8, 3

    IL QUARTO ORACOLO

    Egli pronunciò li suo poema e disse: «... Io lo vedo) ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele) spezza le tempie 1 di Moab e il cranio dei figli di Set, Edom diverrà sua conquista e diverrà sua conquista Seir, suo nemico, mentre Israele compirà prodezze. Uno di Giacqbbe dominerà i suoi nemici e farà perire gli scampati da Ar». Poi vide Amalekr pronunziò il suo poema e disse: «Amalek è la prima delle nazioni: ma il suo avvenire sarà eterna rovina». Poi vide i Kenitz: pronunziò il suo ·poema ~ disse: «Sicura è la tua dimora, o Caino, e z'l tuo nido è aggrappato alla roccia. Eppure sarà dato alla distruzione, finché Assurti deporterà in prigionia» (24, 10-25). Come avvenne che ·Balaam parlò di Cristo più chiaramente di quasi tutti gli altri profeti? (Girolamo). Gli occhi di Balaam furono aperti al peccato che egli aveva commesso (Paterio). I magi furono i successori di Balaam e possedettero un resoconto della sua profezia (Eusebio). Cristo fu Dio nella carne ed il mediatore fra Dio e l'uomo (Lattanzio). Sia Balaam che Caifa furono profeti senza esserne consapevoli (Giovanni Crisostomo). I magi ricordarono la profezia di Balaam e seguirono la sua guida fino a Gerusalemme (Leone Magno). La 'profez.ia di Balaam era stata preservata in forma scritta in Mesopotamia (Cesario di Arles). Il seme di Amalek era destinato alla distruzione (Ambrogio). La persona santa è nutrita dall'umili~ esaltata di Cristo e sale in alto (Paterio).

    ' 15

    L'oracolo di Balaam

    Balaam parlò apertamente di Cristo Un giorno che avevamo tra le mani i Numeri di Mosè, mi chiese tiri:iidamente che cosa voleva significare quella congerie di nomi, ,come mai le singole tribù si trovassero sparse chi in una chi in un'al" tra regione e il significato della loro rispettiva posizione, e come mai Balaam, un indovino, fu proprio lui a far profezie

    l

    Vulgata e LXX: . .

    sui futuri misteri di Cristo con una chiarezza di predizioni che nessun altro profeta ha mai avuto a suo riguardo. Risposi come meglio potei, e mi parve di aver soddisfatto i suoi interrogativi. Girolamo, Lettere 77, 7

    Gli occhi del malvagio L'uomo empio non conosce il male che fa a meno che non cominci ad essere

    Numeri

    380

    punito per lo stesso male. Infatti Balaam offrì consiglio contro gli israeliti ed in seguito vide nella sua punizione quale peccato aveva precedentemente commesso. Ma leletto, che non dovrebbe peccare, è vigile. I suoi occhi sono aperti prima che possa cadere. Gli occhi dell'uomo malvagio si aprono solo dopo che egli cade, perché dopo il peccato vede, nella sua punizione, che avrebbe dovuto evitare il male che ha fatto. Paterio, Esposizione dell'Antico

    e del Nuovo Testamento, Numeri 20 17

    Una stella da Giacobbe

    Balaam profetiZzò la venuta del Signore Ascoltate le parole dcli'evangelista riguardo Caifa, il sommo sacerdote dei giudei: Non disse questo come un'opinio-

    ne personale, ma nella sua capacità di sommo sacerdote in quel!'anno profetizzò che Gesù era destinato a morire, non nella persona soltanto ma anche per portare insieme i popoli che erano stati dispersi (Gv 11, 51-52). Troverete che qualcosa di simile accade nella storia di Balaam: Quando fu spinto a maledire il popolo, non solo non lo maledl ma profetizzò anche cose grandi e meravigliose, non solo riguardo il popolo, ma anche riguardo la venuta del Salvatore. Giovanni Crisostomo, Omelie sulla Genesi 21, 16

    Balaam e i magi Ci viene detto che i successori di Balaam mossero da questa 7 (infatti la predizione fu conservata più verosimilmente fra di loro 8), quando notarono nei cieli una strana stella oltre a quelle solite, fissa sulla.loro testa, per cosl dire, e posta verticalmente sulla Giudea, e quindi si affrettarono per arrivare 'in Palestina, a fine di indagare riguardo al re annunciato dal1'apparizione della stella. Eusebio,

    Dimostrazioni evangelt'che 9, 1

    Cristo il mediatore Mosè stesso scrisse nel libro dei Numeri: Verrà una stella da Giacobbe, ed un uomo sorgerà da Israele. Per questo motivo, dunque, prese su di sé la carne, in modo che, essendo divenuto un mediatore fra Dio e l'uomo, avendo anche sconfitto la morte, potesse con la sua guida condurre l'uomo a Dio. · Lattanzio, Epitome delle Istituzioni Divine 44

    I tre magi seguono la stella Sebbene fosse un dono del favore divino il fatto che la nascita del Signore dovesse diventare ben riconoscibile ai popoli, non di meno, per poter comprendere la meraviglia di un tale segno, i magi furono anche in grado di riportare alla memoria Ua predizione di questo evento] per mezzo delle antiche profezie di Bal~am. Infatti sapevano che un tempo [tale nascita] era stata annunciata ampiamente nella famosa e memorabile predizione: Una stella apparirà da Giacobbe, ed

    un uomo sorgerà da Israele. Egli governerà sulle nazioni. Così i tre uomini, spinti da Dio per mezzo dello splendore inconsueto di quella stella, seguirono il corso della sua luce brillante davanti a loro, pensando che avrebbero trovato il fanciullo indicato nella città reale di Gerusalemme. Quando questa congettura non si rivelò · esatta, tuttavia appresero dagli scribi e dai maestri dei Giudei ciò che le

    Cioè la stella che apparve alla nascita di Gesù. 8 Cioè i gentili. 7

    Il quarto oracolo (24, 10-25)

    Scritture avevano detto circa la nascita di Cristo. Incoraggiati dalle prova .d oppia, cercarono con fede ancor più ardente colui che lo splendore della stella e l' autorità dei profeti indicavano. Leone Magno, Sermoni 34, 2

    I magi avevano copie delle profezie di Balaam Se le profezie di Dio furono inserite nei libri sacri da Mosè, quanto a maggior ragione [quelle di Balaam] furono copiàte da uomini che vissero in Mesopotamia, dal momento che consideravano Balaam splendido, e certamente erano discepoli della sua arte! Dopo i suoi tempi la professione e l'istruzione degli indovini si dice essere fiorita in parti dell'O~iente. Possedendo copie di tutto ciò che Balaam aveva profetizzato, essi fecero anche scrivere: Una stella verrà da Giacobbe, ed un ·uomo sorgerà da Israele. I magi conserva.rono questi scritti presso di loro, e cosl quando Gesù nacque, riconobbero la stella e compresero che la profezia era compiuta più di quanto fece il popolo d'Israele che rifiutò di udire le parole dei santi profeti. Pertanto, solo dagli scritti che B'ajaam aveva lasciato, appresero che il tempo -stava arrivando, vennero e immediatamente lo adornrono. Inoltre, alfine di mostrare la loro grande fede, onorarono il fanciullo come re. Cesario di Arles, Sermoni 113 , 2

    20

    Amalek la prima delle nazioni

    Amalek significa «te dei malvagi» Anche nel libro intitolato Numeri dice la Scrittura: Amalek è il principio delle genti: ma il suo seme perirà. E certa.mente Amalek non è il primo cli tutte le

    381

    genti, ma siccome simbolicamente Amalek è considerato il re dei malvagi e le genti sono malvagie, bada che non si debba intendere il principe di questo mondo, che domina le nazioni che fanno la sua volontà e il cui seme perirà. E sono suo seme gli ernpi e gli infedeli ai quali il Signore dice: Voi siete figli del diavolo (Cv 8, 44). Ambrogio, I sei giorni della creazione 1, 14, 4

    21

    Guardò il Kenita

    L'uomo santo ha il suo nido sulle rocce Kenita significa «possesso». E chi sono quelli che posseggono le cose presenti se non quelli che sono esperti nello studio della saggez:ta secolare? Sono quelli che, per mezzo del loro studio, costruiscono per sé una possente dimora, se si rendono come fanciulli con umiltà e si nutrono della grandezza cli Cristo. Essi sentono di essere deboli, e pongono la loro fiducia nell'esaltata umiltà del Redentore che hanno riconosciuto, e alimentano quella fiducia. Non cercano le vette. ' Trascendono, con il volo dei loro cuori, tutto ciò che è effimero. Ponderiamo riguardo l'uomo santo, come egli çostruisce il suo nido sulla roccia. Egli infatti dice: La nostra dimora è in cielo (Fil 3, 20), e chi ci vivificò di nuovo e ci fece sedere in cielo (E/2, 6). Quest'uomo santo ha il suo nido sulle rocce, perché ha preso consiglio in alto. Non vuole gettare la mente 11elle profondità; non vuole dimorare nelle profondità attraverso un'abietta esistenza umana. Paolo fu imprigionato quando attestò che era seduto con Cristo in cielo. Egli era dove aveva fissato la sua mente, già ardente, e non ·dove la carne pigra lo tratteneva con la forza. Paterio, Esposizione dell'Antico e del Nuovo Testamen(o, Numeri 22

    ADESIONE AL CULTO DI BAAL-PEOR

    Israele si stabilì a Sittim e il popolo cominciò a trescare con le figlie di Moab. Esse invitarono il popolo ai sacrifici offerti ai loro dèz> il popolo mangiò e si prostrò davanti ai loro dèi. Israele adert' al culto di Baal-Peor e l'ira del Signore si accese contro Israele (25, 1-5). C'è una distinzione precisa fra il prostrarsi di fronte agli idoli ed il venerarli; gli israeliti non venerarono gli idoli di Moab (Origene).

