Il perfetto omerico: diatesi azionalità e ruoli tematici 9788846469564, 8846469569

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Il perfetto omerico: diatesi azionalità e ruoli tematici
 9788846469564, 8846469569

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Domenica Romagno

IL PERFETIO OMERICO Diatesi azionalitàe ruoli tematici

FRANCOANGELI

Comitato di direzione: Anna Giacalone Ramat, Giuliano Bernini, Marina Chini, Sonia Cristofaro, Pierluigi Cuzzolin, Silvia Luraghi, Gianguido Manzelli, Maria Pavesi, Michele Prandi, Paolo Ramat, Massimo Vedovelli

Segreteria: Elisa Roma

Dipartimento di Linguistica teorica e applicata. Corso Carlo Alberto 5, 1-27100 Pavia (tel. 0382/984484) Per maggiori informazioni i lettori possono consultare il sito: http://dobc.unipv.it/linguistica/

Questo volume viene pubblicato con un contributo del Dipartimento di Linguistica all'Università di Pisa.

Copyright © 2005 by FrancoAngeli s.r.l., Milano, ltaly Ristampa

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È vietata la riproduzione, anche parziale, effettuata a qualsiasi titolo, eccetto quella ad uso personale. Quest'ultima è consentita nel limite massimo del 15% delle pagine dell'opera, anche se effettuata in più volte, e alla condizione che vengano pagati i compensi stabiliti dal!' art. 2 della legge vigente. Ogni fotocopia che eviti l'acquisto di un libro è illecita ed è severamente punita. Chiunque fotocopia un libro, chi mette a disposizione i mezzi per farlo, chi comunque favorisce questa pratica commette un reato e opera ai danni della cultura. Stampa: Tipomonza, via Merano 18, Milano.

Indice

Introduzione

pag.

9

1. Alcuni fondamenti teorici 1.1. Classi verbali e struttura logica 1.2. Ruoli sintattici e ruoli tematici 1.3. L'intransitività scissa 1.4. I verbi di movimento traslazionale 1.5. La transitività come categoria scalare 1.6. Ancora sulla nozione di telicità

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13 13 16 17 20 21 22

2. Il medio indoeuropeo 2.1. La semantica del medio: medialità e statività 2.2. Ancora su medialità e statività: per un'ipotesi alternativa 2.3. L'intransitività scissa: diatesi media e verbi inaccusativi 2.4. Per una definizione semantica dell'inaccusatività: l'inaccusatività come categoria scalare 2.5. Ancora su medialità e inaccusatività: alcune conferme tipologiche

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27 27 30 38

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3. Medio e perfetto 3.1. Il tipo y[ yvoµat : yÉyova: semantica antica e paradigma recente 3.2. La funzione del perfetto: tesi tradizionale e ipotesi alternativa 3.2.1. Perfetto e stato. Il ruolo tematico del soggetto 3.2.2. Perfetto e stato. Il perfetto dei verbi atelici: una (apparente) contraddizione 3.2.3. Il perfetto "intensivo" 3.2.4. Il perfetto come significante dello stato risultante? 3.3. Il perfetto in Omero: una premessa 5

45

3.3.1. Activa tantum e perfetto 3.3.2. Perfetto e doppia diatesi 3.4. Alcune conclusioni 3.5. Una (apparente) contraddizione 3.6. Oltre la contraddizione

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50 51 52 54 54

4. Il perfetto in Omero: una rassegna 4.1. Il perfetto significa lo stato dell'autore dell'evento 4.2. Il perfetto significa lo stato dell'oggetto dell'azione 4.3. Il perfetto dei verbi di movimento 4.4. Il perfetto come tempo 4.5. Il perfetto risultativo 4.6. Alcuni casi speciali

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61 62 81 89 94 97 100

S. Media tantum e perfetto: una correlazione secondaria

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107

6. Il perfetto in Omero: conclusioni 6.1. La tesi tradizionale: difficoltà e incongruenze 6.2. Le categorie del perfetto: un tentativo di unificazione 6.3. Ruoli tematici e ruoli sintattici 6.4. Transitività e azionalità: un continuum 6.5. Perfetto e medio oppositivo: ancora sul gradiente di transitività

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111 I 11 114 116 118

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7. Alcune osservazioni sporadiche 7 .1. Il perfetto nel sistema dei tempi 7.2. Il perfetto come significante dello stato metacronico: alcune conferme 7.3. Ingiuntivo e perfetto 7.4. Conclusioni

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121 121

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123 125 126

8. Un parallelismo: medio e perfetto in vedico 8.1. Il perfetto vedico 8.1.1. Diatesi media e perfetto 8.1.2. Residui della funzione antica 8.1.3. Conclusioni 8.2. Alcune osservazioni finali 8.3. Media tantum vedici e perfetto

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127 127 128 128 133 134 137

Appendici Appendice I: media tantum omerici Appendice II: media tantum vedici

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139 139 144

Riferimenti bibliografici

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147

Indice delle parole

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155

6

pag.

Al mio maestro Romano lAzzeroni e alla cara memoriadi Maria 7.affiraLepre

Il linguista storico non conosce discipline, ma problemi, e assalta i problemi da ogni pane e con tutti i mezzi possibili.

