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Italian Pages 452 [252] Year 1993
XXXVIII
CENNI STORICI
CENNI STORICI
XXXIX
smi. tentando di includervi anche le macchine idrauliche, come nella sua opera Cinematica applicata alle arti, destinata alle scuole tecniche ed
elogiata da F. Reuleaux per la semplicità e chiarezza di esposizione;
Giuseppe Ravizza (1811-1885), avvocato novarese, che inventò la china da scrivere nel 1846. presentandone al pubblico il modello definiu, tivo, detto cembalo scrivano, nel 1856 e quello a scrittura visibile, con
m ac-
■
inchiostrazione a mezzo di un nastro, nel 1883;
Lorenzo Allievi (1856-1941), al quale devesi Fimportante monografia Ci
nematica della biella piana‘‘\ in cui presenta un’esauriente trattazione
teoricarispetto delle leggi differenziali (dedotte successivrderTva zioni all arco di polare,deldeimoto termini dellaperformula di Eutr Sa^
vary), apphcazioni della teoria sviluppata alla sintesi di meccanismi geni
ratori di traiettorie circolari e rettilinee approssimate(v, Fig Vlin nonché
un originale impostazione analitica dell’equazionef della • ** mbicadUu^a . curva
tura stazionaria (luogo dei nunti del nìann 1q ,.„o del
(p.„,i del pi.,0 e.i ,„ie„.,i'p„e«
ordine con una circonferenza), ivi denominate coppieprini^aH-
e, per la Scuola Russa,
matematica, si dedicò al dimensionamentn Hi n
i
generatori di traiettorie rettilinee e circolari 'innmf
rettori della
articolati piani
quali coniò particolari polinomi, denominati pLciòmcLbv'h
rizzati dal presentere equioscillazioni con miLa devSione faìfo'zero'' !approccio SI differenzia sostanzialmente da quello dell^Sonto m 1 ' 68.
Scuola Tedesca,
in quanto il problema di sintesi viene affmnLr.
zione algebrica peculiare del meccankmn
todo deU’anzideL Scuoi si av^anronri^^^^^^ risolve il problema in parola mediante la
ngidi e
Pici .....oli (e p. cu^. di B.:X pS MS'
Ravizza raccolse un’eredità risalente al 1500- infatti \s,m
Rampazzetto e del 1575 (v.op.cit. 13). Quella di Ravizza’ macchine dattiligratiche hanno conservato fino al 1970
u- ^
presenta le caratteristiche che le
Reale Tipografia di Francesco Giannini & Fidi M.r, i-
A Lorenzo Allievi devonsi, altresì, impon-mt cnntHtfP.-*'’
particolare dell’Idraulica, per quanto concerne h'SI nel settore della Meccanica dei Fluidi in fenomeni del colpo d ariete). Ut indagini sistematiche dell'Àllievi^^™^"’."' ''“"'Allievi per i
condotte, a monte dell’ottumlore, in ra,se di ch‘iu;urrdel‘ìo\te°s''so profondità di pensiero c furono pubblicate ncsli Atti Hpnf
^
Italiani 0902). nonchd negli Atti SeirAssccS‘L'^?er.“uc^„“‘TalSV v. Bloch, S., Angenàherie Synthe.
nievanti
per vastità e ed Architetti
1913, 1932, 1934
i di traiettoria rettilinea approssimata
von Mechanismen, Verlag Technik, IBerlin, 1951.
Figura vili Quadrilateri articolati P'?^' (eia L. Allievi. Cinematica della biella prima, 1895).
XL-gENNI STORirf CAPITOLO 1 mezz o
- cinematica
S”r"; ■“■ “ 5* S.1;»i'9?f* «S"*,"' " “■""■™‘'eJl’anaiisi elettronici, potenti ;nez7?.t"'f™'’ ® ^'^to dato da»’!
? un’attenta consultanazionale del periodo in
STRUTTURA CINEMATICA DEI MECCANISMI
Storico
g'?ef^'luppo di progettazi one fondate numerico del e ;
consentito riJnolZ"‘° Zr®"'®’ sofisticate tn. ^'™® metodolo-
1 s:SS;-,; ^
delie metod'^^SanchTs?"
ad unfpTù a
tezzf speranza "C' lezza di questi cenniche of il• LeUn®”^“°’ . voeJia“PPortuni^modèir oìuaanalitici ^alsi a stimolare l’^tere^’®''^“^ori si fiterram® ‘"volontaria J’incompJe0 ®rna branca della Scie!l"®' ®°'’fronti di quesfa^f ®®®' ^oosta antica e sempre più 1-1
TERMINOLOGIA
di un qualsivoglw Lo studio della struttura cinematica di una macchina come mobili o suscettibili di dispositivo o strumento che sia costituito da elementi
spostamenti relativi, trae origine dalla definizione d. ‘"Cinismo tde poten
prestabilito nióvi-
dosi ritenere un insieme di corpi, di var« l’uno possa trasmettere o presentare r- • ■
;
Tra le tante definizioni
.filarino a configurare un meccanismo e che
g
narticolari funzioni cui lo stesso si
SI differenziano, soprattutto, m virtù delle p
considera destinato, quella testé
^-..poa di rigore o di sene-
tratta®®"igenze delle successive della cine-
rahta,edè volta f"’P^^^®,"'® " di un concetto basilare Zioni a rendere graduale 1 acquisizione
matica applicata alle macchine. ■ diversi corpi costituenti un con A tal fine, sembra opportun p ^j-g^jj^ente specificato, verranno onde ottenere meccanismo, fino a quando no contatto tra gli stessi, siderati rigidi, cioè indeformabi . d d il prescritto movimento, dovrà essere a
tere geometrico, strutturale o dinamico.
Comunque, onde procedere alla isa
ed alla classificazione dei tipi
di connessione, occorre premettere che. 1- elemento cinematico
dicesi quella zona di un corpo sagomata in guisa da
consentirne il collegamento\d tivo;
^ IJM!
un altro e rispetto a questo il moto rela-
_XL CENNI STORiri
CAPITOLO 1 mezzo
de. meccanismi,sembra opporlo’tvif -ff‘
'
cinematica
d un’attenta consulta
parola.
nazionale del periodo in
STRUTTURA CINEMATICA dei meccanismi
»«sà'™“ lo sviluppo numerico°detf’“r®"'®’ sofisticate tratti/'”"® '"S:!£;va'i^'.asr: --«as., .^orienta-
d. una matematica rf«U„er!^ ■"olteplici problemi
tezz^d^'^^
che il Ce
oggi noi’/"' S^"®‘'“''Zzazione "‘chiedendo qùesp l’esistenza in volta, nei
'
analitici.
valsi a stimoIare'’nmeC'i Autori si fit"errarnVnr^‘""‘'* modema branca della Scienza"®' di questi ^anikla^ 1-1
terminologia
di un qua s oglm Lo studio della struttura cinematica di una macchina, come mobili o suscettibili di
dispositivo 0 strumento che sia costituito da elementi di meccanismo, tale poten spostamenti relativi, trae origine dalla definizionefisica, collegati m modo che dosi ritenere un insieme di corpi, di varia natura l’uno possa trasmettere o presentare rispetto all altro un prestabilito movi niente.
• , un meccanismo e che Tra le tante definizioni che valgono a configuraretunzmni cu. lo stesso s.
si differenziano soprattutto, in virtù delle particolari d. rigore o di gene considera destinato quella testé formulata, senza pretesa delle successive tratta ralità, è volta semplicemente a soddisfare le esigenze basilare della cmezioni ed a rendere graduale l’acquisizione di un concetto niatica anolicata alle macchine.
.
. corpi costituenti un A tal fine sembra opportuno precisare che i diversi verranno con
meccanismo fino a quando non sia diversamente specificato, gl. stessi, onde ottenere siderati rigidi cioè deformabili, ed il contatto traadeguati vincoli, d, caratil prescritto movimento, dovrà essere assicurato da
tere Geometrico, strutturale o dinamico.
,
.
j • • de. Comunque, onde procedere alla disamina ed alla classificazione tip.
di connessione, occorre premettere che;
1. elemento cinematico dicesi quella zona di un corpo sagomata m guisa da
consentirne il collegamento ad un altro e rispetto a questo il moto rela tivo;
A .
w
A
r-
~
2 CAPITOLO 1 STRUTTURA CINEMATICA DEI MECCANISMI 3
2. coppia cinematica dicesi
j
elementi cinematici, che ii^ti i ^gradi dilfertìd'l iiberta del movimento relativo
tra gh stessi.
