Imparare giocando. Attività Montessori per te e il tuo bambino, per crescere insieme 9788858690628

Imparare toccando, spostando, assaggiando, riempiendo, facendo rotolare: l’educazione che passa attraverso l’attività ma

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Imparare giocando. Attività Montessori per te e il tuo bambino, per crescere insieme
 9788858690628

Table of contents :
Indice......Page 106
Frontespizio......Page 5
Il Libro......Page 1
L'autrice......Page 2
Introduzione......Page 8
DOVE SONO?......Page 12
Dove sono......Page 13
1 La giostrina sospesa......Page 14
2 Con le mani e con la voce......Page 17
3 Il tappetone dove toccare......Page 19
4 Assaggiare gli oggetti......Page 21
5 I cuscini tattili......Page 23
6 Il fantoccio di pezza......Page 25
7 Tutto cade!......Page 27
8 Tutto suona!......Page 29
9 Il cucù......Page 31
10 I barattoli magici......Page 33
Ho un problema, cosa faccio?......Page 35
Una cameretta tutta per lui......Page 36
CHE BELLO ESPLORARE!......Page 37
CHE BELLO ESPLORARE!......Page 38
1 La scatola delle meraviglie......Page 39
2 Le bottiglie da suonare......Page 41
3 Trascino e spingo......Page 43
4 Apro e chiudo!......Page 45
5 Evviva travasare!......Page 47
6 Infilo tante cose......Page 49
7 Allaccio e slaccio......Page 51
Nella vasca (travaso!)......Page 53
In bagno (insapono!)......Page 55
In cucina ((pesco!)......Page 57
9 I giochi con la sabbia......Page 59
Ho un problema, cosa faccio?......Page 61
Un ambiente a misura di bimbo......Page 63
QUESTO MONDO MI APPARTIENE!......Page 65
Attività dai 3 ai 6 anni......Page 66
1 Il sacco dei misteri......Page 67
2 La scatola dei travestimenti......Page 69
3 La cassettina degli strumenti musicali......Page 71
4 Quanti colori!......Page 75
5 Una piccola biblioteca......Page 77
6 Impasto con le mani......Page 79
7 Faccio da mangiare!......Page 82
8 Gioco alle faccende......Page 85
9 I giochi di precisione......Page 89
10 Gioco con le lettere e i numeri......Page 91
11 Gioco con gli altri......Page 93
12 Un compleanno speciale......Page 95
Litigare bene di Daniele Novara......Page 97
Ho un problema, cosa faccio?......Page 100
Che disastrello!......Page 101
Un ambiente a misura di bimbo......Page 102
Bibliografia......Page 104
Indice delle attività......Page 105

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Imparare toccando, spostando, assaggiando, riempiendo, facendo rotolare: l’educazione che passa attraverso l’attività manuale è il cuore del metodo montessoriano. Già nei primi mesi il bambino impara, e grazie agli stimoli dell’ambiente che lo circonda inizia a conoscere il mondo e a muovere i primi passi verso l’autonomia. E ogni genitore, a casa, può contribuire attivamente a questa crescita, in un modo leggero e divertente, ma realmente utile per lo sviluppo del suo bambino. Costruire una giostrina sospesa, organizzare un tappeto tattile: sono attività alla portata di tutti ma fondamentali per esplorare il mondo, la consistenza dei materiali, gli spazi e i tempi dell’autonomia che potete regalare a vostro figlio. Semplici ma dettagliatissime attività, divise in fasce d’età e arricchite di illustrazioni che aiutano a mettere in pratica i passi da seguire. Potrete trasformare banali oggetti domestici come recipienti, cerniere, scope o cuscini in magici giochi per i vostri bambini. E nel farlo, saprete di aiutarli a crescere più concentrati, più creativi e consapevoli.

MARTA VERSIGLIA è pedagogista e insegnante di scuola primaria. Segue sul territorio la ricerca e l’applicazione del metodo Litigare Bene. Lavora per i bambini nel servizio di consulenza pedagogica presso il CPP di Piacenza e Milano. Scrive regolarmente su “Conflitti. Rivista italiana di ricerca e formazione psicopedagogica”. È autrice, con la logopedista Livia Illing, del libro Imparare l’italiano giocando.

Nella stessa collana Stefania Andreoli Mamma, ho l’ansia Asha Dornfest Mamma no stress John Gottman (con Joan DeClaire) Intelligenza emotiva per un figlio Dorothy Law Nolte e Rachel Harris I bambini imparano quello che vivono I ragazzi imparano quello che vivono Andrew G. Marshall Proteggi il tuo matrimonio dai figli Daniele Novara Litigare fa bene Punire non serve a nulla Urlare non serve a nulla Anna Oliverio Ferraris Il cammino dell’adozione Dai figli non si divorzia Piccoli bulli e cyberbulli crescono Pronti per il mondo Tuo figlio e il sesso Gustavo Pietropolli Charmet e Laura Turuani Narciso innamorato Elisabetta Rossini e Elena Urso I bambini devono fare i bambini Di bambini e altre magie Laura Turuani e Davide Comazzi Mamme avatar

MARTA VERSIGLIA

IMPARARE GIOCANDO Attività Montessori per te e il tuo bambino, per crescere insieme divertendosi Illustrazioni di Laura Addari A cura di Daniele Novara

Proprietà letteraria riservata © 2017 Rizzoli Libri S.p.A. / BUR Rizzoli eISBN 978-88-58-69062-8 Illustrazioni di Laura Addari / Studio PYM Progetto grafico: Lorenzo Gianni / Wise Prima edizione BUR Parenting settembre 2017 Seguici su: Twitter: @BUR_Rizzoli www.bur.eu Facebook: /RizzoliLibri In copertina: illustrazione di Laura Addari / studio pym Art Director: Francesca Leoneschi Graphic Design: Alice Iuri / theWorldofDOT Quest’opera è protetta dalla Legge sul diritto d’autore. È vietata ogni duplicazione, anche parziale, non autorizzata.

A Daniele

INTRODUZIONE

Ogni giorno trascorro del tempo con i bambini, prima a scuola, poi nel mio studio, dove ho uno spazio di gioco tutto per loro, e infine a casa con un nipotino felicemente acquisito. Sono contenta di questo scambio continuo con i piccoli, dell’energia che ogni giorno mi trasmettono, del mondo magico che posso ancora esplorare, toccare e in cui far finta di credere, ma anche delle sfide che mi riservano. Partendo dalla mia esperienza, ho raccolto in questo libro giochi e attività da proporre ai vostri figli, in base alla loro fascia d’età, e spero possano aiutarvi a incontrare i più piccoli con un pizzico di leggerezza e fantasia (che troppo spesso noi grandi ci dimentichiamo di avere). Il gioco scandisce ogni momento della vita del bambino, dalle prime attività di scoperta del proprio corpo, agli oggetti che lo circondano, fino a quelle più complesse dove mette in azione tutta la sua immaginazione. Il bebè giocando scopre se stesso e il mondo che lo avvolge, da subito è fortemente affascinato dalle persone che lo accudiscono e dagli oggetti che si trova di fronte. Tutto lo attrae e ben presto giocare diventa per lui un’esigenza che lo accompagnerà per l’intera infanzia. Da qui la necessità di recuperare il grande bagaglio di idee, giochi e attività che ci ha lasciato Maria Montessori. Il suo pensiero è sempre attuale, oggi più che mai. La sua idea di bambino protagonista e libero ha rivoluzionato un’epoca e può esserci di grande aiuto nella crescita dei figli. Il metodo di Maria Montessori è basato sull’esperienza diretta, in primo luogo sensoriale, mediata dal gioco e non dall’intervento dell’adulto. Vi è una grande attenzione alla centralità dei bambini e allo sviluppo delle loro potenzialità. In primo luogo l’ambiente deve essere a misura di bimbo: un ambiente ben organizzato consente di ridurre al minimo gli interventi degli adulti.

Maria Montessori critica il fatto che in genere si impedisca al bambino di “gettarsi a terra, di strisciare” e lo si obblighi a camminare insieme agli adulti per “abituarlo a non avere capricci”: ma è proprio insito nella natura di ogni bambino questo suo grande “bisogno di muoversi”. Scopo dell’educazione quindi non è addestrare, bensì aiutare i piccoli a sviluppare le loro energie; i bambini non sono recipienti da riempire e pagine bianche da scrivere. E qui risiede l’importanza del grande insegnamento di Maria Montessori: lasciamoli fare da soli! Il bambino ha fortemente bisogno di fare da solo. Quando ci sostituiamo troppo a lui nelle azioni quotidiane, quando facciamo le cose al posto suo invece di incoraggiarlo ad essere autonomo – anche se guidati dalle migliori intenzioni – non solo gli impediamo di farcela ma gli provochiamo altresì un danno. Gli adulti sono spesso troppo preoccupati di farsi obbedire o di non perdere il controllo della situazione (“chissà cosa dice la gente se il mio piccolo fa così…”), ed ecco allora che intervengono anche quando non ce n’è bisogno, cercando di organizzare la vita del figlio in tutto e per tutto, rischiando così di soffocare le sue attività spontanee. Bisogna ricordare che il bambino potrà sviluppare fiducia in se stesso solo grazie a errori, prove e tentativi. Un attaccamento e un aiuto eccessivo creano al contrario dipendenza: l’adulto diventa estremamente servizievole e il bambino passivo, svogliato e tirannico. Il ruolo dell’adulto non è questo, ma è sostenere il bambino nelle sue attività costruttive, incoraggiandolo e accompagnandolo a fare senza interruzioni. Maria Montessori affermava la necessità di dare fiducia ai bambini. Per questo parla di libertà da restituire ai bambini. Occorre “liberare” il bambino eliminando tutto ciò che ostacola il suo sviluppo spontaneo grazie a un ambiente organizzato e con gli opportuni limiti che lo aiutino a raggiungere la propria indipendenza. L’obiettivo principale del metodo montessoriano infatti è la “normalizzazione” del bambino: il processo attraverso cui il piccolo raggiunge da solo la capacità di utilizzare le sue potenzialità. In queste pagine troverete una serie di attività dove il bambino può, in base all’età, sperimentare e fare da solo. L’adulto non si sostituisce alle sue fatiche, ma ha l’importante compito di facilitatore poiché rende disponibili al bambino quei giochi che possono essergli utili in un determinato momento della sua crescita. Non è necessario che giochiamo con lui, possiamo essere vicini, ma nello stesso tempo dedicarci ad altri compiti.

Non sostituiamoci alle scoperte e agli sforzi del piccolo dandogli l’oggetto giusto o agendo al suo posto. Possiamo offrigli il supporto che serve, quando il bambino chiede ad esempio di tagliare o incollare qualcosa, di legare delle corde, di spostare un oggetto pesante o prenderne uno dall’alto. Ricordiamoci che è il bambino l’inventore e il creatore del proprio gioco, l’adulto facilita solo la sua impresa. I giochi raccontati nel libro non si trovano già pronti in commercio, sarà grazie alla vostra fantasia e abilità che prenderanno forma e diventeranno qualcosa di unico per il vostro piccolo. In ogni caso non allarmatevi, non c’è nulla di così complicato da costruire, ogni cosa proviene da materiale di recupero o da oggetti che si usano quotidianamente, ce la potete fare! Il bambino è estremamente interessato agli oggetti veri, proprio per il suo bisogno di conoscere il mondo intorno a lui, e i giochi qui riportati soddisfano anche questa sua necessità rendendolo padrone delle sue scoperte. Siete pronti a guidare i vostri piccoli esploratori? Un grazie ai miei genitori per avermi lasciato giocare tanto e un grazie a tutti i bimbi che ho incontrato e che incontrerò.

IMPARARE GIOCANDO

Dicono che bisogna insegnare ai bambini ad amare la madre, il padre, la maestra… E chi è questo maestro d’amore che vuole insegnare ai bambini ad amare? Colui che giudica capricci tutte le loro manifestazioni e che pensa alla propria difesa contro di loro? Maria Montessori Tratto da Il bambino in famiglia, in «Il quaderno Montessori», n. 115, autunno 2012.

ATTIVITÀ FINO A 1 ANNO

DOVE SONO? I bambini iniziano ad approcciarsi al mondo esterno attraverso i sensi. Suoni, odori, sensazioni tattili, gusti, colori: per loro tutto è nuovo e da scoprire. Attraverso il gioco entrano in contatto con ciò che li circonda, e così facendo esplorano, imparano a crescere e a compiere i primi passi verso l’autonomia. I PRIMI GIOCHI Fin dall’inizio un neonato è in grado di vedere ciò che viene posto a circa 25/30 centimetri dai suoi occhi – la distanza che vi è fra il suo sguardo e quello della mamma durante l’allattamento – e di riconoscere semplici forme. Ecco una raccolta di giochi utili nei primi mesi di vita.

