Il libro nel mondo antico 9788822058140, 8822058143

Una storia del libro nel mondo antico che prende le mosse dal sistema alfabetico greco e latino e passa in rassegna i pr

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Il libro nel mondo antico
 9788822058140, 8822058143

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Horst Blanck

Il libro nel mondo antico edizione rivista e aggiornata a cura di Rosa Otranto prefazione di Luciano Canfora

Edizioni Dedalo

© 1992 Verlag C.H. Beck oHG, Milnchen

Titolo originale: H. Blanck, Das Buch in der Antike, Milnchen, Beck, 1992 ( «Beck 's Archaologische Bibliothek») Traduzione di Rosa Otranto

La collana «Paradosis» è pubblicala con un contributo dell'Università degli Studi di Bari.

© 2008 Edizioni Dedalo srl Viale Luigi Jacobini 5, 70123 Bari www.edizionidedalo.it

NEL REGNO DEI LIBRI

1. «L'imperatore sente quotidianamente il bisogno di poter disporre di una biblioteca da viaggio» (Promemoria di Napoleone, 12 giugno 1809).E se la disegna lui stesso: fonnato, numero di pagine di ciascun volume, contenitore: «trenta casse, ogni cassa tre file, ogni fila 33 volumi». E dentro ci saranno: «storia universale, storia antica, storia del basso impero, storia generale e monografica, storia moderna degli Stati d'Europa» . E aggiunge: «anche Strabone, la Bibbia e qualche storia della Chiesa». Il bibliotecario personale dell'imperatore, Antoine-Alexandre Barbier, provvide. Conoscere il più possibile le letture di un autore - come ormai si può grazie ad importantissimi libri e repertorii (Lo scrittoiodel Petrarca; LAbibliotecadi un umanista,per Leon Battista Alberti; e poi Tartarotti, Leopardi, Foscolo etc.) - significa capirli più in profondità. Quando si tratti poi di un personaggio politico, la sua biblioteca aiuta, almeno in parte, a comprendere la sua/orma mentis. Ad esempio questa smisurata «eliofilia» del Bonaparte non ci sorprende affatto. Sin dagli anni della prima giovinezza nella Corsica di Pasquale Paoli, egli si nutriva di Plutarco, che del resto risultò essere anche una delle (poche) letture certe di Danton quando si fece l'inventario dei suoi beni ad esecuzione awenuta. E si potrebbe seguitare ricordando quanto avevano significato Oriani e Nietzsche per Mussolini, o addentrandosi nella selva della biblioteca personale di Stalin, dipanata da ultimo da llizarov. Un campo inesauribile d'indagine sono le «biblioteche d'autore», sin dall'età antica. Per esempio, è noto che Euripide, il grande tragediografo del V sec. a.C., non molto amato dal pubblico ateniese, possedeva libri ed era messo alla berlina anche per questo. Aristofane, il commediografo ate-

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niese che meglio conosciamo, non mancava di deridere Euripide anche per questo. Una volta, nelle Rane (943), parla di «decotto di libri» come di qualcosa di pericoloso. In compenso però, lui le grandi tragedie di autori che avevano dominato e ancora dominavano la scena le conosceva bene. E la sua comicità, che è spesso parodia, si nutre appunto di tali letture. Nel secondo secolo della nostra era, forse il più «alfabetizzato» del!'antichità, Ateneo di Naucrati, un autore egiziano che ebbe a disposizione una formidabile biblioteca, si poneva la questione di quali fossero stati i primi grandi autori-collezionisti di libri. E nominava, dell'epoca classica, tra gli altri, Euripide. Ma soprattutto Aristotele: il filosofo-scienziato che aveva messo in essere, nel Liceo, non solo una biblioteca, ma anche, con l'aiuto di Alessandro Magno, suo allievo, un museo naturale, che furono il modello della «grande biblioteca» e del Museo di Alessandria, divenuta ben presto la capitale mondiale della cultura. L'Egitto ha un ruolo importante ma non unico in questa storia. A Roma, al tempo di Vespasiano, Plinio il Vecchio scrive la Storia Naturale sulla base di un'immensa biblioteca scientifica ed erudita di cui ci dà lui stesso il catalogo, al principio della sua opera. Ma quanti leggevano intorno a questi grandi centri di cultura? L'alfabetismo nel mondo antico è stato, nel Novecento, uno dei grandi temi di discussione. Un bilancio comunque lo si può trarre. Certamente le città, grandi e meno grandi, furono molto più alfa(,etizzate delle campagne, e I'«oriente» parlante greco, dotato di una fitta rete di ginnasi, lo fu molto più dell'occidente. Comunque, la Gallia tardoantica al tempo di Giuliano «l'Apostata», o di Ausonio o, più tardi, di Sidonio Apollinare è, nelle sue aree urbanizzate, caratterizzata da una diffusa cultura libraria non meno di Gaza o di Cesarea di Palestina . Quello che va evitato è l'idea di uno sviluppo lineare. Non fu così, e forse non è mai così. Ci furono momenti alti, come l'età di Adriano, il grande costruttore di biblioteche: si pensi alle sue iniziative in tal senso in Atene, a Roma e a Tivoli, ad Alessandria. E ci furono momenti di crisi drammatica e di arretramento, per tutto il III secolo. Ancora alla metà del IV secolo Ammiano Marcellino, lo storico di origine greca che continuò in latino l'opera di Tacito, affermava che a Roma le biblioteche erano «chiuse,

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sbarrate, come tombe». Secondo Rostovtzeff la civiltà classica, in Occidente, era crollata perché la campagna (i contadini-soldati) aveva sommerso le città, cioè i luoghi di maggiore addensamento di libri e di lettori . Anche nelle età più vicine a noi, del resto, l'alfabetismo non ha quasi mai avuto un andamento stabilmente progressivo. Nell'Italia di metà Ottocento, intorno al momento in cui si forma l'unità nazionale, la massa analfabeta rasenta mediamente il 70% della popolazione. Il secolo XX ha visto momenti di alfabetizzazione intensiva (e si potrebbe dire «forzata»), come ad esempio in URSS, e, contemporanemente, aree di grande stagnazione come il Nord-Africa francofono, nonostante la presenza coloniale della Francia, cioè di uno dei paesi più alfabetiz zati del mondo. Oggi d'altra parte l'alfabetizzazione sembra totale in certe aree grazie ai nuovi potenti mezzi di comunicazione di massa, ma è qualitativamente molto limitata. Conoscevano più parole i soldati romani dell'armata di Crasso, che portavano nel loro bagaglio romanzi e novelle di argomento erotico, che non gli odierni "telepazienti" pur recuperati all'uso della lingua e affrancati dal «monolinguismo» dialettale per l'appunto grazie alla televisione. La schiacciante prevalenza di Omero, Menandro, Demostene ed Euripide, e dei Vangeli, parla da sé. Quelli erano i libri più presenti (biblioteche, scuole, case signorili). Non necessariamente i più letti. I libri che stavano "sul comodino" delle persone che si dilettavano della lettura erano però forse più leggeri. Era la letteratura di consumo: storie d'amore e d'awentura, per usare il titolo di una famosa raccolta pubblicata da Dedalo nel 1992. Sono sopravvissuti fino a noi non pochi frammenti su papiro del romanzo di Achille Tazio (Leucippee Clito/onte),giudicato «sconcio» dal patriarca bizantino Fazio, che peraltro se lo leggeva onde poterlo giudicare tale; e non pochi di Caritone, il romanziere greco più elegante. Ma soprattutto piacevano le novelle «piccanti». Se ben poche ne abbiamo tra i tantissimi papiri superstiti, ciò vuol dire che venivano «consumate» con intensità e con altrettanta disinvoltura dismesse. Le più famose e le più audaci erano le cosiddette Milesie,cui si sono ispirati anche i romanzieri romani Petronio e Apuleio. Addirittura, l'imperatore Tiberio forniva agliospiti delle sue dimore i libri con figure della poco vereconda Ele/antide.

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Ma i semianalfabeti di epoca classica leggevano dawero prevalentemente o unicamente letteratura "bassa"? La cosa non dovrebbe stupirci se si considerano le statistiche fomite da Roben Darnton, Libri proibiti (pornografia, satira e utopia all'origine della rivoluzione francese), Mondadori 1995 (titolo originale: The ForbiddenBest-Sellers). 2. Abbiamo ormai da tempo compreso che c'è una via per tentar di capire cosa leggevano nell'antichità le persone comuni: è però un campione limitato geograficamente (alcune aree dell'Egitto: Ossirinco, il Fayùm etc.); e anche cronologicamente, visto che buona pane dei frammenti di libri che gli studiosi e i cercatori di «papiri» recuperano risalgono ai primi tre secoli della nostra era. Già piuttosto presto Girolamo Vitelli e Medea Norsa segnalarono (in particolare nel bel volume XI [ 1935] dei Papiri della Società Italiana)che l'identità di scrittura tra pezzi diversi, rintracciati magari a distanza di molti anni, suggerisce che quei tesori recuperati tra i «rifiuti» sono in realtà gli avanzi di antiche «biblioteche»: raccolte private, o di ginnasi, o di centri di copia. Un grande lavoro in questo senso è condensato nel recente volume di William A. Johnson, Bookrollsand Seribes in Oxyrhynchus. Qui Johnson ha avviato in modo sistematico l'identificazione di alcuni copisti (scribes)che hanno prodotto una serie di rotoli. Si sono salvati pezzi sufficientemente indicativi per stabilire raffronti e trarre deduzioni. Quando la serie degli OxyrhynchusPapyriera giunta al XXII volume, il grande papirologo inglese Eric Tumer pubblicò, anonimo, un belsaggio d'insieme sul «Times» di Londra (19 dicembre 1955, p. 7) intitolato La vita culturaledellacomunitànilotica(Nile Community'sCultura!Li/e) che è stato ripescato e ristampato poco tempo fa nella rivista italiana «Quaderni di Scoria»(nr. 62). Qui Tumer metteva in guardia dalle deduzioni affrettate, che rischiano di essere messe in crisi ad ogni nuova, clamorosa, scopena. E si deve anche tener conto delle centinaia di frammenti inediti che sono ancora 'acquattati' nelle biblioteche papirologiche europee. Sta di fatto però che la "legge" di Oldfather (The Greek LiteraryTexts/rom Graeco-RomanEgypt),formulata nell'ormai lontanissimo 1923, secondo

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cui sono rari i casi di papiri letterari appartenenti ad autori poco conosciuti, mentre la gran parte conserva grandi autori, resta, nella sostanza, non contraddetta. Un libro italiano di qualche anno fa (Antiche liste di libri su papiro,di Rosa Otranto, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2000) ci ha messo in condizione di leggere e utilizzare frammenti più o meno consistenti di liste di libri circolanti in Egitto: si tratta di una testimonianza direttae d'epocasulle raccolte (private per lo più) di libri. La "regola" di Oldfather non ne esce incrinata, fatte le debite proporzioni (si tratta di liste compilate quando rutto quel mondo era ancora in vita!). Si è salvata, tra l'altro, una lettera (POxy. XVIII, 2192) di cui ignoriamo mittente e destinatario ma che ci illwnina su dettagli concreti che nessun libro di storia mai ci potrebbe raccontare. «Fammi allestire scrive il mittente - e mandami copia dei libri VI e VII del trattato di Ipsicrate intitolato Personaggipresi di mira nelle commedie.Arpocrazione [cioè il grande lessicografo del II secolo, cui dobbiamo moltissimo delle nostre conoscenze di storici e oratori] dice che quei libri si trovano presso Pollione. Ma io credo che anche altri ne abbiano». E poco dopo : «Ho ordinato ad Apollonide di mandarmi alcuni dei miei libri, di cui saprai al momento opportuno». Rare volte ci accade di entrare in modo così diretto nella vita degli antichi. Lo si può grazie a questi docwnenti che parlano di biblioteche ormai perdute. 3. Un frammento di papiro trovato oltre dieci anni fa a Tebtunis da uno studioso della Statale di Milano, Aristide Malnati, ma purtroppo tuttora inedito, contiene un brano trattatistica di fùosofia stoica corredato di note a margine. È con molta probabilità un esercizio scolastico, o comunque un testo destinato alla scuola. Non a caso fu trovato nell'area dell'antico ginnasio. Il testo principale parla degli elementi indifferenti (termine tipico del lessico stoico) che non hanno rilievo morale ma rilevanza pratica (ad esempio la ricchezza). Una nota marginale porta l'esempio di Socrate , il quale non avrebbe patito neanche della estrema povertà appunto perché insensibile all'alterno andamento degli "indifferenti" Docwnenti del genere testimoniano in modo direttola realtà cui appartennero. In particolare questo spezzone di papiro, per quel che dice e per il luogo dove fu rinvenuto, testimonia un fatto notevole: la penetra-

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zione, addirittura nella realtà e quotidianità scolastica, dell'insegnamento degli stoici e dei loro "paradossi". Ma era così paradossale il loro pensiero? Paul Veyne, in un libro importante, apparso in Francia (Seuil) nel 2005 e ora tradotto per Rizzoli (L:imperogrecoromano, 2007), non solo mette al centro della/orma mentis dei ceti colti del mondo greco-romano, tra Augusto e Marco Aurelio, l'insegnamento stoico, ma soprattutto restituisce allo stoicismo la sua grande forza di attrazione: in quanto pensiero rivolto anch'esso (lo si dimentica spesso) alla ricerca della "felicità". La "grande promessa" della dottrina stoica, infatti, è che l'uomo, sottraendosi al predominio dei fattori "indifferenti", raggiungerà la felicità e sarà ormai inattingibile dai dolori, e dunque sarà "un dio mortale". Non sfuggirà quanto, con buona pace di Plutarco e di altri polemisti, questa impostazione sia vicina a quella epicurea, che, ugualmente spingendo a non desiderare il superfluo e vagheggiando una forma di "piacere" che in realtà è "assenza di dolore", ugualmente approda a una felicità fondata sulla rinuncia al superfluo nonché alla promessa: "sarai simile a un dio" Veyne osserva - e questo potrebbe essere quasi un bilancio del suo grande affresco - che solo con la scoperta agostiniana della "volontà", in parte almeno impotente, e della interiorità lacerata che è in ciascun soggetto, cominciò a declinare l'intellettualismo etico. Esso era stato caratteristico di tutte le scuole di pensiero postaristoteliche, così diffuse nel ceto dirigente dell"'impero bilingue", ma era già del socratismo che in effetti fu la remota matrice di quelle scuole. Impero "bilingue" è definizione appropriata di quella straordinaria fusione tra culture che è stata il segno dominante dell'impero romano. Un unico strato dirigente capace di padroneggiare perfettamente le due culture: «da Augusto in poi - scrisse efficacemente Wilamowitz ( 1921)- la letteratura mondiale è bilingue». Si esprime cioè indifferentemente nelle due lingue divenute dominanti, il greco e il latino. Ma, nel quadro di tale "condominio", la posizione dei Greci, i quali con Alessandro avevano imposto il greco in un'area vastissima, era ormai, al tempo stesso, politicamente subalterna e culturalmente egemone . Non è un caso che nelle "biblioteche di Ossirinco" i papiri latini rappresentino una modesta minoranza.

Luciano Canfora

NOTA DELLA CURATRICE

Das Buch in der Antike di Horst Blanck apparve nel 1992 nella collana «Beck's Archaologische Bibliothek». È ancora oggi un manuale di riferimento, che si segnala per la sua ricchezza e per l'impostazione interdisciplinare. Il libro prende le mosse dal sistema alfabetico greco e latino e passa in rassegna tutti i problemi connessi alla civiltà scrittoria: conoscenza della scrittura e della lettura nel mondo greco e romano; materiali scrittori; forme librarie ; circolazione e commercio dei libri; biblioteche pubbliche e private. L'assenza di un manuale analogo in lingua italiana ha suggerito l'idea di questa traduzione, rivista e aggiornata. Nel corso del lavoro ho discusso ogni modifica con l'autore , che qui ringrazio. Sono stati rettificati (e talvolta eliminati) riferimenti a fonti antiche e indicazioni bibliografiche. È stato talvolta necessario integrare riferimenti a testimonianze e fonti: le integrazioni sono segnalate tra parentesi quadre. In questa edizione figurano, in aggiunta, un indice dei luoghi citati e un indice delle testimonianze scritte (papiri, epigrafi e manoscritti). Inoltre, aggiornamenti e complementi ai temi trattati nel libro sono registrati nel Supplementobibliografico.L'indice dei nomi antichi e moderni, dei luoghi geografici e l'indice analitico sono stati curati da Maria Rosaria Acquafredda, che ringrazio. Ho avuto modo di discutere passi antichi e interpretazioni moderne con alcuni dei colleghi del Dipartimento di Scienze dell'antichità del -

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l'Università di Bari: un ringraziamento particolare va a Margherita Losacco e a Massimo Pinto , che hanno seguito tutte le fasi di questo lavoro . Ringrazio infine Gaetano Dabbicco e Claudio Schiano per il loro aiuto; Maria Martinelli, per la cura delle illustrazioni, e Natale Leccese, responsabile della Biblioteca del Dipartimento di Scienze del1'antichità. Luciano Canfora, negli anni , mi ha incoraggiata e, soprattutto, non ha mai perso la speranza che questo lavoro, cominciato anni fa, giungesse a compimento. Dedico questo lavoro a Luca e ai miei bambini, Emanuele e Mariapaola , che, in modo diverso, mi hanno sempre supportato . Rosa Otranto

I periodici sono di nonna abbreviati secondo le sigle dell'Année Philologique (versione cartacea e on-line), così come i papiri secondo il repertorio Checklist o/Edit ions o/Greek, Latin, Demotic, and CopticPapyn; Ostracaand Tablets, ed. by J .D. Sosin R.S. Bagnall - J. Cowey - M. Depauw - T.G. Wilfong and K.A. : 1'PT .sh~•1•1•0( 2. Vasodel Dipylon, Iscrizione.«Coluichi?ora di tutti i danzatoripiù graziosamente gioca,a lui appartienequesta (brocca)» . Atene, Museo Nazionale.