    2

    Israele si prostrò davanti ad altri dèi

    Prostrarsi è diverso dal venerare A mio parere colOro che rinnegano la fede cristiana con giuramenti in tribunale, o prima di essere sottoposti a processo, non venerarono ma si prostrano soltanto di fronte agli idoli, quando prendono la parola «Dio» dal nome del Signor'è Dio e la applicano a vane statue lignee prive di vita. Così il popolo che si corruppe con le figlie di Moab si inchinò

    agli idoli ma non li venerò. In verità è scritto nel testo: Esse li invitarono ai sa-

    cri/id dei loro idoh ed il popolo mangiò dei loro ·sacrifici: ed essi si inchinarono ai loro idoli e compirono i ri# per Baal-Peor. Osserva che il testo non dice: «Ed essi venerarono i loro idoli>>; infatti non era possibile, dopo tanti grandi prodigi e segni, essere persuasi in un momento dalle don.ne con cui fornicavano a considerare dèi gli idoli. Ori gene, Esortazione al martirio 6

    ZELO DI PINCAS

    Ed ecco uno degli israeliti venne e condusse ai suoi fratelli una donna madianita, sotto gli occhi di Mosè e di tutta la comunità degli israeliti: mentre essi stavano piangendo altingresso della tenda del convegno. Vedendo ciò, Pincas figlio di Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, si alzò in mezzo alla comunità, prese in mano una lancia, seguì quell'uomo di Israele nella tenda e li trafisse tutti e due, l'uomo di Israele e la donna, nel basso ventre. E il flagello cessò tra gli israeltti. Di quel flagello morirono ventiquattromila persone. Il Signore disse a Mosè: «PincaJ~ figlio di Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne, ha allontanato la mia ira dagli israeliti: perché egli è stato animato dal mio zelo fra di loro, e ·io nella mia gelosia non ho sterminato gli israeliti. Perciò digli che io stabilisco con lui un'alleanza di pace, che sarà per lui e per la sua stirpe dopo di lui un'alleanza di un sacerdozio perenne, perché egli ha avuto zelo per il suo Dio e ha fatto il rito espiatorio per gli israeliti» (25, 6-15). Pincas placò la collera di Dio uccidendo un altro, ma Cristo offrl se stesso (Cirillo di Gerusalemme). Se moriamo in Cristo, il peccato è morto dentro di noi (Gregorio di Nissa). Il castigo può avere effetti benefici, mentre l'indulgenza garantita nella disobbedienza può merit~re di essere condannata (Giovanni Crisostomo). La pun~zione inflitta ai fornicatori fu terribile (Tertulliano). Pincas uccise i due fornicatori con un colpo della lancia, e tale atto . gli fu in1putato come prova di rettitudine (Origene). Balaam è visto più correttamente come un indovino, non un profeta, poiché egli non fu convertito alla fede (Ambrogio).

    8

    Pi·ncas li trafisse

    La morte del peccato in noi Ora se siamo stati conformati· alla sua morte, il peccato in noi è certamente un cadavere, trafitto dal giavellotto del battesimo, come quel fornicatore fu colpito dal zelante Finees. Gregorio di Nissa, Orazione sul Battesimo di Cristo.

    Pincas e Gesù a confronto Finees (Pincas) placò la collera divina con ira santa mettendo a morte l' operatore di iniquità, e Gesù non potè estinguere il fuoco della collera divina contro gli uomini non mettendo altri a morte ma offrendosi egli stesso' come prezzo del riscatto (cf. 1 Tm 2, 6)? Cirillo di Gerusalemme, Catechesi 13, 2

    384

    Numeri

    Pincas e Samuele messi a confronto

    tire piuttosto che dall'autorità della divina Scrittura, ritorna al libro dei Numeri, e ricorda quel che fece il sacerdote Finees (Pincas), il quale, avendo veduto una meretrice della gente di Madia aderire con amplesso impuro a un uomo di Israele, sotto gli occhi cli tutti, riempito dall'ira dello zelo divino, afferrata una spada, li trapassò entrambi nel petto; questo atto gli fu comp.u tato da Dio a giustizia, poiché il Signorè dice: Finees ha placato i"! mio furore) e gli sarà computato a giustizia. Dunque, questo cibo terreno dell'ira diventa nostro cibo, quando ne usiamo spiritualmente per la giustizia. Origene, Omelie sulla Genesi l, 17

    L'uccisione ha portato alla giustizia, e la pietà è stata causa cli condanna più dell'uccisione, poiché quest'ultima fu compiuta secondo il volere cli Dio, mentre la precedente era stata proibita da lui. Fu considerato un atto di giustizia il fatto che Pincas trafisse a morte la donna che aveva commesso fornicazione insieme al fornicatore. Ma Samuele, il santo di Dio, sebbene pianse e si lamentò ed intercesse per notti intere, non poté salvare Saul dalla condanna che Dio emise contro di lui, poiché egli salvò,. contrariamente al volere cli Dio, il re delle tribù aliene che invece avrebbe dovuto distruggere (cf. 1 Sam 15, 9). Giovanni Crisostomo, Lettera a Teodoro lapso 2, 3

    13

    9

    Balaam non fu convertito

    Ventiquattromila morirono per il flagello

    Punizione per la fornicazione Per quanto possiamo vedere, anéhc noi abbiamo esempi da questo stesso passato che sostengono la nostra condotta di pensiero, esempi di un giudizio sulla fornicazione che non solo non fu di remissione, ma ·fu anche eseguito all'istante. Penso che sia davvero sufficiente l'esempio di un così gran numero cli persone del popolo scelto, ventiquattromila, che perirono in un colpo solo dopo aver fornicato con le figlie cli Maclian. Tertulljano, La pudicizia 6, 6, 12-14 11

    Pùìcas ha allontanato l'ira ·di·Dio

    La giusta collera di Pincas E perché' non ti sembri che noi traiamo queste considerazioni dal nostro sen-

    I:alleanza di un sacerdozio perpetuo

    Dunque, né Dio è ingiusto né mutevole è il suo pensiero. Né [di Balaam] conobbe, infatti, le intenzioni e i segreti pensieri; perciò lo mise alla prova in quanto indovino, non lo scelse in quanto profeta. Certamente per la grazia di così importanti profezie e per la sublimità delle rivelazioni si sarebbe dovuto convertire. Ma quell'animo pieno di nequizia pronunciò le parole, ma non conferì ad esse credibilità, desiderando infirmare con i suoi suggerimenti ciò che annunciava sarebbe accaduto. E siccome non poteva eludere le profezie divine, suggeriva piani insidiosi, dai quali l'incostante popolo dei giudei fu bensì messo alla prova, ma non fu vinto. Infatti dalla giustizia di un solo sacerdote fu reso vano ogni disegno cli quell'uomo scellerato; e fu cosa assai più degna di meraviglia che, per l'intervènto di un solo uomo, l'esercito dei padri ·abbia potuto essere liberato che non essere ingannato. Ambrogio, Lettere 28, 15

    IL SECONDO CENSIMENTO

    Po/ il Signore disse a Mosè: «Trattate i madianiti da nemici e uccideteli: poiché essi vi hanno trattati da nemici, con le astuzie» . .. .Il Signore disse a Mo.rè e ad Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne: «Fate il censimento di tutta la comuni'tà degli israeliti: dal!' età di vent'anni in su, secondo i loro casati paterni: di quanti in Israele possono andare in guerra» (26, 1-51). Un confronto fra il primo ed il secondo censimento rivela le loro differenze (Procopio di Gaza).

