IFLA Library Reference Model (LRM). Un modello concettuale per le biblioteche del XXI secolo 9788893570107, 9788893570503

IFLA LRM - Library Reference model, emanato dall'IFLA nel 2017, rappresenta il nuovo modello di riferimento per l&#

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IFLA Library Reference Model (LRM). Un modello concettuale per le biblioteche del XXI secolo
 9788893570107, 9788893570503

Table of contents :
Prefazione
Premessa
1. La nascita dei modelli concettuali della famiglia FR (Functional Requirements)
2. Panoramica dei modelli
Le funzioni utente dei tre modelli della famiglia FR
FRBR
FRAD
FRSAD
3. IFLA LRM
Nascita del modello
Il modello
Le funzioni utente
Definizione delle funzioni utente
4. Panoramica del modello
Entità
Attributi
Relazioni
5. Il modello nel dettaglio
Analisi delle entità, dei rispettivi attributi e relazioni
Altre relazioni
6. Gli aggregati
Seriali
Miscellanee non editoriali
7. Funzioni utente – casi d’uso
Casi d’uso per le funzioni utente
8. Quali Sviluppi?
Bibliografia essenziale
Indice analitico

Citation preview

Biblioteconomia e scienza dell’informazione

MAURO GUERRINI - LUCIA SARDO

IFLA LIBRARY REFERENCE MODEL (LRM)

IFLA LRM – Library Reference model, emanato dall’IFLA nel 2017, rappresenta il nuovo modello di riferimento per l'universo bibliografico, che armonizza e sostituisce i precedenti della famiglia FR, della quale il più famoso e noto è FRBR. La necessità di integrare e rielaborare i tre modelli precedenti ha portato a questa nuova modellizzazione di alto livello, che servirà anche come base per la realizzazione di standard per la metadatazione, quale RDA. Il volume, dopo una introduzione storica che consente al lettore di inquadrare le fasi del processo che hanno portato alla redazione prima di FRBR e quindi di LRM, presenta nel dettaglio il modello concettuale, con una approfondita analisi delle differenze rispetto al precedente. Un ricco apparato esemplificativo aiuta a comprendere meglio il modello e le sue innovazioni concettuali.

Mauro Guerrini è professore di Biblioteconomia all’Università di Firenze, dove coordina il Master biennale in Catalogazione. Per l’IFLA ha fatto parte della Commissione Catalogazione, del Comitato internazionale che ha definito gli ICP, dei gruppi di lavoro su FRBR e ISBD; attualmente è membro della Subject Analysis and Access Section, membro del Comitato scientifico di “Cataloging & classification quarterly”, “AIB studi”, “Biblioteche oggi” e "Biblioteche oggi Trends". Dirige la rivista open access “JLIS.IT”. Lucia Sardo, dopo aver conseguito una laurea in Conservazione dei beni culturali e un dottorato in Scienze bibliografiche, ha coordinato le biblioteche della Fondazione Cini di Venezia. Attualmente lavora presso la Biblioteca Saffi di Forlì con un incarico di alta specializzazione e insegna a contratto presso l’Università di Bologna – Campus di Ravenna. ISBN 978-88-9357-010-7

EURO 24,00

9 788893 570107

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Biblioteconomia e scienza dell’informazione

GUERRINI-SARDO

BIBLIOTECONOMIA E SCIENZA DELL’INFORMAZIONE 20.

MAURO GUERRINI - LUCIA SARDO

IFLA LIBRARY REFERENCE MODEL (LRM)

IFLA LIBRARY REFERENCE MODEL (LRM)

Mauro Guerrini

Lucia Sardo

IFLA Library Reference Model (LRM) Un modello concettuale per le biblioteche del XXI secolo Prefazione di Maja Žumer

EDITRICE BIBLIOGRAFICA

Copertina: MoskitoDesign - Varese Impaginazione: CreaLibro di Davide Moroni - Legnano (MI) ISBN: 978-88-9357-050-3 Copyright © 2018 Editrice Bibliografica Via F. De Sanctis, 33/35 - 20141 Milano Proprietà letteraria riservata - Printed in Italy

A John Byrum In memoriam

INDICE

Prefazione

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Premessa

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1. La nascita dei modelli concettuali della famiglia FR (Functional Requirements)

17

2. Panoramica dei modelli 26 Le funzioni utente dei tre modelli della famiglia FR 26 FRBR 32 FRAD 51 FRSAD 57 3. IFLA LRM Nascita del modello Il modello Le funzioni utente Definizione delle funzioni utente

63 63 65 69 70

4. Panoramica del modello 74 Entità 75 Attributi 77 Relazioni 80 5. Il modello nel dettaglio Analisi delle entità, dei rispettivi attributi e relazioni Altre relazioni