G. Pasquali, Terze pagine stravaganti

Introduzione*

In Omero - verosimilmente per eredità indoeuropea - i media tantum non hanno perfetto: vedremo che, contrariamente all'opinione vulgata, opposizioni come 8ÉpKoµat : &8opKa, y{yvoµat : yiyova sono chiaramente secondarie: epifenomeni di una correlazione semantica, non testimoni di un rapporto paradigmatico primitivo. I media tantum - che rappresentano il nucleo più antico, selezionato lessicalmente, della diatesi media - contengono un predicato di stato, avente come argomento il soggetto, o incorporato nel lessema verbale come primitivo semantico (verbi stativi: r,µat, K€tµat, etc.) o presente nella struttura logica, nel senso di Dowty (1979) (lpxoµat, vioµat, etc.). In questo saggio si cerca di mostrare che, se media tantum e perfetto sono in distribuzione complementare (se, cioè, il perfetto non si forma coi verbi che già rappresentano uno stato del soggetto), la funzione del perfetto doveva essere quella di rappresentare lo stato del soggetto coi verbi che non incorporano tale nozione nel lessema verbale: in sostanza, quella di convertire un processo in uno stato. Il perfetto greco viene tradizionalmente suddiviso in due tipi; e cioè (semplificando una classificazione in realtà più confusa): 1) il cosiddetto perfetto con valore di presente (rim0a "gioisco", 8i8opKa "ho un determinato sguar"sono piantato", l0a}.µotat &òopKws-,

"irto di setole, spirando fuoco dagli occhi" (Privitera). Il perfetto qualifica il soggetto come quello che "ha un certo sguardo": uno "sguardo di fuoco", nell'esempio citato. Anche qui, come in X 95, il perfetto è metacronico. E, infatti, in X 95 8i8opK€V compare in una similitudine, che descrive, indirettamente, Ettore; Ò€ÒopKwsin T 446 è parte della descrizione del cinghiale. - €tw0a "ho l'abitudine"

originario perfectum tantum 3 : ind. 2 x, part. 4 x. L'indicativo lw0€v (2 x) rappresenta uno «sviluppo recente» (Chantraine, 1942: 73). €tw0a qualifica il soggetto, significandone uno stato metacronico. p 394-395 'Avr{voos- 8' €tw0€ KGKWS-Ép€0t(ɵ€v alà µv00LULV xaÀ€TTOLULV

"Antinoo è solito sempre irritare con dure parole, malignamente" (Privitera). Il perfetto designa una proprietà di Antinoo: e, infatti, è accompagnato da al€{ "sempre" (p 394). Analogamente, in E 766, €tw0€ designa un tratto caratteristico di Atena: fj € µa.ÀLUT' €tW0€ KGKDS"ÒÒVVTJUl TT€ÀG.(€LV "che sempre lo getta in preda a pene atroci" (Calzecchi Onesti). lotKa "sembrare", "somigliare a"

originario perfectum tantum 4 : ind. 66 x, part. 77 x. T/ 2os-21o

. . . oli ràp trw

r€ à0ava.TOLULV€0LKa, TOL Ollpavòv €llpÙv lxovatv Oli &µas- OllÒ€ (/Jvrjv, àMà 0vryrotal (3pOTOLUL ·

3. Sul presente l0w vedi Chantraine (DELG) e bibliografia ivi citata. 4. Sul presente itaKw, secondario, cfr. Chantraine (1927: 24 ss.).

67

". . . perché certo io non somiglio agli immortali che hanno il vasto cielo per aspetto o figura, ma alle creature mortali" (Privitera). Il perfetto qualifica il soggetto, significando un suo stato metacronico. Il medesimo valore ha in a 208, ( 187, 0 164 166, etc.; e anche nella formula oaaa lotK€ (a 278 292, f3 197 223, etc.) "quante [cose] conviene" (= "quante cose sembrano (opportune, convenienti)": il "sembrare (opportuno, conveniente)" è una qualità del soggetto). lotK€ è usato anche in costrutti impersonali, col significato di "sembrar bene/opportuno/conveniente":

r 335-336 . . . où& loLK€ 8170à 0€wv €V 8at TL 0a.aaaɵ€v, d..Uà VÉ€a0at " ... e non è bene sedere a lungo a un convito di dei, ma tornare" (Privi tera).

- fp8w, pi(w "faccio" activa tantum. Perfetto lopya: ind. 8 x, part. 2 x. Del valore qualificativo di lopy€ in B 272 si è già parlato al cap. 3, pp. 59 ss. In E 175, lopy€ potrebbe ammettere un'interpretazione temporale; ma anche una qualificativa:

d..U' dr€ To/3ét.TaL, o 8' iyyv0éV otù ÀéÀTJKù)ç rap#' irrataaél, ÉÀ€éLV rt É 0vµÒ5' dvwyél "Come quando sui monti un falco - il più veloce fra gli uccelli - piomba di

slancio su una colomba tremante, ma essa gli sfugge, e lui da vicino la incalza con acute strida, avido di catturarla" (M.G. Ciani).

8. Àé,MyxaaL "hanno in sorte" : Àayxdvw "ottengo in sorte", ma anche "ho in sorte". Se il significato di Àayxdvw è "ottengo in sorte", il valore di stato risultante comunemente attribuito a MAorxa ("ho in sorte perché ho ottenuto") è da intendersi come epifenomeno dell'azionalità telica del verbo di base. In ogni caso, il soggetto del perfetto è uguale a quello del presente/aoristo (diversamente dal tipo rappresentato da r/>{}élpw : l..i>..otrr€v

"e di Odisseo non ti manca affatto l'ingegno" (Privitera). Il perfetto, qui, ha valore qualificativo,metacronico. oi.& µijTL5' 1rpo>..i>..ot1T€ll, però, designa una qualità di Telemaco. E, perciò, il perfetto non significa lo stato del soggetto (µijnç), ma quello dell'oggetto (a€= Telemaco): e, cioè, il suo possedere una mente simile a quella del padre.

9. L'aoristo ÀaK€ può manifestare sia un punto di vista esterno all'evento (N 616, r 277), codificando l'aspetto "perfettivo"; sia un punto di vista interno all'evento, codificando l'aspetto "imperfettivo" (E 25).