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L.H. JEFFERY, The Locai5criptso/ ArchaicGreece,Oxford , Clarendon Press , 19902. 4 GUARDUCCI, I.:epigra/ia greca,cit., pp. 41-42.

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3. Coppadi Pitecusa(Ischia).Iscrizione.«La coppadi Nestore(era)piacevolea bersi:ma colui che beva da questa coppa,lui subito prenderàdesideno di A/rodite dalla bella corona» (trad.M. GuarducaJ.LaccoAmeno, Museo Archeologicodi Pithecusae.

iscrizione di possesso' e un vaso fittile rinvenuto a Pitecusa (Ischia) (ili. 3 )6 , colonia euboica, risalgono circa alla seconda metà dell'VIII secolo a.C. e costituiscono solo un terminus ante quem. Oggi si tende a fissare la nascita dell'alfabeto greco già nel IX secolo a.C. 7 , tra l'altro anche perché già nell'Iliade si fa riferimento alla scrittura: nella storia di Bellerofonte (Il. VI, 155 sgg.), una lettera recante l'ordine di uccidere colui che ne era latore gioca un ruolo decisivo. Per quanto riguarda il 'dove', è probabile che l'importazione dell'alfabeto fenicio sia avvenuta in zone in cui Fenici e Greci ebbero contatti, specialmente commerciali: ad esempio, porti greci sulla costa fenicia, ma anche Cipro e Creta. Lo sviluppo successivo dell'alfabeto greco andò in direzione della unificazione delle scritture locali. Questo si evince non solo dalla forma delle lettere, ma anche dalla soppressione di segni divenuti obsoleti: F (digamma), M (san),'? (koppa), H (per il suono h). L'avveni-

:; GUARDUCCI, L'epigrafiagreca,cit., pp. 75-76. GUARDUCCI, L'epigrafiagreca,cit., pp. 365-367;

F.CORDANO, L'uso della scrittura in Italia meridionale e Sicilia nei secoli VIII e VII a.C., «Opus» 3, 1984, pp. 281-309. 7 GUARDUCCI,L'epigrafiagreca,cit., pp. 19-20; HEUBECK, Schnft, cit., pp. 80-87. 6

I. LA SCRITI1JRA ALFABETICAGRECA E LATINA

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mento più importante e ricco di conseguenze fu, a tal proposito, l' adozione ad Atene dell'alfabeto milesio nel 403/2 a.C., sotto l'arconte Euclide, realizzatasi per effetto della proposta di Archino votata dall'assemblea popolare. Tale riforma portò agli Ateniesi quattro ulteriori lettere: H (eta), X (chi), r (psi), e O (omega) . Nel giro di poco tempo, tutte le poleis e le regioni greche, alcune prima, altre dopo, adottarono questo alfabeto detto euclideo, che è in uso ancora oggi:

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Abbiamo già ricordato il reperto scritto di Pitecusa, databile all'ultimo terzo dell'VIII secolo a.C., come una fra le più antiche testimonianze della scrittura greca. Proprio a Pitecusa i Greci dell'Eubea diedero vita ad un insediamento commerciale e in seguito fondarono sulla vicina terraferma la colonia di Cuma (Cumae) 8 • Le più antiche iscrizioni rinvenute in quest'area mostrano chiaramente che coloni e commercianti avevano portato con sé dalla patria Eubea il proprio alfabeto locale9 • Il reperto più interessante è la coppa per bere trovata a Pitecusa, importata forse dall'isola di Rodi, su cui una persona in grado di scrivere ha inciso un motto, la cui seconda e terza riga costituiscono un esametro. La traduzione recita: «La coppa di Nestore (era) piacevole a bersi: ma colui che beva da questa coppa, lui subito prenderà desiderio di Afrodite dalla bella corona» (trad. M. Guarducci) (ili. 3 ). Nei luoghi in cui aveva circolato questa coppa, evidentemente, non solo si conosceva Omero, ma addirittura si componeva in esametri. In questo contesto, comunque, ci interessa soprattutto la diffusione delle singole lettere, perché l'alfabeto euboico in uso a Pitecusa, neanche una generazione più tardi, sarà adottato dagli Etruschi .

K

Cfr. D. RIDGWAY, L'albadella Magna Grecia,Milano, Longanesi, 1987.

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M. BURZACHECHI,Gli Eubeie l'introduzionedell'alfabetogrecoin Ocadente,in Gli Eubeiin Occtdente,Atti del XVIII Convegnodi Studi sullaMagnaGrecia,Taranto 8-12ottobre 1978,Taranto , Istituto per la Storia e l'Archeologia della Magna Grecia , 1979, pp. 209-220.

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2. La scrittura etrusca Le più antiche iscrizioni etrusç_qe10, incise su vasi di terracotta databili circa al 700 a.C., sono state rinvenute nei pressi di Tarquinia, Caere (Cerveteri) e Vulci. Non stupisce che proprio questi centri dell'Etruria meridionale abbiano accolto per primi la nuova conquista della scrittura. Qui intensi contatti commerciali con il mondo greco e fenicio durante la cosiddetta "fase orientalizzante" avevano portato molta prosperità. Nacquero i primi grandi insediamenti urbani e un'aristocrazia fondata sulla ricchezza, che, insieme con i beni materiali, fece proprie le abitudini di vita orientali e greche: tra queste vi erano anche la conoscenza e la padronanza della scrinura. A Marsiliana d' Albegna, una località della Maremma toscana meridionale per la quale sono attestati stretti contatti con l'Etruria meridionale, tra i preziosi accessori deposti nella tomba di un aristocratico, è stata rinvenuta una tavolena scrittoria di avorio databile circa al 670 a.C. (ili. 4). Questa tavolena, la cui superficie interna incavata fu riempita con uno strato di cera su cui si scrisse con lo stilo, sul margine superiore reca inciso un alfabeto di ventisei lettere che forse fungeva da modello per lo scriba. Una serie alfabetica simile e quasi coeva è incisa su un vaso di bucchero proveniente dalla ricca tomba Regalini Galassi di Caere (ili. 5 e 6) 11. Al di sopra dell'alfabeto, sulla parete del vaso, che forse non a torto si identifica come calamaio, sono incise quasi tutte le possibili combinazioni di una vocale con una consonante (e cioè ki, ka, ku, ke, vi, va, vu, ve, 1.i,1.a,zu, 1.e,ecc.). Queste sillabe offrivano 10 Dalla ricca bibliografia sulla più antica scrittura etrusca: M. CRIST0rANI,Sull'origine e la d1//usione del/'a/fabeto etrusco, in Au/stieg und Niedergang der Romischen Welt, 1.2, Berlin, de Gruyter, 1972, pp. 466-489; ID.,La seri/tura ne/l'ItaLa scrittura e la lingua, in Etruschi, lia antica, N. Notes on thc D11mos-Vasc ln.1criptio11 in Hcrlin,«C:sc:A» 8, 1975. pp . 53-72; G. COI.O NN/\, Du('llos,«SE» 47, 1981, pp. 163-172: L. PRoSDOCL\ 11. Studi sullatinoarcaù:o,«SE»47, 1981,pp.17 .3-221. 11 F COARELLI , Il Foro Romano, I Periodo Arcaico, Roma, Quasar, 1983, pp. 178-188. 1 '' Sul vaso Ji Tita Vendia e su un'altra iscrizione coeva: G. COLl>NNA, Graeco more bibcre: /'iJcrizioncdella /omha 115 dcll'Osterradell'Osa, in ArchmloJ!,IIJ Lwalc III, Terzo lnco11trodi Studio del Comitc1toper l'Archmlo?,raLaziale, Roma. Pubblicazioni del CNR. 1980, pp. 51-55. 11

I. LA SCRilTURA ALFABETICAGRECAE LATINA

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Su base archeologica si può documentare che i Latini, compresi gli abitanti della città di Roma, adottarono l'alfabeto greco all'incirca nello stesso periodo degli Etruschi dislocati nei grandi centri dei territori confinanti. Sembra assai probabile che gli Etruschi abbiano svolto in questo processo un ruolo di mediazione: non a caso l'uso delle singole lettere presso le due popolazioni è praticamente lo stesso. Nella scrittura latina, come in quella etrusca, per il suono/ è usato il F (digamma):in greco il F esprime il suono w. In entrambi gli alfabeti il gamma si scrive C, tuttavia in etrusco - come si è detto - questo segno esprime solo il suono k Oa lingua etrusca infatti non conosceva il suono g), lì dove invece in latino esprime sia il suono g che il suono k . Come gli Etruschi, anche i Latini conoscevano gli altri due segni per la gutturale chiusa, il K (kappa)e il 9 (koppa),e li utilizzavano nello stesso modo: K davanti alla vocale a e 9 davanti alle vocali u e o (ma in etrusco manca la com binazione con o perché questo suono non veniva pronunciato). ED (suono th), (I) (suono ph), (suono kh) così come M (s sorda nel 1'etrusco meridionale) in latino sono superflui. Il X esprime il suono ks. Inoltre l'alfabeto latino contiene sin dalle origini la lettera B per il suono b, così come la D per il suono d. Anche se entrambi questi segni non furono adoperati nella scrittura etrusca corrente, essi ricorrono tuttavia nei primi modelli alfabetici, ad esempio nella tavoletta di Marsiliana d'Albegna. Il suono m originariamente veniva espresso, come in etrusco, dal grafema r', come testimonia l'abbreviazione, a lungo rimasta in uso, M' per il prenome Manlio (diversamente da M = Marcus). Quindi l'alfabeto latino arcaico era costituito dalle seguenti 21 lettere: A B C D E F I H I K L r' N O P 9 R S T V X. L'orientamento della scrittura latina nelle testimonianze più antiche non è omogeneo: dal tardo VI secolo , ad ogni modo, l'orientamento progressivo (cioè da sinistra a destra) è sempre più frequente e alla fine ha prevalso. Chi esamina le Imagines,il volume illustrato del CorpusInscriptionumLatinarumcontenente le iscrizioni di età pre-imperiale , può ben accorgersi di come nel corso dei secoli le lettere siano cambiate, avvicinandosi sempre più a forme a noi familiari. L'alfabeto latino ha continuato ad evolversi nel tempo: all'epoca in cui era censore, nel 312 a.C., Appio Claudio Cieco, nel tentativo di

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realizzare un 'ortografia al passo coi tempi , fece eliminare dall'alfabeto ufficiale la lettera I (zeta), divenuta obsoleta; come racconta Marziano Capella, egli personalmente 'detestava' questo suono, per pronunciare il quale si doveva imitare la posizione dei denti di un morto (De nuptiis Philologiae et Mercurii III, 261: «quod dentes mortui, dum exprimitur, imitatur»). Il posto che si era liberato così nell'alfabeto fu nuovamente occupato quando, intorno alla metà del III secolo a.C., Spurio Carvilio , grammatico e fondatore della prima scuola a pagamento a Roma , ideò una nuova lettera per il suono g, la G (Plutarco , Quaest . Rom . 277d e 278e) . C ora serviva ad esprimere esclusivamente il suono k; K era adoperato solo in poche combinazioni, quali ad esem pio kalendae , kaeso; 9 fu utilizzato in unione con la vocale u solo per rendere il suono kw. Al fine di esprimere in modo foneticamente corretto alcuni vocaboli assunti dalla lingua greca, si mutuò dall'alfabeto greco il segno dello hypsilon (Y), e si reintrodusse lo zeta (Z): fu allora che entrambe queste lettere , per così dire 'straniere ', furono collocate alla fine della serie alfabetica 17 . L'alfabeto così composto , per numero e successione delle lettere, è quello in uso ancora oggi Oe W furono aggiunte più tardi). Ma nel I secolo d.C. l'imperatore Claudio, che era un erudito , e che sull'argomento scrisse anche un libro , ideò altre tre lettere supplementari : il digamma capovolto (digamma inversum ) per il suono consonantico v [in tal modo .::IVLGVS= WLGVS (vulgus)], l'antisigma ) per il suono ps, e il segno ~ per esprimere un valore vocalico intermedio tra i e u (Svetonio , Cl. 41 , 8; Tacito, Ann. Xl , 13 e 14) 18• A giudicare dalle iscriziqni che si sono conservate, queste innovazioni godettero di scarsa fortuna già durante il regno dell'imperator e e furono presto dimenticate . I Greci avevano nomi eufonici per la maggior parte delle loro lettere : alpha, beta, gamma , delta, ei (epsilon è medievale), zeta, eta, th eta, iota , kappa , labda, my, ny, xei, ou (omikron è medievale) , p ei, rho,

G. P ERL, Die Ein/iihrung der griechischen Buchstaben 'y' und 'z' in das lateinische A!phabet, «Philologus » 115, 1971, pp. 196-233. 18 R. PAPKE, Des Kaisers neue Buchstaben, «WJA» 12, l 986 , pp. 183-196. 17

I. LA SCRITTIJRAALFABETICAGRECAE LATINA

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sigma, tau, hy (per esprimere u; hypsilon è medievale), phei, chei,psei, o (omegaè medievale) 19• I Romani, invece, le indicavano nello stesso modo in cui le indichiamo noi ancora oggi, cioè nel caso delle vocali semplicemente con il suono che esse esprimono (a, e, i, o, u); le consonanti, invece, al fine di realizzare una migliore pronuncia, erano precedute o seguite da una vocale (be, ce, de, e/, ha, ka, ecc.)2°. Nel latino tardoantico per indicare l'alfabeto si diffuse il termine abecedariumdalla sequenza di lettere ABCD, da cui deriva anche l'aggettivo abecedarius.È per questo che dal V secolo d.C. - come attesta il mitografo Fulgenzio (Myth. III, 10) -, il primo livello dell'insegnamento scolastico fu detto ars abecedario. Lo stesso Fulgenzio doveva avere una particolare passione per l'alfabeto: egli ha composto , tra l'altro, una storia del mondo suddivisa in ventitré capitoli (De aetatibus mundi et hominis), tanti quante erano le lettere dell'alfabeto: in ciascuno di essi non ricorre la lettera corrispondente al numero di capitolo. In realtà, già Nestore di Laranda, due secoli prima, aveva composto in modo analogo una rielaborazione dell'Iliade in 24 libri [Suidas,s.v. NÉaTWQl

4. I segni numerali Dopo aver ripercorso lo sviluppo degli alfabeti, passiamo ora ad occuparci dei sistemi numerali 21 • I Greci usarono due sistemi, il sistema «acrofonico» o «attico» e quello «alfabetico» o «milesio». Nd sistema acrofonico le quantità 1-4 erano espresse dal corrispondente numero di linee verticali: così 1 = I, 2 Cfr. il frammento del poeta comico Callia tramandato da Ateneo X, 453d -e. A.E. GORDON, The Letter Names o/ the Latin Alphabet, Berkeley - Los Angeles - London, University of California Press, 1973. 21 Sui segni numerici si vedano i manuali di epigrafia . Sul sistema numerico etrusco -romano cfr. H. Rix, Buchstabe, Zahlwort und Zi/fer im alten Mittelitalien , in Studi linguistici in onore di Vittore Pisani, Brescia, Paideia Editrice , 1969, II , pp . 845-856; P. KEYSER , The Origino/ the Latin Num erals 1 to 1000, «AJA» 92 , 1988, pp . 529-546 . 19