1 La giostrina sospesa COSTRUZIONE DEL GIOCO

Procuratevi una bacchetta di legno con 5 o 6 fori, cordoncini di tessuto, palline di legno di dimensioni e colori diversi, e campanellini. Infilate nei fori laterali della bacchetta un cordoncino lungo circa 50 cm, legate le estremità con un nodo e appendetelo al soffitto sopra la culla. In tutti gli altri fori infilate altri cordoncini e ad ognuno aggiungete le palline e i campanelli, sempre fissandoli con dei nodi. È anche possibile costruire una giostrina ancora più semplice: legate con un filo di lana quattro cannucce formando una croce. Tagliate altri 4 fili di lana (lunghi circa 40 cm) e infilate in ognuno di questi una forma diversa (cerchio, quadrato, triangolo, rettangolo) realizzata con cartoncini colorati. Legate il capo del filo all’estremità di ogni cannuccia.

A COSA SERVE IL GIOCO

A 3/4 mesi il bebè ha un forte desiderio di guardarsi attorno, è il suo primo modo per conoscere se stesso e il mondo in cui si trova. Questi giochi sospesi catturano il suo interesse consentendogli di soddisfare tale necessità. Il vostro bimbo all’inizio osserverà il gioco seguendone il movimento, successivamente avrà il desiderio di toccare gli oggetti tentando dei movimenti verso di esso. Lasciatelo fare, per lui sono i primi momenti di esplorazione di ciò che lo circonda, imparerà a vivere le prime piccole frustrazioni e infine a farcela da solo. Solo dopo il quinto mese riuscirà, prendendosi tutto il tempo necessario, a far muovere da solo la giostrina e a creare dei suoni, sperimentando la coordinazione tra occhio e mano.

2 Con le mani e con la voce Una serie di giochi da iniziare da subito e continuare per tutto il primo anno di vita sono quelli dove gli adulti utilizzano le proprie mani e la propria voce. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Recitate una filastrocca o cantate una canzoncina (o una ninna nanna) toccando il vostro bimbo; toccategli le manine, le parti del corpo, accarezzatelo. Parlate con lui mentre lo cambiate, quando lo lavate, quando giocate o mentre vi osserva durante lo svolgimento di un’attività. Ripetetegli quello che state facendo e usate il linguaggio in modo chiaro e semplice. GIOCO SULLE GINOCCHIA

Tenete il bimbo per le mani seduto sulle vostre gambe e dondolatelo cantandogli una filastrocca o semplicemente dicendogli “uno, due, tre…”, dategli un tempo con la vostra voce e il movimento, dondolatelo avanti e indietro per un po’, infine buttatelo all’indietro sulle gambe dicendo “tutti giù…”. A COSA SERVE IL GIOCO

Il bambino è molto interessato ai suoni, osserva come sono pronunciati, guarda la bocca che si muove e cerca di ripeterli. È proprio attraverso l’imitazione degli adulti che si struttura il suo apprendimento, compreso il linguaggio. Nel gioco sulle ginocchia il vostro bimbo vi seguirà con grande attenzione, sarà stimolato dalla vostra voce, dal ritmo, dal movimento. Risponderà alle vostre parole con gorgheggi e versetti quando è più piccolo e, ripetendo il tutto più avanti, sarà bellissimo vederlo alla fine lasciarsi andare sulle vostre gambe con una allegra risata. Acquisirà così un senso di estrema fiducia verso chi lo sta accompagnando nella scoperta del mondo.

3 Il tappetone dove toccare Nei primi mesi di vita la posizione ideale per il bambino è quella orizzontale, a pancia in su, in giù o su un fianco. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Dopo i primi tempi passati nella culla e in braccio alla mamma, possiamo predisporre per il nostro cucciolo un tappetone o una coperta sul pavimento. Nei primi mesi circondiamo il tappetone con cuscini grandi per proteggerlo, e altri piccoli e morbidi da afferrare. Inizierà così, da sdraiato, ad avere uno spazio da perlustrare più ampio e aperto rispetto alla culla. Potrete sistemare diversi oggetti da toccare, guardare, mettere in bocca (sonagli, palle, pupazzetti, cubi, da cambiare ogni volta che il bimbo esaurisce l’interesse). Anche sopra al tappetone può essere appesa una giostrina (sempre a circa 30 cm dal bambino) da decorare a vostro piacimento; oppure una corda con appeso un anello in legno, di circa 8/10 cm di diametro e di 1 cm di spessore, che il bimbo potrà prima osservare e poi, dai 4 mesi, cercare di afferrare con le manine. A COSA SERVE IL GIOCO

Nei suoi primi mesi il bambino potrà fare alcuni spostamenti in un ambiente protetto e adatto al suo movimento diventando un piccolo esploratore. È proprio quando comincia a stare seduto con sicurezza, intorno ai 7/8 mesi, che prende il via un periodo di intenso desiderio di conoscere ogni oggetto. Tutto diventa interessante e da scoprire: il barattolo dello yogurt, le mollette per il bucato, contenitori di varie misure, tappi, tessuti, lacci. Ed è un periodo di estrema sensibilità: gira la testa a ogni suono e quando lo chiamate, sbatte i giochi sul tavolo o sul pavimento per fare rumore, si passa gli oggetti da una mano all’altra. Sono i momenti in cui ha inizio la coordinazione oculo manuale e non solo. Da quando comincia lo striscio (8 mesi circa) e in seguito il gattonamento, il vostro bimbo si dedicherà a esplorare la casa, lasciatelo

libero e organizzate lo spazio in modo che non vi siano elementi di ingombro o di pericolo, è un gioco fondamentale per lo sviluppo della sua mente. Dai 9 mesi inizierà anche a sorridere a se stesso guardandosi allo specchio. L’ideale è appendere uno specchio rettangolare alla base della parete vicino al tappetone in modo da permettere al piccolo di guardarsi. All’inizio il bambino troverà conferma della propria unità corporea separata dalla mamma e del suo senso di onnipotenza, in seguito cercherà di capire chi è quell’“altro” che non riesce a catturare. Solo verso i due anni scoprirà, con grande gioia, di essere lui quell’“altro”.

4 Assaggiare gli oggetti Nei primi mesi di vita il bambino porta tutto alla bocca, non allarmiamoci e incoraggiamo questa sua modalità conoscitiva. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Mettiamo a disposizione del bimbo alcuni oggetti sicuri da “assaggiare” lasciandolo fare tranquillamente. Proviamo a dargli qualcosa di diverso rispetto ai soliti giochini di plastica che si trovano in commercio, l’ideale infatti è fargli provare sensazioni diverse: un oggetto liscio e freddo come il metallo, ruvido e caldo come il legno, morbido come un pupazzo di gomma. Mettiamoli vicini al bambino e quando li avrà assaggiati per un po’ cambiamoli con altri, e ruotiamoli giorno dopo giorno. A COSA SERVE IL GIOCO

Per il bebè “assaggiare” è lo strumento per conoscere ciò che ha in mano: portandolo in bocca lo mette in contatto con la lingua, che essendo piena di terminazioni nervose sensibili trasmette alla sua mente informazioni, senso di piacere e sicurezza. In questo modo conoscerà la natura dei materiali, eserciterà l’olfatto, il gusto, acquisirà la forma e la dimensione degli oggetti. Il vostro piccolo scoprirà con la bocca, le labbra e la lingua tutto ciò che trova alla sua portata, comprese le vostre mani, la vostra pelle, i vostri capelli. Con la bocca e con le mani sentirà la durezza, la morbidezza, il caldo o il freddo degli oggetti che maneggia. Sta a voi organizzare per vostro figlio una serie di oggetti da poter tranquillamente mettere in bocca e se succede che “assaggerà” qualcosa di igienicamente poco opportuno non facciamone un dramma: questa esplorazione darà al bambino sicurezza nelle sue azioni e fiducia verso l’adulto che lo sostiene e lo accompagna.

5 I cuscini tattili COSTRUZIONE DEL GIOCO

Procuratevi dei pezzi di stoffa di tipo diverso (cotone, seta, velluto, lino), ago, filo e forbici, palline e cubetti di legno, nocciole, noci, fagioli secchi, riso. Ritagliate sulle stoffe sagome di forme semplici e cucitele molto saldamente da ogni lato, lasciando una parte aperta da riempire con quello che desiderate; una volta riempito il sacchetto cucitelo completamente. Assicuratevi che sia chiuso saldamente da tutti i lati e datelo al vostro bimbo. A COSA SERVE IL GIOCO

Il bambino avrà la possibilità di toccare questi piccoli cuscini contenenti materiali diversi sperimentandone la consistenza, la morbidezza o la ruvidezza, potrà maneggiarli, spostarli, buttarli, riprenderli, portarli alla bocca. I suoi sensi sono molto sviluppati: sensazioni tattili, odori, suoni, colori e gusti sono qualcosa di nuovo ed eccitante e grazie al contatto con oggetti diversi imparerà passo passo a conoscere il mondo.

6 Il fantoccio di pezza COSTRUZIONE DEL GIOCO

Vi serviranno, come per l’attività precedente, pezzi di stoffa, ago, filo e forbici, lana o ovatta per imbottire, nastrini, fili di lana, nappine. Disegnate sulla stoffa la sagoma che desiderate in due copie (la più semplice può essere un ovale con due prolungamenti laterali in modo da creare un fantoccio con le braccia; oppure la sagoma stilizzata di un animaletto come un gattino o un cagnolino) e ritagliatele. Cucite insieme le due sagome e riempitele. Poi decoratele come preferite mettendo fili di lana, nastrini, ecc. Più il bimbo è piccolo più l’oggetto deve essere semplice, senza tante decorazioni, in particolare vanno evitati bottoni e materiale che può essere ingoiato (per fare gli occhietti basta dipingere due palline con i colori per tessuti). A COSA SERVE IL GIOCO

Anche in questo caso il bambino avrà la possibilità di toccare i fantocci di materiale diverso sperimentandone la morbidezza e la consistenza, potrà assaggiarli e stringerli. Queste attività lo aiutano a concentrarsi su una determinata cosa, vedrete che il vostro piccolo si occuperà dell’oggetto come se lo stesse studiando, osserviamo le sue mosse e capiremo quando l’interesse per un fantoccio si esaurirà. Sarà nostro compito quindi mettergliene a disposizione un altro diverso che subito catturerà la sua attenzione.

7 Tutto cade! COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Quando il bambino inizia ad afferrare gli oggetti e li lascia cadere diamogli l’opportunità di farlo al meglio offrendogli ciò che è più adatto alla sua sperimentazione: prima un gomitolo di lana, una pezzuola morbida e colorata o un pupazzetto di stoffa, e poi oggetti che fanno rumore (un cucchiaino, un bicchiere di plastica, una scatoletta di legno). Ben presto il piccolo getterà a terra ogni cosa a sua portata per poi farselo ridare da voi. A COSA SERVE IL GIOCO

Si tratta di un gioco bellissimo per i bambini e che continuerebbero a fare per ore, un’esperienza indispensabile per la loro crescita che rappresenta l’andare e il venire, il partire e il tornare. Questo permetterà al piccolo di separarsi dai genitori senza traumi e di apprendere due principi universali: di essere egli stesso la causa di un avvenimento, quindi di poter a suo modo agire sul mondo, e che qualsiasi cosa ha un peso e se lanciata in aria ricade a terra. Non stancatevi di ridargli l’oggetto, questo gioco non durerà per sempre, ma in questa fase di crescita è molto importante che il bambino abbia la possibilità di farlo. LA RIPETIZIONE

Una caratteristica comune a tutti i bimbi è il ripetere all’infinito ogni nuova scoperta (giochi, storie, oggetti, movimenti come battere le mani, buttare a terra qualcosa, batterlo contro il tavolo, alzarsi e sedersi, aprire un cassetto o una scatola, afferrare un oggetto). Non basta farlo una volta ma continuare ancora e ancora, ed è proprio attraverso la ripetizione che i piccoli imparano a padroneggiare ogni attività nuova e interessante.

8 Tutto suona! Verso i 5 mesi il bambino riesce a tenere in mano un oggetto che non è appeso e a un certo punto si accorgerà che se scuote un sonaglino si produce un suono, allora lo ripeterà diverse volte tentando di far suonare altri oggetti che avrà tra le mani. È il momento di mettergli a disposizione vari oggetti che riproducono suoni diversi. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Scegliete alcuni sonagli di varie forme (rotonda, ovale, triangolare), materiali diversi (legno, metallo, stoffa, pelle), peso e colore differente, e alternateli porgendoli al bimbo uno alla volta. A COSA SERVE IL GIOCO

Intorno ai 5/6 mesi il piccolo riesce ad associare un suono a un’immagine e a comprendere che una sua azione ha delle conseguenze, capisce che se tocca un certo oggetto produce un suono. Dopo i 7 mesi inizia a sviluppare la coordinazione tra occhio, mano e orecchio. Si accorge che il suo movimento crea un suono diverso a seconda di come lo scuote. In breve riuscirà a posare gli oggetti con maggiore precisione e a coordinare il movimento tra le due mani che si passano gli oggetti e le dita che gli permettono di prendere e lasciare. Vedrete il vostro piccolo come sarà felice di produrre suoni e se gli risponderete incoraggiandolo vi riempirà di sorrisi e gorgheggi. Con questo gioco ha inizio un primo approccio alla musica fatta dal bimbo stesso. Sicuramente è molto importante anche l’ascolto e il canto di canzoni, ma quando è lui a produrre un suono o una musica è ancora più significativo. Quello che il bambino fa in prima persona è un’esperienza vera che aumenta la sua conoscenza e gli dà piacere.