89 95 161

6. Gli aggregati 176 Seriali 181 Miscellanee non editoriali 186

7. Funzioni utente – casi d’uso Casi d’uso per le funzioni utente

190 190

8. Quali Sviluppi?

196

Bibliografia essenziale

200

Indice analitico

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Il modello IFLA LRM aspira a chiarire i principi generali che governano la struttura logica dell’informazione bibliografica, senza presupporre come quei dati potrebbero essere immagazzinati in un sistema o in un’applicazione particolare. (IFLA LRM)

Momenti bui e difficili ci attendono. Presto dovremo affrontare la scelta fra ciò che è giusto e ciò che è facile. (Harry Potter e il calice di fuoco. Soggetto: J.K. Rowling; Sceneggiatura: Steve Kloves)

PREFAZIONE

Le biblioteche, fin dalla loro nascita, hanno creato e mantenuto cataloghi per gestire le loro raccolte. All’inizio il catalogo era principalmente uno strumento per i bibliotecari, che supportava la gestione e l’amministrazione della collezione; successivamente, nel corso dei secoli, il focus si è spostato privilegiando l’utente. Le 91 Rules for Compilation of the Catalogue di Antonio Panizzi del 1841 hanno rappresentato il primo tentativo rigoroso e accurato di standardizzare la catalogazione dei libri a stampa. Le ben note Rules for a Printed Dictionary Catalogue del 1876 di Charles A. Cutter elencano chiaramente e sistematicamente le funzioni di un catalogo. Quasi un secolo dopo queste funzioni sono state la base per i Principi di Parigi (1961); essi hanno rappresentato le prime linee guida per la catalogazione accettate a livello internazionale, la base per l’International Standard Bibliographic Description (ISBD) e per numerose regole di catalogazione nazionali, tra cui molte ancora valide e attualmente usate. Era ancora il periodo dei cataloghi a schede e questa cornice è rimasta tale anche quando i cataloghi computerizzati sono diventati la norma nella maggior parte dei paesi del mondo. Ma i tempi sono cambiati e agli inizi degli anni Novanta del Novecento è stato ovvio che i tempi erano maturi per un sostanziale passo in avanti. Sotto gli auspici dell’IFLA, a un Gruppo di lavoro è stato affidato il compito di esaminare i fondamenti dell’universo bibliografico e di analizzare i bisogni degli utenti quando interagivano con esso. I risultati sono stati pubblicati vent’anni fa con il titolo di Requisiti funzionali per i record bibliografici (FRBR). Il mondo bibliotecario aveva così sviluppato il primo modello concettuale dell’universo bibliografico, progettato per guidare lo sviluppo di sistemi informativi bibliografici nuovi e migliorati. Il cambiamento è stato radicale: per la prima volta il paradigma del catalogo a schede è stato abbandonato per utilizzare pienamente il potenziale dei database informatici e per prendere in considerazione non solo i cambiamenti 11

nell’editoria e nelle pubblicazioni ma anche i nuovi bisogni e le nuove esigenze degli utenti. Negli anni seguenti altri due gruppi di lavoro hanno ulteriormente sviluppato gli aspetti dell’authority control, creando Functional Requirements for Authority Data (FRAD) e Functional Requirements for Subject Authority Data (FRSAD). FRBR all’inizio ha suscitato molto interesse nella comunità bibliotecaria e non solo. Numerose discussioni si sono focalizzate sui diversi aspetti del modello, dalla definizione e dai confini delle entità ai dettagli degli attributi e delle relazioni. La maggior parte di queste discussioni sono state teoriche e FRBR è stato considerato principalmente un interessante esercizio intellettuale, mentre le vecchie regole di catalogazione, già testate nel tempo, restavano in uso. Lo sviluppo di Resource Description and Access (RDA), la nuova generazione di regole di catalogazione che sostituisce AACR2, è stato un passo in avanti notevole, poiché ha implementato molti aspetti di FRBR. In parallelo abbiamo visto lo sviluppo delle Regole italiane di catalogazione (REICAT), anch’esse basate su FRBR. Un’adozione più veloce è stata, tuttavia, ostacolata dalle differenze tra i tre modelli della famiglia FR. Essi, sviluppati nel corso degli anni da tre diversi gruppi, presentano alcune differenze nelle decisioni di modellizzazione. Differiscono nelle funzioni utente (per esempio, “giustificare” in FRAD, “esplorare” in FRSAD), nella definizione delle istanze (per esempio, “persona” in FRAD e FRBR) e nel livello di dettaglio degli attributi e delle relazioni. L’armonizzazione di questi tre modelli è stata inevitabile e urgente e il risultato è IFLA Library Reference Model (IFLA LRM), approvato e pubblicato nel 2017, che sostituisce i precedenti tre modelli. A differenza della famiglia FR, LRM fornisce una struttura generale di alto livello e lascia i dettagli alle implementazioni. Rispetto a FRBR è anche diverso nella forma: la dichiarazione delle entità, degli attributi e delle relazioni segue lo stesso schema: identificatore, definizione, nota d’ambito,1 esempi. Le relazioni Nell’originale inglese “scope note”; si è deciso qui di tradurre con nota d’ambito. 1