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= II, 3 = III, 4 =IIII; per il resto, 5 =r, 10 =fl, 100 = H, 1000 = X, 10000 = M:si tratta delle lettere iniziali delle parole che esprimono rispettivamente i numeri 7tÉvTE, obca, hExa-rov, XlÀ.lOt,µt')Qtat (di qui la deno= suono); infine, minazione «acrofonico»: èixeov= estremità e cprov11 dalla combinazione del cinque f') con le potenze del dieci (fl, H,X, M), si ottenevano i corrispondenti prodotti: f = 50; P = 500; P = 5000; P = 50000. Attraverso la corretta combinazione delle lettere, dunque, si poteva esprimere qualunque numero. Il sistema acrofonico si diffuse in Attica all'inizio del VI secolo a.C. e rimase in uso fino al I secolo a.C. Il sistema alfabetico si basa sulle 26 lettere dell'antico alfabeto milesio, cui si aggiunse anche il segno fenicio'T' (sampi). In esso ciascuna lettera esprime un numero, e precisamente: A= 1, B = 2, = 3, fl = 4, E = 5, F = 6, 1 = 7, H = 8, 0 = 9, I = 10, K = 20, A = 30, M = 40, N = 50, = 60, O = 70, n= 80, 9 = 90, P = 100, I = 200, T = 300, Y = 400, = 500, X= 600, 'f = 700, Q = 800, ~ = 900. Il numero 752 , ad esempio, si scriverebbe dunque 'fNB. I numeri più alti erano espressi ~osì: 1000 = 'A, 2000 = 'B. 3000 = T, 10000 = rvl, 20000 = ~. 30000 = M (dove M sta per µuQtot). Il sistema di numerazione «alfabetico», diffuso a Mileto già molto presto, era assai più semplice dell'attico e, a partire dall'età ellenistica, guadagnò terreno fino a soppiantarlo. In Grecia è utilizzato oc casionalmente ancora oggi . Per la storia del libro antico è importante conoscere entrambi i sistemi, in particolare il sistema acrofonico, in quanto esso ricorre nei papiri per l'indicazione del totale sticomef trico. Anche i numeri romani hanno, al pari dell'alfabeto, origine etrusca. In etrusco come in latino 1 = I, 10 = X. Il 5 si otteneva dimezzando la X: gli Etruschi optarono per la metà inferiore (A), i Latini per la metà superiore (V). Gli Etruschi realizzavano il numero 100 con l'ideogramma ~ o X, successivamente - come i Romani - con il segno C,che forse è una riduzione di X . Il segno corrispondente a 50 si ot teneva dimezzando ~. e ancora una volta gli Etruschi scelsero la metà inferiore (,-f\)e i Romani quella superiore ('+'). Quest 'ultimo più tardi per gli Etru si scrisse.le infine assunse la forma (L), a noi ben nota . oQirov]-, o alla nota generosità di alcuni pro prietari di biblioteche romane che, come abbiamo visto, consentivano anche agli amici l'accesso ai propri tesori librari. Per acquisire e ordi-

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nare il patrimonio librario, il dittatore incaricò non un erudito o un letterato greco, ma il romano Marco Terenzio Varrone (Svetonio, lui. 44, 2), autore, tra l'altro, anche di uno scritto tecnico sulle biblioteche, purtroppo non conservatosi, il De bibliothecis in tre libri [GRF, I, T 23; F 53 e F 54]. Nel conferimento di questo incarico a Varrone, il doctissimus Romanorum, si è voluto vedere un indizio del fatto che Cesare riconosceva alla letteratura latina un'importanza pari a quella greca. Questo grande progetto però non fu portato a termine, a causa dell'uccisione del dittatore, e lo stesso Varrone fu in pericolo di vita per le proscrizioni dei triumviri. Come fondatore della prima biblioteca pubblica di Roma è passato invece alla storia Gaio Asinio Pollione (Plinio, Nat. Hist. VII, 115; Isidoro, Etym. VI, 5, 2). Pollione (76 a.C.-4 d.C.), stretto collaboratore di Cesare, dovette a lui la sua ascesa politica. Divenuto console nel 40 a.C., operò l'anno successivo in Macedonia e sconfisse la popolazione illirica dei Partini, una vittoria che festeggiò a Roma con un trionfo. Come informano le fonti, il ricavato del bottino di guerra gli permise di allestire questa biblioteca, immediatamente dopo il 39 a.C. Essa si trovava nell'Atrium Libertatis, un complesso di edifici pubblici rinnovato e ampliato magnificamente da Pollione, sito nelle vicinanze di quello che sarà il Foro di Traiano. Per il resto, di questa prima biblioteca pubblica a Roma sappiamo solo che fu ornata con i ritratti (imagines) di autori illustri, tutte glorie del passato, con l'unica eccezione di Varrone, che all'epoca era ancora vivo. La seconda biblioteca pubblica a Roma appartiene ad un grande programma edilizio che Augusto realizzò sul Palatino. Esso comprendeva, oltre alla dimora dell'imperatore con diversi ambienti privati e di rappresentanza, il magnifico tempio di Apollo Palatino, consacrato nel 28 a.C., e un impianto di portici37 • A est di questi portici si trovavano due sale, evidentemente della biblioteca, visto che anch'essa, secondo le fonti letterarie (Svetonio, Aug. 29, 3 ), era costituita da due

l7 G. CARETIONI, Das Haus des Augustus auf dem Palatin,Mainz, Philipp von Zabem, 1983, pp. 7-16.

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sezioni separate, una greca e l'altra latina. La vicinanza di questa biblioteca ad un tempio e alla residenza dell'imperatore richiama alla mente Pergamo ancor più che il Museo alessandrino, anche se qui la divinità protettrice non era Atena, come a Pergamo, ma Apollo, venerato da Augusto in maniera particolare. Del primo allestimento di questa biblioteca Augusto aveva incaricato Gneo Pompeo Macro, un poeta di provenienza greca che aveva lavorato anche nell'amministrazione imperiale come procura/or provinciae (a cui, tra l'altro, lo stesso Augusto vietò di pubblicare alcuni scritti giovanili di Cesare: Svetonio, Iul. 56, 7). In seguito, la direzione della biblioteca Palatina (Svetonio, gramm. 20) fu affidata al grammatico Gaio Giulio Igino, un liberto dell'imperatore. Come informa Svetonio, Igino, nonostante la carica ricoperta, continuò ad insegnare, finché visse fu sostentato da un amico e morì in povertà. Da ciò forse possiamo dedurre che il direttore della biblioteca imperiale non doveva essere così ben remunerato. Alle mansioni subalterne, nella biblioteca, provvedevano gli schiavi imperiali. Alcune iscrizioni sepolcrali attestano non soltanto il loro nome, ma anche la denominazione ufficiale della biblioteca Palatina o più precisamente della doppia biblioteca, cioè bybliotheca Latina (templi) Apollinis e bybliotheca Graeca (templi) Apollinis (CIL VI, 5188 [ill. 85], 5189, 5191). Anche per quanto riguarda il personale della biblioteca, le due sezioni erano dunque separate. Un ricco fondo della collezione della bibliotheca latina era costituito, a quanto pare, dalla letteratura giuridica (Scholia in luv. I, 128). Ma naturalmente non mancava la poesia contemporanea (Orazio, Epist. II, 1, 214-218). Sembra, ad esempio, che lì si potessero trovare anche opere di Orazio (Orazio, Epist. I, 3, 15 e sgg.), mentre Ovidio, che era caduto in disgrazia, dall'esilio si lamentava che i suoi scritti fossero stati respinti dal custos della biblioteca (Trist. III, 1, 59 e sgg.). Tra i frequentatori della biblioteca non mancava chi copiava le opere altrui per poi spacciarle come proprie (Orazio, Epist. I, 3, 15 e sgg.). La biblioteca Palatina, che come quella di Asinio Palliane era ornata con i ritratti di famosi poeti e oratori e ospitava una statua di Apollo, serviva anche come sala di riunione per il Senato (Svetonio,

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Aug. 29, 3; Tacito, Ann. II, 37, 2)38 • Come tutta la zona del portico , anche la biblioteca fu preda del grande incendio divampato nel 64 d.C. sotto Nerone [Tacito,Ann. XV, 39; cfr. anche XV, 41], e fu ricostruita dall'imperatore Domiziano. Per risarcire il patrimonio librario di questa e altre biblioteche della città , Domiziano inviò emissari ad Alessandria d'Egitto al fine di procurarsi lì le copie dei testi perduti (Svetonio, Dom. 20). Danneggiata nuovamente dalle fiamme nel 191, sotto Commodo (Galeno, De comp. med. I, 1), la biblioteca fu distrutta forse definitivamente nel 363 d.C., nel corso dell'incendio del tempio di Apollo (Ammiano Marcellino XXIII, 3, 3). Sotto Augusto, inoltre, fu realizzata un 'altra fondazione bibliotecaria, precisamente nel portico di Ottavia. L'edificio quadrato del portico, che racchiudeva il tempio di Giunone Regina e di Giove Statore e conteneva famose opere d'arte, prese il nome dalla sorella dell'imperatore' 9• Ottavia dedicò questa biblioteca - per la cui costruzione fu utilizzato il bottino di guerra della campagna dalmata (Cassio Dione XLIX, 43, 8) - al figlio Marcello, morto nel 23 a.C. (Plutarco, Mare. 30, 11). L'imperatore affidò al grammatico Gaio Melisse, liberto e uomo di fiducia del famoso Mecenate, il compito di organizzare la biblioteca (Svetonio, gramm . 21). Anche per questa biblioteca si sono conservate iscrizioni funerarie relative al personale, costituito da schiavi; da esse (oltre che dalla testimonianza di Svetonio) si evince che anche qui la zona greca era separata da quella latina (CJLVI, 2347; 2348; 4431; 4433; 4435). Durante il grande incendio che si sviluppò nell'80 d.C., sotto Tito, la biblioteca andò bruciata (Cassio Dione LXVI, 24, 2) e fu probabilmente restaurata sotto Domiziano. I resti del portico di Ottavia che si sono conservati appartengono ad una nuova costruzione realizzata sotto Settimio Severo e Caracalla (203 d.C.): ma delle due sale della biblioteca non si è conservato nulla. 18

Sull'orn amentazione della biblioteca: TH. SENGELIN,Apollo Palatinus. Die apollinischePriisenzauf dem Palatin in augusteischerZeit, Diss. Wien, 1983, pan. pp . 180-197. 19 Sul ponico di Ottavia: F. COARELLI , Roma, Milano , Arnoldo Mondadori Editore, 1994 («Guide Archeologiche Mondadori»), pp . 268 -270.

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A Tiberio, secondo imperatore romano, risale anche la fondazione di una biblioteca a Roma. Questa si trovava nelle vicinanze del Tempio che fece erigere per il divinizzato Augusto e perciò nelle fonti è menzionata come bibliothecatempli Augusti (Plinio, Nat. Hist. XXXIV, 43) o bibliothecatempli novi (Svetonio, Ttb. 74). Il tempio fu dedicato solo da Caligola (Svetonio, Ca!.21), e si ergeva a sud della Basilica Giulia, su un'area del Foro Romano non ancora scavata. La biblioteca forse bruciò insieme al templum Palatti(Plinio, Nat. Hist. XII, 94). Nei suoi versi, il poeta Marziale menziona il tempio ricostruito (iltemplum novum) e la biblioteca (IV, 53; XII, 2). L'ipotesi che la costruzione ad est del tempio di Augusto, su cui in epoca altomedievale fu edificata la chiesa di Santa Maria Antigua, potesse essere stata la sede della biblioteca 40 , non ha trovato alcuna conferma archeologica. Non è chiaro se Tiberio abbia fondato anche un'altra biblioteca, che a giudicare dal nome (bibliotheca domus Tiberianae)doveva trovarsi nella zona del suo palazzo sul Palatino: essa viene citata soltanto in epoca altoimperiale, precisamente da Gellio (.XIII, 20). Una volta, mentre Gellio si trovava in questa biblioteca insieme ad alcuni amici, gli venne panato un libro di un certo Marco Catone Nepote e subito nacque una discussione (nella sala di lettura!) su chi realmente fosse questo personaggio. Anche Flavio Vopisco, nella Histon'aAugusta (Prob.II, 1), afferma di aver esaminato alcuni libri nella biblioteca della domus Tiberiana.Che la scelta dei libri in queste prime biblioteche pubbliche potesse essere condizionata anche dai gusti letterari dell'imperatore, si evince da una testimonianza di Svetonio sulla vita di Tiberio (Tib. 70, 2): «Tiberio ha scritto anche poesie in greco, imitando Euforione, Riano e Partenio. Poiché questi poeti gli piacevano molto, fece inserire tra gli autori antichi e più grandi, nelle biblioteche pubbliche, i loro scritti e ritratti. Fu per questo che nwnerosi studiosi gareggiarono nello scrivere molte opere su questi poeti, dedicandole a lui».

° CH. HOLSEN, ]ahresbericht uber neue Funde und Forschungen zur Topographie der Stadt Rom, I. Die Ausgrabungen au/ dem Forum Romanum 1898-1902, «MDAI» 17, 1902, pp. 1-97: 74-86; dì nuovo ripreso da F.CoARELLI, Roma, Roma Bari, Laterza, 2008 6 («Guide Archeologiche Laterza»), p. 89. 4

VIII. LE BIBLIOTECHE

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Nel 75 d.C. Vespasiano, il primo imperatore della dinastia Flavia, inaugurò il Templum Pacis(noto anche come Forum Pads: cfr. ill. 100). La grande piazza colonnata, che si trovava a est del tempio di Faustina e della Basilica Emilia, era delimitata nella parte meridionale da una serie di edifici dei quali facevano parte , oltre al tempio vero e proprio, anche due sale di una biblioteca pubblica. Secondo Gellio (V, 21, 9; XVI, 8, 2), che era un assiduo frequentatore di biblioteche, in questa si potevano trovare rari scritti di antichi grammatici. Nel 191, sotto Commodo, il TemplumPaàs, e con esso anche la biblioteca, vennero colpiti da un incendio nel corso del quale andarono bruciati gli scritti di medicina di Galeno (Galeno, De comp. med. I, 1). Sotto Settimio Severo esso fu ricostruito. Ancora nel IV secolo, lo storico Ammiano Marcellino (XVI, 10, 14) loda il TemplumPaàs quale una delle «magnificenze» della città di Roma e nella HistoriaAugusta, che risale quasi alla stessa epoca, viene citata la biblioteca che lì si trovava (Tyr.trig. XXXI, 10). Come si è detto, nelle strade e nei vicoli intorno al Templum Paàs c'erano molte librerie: in tal modo il frequentatore di biblioteche, che dopo aver letto un'opera decideva di acquistarla, poteva tentare la fortuna e trovarla nelle immediate vicinanze. L'imperatore Traiano fondò nella zona del suo grande Foro una delle biblioteche più importanti di Roma, un capolavoro di Apollodoro di Damasco, suo architetto di corte. Per realizzare il grande progetto edilizio del Foro Traiano, dové essere spianata la zona fra il Campidoglio e il Quirinale. In quell'occasione venne demolito anche l'Atrium Libertatis,nel quale- come sappiarno-Asinio Pollione aveva allestito la prima biblioteca pubblica della città. Ebbene, come mostra un frammento della FormaUrbis,il grande plastico di marmo della città di Roma, la denominazione ufficiale di entrambe le absidi della Basilica Ulpia (nella parte settentrionale della piazza del Foro) era quella di (Atrium) Libertatis. Traiano aveva dunque riservato queste parti della Basilica, in cui si svolgevano le normali attività giudiziarie e commerciali, alle funzioni dell'antico Atrium Libertatis. Dunque è del tutto plausibile che il patrimonio librario di quella che fu la biblioteca di Asinio Pollione abbia costituito il nucleo di base della

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nuova biblioteca Traiana. Per questa biblioteca furono costruite, dietro la grande Basilica Ulpia, nella parte settentrionale del Foro, due sale a pianta rettangolare, tra le quali si ergeva la Colonna Traiana con la rappresentazione a rilievo delle guerre daciche dell'imperatore. Questi due distinti corpi dell'edificio mostrano, ancora una volta, che esisteva una bibliotheca Graecae una Latina e queste si trovavano in zone separate. Se è indubbio che la doppia biblioteca appartenesse al1'originario progetto edilizio del Foro di Traiano, tuttavia essa forse venne completata soltanto sotto Adriano, visto che alcuni mattoni trovati al suo interno presentano un sigillo dell'anno 123 d.C. 41 • La denominazione ufficiale era bibliothecae divi Traiani, «biblioteche del divinizzato [quindi morto] Traiano»; questo è quel che si evince da un'iscrizione onoraria rinvenuta ad Ostia e dedicata ad un certo Annio Postumo (CIL XIV, 5352), procuratorbibliothecarumdivi Traiani. Tra i frequentatori di questa biblioteca incontriamo ancora una volta Gellio, al quale, mentre cercava lì scritti di tutt'altro genere, capitarono tra le mani degli antichi editti dei pretori, dunque ordinamenti legislativi (XI, 17, 1). Egli la chiama bibliothecatempli Traiani,per via del tempio in onore del divinizzato Traiano, fatto costruire da Adriano. Un'altra denominazione, quella di bibliothecaUlpia,che si deve al nome della famiglia di Traiano (evidentemente in analogia con la Basilica Ulpia), viene utilizzata da Flavio Vopisco, uno degli autori della HistoriaAugusta;egli studiò in questa biblioteca le raccolte di fonti per la storia degli imperatori del III secolo Aureliano e Tacito: tra queste i librilintei di Aureliano (Aur I, 7; I, 10; VIII, 1) e i libri elephantinidi Tacito (Tac.VIII, 1); in quest'ultimo caso egli fornisce addirittura il numero dell'armariumnel quale si trovava uno dei libri consultati («in annario sexto»). Da lui apprendiamo anche (Num. XI, 3) che in questa biblioteca si trovava una statua dell'imperatore Numeriano (reg. 283-284), celebrato in quanto oratore. All'epoca in cui Flavio Vopisco frequentava la bibliothecaUlpia, essa era stata trasferita nelle grandi terme di Diocleziano (Prob.II, 1), ma Cfr. a riguardo J.C.ANDERSON JR., The HistoricalTopographyo/ the Imperia! Fora,Bruxelles, Latomus, 1984 («Collection Latomus» 182), pp. 152-153. ~