9 Il cucù Intorno ai 6/7 mesi il bambino è in grado di ritrovare un oggetto che qualcuno nasconde e di ridere quando lo rivede. Sono i primi giochi a nascondino. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

• nascondete il vostro viso con le mani e poi scopritelo dicendo “cucù” • nascondete il viso del papà dietro a un tovagliolo poi scopritelo dicendo “cucù… ecco il papà” • nascondete un oggetto sotto un tovagliolo o una pezza o dentro a una scatola e poi dite “non c’è più…” poi scopritelo dicendo “eccolo!” • nascondete una pallina o un tappo nella vostra mano e dite al bambino “non c’è più… dov’è?”, quando il piccolo indicherà una mano o entrambe, apritela e uscirà la pallina “eccola!”. Verso i 9/10 mesi potete anche nascondervi voi dietro al divano, a un muro o sotto una coperta, chiamarlo e dopo qualche secondo farvi rivedere dicendo “eccomi qua”. A COSA SERVE IL GIOCO

Il gioco del nascondino aiuta il bimbo ad acquisire fiducia verso l’adulto e a intraprendere i primi passi verso la sua separazione. Il bambino inizierà così il lungo processo dell’indipendenza dal genitore, l’oggetto che scompare ma poi ritorna gli consentirà di controllare la paura dell’abbandono della figura amata. Osservatelo attentamente durante il gioco: l’oggetto non c’è più ma poi ritorna sempre e quando ricompare vostro figlio accoglierà l’evento con risate sonore che segnano proprio il momento in cui si rassicura e capisce che una cosa va via ma poi ritorna, ed è proprio questo che gli consentirà di impare a vivere con meno sofferenza ogni distacco.

10 I barattoli magici COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Prendete un barattolo di caffè con un coperchio in plastica e tagliate nel coperchio una forma desiderata (ad esempio un quadrato o un cerchio), rimettere il coperchio in modo che il bambino possa toglierlo da solo. Lasciate a disposizione del bambino cubetti di legno o altri oggetti che possano passare all’interno della forma ritagliata (tappi di sughero, palline di pezza, noci, castagne, pigne, mollette). Il bambino dovrà infilare i vari oggetti nel buco e alla fine ritrovarli dopo aver tolto il coperchio. Potete anche rivestire il barattolo con una carta colorata (in modo da renderlo più gradevole e meno pericoloso al tatto). Un’alternativa al barattolo di caffè può essere una scatola di cartone (le scatole delle scarpe ad esempio vanno benissimo). A COSA SERVE IL GIOCO

Fa sempre parte del gioco del nascondere, si tratta di ritrovare l’oggetto che scompare, che non si vede più. In questo gioco è il bambino stesso che buttando l’oggetto dentro il buco lo fa scomparire. Vedrete il vostro piccolo con quanto impegno e interesse proverà a infilare i vari oggetti che ha a disposizione dentro alla fessura, li vedrà improvvisamente scomparire e poi con quanta sorpresa ritroverà gli stessi oggetti: una magia assoluta! Lasciamolo fare da solo, non mettiamogli fretta perché arrivi velocemente a scoprire dove sono gli oggetti. È necessario che il bambino si prenda i suoi tempi, incoraggiatelo ma non fate nulla che lui possa fare da solo, quando il piccolo sarà pronto ci arriverà autonomamente. Scoprire da soli è molto meglio che vedere come si fa!

HO UN PROBLEMA, COSA FACCIO?

Il mio bambino dorme ancora nella culla vicino al nostro letto ma tra poco avrà bisogno di un lettino. Tutti mi consigliano di prendere quello classico con le sbarre, perché è comodo e soprattutto sicuro. Però la cosa non mi convince, mi sembra una gabbia... sarà la scelta giusta? C’è qualche alternativa? Grazie, Sara

Cara Sara, spesso gli adulti pensano che mettere un bambino alla propria altezza (seggiolone, sdraietta) o dentro recinti (box o lettino con sbarre) sia la soluzione migliore per controllare il piccolo e per dargli maggiore protezione e sicurezza. Non sempre è così, al contrario spesso le cause di ferite o traumi anche lievi a danno dei bambini sono proprio dovute a queste “protezioni”. Per quanto riguarda il lettino prova un attimo a immaginare di essere nei panni del tuo piccolo e di essere dentro al lettino con le sbarre. Stai dormendo, ti svegli e ti vedi sovrastato da queste sbarre, cosa fai? È normale mettersi a piangere e cercare il conforto di un adulto. Un’alternativa in stile montessoriano è quella di costruire un lettino adatto a incentivare la continua ricerca di autonomia ed esplorazione del bambino. Al posto di portare i bambini alla nostra altezza proviamo ad abbassarci alla loro, teniamo i bimbi il più possibile a terra: niente di più sicuro per il cucciolo di casa e sicuramente il luogo ideale per consentirgli di acquisire sicurezza in sé stesso e imparare a fare da solo.

UNA CAMERETTA TUTTA PER LUI

COME FARE?

Prima di tutto organizziamo lo spazio della cameretta, togliamo ogni mobile spigoloso ed eventuali sedie o poltrone, lasciamo l’armadio e in un angolo appoggiamo un futon o un materasso (altezza di circa 10/15 cm): questo sarà un ottimo lettino per il vostro piccolo. Sistemiamo dei cuscini attorno al muro in modo da attutire eventuali colpi. In questo modo per il bimbo sarà naturale, quando si sveglia, passare dal letto al pavimento (meglio se avete il parquet o la moquette). Si troverà in un ambiente da esplorare, adatto a lui e senza pericoli e si sentirà più sicuro. Potete allestire un altro angolo con un tappetone e sopra alcuni giochi, e con uno specchio alla sua altezza. Vicino al letto sarebbe anche utile mettere alcuni piccoli scaffali in legno alla sua portata con dentro qualche gioco e alcuni libricini; sopra al letto e al tappetone appendete le giostrine che abbiamo descritto nelle pagine precedenti. Un dettaglio da non sottovalutare è la luce: i bimbi hanno paura del buio totale, lasciategli una piccola lampada con una luce soffusa, magari con disegni di animaletti o altri oggetti che ruotano. Quando sarà più grandicello potrete sostituire la lampada con le stelline sul soffitto che si illuminano quando è tutto buio. Come fare però se il piccolo esce dalla camera e noi non lo vediamo? Non chiudiamo la porta, ma semplicemente attrezziamola con un cancelletto in legno che non lo lascerà uscire dalla sua tana. In questo modo il bambino sarà più tranquillo e indipendente, non si sentirà costretto, e crescendo potrà scegliere se alzarsi o meno e portarsi nel lettino i pupazzetti e i libri che desidera.

L’adulto ha commesso un grande errore, credendo di essere il creatore del bambino, di dover fare tutto per lui. Il bambino viene considerato dall’adulto come un vaso vuoto che egli deve riempire. Maria Montessori Tratto da Educazione e pace, Opera Nazionale Montessori, Roma 2004.

ATTIVITÀ DA 1 A 3 ANNI

CHE BELLO ESPLORARE! In questi anni, poiché la sua mente è estremamente aperta e ricettiva, il bambino vive il suo desiderio di sperimentare il più possibile. Attraverso il gioco assorbe la lingua, le abitudini, i valori delle persone che lo circondano e, anche se non se ne accorge, sarà proprio grazie a questo processo che si formerà la sua identità di individuo.

1 La scatola delle meraviglie Si tratta di un’attività che interessa moltissimo il nostro piccolo esploratore, da iniziare anche prima dell’anno di età. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Procuratevi una grande scatola di cartone (benissimo anche una scatola delle scarpe di maxi dimensione) e mettete al suo interno alcuni oggetti (circa una decina) di uso comune e di materiali diversi. Ad esempio: una spugna da cucina (con parte morbida e ruvida), un mestolo di legno, un portauovo in acciaio, una spazzola per gli abiti (di quelle con le setole morbide), un uovo di legno (del tipo usato per i rammendi), una molletta in plastica per i panni, un colino di bambù, una bottiglietta in vetro forte (tipo quelle spesse dei profumi, svuotata e ben sciacquata), una pigna, un tappo del lavandino con la catenella, un melograno seccato, un limone. Dopo qualche tempo, quando vedrete che il vostro bimbo non ci gioca più, cambiate il contenuto della scatola con altri oggetti sempre di uso quotidiano che il bambino può facilmente riconoscere. Dopo un po’ potrete riproporre nuovamente quelli già utilizzati. A COSA SERVE IL GIOCO

Si tratta di un gioco di scoperta estremamente stimolante. Il piccolo sarà felicissimo di trovare nella scatola degli oggetti che magari ha già visto nelle vostre mani e che sono un vero tesoro ai suoi occhi. Osservatelo mentre li tocca, li guarda, ci gioca. Oltre a sviluppare la sua manualità acquisterà sicurezza nelle sue azioni. Lasciate la scatola nella sua cameretta, vicino al lettino: sarà rassicurante per lui ritrovare appena sveglio i suoi oggetti da esplorare. Alcuni bambini presteranno maggiore interesse per un particolare oggetto, potrebbero anche tenerlo a lungo fra le mani, spostarlo e poi riprenderlo più volte proprio perché vogliono esaminarlo nel dettaglio e scoprire cosa possono farci.

A un anno vostro figlio, anche se non cammina ancora, si sposta già con destrezza e nel gattonare la scatola può anche essere utilizzata per iniziare a fare i primi esperimenti di spinta degli oggetti.

2 Le bottiglie da suonare COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Il bambino inizia a essere sempre più consapevole delle proprie azioni, proviamo a mettergli a disposizione oggetti che producano suoni diversi. Recuperate alcune bottigliette di plastica da mezzo litro, togliete l’etichetta di carta in modo da renderle trasparenti, riempitele, circa per metà, con materiali diversi (fagioli, riso, bottoni, pasta, noccioli di albicocche, mandorle con il guscio, ceci, biglie, monetine...) e chiudete bene in modo fermo e sicuro il tappo. Fatene almeno 5 o 6 in modo che il bambino possa percepire le differenze. Oltre alle bottigliette potete usare anche scatole di metallo, barattoli per il caffè, vasetti di vetro robusto: ai vostri piccoli piacerà molto sentire come cambia il suono se si usano contenitori diversi. A COSA SERVE IL GIOCO

Il bambino, da grande osservatore quale è, scoprirà che le bottigliette contengono cose diverse e di colori diversi, quindi dapprima guarderà con attenzione gli oggettini in movimento. Successivamente scoprirà che muovendo le bottiglie produrrà un suono, e che ogni bottiglia produce un suono diverso. Non solo, capirà che l’intensità con cui muove la bottiglia gli permetterà di fare un rumore più forte o più debole: trascorrerà molto tempo intento in questa attività, affascinato dai tanti suoni e movimenti prodotti!

3 Trascino e spingo COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Mettete a disposizione del piccolo un carrettino con le rotelle, un trenino con attaccata una cordicella, un triciclo (quelli semplicissimi in legno sono l’ideale). Potete usare anche una cassettina di legno da frutta o da vino abbastanza robusta (così non si scheggia), lisciatela con la cartavetrata e incollate del feltro sotto gli angoli, così da renderla scorrevole e da non graffiare il pavimento. Se gli mettete una cordicina, l’oggetto potrà anche essere tirato. A COSA SERVE IL GIOCO

Quando il bimbo inizia a camminare diventa naturale per lui cercare di spingere o trascinare gli oggetti. Inoltre è bellissimo poter caricare su pupazzi, bambole, costruzioni, libri, il tutto da trasportare in posti diversi. Lasciategli a portata di mano le cose giuste, all’inizio farà fatica ma ben presto grazie all’esercizio continuo guadagnerà sicurezza nella deambulazione e sarà sempre più motivato a farcela da solo e ad avere fiducia nelle sue possibilità. Incoraggiatelo a riprovarci e soprattutto non preoccupatevi se si dispera quando i primi tentativi falliscono, si tratta di una piccola frustrazione che ogni bimbo ha il diritto di affrontare e superare da solo per poter crescere. LO SCALINO

Vi è un momento, prima di iniziare a camminare, in cui il bambino mostra un grande interesse verso le scale e appena gli date la possibilità le sale e le scende un po’ in tutti i modi. È un esercizio estremamente utile per la sua coordinazione e sicurezza. In mancanza di scale nella vostra casa, la cassettina che avete preparato può anche trasformarsi in un gradino per il vostro cucciolo. Diventa un ottimo appoggio e supporto per imparare ad alzarsi.