'B
-PP-e cinematiche si
inferiori e sunerinrì u r. •'
distingue le coppie . cinematiche in i__
le sponde da contatti Iine“umt™
contatti superficiali,
t*)
figura 1-2 Coppia rotoidale. /
1 j^
la coppia elicoidale è costituita da due
^ p 'B i cui elementi cinema
p
figura l-3‘ tici risultano essere superfici elicoidali, come in t.gura J,
B
a) Elementi prismatici a sezione
rettangolare
figura 1-1
-dp
b) Elementi prismatici a sezione ellittica
.v =
277
cheppia prismatica.
® la
1 coppia rotoidale, i cui pIp.^
figura 1-3 Coppia elicoidale.
*5-
3=s
1
nnrpsentazione datane in figura 1-4, è risultano essere
* la coppia cilindrica, secondo l^a ^^P.P , costituita da due corpi e ^ i coi superfici cindriche a sezione circolare;
cinematici
C&éÉ
4 CAPITOLO 1 STRUTTURA CINEMATICA DEI MECCANISMI 5
Strutturali o dinamici, sia impedito tanto il moto relativo di traslazione nella direzione della normale al piano di contatto, quanto quello di rotazione
\
attorno a qualsivoglia asse parallelo a tale piano (fig. 1-6). d
figura 1-4
Coppia cilindrica. (
3
corpi JA.q'S che
queste essendo p'- eleFIGURA 1-6 Coppia piana.
{f
In definitiva, ai fini dell'analisi cinematica dei meccanismi, è opportuno precisare che la posizione relativa tra due corpi, che concorrono a formare la coppia, risulta definita; . n . . *■ ^,11^ HiQtanza tra un punto di un corpo e uno
nella coppia prismatica, dalla distanza
t'
qualsivoglia deiraltro; qualsiasi rette, ciascuna soli• nella coppia rotoidale, dalFangolo tra due quais dale ad un corpo;
>’
^ da , A* 0
" nella coppia elicoidale, indifferentemen e legate dalla relazione ^
• nella coppia cilindnea
-nab.l x
I asse delle supenfici cilindricne cu
• nella coppia sferica, dai tre
• nella coppia piana, figura 1-5
valutate nella direzione del-
rispettivamente;
Eulero*
^ ^ valutate, le prime due, nella
cartesiano, definito nel
direzione degli omonimi ^ g ^ ortogonale al piano medesimo, piano di contatto, la terza attorno all asse z ui ^
Coppia sferica.
la coppia piana, i cui elementi cinp
^
tali variabili essendo
_
■
superfici piane, e costituita da due corpi e 2 trTf^ ajSiantropportuni vincoli
.
Tali considerazioni piano conducono ad ad^tiuir
_
mprranismi caratterizzati da moto
je rotoidale, prismatica ed elicoidale j,jjscuna di esse sopprime due delle
Il ruolo di un vincolo doppio, m 1““*° . y possiede in un piano, tra i tre libertà "7^d ee cc vengono dati alcuni esempi, Inoltre,dimentre nelle figure™l-/a, ve 5
i
6 CAPITOL01
STRUTTURA CINEMATICA DEI MECCANISMI 7
Allorché tale schematizzazione si concretizzi nell’accoppiamento del
che siano n gli flessibile con la puleggia, come in figura 1-9,coppia in modo risulta essere elementi sopra definiti, il grado di libertà della F= 3n (Gradi di libertà degli n elementi vincolati)+
-2(n-l)(Vincoli introdotti dalle successive coppie rotoidali)+
a) Meccanismo a camma FIGURA 1-7
b) Coppia di ingranaggi
c) Coppia cinghia-puleggia
Coppie superiori.
2. (Vincoli introdotti dalle n coppie superiori elementi-puleggia) Pertanto, la coppia cinghia-puleggia è da considerare superiore e, come tale, introduce nel sistema un vincolo semplice.
/l-l
tra 1 due corpi -^''e'3lVhe'’concorron7^^
e individuato da due variabili
Infatti, come risulta dalla figura può essere univocamente definita ouanrin c-
linea x, misurata sul profilo di X che I’.nani di una retta r solidale ad 1. ’
qualsiasi delle stesse,
4
relativa di JA rispetto a
° sia l’ascissa curvi-
3
^ le posizioni omologhe
O y////////m 2
Sk
figura 1-9 Schematizzazione
dei contatto cinghia-puleggia. 1
«lo
«ifriittura costituita soltanto da
medesima, Definita equivalente ‘«‘/‘“.'‘(‘““ijadi di libertà della coppiacoppie infe-
coppie inferiori ed avente f
nella tabella 1.1 e riportata D rapP
FIGURA 1-8 Gradi eli libertà delle
,([^3 struttura equivalente,
non e superiori e, per quest ^ contatto di puro rotolamento. In particolare, la coppia sup (j^-ondursi alla struttura equivalente introducendo un vincolo doppio, p (-ontatto di strisciamento, introcostituita da una coppia rofo'dale, q (^^jjia^jone, equivale alla struttura
coppie superiori.
ducendo il vincolo atto a Imitare
Una coppia superiore, quindi semr.
piano, introduce un vincolo seS
® (azione schematica delle
caratterizzati da moto
movimento, ove vincoli addizionai h' ®°PP''mendo essa una sola libertà di
lino 11 continuo contatto tra friT ’ ""“"a strutturale- 0 dinamica, assicu-
Ad analoga conclustone^^^P'-“"siderando la n • lizza inestensibile, presenta un m flessibi/e conf Ptileggia-cinla cinghia medesim^a cosfltuhal'"''? ^11 gladi di lih "r°’ ‘P"" rotoidali. infiniti elementi riaìH^ ^^berta, ove si pensi ghia. Quest’ultima infatti « ^ 7
collegati da coppie
costituita da una coppia pnsmatic
,
^(,t(,idale; la coppia cinghia-puleg.x «u5 ricondursi a due coppie
, infine, presentando due gradi di liberta P
gia,
rotoidali contigue. Per quanto detto in p •z, ni^^pmntica dicesi il numero dei parametri
3. grado di libertà di una coppi
indipendenti atti a caratteriz costituenti la coppia medesima. ...
1
posizione relativa tra i due corpi
P
rinematiche possono ulteriormente
Sulla base di tale definizione, le PP . . ■ _ classificarsi, ed essere denominate, in
libertà che presentano
r'
8
CAPITOLO 1
STRUTTURA CINEMATICA DEI MECCANISMI 9
Classe Denominazione ^^PP^esentazione Grado di schematica
libertà
Grado di
Struttura equivalente
vincolo
c
*°.(0 or •D rìmrio quaternario, quinario, ..., multi-
8- Membro semplice o binano, pio, dicesi un corpo che presenta
cinque, ..., più elementi «nemafic l’ordine menzionato, da un seg caratterizzano elementi cinema di vertici pari a quello degli ele^
_Attivamente, uno o due, tre, quattro, p raffigurato, nel-
^ entrambi gli estremi poligono avente un numero ^-j^gj^^tici medesimi, come nelle clementi cinematici dicesi grado
figure M2a,b, c e d. Il numero degli eleme di molteplicità del membro.
a)
FIGURA 1-10 Meccanismo
a croce di Malta.
c) Membro quaternario Schematizzazione di membrii semplici e multipli.
a) Membro binario figura 1-12
d) Membro quinario
b) Membro ternano
I
\
12
CAPITOLO 1
STRUTTURA CINEMATICA DEI MECCANISMI 13
C\\\\\\\\\\V
O
Ir—C c
A I
X
77777777777777:'
V777777/
FIGURA E1-18
FIGURA E1-19
Meccanismo in forma critica permanente.
Tale condizione è sempre soddisfatta quando risulti
Meccanismo a pattino doppio; nomenclatura.
7*22 “^*21*
stesso sia in forma critica permanente ed abbia quindi mobilità per una completa rotazione dell’asta A6. A tal fine, scelte come coordinate gli angoli e ® distanze S3 ed 54, si scrivano, innanzitutto, le equazioni di vincolo, le quali, nel prescelto rife
tata per definire gli angoli, d, + d2=27r.
- ricosi^i + r2iCOS-i?2~-^3 = 0
/2=T] sin di + r2isind2=0 /3=ricosdi-r22cosd2=0
(El-27)
fi, - r1 sin d] - r22SÌn d2- 54 = 0. Dal relativo Jacobiano
D (^„/2,/3,/4) D (di,d2,%54)
-Ti sind]
-r2jsind2
-1
0
rjcos d,
/'21 cos d2
0
0
-Ti sind]
r22sind2
0
0
— 7*22 COS d2
0
-1
ri COS di si deduce
det {J) = ri (r22sind2 cosdi + r2iSÌndi cosd2),
(El-29)
e la mobilità del meccanismo è assicurata allorché riesca
det (/)=0.