73

Se ciò è vero, rrpoÀÉÀotrrfl1dovrebbe considerarsi un altro esempio di perfetto omerico risultativo (vedi oltre 4.5). - µÉÀw "sono oggetto di cura", "(pre)occupo". Il medio è attestato solo in formazioni secondarie (impv. pr. 1 x, ind. fut. 1 x, ind. pf. 1 x, ppf. 2 x) e assume gli stessi valori dell'attivo. Perfetto µÉµT]Àa:ind. 8 x, cong. 2 x, part. 3 x. µ l l 6-l 17 UXÉTÀté, Kai 877 av Tot TTOÀ€µ7Ji'a lpya µÉµT]Àé , Kat TTOl/05° ... "ostinato, a te, dunque, stanno a cuore la guerra e la lotta di nuovo".

E 876 . . . -ti T' alÈv àfJavÀa lpya µÉµT}Àéll "sempre esecrabili azioni occupano la sua mente".

Il perfetto manifesta una relazione stativa atemporale, che si configura come un insieme simultaneamente disponibile (cfr. alÈv "sempre", in E 876). - µÉµT}Ka"belare" antico perfetto, privo di presente corrispondente: «ce qui est ancien, c'est µaKwv, cf. ÀÉÀT]Kal ÀaK€LII, KÉKpayalKpayétV', ~ le couple µEµT}KWS'I des verbes de ce sens le parfait d'état présent est plus ancien que le présent (sottolineatura mia)» (Chantraine, DELG). In Omero sono attestati il part. aor. (4 x) e il part. perf. (2 x) (oltre al ppf.: 1 x).

K 360-362 'Os- 8' OT€ Kapxap68ollT€ 8vw KV/1€,él86T€ 0fJPTJS-, 77K€µd8 • ,}È Àayw611€TT€L Y€To11iµµE11Ès-alé xwpov àv' VÀ.1]€110; o 8€ Té rrpo0ir,at µEµT}KWS-, "Come quando due cani dai denti aguzzi, esperti di caccia, inseguono senza fermarsi, in un bosco, una cerva o una lepre, e quella corre avanti squittendo".

Il perfetto qualifica il soggetto come quello che squittisce. Ll 433 ss

. . . ws- T' o"i€5"..• [ ...] à(T]XÈS-µEµaKvtat àKovovaat arra àp11w11 "come pecore[ ... ] che belano senza tregua, udendo la voce degli agnelli".

Il perfetto qualifica il soggetto come quello che bela. Questo perfetto viene comunemente classificato come "intensivo". Ma il (K 360) e suo valore sarà, piuttosto, qualificativo, metacronico: µEµT}KWSµEµaKvtat (Ll 435) sono parte di una similitudine.

74

"pensare fortemente a", "avere l'intenzione di, desiderare", "essere pieno d'ardore, di coraggio" antico perfetto privo di presente corrispondente 10: ind. 29 x, impv. 2 x, part. 100 X.

- µiµova

E 482-483 d,Uà KGL wsAvKtOVS" òrpvvw KGL µÉµov' avròç dv8pt µaxr,aaafut

"eppure, sprono i Lici, ardo io stesso di sfidare guerrieri" (Calzecchi Onesti). µÉµova ha valore qualificativo, significando uno stato metacronico del soggetto, sullo stesso piano del presente generale òrpvvw: in questo passo Sarpedone si descrive a Ettore (cfr. E 478 ss.: Kat yàp iywv irriKOVfJ05' iwv µaÀa TT]À60€v fjKw... "cosl io, che sono un alleato, vengo da molto

lontano ... "). Il perfetto manifesta il medesimo valore negli altri passi: o 521-522 Kat yàp rroMòv dptaTOS" dVT]p µÉµovÉv T€ [µaÀtaTa µryrÉp' iµryv

yaµÉELV Kat '08vaa-ij05" yÉpaç lçELv

"egli è l'uomo più nobile e che più brama sposare mia madre ed avere il posto di Odisseo" (Privitera). Qui, come in E 482, il perfetto è parte di una descrizione.

r

l 64-l 65 TTT]À€LDT]5" 8' €TÉpw0€v ivavr{ov

wpro ÀÉWV W5", aiVTT]5", ov T€ Kat dv8p€5' drroKrdµEvat µEµdaatv

"dall'altra parte il Pelide balzò avanti come un leone assassino, che gli uomini ardono d'ammazzare" (Calzecchi Onesti). Significativamente, in questo passo il perfetto è parte di una similitudine. - µÉµ VK€"risuonare", "gemere", "muggire, mugghiare"

antico perfetto, privo di presente corrispondente: ind. l x, part. 2 x. «La coppia antica» - scrive Chantraine (DELG) - «è µiµvKE, lµvKov». Sul perfetto si è poi creato un presente secondario µvKdoµm (cfr. j3pvxdoµat: p. 64), attestato, in Omero, una sola volta, al participio µvKwµEvat "muggenti" (k 413).

10. La radice esprime «i movimenti dello spirito» (cfr. Chantraine, DELG) e, pertanto, fornisce termini relativi all'intelligenza (cfr. lat. mens, memini; gr. µiµVflµat). «Mais le groupe de µiµova, µivoç s'est spécialisé avec la valeur d"'ardeur, volonté de combattre", etc.; avec une évolution de sens encore plus marquée on a µa{voµat "etre furieux"» (Chantraine, DELG). Significativamente, medio e perfetto sono complementari nella significazione dei diversi valori di una medesima radice.