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vengono indicate in entrambe le direzioni e hanno un’esplicita dichiarazione di cardinalità. Tutto ciò renderà più semplici le implementazioni nel contesto del web semantico. D’altra parte, il documento è piuttosto sintetico e di non semplice lettura. IFLA LRM è qui, in attesa di essere testato, esplorato, e possibilmente ancor più sviluppato o addirittura corretto, se necessario. Ha bisogno di essere studiato e implementato da un’ampia comunità di teorici e di professionisti di tutto il mondo. Sono stata piacevolmente sorpresa dalla notizia che i miei colleghi italiani stavano preparando un libro su IFLA LRM e ho accettato volentieri di scrivere la prefazione. Mauro Guerrini e Lucia Sardo sono esperti riconosciuti a livello internazionale. Sono stati coinvolti negli sviluppi legati a FRBR e hanno all’attivo molte pubblicazioni sull’argomento. Nel corso degli anni abbiamo spesso discusso di vari aspetti del modello e ho sempre apprezzato il nostro stimolante dibattito. Con la loro profonda conoscenza ed esperienza sono le persone migliori per presentare IFLA LRM alla comunità bibliotecaria italiana. Non hanno solo dovuto risolvere sfide legate alla terminologia, ma anche presentare il modello in un modo più accessibile aggiungendo esempi italiani e riorganizzando l’ordine delle definizioni raggruppando le definizioni delle entità con gli attributi e le relazioni rilevanti. Sono sicura che questo libro sarà uno strumento utile e benvenuto per i bibliotecari e i ricercatori italiani e favorirà auspicate implementazioni. E resto in attesa di future discussioni fruttuose. Maja Žumer Università di Lubiana, Slovenia Consolidation Editorial Group dell’IFLA FRBR Review Group

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PREMESSA

Il modello concettuale IFLA Library Reference Model (LRM) è stato approvato il 18 agosto 2017 all’IFLA World Library and Information Congress di Breslavia, in Polonia, e pubblicato poco dopo. A dicembre 2017 è stata rilasciata una versione rivista e corretta.2 IFLA LRM, come viene chiamato in forma breve, armonizza e sostituisce i precedenti modelli della famiglia FR (Functional Requirements – Requisiti funzionali), della quale il primo, il più famoso, è FRBR (Functional Requirements for Bibliographic Records). La nuova modellizzazione nasce dalla necessità di permettere l’uso congiunto dei modelli, armonizzandone il testo con la risoluzione di alcune incoerenze dovute ai tempi diversi della loro pubblicazione. IFLA LRM presenta un livello d’astrazione ancora più alto rispetto a FRBR, FRAD (Functional Requirements for Authority Data) e FRSAD (Functional Requirements for Subject Authority Data) e subentrerà loro come riferimento teorico per gli standard per la metadatazione – per esempio, RDA, Resource Description and Access. Il modello è stato sviluppato dal Consolidation Editorial Group (CEG), il Gruppo che dal 2013 assicura il mantenimento dei modelli concettuali dei requisiti funzionali; suo obiettivo è stato elaborare un modello orientato al web semantico, con una struttura che permetta la creazione di estensioni per raggiungere il livello di dettaglio desiderato in grado di descrivere risorse particolari. IFLA. Consolidation Editorial Group of the IFLA FRBR Review Group, IFLA Library Reference Model. A Conceptual Model for Bibliographic Information. Definition of a conceptual reference model to provide a framework for the analysis of non-administrative metadata relating to library resources. Pat Riva, Patrick Le Bœuf, and Maja Žumer. August 2017. Revised after world-wide review. Endorsed by the IFLA Professional Committee. As amended and corrected through December 2017, . IFLA è l’acronimo di International Federation of Library Associations and Institutions. 2

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Il volume presenta LRM, con un’approfondita analisi delle sue componenti; precede un’introduzione storica che consente al lettore d’inquadrare le fasi del processo che hanno portato alla redazione dei modelli FRBR, FRAD e FRSAD. Il libro è completato da un apparato esemplificativo con lo scopo di far comprendere meglio IFLA LRM e le sue novità concettuali. Il libro è destinato agli studenti universitari, ai bibliotecari, a coloro che si occupano di catalogazione nell’ambito di istituzioni culturali, a chi è interessato alle novità nel mondo dell’organizzazione dei dati e, più in generale, della trasmissione della conoscenza registrata. Nota: Sono state utilizzate le traduzioni italiane degli standard citati, quando disponibili, in qualche caso con lievi modifiche. Ove non disponibili, le traduzioni dei testi sono degli autori. Il libro è frutto della riflessione comune dei due autori; nello specifico si devono a Mauro Guerrini i capitoli 1, 3, 5, 7 e a Lucia Sardo i capitoli 2, 4, 6, 8. Gli autori desiderano ringraziare Franco Neri per i suoi preziosi commenti; Francesca Fano, Laura Manzoni, Marina Mian, Graziano Ruffini, Maria Enrica Vadalà ed Erica Vecchio per la lettura attenta del testo. Gli URL dei siti web sono stati consultati l’ultima volta il 30 giugno 2018.

