Il figlio prodigo 8839929045, 9788839929044

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Italian Pages 160 [157] Year 2006

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Il figlio prodigo
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René Luneau

Il figlio prodigo

Editrice Queriniana

Alla memoria di Bruno Chenu, il fratello, l'amico, che per primo ebbe lidea di questo libro e al quale l'avevo promesso.

Titolo originale L'enfant prodigue © 2005 by Bayard, Paris (Francia/UE) © 2006 by Editrice Queriniana, Brescia via E. Ferri, 75 - 2''))23 Brescia (Italia/UE) tel. 030 2306925 - fax 030 2306912 internet: www.queriniana.it e-mail: direzione@querini;rna.it

Tutti i diritti sono riservati. F, pertanto vietata la riproduzione, l'archiviazione o la trasmissione, in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo, comprese la fotocopia e la digitalizzazione, senza l'autorizzazione scritta dell'Editrice Qucrinian;1. ISBN 88-399-2904-5 Traduzione dal francese di PIERO CRESPI Stampato dalla Tipolitografia Queriniana - Brescia

In che modo ringraziare come si dovrebbe tutti gli amici, tutte le amiche che, in un momento o nell'altro della mia ricerca, mi hanno accompagnato nella redazione di questo libro, mi hanno segnalato qui un testo, là un quadro, una poesia, una canzone, hanno scrutato per me le profondità di internet? Così, io voglio dire qui tutta la mia gratitudine di amico e tutto ciò che debbo a Mare Landreau, Jean-Nicolas Béchetoile, Jean Verrier, Jean-Philippe Gauthier, Charles Hugot, Pierre Malifaud, Dominique Abry, Sabine Angladon, Denise Hédou, Mactar Sokhna, Marie-Noelle Harang, Juliette Mertens, Marie-Laure Gilbert; ai padri Samuel Gaumain, Guy Theunis, Henri Maurier, Miche! Dujarier; alle suore Marie-Pierre Essimi N'Guina, Isabelle Rioux, Brigitte Dcltombe, Myriam Thollot, Marie Trainarci; ai miei fratelli domenicani Marie-François Berrouard (t), Joseph Kopf, Bernard Rey, Alexandre Odesho, Miche! Gest, Jérome Rousse-Lacordairc, Albert Van Hoa, Jacques Courcier, Jean-Picrre Jossua, Miche) Alharic. Senza dimenticare, ovviamente, il contributo delle mie sorelle domenicane della casa Du Thil (in Borgogna), mio luogo di scrittura da più di trent'anni!

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IJntroduzione

«La parabola è il linguaggio del Regno» (Daniel Marguerat). «Le parabole non sono riducibili a una sola spiegazione: sparano a raffica. Queste storie da niente sono dentro di noi, ci 'lavorano': non ce ne libereremo mai» (Gérard Bessière )'.

In italiano si dice di lui che è «il figlio prodigo», in spagnolo el hijo prodigo, in inglese the prodigai son. I tedeschi che hanno, anch'essi, sentito parlare di lui dicono der verlorenen Sohn, e gli olandesi de verloren zoon. Nella santa Russia, mi hanno detto, è il verbludny syn. E da noi che lo conosciamo da sempre, in Francia, è chiamato l'enfant prodigue. Così noto e così familiare che, all'inizio del XIX secolo, nel 1806, un alto funzionario del Ministero dell'interno francese, C.E. Coquebert de Montbret, preoccupato di stabilire quale fosse la situazione linguistica dell'Impero, chiese ai prefetti dei centotrenta dipartimenti esistenti a quel tempo (dall'Olanda fino a Roma), di precisargli «le parole in uso nel loro dipartimento, grazie alla traduzione della parabola del figlio prodigo». Egli scelse questo testo noto a tutti «a motivo della giusta estensione e della semplicità di espresG. BESSI~'.RE, L'enfant hérétique. Une tratJersée atJec Jésus, Albin Miche!, Paris 2004, 153.

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sione che esso racchiude - vi si notano in effetti numerose parole concrete come il celebre vitello grasso» 2• Sedici anni prima, cioè nel 1790, l'abbé Grégoire, persuaso «della necessità di eliminare i patois e di universalizzare l'uso della lingua francese», la sola che possa garantire l'unità della nazione', aveva scoperto che il figlio prodigo aveva trovato posto in quasi tutti i dialetti e gli idiomi che si parlavano in Francia. Non c'è bisogno, quindi, di presentare il 'figlio prodigo': tutti lo conoscono! A dire il vero, pare che gli sia stata data troppa importanza, perché a leggere attentamente la parabola' cui ha dato il nome e che viene riportata solo dall'evangelista Luca (15, 11-32), si capisce immediatamente che egli non è l'unico personaggio in scena: ha un fratello maggiore, a proposito del quale vedremo ben presto che non si assomigliano molto; e, soprattutto, ha un padre sorprendente, inaspettato, il quale, estremamente discreto all'inizio della storia, si imporrà di colpo come il personaggio essenziale del racconto e, senza riuscire a riavvicinare dei fratelli che non si intendono più - non sapremo se il padre è riuscito a rappacificarli - dà, da solo, senso e profondità alla parabola che ci viene raccontata. Non risulta strano, quindi, che ci sia stata tanta incertezza nel dare un titolo alla parabola, cercando ciascuno, più o meno 'Cfr. M.R. SIMONI-AURF.MflOU, /..e Français et ses patois, in J: CHAUR/\ND (ed.), Nouvt:!le histoire de la langue JYançaise, Seui!, Paris 1999, 56. Si può anche consultare A. CONSTANTIN - J. l)ÉS< lRMAUX, Parabole de l'f.'njant pmdtf(U