4 Apro e chiudo! È una delle cose che un bambino dopo l’anno ama di più: vedere cosa c’è dentro ogni cosa. La curiosità di vostro figlio è insaziabile, dategli la possibilità di fare nuove scoperte! COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Aprire e chiudere scatole e barattoli. Mettetegli a disposizione barattoli e scatole di diverso tipo (di biscotti, di caramelle, di caffè, di vetro resistente, scatole da scarpe) e con coperchi che si aprono in modo diverso (a molla, a vite, da sollevare), ma non troppo complicate in modo che il bambino sia in grado di riuscirci da solo. Dategli anche alcune scatolette con cassettini che si aprono (tipo quelle da gioielli). Potete partire dalle più semplici da sollevare passando, dopo un po’ di tempo, quando il bimbo mostra di aver padroneggiato questa attività, a quelle da svitare e avvitare che richiedono un’abilità manuale maggiore. Se il piccolo non è ancora pronto non insistete, lasciatelo provare liberamente, prima o poi ce la farà. La curiosità di vedere cosa c’è dentro lo spingerà ad aprirle. All’inizio stategli vicino e nel momento in cui apre o chiude un barattolo incoraggiatelo nella sua sperimentazione. Aprire e chiudere armadietti. Quando vostro figlio è più grandicello e ormai cammina stabilmente ben presto sarà molto interessato a tutto quello che fate e vi seguirà in ogni stanza. La cucina in particolare è fonte di grande interesse per il piccolo, soprattutto l’armadietto basso della cucina, dove di solito ci sono le pentole. Non impedite al piccolo di fare questa importante esperienza. Prima però togliete qualsiasi oggetto che potrebbe rivelarsi pericoloso (oggetti appuntiti, di vetro, molto pesanti), in questo modo creerete un ambiente sicuro. Poi lasciate che apra l’armadietto e prenda le pentole, le tocchi, apra e chiuda i coperchi. Ma anche semplicemente fategli aprire e chiudere l’anta, già questa per lui è una grande prova di indipendenza. A COSA SERVE IL GIOCO

Aprire e chiudere scatole e barattoli è un importante esercizio per sviluppare la motricità fine. Lo sforzo all’inizio è tanto e a volte il piccolo se non ce la fa può anche arrabbiarsi e lanciare l’oggetto. Lasciamo che si misuri con questa frustrazione, non intervenite facendolo voi, cercate piuttosto di incoraggiarlo a riprovarci. Vedrete che dopo poco tempo ritornerà a prendere l’oggetto e tenterà nuovamente, sarà bellissimo vedere il suo sorriso soddisfatto quando riuscirà nell’impresa: in questo modo acquisirà maggiore sicurezza nelle sue possibilità. Aprendo gli armadietti soddisferà anche il suo desiderio di utilizzare gli oggetti che usate voi e di impossessarsi sempre più del mondo in cui vive.

5 Evviva travasare! Il bambino inizia a essere molto interessato a riempire e svuotare recipienti, sente il bisogno di lavorare con le mani: è proprio attraverso la manipolazione che conosce il mondo intorno a lui. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Con la pasta e i fagioli. Preparate due ciotole o due pentole, dentro a una mettete della pasta grossa (tipo penne o rigatoni). Lasciate a disposizione anche un cucchiaio. Disponete il tutto sopra a un tappetone o a un grande vassoio in modo da dare al bambino uno spazio ben definito dove poter lavorare. Il piccolo inizierà da subito a travasare la pasta da una ciotola all’altra. Quando sarà diventato più grandicello (e la sua manualità sarà aumentata) potrete mettergli a disposizione dei contenitori più piccoli (ciotole, bicchieri, vasetti di yogurt) e sostituire la pasta con i fagioli secchi. Con la farina gialla. Procuratevi una scatola rettangolare di cartone (una scatola da stivali andrà benissimo) o un contenitore rettangolare di plastica e riempitelo per metà con la farina gialla (non quella finissima perché è molto polverosa). Mettete all’interno anche due contenitori (ciotoline, bicchieri), un cucchiaio, un imbuto e un colino. Il vostro bimbo potrà sbizzarrirsi in ogni tipo di travaso e scoperta. Posizionate sempre il contenitore sopra un tappeto, oltre a limitare lo spazio servirà anche a contenere le inevitabili uscite di farina. Con l’acqua. Mettete due ciotole non troppo alte su un vassoio grande, l’ideale sarebbe appoggiare il vassoio sopra un tavolino ad altezza bambino. In una delle due ciotole versate un po’ d’acqua. Lasciate una spugnetta morbida vicino alle ciotole. Osservate cosa fa il bambino, è possibile dargli un piccolo aiuto buttando la spugnetta dentro la ciotola con l’acqua, presto capirà da solo cosa fare. Se lo vedete in difficoltà, mostrategli voi una volta la magia di questo gioco. A COSA SERVE IL GIOCO

Una ciotolina è vuota, cosa succede se la riempio? E l’altra come resterà?

E se ne metto un po’ in una e un po’ nell’altra? Posso farlo con le mani e con il cucchiaio che mi serve anche per mescolare. Bellissimo poi utilizzare l’imbuto o il colino, la farina è fine, passa dai buchini, è una grande magia! E la sorpresa di vedere che l’acqua va tutta dentro alla spugna e poi posso strizzarla ed esce fuori nuovamente? L’attività dei travasi è un gioco importantissimo, permette al bambino di sviluppare la concentrazione, la manualità e la coordinazione occhio-mano.

6 Infilo tante cose COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Infilare un bastoncino. Recuperate alcuni bastoncini (vanno benissimo le bacchette cinesi) e alcuni oggetti con il buco (rocchetti, palline bucate, cerchietti di materiali diversi) che possano passare nella bacchettina. Mettete tutto dentro a un cesto e offritelo a vostro figlio. A un anno di età il bambino può imparare a infilare utilizzando un bastoncino, molto più semplice rispetto alla corda. Il bastoncino da infilare può essere tenuto in mano oppure per facilitare l’operazione possiamo prendere il coperchio di una scatola di scarpe, fare tre buchini e introdurre i bastoncini. In questo modo il bimbo, infilando gli oggetti, vedrà che resteranno tutti in fila. Infilare una cordicella. Dai 2 anni mettete a disposizione del piccolo una cordicella rigida e abbastanza lunga, fate alla fine della corda un nodo piuttosto grande o mettete del nastro adesivo in modo da bloccare l’uscita degli oggetti. Lasciate sempre a disposizione vari oggetti con il buco (introducete fra gli altri anche delle specie di grosse perle in plastica di diversi colori che trovate in commercio) in modo che possano essere infilati senza problemi. Vedrete che lunghe collane o serpentelli verranno prodotti! A COSA SERVE IL GIOCO

Anche questa è un’attività di grande concentrazione e di acquisizione di motricità fine. Vedrete il vostro piccolo intento e attento a infilare il più possibile. All’inizio sarà soprattutto la scoperta dell’infilare a occuparlo completamente, in seguito inizierà a disporre gli oggetti in modo da creare una successione logica di forme e colori. Una vera conquista! E se il bimbo vi guarda dopo aver raggiunto il suo obiettivo sorridetegli: capirà di avere la vostra approvazione.

7 Allaccio e slaccio Verso i 2 anni il bambino è sempre più interessato alla vita reale e vuole imitare quello che fanno “i grandi”. Ha bisogno di compiere sempre più le attività della vita quotidiana. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Ideale sarebbe allestire dei veri e propri “telai delle allacciature” che si trovano in tutte le scuole montessoriane. Non è difficile, il primo passo è procurarsi delle cornici di legno o di compensato vuote (di circa 20x30 cm). Il telaio dei bottoni: applicate sul telaio un vecchio maglione lasciando al centro la parte da allacciare con bottoni e asole. In questo modo la maglia resta fissa e ben tesa e il bambino potrà provare e riprovare ad allacciare e slacciare. Oltre ai bottoni potete usare anche le allacciature del montgomery e i bottoncini automatici (molto più complicati) Il telaio dei nastrini o delle stringhe: applicate sul telaio un telo e cucite in una metà 3 o 4 nastrini o stringhe e nell’altra metà uguali nastrini o stringhe. Il piccolo dovrà fare un fiocco unendo i due nastrini dai lati opposti. Il telaio delle cerniere: applicate al telaio una maglia o una parte di giacca con al centro una cerniera (possibilmente un po’ lunga e grande) tenendola ben tesa. Anche qui il bimbo sarà super concentrato a fare su e giù con il nuovo oggetto che sta sperimentando. In mancanza del telaio potete lasciare a disposizione alcuni maglioni o giacche con bottoni e cerniere e scarpe vecchie (meglio da tennis) con stringhe ancora in buono stato. A COSA SERVE IL GIOCO

Si tratta di un’attività che piace tantissimo al bambino: gli permette di sviluppare in breve tempo una grande autonomia nella gestione delle sue cose, e di sentirsi sempre più indipendente dall’adulto e padrone delle sue azioni.

8 I giochi con l’acqua I bambini sono molto attratti dall’acqua ed è proprio una necessità per loro toccarla e giocarci. Le attività con l’acqua permettono di fare tantissime esplorazioni utili alla loro crescita. Anche se a volte sono un po’ “scivolose”, aiutiamo il nostro piccolo a farle al meglio.

NELLA VASCA (travaso!) COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Quando il bambino ha 1 anno l’ideale è proporre i giochi con l’acqua nella vasca da bagno (se non l’abbiamo è possibile attrazzera la doccia con una grande bacinella). Mettiamo dentro la vasca alcune ciotoline o bicchierini (in plastica o legno) che il bambino può utilizzare per travasare l’acqua da un contenitore all’altro; qualche colino con i fori di diversa grandezza; una spugnetta (o anche più di una, sempre di materiale e consistenza diversa); una bottiglietta di plastica a cui avrete fatto alcuni fori nella parte bassa. Il bambino potrà sbizzarrirsi con tutta l’acqua che vuole! A COSA SERVE IL GIOCO

L’attività di travaso nella vasca da bagno è adatta ai più piccoli, vedrete però che continueranno a farla anche quando saranno più grandicelli (e con la schiuma nella vasca potranno travasare ciotole di panna montata e offrirvela come gelato). Aiuta indubbiamente a sviluppare la manualità: è difficile acchiappare l’acqua con le manine, ma ci provo con la ciotola e poi la posso spostare in un altro contenitore, una vera scoperta! Inoltre è di grande aiuto per instaurare una certa confidenza con l’acqua quando il bambino ne ha paura.

IN BAGNO (insapono!) COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Verso i 2 anni possiamo sperimentare nuove attività con l’acqua ma dobbiamo attrezzarci bene. È normale che se un bambino ha a disposizione dell’acqua si bagni (è ancora troppo piccolo per capire cosa deve o non deve fare) quindi mettetegli un bel grembiule di plastica, dopo avergli sollevato le maniche della maglia. Non lo proteggerà del tutto ma in gran parte sicuramente e gli permetterà di giocare in autonomia. In bagno potete utilizzare tranquillamente il bidet o quando il bambino sarà più grandicello il lavabo (con apposito scalino di plastica o panchetta dove potrà salire per arrivare all’altezza giusta). Lasciategli a portata di mano (magari dentro a un cesto o sopra uno sgabello) alcuni oggetti con cui potrà sperimentare: ciotoline, bicchierini, vasetti, contenitori in materiali diversi, meglio se leggeri e infrangibili, colini, setacci, contenitori con piccoli fori, spugne. Un oggetto che suscita un grande interesse in vostro figlio è la saponetta (a volte difficile da trovare nelle case perché ormai sostituita dal sapone liquido). Lasciategli a disposizione un sapone e una spugnetta, sarà una vera magia per lui sperimentare quello che può fare! A COSA SERVE IL GIOCO

Questa attività con l’acqua è davvero un gioco fantastico: oltre a divertire un sacco il bambino e a sviluppare la sensorialità (l’acqua scappa, ritorna, c’è e poi scompare, mi bagna, è fredda o calda, esce dal rubinetto, è trasparente, la posso bere), gli permette di affinare al massimo la sua concentrazione, la pazienza e naturalmente il coordinamento occhio-mano. Il gioco con il sapone lo impegnerà parecchio, oltre a insaponare la spugnetta e a sciacquarla ripetutamente, farà sicuramente dei buchetti nel sapone con il ditino, dopo aver scoperto che è morbido e si schiaccia, potrà annusarlo e magari assaggiarlo, (e all’assaggio seguirà quel faccino disgustato che lo farà subito cambiare idea.) In più si laverà le mani e questo non guasta mai.

IN CUCINA (pesco!) COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Dopo i 2 anni potete presentargli questa nuova attività. In cucina, sopra al tavolo o sopra un tavolino piccolo, disponete due ciotole di media grandezza. In una versate dell’acqua e immergete alcuni oggetti che galleggiano. Partite con le noci che sono abbastanza grandi, quindi date al bambino una schiumarola: dovrà pescare le noci e metterle nella ciotola vuota. Quando avrà acquisito maggiore abilità manuale sostituite le noci con noccioline o palline leggere e date in mano al bambino una schiumarola più piccola per pescare. Lasciategli anche una spugnetta per poter asciugare l’acqua che fuoriesce durante il trasporto. A COSA SERVE IL GIOCO

Pescare è un’attività per bambini che hanno già acquisito una certa abilità manuale, è un gioco di vera precisione. Bisogna recuperare un oggetto alla volta, tenerlo sopra la schiumarola e trasportarlo nel recipiente vicino. Un esercizio di controllo della motricità fine e all’insegna della concentrazione assoluta. Vedrete il vostro piccolo quanto impegno ci metterà, cercherà di non bagnare troppo durante il trasporto e se lo farà vorrà subito asciugare con la spugnetta che gli avete lasciato. Sta diventando sempre più padrone delle sue azioni!