1

VIII. LE BIBLIOTECHE

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solo temporaneamente, visto che, secondo Sidonio Apollinare (Epist.IX, 16, 3, 25-28), nel V secolo la biblioteca si trovava nuovamente nella sua sede originaria, e lì, in suo onore, fu eretta una statua. Il Padre della Chiesa Girolamo menziona un'altra biblioteca, altrimenti sconosciuta, sul Campidoglio, che sarebbe stata distrutta nel corso di un incendio, nel 188 d.C., al tempo dell'imperatore Commodo (Chron.,p. 209, 10-12 Helm). Inoltre nelle vicinanze del Pantheon si trovava una biblioteca che, secondo quanto leggiamo in un frammento papiraceo dei Cesti di Giulio Sesto Africano (PO:xy. III, 412), egli stesso avrebbe progettato per l'imperatore Alessandro Severo (reg.222-235). Nell'insieme il numero delle biblioteche pubbliche a Roma era ancora più alto di quanto lascino intendere le fonti letterarie. La Notitia regionum urbis Romae, di età costantiniana , fa riferimento a ventotto biblioderStadtRom, teche pubbliche esistenti a Roma [O. Richter, Topographie Mi.inchen, Beck, 190!2, pp. 376-377]. Ma in questo numero sono incluse probabilmente anche le biblioteche annesse ai grandi impianti termali, di cui parleremo nel prossimo capitolo. Al volgere del IV secolo, lo storico Ammiano Marcellino discute ampiamente della decadenza dei costumi e della cultura antica nel suo tempo (XIV, 6, 18): «Le poche case che nel passato si erano distinte per il culto severo degli studi, ora abbondano dei divertimenti tipici di una torpida pigrizia, e risuonano di canti, e del tintinnio delle cetre, leggero come il vento. Insomma, invece del filosofo si invita il cantore , e al posto dell'oratore il maestro di recitazione. Siccome le biblioteche, come fossero tombe, sono chiuse per sempre, si fabbricano organi ad acqua, e lire grandi come carri, e flauti, e strumenti ingombranti destinati ad accompagnare il gesticolare degli istrioni». Questo passo di Ammiano viene spesso citato nella letteratura sulle antiche biblioteche a testimonianza del fatto che le biblioteche pub bliche della città di Roma avevano allora chiuso per sempre le loro porte. Ma questa visione necessita di una rettifica. Innanzi tutto Ammiano non si riferisce alle biblioteche pubbliche, ma a quelle private delle ricche dimore della classe senatoria, e in ogni caso il quadro tracciato appare esageratamente pessimistico. C'erano infatti pur sempre

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persone che appartenevano a questo ceto che con consapevolezza si dedicavano all'eredità della cultura classica: si pensi, solo per fare un esempio, ad un intellettuale come Quinto Aurelio Simmaco. In queste cerchie, che naturalmente erano sempre più elitarie, l'eredità del patrimonio intellettuale pagano visse una tarda rifioritura. Lo sforzo di conservazione degli antichi classici si evince chiaramente ancora oggi da alcuni codici di lusso, ad esempio di Omero e Virgilio, che si sono conservati. Almeno una - ma forse non era l'unica - delle grandi biblioteche pubbliche di Roma era ancora in funzione nel V secolo, la biblioteca del Foro di Traiano: qui, come si è detto, verso il 450, fu eretta una statua in onore di Sidonio Apollinare e collocata tra i ritratti degli autori (Epist. IX, 16, 3, 25-28). Ma, poco dopo, il generale impoverimento nella città di Roma deve aver comportato la fine anche delle antiche biblioteche pubbliche. Le antiche biblioteche imperiali a Roma sono esistite ancora fino al V secolo. A partire da quest'epoca nuove biblioteche furono fondate solo da istituzioni ecclesiastiche. Il patrimonio librario delle biblioteche cristiane, peraltro, era finalizzato alla raccolta di scritti della nuova dottrina. Raccolte librarie potevano trovarsi, ad esempio, proprio nelle chiese, anche se probabilmente saranno state di entità piuttosto modesta e soprattutto limitate a testi biblici: ne è un esempio la biblioteca che Paolino di Nola allestì nella Basilica di san Felice (Epist. XXXII, 16; cfr. infra) . Ma questo probabilmente non vale per la biblioteca che papa Ilaro (461-468) fece costruire nelle vicinanze del battistero lateranense, secondo quanto si legge nel Liber Ponti/icalis [I, p. 245, I. 2, ed. Duchesne], una raccolta delle prime biografie papali. La fonte parla addirittura di due biblioteche (/ecit autem et bibliothecas II in eodem loco), e dunque si trattava forse di una doppia biblioteca, costituita da una sezione latina e una greca, nel pieno rispetto della 'tradizione bibliotecaria' di Roma. Nel VI secolo, sotto la attuale cappella Sancta Sanctorum, quindi non lontano dalla Basilica Laterana, fu costruita una nuova biblioteca, i cui resti sono venuti alla luce durante lavori di scavo degli inizi del XX secolo. È stato rinvenuto addirittura il frammento di un affresco

VIII. LE BIBLIOTECHE

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di VI secolo che raffigura sant' Agostino che legge (ill. 86). In epoca tardoantica e medievale, nella zona del Laterano si trovavano anche la residenza e la sede amministrativa del papato; la biblioteca di Ilaro e la biblioteca sotto la cappella Sancta Sanctorum potrebbero dunque essere state le prime sedi di quella che sarà poi la Biblioteca Vaticana. Una biblioteca più grande nacque per volere di papa Agapito (535536) sul colle Celio, vicino alla chiesa dei santi Giovanni e Paolo. Anche di questo edificio si sono conservati resti 42 •

5. Le bibliotechenell'impero romano Le fondazioni di biblioteche pubbliche in epoca imperiale non furono limitate alla città di Roma43• Per quanto riguarda l'Italia, c'era ad esempio una biblioteca a Tivoli nel tempio di Ercole Vincitore. Anche se l'impianto di questo tempio risale già all'epoca repubblicana, tuttavia la biblioteca poté essere edificata solo più tardi. Essa è testimoniata da Gellio, che la visitò per consultare un'opera dello storico Quinto Claudio Quadrigario (IX, 14, 3); sempre nelle NoctesAtticae leggiamo che lì era custodito un prezioso scritto di Aristotele, che una volta fu concesso in prestito (XIX, 5, 4): di questo episodio torneremo a parlare nel cap. X. All'epoca di Domiziano, Plinio il Giovane donò a Como, sua città natale, una biblioteca pubblica e, in occasione dell'inaugurazione, tenne un discorso ai suoi concittadini (Epist. I, 8, 2). Un 'iscrizione onoraria a lui dedicata (CIL V, 5262) ci informa perfino sulla somma

42

Sulla fine delle biblioteche imperiali a Roma: G.W. HousTON, A Revisionary Note on Ammianus Marcellinus14.6.18. When Did the PublicLibrarieso/ Ancient Rame Close?,«The Library Quarterly» 58, 1988, pp. 258-264. Sulle prime biblioteche cristiane di Roma: G. SCALIA,Gli «archiva»di papa Damasoe le bibliotechedi papa I/aro, «StudMed» 18, 1977, pp. 39-63; CHR. CALLMER,Die iiltesten christlichenBibliotheken in Rom, 6. ARISTOTELE

Atheniensium respublica 18, 1: 183. 22, 4: 39.

Florida

Histona animalium

XVIII, 8: 228.

V, 18, 550a: 146.

INDICI

348

Politica

CICERONE

VII, 1336b: 45.

A cademica Il, 94: 171.

ATENEO

De /inibus bonorum et malorum

Deipnosophirtae 1,3a: 156,183,184,185,186,213. I, 22d: 189. I, 27e-f [= Ennippo, fr. 63 K.-A.]:82. IIl,126e-f [= Nicofonte, fr. 10 K.-A.]: 36. IV; 1646-d [ = Alessi, fr. 140 K.-A.]:50, 203. V, 206f e sgg. [= Moschione, FGrHist 575 F l]: 206. V, 214e: 186. VII, 276a [= Callia, T 7 K.-A.]:.36. VIII, 336d-e [= Sozione di Alessandria, p . .31 Wehrli]: 192. X, 448b [= Callia, T 7 K.-A.]:36. X, 453d-e [= Callia, T 7 K.-A.]:27n., 36. X,454b-c[= Euripide, TrGFV.1,F 382]: .35. X, 454d [=Agatone, TrGFI, 39 F 4]: 36. X, 454e [=Teodette, TrGFI, 72 F 6]: 36. XII, 515e [= Artemone di Cassandria, FHG IV, p. 342 Miiller]: 203,303. XIV,620b [= Caristio di Pergamo, FHG IV, p. 358 Miiller]: 162. XV, 694a [ = Artemone di Cassandria, FHG IV;p. 342 Miiller]: 203,303. CAssIO DIONE

HistoriaeRomanae XLIX, 43, 8: 221. LXVI, 24, 2: 221. CATULLO

Carmina 68, 36: 246.

III, 7 e sgg.: 210. III, 10: 210. V, 1, 1: 203.

De natura deorum I, 63: 179.

De ol/iciis I, 1: 45.

Epistu/ae AdAtticum I, 3, 2: 211. I, 4, 3: 211. I, 7: 211. I,8,2:211. I, 10, 3: 211. I, 10, 4: 211. I, 11, 3: 211. I, 20, 7: 211. II, 1, 12: 211. II, 2, 2: 212. II, 20, 6: 162. III, 12, 2: 164. IV, 4a, 1: 117,212,248,302. IV, 5, 3: 212,248. IV, 8, 2: 212,248. IV, 10, 1: 209. IV, 14, 1: 212. XII , 6a, 1: 171. XIII, 21, 3: 171. XIII,2la, 1: 157. XIII, 23, 2: 302. XIII, 31, 2: 212. XIII, 32, 2: 212. XIII, 44, 3: 171.

349

JNDICI

Ad Quintum /ratrem

DIODORO SICULO

III . 4, 5: 213. III. 5, 6: 213.

Bibliothecahistorica

Ad Fami/iares V, 10a, 1: 212.

VI, 7: 165. IX, 4: 213.

XIII,77, 3: 178,212. XVI, 21, 8: 16.Z.

Orator 29: 171.

ProLigario 33: 171.

Hortensius fr. 8 Grilli: 217. CLAUDIANO

Bellum Geticum 232: 73.

II, 32, 4: 86. III, 67, 1: 17. V, 74, 1: 14. XI, 87, 1: 40. DIOGENE LAERZIO

Vitae philosophorum I, 57: 155. III, 9: 158. III, 18: 184. IV, 5: 158. V, 51 e sgg.: 188. V, 52: 185. V, 62: 187. VII, 2-3: 158. VII, 31: 158. VII, 34 : 202. VII, .36: 162, 302. IX, 52: 179. X, 21: 187. X, 26: 187.

CODEX THEODOSLtNUS

XIV,9, 2: 242.

DIONE CRISOSTOMO

De pulchritudine COLUMELLA

De re rustica I, I, 13: 208.

12: 175.

Corinthiaca 8: 231.

CORNELIO NEPOTE

De viris illustribus Atticus 13, 3: 212,302. 14, 1: 212,302.

DIONIGI DI AuCAR.NASSO

Antiquitates Romanae I, 74, 5: 73. V,28, 2: 44. XIII, 1, 1: 43.

CORPUS H/PPIATRJCORUM GR.4BCORUM

Hippù1tricaParisina440 , p. 63 OderHoppe: 64.

De antiquis oratoribus [De Isocrate] 18: 157.

350 Dc>NATO

[Svetonio] Vita Vergilii p. 66 Reifferscheid: 213. EDICIVM DIOCI.ETUNI DE PRE1115 RERUM VI!NALIUM

VII, 38: 87. VII, 39-40: 170. EPIFANIO

De mensuriset pondenbus I I= PatrologiaGraeca43,256: 197. EPITTETO

Dissertationesab Arriano digestae [Arrianiepistulaad Lucium Gellium] p. 5 Schenkl: 167. ERODIANO

Ab excessudivi Marci I, 17, 1: 70. ERODOTO

Histon·ae IV, 78: 33. V, 58: 14, 86, 156. VI, 27: 33. EscHILO

Prometheusvinctus 460: 14.

Fragmento TrGFIII, F 281 a= POxy. XX, 2256 fr.

111 sgg.: 35. 314 sgg.: 35.

Iphigenia Taurica 584 sgg.: 35.

Theseus TrGF V.I, F 382 [=

ATENEO

X, 4546-

c]: 35. EUSEBIO DI CESAREA

Historia ecclesiastica VI, 23, 2: 166.

VIII, 2, 1: 180. FESTO

De verborum signt/icatu s.v.Bibliotheca:181. FILONE DI ALESSANDRIA

Legatioad Gaium 151:230. FILOSTRATOFLAVIO

Vitaesophistarum II, 1: 46. FRONTONE

Epistulae Ad Marcum Caesarem I, 7, 4: 162, 175. IV, 4, 1: 73. IV, 5: 293.

IV, 5, 2: 299.

9 (a): 35. FULGENZIO EURIPIDE

Mythologiae

Hippolytus

III, 10: 27.

856 sgg.: 35. GALENO

IphigeniaAulidensis 98 sgg.: 35.

De compositione medicamentorumper generalibri VII

351

INDICI

1, 1 = XIII, p. 362 Ki.ihn: 221,223,266,

GIORGIO CEDRENO

298.

Historiarum compendium voi. I, p. 616 Bekker: 87.

De librispropriisliber Prooemium= XIX, p. 8 Kiihn: 174. In Hippocratis De natura hominis librum commentariiIII I, 44 = CMG V 9, 1, p. 55: 190,201. In HippocratislibrumDe officinamedici commentariiIII Prooemium= XVIIl.2, p. 630 Kiihn:117. In Hippocratislibrum III Epidemiarum commentariiIII II, 4 = CMG V 10, 2.1, pp. 79-80: 190,

GIOVANNI CRISOSTOMO

In Matthaeum homiliae LXXII, in Patrologia Graeca58, 669: 122. GIOVANNI ZONARA

Epitome historiarum XIV,2: 242. GIROLAMO

Chronicon p. 209, 10-12 Helm: 225. De viris illustribus

192, 197.

CXIII: 241.

GELLIO

Epistu"1e 5, 2 [Ad Florentinum]:163. 22, 32 [Ad Eustochium]:131. 107, 4, 2 [Ad Laetam]:46.

NoctesAtticae II, 3 , 5: 174, 175. III, 3, 1: 217. III, 10, 17: 213. III, 17, 3: 158. V, 4 , 1: 174. V, 4 , 4-5: 171. V, 21, 9: 223. VII, 17: 182. IX, 4: 174,206. IX, 14, 3: 227 . XI, 17, 1: 224,297. XIII, 20: 222 . XIII, 20, 1: 295,297. XIII, 20, 2 e sgg.: 297. XVI, 8, 2: 223. XVIII, 4, 1: 174. XVIII, 5, 11: 175. XVIII, 9, 5: 233. XIX, 5, 1-5: 295. XIX, 5, 4: 227.

GIULIANO L'APOSTATA

Epistu"1e 106 [Porphyn·o]: 243. 107 [Ecdtào]; 243. GIULIO SESTO AFRICANO

Cesti POxy. III, 412: 182,225,300. GIUSEPPE FLAVIO

Antiquitates ]ud4icae XII, 2, 11: 87. GIUSTINIANO

Digesta XXXII, 52: 137. XXXVII, 11, 1: 57.

INDICI

352 HlPPIATRic.A. PARISINA

vd.

CoRPUS HIP.