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1. LA NASCITA DEI MODELLI CONCETTUALI DELLA FAMIGLIA FR (FUNCTIONAL REQUIREMENTS)

Un’introduzione storica sulla nascita ed evoluzione dei modelli concettuali3 della famiglia FR e una loro descrizione può essere d’aiuto per capire IFLA LRM e, più in generale, l’evoluzione della teoria catalografica negli ultimi decenni.4 FRBR5 è il frutto di una riflessione sulla natura dell’oggetto della catalogazione e sulle necessità delle agenzie bibliografiche nazionali di cercare nuove soluzioni per ridurre i costi del controllo bibliografico.6 Questo problema è stato alla base della Un modello concettuale in ambito biblioteconomico permette di avere una visione unificante dell’universo bibliografico che può essere letto, interpretato e, quindi, descritto in modi e con strumenti differenti, a seconda delle finalità che s’intendono perseguire. Infatti, “un modello concettuale ci fornisce la visione di che cosa l’universo bibliografico contiene, com’è organizzato e quali informazioni usiamo per identificare tutte le entità e le relazioni in questo universo”. Cfr.. Barbara B. Tillett, The bibliographic universe and the new IFLA cataloging principles. Lectio magistralis in Library Science = L’universo bibliografico e i nuovi principi di catalogazione dell’IFLA. Lectio magistralis di biblioteconomia. Fiesole (Firenze): Casalini Libri, 2008, p. 23, . 4 Vedi il fascicolo speciale di “Cataloging & Classification Quarterly”, The FRBR Family of Models, vol. 50, nos. 5-7 del 2012. Per un approfondimento sugli aspetti critici del modello vedi Karen Coyle, FRBR: prima e dopo. Un esame dei modelli bibliografici. Traduzione di Lucia Sardo. Roma: Associazione italiana biblioteche, 2017. [ebook: formato EPUB]. 5 IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records, Requisiti funzionali per record bibliografici: rapporto conclusivo. IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records, approvato dallo Standing Committee dell’IFLA Section on Cataloguing. Edizione italiana a cura dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Roma: ICCU, 2000. Sul sito IFLA si trovano le diverse versioni del modello: . 6 Per un approfondimento, vedi Giovanni Solimine, Controllo bibliografico universale. Roma: Associazione italiana biblioteche, 1997. 3

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riflessione teorica e degli sforzi organizzativi profusi a livello internazionale dalla Conferenza di Parigi (ICCP – International Conference on Cataloguing Principles, 1961) in poi. L’idea che sottende il concetto di controllo bibliografico universale è favorire la condivisione di dati catalografici prodotti dalle agenzie bibliografiche nazionali responsabili del controllo bibliografico dei rispettivi paesi, con la possibilità di riutilizzarli e, quindi, di ridurre i costi della catalogazione. È in questo alveo che vede, per esempio, la nascita, tra la seconda metà degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta, dello standard ISBD (International Standard Bibliographic Description)7 e del formato UNIMARC (UNIversal MAchine Readable Cataloguing)8 che s’inserisce il Seminar on Bibliographic Records di Stoccolma del 1990, promosso dall’IFLA, da cui inizia la riflessione sui requisiti funzionali per i record bibliografici. L’ISBD nasce tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio degli anni Settanta del Novecento con lo scopo di rendere possibile lo scambio di registrazioni catalografiche provenienti da fonti diverse, favorirne l’interpretazione al di là delle barriere linguistiche e la conversione in una forma leggibile dalle macchine. Per fare ciò si utilizza una punteggiatura convenzionale che separa i diversi elementi costitutivi di una registrazione e li si organizza inizialmente in sette aree, poi otto, omogenee per contenuto, diventate nove con l’aggiunta dell’area 0 nell’edizione consolidata. Le aree attuali sono: area della forma del contenuto e del tipo di supporto, area del titolo e della formulazione di responsabilità, area dell’edizione, area specifica del materiale o del tipo di risorsa, area della pubblicazione, produzione, distribuzione, etc., area della descrizione materiale, area della serie e delle risorse monografiche multiparte, area delle note, area dell’identificatore della risorsa e delle condizioni di disponibilità. 8 I formati MARC, a cui UNIMARC appartiene, sono strumenti per la codifica e lo scambio di dati catalografici leggibili dalla macchina. I principali formati MARC sono MARC21 e appunto UNIMARC . Un record in formato MARC è costituito da blocchi di informazioni codificati da tag numerici di tre caratteri e da indicatori di due cifre, che hanno lo scopo di qualificare un campo e dare istruzioni al sistema su come indicizzarlo, e da vari sottocampi in cui sono organizzati i dati, preceduti da indicatori costituiti da caratteri speciali, per esempio $ seguito da una lettera minuscola o da un numero da 0 a 9. Per esempio, nel formato UNIMARC il blocco 2-- è il blocco delle informazioni descrittive, ove vengono registrati i dati previsti nelle aree 1-6 di ISBD. 7