9 I giochi con la sabbia Giocare con la sabbia per i bambini è una vera passione, ma come fare se non si è al mare ma a casa? COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Procuratevi un contenitore di plastica rettangolare (tipo lettiera del gatto) e riempitelo a metà con della sabbia fine (si può trovare in commercio, oppure recuperatene qualche bottiglietta quando andate al mare). Posizionate la cassettina su un tavolino o a terra sopra un tappetone o un telo (meglio se plastificato). Lasciate a disposizione ciotoline, bicchieri, vasetti, colini, un cucchiaio, una palettina di legno e una bottiglietta dell’acqua. Aggiungete anche alcuni elementi naturali (sassi, conchiglie, bastoncini, pigne) e piccoli oggetti come casette, biglie, pietre di plastica, animali di ogni tipo, piccoli personaggi, macchinine, soldatini. Il bambino potrà così buttarsi in mille travasi e anche nella costruzione di gallerie, vulcani, torri. Potrà poi utilizzare gli oggetti che ha vicino animando le sue evoluzioni fatte dentro la sabbia. Per i bambini che “assaggiano” ancora le cose vi suggerisco di sostituire la sabbia con la farina gialla (che possiamo chiamare “sabbia del deserto”) e di non utilizzare l’acqua. A COSA SERVE IL GIOCO

Si tratta di un’attività molto importante per lo sviluppo sensoriale e motorio. Il bambino tocca, sente la consistenza della sabbia, è morbida ma se la bagna diventa dura, l’annusa, la schiaccia, la sposta, cambia forma ma poi ritorna sempre uguale. Un elemento veramente magico in un’età dove il pensiero magico è predominante. Nella sabbia si può costruire e distruggere, ma si può anche mettere personaggi e farli parlare, inventare storie, inscenare battaglie senza fine, nascondere oggetti e tanto altro. Questo gli permetterà anche di arricchire il linguaggio, di sviluppare la creatività e di sperimentare il gioco simbolico. E se il bambino è un po’ arrabbiato manipolare la sabbia e starci dentro con le manine sarà per lui anche un modo per rilassarsi.

HO UN PROBLEMA, COSA FACCIO?

Oggi mia figlia Alice di due anni stava giocando con le costruzioni. Pensando di farle una sorpresa sono entrato nella camera e ho preso alcuni mattoncini per aiutarla. Ha avuto una reazione di rabbia e mi ha lanciato addosso un cubo dicendomi “Vai via!”. Ho cercato di calmarla sostenendo che la stavo solo aiutando, ma si è messa a urlare stizzita. Cosa è successo? Perché ha reagito così? Un papà

Caro papà di Alice, la tua piccola urlatrice ha avuto una reazione normalissima, perfettamente in linea con le teorie montessoriane. Quando un bambino è molto concentrato in un’attività e un adulto interviene nel suo gioco, si disturba la sua scoperta e sperimentazione. Anche se la tua intenzione era aiutare la piccola e giocare con lei, in quel momento si è sentita interrotta e bloccata nella sua attività. Aspetta che sia Alice a chiamarti, a cercare il tuo aiuto, allora potrai intervenire ed entrare nel suo spazio di gioco, ma sarà stata lei a farti entrare, e questo non potrà che renderla felice e farla sentire indipendente. Mio figlio di due anni e mezzo vuole fare tutto, si mette spesso in pericolo e non ascolta. Lo chiamo per mangiare e dice “No, non vengo” e urla se lo vado a prendere; stiamo uscendo, si butta a terra e dice “Non voglio uscire”, tirando calci e pugni. L’altro giorno ai giardinetti è scappato e stava andando sulla strada. L’ho acchiappato e naturalmente l’ho sgridato: ha iniziato a urlare con tutte le sue forze. Sono stufa di questi capricci e non so più cosa fare. Una mamma disperata

Cara mamma disperata, tuo figlio è nel pieno dei “terribili 2”, un’età in cui ci si oppone all’adulto e impara a dire No. È una fase di passaggio che durerà fino ai 3 anni circa. Come dici all’inizio, il bambino in questo periodo vuole fare tutto e si butta in ogni impresa con entusiasmo, ma è ancora piccolo e non si rende conto dei pericoli. In questi casi occorre un divieto, un no fermo e deciso del genitore. Stiamo attenti però a non esagerare: dato che ha un’estrema necessità di provare, di ripetere, di scoprire, è normale che combini qualche pasticcio. Se dice no continuamente non è un problema di disobbedienza, a questa età infatti non può ancora essere giudizioso. Non sono neanche capricci, è semplicemente una richiesta di poter fare da solo in

un periodo in cui sta sviluppando tante autonomie. Quando è in un momento di ostinazione e di crisi con urla e pianti, stategli vicino, non lasciatelo solo e non mandatelo nella sua cameretta (magari dicendogli che si è comportato male o che è cattivo), si sentirebbe abbandonato e piangerà di più. Lasciatelo sfogare, non spaventatevi e non drammatizzate, cercate di contenerlo tenendolo tra le braccia, mantenete la calma e vedrete che passerà in fretta. È importante che il bambino senta che il genitore c’è, è forte perché è presente e fermo, e non perché urla. Vedrete che si calmerà in poco tempo e sembrerà un altro bimbo. L’opposizione di vostro figlio non deve diventare una lotta su chi vince, non sentitevi colpiti se vi fa resistenza ed è collerico. Inutile mettere in atto un muro contro muro per fargli vedere che voi siete più forti. Ricordatevi che il piccolo non ha intenzione di farvi arrabbiare, fa così solo per dimostrare che esiste e che è un essere separato da voi, il suo io sta prendendo forma, scopre che i suoi gesti e il suo pensiero gli appartengono. Una fase molto importante che il bambino ha diritto di vivere.

UN AMBIENTE A MISURA DI BIMBO

Maria Montessori sosteneva che un ambiente ben predisposto consente di ridurre al minimo gli interventi dell’adulto. Il bambino ha così la possibilità di “fare da solo” ma in tutta sicurezza e naturalmente sotto il vostro sguardo. Per questo è estremamente importante modificare la casa in funzione della crescita del vostro piccolo esploratore. CAMERETTA

Dai 2 anni in poi potete arricchire la cameretta con alcuni oggetti e materiali utili alla sua crescita e sperimentazione. In primo luogo aggiungete alcuni scaffali dove metterete i nuovi giochi, soprattutto le scatole o le ceste con i tanti oggetti da manipolare. Utile per il bimbo sarebbe appendere un pannello di sughero dove avrete attaccato le foto di tutta la famiglia. Voi con il bambino, i nonni, fratelli o sorelle. Inoltre potete mettere anche foto di zie o zii che frequentate spesso e una sua foto del nido e poi della materna con tutti i compagnetti. Una vera gioia per il vostro bimbo ritrovare volti a lui noti e nominarli dicendo “io, la mamma, il nonno…”, un modo per sentirsi parte di una famiglia e di un mondo che gli appartiene. Disponete anche in un angolo uno scaffale o una cesta di libricini adatti alla sua età, sarà la sua prima biblioteca e lo stimolerà a prendere confidenza con il libro, importante compagno di vita. Posizionate in un angolo un tavolino in legno o plastica e due seggioline: uno spazio dove il piccolo potrà lavorare alla sua altezza, iniziando anche a cimentarsi con i primi disegni. Per questo mettete vicino al tavolo una cesta con fogli e colori vari (all’inizio meglio pastelli a cera o matitone colorate). IL RESTO DELLA CASA

Il bambino, quando è ormai in grado di spostarsi autonomamente, cerca di

stare dove sono i genitori, non vuole rimanere nella sua stanzetta da solo. Per questo è importante modificare la vostra casa, soprattutto se ci sono elementi pericolosi (spigoli, oggetti preziosi che si rompono, cose taglienti) vanno nascosti o spostati in alto, in modo che il bimbo non possa averne libero accesso. L’ideale sarebbe preparare un angolo solo per lui in ogni stanza della casa o almeno lasciargli qualche oggetto. Nel soggiorno predisponete un tappetone in modo da delimitare l’angolo di gioco e naturalmente alcune scatolette o ceste con all’interno i suoi giochi (una cesta con i cubi, una con gli animaletti, un puzzle, una scatola con gli incastri) potrà così sempre trovare qualcosa che lo interessi senza diventare noioso quando magari abbiamo visite. Inoltre attrezzate anche in questa stanza una piccola biblioteca con i suoi libricini, anche voi avrete un angolo per i vostri libri, un modo per dirgli che anche lui può fare come voi. Spesso il bambino desidera continuare un’attività che ha in corso anche il giorno dopo, ad esempio una costruzione o un puzzle, sarebbe opportuno lasciare tutto così com’è. Il gioco ha una funzione relazionale e non va sottovalutato, per lui è estremamente importante ritrovare un percorso che stava facendo. In ogni caso quando sistemate ricordatevi che il bambino ha bisogno di trovare i suoi giochi in uno stesso posto, rimetteteli al loro posto (ecco perché ci dovrebbe essere una cesta o una scatola per ogni gioco e non buttati tutti in un grande cestone o contenitore) così il bimbo avrà la possibilità di ritrovarli da solo. Ben presto imparerà che ogni cosa ha un posto e quando sarà più grandicello vi aiuterà a riordinare finché non sarà in grado di farlo da solo: l’ordine è qualcosa che si impara gradualmente, non a comando.

Anche il bambino è un lavoratore e un produttore. Pur non potendo partecipare al lavoro dell’adulto, esso ha un suo lavoro da svolgere, un grande, importante e difficile compito: quello di produrre l’uomo. Maria Montessori Tratto da Il segreto dell’infanzia, Garzanti, Milano 1999.

ATTIVITÀ DAI 3 AI 6 ANNI

QUESTO MONODO MI APPARTIENE! Il bambino si sente padrone degli spazi che vive, inizia un’età estremamente ricca ed entusiasmante sia per lui che per voi, piena di pensiero magico, scoperte e apprendimenti, dove il linguaggio esplode diventando giorno dopo giorno sempre più ricco. Si fa strada anche il gioco simbolico che accompagnerà la crescita del piccolo per tutta l’infanzia.

1 Il sacco dei misteri Questa attività è un proseguimento della scatola delle meraviglie già utilizzata quando il bimbo era più piccolo. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Procuratevi una sacca di tessuto abbastanza capiente, mettete dentro alcuni oggetti che vostro figlio conosce e di cui sa il nome (una spugna, una pigna, una macchinina, una spazzola, uno spazzolino da denti, un dado, una noce, una saponetta, un cucchiaio, una forchetta…). Mettetene 5 o 6 di dimensione, forma e materiale diverso, fate chiudere gli occhi al piccolo, ditegli di pescare un oggetto e indovinare di cosa si tratta. Meglio adattare la difficoltà degli oggetti da pescare in base alla sua età, quando sarà più grande potrete anche mettere nel sacco delle forme geometriche, dei numeri o delle letterine (di grande dimensione, in legno o plastica). ALCUNE VARIANTI

▶ Mettete nel sacco 5 o 6 oggetti di cui due uguali, ad esempio due cucchiaini. Dite al bambino di pescare i due pezzi uguali e dirvi cosa sono. ▶ Prendete due sacchi e mettete in ognuno 3 o 4 pezzi di tessuto uguali (velluto, velcro, lana, raso), il bambino dovrà pescare un primo tessuto in un sacco, toccarlo e poi pescare nell’altro sacco la stessa tipologia di stoffa. Prima fatevi dire com’è (morbido, ruvido, freddo…), dopo scopritegli gli occhi e ditegli di che tessuto si tratta. A COSA SERVE IL GIOCO

È un gioco che permette di affinare le capacità tattili: con le mani il bimbo pesca e deve scoprire che oggetto sta toccando; e come sarà felice quando aprirà gli occhi e vedrà che ha indovinato! Inoltre, per i piccoli che hanno ancora qualche difficoltà con le parole, servirà ad ampliare il linguaggio imparando il nome di sempre più oggetti. Quando il bambino imparerà il gioco potrà anche farlo da solo con un amichetto che verrà a trovarlo. Chi vincerà?

2 La scatola dei travestimenti COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Procuratevi una grande cesta, mettete dentro alcuni vestiti che possono essere indossati dai bambini: un mantello (basta semplicemente un telo con un nodo), un lenzuolo con un buco, una gonna di tulle, un gilet, un cappello di paglia, un elmetto di plastica, qualche spada di gommapiuma, delle bacchette magiche (molto belle sono quelle trasparenti con dentro acqua e brillantini, vanno bene sia per i maghi che per le fate… oppure fatele voi con bacchette di legno ricoperte di carta stagnola), un cappello a punta, una sciarpa, qualche mascherina, una maglietta del papà, una camicia grande. Posizionate il cesto nella cameretta, magari vicino allo specchio, in modo che vostro figlio possa specchiarsi quando si traveste. Potete anche fissare un fil di ferro tra lo specchio e un mobile con alcuni piccoli ometti leggeri (magari di tessuto), in modo che il bimbo possa appendere i vestiti. A COSA SERVE IL GIOCO

È un gioco molto stimolante per il bambino: ha la possibilità di diventare un altro diverso da sé, di essere un cavaliere, una principessa, un mago o semplicemente il papà. In questo modo inizia a inventare storie, racconta attraverso tanti personaggi la sua vita, le sue paure, può combattere e arrabbiarsi: un bellissimo gioco simbolico! Divertente da fare anche tra fratelli o con gli amichetti.