PIATRJCORUM GRABCORUM

lsIOORO DI SMGLIA

Etymologiaerive originer VI, VI, VI, VI,

5, 1: 199,208. 5, 2: 219. 6, 1: 241. 11, 2: 87.

ISOCRATE Panathenaicur 250 e sgg.: 157. LIBANIO

Orationer I, 148: 178. LIBBR PO!lfTll'ICA.I.IS

I, p. 245, I. 2, ed. Duchesne: 226. LIVIO

Ab urbe conditalzbri II, 12, 7: 44. III, 44, 6: 43. IV,7, 12: 73. IV,20, 8: 73. V, 27, 1: 43. IX, 36, 3: 43. X, 38, 6: 73. XXXIX, 16, 8: 180. LUCIANO

Adverrur indoctum 4: 162.

I, 113: 174. I, 117, 9 e sgg.: 173. I, 117, lOesgg.: 176. I, 117, 15: 176,248. II, 91: 176. III, 95: 176. IV,53: 222. VII, 17: 213. VII, 17, 5: 248. VII, 88: 174. IX, prooem.:213. IX, 97: 176. Xl , 3: 174. XII, 2: 222. XIII, 3, 4: 173.

XIV,5: 72. XIV,38: 92. XIV,84: 100. XIV, 183-195: 178. XIV, 184: 135.

XIV, 186: 136, 149. XIV, 188: 136. XIV, 190: 136. XIV, 192: 136. XIV, 194: 178. MARZIANOÙPELLA

De nuptiis Philologiaeet Mercuni III , 261: 26. MICHELEGLICA

Anna/es IV,p. 281 Bekker: 242. Norrru REGIONUM URB/S RoMAB

Alexander

pp . 376-377 ed . Richter, Topographie

47: 179.

derStadt Rom, 19012: 225.

MARZIALE

OMERO

Epigramma/a

Ilias VI, 155 sgg.: 18.

I, 2: 135, 174.

353

INDICI ORAZIO

PETRONIO

Carmina

Satyricon

II, 20, 13 e sgg. 174.

48, 4: 213 . 58, 7: 43.

Epistulae I, 3, 15 e sgg.: 220, 296. I, 20, 2: 173. I, 20, 11 e sgg.: 175. II, 1, 214-218: 220. 11,3,345: 173.

Saturae

PI.ATONE

ApologiaSocratis 26d-e: 157.

Protagoras 325c-326b: 34. 326d: 47.

I, 4, 9-10: 165. OROSIO

Historiaeadversuspaganos II, 19, 16: 119.

Leges VII, 809-810: 34. [PI.ATONE]

Hipparchus OVIDIO

Ars amatona III, 627 -630: 93.

228b: 155. 228c: 183. PLINIO IL GIOVANE

Tristia III, 1, 59 e sgg.: 180,220,298. IV, 9, 15 e sgg.: 174. PAOLINO DI NOI.A

Epistulae XXXII, 16: 226,241. PARTENIO DI NICEA

Na"ationes amatoriae IX, 5: 62. PAUSANIA

Graeciaedescriptio I, 17,2:203. I, 18,9 : 233,285 . IV, 26, 8: 64. VI, 9, 6-7: 33 . IX, 31, 4: 64.

Epistulae I, 8, 2: 227 . I, 13: 167. II, 17, 8: 213,262 . III, 5, 1-2: 217. III, 5, 10 e sgg.: 166. III, 5, 11: 302. III, 5, 14: 302 . III, 7, 8: 213. IV, 7, 2: 174. IV, 28: 252 . IV, 28, 1: 213 . IX, 11, 2: 174. IX, 36, 2: 166. IX, 36, 4: 302 . X, 81, 7: 231. PLINIO IL VECCHIO

NaturalisHistoria

INDICI

354 VII, 115: 219. XII, 94: 222. XIII, 69: 64, 72, 75. XIII,70: 87, 20 l. XIII,72: 79. XIII, 73: 79. XIII, 74 e sgg.: 80, 81. XVI, 157: 92. XVIII, 22: 208. xxv,6-7: 199,246. xxv,8: 146. XXXIV,4 3: 222. xxxv, 9-10: 266. xxxv, 11: 148,174. xxxv,68: 142. xxxv, 121: 142.

Marcellus 30, 11: 221.

Romulus 6: 43. Sulla 26, 1-3: 185, 186.

Moralia Non posse suaviter vivi secundum Epicurum 1095e: 189.

Quaestionesconviva/es 675b: 65.

QuaestionesRomanae PLUTARCO

Vitaeparallelae Aemilius Paulus

277d: 26. 278e: 26, 43.

28, 11: 199.

[PLUTARCO]

Alexander

841F: 190.

Vitaedecem oratorum 8: 158. POLIBIO

Antonius

Historiae

58, 9: 201. 59, 1: 201.

XII, 27, 4-5: 207. XXXI, 23, 4: 208.

Aristtdes

POLLUCE

7: 40.

Camillus

Onomasticon IX, 47 [= Eupoli, fr. 327 K.-A.l:38.

10: 43 . PROBO VALERIO

CatoMinor

VitaAuli PersiFlacci

10, 1-3: 202.

p. 73 Reifferscheid: 48. p. 74 Reifferscheid: 213,214 .

Cicero 27, 6: 209.

PROCLO DI ATENE

Lucullus

In Platonis Timaeumcommentano

42, 1-2: 210 .

28c : 184.

355

INDICI

PsEuoo-AcRONE Scholiain Horatium vetustiora

Caruset Carinuset Numen'anus

1,20,2: 176.

XI, 3: 224.

QUINTILIANO

[mtitutio oratoria prae/atio:173. I, 1 e sgg.: 46. I, IO, 17: 184. I , 1, 26: 46. I, 1, 27: 46. I, 1, 37: 48 . X, 1, 104: 180. X, 3, 19 e sgg.: 166.

Tyranni triginta XXXI, IO:223. XXXIII, 8: 166. SENECA

De bene/iciisVII, 6 : 173. Dialogi VI, 1, 3: 180. IX, 9, 4: 217 .

IX, 9, 4-7: 250. SCHOUA IN [UVBNAUIM

IX, 9, 6: 214 .

I, 128: 220.

Epistulaemora/esad Lucilium SCRJYTORES HlSlORLtE AVGUST..tE

Maximini duo

xxx, 4: 129.

Gordianitres XVIII,2: 213,214.

33, 3: 176. 39, 2: 217. 94, 51: 46. SENECA IL VECCHIO

Controversiae IV, prae/atio:167.

Aurelianus I, 7: 77 , 224.

SENOFONTE

I, 10: 224. VIII, 1: 224.

Anabasis VII, 5, 14: 157.

Taatus

Memorabilz'a IV, 2, 8: 184.

VIII, 1: 224,263,297. VIII, 2: 77.

SERVIO

Probus

In Aeneida

II, 1: 222,224 , 274.

III, 444 : 73 .

356

INDICI

SIDONIO APOLLINARE

SVETONIO

Epistulae II, 9, 4 [Donidio]:176. IV, 11, 6 [Pertreio]:214. IX, 16, 3, 25-28 [Firmino]:225,226.

De vita XII Caesarum Divus Iulius 44, 2: 218,219. 56, 7: 219,299. 82, 2: 91.

SIMMACO

Epistulae IV, 34, 3 [Protadio]:73.

Divus Augustus 29,3:219,221,265. 78, 2: 302.

SoFOCLE

'AxméìivauUoyoç

Tiberius

TrGFIV, F 144: 35.

61, 3: 180. 70, 2: 222. 74: 222.

Trachiniae 47: 35. 157: 35. STAZIO

Caligula 16, 1: 180. 21: 222.

Szlvae II, prae/atio:167.

Divus Claudius

STRADONE

41, 8: 26. 42, 2: 196.

Geographica XIII, 1, 54: 170, 185. XIV, 1, 37: 207. XIV, 1, 43: 239. XIV, 1, 48 : 206. XVII, 1, 5 e sgg.: 196. XVII, 1, 8: 188, 252. SVIDAS

Lexicon s.v. 'Enaq>QOOtToç: 214. s.v. EÙ(J>oQlOOV: 198,218. s.v. 0Érov: 196. s.v. 'Iol}tavoç: 243. s.V. NÉOTO>Q:27. S.V. OùT}1.ÀO>v: 303.

Nero 7: 48. 52: 165.

Domitianus 10, 3: 142. 20: 221, 298 .

De viris illustribus De grammaticiset rhetoribus 1: 50. 3 : 178 . 16, 2: 51. 17: 178. 20 : 220. 20, 1: 299. 21: 221. 21, 3: 299.

357

INDICI TACITO

ULPIANO

vd. GIUSTINIANO, DrGESTA

Agricola 2, 1: 180.

VARRONE

De bib/iothecis[GRF I] Anna/es II, 37, 2: 221. Xl, 13: 26.

T23:219. F 53: 219. F 54: 219.

XI, 14: 14, 26.

xv,39: 221. xv,41: 221.

Res rusticae II, 5, 18: 43 .

TEMISTIO

VITRUVIO

Orationes

De architectura I, prae/atio:177. I, 2, 7: 213,249.

IV, 59d-60c: 242 .

IV, 8 e sgg.: 79.

V, 11, 2: 189. VI, 4, 1: 213,249. VI, 5, 2: 249 . VI, 7, 1-5: 199. VII, prae/atio,4: 200. VII, prae/atio,4-7: 263. VII, prae/atio,11: 144.

TEOFANE CoNFESSORE

Chronographia,p. 405, 11-14 de Boor: 242. TEOFRASTO

Historiaplantarum

TERTULLIANO

ZENOBIO SOFISTA

Scorpiace,1: 146.

EpitomecollectionumLuci/li Ta"haei et Didymi

[TERTULLIANO]

V, 6: 157.

Adversus omnes haeresesV, 1: 17. ZOSIMODI CoSTANTINOPOLI TZETZESGIOVANNI

Prolegomenade comoediaAristophanis p. 32 Koster: 190, 197. VALERIOMASSIMO

Factaet dieta memorabilia VI , 3, ext. 1: 179.

Historianova III, 11, 3: 242.

II. INDICE

DELLE TESTIMONIANZE SCRITTE

PAPIRI*

P]ohnson (aurighidi Antinoe): 142.

PAmh. inv. G 202: 121.

P]ohnson (erban·odi Antinoe): 146.

PAnt. I, 29: 133.

PKell. III Gr. 95: 68.

PAnt. II, 54: 122.

PLit.Lond. 5: I 70.

PapyrusBeatty Mani 3-4: 121. PBerol. inv. 9875: 159.

PLit.Lond. Il: 97. PMil.Vogl.I, 19: 173. POxy. I, 30: 136, 138.

PBerol.inv. 10571 + 10562 (= BKTV.1, 75-76): 118.

PBodmer XXIII: 125, 127. PBodmer XXV+IV+XXVI: 120. PCair.Zen.59054: 80. PColon. inv. 4780: 122. PDerveni:86, 159. PDidot 28-34: 113.

POxy. II, 223: 113. PO:xy.III, 412: 182,225,240,300. POxy. V, 843: 118. POxy. VI, 852: 118. POxy. VI, 856: 113. PO:xy.IX, 1182: 108. POxy. X, 1241: 192, 193. POxy. XI, 1379: 113.

PapyriGraecaeMagicael, 244-246: 94.

POxy. XVIII, 2192: 9, 177.

PHaw. 24-28: 111.

POxy. XX, 2256 fr. 9 (a): 35.

PHerc. 817: 113,217.

POxy. XXII, 2331: 154.

Pland. V, 90: 113.

POxy. XXVI, 2450: 117.

* In questa rubrica sono inclusi, secondo l'uso, anche resti di codici di papiro, pergamena e legno.

359

INDICI

POxy. LIV, 3723: 116, 118. PParis 1: 144. P Paris,Bibliothèquenationale Suppi. Gr. 1294: 154. PPetaus 30: 175. PPetaus 121: 41. PRoss.Georg.III, 1: 245. PSI VII, 847: 152. PSI VIII, 919: 154. PVindob. gr. 19996: 144.

EPIGRAFI

V, 7376: 228. VI, 2347: 221. VI, 2348: 221 . VI, 4431: 221. VI, 4433: 221. VI, 4435: 221. VI, 5188: 220 . VI, 5189: 220. VI, 5191: 220. VI, 8679: 299 . VI, 8907: 299 . VI, 9218: 173n. VIII, 20684: 301. X, 4760: 228,265. X, 6638: 214. XI, 1236: 302. XI, 2704b: 228. XIV, 5352: 224, 301.

Agora Inscriptions I, 848 (= The Athenian Agora III, 1957,

Forschungenin Ephesos,V 1

p. 150, nr. 464): 232,259. I, 2729 (= The Athenian Agora III, 1957, p. 150, nr. 464): 293,296.

lnscriptionesGraecae(IG)

Altertiimer von Pergamon,VIII 3 pp. 29-30 [nr . 6]: 284 e n. pp. 84-85 [nr . 38]: 236.

«Année épigraphique>► ( «AnnEpigr») 1953, nr. 73: 300 e n. 1960, nr. 26: 301 e n.

«Bulletin de CorrespondenceHellénique» («BCH») 57, 1933, pp . 316-320 (n° II): 233 e n. 59, 1935, pp. 421-425 (n° XLI): 204 e n.

CorpusInscriptionumLatinarum (CIL) III, 607: 231. IV, 2487: 59. V, 5262: 227.

p . 75 [nr. 13]: 237,298 .

XII.3 536 -601: 31. 1410-1493: 31.

XIV 422: 206. 430: 206. 1085: 196,300,

InscriptionesGraecae , editiominor (IG2) p 374: 82.

Il/1112 1009 + «Hesperia►> 16, 1947, n. 67: 203. 1029: 203. 1030: 203 . 1040: 203 . 1041: 203. 1042:203 .

360

INDICI

1043: 203. 2363: 204.

CITIA DEL VATICANO, BIBLIOTECA

APO-

STOLICA VATICANA

IVF 456: 235.

InscriptionesLatinaeSelectae(Il..S) 9362: 230.

«Jahrbuchdes KaiserlichDeutschenArchiiologischenlnstituts» 18, 1903, pp. 193-194: 231 e n.

Monumenta Asiae Minoris Antiqua (MAMA)

Vat.gr. 1209: 121. Vat.lat. 3225: 132. Vat.lat. 3226: 133. Vat.lat. 3867: 132, 134, 151. Vat.lat. 3868: 152. DUBLIN, CHESTER BEATTY LIBRARY

W 134: 127. DOSSELOORF, LANDESBIBLIOTIIEK

Lat. Ms. A 14:99n.

VIII, 1962, nr. 418: 238.

FIRENZE, BIBLIOTECA MEDICEA LAU -

«Nuova Silloge Epigrafica di Rodi e Cos»

Plut. 74, 7: 148.

4: 204 e n. 11: 204 e n.

RENZIANA

LEIDEN,

BIBLIOTI-IEEK DER R.!JKSUNI-

VERSITEIT

Orientis Graeci lnscriptiones Selectae (OGIS) 172: 193.

«Paroladel Passato»(«PP») 29, 1974, pp. 388-409 [+52, 1997, pp. 241-255]: 205-206.

SyllogeInscriptionumGraeCJJrum (Syll.J) 823 B: 235.

Cod. Or. 51: 144 e n. LONOON, BRITISH LIBRARY

Additional 43725: 122. Cotton Otho B. VI: 133. Roya/ 1 DV-VIII: 122. MILANO, BIBLIOTECA AMBROSIANA

F 205 in/: 132. PARIS, BIBLIOTI-IÈQUE NATIONALE

Suppi. gr. 1286:133.

Tituli Asiae Minoris (TAM) II, 3, 1944, nr. 910: 238,298.

ROSSANO, MUSEO DIOCESANO

Codex Rossanensis:133. MANOSCRITI1 WIEN, ÙSTERREICHISCHE NATIONALBIBRUXELLES, BIBLIOTI-IÈQUE ROYALE AL-

BLIOTIIEK

BERT JER

3714: 148.

Theol. gr.31: 133. Med. gr. 1: 132, 148.

CAIRO, IL, MUSEO COPTO

ZAGABRIA, MUSEO ARCHEOLOGICO

Codici di Nag Hammadi: 123-125 .



Liber linteus:76, 77, 93 .

III. INDICE DEI NOMI ANTICHI E MODERN(

Acheo di Eretria: 204. Achille Tazio: 7. Acquafredda, Maria Rosaria: 11. Acrone (pseudo): 176. Adriano, Publio Elio: 6,196,214,224, 231, 233 e n., 238, 275-276, 284, 290,300. Aftonio di Antiochia: 197. Agapito I, papa: 227. Agatarco di Samo: 144. Agatone, poeta tragico: 36. Agostino: 99,227. Alberti, Leon Battista: 5. Alceo: 255. Alcmane, poeta lirico: 49. Alessandro di Abonotico: 179. Alessandro Etolo: 194. Alessandro Magno: 6, 10, 41, 48, 158159, 162. Alessandro Severo: 225,273, 300-301. Alessi, poeta comico: 50,191,203. Alfoldi, Andreas: 205n. al Mahjub, Omar: 263n. Amadasi Guzzo , Maria Giulia : 14n., 15n., 23n . Amasi, re d'Egitto: 156. Ambrogio: 99. Amici, Carla Maria: 268n ., 269n.