(El-30)
(El-31)
In tal caso, infatti, i triangoli ABC ed ABD sono isosceli (Fig. El-19) ed in convenzione adot ciascuna configurazione risulta anche, stante la particolare
rimento A -XY, forniscono il seguente sistema
J=
cc UJ co Ul
FIGURA E1-20 Meccanismo in forma critica istantanea.
(El-32)
SL:=>
72
ESERCIZI E COMPLEMENTI
CAPITOLO 1
E1-8
73
metodologie matematiche di analisi spesso adottate in cinematica. Essendo
Esercizio
.
Assegnato l’angolo a tra le direzioni del moto degli estremi dell’asta CB del meccanismo di figura El-20, si pervenga ad un possibile dimensionamento del sistema in modo che questo presenti forma critica istantanea. Si dimostri, inoltre, che infinite risultano le possibili soluzioni del pro
di9^f
(El-34)
(/=!, 2, 3, 4)
dt ’
le velocità angolari assolute dei membri del meccanismo, può scriversi (El-35)
i>
(El-36)
O cc lU
b
membri.
A tale riguardo, la tabella El-5 riporta il numero dei meccanismi che discende da ciascun grafo quando si rendano telai i membri indicati nella
R(A)
P Z
t I-
tu
' ^ 0.
S o o tu N
O
terza colonna.
GC
4
LU
Grafo
Numero rotismi
(0
Telai
m
non Isomorfi
3
1. 2. 3, 4 1, 2 1. 3, 4
4
a) b) c)
2 3
TABELLA E1-5
Per esempio, al rotismo b) di figura El-44, quando
FIGURA E1-43
a) di figura El-43 sono state tracciate, innanzitutto, le rette dei livelli (A) e (B), come in figura El-44a.
Quindi, si è proceduto al calettamento delle ruote, nonché aH’individuazione dei membri portatreno, seguendo le connessioni previste nel grafo medesimo [Ruota 1 su (B), Ruote 2 e 3 su (A), 4=Portatreno].
49
LIV. C 3
LIV. B 3
1
2
2
Ó2
3
9
Grafi isomorfi corrispondenti al rotismo(b)di Fig. El-44.
Circuiti fondamentali e vertici di trasferimento si individuino i circuiti Per ciascuno dei grafi riportati nella figura El-46 ™to.dal, e per. fondamentali, si .stabiliscano i livelli degli assi delle coppie Irfme,sulla scorta del
LIV. B
E1-19
}
9
3 1
4 LIV. A
LIV. A
singoli circuiti, si definiscano i vertici di trasferimento. dei rotismi.
precedente esercizio si propongano schemi costruttivi proposto, si A titolo d’esempio, da seguire nello svolgimento del problema i lati caratterizzanti consideri il grafo a) di figura El-46 e se ne sopprimano
4
3
FIGURA E1-44
4
LIV. B
LIV. A
a)
S) 1
a) FIGURA E1-45
4
■ \ u\ a-
membro 1 ed il membro 3, corrispondono, rispettivamente, i grafi a) e b) di figura El-45 ed è immediato riconoscerne Tisomorfismo.
Grafi etichettati,
LIV. C
si facciano telaio il
b)
c)
Rotismi corrispondenti ai grafi di a), b) e c) di Fig. El-43. i.
1
94
ESERCIZI E COMPLEMENTI
CAPITOLO 1 5
95
5
5
Z UJ lU Q.
O O Ul N
O CC UJ CO Ul
I
FIGURA E1-47 Etichettatura del grafo (a) di Fig. 2-46. FIGURA E1-46
Circuiti fondamentali e vertici di trasferimento
in grafi di rotismi.
le coppie ad ingranaggi, vale a dire i lati 1-5, 2-3 e 3-4. Si ottiene, in tal modo, l’albero 5-4-2-1-3 di figura E]-47a). Per stabilire i livelli degli assi delle coppie rotoidali, si cominci con raggiungere la coppia di ingranaggi che collega i membri 2 e 3, come in figura El-47b. Resta così definito il circuito fondamentale 2-3-1-2, di cui alla
prima riga della tabella El-6, nella quale i,j e k indicano, rispettivamente, i membri collegati dalla coppia Gj ed il portatreno. Quest’ultimo rappresenta,
nel grafo, il vertice di trasferimento, tale essendo il vertice che, in un circuito fondamentale, separa coppie rotoidali con assi su due livelli distinti. Circuito Fondamentale
TABELLA E1-6.
/
J
k
2
3
1
#2
1
5
4
#3
3
4
1
essere quelli degli In definitiva, tali livelli, designati con(A)e (B), dovranno El-47b. assi delle coppie rotoidali 1-2 ed 1-3, come in figura fondanientah al Analogamente, risultano individuati altri due circuiti ché nell’anzidetto albero si inseriscano prima la coppia % la coppia di ingranaggi G,. Nel secondo caso (fig. El-47d) coincidere con quelli già stabiliti i livelli degli assi di trasferimento j dell ed 1-3 per cui risulta essere il membro 1 il vertice circuito 4-2-1-3-4; nel primo caso (fig. El-47c) il circuito resta detemmato dai vertici l-5-4-2-'l e
la scelta dei livelli risulta evidente dalla richiamata
II
i livelli delle coppie ■ Il nrocedimento seguito, quindi, porta a stabilire cioè informazioni utili sia
figura.
rotoida^li ed i vertici di frasferimento, ad acquisire X schematizzazione del rotismo, sia alla eventuale analisi cinematica da "'fn‘particolare, il grafo etichettato ed un possibile schema costruttivo del rotismo sono riportati nelle figure El-48a e b E1-20
Esercizio
Dimostrare che risulta essere pani il r
articolati piani ad un grado di libertà.
numero dei membri dei meccanismi
96
CAPITOL01
ESERCIZI E COMPLEMENTI
97
il numero totale degli elementi cinematici, ed 5
(El-51)
5
.z IH
I
LIV.(B) ILI
quello totale dei membri.
-J
Sostituendo (El-50) ed (El-51) nella (1-4), scritta per i^ = l, segue
3
.£2=4+(-^4+2'^5+...+(«-3)-i,,),
Q.
E
(El-52)
o O
ÙJ 4
come dovevasi dimostrare.
N
O
flC . lU 4
LIV.(Ai
E1-22 9
CO
Esercizio
Ul
Dedurre un’espressione per il calcolo del numero di membri ternari nei meccanismi articolati piani.
• «
A tal fine, scritta la relazione di Grubler nella forma a)
FIGURA E1-48
b)
(El-53)
F=2£-2j-3+£,
Grafo e relativo rotismo.
questa, in virtù delle (El-50) ed (El-51), diventa Imponendo F= l, dalla relazione di Grubler (1-4) segue
A-5
(El-54)
/t=4
3-£-4-2 y =o, e costituisce la desiderata espressione. ovvero
-£ =
2 0’+2) E1-23
3
come dovevasi dimostrare.
Esercizio
Dimostrare che nei meccanismi articolati spaziali, ™ sono legati kià'tf dalle dail'è numero l dei membri e quello j delle coppie inferiori relazioni
E1-21
Esercizio
-£ =5L,w +2,
(El-56) (El-57)
Dimostrare che nei meccanismi articolati piani ad un grado di libertà risulta pari a quattro il minimo numero di membri binari.
Invero, avendo designato con -€kCj, rispettivamente, il numero dei membri con grado di molteplicità k e quello delle coppie inferiori (v. Nomenclatura del paragrafo 1.2), e ricordando che è pari a due il minimo numero degli elementi cinematici che concorrono a formare una coppia, risulta essere 2j=2l,+3£^+...+ n-e
/( j
(El-50)
essendo
il numero dei circuiti indipendenti.
Si osservi, infatti, che la formula di Kutzbach )
(El-58) /=!
IM
98
ESERCIZI E COMPLEMENTI
CAPITOLO 1
E1-26
particolarizzata per F = 1,A=6,/ = 1,
diventa
99
Esercizio
Dimostrare che per i meccanismi articolati piani ad un grado di libertà,
costituiti soltanto da membri binari, sussiste la relazione di J.J. Sylvester . 6£-5j=7.