75

µiµVK€ è comunemente citato fra i cosiddetti "perfetti intensivi". Ma, co-

me si è visto (cfr. 3.2.3) - ha valore qualificativo: significa, cioè, lo stato proprio di chi "mugghia", "geme", etc. In particolare, su dµ..os-,ÀéVKT}8' im8i8poµ€v aly).ry

"verso l'Olimpo, dov'è, dicono, la sede sempre serena dei numi: non da venti è squassata, mai dalla pioggia è bagnata, non cade la neve, ma l'etere sempre si stende privo di nubi, candida scorre la luce" (Berrettoni). Anche in questo passo, e anche in v 357, il perfetto è parte di una descrizione: in C 45, è sullo stesso piano dei presenti nvdCJCJ€Tat,O€V€Tat, 26 ; in v 357, entra nell'alternanza di imrr{>..vaTat e del perfetto TTÉTTTaTat perfetti e frasi nominali, su cui il brano è interamente costruito. 26. Sulla scelta stilistica che si manifesta, in questo passo, nell'alternanza di presenti e perfetti cfr. Berrettoni (l 972: 74).

91

L'aoristo l8paµov designa, invece, un processo che si colloca in un punto deI: 56, E 617, L1 524, etc.)27. terminato della sequenza temporale (cfr. P '2SJ7, - ELÀTJÀov0a (ÉÀTJÀ.v0a) "sono andato/venuto" (cfr. Chantraine, 1942: 102,

423,425) ind. 25 x, inf. 1 x, part. 3 x. «ELÀTJÀ.Ov0a contiene, all'indicativo [ ... ] l'indicazione di un passato» (Berrettoni, 1972: 87): 81

= 156 -ff&

8vw8EKGTTJ,or'

is- "I Àtov ELÀTJÀ.Ov0a

"questo è il dodicesimo giorno, da quando sono giunto a Ilio". È significativo che nel tipo formulare r{ TTTE EiÀryÀ.ov0as-:, "perché sei venuto?", il perfetto alterni con l'aoristo: A 202 TLTTT'avr: alyt6XOLO LltÒ5' T€K05', €LÀTJÀ.Ou0as-; "perché sei venuta, figlia di Zeus egioco?"28. N 250 r{ TTT' ryÀ.0€5'TTOÀEµ6vTE ÀLrrwv Kai 817i'oTTJTa; "perché sei venuto, avendo lasciato guerra e battaglia?" 29. ELÀTJÀ.ov0a ha valore di preterito anche in v 257, TT 131, T 549, E 204, [) 460, o 42, x 45, w 300, A 202, z 128, v 191, r 318, 77 199, o 131, Q

766, 8 268, W 310, T 223. Nella formula vr,m6s- El5', w f/iv; fj TTJÀ.00EvELÀTJÀ.ov0as"sei sciocco, o straniero, o vieni da lontano", che si ripete identica in L 273 e in v 237, il perfetto sembra manifestare, invece, valore qualificativo e, perciò, metacronico; sullo stesso piano dell'aggettivo vr,m os-. - rr{ TTTw"cado"

activum tantum. Perfetto part. TTETTTEwTas(1 x), TTETTTEwTa (1 x).

x

383-384 roÙS' 8È l8Ev µd).a rrdvras- iv a'iµan

Kat Kov{vm

TT€TTT€WTG5' TTOÀÀ.Ol/5' ...

"ma li vide tutti riversi nel sangue e nella polvere, tanti ... " (Privitera). 27. L'aoristo l8paµov è sempre accompagnato da un preverbio (con tmesi in Z 413, E 599 J; 30; su i/; 207 cfr. apparato critico) con funzione telicizzante e, pertanto, manifesta un predicato risultativo o trasformativo (cfr. l'it. correre a casa) e non un predicato di attività (cfr. l'it. correre nel parco). Dal punto di vista aspettuale, invece, l'aoristo può veicolare sia un punto di vista esterno all'evento (aspetto perfettivo: cfr. 1/1636) sia un punto di vista interno ad esso (aspetto imperfettivo: cfr. r 177). 28. Cfr. anche Z 254, 1/194, é 87. 29. Cfr. anche H 25 ss.

92

e/>504-503 "Oç dp' l17,A17rw & avva{vvro KaµrrvÀ.a roça TTéTTTéWT • aÀ.À.VOLS' dMa µETà aTpoévyot hanno, invece, valore temporale (cfr. a 12 e 609;