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Verso la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta l’IFLA Core Programme for Universal Bibliographic Control and International MARC (UBCIM), l’IFLA Section on Cataloguing e la Conference of Directors of National Libraries (CDNL) manifestano un crescente interesse verso la definizione di nuovi standard internazionali per il controllo bibliografico. Il rinnovato interesse è dovuto alla consapevolezza della riduzione delle risorse economiche e alla constatazione del cambiamento, legato alle innovazioni tecnologiche, delle modalità di creazione dei dati e delle modalità di ricerca bibliografica da parte degli utenti. Nel seminario di Stoccolma gli organizzatori ritennero che fosse necessario un ripensamento o, quantomeno, una revisione del ruolo dei record.9 Il Seminario si conclude affermando la necessità che la comunità bibliotecaria giunga a un accordo internazionale che definisca in modo chiaro le funzioni primarie del record rispetto ai bisogni degli utenti e ai nuovi media che erano apparsi nell’universo bibliografico10 e insiste sull’esigenza di aumentare la condivisione dei dati bibliografici. La Risoluzione 2a sollecita, infatti, “che venga commissionato uno studio per definire i requisiti funzionali per i record bibliografici, in relazione alla varietà dei bisogni degli utenti e alla varietà dei media”.11 In seguito a questa decisione, Tom Delsey e Henriette Avram, protagonisti del seminario, predisposero un documento dal titolo Terms of Reference for a Study of the Functional Requirements for Bibliographic Records12 che stabiliva i criteri da seguire per in9 Vedi IFLA UBCIM Programme and the IFLA Division of Bibliographic Control, Seminar on Bibliographic Records: proceedings of the Seminar held in Stockholm, 15-16 August 1990, and sponsored by the IFLA UBCIM Programme and the IFLA Division of Bibliographic Control, edited by Ross Bourne. Munchen: Saur, 1992. 10 Per una definizione vedi Carlo Bianchini, Riflessioni sull’universo bibliografico: funzioni, oggetti e modelli della catalogazione per autore e titolo, prefazione di Mauro Guerrini. Milano: Sylvestre Bonnard, c2005. 11 Vedi Seminar on Bibliographic Records, cit., p. 145. 12 Vedi Olivia M.A. Madison, The Origins of the IFLA Study on Functional Requirements for Bibliographic Records, “Cataloging & Classification Quarterly”, vol. 39, nos. 3-4 (2005), p. 15-37, .

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traprendere lo studio sui requisiti funzionali per i record bibliografici. Obiettivo era “delineare con termini chiaramente definiti le funzioni svolte dai record bibliografici rispetto ai vari media, alle varie applicazioni e ai vari bisogni degli utenti”.13 Lo studio doveva comprendere tutte le funzioni per i record, includendo sia gli elementi descrittivi, sia i punti d’accesso e gli altri elementi organizzativi quali schemi di classificazione, codici cronologici, etc. Il documento considerava di basilare importanza l’applicazione di questi requisiti funzionali allo sviluppo e alla revisione di standard, linee guida e codici di catalogazione, nonché la valutazione della loro efficacia; suggeriva i requisiti: –– per i consulenti: °° determinare tutte le funzioni del record bibliografico e, quindi, definire gli usi primari del record come intero; °° sviluppare una cornice che identifichi e definisca chiaramente tutte le entità oggetto d’interesse per gli utenti di un record bibliografico e i tipi di relazione che possono esistere fra le entità; °° identificare e definire, per ciascuna entità, le funzioni del record bibliografico; °° identificare gli attributi chiave di ciascuna entità o relazione, necessarie per ciascuna specifica funzione; –– per il Gruppo di studio: °° raccomandare un livello base di funzionalità per i record bibliografici creati dalle agenzie bibliografiche nazionali che sia correlato specificatamente alle entità identificate nella cornice e alle funzioni rilevanti per ciascuna di esse.14 Il documento viene approvato nel 1992 insieme ad altre due risoluzioni: –– l’aggiunta dei soggetti come entità da tenere in considerazione; Ibidem, p. 35-36. Ibidem.