    2

    Un censimento dell'intera comunità

    Il censimento di un nuovo popolo Dopo che la Scrittura ha indicato che il popolo era giunto al confine stabilito da Dio, Dio chiede di nuovo di fare un censimento degli uomini abili al servizio militare. Infatti, dal momento che i padri che erano stati censiti in precedenza er~o morti (cf. Nm 1, 1-46; 26, 64' 65), i lo~o figli venivano convocati per il censimento. David attesta che il Signore disse: Se essi entreranno nel mio riposo (Sal 95, 11; Eb 3, 11), e quello che segue. I loro figli erano la prefigurazione del popolo fedele che riceve Cristo, cioè la fine della Legge. C'è una macchia spirituale di sangue che è anche la circoncisione, come attesta .Paolo: Perché noi, egli dice,

    siamo i veri circoncisi: noi che rendiamo il

    culto mossi dallo Spirito di Dio (Fil 3, 3). E di nuovo: Siete stati anche circoncisi: di · una circoncisione però non fatta da mano di uomo (Col 2, 11). Giosuè è il simbolo di questi uomini, poiché egli circoncide quelli venuti dopo di lui. Ma siccome quella n6n era la vera circoncisione, la Scrittura dice in un altro passo: Tagliate via la dure'zza dei vostri cuori (Gio 2, 13). Così Mosè censisce i figli dei morti, ma non nel modo che era stato usato in pre.cedenza, cioè censendo prima le tribù nate da donne libere, e poi quella nate da donne schiave 9. Egli ha due ragioni per distinguere questi due tipi. Enumera prima i cinque figli di Lea 10, separatamente dall'amata tribù di Levi, dal momento che quella tribù è destinata ad avere un posto speciale, quello cioè del sacro ministero. Poi conta Gad e Aser (d. Nm 26, 15-18, 44-47), figli della fanciull~ schiava.

    9 Procopio segue il testo dei. LXX, in cui l'ordine delle tribù differisce fra Nm 1 e Nm 26. In Nm 1, i figli delle schiave Zilpa e Bila sono posti dopo i figli di Lea e Rachele. In Nm 26, i figli della schiava Zilpa precedono quelli di Rachele. . · 10 Ruben, Simeone, Giuda, Issacar e Zabulon.

    386

    Numeri

    Poi conta i tre figli della donna libera Rachele, fra i quali egli conta prima i figli di Giuseppe, secondo lordine della loro generazione: Manasse e Efrem (cf. Nm 26, 28-37), e poi l'ultimo figlio di Rachele, Beniamino (Nm 26, 38-41). A questi aggiunge i figli della fanciulla schiava, Dan (Nm 26, 42-43) e Neftali (Nm 26, 48-50). Ha davanti ai suoi occhi l'unione di Israew le, che era guidata dallo spirito di servitù, e noi, che siamo chiamati per adozione nello spirito di libertà. Di conseguenza

    Mosè disse: Le nazioni si rallegrarono con questo popolo (Dt 32, 43 [LXX]). Ed il Salvatore disse: Ci sarà un solo gregge ed un solo pastore (Gv 10, 16). Il numero delle tribù diminuì rispetto al censimento precedente, ma la tribù di Levi si accrebbe u. Infatti il popolo eletto cresce sempre, mentre popolo che si oppone loro diminuisce. Procopio di Gaza, Catena sull'Ottateuco, Numeri 26, 2 12

    µ

    11 Nm 1, 46 riporta che 603.550 uomini erano pronti per il servizio militare, mentre Nm 26, 51 riporta che il loro numero era 601.730. · 12 Procopio trae parte .di questo passo da Apollinare di Laodicea. Vedi anche: Robert Devresse, Les ancien commentateurs Grecs de l'Octateuque e des Rois, Studi e Testi 201, Roma 1959, p. 146.

    CENSIMENTO DEI LEVITI

    «Ma la ripartizione del paese sarà gettata a sorte; essi riceveranno la ri'spettiva proprietà secondo. i nomi delle loro tribù paterne. La ripartizione delle proprietà sarà gettata a sorte per tutte le tribù grandi o piccole». Questi sono i leviti dei quali sifece il censimento secondo le loro famiglie ... Gli uomini registrati furono ventitremila: tutti maschi~ dal!' età di un mese in su. Non furono compresi nel censimento degli israeliti perché non fu data loro alcuna proprietà tra gli israeliti (26, 55-65). Dio usa dei sorteggi come una maniera di esprimere la sua volontà. I giovani, che non hanno peccato, ricevono la terra. La tribù di Levi viene esclusa (Procopio di.Gaza).

    55

    La terra divisa a sorte

    Sorteggio e provvidenza Si fa una lotteria per evitare contese e assicurare maggiore certezza e chiarezza. La fonte di questa regola è il consiglio di Dio. Gli uomini devoti non affidano i loro ~ffari alla cieca sorte. Questo quello che vuòle dire Paolo quando afferma:

    Siamo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente; conforme alla sua volontà (E/ 1, 11). Il nostro uso dei sorteggi rivela la grazia perché, per mezzo della parola di Dio, ha luogo seèondo la fede. Gli apostoli suggerisco. no la stessa idea quando dicono: Signore,

    conoscitore dei cuori: designa chi dobbiamo scegliere fra questi due (At l, 24). Pertanto è chiaro .che il sorteggio non avviene a caso ma secondo il volere di Dio. Cosl ciò che la Scrittura dice .ora, riguar-

    do dò che viene designato dal sorteggio, lo dice riguardo la scelta di Dio operata attraverso il sorteggio, e non a caso. Allo stesso modo coloro che fra i greci disse~o di esercitare il potere non si sottrassero al biasimo (cf. Mc 10, 42; Mt 20, 25). Dopo che il popolo fu censito, le parti della terra santa furono assegnate a quelli presso il Giordano. Coloro che posseggono le loro terre patrie in Israele, come designati da Caleb e Giosuè, sono stati descritti come giovani liberi e battezzati 1.3. Per figli la Scrittura intende i giovani e quelli che hanno superato la pubertà (Nm 26, 2). Le loro anime sono pronte alla guerra, ma la loro forza non è ancora stata messa alla prova; non hanno mai fatto esperienza dei rischi della guerra. I figli di coloro che furono sotto la Legge prefigurano un nuovo popolo, che è giudicato degno di essere iscritto nel libro della vita. Sono desc'ritti uno I?er uno secondo le loro vir-

    1.3 Saranno battezzati perché avranno attraversato il Giordano.

    Numeri

    388

    tù, ed ereditano la terra che appartiene al mite (cf. Mt 5, 5), a meno che, forse, il mite non ne goda in misura anche maggiore. Questa misura, dice la Scrittura, la verseranno nel tuo grembo; sarà bella, premuta, scossa e ricca (cf. Le 6, 38). Poi, dice, accrescerai la suà porzione molte volte, cosl che ciascuno possa ricevere la sua sorte secondo il conteggio del censimento. Di conseguenza avvenne che i libri consegnati a Daniele per essere spiegati erano diversi per numero e le loro dimensioni erano descritte in modi differenti (Dn 7, 10; 9., 2). Anche per questa ragione Dio ordinò che il popolo fosse censito per tribù e per nome, sebbene comandasse che anche le loro parentele fa~ miliari dovevano essere registrate . . · Procopio di Gaza, Catena sull'Ottateuco, Numeri 26, 55

    '>7-6')

    Censimento dei leviti

    Quelli scelti per gli ordini sacri Queste parole sembrano dire qualcosa riguardo la beatitudine di Cristo . ' per il fatto che decretano ricompense appropriate a ciascuna virtù, le ricompense maggiori vanno a coloro che sono dotati di un cuore sincero. Infatti, dice la Scrittura, essi vedranno Dio (Mt 5, 8). Il tipo di uomini che egli invita ad essere scelti per gli ordini sacri hanno un descrizione ben distinta, separatamente dal fatto che non posseggono porzioni della terra. Essi possono anche dire: Nelle tue mani è la

    mia sorte e la mia porzione, o Signore (Sal 16, 5). Cosl non Vi è alcun fanciullo fra di loro; questo indica purezza ed integrità. Colui che li censisce tutti è Cristo, prefigurato nel sommo sacerdote e nel legislatore, che non diede sorti agli infedeli. Infatti la Scrittura dice: Fate che siano estromessi dal libro del vivente e non siano registrati insieme ai· giusti (Sal 69, 28). Procopio di Gaza, Catena sugOttateuco,

    Numeri 26, 55

    .