Ammiano Marcellino: 6, 196, 221, 223, 225. Anacreonte di Teo: 183. Anassagora : 144, 157. Anderson, Joseph Chapman : 224n ., 266n. Andreau, Jean: 72n. Andronico di Rodi: 186-187. Anicia Giuliana: 148. Annio Postumo, procura/or di biblioteca: 224, 301. Antallo (calamaio di): 94. Antifonte di Ramnunte: 54. Antigono di Caristo: 202. Antigono Gonata: 162,302. Antimaco di Colofone: 184. Antioco III il Grande: 198. Antioco IV Epifane: 87, 179. Antonino Pio: 162, 238. Antonio, Marco : 201, 217. Antonio Giuliano, retore: 175. Apellicone di Teo: 185-186, 209. Apollodoro di Atene: 173. Apollodoro di Damasco: 223. Apollodoro, donatore di una biblioteca a Cos : 204. Apollonio di Perge: 202. Apollonio Eidografo: 193.

"' Gli indici III, IV e V sono stati curati da Maria Rosaria Acquafredda. Non sono indicizzate le pagine del Supplementobibliografico.

362 Apollonia Rodio: 192. Apuleio di Madaura: 7, 228-229, 302. Archiloco di Paro: 179. Archino, politico ateniese: 19. Aristarco di Samotracia: 119,161,193. Aristide, politico ateniese: 40. Aristide, Publio Elio: 233. Aristodemo di Nisa: 206. Aristofane: 5, 36, 38, 49, 113, 134, 171, 184. Aristofane di Bisanzio: 161, 192-194, 263. Aristomache di Eritre: 65. Aristomene , eroe messeno: 64. Aristotele: 6, 39, 45, 53, 68, 79, 146, 157-158, 160, 176, 183-184, 185 e n., 186-188, 190,201,209,211-212, 227, 295. Arpalo, tesoriere di Alessandro Magno: 158. Arpocrazione, Valerio: 9, 177. Arriano, Flavio: 166. 'Arsam, satrapo d'Egitto: 86. Anemone di Cassandria: 203, 302. Ateneo di Naucrati: 6, 27n., 35-36, 50, 82, 156, 162, 183-186, 189, 191, 203 e n., 206,213,303. Atenodoro, filosofo: 202. Atretto, libraio a Roma: 173. Attalo I di Pergamo: 200. Attalo II di Pergamo: 200,202,232. Attalo III di Pergamo: 146,201. Attico, schiavo litteratus: 302. Attico, Tito Pomponio: 51, 117, 162, 164,171 en., 186,209-212,248. Audollent, Auguste; 61n., 64n. Augusto , Gaio Giulio Cesare Ottaviano: 10, 57-58, 81, 177-178, 180, 217, 219-222, 230,260,262, 289n., 299. Aureliano, Lucio Domizio: 77, 196, 224.

INDICI

Ausonio, Decimo Magno: 6. Baillet, Maurice: 65n. Baldini, Antonio: 198n. Barbier, Antoine Alexandre: 5. Barthélemy, Dominique: 87n. Bartoletti, Vittorio: 144n. Basile, Corrado: 80n. Beazley,John Davidson: 183n. Bechert, Heinz: 73n. Bellamy, Rufus: 155n. Bemabò, Massimo: 141n. Bernand, André: 32n. Benelli, Carlo: 148n. Beschaouch, Azedine: 230n. Bingen,Jean: 105n. Binsfeld, Wolfgang: 100n. Birt, Theodor: 57n., 100 e n., 163n., 246n. Bischoff, Bemhard: 113 e n. Bitone, trattatista militare: 202. Blanchard, Alain: 71n., 134n. Boeselager, Dela von: 95n. Boge, Herbert: 166n. Bohn, Richard: 253n. Bonaparte, Napoleone I: 5. Bonner, Stanley F.:33n., 48n., 54n. Borchardt, Ludwig: 159. Bouvier, Henri: 234n. Bove, Lucio: 72n. Bowie, Ewen L.: 238n Bowman, Alan K.: 68n. Bravo, Benedetto: 63n. Bruce, Lome D.: 300n. Bruto, Marco Giunio: 180. Biill, Reinhard: 91n. Burkhalter , Fabienne: 182n. Burzachechi, Mario: 19n., 183n. Cadmo, re dei Fenici: 14-15. Cagnat, René: 227n., 230n.

INDICI

Calderini, Rita: 41n. Caligola: 180, 222. Callia, poeta comico: 27n., 36. Callimaco di Cirene: 192,194,202 . Callmer, Christian: 227n., 245n., 282n., 289n. Calpumio Pisone, Lucio: 215. Calvisio Sabino, Gaio: 201. Cameron, Averli: 230n. Camp,John M.: 259n. Canfora, Luciano: 12, 186n., 188n., 191 e n., 195 e n., 196. Capasso, Mario:215n . Caracalla: 221, 273-274, 301. Carettoni, Gianfilippo: 219n. Caritone di Afrodisia: 7. Carvilio, Spurio: 26, 43. Carvilio Ruga, Spurio: 43. Cassandra di Macedonia: 162, 188. Cassio Dione Cocceiano: 221. Cassio Longino, Gaio: 180. Castagnoli, Ferdinando: 261n. Catone Censore, Marco Porcia: 48, 208,210, 294. Catone Uticense, Marco Porcia: 202, 210. Catullo, Gaio Valerio: 178,246. Cauderlier, Patrice: 72n. Cavallo, Guglielmo: 42n ., 105n., 106n., l l3n ., ll 7n., 133 e n., 134n., 138 e n., 161n., 18ln., 216 e n., 240n. Cazio, Tito: 252. Cecilio Epirota, Quinto: 50. Cecilio Giocondo, Lucio: 72. Cecina, Aula : 164-165. Cedreno, Giorgio: 87. Cesare, Gaio Giulio: 91, 164, 173, 186, 195-196, 201, 213, 215, 217-220, 260, 300, 303. Cherilo, poeta tragico: 50. Chirone, personaggio mitologico: 246.

363 Christes, Johannes: 299n. Cicerone, Marco Tullio: 45, 51-53, 117, 136-137, 157, 162, 164-165, 171, 176, 178-179, 186-187, 203, 209213, 217, 248-250, 302. Cicerone, Quinto Tullio: 213. Cida , direttore della biblioteca di Alessandria: 193. Claudiano, Claudio: 73. Claudio, Appio (detto il Decemviro): 43. Claudio, Tiberio Druso Nerone Germanico: 26, 81,168,196,231,301. Claudio Cieco, Appio: 25. Claudio Quadrigario, Quinto: 227. Cleopatra VII: 201. Ciad.io, Servio: 178, 211. Clodio Pukro, Publio: 212. Coarelli, Filippo: 24n., 22ln., 222n., 275n., 276n. Coccia, Michele: 68n. Cockle, Walter E.H.: 92n. Collart, Paul: 233n., 260n. Collinet, Paul: 239n. Colonna, Giovanni: 23n., 24n., 43n., 44n. Columella, Lucio Giunio Moderato: 208. Commodo, Marco Aurelio: 70, 221, 223,225 . Comparetti, Domenico : 215n . Conze, Alexander : 255 e n. Cardano, Federica: 18n. Corfidio, Lucio : 171. Costantino I il Grande : 240-242. Costanzo II : 131,242. Crasso, Marco Licinio : 7. Cratete di Mallo: 202,204 . Crateva, botanico: 146-149. Cremuzio Cardo , Aulo: 180. Cristofani , Mauro: 20n., 23n. Culham, Phyllis: 182n.

364 Dabbicco, Gaetano: 12. Dack, Edmond van't; 46n. Danton, Georges-Jacques; 5. Darnton, Robert: 8. Debut,Janine: 46n. Decio, Gaio Messio Quinto Traiano; 240. Dedoussi, Christina: 152n. De Fine Licht, Kjeld: 271n. Delbrueck, Richard: 72n. Delorme,Jean: 48n., 203n., 257n. Demetrio, vescovo di Alessandria: 240. Demetrio Faleceo: 188. Demetrio, libraio: 177. Democede, medico: 183. Democrito di Abdera: 144. Demostene: 7, 48-49, 54, 162, 301. De Petra, Giulio: 215n. De Simone, Carlo: 23n . Dessel, Peter van: 46n. Deubner, Otfried: 282n. Dicearco di Messina: 211-212 Diest, Walther von: 239n., 289n. Difilo, poeta comico: 204. Dihle, AJbrecht: 166. Diocleziano, Gaio Aurelio Valerio: 52, 87,170,180,224,274,301. Diodoro Siculo: 14, 17, 40, 86. Diogene di Enoanda: 58. Diogene Laerzio: 155, 157-158 , 162, 179, 184-185, 187-188,202,302. Dione Crisostomo: 175,231,237. Dionigi di Alicarnasso: 43-44, 73, 157. Dionisio, botanico: 146. Dionisio, schiavo di Attico: 212. Dionisio, schiavo di Cicerone: 212. Dioscuride Pedanio: 132 e n., 147, 148 e n. Diringer, David: 57n. Domiziano, Tito Flavio: 103, 176, 180, 221,227,298.

INDICI

Donato, Elio: 213. Dontas, Gorge S.: 103n., 203n. Dorandi, Tiziano: 117n., 166n. Druso Maggiore:265. Dueno (vaso di): 24. Duride (vaso di): 34-35, 91, 106. Dziatzko, Karl:255 e n., 256. Eleazar, sacerdote: 87. Elio, Lucio: 178. Elvidio Prisco: 180. Emilio Paolo, Lucio: 198, 208-209, 217. Ennio, Quinto: 50-51, 175. Epafrodito, grammatico: 214. Epafrodito, Marco Mezio: 214. Epaminonda di Tebe: 64. Epicarmo di Megara: 50. Epicuro: 179,187,216. Epifanio di Salamina: 197. Epitteto: 166-167. Eraclide Pontico: 184. Eraclito di Rodiapoli: 238, 298. Eratostene di Cirene: 193-194. Erbse, Hanmut: 161n. Erennio Severo: 213,252. Ermarco di Mitilene: 187. Ermippo, poeta comico: 82. Ermodoro, filosofo: 157. Erode Attico: 45. Erodiano, Elio: 70. Erodoto: 14,33,86, 156,191,238,255. Erone di Alessandria: 144. Eschilo: 14, 35, 50,158,190. Eschine: 54. Esiodo, poeta: 50, 64, 155, 183. Euclide, arconte ateniese: 19, 184. Eucratide I, re greco-battriano: 199, 257. Euforione di Calcide: 198,222. Eumene II di Pergamo: 87, 200-201, 253,256.

INDICI

Eupoli, poeta comico: 38, 171. Euripide: 5-7, 35, 38, 48-49, 118, 154, 158-159, 184, 190, 203-204, 250. Eusebio di Cesarea: 166, 180, 240-241. Eutidemo, filosofo: 184. Euzoio, vescovo di Cesarea: 241. Fabio Pittore, Quinto: 170,206. Faraone, Christopher A.: 65n. Favorino di Arles: 231-232. Fedeli, Paolo: 156n., 293n. Fehrle, Rudolf: 17ln., 207n., 298n. Felice IV, papa: 266. Ferraro, Salvatore: 42n. Festo, Sesto Pompeo: 181. Filetero di Pergamo: 200. Filisto, storico: 158. Filodemo di Gadara: 216-217, 249. Filolao di Crotone: 158, 184. Filone di Alessandria: 230 . Filone di Biblo: 303. Filosseno di Citera: 158. Filostrato, Flavio: 46. Fiorentino, sacerdote di Gerusalemme: 163. Flavio Emiliano, Lucio: 231. Foley, Helene P.: 38n. Foscolo, Ugo: 5. Fozio, patriarca di Costantinopoli: 7. Fraser, Peter Marshall: 188n., 192n., 197n. Frizzi, Giuseppe: 198n. Frontone, Marco Cornelio: 73, 162, 175,293,295 -296,299. Fulgenzio, Fabio Planciade: 27. Gabba, Emilio: 73n . Gaio Melisso, grammatico: 221,299 e n. Gaitzsch, Wolfgang: 91n . Galeno di Pergamo : 116,174,190,192,

365 197,201,221,223,266,268,296, 298. Gallavotti, Carlo: 215n . Gallo, Italo: 78n . Gardthausen, Victor: 57n., 89n., 93n. Garuti, Giovanni: 33n. Gellio, Aulo: 158, 170, 174-175, 182183, 206, 213,217,222-224,227, 233, 295-297. Germanico, Giulio Cesare: 265. Gerstinger, Hans: 52n., 132n., 148n. Geyer, Angelika: 141n. Giardina, Andrea: 134n. Gibbon, Edward : 198 e n. Gigante, Marcello: 42n., l 94n., 215, 216n. Giorgio, vescovo di Alessandria: 243. Giovanni Crisostomo : 122. Gioviano, Flavio: 243. Girolamo : 46, 131, 163-164, 225,241. Giulia, nipote di Augusto: 180. Giuliano, Flavio Claudio (detto l'Apostata) : 6, 242-243. Giulio Aquila Polemeano, Tiberio: 236237. Giulio Celso Polemeano, Tiberio: 236 e n., 237,279 e n., 281-282, 290, 298. Giulio Pappo, Tiberio : 301. Giulio Vestino, Lucio: 196, 300. Giuseppe Flavio: 87. Glica, Michele: 242. Gober, Willy: 181n. Gold, Barbara Kirk: 176n. Gordiano Il: 214. Gordon, Arthur Ernest : 23n., 24n ., 27n . Gorgia da Leoncini: 52, 54. Grabar, André : 133n. Grant,John Neilson: 133n., 152n. Gribomont, Jean: 133n.

366 Gros, Pierre: 228n. Guarducci, Margherita: 14n., 17n., 18n., 19, 23n., 61n., 62n. Guarino, Antonio: 73n. Gucht, Wilfried van: 46n. Guéraud, Octave: 46n. Guettd Cole, Susan: 38n. Gutenberg, Johann: 134. Habicht, Christian: 236n. Haelst,Joseph van: 175n. Haenny, Louis: 156n. Halhey, Hans Ado!f: 73n. Handler, Susan: 197n. Hanoune, Roger: 230n. Hansen, Esther V.: 200n. Harrauer, Hermann: 46n., 52n. Harris, William Vemon: 42n. Helbig, Wolfgang: 103n., 246n. Hemmerdinger, Bertrand: 119n. Henderson, Charles Jr.: 38n. Herzog, Reinhart: 23 ln. Heubeck, Alfred:14n., 18n., 155n., 161n. Hirtzel, Frederic Arthur: 134n. Hoepfner, Wolfgang: 255 e n. Holtz, Louis: 119n. Hombostel-Hiittner, Gertraut: 265n. Horsfall, Nicholas: 141n. Houston, George Woodard: 227n., 301n. Hueber, Friedmund: 280n. Hiilsen, Christian: 222n. lbico : 183. Ierone di Siracusa: 206. Igino, Gaio Giulio: 220, 299 e n. Ilario, santo: 163. Ilaro, papa: 226-227. Uizarov, Boris S.: 5. lmmerwahr, Henry R: 38n. Ìnan, Jale : 289n. lpazia: 196.

INDICI

lperide: 48. Ipparco, figlio di Carmo: 39. Ipparco, tiranno ateniese: 155, 183. Ippocrate di Chio: 144. lpsicrate, autore di Komodoumenoi:9, 177. Iseo: 301. Isidoro di Pergamo: 202. Isidoro di Siviglia: 87, 199, 208, 219, 241. Isocrate: 48, 54, 68, 157, 301. Jachmann , Gunther: 152n. Jeffery, Lilian Hamilton: 17n. Johnson, Lora Lee: 245n., 282n., 284n., 291n. Johnson, Richard Ronald: 86n., 88n. Johnson, William Allen: 8. Jouffroy, Hdene: 230n. Jouguet, Pierre: 46n. Kadar, Zoltan: 146n. Kaibel, Georg: 203n. Kasser, Rodolphe: 127n. Keil, Joseph: 236n. Kenyon, Frederic George: 155n. Kessler, Herben L.: 133n. Keyser, Paul: 27n. Kind, Emst: 23 In. Kirchhoff, Adolf: 16. Kleberg, Tonnes: 156n., 174n., 175n. Kotansky, Roy: 65n. Krenkel, Wemer: 58n. Krieg, Werner: 242n. Kriiger, Julian: 55n. Labruna, Luigi: 73n. Lang, Mabel L.: 32n., 39n. Laris Pulenas (sarcofago di): 45, 100. Lausos, eunuco imperiale a Costantinopoli: 87.