vedi cap. 4, pp. 93 ss.). L'uno si basa sull'uso atelico di ,j,évyw:la fuga dei Troiani, in 6, è rappresentata, infatti, come priva di un punto terminale: i Troiani sono "fuggitivi". Gli altri, invece, si basano sull'uso telico del verbo: in a 12 e 608i:H0, "fuggire" rappresenta l'alternativa a "morire": il raggiungimento di un telos specificato coincide con la salvezza della vita. Gli esempi potrebbero continuare: /3i/3TJKa(/3a{vw: cfr. cap. 4, pp. 89 ss.), µiµ/3ÀWKa (/3ÀwaKw:cfr. cap. 4, pp. 90 ss.), lopra (lp8w: cfr. cap. 4, pp. 68 ss.), ÀiÀotrra (Àé{rrw: cfr. cap. 4, pp. 73 ss.), etc. Dovremo concludere, pertanto, che il valore temporale del perfetto si rivela (almeno in questi casi) un prodotto dell'azionalità telica del predicato. In Omero, la relazione è pressoché categorica solo coi verbi di movimento (/3a{vw "vado", ,f>évyw"fuggo" etc.) e coi transitivi meno prototipici, del tipo di Àé{rrw "lascio", etc.; e, cioè, nei casi in cui un maggior grado di telicità non corrisponde necessariamente a un maggior "coinvolgimento" dell'oggetto. I verbi di movimento, infatti, non hanno oggetto (il soggetto, nell'uso telico del predicato, svolge, insieme, un ruolo attivo e uno inattivo: cfr. Romagno 2002); e i verbi biargomentali del tipo di Àé{rrw "lascio" non implicano un mutamento di stato dell'oggetto. Invece, nei casi in cui il grado di telicità è in funzione del grado di "coinvolgimento" (a.ffectedness) dell'oggetto (e, cioè, il punto finale dell'evento coincide col mutamento di stato dell'oggetto: ()é{pw "mando in rovina", "distruggo", TT]KW"consumo", "sciolgo", Èyé{pw "sveglio", etc.), il perfetto non assume valore temporale: la relazione fra azionalità telica del predicato e valore temporale del perfetto, pertanto, non sussiste. I verbi del tipo di ,p0élpw, TT]KW, etc. non sembrano ammettere un'interpretazione atelica: il perfetto, nell'opposizione ali' attivo causativo è, in ogni caso, il termine "incoativo"/stativo ( TT]Kw: T€TTJKa"mi consumo, sciolgo", "sono consumato/sciolto"; ,p0dpw : 8ti,t,0opa "sono distrutto, rovinato", etc.). Il valore temporale "attivo" ("ho distrutto", "ho consumato", etc.) presuppone la rianalisi del perfetto come risultativo: e, cioè, come significante di uno stato dell'oggetto. Ma questa rianalisi, in Omero, non è ancora compiuta (cfr. 4. 5.; Chantraine, 1927: 13 ss.). Si è detto che il medio oppositivo di questi verbi, come il perfetto, veicola i valori "incoativi": ,p0é{poµat "perisco", "vado in rovina", TT]Koµat"mi consumo, sciolgo", etc. Il medio sembrerebbe, allora, un allomorfo del perfetto. Ma si considerino i fatti seguenti: - il perfetto risale a una fase del sistema verbale indoeuropeo in cui il tempo non era grammaticalizzato, fase in cui la diatesi era selezionata lessicalmente (cfr. Lazzeroni, 1977 e 1990); - medio e perfetto - si è visto - erano in distribuzione complementare; 122

- coi verbi inerentemente tetici e che implicano un mutamento di stato dell'oggetto (Oé[plt) "mando in rovina", "distruggo", iyEipltJ "sveglio", oMvµt "distruggo", "abbatto", etc.), il perfetto significa questo stato, promuovendo a soggetto l'oggetto del costrutto transitivo; - con la formazione del medio oppositivo, il perfetto di questi verbi (l0opa, iypfJyop0a, oÀwÀa,etc.) è stato iscritto nel paradigma attivo: a ciò portavano, fra l'altro, le desinenze attive del plurale e del duale. Parallelamente, si è formato un perfetto medio. Il perfetto risultativo è nato in questa vicenda, come espressione del rapporto fra attivo e perfetto: il risultativo è un attivo. Il perfetto, allora, è stato convertito in un tempo. In sostanza: il perfetto è stato riclassificato sotto l'attivo come transitivo, in opposizione al medio intransitivo e come passato in opposizione al presente (cfr. ÒÀWÀ€Ka, irfJyEpKa, l0apKa,etc.). I valori "incoativi", infatti, sono stati assunti dal medio oppositivo. In schema avremo: 1• fase

11•fase (successiva alla grammaticalizzazione del tempo)

CAUSATIVO attivo (o,UvµL) CAUSATIVO presente attivo (o,UvµL) CAUSATIVO passato pf. risult. (ÒÀwÀEKa)

INCOATIVO/STATIVO perfetto (o,\w.Aa) INCOATIVO medio (o,Uvµat)

7.2. Il perfetto come significantedello stato metacronico:alcune conferme I seguenti dati sembrano confermare, indirettamente, l'idea, fin qui sostenuta, che il perfetto abbia valore qualificativo metacronico: 1) il perfetto, in Omero, ricorre frequentemente in combinazione con una o più frasi nominali: O 662-663 . . . TT/À00L8 ' VÀT} dçiµEv iç Op€05',µcUa 0€ Tpw€5' 0€0[aaLV "la legna (è) lontana da portar giù dai monti, e i Teucri han molta paura" (Berrettoni). Cfr. anche v 35 I-357, ll 65 ss., if; 327 ss., E 193 ss., € 411 ss., K 3 ss., etc. (vedi Berrettoni, 1971: 254-269 e Berrettoni, 1972: 71 ss.). Le frasi nominali «per la loro natura di espressioni prive di una forma verbale, sono [ ... ] particolarmente adatte a descrivere una condizione assoluta» (Berrettoni, 1972: 72). Un'indicazione complementare a quella del greco omerico dà il vedico, in cui la frase nominale con -tab,, che designa uno stato (cfr. Renou, 1925: 99), ricorre nei medesimi contesti in cui, tipicamente, ricorre il perfetto di 123