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    14

    Procopio usa anche in ·questo passo Apollinare di Laodicea. Vedi: Robert Devresse, Les an-

    cten commentateurs Grecs de l'Octateuque e des Rois, Studi e Testi 201, Roma. 1959, p. 147.

    GIOSUÈ SCELTO COME SUCCESSORE DI MOSÈ

    «Le figlie di Zelofcad dicono bene. Darai loro in eredità un possedi. mento t~a i fratelli del loro padre e farai passare ad esse l'eredità del loro padre. Parlerai inoltre agli israeliti e dirai: Quando uno sarà morto senza lasciare un figlio maschio, farete passare la sua eredità alla figlia ... ». Il Signore disse a Mosè: «Sali su questo monte degli Abarim e contempla il paese che io dò agli israeliti. Quando l'avrai visto, anche tu sarai riunito ai tuoi antenat~ come fu riunito Aronne' tuo fratello, perché trasgredlste l'ordine che vi avevo dato nel deserto di Sin, quando la comunità si ribellò e voi non dimostraste la. mia santità agli occhi loro, a proposito di quelle acque». So- · no le acque di Mèriba di Kades, nel deserto di Sz'n. Mosè disse al Signore: «Il Signore, il Dio della vita in ogni essere ·vivente, metta a capo di questa comunità un uomo che li preceda nell'uscire e nel tornare, li faccia uscire e li faccia tornare, perché la comunità del Signore non sia un gregge senza pastore». Il Signore disse a Mosè: «Prenditi Giosuè, figlio di Nun, uomo in cui è lo spirito; porrai la mano su di lui» (27, 12-23). I nostri peccati' e lo scandalo che potremmo dare sono di gran lunga più gravi del peccato di Mosè ed Aronne (Girolamo). Mosè fu punito per un peccato che aveva commesso tren~otto anni prima. Quanto 'è terribile il giudizio di Dio! (Gregorio Magno).

    14

    Ribellione contro la parola di Dio

    Il pericolo dello scandalo Se Mosè e Aronne, che sembrarono tentennare alle acque della contraddizione, non meritarono di entrare nella Terra promessa, nbn è di conseguenza del tutto ragionevole che noi, che siamo piegati sotto _il peso dei peccati, saremo ancor meno capaci di loro di attraversare il fiume Giordano e di raggiungere Gilgal, la terra della circoncisione (Dt 11, 30), se mai faremo peccare uno di questi piccoli (cf. Le 17, 2)? Girolamo, Omelt"a 90 (Sermone sulla Quaresima)

    L'errore di Mosè viene ricordato Ma quando si giunse ormai alla Terra promessa, [Mosè] fu chiamato sul monte e si sentl ricordare la colpa che aveva commesso, come dicevo, -trentotto anni prima, e seppe che per questo non poteva enttare nella Terra promessa. In questo bisogna che noi consideriamo quanto sia da temere il giudizio di Dio, il quale faceva tanti prodigi mediante un SUO servitore, la cui colpa COQServava anv cora nd ricordo per un così lungo periodo di tempo. Gregorio Magno, Lettere 11, _36

    IL GIORNO DEL NUOVO ANNO

    Il Signore disse a Mosè: «Dà quest'ordine agli israeliti e dì loro: Avrete cura di presentarmi' al tempo stabilito l'offerta, l'alimento dei miei sacrifici da consumare con il fuoco, soave profumo per me». :·.. «Nel giorno di sabato offrirete due agnelli dell'anno, senza difetti> come oblazione due decimi di fior di farina intrisa in olio, con la sua libazione. È l'olocausto del sabato, per ogni sabato, oltre l'olocausto perenne e la ·sua libazione» . ... «Il settimo mése, il primo giorno del mese terrete una sacra adunanza; non farete alcun lavoro servile m» (28, 1-2.9-10 - 29, 1-6). Si devono compiere sacrifici riei giorni di festa con la solennità richiesta {Ambrogio). Sebbene il lavoro sia abolito durante il sabato, i sacrifici prescritti devono essere compiuti {Giovanni Crisostomo). Il giorno dell'Espiazione, celebrato nel decimo giorno del settimo mese, si compie in Cristo (Origene).

    28 2 •

    Nella stagione dovuta

    Un atto di perfetta virtù Questo è il sacrificio completo e perfetto, come lo stesso Signore ci insegna, dicendoci delle offerte che si portano a

    za disperdere il tempo del suo animo fra il piacere e la fatica. Pertanto solo il sapiente celebra questa solennità, nessun altro. Ambrogio, Caino e Abèle 2, 2, 8

    lui: Avrete cura di recarmi le offerte nei miei giorni di festa, senza nulla detrarre

    9 10 ·

    .n é disperdere, ma portando offerte abbondanti, integre e perfette. Il giorno di festa del Signore cade quando c'è la grazia delle virtù perfette; e le virtù perfette allorché l'animo, vittorioso sulle sollecitazioni mondane e sulle lusinghe carnali, scaccia le seduzioni del piacere, sciolto dal mondo e dedito a Dio, senza togliere nulla via dell'applicazione assidua, e sen-

    Fa' ciò che è richiesto durante il sabato

    Durante il sabato

    Dal momento che non avrebbero potuto tollerare (il giudizio contro la loro violazione del sabato), se Dio, dando la legge sul sabato, avesse detto: Compite opere buone di sabato, ma non opere che sono cattt"ve, di conseguenza vietò loro ogni opera allo stesso modo. Non dovete

    . m La traduzione italiana segue il testo dei LXX e la Vulgata. Nel testo ebraico: «alcun lavoro faticoso» o «quotidiano». ·

    Il giorno del nuovo anno (28, 1-2.9-10 - 29, 1-6)

    fare nulla, dice, e neppure così potevano essere tenuti in riga. Ma nell'atto stesso di dare la legge del sabato egli voleva dire, anche se in linguaggio velato, che li previene dal fare opere cattive solamente, poiché dice: Non dovete fare nulla) eccet-

    to quello che deve essere fatto per la vostra vita (Es 12, 16). E nel tempio tutti andarémo ogni sabato e con ancora maggiore diligenza e doppio lavoro. Così anche per mezzo di parole velate li stava aprendo segretamente alla verità. Giovanni Crisostomo,

    Omelie sul Vangelo di Matteo 39, 3 . 29, 1

    Il primo giorno del settimo mese

    Le feste del settimo mese Dopo ciò, nel settimo mese, si celebrano altre solennità: Nel primo giorno del mese la neomenia delle trombe, come dice il .Salmo: Suonate la tromba all'inizio

    del mese (Sal 81 (80], 4). Il diciassettesimo . giorno del settimo mese c'è questa solennità della propiziazione (cf. Lv 16, 29). Soltanto in questo giorno il pontefice si ve~

    391

    ste di tutti gli abiti pontificali, si veste di manifestazione e verità (Es 28, 30), entra in quei luoghi inaccessibili ove gli è lecito accedere solo una volta all'anno, cioè nel Santo dei Santi (Es 30, 10). Infatti solo una volta all'anno il pontefice, abbandonando il popolo, entra in quel luogo in cui è il propiziatorio e sopra il propiziatorio i cherubini (Es 25, 18-21), ove è anche l'arca della testimonianza e l'altare dell'incenso, nel quale non è lecito ad alcuno di entrare se non al solo pontefice. Se dunque considero che il vero pontefice (Eh 4, 14), il mio Signore Gesù Cristo, in quanto posto davvero nella carne, era con il popolo per tutto un anno, quell'anno del quale egli steso dice: Mi ha mandAto a

    evangelizzare i poveri e a proclamare l'anno di grazia del Signore e il giorno del perdono (Is 61, 1-2), noto che una sola volta in questo anno, nel giorno della propiziazione, entra nel Santo dei Santi: cioè quando; compiuta l'economia, penetra i · cieli (Eb 4, 14) ed entra nel Padre, per renderlo propizio al genere umano e per pregare per tutti quelli che credono in lui. Origene,

    Omelie sul Levitico 9, 5

    VALIDITÀ E ANNULLAMENTO DEI VOTI

    «Il decimo giorno di questo settimo mese terrete una sacra adunanza e vi mortificherete». .. .Mosè disse ai capi delle tribù degli israeliti: «Questo il Signore ha ordinato: Quando uno avrà fatto un voto al Signore o si sarà obbligato con giuramento ad una astensione, non violi la sua parola, ma dia esecuzione a quanto ha promesso con la bocca» n (29, 7 - 30, 1-16). Rompere un voto significa mentire a Dio. Iefte .sacrificò sua figlia come risultato di un voto. Egli compì un atto che fu permesso una sola volta. Non è un modello perché non segue la legge. Gli effetti di alcuni voti sono sospesi (Procopio di Gaza).