INDICI

Leccese, Natale : 12. Lehmann, Hannes: 23n. Leone III Isaurico: 242. Leopardi, Giacomo: 5. Levine, Lee I.: 240n. Lewis, Naphtali: 78n., 82n., 117n. Leyh, Georg: 181n. Libanio di Antiochia: 164, 178. Licinio Macro, Gaio: 73 . Licofrone di Calcide: 194. Licone, filosofo: 187. Licurgo, oratore: 190. Lino, maestro di Eracle : 17, 103. Lisia: 54. Lisimaco, generale di Alessandro Magno: 200. Livia Drusilla : 81. Livio, Tito : 43-44, 73, 113, 119, 136137, 173,178,180. Livio Andronico, Lucio: 45, 50, 207, 233. Livio Larense, Publio: 213. Loerke, William C.: 133n. Longiano , Gaio Giulio : 238. Losacco, Margherita: 12. Lucano, Marco Anneo: 51, 178. Luciano di Samosata: 162, 179,213 . Lucilio , Gaio : 165. Lucullo, Lucio Licinio: 199, 209-211. Maehler, Herwig: 46n., 106n. Makowiecka, Elzbieta: 245n. Magone, erudito cartaginese: 208. Maiuri, Amedeo : 204n., 249n., 250. Malerba, Luigi : 79n. Mallon,Jean : 136n. Malnati, Aristide : 9. Manacorda, Mario Alighiero : 33n. Manfredi, Manfredo : 49n., 105n. Manganaro, Giacom o: 205n . Mani (codice di): 122.

367 Mansel, Arif Mufid: 289n. Mantovani, Gilda P.: 113n. Marcello, Marco Claudio : 221 . Marcello di Side: 238. Marcia, figlia di Cremuzio Cordo: 180. Marco Aurelio: 10, 73 , 162, 293 -296 , 299. Marrou, Henri Irénée: 33n., 48n., 5 ln. , 52n ., 54n., 103n. Martinelli, Maria : 12. Marziale, Giulio: 213. Marziale, Marco Valerio : 72, 92, 100, 135-137, 139, 149, 173-174, 176178, 213,222,248. Marziano Capella: 26. Massimino il Trace: 129. Masson, Olivier : 32n. Matidia, donatrice della biblioteca di Sessa Aurunca: 228. Mazal, Otto: 133n. Mecenate , Gaio Cilnio : 221. Meiggs, Russell: 98n . Meliore, Atedio: 167. Melitine , Flavia: 236 , 282, 284. Menandro: 7, 48-49, 120,134,152, 178, 204,250 . Menci, Giovanna: 105n. Menofilo , schiavo di Attico: 212. Messeri SavoreUi, Gabriella: 105n. Messerschmidt, Franz: 44n . Metrodoro, botanico: 146. Meyer, Ernst: 23n. Mielsch, Harald : 256 e n. Mili.k,Jozef Tadeusz: 65n., 87n. Milkau, Fritz: 181n. Mitford, Terence Bruce: 193n. Mitridate VI Eupatore: 147, 199, 209, 246. Mnasea di Cipro : 157. Mnemone di Side: 197. Mommsen, Theodor : 228n.

368 Montevecchi, Orsolina: 48n., 52n., 78n., 83n. Moraux, Paul: 185n. Moschione, scrittore tecnico: 206. Miiller-Graupa, Edwin: 188n. Mussolini, Benito: 5. Muzio Scevola, Gaio: 44. Nachtergael, Georges: 105n. Neleo di Scepsi: 185-187, 190. Nepote, Cornelio: 212,252, 302. Nepote, Marco Catone: 222,297. Nerone, Claudio Cesare: 165,221,231, 262, 289n. Nestore di Laranda: 27. Neumeister, Christoff: 208n. Nevio, Gneo: 207. Nicandro di Colofone: 146. Nicofonte, poeta comico: 36. Nicolai, Roberto: 203n. Nieddu, Gianfranco: 32n., 38n. Nielsen, lnge: 270n., 272n. Nietzsche, Friedrich Wilhelm: 5. Noniano, Marco Servilio: 168. Norman, Albert Francis: 164n. Norsa, Medea: 8. Numeriano, Marco Aurelio: 224. Obbink, Dirk: 65n. Ohly, Kurt: 170n. Oldfather, Charles Henry: 8-9. Oliver, James Henry: 232n. Omero:7, 19,48-50, 135, 137-138, 154, 171, 178, 183, 192, 202-204, 226, 255. Onesandro, bibliotecario di Alessandria: 193. Onesimo (vaso di): 106,246. Optato, Fido: 175. Orazio Fiacco, Quinto: 51, 165, 173175, 220,296.

Oriani, Alfredo: 5. Origene di Alessandria: 166, 240-241. Orosio, Paolo: 119. Otranto, Rosa: 9. Ottavia Turina minore: 221 e n., 261, 299-300. Ottavio Lampadione, Gaio: 175. Ovidio Nasone, Publio: 51, 93, 136137, 174,178,180,220,298. Pallottino, Massimo: 65n., 77n. Panciera, Silvio: 301n. Pandolfini, Maristella: 20n. Panfilo, presbitero di Cesarea: 240-241. Pantaino, Tito Flavio: 232-233, 257, 258n., 293, 296. Paoli, Pasquale: 5. Paolino di Nola: 226, 241. Paolo di Tarso: 99. Papachristodoulou, Giannis Ch.: 204n. Papirio Peto, Lucio: 211. Papke, Roland: 26n. Parrasio di Efeso: 142. Parassoglou, George Michael: 96n . Parsons, Edward Alexander: 188n. Parsons, Peter John: 106n., 116n., Partenio di Nicea: 62, 222. Pausania il Periegeta: 33, 64,203, 232233, 284-285. Peri, Gerhard: 26n. Perseo di Macedonia: 198-199, 208, 217. Persio Flacco, Aulo: 213-214. Petit, Paul: 164n. Petronio Arbitro: 7, 43,213. Pfeiffer, Homer F.:287n . Pfeiffer, Rudolf: 194n. Pflaum, Hans Georg: 300n. Piacente, Luigi: 293n. Piazzesi, Giulia: 268n. Pindaro: 49,117, 138. Pintaudi, Rosario: 71n.

369

INDICI

Pinto, Pasquale Massimo: 12. Pisistrato, tiranno ateniese: 39, 155156, 182-183. Platone: 34, 47, 118, 138, 155, 157-158, 176, 183-184. Placthy,Jeno: 183n. Plauto, Tito Maccio: 45,217. Plinio Cecilio Secondo, Gaio (il Giovane): 166-167, 174,176,213,217, 227-228, 231, 252, 262-263, 298, 302. Plinio Secondo, Gaio (il Vecchio): 6, 64, 72-73 , 75, 79-81, 87, 92, 117, 136, 142, 146, 148, 165, 174, 176, 199,201,208,219,222,246,266. Plutarco: 5, 10, 26, 40, 43, 65, 158, 185186, 189-190, 199, 201-202, 209210, 221. Pòhlmann, Egert: 32n. Polemone di Ilio: 202. Polibio: 191, 207-208. Policrate di Samo: 156, 178, 183. Policrita di Nasso: 62. Pollione, Gaio Asinio: 167, 219-220, 223,260, 265. Pollione, Quinto Valeriano: 174. Pollione, Valerio: 9, 177. Polluce, Giwio: 38. Pompeo, Gneo: 199,245. Pompeo Macro, Gneo : 220, 299. Porsenna, re di Chiusi: 44. Posidippo di Pella : 113. Posner, Ernst: 182n. Prete, Sesto: 133n. Probo, Marco Valerio: 48, 213-214. Proclo: 184. Properzio, Sesto: 178. Prosdocimi, Aldo Luigi: 20n ., 24n. Protagora di Abdera: 47, 179. Psammetico Il: 32. Piitz, Theodor: 210n.

Quintiliano, Marco Fabio: 46, 48, 53, 166,173,180,184. Quinziano Flavio Rogaziano, Marco Giulio: 229, 287. Radt, Wolfgang: 253n., 282n. Raeder.Joachim: 199n. Ramsay, William Mitchell: 238n. Ramses Il: 32. Rapin, Claude: 199n., 257n. Reale, Giovanni: 185n. Reed, Ronald: 86n. Regemorter, Benhe van: 127n. Regolini Galassi (tomba): 20. Regolo, Marco Aquilio : 174. Reichmann, Victor: 52n. Reticio, vescovo di Autun: 163. Riano, poeta: 222 . Richter, Otto: 225. Ridgway, Brunilde Sismondo: 94n . Ridgway, David: 19n. Rix, Helmut: 20n., 27n. Robert, Louis: 204n., 240n., 256 . Roberts, Colin Henderson: 113n ., 122n., 134n., 138 e n. Rodriguez Almeida, Emilio : 42n. Romer, Cornelia Eva: 122n. Roncalli, Francesco: 75n., 76n. Rostovtzeff, Mikhail Ivanovich: 7. Rowe, Alan: 197n. Rufino d'Aquileia: 163. Rufo, donatore di una biblioteca ad Epidauro: 235. Ruprechtsberger, Erwin M.: 230n. Saffo: 49. Sallustio, Gaio Crispo: 51, 178. Salone, Claudio: 208n . Sanmartì, Enric : 64n . Santiago, Rosa A.: 64n. Scalia, Giuseppe : 227n.

370 Schalles, Hans Joachim: 200n. Schiano, Claudio: 12. Schipke, Renate: 163n. Schlott, Adelheid: 54n., 92n., 96n. Schmidt, Friedrich: 194n., 202n. Schmidt, Otto Eduard: 21 ln. Schmitter, Peter: 33n. Schubart, Wilhelm: 66n., 7ln., 105n., 118n. Schutt-Kehm, Elke: 73n. Scipione Emiliano, Publio Cornelio: 208. Secondo, libraio a Roma: 137, 173. Segre, Marcello: 204n. Seider, Richard: 108n., 113n. Seleuco I Nicatore: 182. Seneca, Lucio Anneo (figlio): 46, 173, 176,180,213,217,250. Seneca, Lucio Anneo (padre): 167. Sengelin, Thomas: 221n., 265n. Senofonte: 138, 157-158, 184. Sereno Sammonico, Quinto: 213-214. Serse I: 182. Servio, Mauro Onorato: 73. Sesto Africano, Giulio: 182, 225, 240, 300. Settimio Severo, Lucio: 221, 223. Shapiro, Harvey Alan: 183n. Shear, Theodore Leslie: 258n. Sidonio Apollinare: 6,176,214, 225226. Sijpesteijn, Pieter Johannes: 46n. Silio Italico, T. Cazio: 213. Silla, Fausto Cornelio: 209. Silla, Lucio Cornelio: 186, 209, 211. Simmaco, Quinto Aurelio: 73,226. Simonide di Ceo: 183. Singer, Charles: 146n. Sisson, Marshall Amott: 284n. Sjoqvist, Erik: 94n.

INDICI

Skeat, Theodore Cressy: 122n., 134n., 138 e n., 139n., 168n. Socrate: 9, 157, 184. Sofocle, poeta tragico: 35, 50, 158, 190, 204. Sofrone di Siracusa: 184. Solone, politico ateniese: 155. Sorano di Efeso: 148. Sosii, editori a Roma: 173. Sozione di Alessandria: 191. Speusippo, filosofo: 158. Speyer, Wolfgang: 179n. Stalin (pseudonimo di J osif Vissarionovic Dzugasvili): 5. Starr, RaymondJames: 175n. Stazio, Publio Papinio: 51, 167. Stertinio Avito: 213. Stertinio Senofonte, Gaio: 230, 231 e n. Stibbe, Conrad M.: 23n . Stoddart, Simon: 32n. Strabone di Amasea: 5, 170, 185-186, 188, 195, 197, 206-207, 239,252, 256. Stratone di Lampsaco: 185, 187. Strazzullo, Franco: 215n. Strocka, Volker Michael: 236n., 245n., 249n., 253n., 256 e n., 26ln., 273n., 280n., 282n., 287n., 289n. Stiimpel, Rolf: 73n. Suidas, lessicografo: 27, 177, 192, 196, 198,214,218,243,300,303. Sulpicio Apollinare: 296-297 . Sulpicio Massimo, Quinto: 103. Svetonio Tranquillo, Gaio: 26, 48, 50, 87, 91, 142, 165, 178, 180, 196, 218-222, 265, 298-300, 302. Szilagyi,Janos Gyorgy: 91n. Szlezak, Thomas A.: 185n. Tacito, Marco Claudio: 77,224. Tacito , Publio Cornelio: 6, 14, 26, 176, 180,221.

371

INDICI

Tanarotti, Girolamo: 5. Telesto, poeta ditirambico : 158. Temistio: 242. Teodette, poeta tragico: 36. Teofane Confessore: 242. Teofilo, vescovo di Alessandria: 198. Teofrasto: 79, 176, 185, 188,209. Teone di Alessandria: 196. Terenzio Afro, Publio: 45, 51, 133, 152. Tersagora: 177. Tertulliano, Quinto Settimio Fiorente: 17, 146, 163. Thében, Yvon: 230n. Thomas, John David: 68n. Tiberio, Claudio Nerone: 7, 180, 222, 294-295, 297, 301. Tibullo, Albio: 178. Timeo di Tauromenio: 207. Timone di Fliunte: 189. Timoteo di Mileto: 159. Tirannione, grammatico: 186-187, 212213. Tirone, Marco Tullio: 162. Tita Vendia (vaso di): 24 e n. Tito Flavio Vespasiano: 13,176,221. Tognoli, Stefano: 185n. Tolomeo I Soter : 188-189. Tolomeo II Filadelfo: 87, 186, 189-190. Tolomeo III Evèrgete: 197, 206. Tolomeo VI Filometore: 87,201,203. Tolomeo Evèrgete I: 190. Tolomeo Evèrgete Il: 193. Tolomeo Soter Il: 193. T0nsberg,Jeppe: 245n. Torelli, Mario: 275n. Touchais, Gilles: 83n. Townend, Gavin B.: 300n. Traiano, Marco Ulpio : 219, 223-224, 226,228, 231-232, 237,243,260, 270, 273-274, 275n., 280,297, 299301.

Trasea Peto: 180. Travlos, John: 232n., 284n. Treu, Kun: 166n. Trever,John C.: 87n. Trifone, editore-libraio a Roma: 173. Tucidide: 119,162,178,301. Tumer, Eric Gardner: 8, 41n., 47n., 49n., 54n., 78n., 82n., 83n., 86n ., 105n., 106n., llln., 113n., 116n., 117n., 118n., 119n., 120n., 12ln., 122n., 128n., 142n., 159n., 17ln., 173n., 177n., 194n., 245n. Tzetzes, Giovanni: 190, 197. Ullrnan, Berthold Louis: 23n. Ulpiano, Domizio: 57, 136-137. Valente, Flavio: 242. Valerio Massimo: 179. Vanderpool, Eugene: 46n. Varrone, Marco Terenzio: 43, 73, 87, 148-149, 174, 178,201,213,219, 300,303. Vaux, Roland de: 65n. Versnel, Hendrik Simon: 23n. Verrio Fiacco, Marco: 178. Vespasiano, Tito Flavio: 6, 223, 266, 268. Veyne, Paul: 10. Vibio, schiavo di Attico: 162. Vibio Severo: 252. Vinogradov, J urij Germanovich: 63n . Virgilio Marone, Publio: 42n., 48, 5152 , 132 e n., 133, 136-137, 139, 149, 151-152, 171, 175, 178,213, 226. Vitelli, Girolamo : 8. Vitruvio Pollione, Marco: 144, 177, 189, 199-200, 213,249,263. Vopisco, Flavio: 77,222,224,274,297.

372 Walker, Susan: 230n. Weinberg, Saul: 279n. Weitzmann, Kurt: l33n., 14ln., 142n., 144n., 148n. Wendel, Cari: 18ln., 242n., 245n., 250n., 302n. Wesch-Klein, Gabriele: 230n. Whitley,James: 32n. Wiegand, Theodor: 282n. Wilamowitz-Moellendorff, Ulrich von: 10, 159n. Wild, Adolf: 73n. Willers, Dietrich: 233n ., 284n., 286n . Willis, William H.: 55n. Winckelmann,JohannJoachim: 215 e n. Wojcik, Maria Rita: 215n.

INDICI

Wolter-von dem Knesebeck, Harald: 255 e n. Wright, David Herndon: 132n. Youtie, Herbert Chayyirn: 4ln., 42n. Zalateo, Giorgio: 46n. Zamponi, Stefano: 1lJn. Zefirino, papa: 17. Zenobia, regina di Palmira: 77, 196. Zenobio, paremiografo: 157. Zenodoto di Efeso: 161, 192, 194. Zenone di Cizio: 157-158, 162,202,302. Ziebarth, Erich: 33n., 46n. Zonara, Giovanni: 242. Zosimo, storico: 242.