(El-59) (El-64)
per cui dal sistema delle (El-59) ed (El-60)seguono le (El-56) ed (El-57).
lU
S
'
111
D’altra parte, sussiste la relazione [v. formula (1-18) (El-60)
H Z
essendo j* il numero delle coppie inferiori, tutte valutate con grado di molte plicità unitario. . j , il numero degli eìeinenti Infatti, por £-2 membri binari risulta eguale a 2-^2
cinematici, per cui, se le coppie vengono valutate con i rispettivi gradi di
Q.
s o o Ili
__ O N
UJ
molteplicità, sussiste la relazione
! i' .
a> UJ
E1-24
Esercizio
(El-65)
{m + ì)jt^=2-e
2’
Particolarizzare le (El-56) ed (El-57) per i meccanismi costituiti soltanto da coppie prismatiche, dimostrando che valgono le relazioni
m=l
m ed « l’ordine essendo numero di coppie inferiori con molteplicitàattribuito a; ,può massimo di molteplicità. D’altra parte, stante il significato
^=2(A-„,+ l), j=3Li„j+ l .
scriversi
(El-66) E1-25
Esercizio
Dimostrare che nei meccanismi articolati piani, nei quali siano presenti mem
mentre il numero totale delle coppie è
bri aventi al più grado di molteplicità quattro, il numero dei membri ternari
(El-67)
non condiziona il grado di libertà F dei meccanismi medesimi.
allorché le coppie stesse siano conteggiate in base ai rispettivi gradi di
Invero, essendo
2;=2-^2+3-€3+4-£4
(El-61)
'""‘sottraendo la (El-66) dalla (El-65), e tenuta presente la (El-67), segue
il numero degli elementi cinematici presenti nella classe dei meccanismi in 2'^2~j
questione, si deduce
^3=2
y-'^2-2^4 (El-62)
3.
per cui la formula di Grubler, scritta per F = l, porge la (El-64).
Inoltre, stante la (El-61), la formula di Grubler può scriversi E1-27
F =3 (^2+'^3+'^4-1)-2 -€2-3 -^3-4 £
Esercizio
4?
Verificare la(El-64)dell’esercizio precedente per
l’inversore di Peaucellier,
riportato in figura El-49.
per cui risulta
F=.F2-'^4-3.
(El-63)
È immediato verificare, tuttavia, che il numero dei membri ternari non condi ziona il calcolo dei gradi di libertà dei meccanismi articolati anche quando siano presenti membri con grado di molteplicità superiore a quattro.
•
• ;« Mnrhanicaì Conversion ofMolioti, Proc. Royal Institu-
in. Sylvester, tion of Crear Bntain, voi. 7, 1874, pp. i /v f
ESERCIZI E COMPLEMENTI 100
101
CAPITOLO 1
E1-29
Esercizio
Dimostrare che in un meccanismo articolato piano, ad un grado di libertà, il numero
maggiore degli elementi cinematici di un membro nonmeccanismo può essere stesso
della metà del numero dei membri che compongono il
P z lU
S ui Q.
7777777/
O
W7777T/
o liJ N
O OC lU
CO
FIGURA E1-49
E1-28
111
Inversore di Peaucellier.
Esercizio
B
Avvalendosi della formula di Kutzbach (1-11), dimostrare che nei meccani-
smi piani ad un grado di libertà, costituiti da tre circuiti indipendenti e da soli membri binari e ternari, risulta essere;
FIGURA E1-50
Massimo grado di molteplicità di un membro.
a) il numero dei membri inferiore di due unità rispetto a quello delle coppie.
»
Con riferimento alla figura El-50, il membro 1 da(i-l)°membri, ™ “u”!'; ess di membri binari e questi siano tra loro collegati e quello mimmoanch atto ad binari. Pertanto, il numero totale dei membri, che
ì
: = 10; /=i
assicurare
c) pari a quattro il numero dei membri ternari.
la chiusura delia catena cinematica, risulta essere ^=l +i+(i'l)=2i.
Infatti, dalla relazione (El-69)
si deduce, per
Si osservi, inoltre, che i membri direttamente
=3,
I
7=^+2.
(El-70)
definitiva, è presente nel sistema un numero di coppie
La (1-11), inoltre, per ^= 1 e A =3, tenuta presente la (El-69), fornisce. i
(El-71) (=1
)=i+2+2(i-2)=3 1-2. Poiché le relazioni
Griibler, ciò che assicura la mobilità del sistema, dalla (El-73) medesima si
deduce
£
degli elementi cinematici vale 2 -^2+2 -^3=2j,
imax
2
(El-72)
in virtù della (El-70) e dell’uguaglianza -£=-^2+'^3, la (El-72) fornisce £,=4.
(El-74)
rEl-TSl ed (El-74) soddisfano, per F-1, la formula di
Da ultimo, poiché il per cuii risulta dimostrata la relazione di cui al punto b). numero
(El-73)
ternari.
(El-75)
102
ESERCIZI E COMPLEMENTI
CAPITOLO 1
103
tal modo, la catena cinematica equivalente sarà costituita da un numero di membri
(El-76)
l'=^+h„+2h
Sì
H Z Ul
e da un numero di coppie inferiori j'=}+2h„^AK
lU
(El-77)
essendo-^ e j, rispettivamente, il numero dei membri e delle coppie inferiori del meccanismo reale. .. . In definitiva, per meccanismi articolati ad un grado di liberta, 1 equazione di Griibler diventa
(El-78)
2/_3^’+4=0 FIGURA E1-51
E1-30
Massimo grado di molteplicità di un membro.
un meccanismo piano, ad un grado di libertà, in cui siano presenti coppie f85, 88] inferiori e superiori.
È immediato quindi dedurre, in virtù della (El-75) deiresercizio precedente e della (El-76), che nei meccanismi in questione risulta £+K+2K
(El-80)
max
2
A tal fine, occorre innanzitutto osservare che il contatto tra due membri
costituenti una coppia superiore può essere assicurato da un vincolo dinamico
(coppia superiore a chiusura di forza) o da un vincolo strutturale (coppia
Dai concetti esposti segue altresì che:
superiore a chiusura di forma). In ogni caso,limitatamente a due spostamenti relativi infinitesimi, il moto tra i membri stessi può essere riprodotto da un’asta incernierata nei centri di curvatura Ci e C2 che i profili degli elementi presentano nel punto di contatto M (v. paragrafo 5-3), come nelle figure El-52 a) e b). Pertanto, nel sostituire tutte le coppie superiori occorrerà aggiungere h„+2h^ membri binari, avendo designato con h„ ed rispettivamente, il
• il minimo numero di membri è pari a tre nel caso in cui il meccanismo
numero delle coppie superiori a chiusura di forza ed a chiusura di forma. In
nresenti una sola coppia superiore a chiusura di forza,
. SInuLro dei membri è pari a due allorché il meccan.smo present, una coppia superiore a chiusura di forma.
E1-31
Suirisomorfismo dei grafi relativi a catene cinematiche
Si è eia rilevato nel paragrafo 1-4, come la teoria dei grafi possa essere
(7;
c, m
C2
frequente nel caso dell’enumerazione sistematica dr dell’analisi delle rispettive strutture. _ W7777+
77777777.
a)
zione. FIGURA E1-52
Meccanismi equivalenti.
o UJ N o oc Ul UJ
(El-79)
h„ +2 lis-3 -€ +2j+4=0.
Determinare il massimo numero degli elementi cinematici di un membro di
o
co
ed espressa in funzione di /z„, hs e j assumerà la forma
Esercizio
a.
catene crnematrehe e
104
CAPITOLO 1
ESERCIZI E COMPLEMENTI
Pertanto, il test di isomorfismo, in quanto ripetutamente eseguito, dovrà essere, oltre che affidabile, efficiente sotto Easpetto computazionale. Occorre dire, tuttavia, che il problema in questione, non definitivamente risolto, è ancora oggetto di ricerca, tanto nel settore della matematica quanto in quello della scienza delEinformazione, per cui la trattazione che segue è fondamentalmente diretta ad illustrare taluni algoritmi più frequentemente utilizzati nell’ambito della cinematica applicata. A tal fine,sembra opportuno
105
Infatti, presa in esame la catena cinematica di Watt, schematizzata nelle figure El-53 a) e c) con diversa ed arbitraria etichettatura dei membri, i grafi che ne conseguono, in ciascun caso, sono rappresentati nelle figure El-53 b) c d)..