    30 3 •

    Tenendo fede a un voto

    L'importanza dei voti Se è una grave mancanza mentire a qualcuno, quanto maggiormente lo è mentire a Dio. Quando la Scrittura descrive la 'Sua maestà, dic~ che Dio è n elr alto dei cieli e tu sei in basso sulla terra. Questo passo fu scritto per noi affinché imitassimo Dio, il quale disse: Non infrangerò il mio patto (Gdc 2, 1). Egli dice questo (Nm 30, 3) riguardo la vita di ciascun uomo: cioè, se uno ha fatto voto di astenersi dal cibo, o di radersi la testa, o di offrire una pecora un vitello. Malachia comanda che le migliori offerte devono essere presentate, quando dice ·espres~amente: Sia maledetto colui che ha un animale maschio nel suo gregge e poi

    o

    offre un animale di/ettòso al Signore (Mal

    1, 14). La figlia di Iefte preferì subire la morte piuttosto che rendere il voto di suo padre menzognero e incompiuto (cf. Gdc 11, 30-39). Ella non sapeva di essere il simbolo della Vittima salvifica, che prefi. gurava in se stessa 15. Per questo motivo l'azione di Iefte fu immune da colpa. Non è un modello, perché non segue la Legge. L'azione fu permessa una volta sola, come un segno, perché Dio rifiuta sa.crifici umani. Inoltre, ciò che viene fatto dai fanciulli per la vergogna dei loro genitori non merita il nome di voto, nonostante quei malvagi dottori e maestri che dicono ai loro genitori: Tutto dò che avresti. ricevuto da me è Corban (Mc 7, 11). Infatti Dio ci ordina di onorare il padre e la madre in ogni caso. Un uomo che infrange il voto della sua nuova sposa, che ella ha fatto senza l approvazione di suo padre, [non commette peccato]. Lo

    n Nel testo ebraico questi versi sono numerati 30, 1-2. La traduzione italiana segue la numera-

    zione dei LXX. 15 Cristo, che come la figlia di Iefte morì volontariamente.

    Validità e annullamento dei voti (29, 7 - 30, 1-16) stesso può dirsi di un uomo sposato che non acconsente ad un voto fatto dalla moglie (cf. Nm 30, 5, 8). Infatti il voto fatto quando una donna è sottoposta ad un potere più grande, se non viene compiuto, non la rcnéle colpevole. Ma se la donna diviene vedova o è separata da suo marito, allora il suo voto diventa vincolante (Nm 30, 8) . Questa antica istituzione di Dio è confermata, perché la donna fu creata per l'uomo, ed è giusto che ob-

    '.,

    393

    bedisca a lui. C'è anche quel versetto di Paolo in cui si dice che la donna deve riverire l'uomo (E/ 5, 33). La Scrittura dà spiegazioni simili in materie concernenti le afflizioni dell'anima, il digiuno e altre pratiche, quando dice, riguardo il mese del digiuno: In quel mese affiggerai le nostre anime (Nm 29, 7). Procopio di Gaza, Catena sull'Ottateuco, Numeri' 30, 2

    STERMINIO DEI MADIANITI

    Il Signore disse a Mosè: «Compi la vendetta degli israeliti contro i madianitz: poi sarai riunito ai tuoi antenati>> . ... Uccisero anche, oltre i loro caduti: i re di Madian Evz: Rekem, Sur, Ur e Reba cioè cinque re di Madian; uccisero anche di spada Balaam, figlio di Beor (31, 1-12). I madianiti furono massacrati poiché avevano portato gli israeliti al peccato (Ambrogio). Balaam attaccò il popolo d'Israele non con uomini armati ma con donne seducenti (Pietro Crisologo).

    1

    8

    Vendicando Israele sui· madiant'ti

    Balaam viene ucciso

    Perché i madianiti furono uccisi

    Balaam tentò gli israelit,i

    Si fa più aspra vendetta contro i nemici più accaniti, cioè contro quelli sleali e quelli che hanno arrecato maggiori offese, come nel caso dei madianiti che, per mezzo delle loro donne, avevano indotto al peccato molti del popolo ebreo, sicché anche sul popolo dei padri si riversò l'ira di Dio. E per tale motivo accadde che Mosè, ottenuta la vittoria, non lasciò pravvivere nessuno di essi. Ambrogio, I doveri 1, 29, 139

    Provocò scandalo nel popolo d'Israele l'indovino Balaam, quando si fece incontro ai combattenti non con uomini ricoperti di ferro, ma con giovanette imbellettate con ogni artificio, per trasformare la guerra in gioco, mutare il trionfo in onta, indurre alla colpa i vendiéatori della colpa, e insomma profanare mediante un turpe intervento ogni santità. Per tale motivo Mosè lo bollò con questa sentenza, quando lo punì: E uccidete l'in-

    so- ·

    dovino Balaam, perché ha suscitato scandalo qui' tra t'/igli d'Israele. Pietro Crisologo, Sermoni 27, 3

    TRATTAMENTO DEI PRIGIONIERI

    Mosè disse loro: «Avete lasciato in vita tutte le femmine? Proprio loro; per suggerimento di Balaam, hanno insegnato agli israeliti l'infedeltà verso · il Signore, nella faccenda di Peor, per cui venne il flagello nella comunità del Signore. Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono.unite con uomini: conservatele in vita per voi» (31, 13-20). Nell'uso della lingua ebraica tutte le persone di sesso femminile sono chiamate donne, anche se sono vergini (Agostino).

    18

    Fanciulle che non si sono unite a uomtnt

    Anche le vergini sono chiamate donne nella Scrittura Dunque, l'angelo, proprio il medesimo, va da Maria vergine: Ave - dice - piena di grazia, il Signore è con te: è già con te colui che sarà in te. Benedetta tu fra le donnè--(Lc 1, 28). Secondo una peculiarità della lingua ebraica, la Scrittura attesta che tutte le femmine ordinariamente sono chiamate donne: non se ne stupiscano né restino scandalizzati quanti non sono soliti ascoltare le Scritture: Mettete da

    parte le donne che non si sono un#e con uomt'ni (Nm 31, 17 [LXX]). Infine richiamate alla memoria la nostra stessa origine: riguardo alla formazione di Eva dal fianco dell'uomo, che cosa dice la Scrittura? Il Signore gli tolse una costola e ne plasmò la donna (Gn 2, 22). Già è chiamata donna, tratta senz'altro dall'uomo, ma ·non ancora unita all'uomo. Quindi, allora nell'udire dall'angelo: Benedetta tu fra le donne, ritenetelo in tal senso, come se dicesse, secondo il nostro uso: Benedetta tu fra le femmine. Agostino, Discorsi 291, 4

    LE RICHIESTE DI GAD E RUBEN

    Il Signore disse a Mosè: «Tu, con il sacerdote Eleazaro e con i capi dei casati della comunità, fa' il censimento di tutta la preda che è 'stata fatta: della gente e del bestiame; dividi- la preda fra i combattenti che sono andati in guerra e tutta la comunità. Dalla parte spettante ai soldati che sono andati in guerra preleverai un contributo per il Signore» . .. .I figli di Ruben e i figli di .Gad avevano bestiame in numero molto grande; quando videro che il paese di Iazer e il paese di Gàlaad erano luoghi da bestiame.. . «Le terre che il Signore ha sconfitte alla presenza della comunità d'Israele, sono terre da bestiame e i tuoi seroi hanno appunto il bestiame». Aggiunsero: «Se abbiamo trovato grazia ai tuoi occh~ sia concesso ai tuoi seroi il possesso di questo paese: non èi/ar passare il Giordano» (31, 25-30 - 32, 1-5). Ci sono alcuni nella Chiesa che difendono la Chiesa ma non la amano. Essi sono come le tribù oltre il Giordano, che combatterono per la terra ma non abitarono in essa (Paterio). 32 4 •