3 La cassettina degli strumenti musicali Il bebè fin da piccolo ama sentire il rumore prodotto dagli oggetti, dai 3 anni facciamogli sperimentare gli strumenti musicali. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Prendete una cassettina rettangolare dove mettere diversi strumenti: dei campanelli di diversa misura, un tamburello, un piccolo gong, un triangolo, dei piccoli piattini, delle nacchere, delle maracas, uno xilofono, un fischietto... Anche una chitarra da grande va benissimo per iniziare a pizzicare le corde e scoprire i suoni che producono. Ecco qualche strumento da costruire insieme ai vostri figli: ▶ Maracas: prendete due vasetti di yogurt, riempitene uno a metà con alcuni semi (fagioli, riso, ceci...), unite i vasetti con dello scotch e decorateli con adesivi o disegni. Per sentire i vari effetti sonori sarebbe meglio creare più maracas e mettere in ognuna semi diversi. ▶ Sonaglio: procuratevi dei campanellini (di quelli rotondi con il gancetto), prendete un rotolo (un po’ robusto) di carta da cucina e praticate alcuni fori in una estremità. Agganciatevi i campanellini aiutandovi con del filo rigido (quello da giardinaggio è l’ideale, rigido ma non troppo duro e pericoloso). Ecco il vostro sonaglio! ▶ Tamburi: prendete dei barattoli in metallo di diverse dimensioni, potete dipingerli o ricoprirli con carta colorata (l’importante è che la base resti libera in modo da poter essere percossa). Date ai bambini due mestoli di legno o due bastoncini e il tamburo è fatto! ▶ Nacchere: recuperate dei cartoni, ritagliate delle strisce di circa 20 centimetri, piegatele a metà e all’interno di entrambe le estremità incollate due tappi di metallo in modo che si tocchino e creino rumore. Decorate con disegni, perline o adesivi.

A COSA SERVE IL GIOCO

Il mondo dei suoni e della musica è estremamente interessante per i bambini e avere a disposizione veri strumenti da poter utilizzare per produrre musica è bellissimo: per creare suoni diversi, accompagnare i canti, inventare danze. Un’idea sarebbe anche quella di creare qualche piccolo sonaglio da attaccargli tipo braccialetto alle caviglie o ai polsi in modo che quando danza crei una musica.

Da costruire con i più grandicelli: ▶ Il bastone della pioggia: uno strumento veramente magico è il bastone della pioggia. Quello che farete non sarà proprio uguale ma un certo effetto sarà garantito! Procuratevi dei tubi di cartone (tipo carta da cucina o più lunghi, abbastanza rigidi ma non durissimi), una puntina, degli stuzzicadenti, dei semini (fagioli, riso, pasta tipo ditalini o gramigna, ceci, semi di zucca…), del cartoncino e dello scotch. Bucherellate il rotolo di carta con la puntina, spezzate gli stuzzicadenti in tanti pezzettini e inseriteli dentro i buchini fatti precedentemente. Chiudete una parte del tubo con un pezzo di cartoncino incollato con dello scotch. Mettete dentro al tubo i diversi semi o pasta riempendolo meno della metà. Chiudete il tubo con dell’altro cartoncino e dello scotch. Decorate a piacimento il tubo. Tenete il tubo con le mani e fatelo scorrere da una parte all’altra, sentirete il rumore della pioggia.

▶ Xilofono: ecco uno xilofono da costruire veramente speciale! Prendete 5 o 6 bicchieri bianchi di vetro (sarebbe meglio a calice ma vanno bene anche quelli più semplici, tipo quadrati) e mettete in ognuno dell’acqua (in scala, in modo che nel primo ce ne sia poca, circa due dita, e l’ultimo sia quasi pieno). Il bambino dovrà inumidire il dito medio e poi passarlo sull’orlo di un bicchiere, in modo continuo, finché non sentirà un suono. Utilizzando differenti calici si otterranno suoni diversi, realizzando così una vera e propria scala musicale. Potete anche dare all’acqua un colore diverso per ogni bicchiere: in questo modo ci sarà anche una magia di colori oltre che di suoni! A COSA SERVE IL GIOCO

Via via che cresce il bambino acquisisce sempre più consapevolezza nelle sue possibilità, la sua manualità aumenta e così anche la sua capacità di giocare con oggetti che si possono rompere (i bicchieri) o con cui si può bagnare (l’acqua). Poter costruire con l’aiuto dei genitori gli strumenti musicali è un’esperienza che gli consente di confrontarsi con i suoi limiti e di affinare sempre più le sue abilità manuali e motorie.

4 Quanti colori! Quando vostro figlio inizia a distinguere i colori potete proporgli alcune attività che lo aiutino ad affinare i suoi sensi. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

▶ Con i sacchetti: Preparate 3 sacchetti di stoffa, uno rosso, uno giallo e uno azzurro, in ognuno mettete dentro alcuni oggetti dello stesso colore del sacchetto. Date al bambino i sacchetti chiusi, dovrà aprirli e buttare tutti gli oggetti a terra. Poi dovrà rimetterli nel sacchetto dello stesso colore il più velocemente possibile. Sarà lento come una tartarughina o veloce come un ghepardo? ▶ Con il cestino: Date al piccolo un cestino con dentro una pallina di un colore, ditegli di andare in giro per la casa a cercare tutti gli oggetti di quel colore. Può chiamarvi se non riesce a prenderli o se ha trovato qualcosa di pesante. Alla fine contate insieme quante cose ha scovato. Bello anche giocarci con il fratello o un amichetto, potrà esserci una gara a chi è il detective che raccoglie più oggetti. ▶ Con i vasetti: Un altro modo per affinare la vista è recuperare una scatola dove metterete dei bottoni di vari colori, datela al bambino e procurategli anche 5 o 6 vasetti di vetro robusto: dovrà mettere in ogni vasetto i bottoni di colore diverso. Un gioco da vero professionista dell’attenzione! A COSA SERVE IL GIOCO

Si tratta di attività molto stimolanti: affineranno la sua capacità di osservazione, il senso della vista e la conoscenza dei colori, oltre a permettergli un’attenta esplorazione dell’ambiente e la sorpresa di trovare tante cose nuove.

5 Una piccola biblioteca COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Disponete i vari libricini che sta usando già da un po’ e che magari avevate sparsi per casa o in una cesta, su uno scaffale posto alla sua altezza: è arrivato il momento di creare una biblioteca tutta per lui. Avrà sicuramente tanti libri cartonati, di varie dimensioni e colori, aggiungete volumi con storie semplici che riguardano la vita di tutti i giorni, anche le fiabe in versione ridotta vanno benissimo. ▶ Un libricino speciale: Prendete dei fogli di cartoncino bianchi, ritagliateli con una forma semplice (quadrata va benissimo), lasciate la prima e l’ultima pagina vuote a fare da copertina. Cercate su alcune riviste o anche su giornalini o album vecchi del piccolo, fotografie o disegni di personaggi, casette, paesaggi, tutto quello che può servirvi per creare una storia. Nella prima pagina scrivete un titolo o incollate un’immagine, o lasciate libero il vostro bambino di disegnare come vuole la copertina, nell’ultima pagina scrivete il suo nome (grande e con colori vivaci). Dategli della colla stick e fategli attaccare su ogni foglio l’immagine o le immagini che avete selezionato. Lasciate asciugare la colla, poi alla stessa distanza fate due buchini in ogni foglio. Mettete una sopra l’altra le pagine (vi consiglio di farne massimo una decina), fate passare nei buchini due nastri o dello spago, legatele con un fiocchetto e il libro è pronto! Potete anche aggiungere un breve racconto, con la storia creata dalle immagini. È un’attività da fare anche quando il vostro cucciolo sarà più grandicello, magari tutta illustrata e scritta da lui. A COSA SERVE IL GIOCO

I libri interessano tantissimo i piccoli, all’inizio sono le immagini a creare quella magia che li incanta portandoli a sfogliare e risfogliare. In seguito sono attratti dalle parole, ancora così misteriose; quando leggete una storia a vostro figlio, è così concentrato che assorbe ogni termine e la volta successiva cercherà di indovinarlo e da più grandicello inizierà a distinguere le lettere

più semplici. Lasciate i libri alla sua portata in modo che possa prenderli da solo e guardarseli. Bellissimo poi poter costruire un libro: il bambino potrà sperimentare anche la sua manualità disegnando, ritagliando e incollando.

6 Impasto con le mani Manipolare è una delle attività preferite dal bambino. Abbiamo già visto come fare con la sabbia, ecco altri fantastici impasti. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

▶ Con la farina: Preparate un impasto con una tazza di farina bianca, un cucchiaio di sale fino, un cucchiaio di olio e acqua quanto basta per formare una bella palla elastica ma morbida da maneggiare (dite al bambino che questo gioco potrà farlo solo in cucina). Mettete l’impasto sopra un tavolino alla sua altezza oppure utilizzate il tavolo della cucina (il piccolo salirà su una sedia per poter lavorare). Munite il bimbo di un bel grembiule, un coltellino (senza lama tagliente) e lasciatelo arrotolare, allungare e strizzare la pasta in libertà, potrà costruire ciò che vuole. L’impasto si può conservare in frigorifero alcuni giorni chiuso in un sacchetto di plastica. Verso i 4 anni vostro figlio non si accontenterà più di usare la pasta semplicemente per maneggiarla. È il momento di mettergli a disposizione della pastafrolla. Oltre al grembiulino dategli anche un piccolo mattarello, un coltello (sempre senza lama tagliente), una forchetta e alcuni stampini. Il piccolo potrà sbizzarrirsi e creare dei biscotti che poi cuocerete in forno e farete assaggiare ai nonni. ▶ Con la creta: Un materiale che si presta molto al lavoro di manipolazione e impasto del bambino è la creta (la trovate in commercio come panetto): è inodore, non sporca e non è tossica. Il vostro bimbo potrà cimentarsi nelle prime sculture: lasciatelo libero, vedrete quante striscioline, costruzioni e animaletti strani ne usciranno! A COSA SERVE IL GIOCO

È bellissimo osservare come un bambino prenda sempre più coscienza delle sue mani e si renda conto di quello che possono fare. Un grande passo verso il processo di autonomia e indipendenza!

Se riuscite organizzate queste attività anche con piccoli gruppi di amichetti, sono giochi che stimolano l’imitazione e l’interazione, e anche i più piccoli potranno imparare da chi sa già fare. Inoltre i giochi di manipolazione, come già detto, aiutano i bimbi quando sono un po’ arrabbiati a scaricare la rabbia e a sentirsi più rilassati (compresi i genitori!).

7 Faccio da mangiare! La cucina per il bambino è un luogo di super esplorazione, può toccare, assaggiare, annusare, fare tante cose come “i grandi”. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Come base per il lavoro l’ideale è un tavolino ad altezza bimbo, altrimenti andrà bene anche il vostro tavolo da raggiungere con uno sgabello. Preparate un grembiule, una spugnetta, uno strofinaccio e un rotolo di carta da cucina. Iniziate con le attività più semplici: lavare l’insalata o le verdure e sistemarle su un piatto, sbucciare i piselli, i fagioli o un uovo sodo. Preparare la spremuta: dategli uno spremiagrumi manuale e una brocca; oltre alle arance vanno benissimo anche i mandarini. Dai 4 anni si potrà poi passare ad attività più impegnative, come tagliare la frutta e preparare una macedonia. Lasciategli a disposizione un coltellino con la punta arrotondata, un piccolo tagliere e una ciotola. All’inizio mostrategli come si fa e dategli dei frutti morbidi o maturi (banane, fragole, albicocche, pere). Che ne dite di preparare un purè? Mettete delle patate cotte (o carote o zucca) sopra un piatto e dategli una forchetta per schiacciarle. E delle polpette? Dategli una ciotola e i vari ingredienti (carne o pesce, parmigiano, uova…): il bambino sarà felice di mischiare tutto. Dategli un cucchiaio di legno ma poi lasciatelo impastare con le mani. Un’attenzione particolare all’uovo: insegnategli come si rompe e come si separa il rosso dal bianco e poi come si sbatte per farne una gustosa frittata. Un cibo che piace a tutti i bambini e che vorranno subito fare è la pizza: disponete sul piano di lavoro la farina, fategli fare un buco al centro e fategli versare acqua, sale e lievito, oltre a impastare, bisognerà aspettare che la pasta lieviti, una vera magia! E poi stenderla con il mattarello e infine via libera con pomodoro e mozzarella. A COSA SERVE IL GIOCO

È un’attività che permette al bambino di partecipare alla vita familiare da protagonista, ed è bellissimo poi mangiare tutti insieme e dire “L’ho fatto io!”. Si tratta inoltre di un momento in cui viene esercitata la motricità fine, si scoprono odori e sapori nuovi e anche nuove parole. Il vostro piccolo sarà molto concentrato e imparerà che un ingrediente va messo prima e uno dopo, sviluppando il senso della successione e dell’ordine.