UJ
S 4
U1 D. 5
o
rammentare che:
o UJ
1) due grafi G, e G2 sono isomorfi se, e solo se, esiste una corrispondenza
N
o
biunivoca che conservi le caratteristiche di incidenza tra i rispettivi in
cc UJ
siemi dei Iati e dei vertici;
co UJ
6
2) due vertici, appartenenti a due grafi Gj e G2, sono corrispondenti se hanno lo stesso grado;
3) due lati, appartenenti a due grafi G, e G2, diconsi corrispondenti se sono incidenti in vertici dello stesso grado. Sussiste, inoltre, il teorema:“Due grafi G, e G2 sono isomorfi se, e solo se, esistono due matrici [flv\ ed che soddisfano la relazione
b)
a)
4
[Mg][fi,].
(El-81) 05
essendo
* Wve]^
le matrici delle incidenze vertici-lati dei due grafi Gj e G
lì
rispettivamente;
• [fìy]la matrice che trasforma l’insieme
6
dei vertici di G,in quello
di G,;
• [Gf] la matrice che trasforma Tinsieme
l
dei Iati di G2 in quello
d)
di G,.”
FIGURA E1-53 Catena cinematica di Watt e relativi grafi isomorfi. Dal teorema testé enunciato si deduce che:
• il problema deH’isomorfismo tra due grafi può ricondursi alla ricerca di quella permutazione, tra righe e colonne, che renda identiche le matrici di incidenza dei due grafi in esame; * il numero di forme che può assumere una matrice delle adiacenze è pari a «!, essendo n l’ordine della matrice stessa.
Ciascuna forma corrisponde, quindi, ad una possibile alternativa di etichettatura dei vertici del grafo.
Al riguardo, la considerazione di un esempio permette di introdurre la definizione di matrice [A ]delle adiacenze(0 delle incidenze vertice-vertice), della quale è necessario avvalersi nel prosieguo della trattazione.
Detto fly il generico elemento
della matrice [A], si stabilisce che sia fly =0,
allorché i vertici «/» e «jf»
non siano collegati da alcun lato, fly =1,
quando i vertici siano collegati da un lato, e risulti sempre a.i =0.
106
CAPITOLO 1
ESERCIZI E COMPLEMENTI
In tal modo, ai grafi etichettati, in b) e d), corrispondono le matrici delle adiacenze
107
potenza /'“esima della matrice [A] delle adiacenze. In particolare, quindi, dalla matrice [AJ, come dalla [At], segue
0 10 10 1
K]=
10 10 0 0 0 10 10 0 10 10 10
Tr[A]=0, Tr[Af=14, Tr[Af=0,
UJ
s lU
Tr[Af=70, Tr[Af=0, Tr[Af=398,
(El-82)
0 0 0 1 0 1 1 00 0 1 0
elaborata dal e Tapplicazione delle formule di ricorrenza(El-85)ed (El-86), caratteristico
Programma di calcolo N.Ll porta allo stesso polinomio
-I
ù.
O o UJ N
0 00 1 0 1 0 0 1 10 1
p{x)=x^-'l x^+1 x“-l
0 10 0 10 1 1 0 0 0 0
H Z
(El-83)
cui alle figure per CUI è e possibile affermare che le catene cinematiche di
o cc UJ
co UJ
Ei-53 a) e b) sono isomorfe. i.- a 4. • (36.37.67,f)8.f>9] per i grafi II criterio esposto, ritenuto affidabile da molti Autori dimostrato fallace.
00 1 00 1 1 10 0 10
relativi a catene cinematiche chiuse, si è tuttavia
che rappresentano due delle 6!=720 forme che le stesse possono assumere nel caso in esame.
E immediato concludere che la verifica deH’isomorfismo fondata sul
confronto di tutte le possibili forme equivalenti in cui può essere riordinata la matrice in questione, pur se possibile in linea di principio, porterebbe a lunghissimi tempi di calcolo, per cui è opportuno avvalersi, nella verifica medesima, di alcune proprietà delle matrici che risultino invarianti rispetto alla trasformazione espressa dalla (El-81).
che le T S. Mruthyunjaya e H.R. Balasubramanian >, infatti, rilevarono El-54, presenta-
catene cinematiche non isomorfe, schematizzate in figura vano
lo stesso polinomio caratteristico
-13x®-f53A:‘-8A:^-82x‘'-t-26x’+39x--16x.
Premesso che i test verificano, in generale, soltanto condizioni necessarie per risomorfismo e si sono talvolta dimostrati inadeguati allo scopo, ciò che lascia il problema aperto ancora aH’indagine scientifica, un criterio di veri fica deH’isomorfismo, proposto da J.J. Uicker e A. Raicu e frequente mente utilizzato, si basa sulla considerazione del polinomio caratteristico di
1
una matrice /l-l
+...+
fio x +^2] x
n-l
x+a„ =0,
(El-84)
10
e definisce isomorfi quei grafi per i quali risultino eguali i coefficienti Uj del polinomio stesso. Tra le tecniche numeriche adottate per il calcolo di tali coefficienti appare più vantaggiosa, sotto il profilo computazionale, quella proposta da Bocher
secondo cui risulta
(El-85) 1 fl, = j
J
j
5
«/-r Tr[A Y,
(El-86)
r=]
essendo Tr[A]'’ la somma degli elementi della diagonale principale della
cinematiche non isomorfe ed aventi, adiacenzeI
lo stesso polinomio
+53x®-8x5’-82x‘'+26x^+39x^'16x.
108
CAPITOLO 1
ESERCIZI E COMPLEMENTI
Da qui l’orientamento di taluni studiosi
ad affinare il procedimento,
109
4
applicandolo non alle semplici matrici delle adiacenze, ma a matrici caratte rizzate da ulteriori informazionit711sulla topologia della catena cinematica. H.S. Yang e W.M. Hwang proposero, in particolare, l’impiego della
z
7
lU
5
3
«matrice strutturale»
UJ
6
2
[Mw] [^ve] \S]=
WvEf [M,,] ’
GRAFO
3
Q.
S O
(El-87)
o
6
liJ
4
3
essendo:
N
O OC
• [My^,] la matrice (n xn) delle adiacenze dei vertici, quale è stata già defi
UJ
nita;
[MEeJ=Ma\.nce delle incidenze lati-lati
• Wve] matrice {n xm) delle incidenze vertici-lati, gli elementi fly della
[MvE]=Ma\r\ce delle incidenze lati-vertici Lato
1
2
3
4
5
6
7
1
0
0
1
1
0
1
0
2 3
0
1
1
0
0
0
0
1 1
1 0
0 0
0 0
0 0
0 1
0
0
0
0
1
0
0
0
1
1
quale sono governati dalle convenzioni
Lato
»
]la matrice(mxm)delle incidenze lati-lati, gli elementi della quale sono governati dalle convenzioni
ove il lato «i»
3
4
5
6
7
0
1
0
0
0
1
1
0 1
1 0 0
0 1 0
1 0 1
0 1 0
0 0 1
0 1 1
0 0 0
5
0
0
0
1
0
0
1
0
1
6
0
0
7
1 1
0 0
1 0
1 0
0 1
0 1
1 0
TABELLA E1-7
nel caso contrario;
•
4 5 6
2
1 2 3 4
Vertice
nel caso in cui il lato «j è incidente nel vertice «i», e
1
Lato
e il lato «j» incidano nello stesso vertice, e Oy =0,
nel caso contrario.
Mentre nella tabella El-7 viene dato l’esempio delle matrici [M^^] e [My^] per il grafo ivi rappresentato, è da precisare che il polinomio caratteristico
della [S], definito «polinomio strutturale» dai menzionati Autori, potrebbe
essere utilizzato per verificare l’isomorfismo tra grafi di catene cinematiche. Tuttavia, non si può non rilevare che l’inconveniente della metodologia descritta consiste nel dover effettuare calcolazioni su matrici di ordine
(n +m), maggiore, quindi, di quello n delle semplici matrici delle adiacenze. Con il metodo di Krylov modificato ad esempio, il numero delle moltiplicazioni e divisioni necessario al calcolo dei coefficienti del polino mio caratteristico, se p è l’ordine della matrice, risulta pari a (p-i-1) ed calcolo. è quindi non trascurabile l’incremento del tempo di
Autori T.S. Un diverso approccio al problema è offerto dai già menzionati il test isomor Mruthyunjaya e H.R. Balasubramanian secondo i quali delladi«matrice coefficienti fismo tra due grafi può effettuarsi confrontando i definiti grado» [DI, gli elementi d;j della quale sono convenzionalmente un ver ice i un come somma dei gradi dei vertici «i» e «i» (grado i se i membri «i» e «j» del grafo = numero dei lati incidenti nel vertice stesso) nel caso contrario, meccanismo sono collegati da una coppia cinematica;
«ella [LuIih tabella fi El-88 Sempre per il grafo della catena cinematica di Watt, g i viene dato un esempio di deduzione della matrice [D], suddette, come quale sono stati calcolati sia avvalendosi delle definizioni nonché per gli elementi della diagonale
neH’esempio A, sia applicando la seguente formula n
n
(El-88) k=\
k=ì
allorché ci si riferisca agli elementi a,della matrice delle adiacenze, di ordine «, come nell’eseinpio B , suddetta relazione resta giustificata Sembra opportuno far ri evare^che la sua ^& osservando che il grado del vertice e pan a rispettiva riga della matrice [A]delle adiacenze.
co UJ
110
esercìzi e complementi
CAPITOLO 1 4
111
C Open input/output files OPEN(UNIT=5,FILE='CHARPOLYN.IN')
OPEN(UNIT=6,FILE='CHARPOLYN.OUT')
H Z
C Read elements of adjacency matrix 3
5
GRAFO
2
UJ
DO 10 1=1,NORD 10
READ(5,*) (A(I,J), J=l,NORD)
Ili
100
FORMAT(6F4.1)
a.