stato. L'aggettivo in -tab, come il perfetto di stato - scrive Renou (1925: 100) - è frequentemente opposto a un futuro (VII, 32, 23), a un aggettivo in -tvab (IX, 47, 2), in -yab (X, 90, 2), in -tavyab (A.V., IV, 23, 7), etc. 2) Gli originari perfecta tantum testimoniati dal greco omerico designano stati (&{&u "ho paura", Elw8a "ho l'abitudine", etc.) o attività ateliche, «tipiche di una specie animale o di altro: il 'belare' delle pecore, il 'mugghiare' del mare, lo 'stridere' degli uccelli e così via» (Berrettoni, 1972: 147; (xf3pvx€, T€Tptyv'"ia,etc. Vedi 3.2.3; cap. 4, passim): e, cfr. µEµT}KWS-, cioè, attività rappresentate come stati, come condizioni caratteristiche, consuetudinarie di chi le esercita (cfr. 6.2). E, perciò, i perfecta tantum significano, in ogni caso, una qualità del soggetto. Nella significazione delle espressioni del mondo ferino e del "risuonare", "rumoreggiare", etc. il greco si rivela complementare all'indiano antico. In greco - si è detto - molti perfecta tantum si riferiscono al "risuonare" (cfr. µiµVK€, etc.) o a espressioni del mondo ferino (cfr. µEµT}Kw:;-, etc.). In antico indiano, invece, nella categoria dei verbi indicanti il verso degli animali e in quella dei verbi di rumore «il perfetto è estremamente raro» (Di Giovine, 1990: 80). E, poiché in antico indiano il perfetto è incompatibile con la semantica stativa inerente al lessema verbale (cfr. Di Giovine, 1990 e 1996), è ragionevole supporre che questi verbi avessero «una valenza primariamente stativa: il 'muggire', l"abbaiare', etc. dovevano essere visti, in origine, come qualità intrinseche delle diverse specie animali, piuttosto che come singole realizzazioni di un'azione vocale» (Di Giovine, 1990: 81 e n. 171). 3) I verbi denominali non avevano, in origine, il perfetto (cfr., fra gli altri, Chantraine, 1927: 14, 63). Non lo hanno in vedico (cfr. MacDonell, 1910: 402 ss.) 1, e neppure, nella stragrande maggioranza dei casi, in Omero (o hanno solo il perfetto medio), anche se activa tantum 2 • I verbi denominali, si è detto, hanno, per lo più, valore mediale: il soggetto è un argomento interno diretto (cfr., per il vedico, MacDonell, 1910: 399: «the generai meaning of the denominative is that the subject expressed by the inflection stands in some relation to the noun which the stem is formed» ). Accanto a una base nominale, insomma, c'era o un perfetto (cfr. ptyo:;- lpptya, yijOos-- rim0a3, etc.) o un presente in *-yo (0dpao:;-- 0apaiw "sono coraggioso", 06V05' - 0oviw "nutro avversione", "invidio", etc.)4 • Il perfetto, dunque, era originariamente incompatibile tanto coi media tanl. In sanscrito classico assumono un perfetto perifrastico. 2. Nei casi in cui compare la doppia diatesi, l'opposizione attivo : medio è, ovviamente, neutralizzata sul piano funzionale: cfr. KOTÉw, xa[pw, etc. 3. I presenti rr,0€we ptriw sono secondari (cfr. Chantraine, DELG; Frisk, GEW). 4. Se si escludono, ovviamente, i media tantum.

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tum quanto coi verbi denominali. Giova ripetere che questi condividono diverse proprietà col prototipo del medio: si conoscono lingue in cui i verbi denominali sono derivati mediante gli stessi morfemi grammaticali che codificano il medio (cfr. Kemmer, 1993). Non sarà un caso che, nelle lingue indoeuropee, siano, in gran parte, attivi formati col suffisso *-yo-. Questo suffisso, in alcune lingue - per esempio, in sanscrito e in iranico ha funzione medializzante e, addirittura, forma il passivo (cfr. Whitney, 1980: 267; Kellens, 1984: 120 ss.). Anche in latino, un verbo denominale è, frequentemente, deponente: arbitror, cauponor, furor, medicor, philosophor, praedor, etc. (cfr. Flobert, 1975). La significazione di uno stato del soggetto accomuna le categorie del medio, del perfetto e dei denominali (almeno della maggior parte di essi), e le rende reciprocamente complementari. Il medio manifesta lo stato come primitivo semantico: sia come componente unica della struttura logica di un predicato (cfr. gr. K€tµat, sscr. saye, sete "giacere"; gr. ryµat, sscr. ciste "stare seduto", etc.), sia come componente complementare a un'altra dinamica (14oµat "ritornare", lpxoµat "andare", etc. Cfr. cap. 2). Una rappresentazione dello stato diversa da quella significata dal medio, e, cioè, la rappresentazione dello stato come una qualificazione del soggetto era devoluta o al perfetto (cfr. 8€[8w "ho paura", 8i8opKa "ho un determinato sguardo", etc.) o a una formazione denominale (0apaiw "sono coraggioso", 0oviw "sono invidioso", etc.) 5 ; era, cioè, frutto di conversione.

7 .3. Ingiuntivo e perfetto

Il sistema verbale indoeuropeo doveva esser fondato sull'opposizione fra ingiuntivo e perfetto o, meglio, fra ingiuntivo attivo o medio (a seconda del tipo di concettualizzazione dell'evento) e perfetto (cfr. Lazzeroni, 1984). Se è vero ciò che sosteniamo sul valore originario del perfetto, la relazione fra ingiuntivo e perfetto appare simmetrica. In vedico l'ingiuntivo era metracronico e descrittivo (cfr. Hoffmann, 1967): alla "narrazione informativa" (berichtende Erziihlung) dell'indicativo si oppone la "descrizione memorativa" (erwiihnende Beschreibung) dell'ingiuntivo. In greco, la stessa opposizione sussiste fra indicativo e perfetto. L'indicativo colloca un evento in un punto determinato della sequenza temporale (e, anche, lo collega ad altri eventi in un rapporto di causalità). Il perfetto significa, invece, uno stato metacronico (cfr. cap. 4, passim). Con l'aoristo, l'opposizione è più netta e frequente. Inoltre, l'aoristo codifica l'aspetto verbale. Il perfetto, invece, l' azionalità. E, 5. Se si esclude, ovviamente, il caso delle frasi nominali.

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infatti: l'aoristo, a differenza del perfetto, non conosce restrizioni dipendenti dalla semantica verbale.