8 Gioco alle faccende A partire dai 3 anni il bambino vuole essere sempre più attivo non solo nel gioco ma anche in casa, è attratto da quello che fanno i genitori e li vuole imitare a tutti i costi dicendo “lo faccio io”, “ci penso io”, “ma io sono grande, lo so fare”. Assecondiamolo in queste nuove scoperte che lo aiuteranno a crescere. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Ecco alcune attività da lasciare fare ai vostri piccoli intraprendenti lavoratori. ▶ Riporre i vestiti: Fatevi aiutare mentre piegate la biancheria, vostro figlio può piegare i suoi vestiti e riporli nei cassetti. Ai bambini piace molto cercare nella cesta i loro vestitini e quando saranno sicuri di farcela da soli faranno la gara con voi su chi sistemerà per primo. Fatevi dare una mano anche quando stendete i panni, passategli il cestino delle mollette, vedrete che aiutante perfetto! Se ne avete la possibilità prendetegli un piccolo stendino e lasciatelo appendere in autonomia alcuni suoi vestitini (tipo calzini e mutande, fazzoletti). Maneggiare le mollette da bucato sviluppa la prensione pollice-indice, primo passo verso la scrittura. ▶ Spazzare e pulire: Quando vi vede spazzare la casa si avvicina e vorrebbe prendervi la scopa dicendo “ci penso io”. È arrivato il momento di procurargli un’attrezzatura alla sua misura. Acquistate una piccola scopa, un piccolo spazzolone, una palettina e uno scopino. Create un suo angolo con questi attrezzi dove tenete anche i vostri, potrà così aiutarvi nella cura della casa. Lasciategli anche a disposizione uno straccetto della polvere, altra attività che lo impegnerà parecchio. Unico suggerimento: se siete troppo precise per una volta cercate di soprassedere, anche questo periodo ha un termine e presto i vostri figli, specie dalla preadolescenza in poi, non ne vorranno più sapere di aiutarvi (purtroppo).

▶ Apparecchiare la tavola: Per questa attività è necessario rivedere un po’ l’organizzazione della cucina, dovrete sistemare piatti, bicchieri e stoviglie in un armadietto a portata di bimbo in modo da renderlo autonomo. Meglio aspettare dopo i 4 anni, prima facciamoci comunque aiutare passandogli noi le posate, i bicchieri e i tovaglioli che potrà piegare prima di sistemarli vicino al piatto. In questo modo imparerà anche che ogni oggetto occupa un preciso spazio e a sistemarlo al posto

giusto. ▶ Asciugare i piatti: Potete iniziare dandogli da asciugare ciotole e bicchieri infrangibili e coperchi, più semplici da maneggiare. Quando vostro figlio sarà già esperto in questo esercizio potrete dargli oggetti che si rompono, si sentirà così più responsabile. Al bambino piace anche molto lavare le stoviglie, quando è più grandicello quindi fatevi aiutare in questa attività, stategli comunque vicino e fatelo insieme. Giocare con la schiuma poi è sempre bellissimo! ▶ Portare un vassoio: Trasportare è un’attività che si può fare anche prima dei 3 anni. Abituatelo da subito con un vassoio vuoto, poi aggiungete qualcosa di leggero in modo che la sua presa sia sempre più sicura. Quando è più grandicello sarà così pronto per trasportare anche una tazzina di caffè, da fare con molta attenzione e concentrazione per riuscirci senza versarne nemmeno una goccia sul piattino. ▶ Innaffiare una pianta: Se avete un balcone è facile che teniate anche alcune piantine. Un’attività che piace tantissimo al bambino è innaffiare. Anche in questo caso mettetegli a disposizione un piccolo annaffiatoio, in modo che non prenda il vostro, troppo pesante da trascinare e sollevare. All’inizio sarà difficile versare l’acqua proprio nel mezzo del vaso, ma con un po’ di esercizio il vostro piccolo ce la farà da solo. Potete anche dargli un piccolo spruzzino per bagnare le foglie. A COSA SERVE IL GIOCO

Il bambino impara sempre più a essere indipendente e a staccarsi dall’adulto soddisfacendo il suo desiderio di indipendenza. Aumenta inoltre il controllo dei movimenti e della muscolatura stimolata in diversi punti. Un’attività che dovrebbe essere incentivata in tutti i bambini: la concentrazione si affina e si fa strada anche la pazienza, utile soprattutto in una società come la nostra dove ogni momento di attesa è vissuto come perdita di tempo e dove il bambino ha sempre meno la possibilità di fare con calma e metterci il “suo tempo”.

9 I giochi di precisione Dai 4 anni il bambino inizia ad avere una maggiore manualità, aiutiamolo a concentrarsi e a fare sempre di più. COME ORGANIZZARE IL GIOCO

▶ Pinza: Date al bambino una pinza, all’inizio va bene di legno e piuttosto grande. Mettetegli a disposizione alcuni oggetti abbastanza grossi (noci, mandorle, palline di legno) in una scatoletta e fateglieli spostare con la pinza in un contenitore vicino. Quando acquisirà maggiore abilità potrete dargli una pinzetta più piccola con la quale spostare oggetti più piccoli fino ad arrivare alle perline. ▶ Oggetti proibiti: Ci sono diversi oggetti che il bambino vorrebbe usare ma che gli sono vietati perché pericolosi e proprio per questo quando li vede spesso nasce un momento di tensione con gli adulti. Potete organizzarvi acquistando gli stessi oggetti in versione “soft”: coltellini con la punta arrotondata (in modo da lasciarlo tagliare da solo), forbicine con la punta rotonda e poco taglienti (per iniziare a tagliare la carta), un grande ago in legno (per infilare cerchietti di ogni tipo). ▶ Collage: Grazie alla forbicina adatta potete dargli tante striscioline di diversi colori da poter tagliare in piccoli quadratini o pezzetti. Lasciategli una scatola dove mettere i pezzi di carta, mettetegli poi a disposizione un vasetto con un po’ di colla liquida, un pennello e un foglio dove incollare la carta e dare libero sfogo alla sua fantasia. Per lo svolgimento di queste attività l’ideale è utilizzare un vassoio capiente dove appoggiare i vari strumenti: così vostro figlio avrà ben chiaro lo spazio nel quale muoversi e cercherà di rispettarlo. A COSA SERVE IL GIOCO

Sono tutte attività che permettono al bambino di controllare i suoi gesti e di sviluppare la coordinazione oculo-manuale, in particolare il movimento mano-dita. Soprattutto l’uso della pinza favorisce la prensione pollice-indice

che preparerà il bimbo alla scrittura. Inoltre, potendo sperimentare senza l’intervento dell’adulto anche situazioni più complesse, si sentirà valorizzato e questo gli permetterà di avere stima in se stesso e in quello che fa.

10 Gioco con le lettere e i numeri COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Dai 5 anni un’attività che piacerà molto è costruire letterine e numeri da toccare. Prendete del cartoncino colorato (formato A4), tagliatelo in 4 parti rettangolari. In tutto dovreste arrivare ad avere una quarantina di rettangoli, su ognuno scrivete una lettera in stampatello e i numeri fino a 10. Scriveteli piuttosto spessi in modo che siano grandi circa un dito. Questa prima parte di lavoro fatela voi perché deve risultare piuttosto precisa. Ora potete farvi aiutare da vostro figlio. Mettete in un contenitore del riso, in un vasettino della colla liquida e un pennello. Fate pennellare al bambino una lettera e un numero alla volta e dopo averla pennellata fategli distribuire sopra il riso in modo che si incolli bene. Quando sarà tutto asciutto preparate due scatole (vanno bene quelle da scarpe), fatele decorare al bimbo come preferisce e mettete in una le lettere e nell’altra i numeri. Avete così costruito delle originali lettere smerigliate e numeri da poter utilizzare in tanti giochi o semplicemente da toccare. Un gioco da poter fare con gli amichetti è quello di infilare alcune lettere e alcuni numeri in un sacchetto, un bambino alla volta pesca e deve indovinare solo toccandola che lettera ha preso, poi la tirerà fuori dal sacco e vedrà se ha indovinato. Se è così si terrà la lettera vicino. Alla fine vincerà chi si sarà accaparrato più lettere o numeri. A COSA SERVE IL GIOCO

È proprio un gioco per scoprire le lettere e i numeri: toccandoli me ne impossesso, mi ricordo come sono fatti; ed è grazie alla mano che imparo. Giocando con le lettere e i numeri imparo senza fatica e mi diverto anche!

11 Gioco con gli altri COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Prima dei 3 anni il bambino inizia a fare giochi di imitazione, all’inizio di se stesso (fa finta di dormire, di mangiare, di lavarsi), poi con i suoi pupazzi o bambole (orso va a dormire, dinosauro sta mangiando la pappa): è nel pieno del pensiero magico e il gioco è per lui qualcosa di molto serio. Dai 3 anni inizia a imitare gli adulti: è il pizzaiolo che prepara la pizza, la mamma che veste il piccolo, il fruttivendolo che vende la frutta ma anche il suo personaggio preferito dei cartoni animati. Comincia anche un periodo in cui i bambini hanno sempre più bisogno di stare fra di loro e di giocare insieme. È nel gioco con gli altri che si imparano le regole della convivenza, che non sono immediate ma hanno bisogno di tempo per essere apprese. Cercate di lasciare liberi i vostri bambini in questa sperimentazione, non allarmatevi se si danno spinte, si prendono per i capelli o litigano, fa parte del gioco ed è così che imparano veramente a stare al mondo. Un gioco molto carino da poter fare dopo i 5 anni con un qualche amichetto (almeno 4 bambini) è quello della linea. Disegnate sul pavimento (potete usare lo scotch di carta) due linee di uguale lunghezza, e mettete una cesta alla fine di ogni linea. Fate due squadre (due bambini per squadra); ogni squadra avrà a disposizione alcuni oggetti (una palla, un pupazzo, un libro). I bambini dovranno camminare uno da una parte e uno dall’altra della linea tenendo insieme l’oggetto e cercando di non camminare sulla linea fino ad arrivare alla fine e mettere così l’oggetto nella cesta. Poi torneranno velocemente indietro e prenderanno l’oggetto successivo e così via. Vince chi porta tutti gli oggetti in meno tempo ma senza aver calpestato la linea: altrimenti si deve tornare indietro e ripartire. A COSA SERVE IL GIOCO

I bambini imparano dai bambini per imitazione. Ma imparano anche a confrontarsi e scoprono che non possono avere sempre quello che vogliono,

che a volte decidono loro ma altre volte devono cedere e che si può perdere. Ecco perché sarebbe importante organizzare attività con bambini di età diverse. Il più piccolo sarà stimolato dal più grande a fare di più e sempre meglio e il più grande si sentirà responsabile verso chi gli chiede aiuto e svilupperà la sua autostima.

12 Un compleanno speciale COME ORGANIZZARE IL COMPLEANNO

Una festa particolare e unica è il compleanno, vediamo come renderlo veramente speciale. I vostri bambini sono pieni di giochi che spesso non usano, ideale sarebbe che i genitori degli amichetti invitati si mettessero d’accordo per prendere un unico regalo possibilmente utile (un libro, qualche oggetto per la scuola, o qualcosa di simbolico che rappresenti il festeggiato). Preparate un momento rituale, create lungo il perimetro di una stanza un cerchio utilizzando uno scotch di carta, i piccoli invitati potranno sedersi sopra la linea. Al centro del cerchio ponete un cuscino e uno scatolone con il nome del festeggiato e il numero dei suoi anni. All’interno avrete sistemato alcuni oggetti che consentono al bambino di ricordarsi l’anno appena trascorso che si lascia alle spalle per iniziarne uno tutto nuovo: foto, un bigliettino dei genitori o dei nonni, un vestito che ormai non gli va più bene ma che ha amato tanto, un pupazzetto, un video che lo ritrae, un disegno, qualche oggetto che ricordi un viaggio o un regalo particolare. Il festeggiato raggiungerà il centro e seduto sul cuscino potrà pescare gli oggetti e ricordarli insieme ai suoi amichetti che potranno avvicinarsi per vederli meglio. Alla fine della scoperta potete raggiungere vostro figlio portandogli una candela che appoggerete sopra un apposito rialzo, accendetela e lasciatela soffiare a lui. Ora tutti insieme si potrà applaudire facendo tanti auguri e un canto di buon compleanno. La scatola sarà poi lasciata nella cameretta e ogni anno se ne aggiungerà una nuova. A COSA SERVE IL GIOCO

Prima di tutto si ritualizza un giorno così importante: è giusto che il bambino sia al centro dell’attenzione, è il giorno in cui è nato, ritornerà soltanto l’anno successivo. È bello poterlo festeggiare con la mamma, il papà e gli amichetti: un momento che rafforza i legami relazionali e permette a vostro figlio di sentirsi amato. Avere poi una scatola con i ricordi dell’anno è qualcosa di veramente magico che fa sentire il piccolo meno solo nel

passaggio di crescita che sta vivendo e alimenta la magia di questo giorno.