WRITE(6,*)' GRAPH ADJACENCY MATRIX' WRITE(6,100) ((A(I,J), J=l,NORD),1=1,NORD)
o o
CALL CCHPOL(A,NORD,ICOEF,WKSP,AP)
6
LU
C Resulta printout 2
3
4
5
6
5 1
1 4
6 1
1 1
5 1
4 1 1 1
1 5 1 1
5 1 5 1
1 5 1 4
1 1 4 1
WRITE(6,*)''
N
WRITE(6,*)'Characteristic polynomial'
O OC
DO 11 J=l,NORD+l
UJ
JT=NORD-J+l
CO UJ
WRITE(6,101) JT,ICOEF(J) 11
CONTINUE
101
FORMAT('Coefficient of X**',12,' =',F10.3) STOP END
C
Esempio A: d,2=3+2, essendo 3 il grado del vertice 1 e 2 quello del vertice 2. 6
Esempo B: di2=
SUBROUTINE CCHPOL(A,NORD,ICOEF,WKSP,AP)
6
^ ^1/1+^ k=^
C
asit, per cui la sommatoria degli elementi della prima riga
C
k=1
6
C
ai,.2, ciò che porta a tratto pieno di fig. 2-13, con M'mM.^P ,2 m P
D
FIGURA 2-11
Determinazione del centro della rotazione relativa
mediante inversione cinematica.
Resta in tal modo definita la posizione del centro P,2 della rotazione relativa, sito nella intersezione degli assi dei segmenti CjC]e D^D'2, mentre angolo della rotazione relativa yale tp]2-4>ì2Una procedura grafica per la determinazione del centro
alternativa a
quella appena illustrata, discende da una semplice relazione geometrica che ci si propone di dimostrare.
.
.
A tale scopo, si consideri il sistema costituito dai corpi MtdM,in una tig.
generica posizione iniziale 31, ed 31’„ e si suppongano noti, come in
FIGURA 2-13
Centro della rotazione relativa.
12-
1 38
MOTI
CAPITOLO 2
si Inoltre, attribuendo ad !M ed CM una rotazione (^,2 attorno a P12, inP 12 12? come nella configurazione a tratto pieno porta in !M in P Iti
n
riportata in fig. 2-14. In quest’ultima, dalla considerazione del triangolo tft
PnPnP
12
discende l’identità
4>ì2
4^12
RIGIDI PIANI PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 139
si esaurisce, Un primo criterio atto a definire il desiderato quadrilaterodelle cerniere come in Fig. 2-15, determinando la posizione dei centri definite e5o dalle asse fisse quali centri delle due circonferenze univocamente gnate terne di punti omologhi A,- e Bi(/= 1,2,3).
1
■'^ + ~ Ì4^l2-4>i2)i
2
fi .
della rotazione relativa di M'rispetto ad M giace nella
per cui il centro
^^3 j
intersezione delle semirette con origine in P]2 e P'12 ed inclinate, ordinatamente, degli angoli
4>\2
fi I
/
/
e -—^ rispetto al segmento orientato P12P n-
/
\br.
\ A,
/
^ Pr.
.
jw;
A,
/ I
! /
/
\
I
\ /
i
!
\
/ /
/
A ■ \
\ai2
/ I
/ /
\
/
/
\
/ /
/
/
/
\
l
/
/
/
I
/ / ■ /
.1
1/
I, !
Il
Ao,
fi 0
V////7/1
FIGURA 2-15 Sintesi di un quadrilatero articolato piano per tre assegate posizioni della biella.
Per contro, allorché siano prestabilite le posizioni dei centri C„ e
delle
procedimento di inversione nel determinare le posizioni omologhe C esempio ìuA iB], la lamina stessa e
C"o e D'o, D"o di Co e /),„ rispettivamente.
Pr.
I
0?
. „ r» uguali e 0»
FIGURA 2-14
2-4
Determinazione del polo Ria-
SINTESI DI UN QUADRILATERO ARTICOLATO PIANO PER TRE ASSEGNATE POSIZIONI DEL PIANO MOBILE
di iniziare >1 Particolari soluzioni del problema in argomento consentono come eerra mostrato lettore a metodologie di sintesi cui è possibile accedere, in seguito, sulla base di più generali procedure.
0»
corpo A5.
riferimento ai triangoli A,PA Analoga costruzione, eseguita con della rimanente cerniera mobile ad individuare il centro Di
(/ = 2 ,3), porta
della biella.
^
C-, C^ e Do,2, £>3 discende
Da ultimo, la determinazione dei punti omologhi C2,03
immediata in virtù della rigidità del moto.
1 40
MOTI RIGIDI PIANI
CAPITOLO 2
PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 141
I
5,
Có Pr.
FIGURA 2-16 Sintesi di un quadrilatero articolato piano mediante inversione cinematica.
2-5
FIGURA 2-17
Triangolo dei centri delle rotazioni finite.
IL TRIANGOLO DEI CENTRI DELLE ROTAZIONI FINITE
quadrilatero artico Taluni problemi concernenti la sintesi cinematica di untrovano più generale lato piano, per tre assegnate posizioni della biella, dai centri delle rota
/t
soluzione nella considerazione del triangolo individuato Al fine di evidenziare alcune proprietà notevoli di tale triangolo, si con
zioni finite e rappresentato in fig. 2-17.
siderino quei punti CtD appartenenti al piano mobile e per le cui posizioni omologhe risulti, come in fig. 2-18, B
Co=C,^P23, 12»
ove i pedici che contraddistinguono C e £> si riferiscono alla posizione del
“°»mtaarii"
sono .Ino posmoni omolngte di C.
O.I piolnn*....,!
|•avreBen^a cìio il segno algebrico(verso)degli angoli merlesini. sia stabilito
FIGURA 2-18
Costruzione de! triangolo
delle rotazioni finite.
MOTI RIGIDI PIANI
142
PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 143
CAPITOLO 2 P
nel rispetto delle seguenti relazioni^: (2-7) ki i
^;.=- Aj ■
si presenta Una prima e più immediata applicazione del triangolo dei poh Infatti, allorché
nella determinazione dei punti omologhi del piano mobile.
sia stabilito il triangolo in parola e la posizione /I, di un generico punto del nelle due corpo, le successive posizioni Aj ed Ak, occupate dal punto stesso come punti di fasi successive del moto, possono individuarsi, ordinatamente,
Pn
tale essendo simmetria, rispetto ai lati P,Pj, e P,,P,„ del punto cardinale ng. 2 2U). il punto simmetrico di A; rispetto al lato PjjPik (v. La determinazione dei punti omologhi secondo tale procedura resta giu
stificata dalla geometria della costruzione eseguita, m quanto, come si rileva dalla anzidetta figura, risulta: FIGURA 2-20 Punto cardinale A:-
71,^12^2=2(a +/3)='i?i2 2^2^23^3=2(y + 5)='l?23
cui sorge deve per ruotare=ilrr lato per 1 II generico angolo — è altresì quello, minore di y. di che vieneP„P., superata sovrapporti al lato pK (v- fi& Z'!»)' avvalendosi sempre della (2-7).
l’fntbrguità
LATO 1
Inoltre, introdotto il «punto cardinale notevole» H,, definito nell’ortocentro
del triangolo dei poli, sussiste il seguente teorema:
“Le posizioni omologhe //„ IP ed H, occupate presenta quale punto cardinale, appartengono .alla circonferenza scritta al triangolo dei centri delle rotazioni finite Infatti, con
riferimento alla fig. 2-21, dal triangolo rettangolo P.^Pi. si
deduce essere
f+ A + 17=90°, mentre
LATO 3
dalla considerazione del triangolo isoscele
A discende l’ugua
glianza
= A.
in quanto sull’arco H,Pn insiste l’ango^ H.Ì’bÌ’YPx-ì risultano perpendicoQuindi, tenuto presente che i segmenti 23 lari, rispettivamente, ai lati P12^13 e P\i 23, g P|2
figura 2-19 Designazione degli angoli delle rotazioni finite.