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–– la definizione, da parte del Gruppo di studio, delle funzionalità di base per i record prodotti dalle agenzie bibliografiche nazionali. FRBR ha origine da questo documento e dall’istituzione del Gruppo di studio nel 1992 (IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records), costituito da membri della Section on Cataloguing e della Section on Classification and Indexing dell’IFLA; un ruolo importante fu svolto inizialmente da Elaine Svenonius. Il Gruppo di studio persegue il tentativo di raggiungere un accordo sulle funzioni del record; solo in seguito identifica le entità bibliografiche d’interesse per gli utenti e, su queste, struttura l’universo bibliografico secondo il modello entità-relazione. La definizione degli attributi e delle relazioni è, infine, l’ultimo passo. Il lavoro prosegue fino alla redazione di una bozza sottoposta a una revisione mondiale a partire dal maggio 1996, a cui segue la versione del Rapporto finale, approvato in occasione del congresso IFLA di Copenaghen del 1997 e pubblicato nel 1998. L’interesse suscitato da FRBR convince l’IFLA a costituire nel 2002 un Gruppo di studio che supporti e segua lo sviluppo del modello concettuale, incoraggiando l’uso dello stesso come modello di riferimento per l’universo bibliografico.15 In seguito ai commenti ricevuti dalla comunità bibliotecaria internazionale dopo la sua pubblicazione, il Gruppo modifica parzialmente la sezione 3.2.2 dedicata all’entità espressione.16 L’IFLA, inoltre, crea un Gruppo di lavoro sugli aggregati, il cui rapporto finale del 2011 è disponibile online.17 Nell’aprile 1999 viene costituito il Gruppo di lavoro sui Functional Requirements and Numbering of Authority Records Per la bibliografia su FRBR, limitata al periodo 1998-2008, vedi . 16 Vedi . 17 Vedi . 15

21

(FRANAR), successivamente l’FRBR Review Group (2002) e, infine, nel 2005, il Gruppo di lavoro sui Functional Requirements for Subject Authority Records (FRSAR). Il Gruppo di lavoro FRANAR ha tre obiettivi fondamentali: 1) definire i requisiti funzionali per i record d’autorità,18 continuando il lavoro iniziato dai Functional Requirements for Bibliographic Records per i sistemi bibliografici; 2) studiare la fattibilità di un International Standard Authority Data Number (ISADN), definire i suoi possibili usi e i suoi potenziali utenti, determinare il tipo di record d’autorità per i quali l’ISADN è necessario, esaminare la struttura e il tipo di gestione dell’ISADN; 3) collaborare e servire da collegamento ufficiale dell’IFLA con gli altri gruppi che si occupano degli archivi d’autorità, quali INDECS (Interoperability of Data in ECommerce Systems), ICA/CDS (International Council on Archive Committee on Descriptive Standards, in seguito: International Council on Archives Committee on Best Practices and Professional Standards), ISO/ TC 46 per la numerazione internazionale e gli standard descrittivi, CERL (Consortium of European Research Libraries), etc. Il documento risponde al primo di questi obiettivi e rappresenta un’estensione e uno sviluppo del modello FRBR. Il Nella versione definitiva del modello si parla di dati d’autorità. “Il dato di autorità rappresenta i punti di accesso controllati e le altre informazioni che le istituzioni utilizzano per ordinare le opere di una persona, famiglia o ente, oppure le diverse edizioni di un titolo. I punti di accesso controllati comprendono forme autorizzate e forme varianti del nome, raggruppate dai catalogatori per identificare un’entità.” Vedi IFLA. Cataloguing Section, Classification and Indexing Section, Requisiti funzionali per i dati di autorità. Un modello concettuale, a cura di Glenn E. Patton. Relazione finale. Dicembre 2008. Approvata dagli Standing Committee dell’IFLA Cataloguing Section e dell’IFLA Classification and Indexing Section. Marzo 2009. Edizione italiana a cura dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Roma: ICCU, 2010, p. 11, . 18

22

Gruppo di lavoro non intraprende un’analisi completa delle autorità per soggetto: benché ne avesse incluso alcuni aspetti, l’analisi verrà poi conclusa dal Working Group on the Functional Requirements for Subject Authority Records. Il modello sui dati d’autorità FRAD è pubblicato nel 2009, il terzo modello FRSAD19 è pubblicato nel 2010, nonostante il parere contrario della Commissione catalogazione dell’IFLA.20 Lo sviluppo dei modelli successivi al primo convince l’FRBR Review Group della necessità di un’armonizzazione: i diversi documenti, pur nella stessa cornice di una modellizzazione entità-relazione, presentano, infatti, punti di vista e soluzioni differenti per problemi comuni, entità diverse e funzioni utente specifiche. Per questo motivo l’IFLA nel 2017 pubblica un nuovo modello concettuale, risultato di un suo lungo processo di redazione e revisione a livello mondiale; esso consolida i precedenti in un unico testo coerente, che dovrebbe aiutarne la comprensione e facilitarne l’adozione; il suo nome è IFLA Library Reference Model.21 Nel 2016 viene coniato un titolo provvisorio, FRBRLRM, ma il Gruppo di lavoro lo ritiene superato, come vedremo più avanti. In sintesi, i modelli concettuali della famiglia FR sono stati: –– FRBR – Functional Requirements for Bibliographic Records (1998) –– FRAD – Functional Requirements for Authority Data (2009) –– FRSAD – Functional Requirements for Subject Authority Data (2010) IFLA. Working Group on the Functional Requirements for Subject Authority Records (FRSAR), Functional Requirements for Subject Authority Data (FRSAD). A conceptual model, editors: Marcia Lei Zeng, Maja Žumer, Athena Salaba, approved by the Standing Committee of the IFLA Section on Classification and Indexing. June 2010, . 20 Vedi . 21 Vedi . 19