    U,na terra per il bestiame

    .I pericoli dell'orgoglio Ci sono alcuni nella Chiesa che di. sprezz~no di essere di poca importanza. Anche dove l'umiltà dovrebbe prevalere, difficilmente cessano di essere grandi ai propri occhi. Li puoi vedere esaltarsi per gli onori, godere dei piaceri, rallegrarsi per il semplice numero delle cose. Spesso non cercano altro che di es.sere a capo degli altri. Godono ad essere temuti da molti. Non riescono a vivere una vita retta, e tuttavia desiderano essere conosciuti come persone che conducono una vita retta. Cercano adulatori; si gonfiano per l'ammirazione mostrata loro. Dal momento che sono interessati alle cose di questa vita presente, non cércano le gioie future. Quando un affare complesso li

    occupa, esso dimostra che sono assenti persino da se stessi. Ma se si presenta una tentazione contro la fede - infatti in questo campo sonq del tutto controllati - difendono la fede con parole e fatiche. Difendono la patria celeste ma non la amano. Nei libri di Mosè, i figli di Ruben e Gad e metà della tribù di Manasse esemplificano bene questo tipo di persone. Possedevano un grande gregge di pecore e mandrie di bestiame. Mentre erano oltre il Giordano, volevano i pascoli che vedevano. Non desideravano di avere la loro eredità nella Terra promessa e dicevano: La terra che il Signore ha sconfitto alla vista dei figli d'I.rraele è una regione

    ricca, buona per pascolare animali,· e nol i . tuoi servi, .abbiamo grandi f!JAttdrie. .Ti chiediamo, se troviamo favore presso di te, di dare a noz~ i' tuoi servi, questa terra co-

    Le richieste di Gad e Ruben (31, 25-30 - 32, 1-5)

    me nostro possesso, e di non farci attraversare z'l Giordano (Nm 32, 4-5). Essi possiedono molto bestiame e rifiutano di attraversare il Giordano. Coloro che hanno molti . legami in questo mondo non cercano una dimora nella patria celeste. Questi legami li . trattengono per mezzo della loro apparenza. La fede li minaccia, affinché non diventino languidi nel loro godimento degli agi. Con il loro esempio trattengono gli altri dal dedi·carsi al lavoro e alla pazienza. Così Dio dice loro attraverso Mosè: Andranno i vostri/ratelli alla battaglia, e voi siederete qui? Perché minate i cuori dei figli d'Israele (Nm 32, 7). Siccome arrossirono al non difendere ciò in cui credevano, si affretta~ono alla battaglia per la stessa fede che professavano e la difesero, non per se stessi ma per il prossimo. Così dicono a Mosè: Costruiremo ovili per le pecore e stalle per il bestiame, e città fortificate per i nostri bambin~· ma andremo alla battaglia armati e succinti davanti ai figli d'Israele (Nm 32, 16-17). Vanno avanti co-me uomini coraggiosi per gli altri; libera~ no la Terra promessa dai nemici e poi la lasciano e tornano ad allevare i loro greggi al di là del Giordano. Analogamente molte persone, sebbene siario credenti,

    397

    sono occupate dalle cure della vita presente, come se stessero allevando greggi oltre il Giordano. Contrariamente alla fede che professarono al momento del battesimo, servonp cose mortali con tutta la mente e tutti i loro desideri. Ma, come abbiamo detto, quando si presenta una tentazione contro la fede, si armano per difenderla. Uccidono i nemici della fede e li sconfiggono e difendono il patrimonio della Terra promessa. Per così dire, essi non amano i frutti della fede e non combattono per essa in modo tale da lasciare le spoglie della battaglia fuori della fede. Siccome hanno dei piccoli fuori della terra, non abitano in essa. Così tornano alle pianure, poiché altrimenti cadrebbero dalle cime delle.montagne come cadono dalla speranza per le cose celesti. Fuori della Terra promessa conducono al pascolo animali bruti, perché lavorano per pascolare i movimenti irrazionali dell'anima con desideri vuoti. Non sanno come sia chiara la luce eter~ na, ·perché sono accecati da effimere preoccupazioni. E mentre si inorgogliscono per cose terrene, chiudono la porta alla luce celeste. Paterio, Esposizione deltAntico e del Nuovo Testamento, Numeri 23

    TAPPE DEL VIAGGIO

    Mosè disse loro: ·«Se i figli di Gad e i figli di Ruben passeranno con voi il Giordano tutti armati' per combattere davanti al Signore e se il paese sarà sottomesso davanti a voi~ darete loro in proprietà il paese di Gàlaad. Ma se non passano armati con vo~ avranno la loro_ proprietà in mezzo a voi nel paese di Canaan» . ... Queste sono le tappe degli israeliti che uscirono dal paese d}Egitto} ordinati secondo le loro schiere) sotto la guida di Mosè e di Aronne. Mosè scrisse i loro punti' di partenza} .tappa per tappa} per ordine del Signore; queste sono le loro tappe nelfordine dei loro punti di partenza (33' 1-4). La lista delle quarantadue stazioni è misteriosa e difficile da interpretare (Girolamo). La lista delle stazioni fu stilata a nostro beneficio, e noi dovremmo essere in grado di trarne profitto. Le stazioni ci aiutano a capire il lungo viaggio spirituale che abb~amo davanti. Mosè sta per la conoscenza della legge, Aronne per i doveri di un sacerdote (Origene).

    1

    Queste sono le tappe

    La lista delle stazioni (mansioni) . . Sfogliando il libro, [Fabiola] giunse a quei capitoli dove si nominano successivamente tutte le tappe attraverso le quali ·i l popolo, dopo l'uscita dall'Egitto, arrivò fino alle onde del Giordano. Di ciascuna me ne chiedeva il perché e il significato. Io su alcune mi mostrai esitante, altre le percorsi di volata senza intopparmi, ma.sulla maggior parte di esse non feci che confessare la mia ignoranza. Allora lei cominciò a farmi pressione con più forza, a insistere con le sue domande (proprio come se a me non fosse permesso di non sapere quello che non so), e a dirmi che la colpa era sua, perché era indegna dei grandi misteri. Girolamo, Lettere 77, 7

    C'era bisogno .sia di Aronne che di Mosè Per uscire dall'Egitto non basta la sola mano di Mosè, si richiede anche la mano di Aronne. Mosè rappresenta la scienza della Legge, Aronne la p~rizia nel sacrificare e imm~lare a Dio. C'è dunque bisogno che, uscendo dall'Egitto, abbiamo non solo la scienza della Legge e della fede, ma anche i frutti delle opere con le quali si piace a Dio. Origene, Omelie sui Numeri 27, 6

    2

    Mosè mise per iscritto le loro mansioni

    La lista deve avvantaggiarci Avete udito che Mosè scrisse queste cose secondo la parola del Signore. E

    Tappe del viaggio (33, 1-4)

    perché il Signore ha voluto che fossero scritte? Perché questo tratto della Scrittura sulle mansioni fatte dai figli d'Israele ci fosse di un qualche giovamento, o perché non ~i servisse a nulla? E chi oserebbe dire che le cose scritte a causa della parola del Signore non arrechino alcuna utilità e salvezza~ ma narrino soltanto dei fatti, e che non venga a noi ora alcun vantaggio dalla relazione di quelle cose allora trascorse? Origene, Omelie sui Numeri 27, 2

    \

    ·,

    399

    Le nostre mansioni Scrisse dunque queste cose secondo la parola del Signore, perché noi, leggendo e vedendo quante · marce e quante mansioni ci attendano per il viaggio che conduce al Regno, ci prepariamo a questa via e, considerando il viaggio che ci attende, non lasciamo che si consumi in maniera pigra e negligente il tempo della nostra vita. Origene, Omelie sui Numeri 27 , 7

    DALL'EGITTO AL MONTE OR

    .

    .