7.4. Conclusioni

Cosa resta, dunque, della tesi di Wackernagel (1904, 1926)? Wackernagel ha mostrato che la significazione dello stato conseguente al compimento di un processo, tradizionalmente attribuita al perfetto, non appartiene a molti perfetti greci, che avrebbero, invece, significato di presente (cfr. 3.2.3, cap. 6). Ma, contrariamente a ciò che parve a Wackernagel, le categorie funzionali in cui si articola il perfetto si riconducono all'unità. Tratto comune è la rappresentazione dello stato del soggetto relativo a un dato evento. Le diversità sono apparenti o epifenomeniche, e dipendono dalla semantica verbale, quale risulta dalla struttura logica sottostante ai predicati. E, precisamente: - se un verbo incorpora nella struttura logica un predicato di stato, il cui argomento è il soggetto - se, cioè, la rappresentazione dello stato del soggetto è inerente al lessema verbale - il perfetto non si forma, poiché lo stato è codificato dal medio. È il caso dei verbi inaccusativi, corrispondenti, in greco, ai media tantum. - Se un verbo incorpora nella struttura logica un predicato di stato, il cui argomento è l'oggetto, il perfetto promuove l'oggetto a soggetto e rappresenta l'evento come uno stato del soggetto. È il caso dei verbi telici biar"mando in rovina", "digomentali, ad alta transitività, del tipo di 0élpw struggo", iy€{pw "sveglio", o,UvµL "distruggo", "abbatto", etc. - Se un verbo non incorpora nella struttura logica un predicato di stato, lo stato del soggetto è rappresentato come una qualità metacronica, descritta dall'evento significato dal verbo. È il caso dei verbi inergativi e dei verbi biargomentali atelici, a bassa transitività: €vyw "fuggo", Kdµvw "duro fatica", K€v0w"tengo nascosto, contengo", 8ipKoµaL "guardo, vedo", etc. Wackernagel, inoltre, non considerava il rapporto del perfetto con l'ingiuntivo, poiché non riconosceva nell'ingiuntivo un relitto del sistema verbale dell'indoeuropeo arcaico. Nel quadro che si è appena tracciato, l'opposizione fra perfetto e ingiuntivo sembra codificare l'opposizione fra processo e stato e - di conseguenza fra soggetto attivo e soggetto inattivo. La codifica formale di questa opposizione, che segnala il predominio dei ruoli tematici e dell' azionalità verbale, può forse considerarsi indizio di una sintassi di tipo "attivo", recentemente attribuita all'indoeuropeo arcaico. Se così fosse, l'ipotesi tipologica riceverebbe, dal greco di Omero, un'ulteriore conferma. 126

8. Un parallelismo: medio e perfetto in vedico

Le conclusioni cui siamo giunti attraverso l'esame dei perfetti omerici riguardano, ovviamente, solo il greco. Non siamo in grado di dire se la funzione del perfetto greco sia quella indoeuropea. La ricostruzione indoeuropea richiede, ancora, approfondite indagini monoglottiche. Il perfetto vedico non è oggetto di questo studio. Si noterà, tuttavia, che il vedico, nei pochi perfetti attivi non temporalizzati, sembra manifestare valori analoghi a quelli del greco omerico. Ciò parrebbe legittimare la conclusione che i valori del greco e del vedico siano valori indoeuropei; o, almeno, di quella parte dell'indoeuropeo comune da cui le due lingue hanno origine.

8.1. Il perfetto vedico

In questa sede sottolineeremo, soltanto, alcune consonanze significative fra il perfetto omerico e il perfetto vedico, anche in relazione al rapporto del perfetto col medio. È opportuno avvertire che la conservazione del valore antico del perfetto, in vedico, è «precaria e accidentale» (Renou, 1925: 22). «L'uso normale del perfetto attivo 1 [ ••• ] è quello di un preterito puro e semplice, che serve [ ... ] a designare gli avvenimenti del racconto» (Renou, 1925: 40). L'osservazione di Renou esce confermata dal recente lavoro di Kilmmel (2000).

Il vedico, pertanto, rispetto al greco omerico, fomisce un minor numero di passi utili per la comparazione.

I. Il perfetto medio, come è noto, è secondario (cfr. Renou, 1925; Di Giovine, I 996).

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8.1.1. Diatesi media e perfetto I media tantum vedici (cfr. Appendice 11), tranne pochissime eccezioni, non hanno il perfetto o lo hanno soltanto medio. Il perfetto medio è recente. «La sola forma primitiva» - scrive Renou (1925: 159) - «doveva essere il perfetto detto "attivo"». E, infatti, le desinenze medie del perfetto, diversamente da quelle attive, in gran parte originali, sono «la riproduzione pura e semplice delle desinenze primarie del presente» (Renou, 1925: 160). Dal momento che l'originario perfetto attivo si converte in un preterito, assumendo valori transitivi/causativi, il valore antico di stato viene assunto dalle forme medie. E, perciò, in vedico - diversamente che in greco omerico e in avestico (cfr. Renou, 1925: 159) - il perfetto medio è una categoria molto estesa. «L'antica tendenza delle desinenze medie ad associarsi più volentieri agli usi intransitivi del verbo favoriva, senza dubbio, la loro utilizzazione in una forma verbale che, per sua natura, era destinata a designare lo stato» (Renou, 1925: 148 ss.). Ciò premesso, si comprende perché il perfetto medio sia frequente coi media tantum: si tratta, chiaramente, di coerenza paradigmatica e anche semantica, poiché anche i media tantum implicano la rappresentazione di uno stato. Da uno spoglio del repertorio di Mac Donnell ( 1916) appare che il perfetto medio è, invece, raro con gli activa tantum. La restrizione, ovviamente, dovrà spiegarsi nello stesso modo. E, perciò, anche nella preistoria del vedico, come in quella del greco (cfr. cap. 3), medio e perfetto saranno stati complementari. Ciò sembra rafforzare l'ipotesi che l'originaria distribuzione del perfetto indoeuropeo fosse regolata dal ruolo tematico assegnato al soggetto dal verbo: i verbi con soggetto inattivo (tipicamente, i media tantum) non avevano il perfetto.