, ai lati
Analogamente, essendo YP^^ e ^^12 perpendicolari, rispettivamente
144
FIGURA 2-21
145
MOTI RIGIDI PIANI PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI
CAPITOLO 2
Punto cardinale notevole Hg. FIGURA 2-22 Circonferenze speculari 7 ■.
P12P23 e PtìPii, valgono le eguaglianze
2-6
YPaP23=H,PuP23=V-
Dalla considerazione del triangolo isoscele
LUOGO DEI PUNTI CON POSIZIONI OMOLOGHE ALLINEATE
e del triangolo rettangolo
Per tre assegnate posizioni finite del piano mobile, sussiste il teorema.
//jZ/’is discendono altresì le relazioni
(/ = 1, 2, 3) Qualora i punti omologhi giacciano su una retta r, il generico/l, alla circonferenza di essi ed il punto cardinale notevole //, appartengono
H,H,P„ = ^,
speculare /].
Z//3Pi3 = 90°-'i7 = ^ + A,
Infatti, con
per cui è
riferimento alla figura 2-23, possono scriversi le eguaglianze d- 13
\3—
Le relazioni fin qui dedotte dimostrano che i punti //„ Pn^ H2, P?^^
^^
^iA\Pì3
2 ’
(2-8)
13 12
/\
appartengono tuttii alla medesima circonferenza,^ che chiameremo circonfe-
(2-9)
2
renza dei centri delle rotazioni finite o dei poh
r /■-3 0 Da ultimo, è utile introdurre la ^ ip, della circon definita come circonferenza simmetrica, rispetto al lato P:jP,k,
essendo
con i¥^j e ;-l, 2, 3, 1 asse del segmento AjAj e
ortogonale ad /■ peryl,. Dalle precedenti relazioni segue
ferenza dei poli, come in figura 2-22. HpU v^nn^^izinne oer Tali circonferenze vertano impiegate nel prosieguo dell esposizione per
,
la soluzione di taluni problemi di sintesi cinematica.
i A conclusione, sembra opportuno rilevare che due moti finitideiaven po . identiche caratteristiche geometriche presentano eguali triangoli
^13
^[3"^1-^ì2" 2 k.
^
12
2
23
2
la retta (2-10)
146
MOTI RIGIDI PIANI PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI
CAPITOLO 2
in quanto le rette «23, ^2 ed a,2 sono fra loro parallele.
Inoltre, dalla similitudine dei triangoli rettangoli P22ZP12 ed YH^Pn (aventi in comune l’angolo YP^2Z) discende /N
/\
P,2P23Z = YH,P,2=
147
Dalle relazioni (2-12) e (2-Ì3) segue '1?23
^12
2
2
(2-il)
13
(2-14)
^23^2^2^ ^2*^^2*^12”•^23*'^2^12“
23
2
2
risulta
Pertanto, dalle (2-10) e (2-11) si deduce che i triangoli P^^P^H^ e Px-^Pn^ avendo ìnHc ed in.4, angoli uguali, sono entrambi circostritti dalla circonfe renza speculare Fi.
e dalla similitudine dei triangoli rettangoli ZP^Pn
Analogamente, sempre con riferimento alla figura 2-23, valgono le egua
(2-12)
^23^2^12 Pertanto, le (2-14) e (2-15) consentono di affermare che i triangoli circoscritti dalla e PrìHcPn^ avendo eguali angoli inA2 ed H^., sono entrambi circonferenza speculare r2. .r Sulla base dei procedimenti fin qui seguiti, il lettore potrà facilmente
(2-13)
zione delle tre circonfrenze speculari.
li
glianze /\
'^23
A2-P23^23"-^23-^2^2'”’^“ - ’
12
/N
(2-15)
P2:,H,Y=XPx2Pn~-
F-^. dimostrare che il punto A3 appartiene alla circonferenza speculare cade nell interse Resta così dimostrato che il punto cardinale notevole
/\
Q-\2P\-)^2~ ^2^2F12 TT —
Infine, considerati gli angoli con vertice in P
135
/N
Pl3PuPn+Pl2Pl3Ai+AiP,iAi+A,P,,P23=
TT—
si ha:
1^13 \ + 7]+ ^X2+0-=2tT, 2 ^
ovvero
d-13
(2-16)
+ a=7T.
77+
2
Inoltre, sussistono le due eguaglianze (2-17) /\
(2-18)
A,^c^12=A,/^,3^12=^5
i. ,..n,o
con .erto
insistono, rispettivamente, sugli archi ^3/^23
12
m
l’eguaglianza I3
A3-^.F23+^23^^c/'i2+^ì2/^c^1 =^+
-sf"■
?-fo™,.s.. cn.
mobileinleunacirconferenze specularidada r, ^2de. flessi, I3 coalescenza, sola circonferenza corpo
quale si riferirà in dettaglio nei Capitoli iv e v.
FIGURA 2-23 Luogo dei punti con posizioni omologhe allineate. k.
(2-19)
2
"
Pproprietà F della
MOTI RIGIDI PIANI PER
148
CAPITOLO 2
2-7
LUOGO DEI PUNTI DI CONCORRENZA DI TRE POSIZIONI OMOLOGHE DI UNA RETTA
Sussiste il teorema: “Se tre posizioni omologhe r/(/=l, 2, 3) di una retta concorrono in un punto 5,le rette fy, ed passano, nell’ordine, per i punti Hy, H2 ed H2, simmetrici, rispetto ai lati del triangolo dei poli, del punto cardinale notevole ed il punto S appartiene alla circonferenza dei poli”. Per dimostrare l’asserto, ci si riferisca alla figura 2-24 e sia Vy una gene rica retta per Hy. Tenute presenti le proprietà dei punti //,, discusse nei precedenti paragrafi, il punto Hy si porterà in H2 ed H^ e le rette /s ed passeranno, rispettivamente, per questi ultimi, allorquando il corpo solidale con r occuperà le posizioni 2 e 3. Inoltre, poiché l’angolo di cui ha ruotato ry, per sovrapporsi ad r2, risulta uguale ad HyPy2H2, segue la relazione
Ad analoga conclusione si perviene considerando le coppie di rette ry, ed /•„ r„ unitamente agli angoli che le stesse formano, per cut restadeicompietapoli. mente dimostrata l’appartenenza del punto S alla circonferenza sintesi dei meccanismi Per l’applicazione dei concetti fin qui esposti allasulle linee da adottare in articolati, la tabella 2-1 fornisce utili considerazioni stessi. relazione agli elementi strutturali costituenti i meccanismi Luogo geometrico
Elemento strutturale A,
Il centro Aq della coppia telaio-asta coincide con quello della circonferenza passante per le posi zioni omologhe A, ed -^3 del secondo estremo
ASTA
HyPy.H.^ry Sr2=^y2-
UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 149
(2-20)
A dell’asta stessa. A, TELAIO
Nella coppia pattino-glifo, quest’ultimo nel ruolo
telaio siano
di
Az ed A3 le ^re posizioni omologhe,
Appartenenti ad una stessa retta di
»A, PATTINO
•A,
•A
pattino. /I, appartiene alla r, che circoscrive il triangolo Pi2^t3r 23,
timo vertice essendo il simmetrico di P23 J lato P 5P13 Analoghe considerazioni valgono per
t ed £ che apparterranno, quindi, alle circonfespeculari A e 7 3. rispettivamente.
TELAIO
renze
9 9
A,
,e„aeoppia^ino-g^.^-.:«^^ guida oscillante, g coppia pattino-teGLIFO /4. ^
[aTo° lUuo'gATei punti Sè la circonferenza dei poli.
^ c;
PATriNo,;^j; TELAIO
s Vi articolati.