13 Imparo a litigare bene Spesso i vostri figli quando giocano litigano e capita che arrivino alle mani. La prima causa di bisticcio è il possesso di un oggetto, una palla, un’automobilina, qualsiasi cosa abbia uno e non l’altro. Inutile pensare di prevenire questi episodi, fra bambini è normale volere una cosa che ha l’altro e io non ho e da lì si parte con spinte, pugni, calci, morsi e tutto ciò che faccia mollare la presa. Questa tipologia di litigio è prevalente in tutta la primissima infanzia, ed è legata al bisogno di conoscersi e stare insieme. Di solito, se l’adulto non interviene, i piccoli trovano da soli un accordo per tornare subito a giocare. I bambini infatti non picchiano per far del male all’altro volontariamente, possono sì graffiarsi e lasciarsi qualche segnetto ma nulla di più, il rancore non è ancora presente nel loro pensiero. Punizioni e sgridate servono a poco, anche separarli e farli riflettere non porta a nessuna soluzione, sono troppo piccoli per capire le conseguenze di un’azione e soprattutto per riflettere. Cosa fare allora? Diamo loro la possibilità di imparare a litigare bene! COME ORGANIZZARE IL GIOCO

Vi propongo una vera e propria attività da organizzare per gestire i litigi tra i bambini e insegnargli a litigare bene. Si tratta del metodo Litigare bene di Daniele Novara.1 Prima di tutto non cercate il colpevole (“chi è stato?”; “chi ha iniziato?”) e non trovate voi una soluzione (“tu adesso ti metti qui e tu vai di là”; “adesso giochi un po’ tu e poi gioca tuo fratello”). Poi munitevi di un gomitolo: quando i bambini si azzuffano o vengono da voi chiedendo giustizia, chiamateli e date in mano a uno dei due un gomitolo dicendogli di dire all’altro quello che è successo, la sua versione. Quando avrà finito di parlare passerà il gomitolo all’altro bimbo che avrà diritto di parola, finché non si saranno chiariti. Date poche semplici regole: parla chi ha in mano il gomitolo, non si danno calci e pugni e non si dicono parolacce. Il segreto è quello di farli parlare tra di loro e non a voi. Quando avranno finito potete dire: “Cosa potete fare?” oppure “Potete trovare un accordo?”. Non è detto che ci sia un accordo, sappiamo di certo che dopo aver applicato il metodo i bambini torneranno semplicemente a giocare e il litigio si sarà così stemperato. Ideale sarebbe poi creare in un angolo della casa un vero e proprio

conflict corner con due seggioline o un tappetone dove i bambini potranno andare a litigare bene anche da soli dopo aver imparato il metodo. A COSA SERVE IL GIOCO

I bambini hanno la possibilità di gestirsi da soli il litigio, l’intervento dell’adulto è quello di facilitatore del loro dialogo, ciò permette ai bambini di scambiarsi le versioni reciproche e di sviluppare la capacità autoregolativa. Imparano che litigare non è sbagliato e chi litiga non è cattivo, liberandosi così da un inutile senso di colpa. Imparano anche ad ascoltare l’altro e a mettersi nei suoi panni oltre a sviluppare la capacità creativo-divergente quando rinunciano a qualcosa perché l’altro è più forte, ma subito vanno alla ricerca di qualcos’altro sicuramente più interessante.

HO UN PROBLEMA, COSA FACCIO?

Mio figlio di 4 anni e mezzo continua a farmi delle domande. A casa mi tartassa con mille perché: “Perché il dinosauro è verde? Perché la nonna è andata a casa? Perché l’acqua fa le bolle?”. Anche quando siamo per strada è un continuo: “Perchè ci sono le strisce? Perché il cielo è blu? Perché non c’è il sole?”. L’altro giorno a uno dei tanti perché ho risposto: “Perché è così!”. Mi ha guardato tutto serio e mi ha detto: “Ma questa non è una risposta”. Avete un suggerimento da darmi? Carlo

Caro Carlo, tuo figlio è in una fase in cui compare in tutta la sua forza la domanda. È passato dalla parola al racconto e ora può dare libero sfogo ai suoi perché. Spesso dovrete rispondere alla stessa domanda: non stancatevi, ripetere è un bisogno del bambino, gli serve per fissare un determinato apprendimento. Cercate di dare delle risposte semplici che il piccolo sia in grado di capire, se vi fa una domanda complicata e non sapete cosa rispondere non inventate risposte strane e non liquidate la questione dicendogli “adesso basta”. Meglio dirgli semplicemente che non lo sapete, per lui sarà comunque importante capire che lo state ascoltando e che ci siete. Spesso le domande sono anche una richiesta di attenzione, è normale per il bimbo cercare sicurezza in un momento di forte affermazione della sua indipendenza. Il bambino continua a sperimentare e i perché fanno parte della sua curiosità inesauribile che lo porta a scoprire il mondo. Bisogna armarsi di pazienza ed essere subito pronti a dare una risposta.

CHE DISASTRELLO!

Il bambino ha rovesciato la minestra o ha rotto un bicchiere. Ricordiamoci che non lo fa volontariamente, vuole sperimentare e a volte capita un incidente. Osservatelo attentamente, vedrete che vi guarda preoccupato, sa di aver fatto qualcosa che non va e aspetta la vostra reazione, gli batte il cuoricino e non fiata neppure. Non mortificatelo sgridandolo o dicendogli che non lo deve fare, si bloccherà. Vostro figlio è piccolo e ogni errore che fa è un passo verso la conquista di un apprendimento nuovo e l’autonomia. Ditegli semplicemente “è successo un disastrello”, “non preoccuparti, adesso sistemiamo”, “aiutami anche tu”, “la prossima volta ce la farai senza rompere niente”. Vedrete che il bimbo riprenderà a respirare e sorridendovi vi dirà “è successo un disastrello” e si metterà subito al lavoro per cercare di aiutarvi a sistemare tutto. In questo modo lo stimolerete a stare più attento e a farcela e non si sentirà in colpa per una cosa che può succedere a tutti, anche ai grandi.

UN AMBIENTE A MISURA DI BIMBO

Dai 3 anni possiamo introdurre ancora qualche modifica nella nostra casa. Vostro figlio cresce e ha bisogno di continuare a esplorare nuovi apprendimenti e a fare sempre più da solo. UN POSTO DOVE NASCONDERSI

Quando vedete che si nasconde sotto il tavolo o cerca di infilarsi dietro le porte e se gli dite “ma cosa fai lì sotto? vieni subito fuori, non si sta sotto il tavolo” lui vi urla di lasciarlo stare o si mette a piangere, è arrivato il momento per costruire insieme un posto tutto suo dove potrà nascondersi. Anche lui ha infatti bisogno, come gli adulti, di uno spazio solo suo dove appartarsi ogni tanto. In commercio trovate diverse casette già pronte, che possono essere una soluzione rapida se avete poco tempo, ma se riuscite dedicate qualche ora alla costruzione di un rifugio per il vostro piccolo. Non serve molto, procuratevi una tela colorata o trasparente (va bene anche una tenda che non usate più), cercate poi nella sua stanzetta un angolo che possa andare bene per tirare una cordicella, magari utilizzando una parte di armadio (tra armadio e muro) potete fare in modo di creare una capanna dove vostro figlio potrà infilarsi quando sente il desiderio di stare da solo. Sarà lui poi a inventarsi tante cose, potrà metterci dentro un cuscino, una seggiolina, i suoi pupazzi preferiti, gli animaletti e dare libero sfogo al gioco simbolico che fa parte della sua crescita. Un’altra idea potrebbe essere costruire una casetta con uno scatolone. Procuratevi degli scatoloni e buttatevi in questa impresa con il vostro bimbo. Qualunque risultato otterrete sarà sicuramente divertente. DOVE DISEGNARE?

Spesso capita di svegliarsi al mattino e di trovare sul muro un bel cerchio

o tante righe colorate. Il piccolo creativo si è buttato nella scoperta di un nuovo posto dove disegnare! Create un posto dove potrà farlo tranquillamente senza colorare il muro di casa. Prendete della carta da pacco bianca e fissatela sulla parete della sua cameretta oppure in corridoio. Lasciategli uno spazio grande, poi dite al bambino che su questo grande foglio potrà colorare e disegnare a piacimento, ma sul muro no, in modo fermo e deciso. Il bambino non vuole farvi un dispetto e se voi gli create questo angolo non gliela darete vinta. Anche il foglio sul muro avrà una breve durata, ogni cambiamento e modifica che si opera in casa è infatti in funzione della sua crescita e della sua voglia di scoprire, che non va mai soffocata ma indirizzata. MI VESTO IO

Come abbiamo già visto ora il bambino vuole fare da solo. Lasciatelo fare anche quando manifesta il desiderio di vestirsi e di lavarsi. Se lo lavate e lo vestite voi sicuramente accorcerete i tempi ma rischiate di rallentare il suo cammino verso la conquista di autonomia. Anche qui dovete prendere alcuni accorgimenti. In bagno vuole lavarsi da solo? Lasciategli uno sgabello vicino al bidet con appoggiato un sapone, il suo dentifricio, lo spazzolino e una salvietta. Il mattino e la sera potrà così andare da solo in bagno ed essere indipendente. Anche per quanto riguarda il vestirsi da solo dategli la possibilità di farlo. All’inizio per facilitarlo lasciategli a disposizione indumenti adatti alle sue capacità: pantaloncini con l’elastico, magliette senza bottoni e scarpine con il velcro. Fateglieli trovare su una seggiolina o una panchetta nella sua cameretta. Quando avrà imparato potrete introdurre anche la scelta dell’abito per il giorno dopo: prima di andare a letto il bambino può scegliere i vestiti (magari fra due capi, per non creargli troppa confusione), potrà sistemarli sulla seggiolina e la mattina dopo vestirsi. È importante che il bambino abbia il tempo di interiorizzare ogni nuovo cambiamento introdotto: in questo modo si creerà un rituale e per il piccolo sarà più facile metterlo in atto. 1

Potrete trovare ulteriori informazioni in D. Novara, Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescerli più sicuri e felici, BUR, Milano 2015.

BIBLIOGRAFIA

Grazia Honegger Fresco, Abbiamo un bambino. Il bambino dalla nascita ai tre anni. La guida pratica e completa per i nuovi genitori, Edizioni Red, Milano 2004. Daniele Novara, Litigare fa bene. Insegnare ai propri figli a gestire i conflitti per crescerli più sicuri e felici, BUR, Milano 2015. Alberto Oliverio e Anna Oliverio Ferraris, Le età della mente, BUR, Milano 2005. Silvia Vegetti Finzi, A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall’attesa ai 5 anni, Mondadori, Milano 1994.

INDICE DELLE ATTIVITÀ

FINO A 1 ANNO La giostrina sospesa Con le mani e con la voce Il tappetone dove toccare Assaggiare gli oggetti I cuscini tattili Il fantoccio di pezza Tutto cade! Tutto suona! Il cucù I barattoli magici DA 1 A 3 ANNI La scatola delle meraviglie Le bottiglie da suonare Trascino e spingo Apro e chiudo! Evviva travasare! Infilo tante cose Allaccio e slaccio Travaso! (nella vasca) Insapono! (in bagno) Pesco! (in cucina) I giochi con la sabbia DAI 3 AI 6 ANNI Il sacco dei misteri La scatola dei travestimenti La cassettina degli strumenti musicali Quanti colori! Una piccola biblioteca Impasto con le mani Faccio da mangiare! Gioco alle faccende I giochi di precisione Gioco con le lettere e i numeri Gioco con gli altri Un compleanno speciale Imparo a litigare bene

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Frontespizio Il Libro L'autrice Introduzione DOVE SONO? Attività fino a 1 anno Dove sono 1 La giostrina sospesa 2 Con le mani e con la voce 3 Il tappetone dove toccare 4 Assaggiare gli oggetti 5 I cuscini tattili 6 Il fantoccio di pezza 7 Tutto cade! 8 Tutto suona! 9 Il cucù 10 I barattoli magici Ho un problema, cosa faccio? Una cameretta tutta per lui CHE BELLO ESPLORARE! Attività da 1 a 3 anni CHE BELLO ESPLORARE! 1 La scatola delle meraviglie 2 Le bottiglie da suonare 3 Trascino e spingo 4 Apro e chiudo! 5 Evviva travasare! 6 Infilo tante cose 7 Allaccio e slaccio 8 I giochi con l’acqua

5 1 2 8 12 13 13 14 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 36 37 38 38 39 41 43 45 47 49 51 53

9 I giochi con la sabbia Ho un problema, cosa faccio? Un ambiente a misura di bimbo QUESTO MONDO MI APPARTIENE! Attività dai 3 ai 6 anni 1 Il sacco dei misteri 2 La scatola dei travestimenti 3 La cassettina degli strumenti musicali 4 Quanti colori! 5 Una piccola biblioteca 6 Impasto con le mani 7 Faccio da mangiare! 8 Gioco alle faccende 9 I giochi di precisione 10 Gioco con le lettere e i numeri 11 Gioco con gli altri 12 Un compleanno speciale 13 Imparo a litigare bene

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Ho un problema, cosa faccio? Che disastrello! Un ambiente a misura di bimbo Bibliografia Indice delle attività

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Nella vasca (travaso!) In bagno (insapono!) In cucina ((pesco!)

Litigare bene di Daniele Novara

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