8.1.2. Residui della funzione antica Renou ( 1925) cita alcuni perfetti attivi che si sono sottratti all'inserimento nel sistema dei tempi. Questi rientrano, largamente, nelle categorie che abbiamo riconosciuto in greco. Nell'elenco che segue, si enumera per primo il perfetto. Sotto attivo e medio si citano le forme del paradigma non appartenenti al perfetto. A) Come i perfetti greci del tipo di TÉTf}Ka "mi consumo/sciolgo", "sono consumato/sciolto", 8tii.8oµat"desidero", "aspiro a" l( oµat "siedo, mi siedo", "sono seduto", "rimango inattivo" 11 él8oµat "sembro", "appaio", "assomiglio" 12 élpoµat "domando", "interrogo" l>i.rroµat"spero" iµ rrd(oµat "mi interesso/sono interessato a" irriuraµat "so"l3 lrroµat "seguo" lpaµat "amo", "desidero" ipyd(oµat "lavoro" D Èpévyoµat "mi getto su", "mi rovescio" 14 lpxoµat "vado" évxoµat "affermo", "pretendo", "mi vanto", "prometto", "prego (ad alta voce)", "domando tramite preghiere" lx0oµat "sono/mi rendo odioso" D b/ftdoµat "mi diverto", ryyioµm "guido", "sono guida", "precedo" TJrépi0oµat"radunarsi" D fj8oµat15 "ho piacere a" {,µm "sono/sto seduto" 0/poµat "divento caldo", "brucio (intr.)" 0T]dl)oµm "contemplo" D ldoµat "tratto medicamente", "guarisco" 16 lKvloµat "vengo", "arrivo", "giungo" UduKoµatl Udoµatl Uaµat "cerco di rendermi favorevole", "mi concilio", "sono benevolo/favorevole/propizio" Kaivvµat "sono eccellente", "supero" Kétµat "giaccio" KlÀ.oµat"invito a", "incoraggio", "ordino", "esorto" Ki8vaµm "mi disperdo", "mi diffondo" 10. L'etimologia è incerta. 11. «l(oµat sarà un presente tematico a suffisso * -ye-1-yo-[... ] significante "essere seduto" piuttosto che "sedersi"» (Chantraine, DELG). 12. Probabilmente derivato da d8os' (cfr. Chantraine, DELG). 13. «avec une orientation pratique» (Chantraine, DELG). 14. Sempre in riferimento al mare. 15. Attestato solo all'aoristo fjaaTo (l x). 16. L'etimologia è oscura.

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Klvvµat "mi metto in movimento", "mi muovo" KTaoµaL "mi procuro","acquisto" Àa(oµat "prendo"t7 Àta( oµat "mi abbatto" (detto del guerriero che cade), "mi abbasso" (per non essere colpito) ÀLÀaloµat "desidero vivamente" ).{aaoµat "supplico", "prego" µa{voµat "sono preda di ardore furioso/di delirio" µavrévoµat "profetizzo" D µapvaµat "combatto" µaxoµat "combatto" µ€ya).{(oµat "sono esaltato" D µi8oµat "penso a", "medito" µélpoµat "ricevo una parte" µiµrpoµat "biasimo" µfJ8oµat "medito", "preparo", "ho in mente" µT]Tloµat "medito" D µvaoµat "ho in mente" µvOioµat "parlo", "racconto" D µvpoµat "piango a grandi lacrime", "verso fiumi di lacrime" vavr{).).oµat "navigo" D v€µ€al(oµat "mi indigno legittimamente" D vioµat "ritorno" v{aaoµat "ritorno" voacp{(oµat "mi allontano da" D ò8vpoµat "mi lamento", "lancio grida di dolore" olvl(oµat "mi procuro del vino" D olxoµat "me ne vado", "vado via" ò).ocpvpoµat "gemo", "mi lamento", "piango su", "ho pietà di" ovoµat "biasimo" òrrl( oµat "rispetto", "temo" D opoµat "sorveglio"ts òpxioµat "danzo"t9 oaaoµat "vedo", "prevedo"20 rrarioµat "spartisco", "mangio e bevo" rrivoµat "sono impegnato in", "mi occupo di", "lavoro a" 17. L'etimologia è incerta. 18. Su questo verbo cfr. cap. 5, p. 109, n. 6. 19. L'etimologia è incerta. 20. oaaoµat, come, probabilmente, Ad(oµat sono derivati in * -yo- dalle rispettive radici. In vedico, le desinenze medie coi derivati in -ya- sono ipercaratterizzanti (cfr. Barton, 1989).

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TTÉToµat "volo"2I rr0,1/(lµat "mi avvicino" mcrr6oµat "do delle garanzie", "garantisco" O rroz4oµat "mi occupo di" O rroTdf!oµat "volo", "svolazzo" D TTVvfMvoµatl TT€v0oµat22"mi informo", "interrogo", "apprendo" 23 TTWÀ.Éoµat "vado e vengo", "versar,.,,D pvoµat (lpvoµat, pva0at, lpva0at) "proteggo", "conservo", "salvo", "sorve-

glio", "conosco"24 jx(Joµat "mi slancio con vigore/vivacità" a,jrroµat "imputridisco", "marcisco" a{ voµat "faccio del male", "nuoccio a", "devasto"25 aKÉTTToµat "volgo la mia attenzione a", "esamino", "considero" aKv(oµat "sono irato (con)", "provo rabbia/rancore"