    Gli' israeliti partirono dunque da Ramses e si accamparono a Succot. Partirono da Succot e si accamparono a Etam che è sull'estremità del deserto. Partirono da Etam e piegarono verso Pi-Achirot, che è di fronte a BaalZefon, e si accamparono davanti a Migdol. Partirono da Pi-Achirot, attraversarono il mare. in direzione del deserto, fecero tre giornate di marcia nel deserto di Etam e si accamparono a Mara. Partirono da Mara e giunsero ad Elim; ad Elz'm c'erano dodici sorgenti di acqua e settanta palme; qui si accamparono. Partirono da Eli'm e si accamparono presso il Mare Rosso. Partirono dal Mare Rosso e si accamparono nel deserto di Sin. Partirono dal deserto di Sin e si accamparono a Dofka. Partirono da Dofka e si accamparo~ no ad Alus. Partirono da Alus e si accamparono a Refidim dove non e'era acqua da bere per il popolo. Partirono da Refidim e si accamparono nel deserto del Sinai. Partirono dal deserto del Sinai e si accamparono a KibrotTaava. Partirono da Kibrot-Taava e si accamparono a Cazerot. Partirono da Cazerot e si accamparono a Ritma. Parti'rono da Ritma e si accamparono a Rimmon-Perez. Partirono da Rimmon-Perez e si accamparono a Libna. Partirono da Libna e si· accamparono a Rissa. Partirono da Rissa e si accamparono a Keelata. Partirono da Keelata e si accamparono al monte Se/er. Partirono dal monte Sefer e si accamparono ad Arada. Partirono da Arada e si accamparono a Makelot. Partirono da Makelol e si accamparon'o a Tacat. Partirono da Tacat e si accamparono a Terach. Partirono da Terach e si accamparono a Mitka. Partirono da Mitka e si accamparono ad Asmona. Partirono da Asmona e si accamparono a Moserot. Partirono da Moserot e si accamparono a Bene-Iaakan. Partirono da Bene-Iaakan e si accamparono a Or-Ghidgad. Partirono da Or-Ghidgad e si accamparono a Iotbata. Partirono da Iotbata e si accamparono ad Abrona. Partirono da Abrona e si accamparono a Ezion-Gheber. Partiron~ da Ezion-Gheber e sz· accamparono · nel deserto di Sin, cioè a Kades. Poi partirono da Kades e si accamparono al monte Or all'esiremità del paese di Edom (33, 5-37) . In uno spettacolare tour de force Origene interpreta le quarantadue stazioni del popolo d'Israele nel deserto, come fasi nella crescita della vita spirituale. La sua base per questa interpretazione era nei nomi ebraici dei luoghi. In ciascuna citazione la forma greca dei nomi che Origene usava è .stata riportata, e quella ebraica è stata inserita fra parentesi secon-

    401

    Dall'Egitto al monte Or (33, 5-37)

    do la traslitterazione usata dalla Bibbia CEI. Origene era onesto; in un caso scrive di non sapere cosa significhi il particolare nome di un luogo. Vi è un certo interesse filologico nell'interpretazione origeniana dei nomi ebraici, ma molto più significativa è la sua capacità di discernimento nelle differenti fasi della lotta spirituale nel corso della vita cristiana.

    5

    Partenza da Ramses

    Il luogo di partenza della vita spirituale Dunque: la prima partenza avviene

    da Ramesse [Ramses] e, sia che l'anima partendo da questo mondo si diriga al secolo futuro, sia che si converta dagli errori della vita alla via della virtù e alla conoscenza di Dio, parte da Ramesse: e «Ramesse», nella nostra lingua, vuol dire «agitazione torbida» o «agitazione della tignola». Con il che si mostra che tutte le cose, in questo mondo, sono poste sull' agitazione, il turbamento e la corruzione: questo infatti indica la. tignola. E l'anima non può risiedere in tali cose, ma deve patirne e giungere a Sochoth [Succot]. Origene, Omelie sui Numen: 27, 9

    L'anima è pronta alla battaglia .Ora Sochoth [Succot] significa: «tent\e». Perciò il primo progresso dell' anima sta nel togliersi dall'agitazione terrestre e nel sapere che deve abitare in tenda come chi è pellegrino e fa viaggio; · in modo da poter, come posta in assetto qi guerra, affrontare l'insidia deg~ assalitori pronta e libera. Origene, Omelie sui Numeri 27, 9 6

    Si accamparono a Etam

    L'anima deve lottare E da lì, quando ormai si sente preparata, «parte da Sochoth [Succot] e si accampa a Butan [Etam]». Butan vuol dire

    «vallata». Abbiamo detto che qui c'è il progresso delle virtù: ora la virtù non si acquista se non con gli esercizi e la fatica, e si prova non tanto nella prosperità, quanto nelle avversità. Si giunge dunque anche alla convalle. Nelle convalli e nei luoghi bassi si ha il combattimento contro il diavolo e le potenze avverse. '

    7

    Origene, Omelie sui Numeri 27, 9

    Piegarono verso Pi-Achirot

    L'anima compie piccole conquiste Irot [Pi-Achirot] significa anche il porco, che ha l'unghia bipartita ma non rumina, lo considererete immondo. Non mangerete la loro carne e non toccherete i loro cadaveri ... Non mangerete alcuna bestia che sia morta di morte naturale; la darai al forestiero che risiede nelle tue città, perché la mangi: o la venderai a qualche straniero, perché tu sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio. Non farai c11ocere un capretto nel latte di sua madre (14, 3-21). La saggezza di Cristo educatore proibì agli ebrei di mangiare molti tipi di cibo per allenarli all'autodisciplina (Clemente Alessandrino). Gli animali mondi hanno corna, in modo da respingere la tentazione ed il male (Àmbrogio) .

    . 3

    Nessuna cosa abominevole

    La saggezza della Legge Fra gli ebrei la frugalità fu fatta una materia di precetto per mezzo di una dispensazione molto saggia della legge. Il Pedagogo gli proibì l'uso di innumerevoli cose. Spiegò le ragioni, quelle spirituali nascoste, ·quelle materiali visibili, nelle quali confidavano interamente. Alcuni animali [furono proibiti] perché non avevano l'unghia bipartita; altri perché non ruminavano il loro cibo; una .terza classe poiché essi soli fra i pesci del mare non avevano scaglie (cf. Lv 11, 1-47); cosicché alla fine vi erano solo poche cose adatte

    come cibo. Ed anche fra gli animali che permetteva di toccare, pose una proibizione per quelli trovati morti, o offerti agli idoli o strangolati (cf. Dt 14, 21; At 21, 25). Non potevano toccare nemmeno questi. Impose a loro un corso d'azione contrario finché l'inclinazione inveterata a causa delle abitudini di una vita agiata fosse infranta, poiché è difficile per chi indulge nei piaceri ttattenersi dal ritornare ad essi. Clemente Alessandrino, Il pedagogo 2, 1

    446 .

    4

    Deuteronomio

    Animali che puoi mangiare

    Il significato di «corna» Perciò gli animali mondi secondo la Legge hanno le co.rna; la Legge, infatti, è spirituale. Coloro che sono capaci di respingere le lusinghe di questo con la parola di Dio e la pratica della virtù sembrano provvisti di corna come di armi sulla loro testa. E ben a ragione è chia-

    rnata tromba di corno (Sal98, 6) l'efficacia di quel meraviglioso discrso che infiamma al combattimento i valorosi soldati di Cristo per ottenere sul diavolo nostro nemico il bottino della vittoria. Siamo schierati a battaglia e vediamo moltissimi di noi prigionieri nel campo nemico. Dobbiamo liberarli dal gravosissimo giogo della schiavitù. Ambrogio, I patriarchi 11, 5 6

    SUGLI SCHIAVI EBREI

    Dovrai prelevare la decima da tutto il frutto della tua sementa; che il campo produce ogni anno ... Il Signore tuo Dio ti benedirà come ti ha promesso e tu farai pr~stiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai molte nazioni mentre esse non ti domineranno ... Se un tuo fratello ebreo o una ebrea si vende a te, ti servirà per sei anni: ma il settimo lo manderai via da te libero. Quando lo lascerai andare via libero, non lo rimanderai a mani vuote (15, 12-18). Il patriarca Giuseppe prestò ai popoli ad interesse, e quindi insegnò loro la vera dottrina (Ambrogio).

    6

    Prestando a .diverse nazioni

    G li ebrei diedero profitti ai gentili L'ebreo (cioè il patriarca Giuseppe) prestò alle nazioni, ma egli non ricevette dai popoli il sapere, bensì lo trasmise, \

    poiché il Signore gli aperse il suo tesoro affinché irrorasse le genti con la pioggia della sua parola e diventasse loro Signore senza avere alcun signore sopra di sé. Ambrogio, Lettere 7, 14

    LE PRIMIZIE

    Consacrerai al Signore tuo Dio ogni primogent'to maschio che ti nascerà nel tuo bestiame grosso e minuto (15, 19-23). Coloro che stanno appena iniziando la vita cristiana non dovrebbero far mostra delle loro opere, al fine di non essere ingannati dalla lode (Paterio).