IV. INDICE

DEI LUOGHI GEOGRAFICI

Abu Sirnbel: 32. Abusir: 159. Acaia: 16. Afghanistan: i 99. Af-Khanoum: 199,257. Albania: 231. Alessandria d'Egitto : 6, 81, 87, 161, 170, 174, 177, 186, 188 e n., 190191, 193, 195-197, 200-202, 210, 221, 230, 238-239, 240-241, 243, 252, 255-256, 298. Algeria: 229,287, 300. Alicamasso: 237-238. Anagni : 73. Anazarbo : 147. Ankara: 58. Antinoe: 142, 146. Antiochia di Siria: 164, 174,198,218, 243,260. Anzio: 211,214,248. Arcadia: 16. Argo: 16, 192. Armenia : 92. Arpino: 211. Arsinoe: 83. Arsinoite (Fayum): 8, 41, 78, 83. Astipalea , isola: 3 3.

Atene: 6, 16-17, 19, 31, 35-36, 39, 4142, 46, 58, 106, 157-158, 162, 182, 183 e n., 184-188, 190, 194,200, 203-204, 209, 211, 217 , 232-233 , 238,257 , 284, 290 . Attica : 28. Autun: 163. Azio: 113,217. Beozia: 15, 64. Bereza (laminetta plumbea da): 63. Berlino: 34. Berytos (Beirut): 238. Bitinia: 231. Brindisi: 174,206 . Bruxelles : 148. Bulla Regia: 230. Caere (Cerveteri), necropoli etrusca : 20, 24,44 , 65, 75. Campania : 216, 241. Campidoglio, colle: 73, 223,225. Cappadocia : 243. Caria : 94, 237. Cartagine : 174, 208,228 e n. Celio, colle: 227. Cesarea Marittima : 6, 240-241. Chio: 33, 192.

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INDICI

Chiusi: 44, 75. Ciane, fiume: 79. Cilicia: 238. Cipro: 17-18, 158, 193. Cirene: 16,256. Civitavecchia: 275n. Cnido: 92. Colofone: 184. Como: 227, 298. Copto: 83. Corinto: 16, 231-232, 237,279. Corsica: 5. Cortona: 77. Cos: 204, 230-231, 235. Costantinopoli: 87, 131, 174, 240-241, 242 e n., 243. Creta: 16, 18, 65. Crimea: 63. Cuma: 19,209,211.

Elide: 16. Emporion: 64. Enoanda: 58. Epidauro: 235. Epiro: 62. Eracleopoli: 83. Ercolano: 83, 105n., 113,214,249. Ermupoli: 83. Esquilino, colle: 24. Etiopia: 78. Eubea: 16, 19. Eufrate: 83.

Dacia: 68,301. Dakhleh, oasi di: 66. Dalmazia: 178. Danubio: 33. Delfi: 65,234,237. Dertona (Tortona): 228. Derveni: 86, 159. Dipylon, sepolcreto ad Atene: 17, 3 I. Dodona: 62. Dura Europo: 83, 87. Dyrrachion (Durazzo): 231.

Gabii: 43. Gallia: 6, 228. Gaza: 6. Gerusalemme: 163, 179, 182. Grecia: 14-15,28,31,33, 105,156,179, 206-208, 218, 23 3.

Efeso: 236, 279, 298. Egina: 16. Egitto: 6, 8-9, 32, 42, 48, 54, 58, 66, 7779, 81-83, 86-87, 95, 105,113,121, 123, 129, 136, 159, 173, 182, 186, 188, 193, 195-196, 206,243. Elefantina: 83. Elia Capitolina (Gerusalemme): 182. Elicona, monte: 64.

Falerii: 43. Filadelfia: 83. Filippi: 233,260. Focide: 16. Formia: 211. Frascati: 209.

Hawara: 111. Hippo Regius (Bone): 300. India: 72. Italia: 7, 23, 43, 50, 64, 73, 174, 227228. Karanis: 83. Kellis (Ismant el-Kharab): 66. Kremna: 289n. Laconia: 16. Lade, isola: 33. Laurentum: 262.

375

INDICI

Lazio: 31. Leptis Magna: 263. Licia: 58, 238. Lidia: 239. Lione: 174. Londra: 8, 122, 133. Macedonia: 159,219. Magliano (disco di piombo da): 64. Mar Morto: 64, 83, 86. Mar Nero: 157, 180. Marsiglia: 192. Marsiliana d' AJbegna (tavoletta scrittoria di): 20, 25. Megara: 16. Melo: 16. Mesopotamia: 79, 83. Messenia: 16, 64 . Milano: 132. Mileto: 28. Morgantina: 94. Mosella: 100, 248. Murecine (tavolette cerate da): 72. Nag Hammadi (codice di): 123, 125, 127. Napoli: 209, 215. Narona: 212 . Neumagen (rilievo di) : 100, 248. Nicopoli: 166. Nilo: 78, 81, 83, 173. Nisa: 182, 239, 289n. Nola : 241. Oronte, fiume: 164. Orvieto: 91. Ossirinco (Bahnasa): 8, 55n., 83, 113, 116, 177. Ostia: 97-98, 176,224. Pafo : 193.

Palatino, colle : 211, 219, 222, 261, 289n. Palestina: 6, 83, 240. Palmira: 77, 196. Patrasso: 23 3. Pergamo: 87-88, 146, 185, 190, 192, 198, 200-203, 220, 236, 253, 256, 260,262,282,284 . Perugia: 77. Piacenza: 302. Pireo, porto di Atene: 204. Pitecusa (Ischia): 18-19, 31. Pompei: 59,211. Porto: 98. Porticello : 94n. Praeneste (Palestrina): 23. Prusa: 231,237 . Ptolemais Hermiou (El Manshah): 41. Puteoli (Pozzuoli): 72, 211. Pyrgi (laminette di): 65 e n. Quirinale, colle: 212,223. Qumran: 64, 86. Rodi: 17, 19,204,206,238 . Roma: 6, 23, 25-26, 42-43, 50-51, 54n., 73, 77,87, 137,167,170, 173-176, 178, 180, 182, 186, 196, 198-199, 202, 206-207, 208 e n., 209, 211212, 214, 217-219, 222-223, 225226, 227 e n., 237-238, 242, 257, 260,262, 270,275-276,287,290 , 294-296, 298-299, 303. Rossano: 133. Russia: 33, 63. Sabrata: 229. Sais: 81. Salmidesso: 157. Salonicco: 86.

376 Samo: 156. Saqqara: 113. Scepsi: 185. Sessa Aurunca: 228, 265. Sicilia: 79, 94, 157-158, 165, 184, 205207. Sicione; 16. Side: 289n. Silin:263. Sinope: 133. Siracusa; 40, 79,208. Siria: 79, 163. Smirne: 207. Soknopaiou Nesos: 83. Spagna: 64. Sparta: 157. Strasburgo (bassorilievo tombale di): 96. Sumatra: 73. Svizzera: 68. Tanis: 81. Taranto: 50, 208. Tarquinia: 20, 45. Tarso: 238. Tauromenion (Taormina): 205-206.

INDICI

Tebe: 15, 188. Tebtunis: 9, 83. Tera: 16, 31. Tessaglia: 65. Thamugadi (Tirngad): 229, 287. Tivoli: 6,214,227,276, 289n., 295-296. Tomi: 180. Toscana: 64. Trasimeno, lago: 77. Treviri: 163, 174. Tripolitania: 229. Troia: 35. Tunisia: 230. Tuscolo: 43,209,211. Uganda: 79. Ugarit (Ras Shamra): 15. Verona: 246. Vesuvio: 59, 83. Vienna: 132 e n., 144, 148 e n .. Vindolanda (tavolette lignee): 68, 73. Volsinii (Bolsena): 228. Vulci: 20. Zagabria (/iber linteus): 76 e n., 93.

V

INDICE ANALITICO

Alfabeto «azzurro» e «rosso» di Kirchhoff: 1617. etrusco: 20 e n., 22-23, 25, 29. euboico: 19, 22. euclideo: 19. fenicio: 13, 15 e n., 16-18, 22, 31. greco: 13, 14 e n., 16-18, 25-26, 29. latino: 23 e n, 25-26, 29. milesio: 19. segni «complementari» : 16. Archivi definizione di: 181. denominazioni nel mondo greco e romano: 182.

Biblioteche definizione del grammatico Festo: 181. consistenza: 190-191, 197,214,242. catalogazione: 192,194,204,217, 296297. nella Grecia classica e nel mondo ellenistico: di Apellicone di Teo: 185-186,209. di Aristotele: 6, 184, 185 e n., 186-187.

- di Epicuro: 187. di Euclide: 184. - di Euripide : 184. - di Eutidemo: 184. di Filolao: 184. - di Mitridate VI: 199. - di Perseo : 198-199, 208,217 . - di Pisistrato: 156, 182-183. di Platone: 184. - di Policrate di Samo: 156, 183. • di Ai Khanoum: 199,257. • di Alessandria (Museo): 6, 119, 161, 188 e n., 189-198, 200-201, 241,243,252,255-256,263. di Alessandria (Serapeo) : 197 e n., 198 e n. di Antiochia: 198,218,260. - di Pergamo: 87-88, 190,192,198, 200-203,253,255-256,260,262 . - dei ginnasi: 50, 203 e n ., 204-207. private a Roma e nelle province dell'impero: di Attico : 212. • di Cicerone: 210-212 , 248, 250 . di Lucullo: 199, 209-210. di Scipione Emiliano: 208.

INDICI

378 - di Silla: 186, 209. di Varrone: 213. della casa del Menandro (Pompei): 249 e n., 250. della Villa Adriana (Ttvoli): 214, 275-276, 289n. - della Villa dei Papiri (Ercolano): 214,215 e n., 216-217, 249. - della Villa di Silin: 263. pubbliche a Roma:

dell'Atrium Libertatis: 167, 219220, 223,260. di Cesare (progetto): 217-219. della domus Tibenizna:222, 295. Palatina: 219-220, 221 e n., 261262, 265 e n., 266, 268-269, 290, 294, 296, 299-300. del ponico di Ottavia: 221, 261, 299-300. del TemplumAugusti o Templum novum: 222. - del TemplumPacis:223,266,268, 287. Ulpia (di Traiano): 77, 223-226, 237,263,268 e n., 274,280,297, 301. - delle Terme di Alessandro Severo: 301. - delle Terme di Caracalla: 273274, 301. delle Terme di Diocleziano: 224, 274,301. delle Terme di Traiano: 270-274, 299. - cristiane: 226, 227 e n. in Italia e nelle province dell'impero: di Adriano (Atene): 233 e n., 284285, 290.

di Alicarnasso: 23 7.

- dell'Asklepieiondi Pergamo: 235236, 282, 284. - di Canagine: 228 e n. - di Celso ad Efeso: 236 e n., 237, 279 e n., 281 -282, 290,298. - di Cesarea Marittima: 240-241. - di Como: 227. di Corinto: 231-232, 237,279. di Cos: 229,231. di Costantinopoli: 131, 242 e n., 243. di Delfi: 237. - di Dertona (Tonona): 228. - di Dyrrachion (Durazzo): 231. - di Filippi: 233,260. - di Pantaino ad Atene: 232-233, 257, 258n., 259,293,296. di Patrasso: 23 3. di Prusa: 231,237. di Sessa Aurunca (biblioteca Matidzizna):228, 265. - di Thamugadi (Timgad): 229-230, 287-288. - di Tivoli: 227. - di Volsinii (Bolsena): 228. Forme librarie Rotolo (volumen) ➔ vd. anche Materiali e supporti scrittori s.v. papiro. fabbricazione: 117. anatomia: -kollema:80, 106, 108, 117-118, 150. - kollesis: 108. - omphalos(umbilicus):117. -protokollon: 106. - selis: 106. - sillybos:117,212,248,297. dimensioni: 117 e n., 118, 139. divisione in libri: 118-119, 191 en., 193.

379

INDICI

rotoli amigeis: 190-191. rotoli symmigeis: 190-191. subscriptio:117. inscriptio:117. coronide: 96. segni diacritici: 93, 116. segni sticometrici: 170, 172. passaggio da rotolo a codice: 134, 140, 242.

Codice (codex) ➔ vd. anche Materiali e supporti scrittori s.v. papiro e pergamena . fabbricazione: formato A: 119-121, 123. formato B: 121, 127. anatomia: - fascicolo: 121,123, 127-129. dorso: 120-121, 125, 127. piatto : 125, 127-128. legatura: 122, 123 e n., 125, 127 e n., 128, 139. ipotesi sulla nascita del codice: 139. passaggio dal rotolo alcodice: 134, 140, 242. Libro forme di pubblicazione: recitationes:167-168, 238, 272. dedica a personaggi eminenti: 167, 176-177. rapporto autore-editore: 171, 173, 176. circolazione e diffusione: 155, 157, 161, 176. commercio: 36, 156-158, 161, 163-165, 170-171, 174-176, 184. copie private: 161-163, 172. censura: 179-180. falsi: 175,190,201.

roghi di libri: 179-180, 195, 225. furti di libri: 178-179. illustrazione libraria: 141-152.

Materialie supporti scrittori argento (lamine, tavolette) : 65. avorio (tavolette): 20, 72, 77. bronzo: 60. cortecce di albero: 72-73, 105. cuoio: 65, 83, 86 e n. foglie di palma: 72-73, 105. intonaco: 58. legno (codici lignei, tavolette, tabulae ceratae):46, 57, 66, 68, 70, 71 e n., 72-73, 89, 91-92, 95, 105, 119, 135. lino (libri linte,): 66, 73, 75, 76 e n., 77, 93,224. oro (lamine) : 65. ostraka:39-40, 42, 58, 89. papiro zone di produzione : 78-80. fabbricazione della carta: 80, 82. diverse qualità di carta: 81. pelle: 57, 156. pergamena - origine: 87. fabbricazione: 86. piombo (lamine, vo/umina):60-62, 64. rame: 65. stagno (tavolette, volumina):64. Sistemi numerali «acrofonico» o ((attico»: 27-28. ((alfabetico» o «milesio»: 27-28 . sistema di numerazione etrusco: 27n ., 28-29. sistema di numerazione romano: 27n. , 28-29.

INDICE GENERALE

NEL REGNO DEI LIBRI

di Luciano Canfora

5

NOTA DELLA CURATRICE

11

I.

13 13

Il.

ID.

LA SCRITTIJRA ALFABETICA GRECA E LATINA

1. La scrittura greca 2. La scrittura etrusca 3. La scrittura latina 4.lsegninurnerali

20 23 27

LA CONOSCENZA DELLA SCRITTURA E DELLA LETTURA

31

1. I Greci

31

2. I Romani 3. Scuola e lezione

42

GLI ANTICHI MATERIALI SCRITTORI

57

1. Materiali inorganici 2. Materiali organici a. Legno, lino e altri materiali b. Papiro c. Cuoio e pergamena

58 66 66 78 86

45

IV. COME

SI SCRIVEVAE COME SI LEGGEVA

1. La scrittura 2. La lettura

V.

89 89 99

LE FORME PRINCIPALI DEL LIBRO ANTICO: ROTOLO E CODICE

105

1. Il rotolo 2. Il codice 3. Rotolo e codice in gara

105 119

VI. LIBRI

141

ILLUSTRATI

VII. DIFFUSIONE

E COMMERCIO DEL LIBRO

1. Possesso e diffusione del libro in Grecia

2. Il commercio del libro in epoca romana 3. Regali, furti e distruzioni di libri

VIII. LE

BIBLIOTECHE

1. Definizione: biblioteche e archivi 2. Biblioteche nell'antica Grecia 3. Le biblioteche private dei Romani 4. Le biblioteche pubbliche a Roma 5. Le biblioteche nell'impero romano

IX. ARCHITETTURA X. FUNZIONAMENTO

134

E ARREDAMENTO DELLE BIBLIOTECHE

E AMMINISTRAZIONE DELLE BIBLIOTECHE

155 155 165 177

181 181 182 207 217 227

245 293

SUPPLEMENTO BIBLIOGRAFICO

a cura di Rosa Otranto

305

ELENCO E FONTI DELLE ILLUSTRAZIONI

331

INDICI

I.

INDICE DEI LUOGHI CITATI

347

Il.

INDICE DELLE TESTIMONIANZE SCRITTE EPIGRAFI

358 358 359

MANOSCRITTI

360

PAPIRI

Ili.

INDICE DEI NOMI ANTICHI E MODERNI

361

IV. INDICE DEI LUOGHI GEOGRAFICI

373

V.

377

INDICE ANALITICO