TABELLA 2-1
Elementi strutturali utilizzatii nella sintesi dei meccanismi
Nelle figure 2-25, 2-26 e 2-27 -no
che possono utilizzarsi nella stntes. per tre postz FIGURA 2-24 Luogo dei punti di concorrenza
di tre posizioni omologhe di una retta.
Sto al telaio.
STrÌS"
1
1
I
150
MOTI RIGIDI PIANI
CAPITOLO 2
PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 151
zionc attorno airorigine del sistema di riferimento, assumono, rispettiva mente, la forma" 1 0 Ar
(2-21)
[Dp],.= 0 f , 00 1 J >///////////////////■
v/Z/M
[D\2\R ~
FIGURA 2-25
0
0
V77P7777777777777/.
WTTTT/.
vTTTTm,
cosi^n -sini^i2 0 sini^p cosi^p 0 ?
(2-22)
ij
nella quale, con riferimento alle figure 2-28a e b, risultano essere
Meccanismi articolati.
(2-23a) (2-23b)
Av ”-^2 .\
=y2-yì’
gli incrementi subiti dalle .WWWWWWWWWWWNNWWNXV
coordinate iniziali (x„y.) di un qualsivoglia punto
Tampiezza della suddetta rotazione, che si considera
del corpo rigido e positiva se antioraria.
Y
y
FIGURA 2-26
Meccanismi articolati.
)’i 0
Av
1?,2
Vn I
I
u-
I
Ax !
X
—•
0
.V I
0
.V-ì
b) a)
FIGURA 2-28 Spostamenti piani.
2. Alla (2-21) si perviene direttamente dalle (2-23), scritte nella forma
(a)
.r2=.Vi + Av,
(b)
FIGURA 2-27
y2=yi + 4y-
Meccanismi articolati.
Le (2-22) discendono, invece, dalle relazioni 2-8
DESCRIZIONE DI MOTI FINITI MEDIANTE MATRICI DI SPOSTAMENTO
Com’è noto, le matrici che trasformano le coordinate dei punti di un corpo rigido, in corrispondenza ad una
traslazione dello stesso e ad una sua rota
,v
y-,
(c)
HL-HK=Xi
(d) sini?,2+yi
+ LN — A'i ia della figura 2.28 c. quali si deducono dalla geometria (continua)
I2>
B 152
CAPITOLO 2
MOTI
D’altra parte, tenuto presente il teorema di Chasles, secondo cui un moto piano può ricondursi ad una rotazione attorno ad un punto P,2 (xq, yo), detto centro della rotazione finita, si presenta la necessità di determinare la matrice associata ad un generico spostamento finito del quale siano note le coordinate del suddetto centro e Tangolo di rotazione i?]2- A tal fine, occorre conside
RIGIDI PIANI PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 153
La matrice [Z),.], associata ad un generico spostamento finito, si otterrà, secondo le note regole delLalgebra, premoltiplicando le matrici [Z)]!?-,[D]2r e [Z)]37-, per cui risulta
[D12]-[D ]3r[D ]2R[D]
ir
rare:
[27. 28]
ovvero
• una traslazione che porti il centro P12 neH’origine degli assi del prescelto sistema di riferimento fisso ed alla quale, pertanto, corrisponde la matrice 1 0 —X|)
[o]ir -
0 1
(2-24)
0 0
cui corrisponde la matrice -sini?12 0 COSI?12 0 0
0 • una
0
y„(l-cosi?i2)-^o sin0i2 • (2-27) 1
Nel caso in cui sia incognita la posizione del centro Pi2 e siano note, invece,
punto M del >'2) di un[DpJ generico si perviene consi
derando:
• una rotazione di ampiezza i?i2, attorno all’origine del riferimento suddetto,
[O]2/? —
0
Xo(1-cosi^,2)+L(i sim?i2
corpo,come in figura 2-29, alla matrice spostamento
^
COSI?,2 sini?i2
-sini?12 COST^^12
le posizioni omologhe M.(x„ 3O ed
1
in quanto è zlx =0-Xo e Ziy =0-_yo;
[Op.]=
cosi?12 sini?1 2
di riferimento, per « la rotazione iJp del corpo attorno airorigine del sistema rotazione cui, portandosi M, in MI, può scriversi la matrice cosi?12
(2-25)
;
m IR - sini?i2
1
-sini?12 COSI?12
0
0
(2-28)
0 1
0
ulteriore traslazione che riconduca il centro P]2 nella sua originaria
e le coordinate di M/ risultano date da
posizione ed alla quale corrisponde la matrice [D]3T —
1
0
0 0
1 0
X,0
(2-26) 1
Li 1
XiCOsi?i2->'iSÌni? XiSÌni?i2+>’iCosi?
12
X
■v'i
= [D]
\R
12
Li 1
1
in quanto è Av=Xy-0 e Ay=yQ-0. V
o
r
.V-.
V
M. I
I X
I
-V,
V2
s
\
.e
/---■Or
Or.
•L
M\ (a'i, Vi)
I
.Vi I
X N
A
0
X\
FIGURA 2-28C
Trasformazione di coordinate.
FIGURA 2-29 Scomposizione di un moto finito.
A. Di Benedetto, E. Pennestrì, Introduzione alla
Cinematica dei Meccanismi, voi. 1
(2-29)
MOTI RIGIDI PIANI PER UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 155 1 54
CAPITOLO 2
• la traslazione del corpo stesso dalla posizione intermedia 1' alla posizione
fo, valgono le relazioni: (2-34)
finale 2, per cui la matrice traslazione è e
1
0
(2-30)
[D].t= 0 1 y.-y'i
“ [0 0
prodotto delle (2-28) e (2-30), per cui risulta essere -sini?’12 cosiT-12
0
0
(2-35)
Ax =Xo(l-cosi9^J +yoSÌni9-/;/n 5
(2-36a) (2-36b)
essendo
1
In tal modo, come nel caso precedente, la matrice scostamento segue dal cosi?12 sini?12
q,„.^^àx +iAy,
As-A-'i
jm i
Oppure
(2-37a) (2-37b)
Ax =x^~XjCOS‘^j„,+yjSÌn-&: Ay =y„-Xjsen^j„-yjCOsi^jjtn ì
jm 5
X2~^lcosi?i2+yiSÌni912
y2—-^iSini^ia-yiCOSi^n •
(2-31)
come si deduce generalizzando gli elementi che caratterizzano la traslazione
1
• •
nelle matrici (2-27) e (2-31), rispettivamente.
2-9
. rLa trasformazione espressa dalla (2-33) consente di definire m maniera concisa la circonferenza speculare T,(luogo dei punti del piano aventi tre
DESCRIZIONE DI MOTI FINITI MEDIANTE
posizioni omologhe allineate).
.
Tuttavia, prima di procedere ad ulteriori deduzioni algebriche, sembra
OPERATORI COMPLESSI
opportuno rammentare che:
j, con origine in quella del sistema “ l’angolo tra due vettori di egual modulodefiniti dai numeri complessi Zqi e di riferimento, come in figura 2-30, e ■_
complessi (2-32)
Zj=Xj + iyj,
ico moto finito , che^porta il corpo In particolare, se si considera un generico
j-esima alla m-esima posizione, sussiste la relazion
■
una
avendo indicato con
arg(Z) r anomalia del numero complesso Z; Y
operatori complessi caratterizzanti il moto stesso. I n
Zi
niiò scomporre il moto in questione, come già
• un. —. *1 co,o .1.0,.0 all origln.. =l« sP«.i « corpo •
dalla
(2-33)
Z,„ =Pw-i-^y ■^^"'-1 e qm^ì
(Z,0 2
0i2=arg
con 1=^-^.
essendo
Zo2, è dato da
traslazione dello stesso ,
delP.ngolo
individuata dai parametri Ax e Ay. 0
.
3 Moltiplicando per l’oP^^atore comp ess
/»'^=roS'5+f sio'd un numero complesso z=x + iy,
■ rappresentato da un venere avente^o^^^^ punto di coordinamcn o „ positivo se antiorario, precedente, di un angolo pan a i), posm
riferimento
c: l’altro estremo nelal ruotato, rispetto ,
c,
figura 2-30 Rotazione di un vettore attorno ali’origine degli assi di riferimento.
(2-38)
MOTI RIGIDI PIANI PER
1 56
UNO E DUE SPOSTAMENTI FINITI 157
CAPITOLO 2
• Tangolo tra due vettori(Zo3-^i)e(4,2-4)i). di egual modulo ea con origine nel punto di coordinate
con
come in figura 2-31, e pan
i?i2=arg
^ =Pl(^2-l)-pl(P2-f)+p2-p2=
(2-43a)
^=