    19

    Le primizie 'delle greggi e delle mandrie

    Gli inizi della vita cristiana Cosa voleva dire Mosè facendo questa proibizione se non che bisogna proibire a chi ha iniziato a Vivere rettamente di dedicarsi ad occupazioni umane? Arare con il primogenito di una mucca significa mostrare gli inizi della propria conversione B nel.portare a compimento attività pubbliche. Tosare.il primogenito di. una pecora significa rimuovere la copertura della segretezza dalle nostre prime opere buone e mostrarle agli occhi umani. Pertanto ci viene proibito di lavorare con le primizie del bestiame. Quando sia- · mo trattenuti dal tosare le primizie del gregge, non dovremmo agire apertamente in modo troppo veloce, anche se abbiamo iniziato qualche lavoro solido. Siccome la nostra vita inizia come qualcosa

    di semplice e di innocuo, è giu'sto che non mettiamo da parte la copertura della sua privatezza, affinché essa non si mostri nuda agli occhi umani una volta che la lana è stata tosata. Le primizie del bestiame e delle pecore sono solo adatte per il sacrificio divino. Tutto ciò che iniziamo con ciò che è forte, semplice ed innocente, dobbiamo offrirlo sull'altare dei nostri cuori all'onore del giudice segreto. Ed egli senza un dubbio lo riceve più lietamente se è stato nascosto agli uomini e non macchiato con alcun desiderio per la lod~. Ma spesso gli inizi di una nuova conversione sono mescolati con elementi di una vita carnale e dunque non devono essere conosciuti troppo presto. Altrimenti, quando il buono che è accettabile viene lodato, lanima è ingannata dalla lode e non può afferrare i mali che ancora sono nascosti in essa. Paterio, Esposizione dell'Antico e del . Nuovo Testamento. Deuteronomio 4

    8 «Conversione», al tempo di Gregorio Magno. spesso significava intraprendere la vita monastica. come lascerebbe intendere questo passo.

    FESTA DELLE SETTIMANE

    Osserva il mese di Abib e celebra la pasqua in onore del Signore tuo Dio) perché nel mese di Abib il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire dall'Egitto) durante la notte ... Conterai sette settimane; da quando si metterà la falce nella messe comincerai a contare sette settimane)· poi celebrerai la festa · .delle settimane per il Signore· tuo Dio) offrendo nella misura della t11a generosità e in ragione di ciò in cui il Signore tuo Dio ti avrà benedetto (16, 9-12). Le offerte dell'Antico Testamento furono compiute nella predicazione del Nuovo · (Giovanni Cassiano). Nel giorno della Pentecoste il sacrificio delle preghiere fu offerto e i presenti ricev~ttero lo Spirito Santo (Origene).

    9

    Contando sette settimane

    10

    Offrendo nella misura della propria generòsità

    Pentecoste e giubileo E così, con la ricorrenza di tale festività si giunse al compimento del numero che anche si legge adombrato e·raffigurato nell,Antico Testamento, in cui, allo scader~ ·della settima settimana, c,era il precetto di offrire al Signore per mezzo dei sacerdoti le primizie del pane: è di.mostrato dunque che il vero pane delle · primizie fu realmente offerto al Signore per mezzo della predicazione degli Apostoli, poiché si legge appunto che in quel giorno essi parlarono al popolo, e così quel pane, con la diffusione >. · Per Levi disse: «Dà a Levi n i tuoi Tummim e i tuoi Urim all)uomo a te fede le) che hai messo alla prova a Massa, per cui hai litigato presso le acque di Mèriba,· a lui che dice del padre e della ·madre: Io non li ho visti> che non riconosce i suoi fratelli e ignora i suoi figli. Essi osservarono la tua parola e custodiscono la tua alleanza ... Per Giuseppe diSse: «Benedetta dal Signore la sua terra/ ... Come primogenito di toro) egli è d'aspetto maestoso . e le·sue corna sono di bufalo; con esse cozzerà contro i popoli~ tutti insieme, sino ai confini della terra. Tali sono le miriàdi di Efraim e tali le migliaia di Manàsse». Per Dan disse: «Dan è un giovane leone che balza da Basan». Per Nèftali disse: «Nè/tali è sazio di/avori e colmo delle benedizioni del Signore: il mare e il meridione sono sua proprietà». ?er Aser disse: «Benedetto tra i figli è Aser/ Sia il favorito tra i suoifratelll'e tuffi il suo piede nell'olio. Di ferro e di rame siano i tuoi catenacci e quanto i tuoi giorni duri il tuo vigore» (33, 1-29). La mano destra e la mano sinistra di Dio indicano il reprobo e l'eletto (Paterio). Mosè diede a Reuben l'assoluzione per il suo peccato (Afraat). Una persona santa ama i suoi parenti stretti in modo santo (Paterio). Gli ebrei e i gentili insieme comprendono la pienezza della Chiesa. La Chiesa unge tutti con l'olio spirituale (Ambrogio). Il ferro e il bronzo indicano virtù e perseveranza (Paterio).

    i LXX: «con un fuoco fiammeggiante alla sua destra». k LXX: 22-26: 52 4,26:54

    4,30:51 5, 24: 139

    6,8: 191 6, 14:234,405 Efesini

    1, 11:387 1,23:443 2, 6: 381 3, 17-18: 117 4,25: 171 5,8: 127 5,33:393 6, 2-3: 169 6, 11: 152 ·6, 12: 136, 309, 405 6, 15:503 Filippesi

    2,6:234 3,3:276,385 . 3, 20: 36, 81, 381 4, 7.:308

    2 Timoteo

    2, 11:406 2, 19:352 3, 8-9:.92 4, 3-4: 112 Ebrei

    2, 10: 193 3, 11: 385 4, 12:310 4, 14:215,391 5,6:358 6, 13:200 8,2:84 9, 5: 199 9, 13:362 10, 1;200,449 10,30: 179 11,9:34 11, 10:201 11,27:40 11,28: 118 12, 11: lli,402 12,20: 192 13, 5: 493

    \

    Colossesi

    Giacomo

    1, 15: 115, 166 1, 24: 85 2, 11: 385 2, 14-15: 152 2, 17: 168 4,6:256

    1, 13:443 2, 10: 164 3, 18: 111

    1 Tessalonicesi

    . 5, 17: 169

    1 Pietro

    2, 4-8: 246 2,9:205,262,275 4, 18:366 5, 8-9: 309 ..

    1 Timoteo

    1 Giovanni

    1; 17:442 2,5: 153 2,6:383

    2, 1-2: 215 2,2: 198 3,2:233,234,341

    531

    532 4, 18:428 5, 7:45 Apocalisse

    1,6:262

    Indice scritturistico 10, 9-10: 255

    14,5:36 . 14,6:200 19, 11:494 21,5:311

    INDICE GENERALE

    Introduzione generale (di Angelo Di Berardino) .

    pag.

    5

    » » » » »

    11 14 15 19 24

    I discendenti di Giacobbe in Egitto

    »

    31

    L'oppressione . . . . . . . . .

    »

    33

    Comandi per le levatrici. . . .

    » 35

    Nascita ed adozione di Mosè .

    » 38

    Introduzione a Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio (di]osepp T Lien-

    har» 448

    Festa delle settimane

    » 449

    Festa delle capanne. .

    »

    450

    Sui giudici ..

    »

    451

    Culti pagani . .

    »

    452

    Giudici.

    »

    453

    I re . . .

    » 454

    Sacerdoti e profeti .

    »

    455

    Città rifugio . . . .

    »

    457

    Rimozione dei confini .

    »

    458

    Falsi testimoni . . . .

    »

    459

    Coraggio in battaglia

    »

    461

    Alberi di una città assediata. .

    »

    462

    Matrimonio con una prigioniera

    »

    463

    Diritto di primogenitura . . .

    » 464

    ......

    Il cadavere di un criminale . · .

    447

    »

    466

    Cura per gli animali smarriti

    »

    467

    Precetti vari . . . . . . . . .

    »

    468

    »

    470

    Ammissione nella comunità .

    •.

    Leggi varie . . . . .

    » 471

    Leggi matrimoniali

    »

    473

    »

    474

    . Giustizia, equità e carità. Matrimonio secondo la legge del levirato

    » 476

    L'alleanza. .

    » 478

    Cerimonie .

    »

    479

    Le dodici maledizioni .

    »

    480

    »

    482

    I

    Benedizioni per r obbedienza .

    ....

    Vittoria e prosperità . . . ·. . .

    » 483

    Malattia, scc,mfitta e spoliazione.

    »

    484

    541

    Indice generale

    Invasione e assedio. Piaghe. Esilio . . . . . . . . .

    pag. 485

    Ammonimento contro l'idolatria. Punizioni per l'infedeltà .

    » 486

    Il comando di Dio è chiaro . . . . . .· .

    » 487

    Le due vie proposte al popolo d'Israele

    »

    489

    Canto di Mosè . . . . . . . . . . . . . .

    »

    491

    Mosè è mandato dal Signore a contemplare la terra di Canaan . .

    »

    500

    Benedizioni alle tribù . . .

    »

    501

    Morte e sepoltura di Mosè

    » 504

    INDICI

    Indice delle.fonti . . . . . . . . .

    » 509

    Indice delle traduzioni utilizzate · .

    » 517

    Indice dei nomi . . .

    »

    521

    Indice scritturistico .

    »

    524

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