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Nel passaggio da FRBR a FRAD la terminologia ha subito una modifica sostanziale: il termine record è stato sostituito da data, volendo con ciò evidenziare che i modelli si riferiscono ai singoli dati e non più al record testuale. Ai tre si può aggiungere: –– FRBROO, o FRBR nella versione object-oriented (versione 1.0 nel 2010 e 2.4 nel 2015). FRBROO22 nasce dal lavoro congiunto dell’FRBR Review Group e dell’International Council of Museum (ICOM) Committee on Documentation (CIDOC), responsabile del mantenimento del modello concettuale internazionale definito dalla comunità museale, ossia il CIDOC Conceptual Reference Model (CIDOC CRM). FRBROO versione 1.0 (pubblicato nel 2009) esprime il modello originale FRBR come un’estensione del CIDOC Conceptual Reference Model (CIDOC CRM) per le informazioni relative a opere conservate nei musei. La collaborazione ha portato all’elaborazione di uno schema basato sul modello object-oriented di CIDOC CRM e all’approvazione come sua estensione ufficiale.23 Il modello object oriented è poi ampliato per includere le entità, gli attributi e le relazioni dichiarati in FRAD e FRSAD, risultando in FRBROO versione 2.4 (approvata nel 2016). Da settembre 2017 è disponibile una versione 3.0 ancora in fase di revisione. Lo status del documento è “open – in progress”: si tratta della versione corrente del testo, soggetta a discussioni e cambiamenti. Il documento può essere usato solo per seguire le International Working Group on FRBR and CIDOC CRM Harmonisation. Definition of FRBRoo. A Conceptual Model for Bibliographic Information in Object-Oriented Formalism, edited by: Chryssoula Bekiari, Martin Doerr, Patrick Le Bœuf, Pat Riva. Version 2.4. November 2015, . 23 Patrick Le Bœuf, De FRBRer à FRBRoo. Lectio magistralis in Library Science. Florence University, March 17, 2009 = Da FRBRer a FRBRoo. Lectio magistralis in biblioteconomia. Fiesole (Firenze): Casalini Libri, 2009, . 22

24

discussioni sulla modellizzazione e non per supportare implementazioni o altre attività ufficiali.24

.

24

25

2. PANORAMICA DEI MODELLI

Il primo e più noto è FRBR, che definisce per la prima volta le entità che saranno riprese in parte dagli altri due modelli della famiglia, con alcune variazioni, modifiche e ampliamenti, e che costituisce l’ossatura di LRM. Nei paragrafi che seguono vengono presentate le funzioni utente previste dai diversi modelli, con una modalità comparativa, e di seguito si analizzano nel dettaglio le entità, gli attributi e le relazioni di ogni singolo modello.

Le funzioni utente dei tre modelli della famiglia FR I requisiti funzionali sono stati definiti in relazione alle funzioni utente, ovvero al comportamento degli utenti nel momento in cui compiono interrogazioni nei cataloghi o nelle bibliografie nazionali. Le funzioni utente, pertanto, costituiscono la base di partenza per definire gli oggetti d’interesse nell’universo bibliografico. I tre modelli presentano due funzioni utente comuni, sebbene con definizioni diverse; altre funzioni sono specifiche per ciascun modello della famiglia: ciò è dovuto al loro differente focus. Le diverse funzioni utente sono presentate in forma comparativa così da facilitare la lettura delle definizioni.

26

27

Definizione

Trovare le entità che corrispondono ai criteri di ricerca formulati dagli utenti (ossia localizzare una singola entità o un gruppo di entità in un archivio o in una base di dati come risultato di una ricerca usando un attributo o una relazione dell’entità)

FRBR

Trovare

Trovare un’entità o Trovare un insieme di entità che corrispondano a criteri stabiliti (cioè, trovare una singola entità o un insieme di entità utilizzando come criteri di ricerca un attributo o una combinazione di attributi, oppure una relazione dell’entità come criterio di ricerca); oppure, esplorare l’universo delle entità bibliografiche utilizzando quegli attributi e quelle relazioni

Trovare

FRSAD

Definizione

FRAD

Uno o più soggetti e/o le loro denominazioni che corrisponde/corrispondono ai criteri stabiliti dall’utente, usando attributi e relazioni

Definizione

28

Identificare un’entità (ossia confermare che l’entità descritta corrisponde all’entità cercata, o distinguere fra due o più entità con caratteristiche simili)

Selezionare l’entità appropriata ai bisogni dell’utente (ossia scegliere un’entità che corrisponde ai requisiti di contenuto, formato, etc. richiesti dall’utente o rifiutare un’entità in quanto non appropriata ai bisogni dell’utente)

Identificare

Selezionare

Definizione Identificare un’entità (cioè, confermare che l’entità rappresentata corrisponde all’entità ricercata, così da poter distinguere fra due o più entità con caratteristiche simili), oppure validare la forma del nome da utilizzare per un punto d’accesso controllato*

FRAD Identificare Identificare

FRSAD

Un soggetto e/o la sua denominazione appropriata ai bisogni dell’utente (cioè scegliere o rifiutare basandosi sui requisiti e bisogni dell’utente)

Un soggetto e/o la sua denominazione basandosi sui suoi attributi o relazioni (cioè, distinguere tra due o più soggetti o denominazioni con caratteristiche simili, e confermare che è stato trovato il soggetto o la denominazione appropriata)

Definizione

“Punto d’accesso sottoposto ad autority control”: veniva così definito nel modello; adesso viene chiamato punto d’accesso autorizzato.

*

Definizione

FRBR

29

Definizione

Acquisire od ottenere accesso all’entità descritta (ossia acquisire un’entità tramite acquisto, prestito, etc., o accedere all’entità elettronicamente tramite una connessione in linea con una risorsa remota)

FRBR

Ottenere

Contestualizzare

FRAD

Collocare una persona, ente, opera, etc., in un contesto; chiarire la relazione fra due o più persone, enti, opere, etc.; oppure, chiarire la relazione fra una persona, ente, etc. e un nome tramite cui quella persona, ente, etc. è conosciuta (per esempio, il nome adottato in ambito religioso al posto del nome secolare)

Definizione

FRSAD

Definizione

30

FRBR

Definizione Documentare le ragioni in base alle quali il creatore dei dati d’autorità ha scelto il nome o la forma del nome su cui si basa un punto d’accesso controllato

Giustificare

Figura 1: definizione delle funzioni utente

Definizione

FRAD

Esplorare

FRSAD

Le relazioni tra soggetti e/o le loro denominazioni (per esempio, esplorare le relazioni per capire la struttura di un dominio di soggetto e la sua terminologia)

Definizione

Le funzioni utente definite nei modelli sono state riprese dalla Dichiarazione di Principi internazionali di catalogazione (ICP – Statement of International Cataloguing Principles), per formulare gli obiettivi e le funzioni del catalogo; al punto 6 si afferma che “il catalogo dovrebbe essere uno strumento efficiente ed efficace che consente all’utente: 6.1 di trovare risorse bibliografiche in una raccolta come risultato di un’interrogazione basata sugli attributi o sulle relazioni delle entità, cioè: –– di trovare una singola risorsa o insieme di risorse che rappresentano: °° tutte le risorse che realizzano la stessa opera °° tutte le risorse che incorporano la stessa espressione °° tutte le risorse che esemplificano la stessa manifestazione °° tutte le risorse associate a una determinata persona, famiglia o ente 25 °° tutte le risorse su un determinato thema °° tutte le risorse definite secondo altri criteri (lingua, luogo di pubblicazione, data di pubblicazione, forma del contenuto, tipo di mediazione, tipo di supporto, etc.), di solito come selezione secondaria del risultato di un’interrogazione; 6.2 di identificare una risorsa bibliografica o un agente (cioè di confermare che l’entità descritta in una registrazione corrisponde all’entità cercata o di distinguere fra due o più entità con caratteristiche simili); 6.3 di selezionare una risorsa bibliografica appropriata alle necessità dell’utente (cioè, di scegliere una risorsa che risponde alle esigenze dell’utente per quanto riguarda modalità di fruizione, così come contenuto, supporto, etc. oppure di scartare una risorsa in quanto inadeguata alle esigenze dell’utente); 6.4 di acquisire o di ottenere accesso a un item descritto (cioè, di fornire informazioni che consentano all’utente di ac Con thema in FRSAD s’intende il soggetto di un’opera. Vedi la sezione su FRSAD per una analisi più approfondita. 25

31

quisire un item mediante acquisto, prestito, etc. o di accedere in modalità elettronica a un item, tramite una connessione online a una fonte remota); oppure di accedere, acquisire o ottenere dati d’autorità o bibliografici;26 6.5 di navigare ed esplorare: –– all’interno di un catalogo, tramite la disposizione logica dei dati bibliografici e d’autorità e la presentazione chiara delle relazioni tra entità –– oltre il catalogo, verso altri cataloghi e in contesti non legati alle biblioteche”.27 Alle funzioni di FRBR è stata aggiunta la funzione navigare ed esplorare, proposta da Elaine Svenonius,28 e ripresa col termine esplorare da FRSAD.

FRBR Functional Requirements for Bibliographic Records (FRBR), in italiano Requisiti funzionali per i record bibliografici, è un modello concettuale entità-relazione sviluppato con due obiettivi principali: –– fornire uno schema ben definito per correlare i record bibliografici ai bisogni di quanti li consultano; Nella traduzione italiana è stato usato esemplare; qui si è preferito utilizzare item, come nella traduzione in corso di pubblicazione di IFLA LRM. 27 IFLA Cataloguing Section and IFLA Meeting of Experts on an International Cataloguing Code, Dichiarazione di Principi internazionali di catalogazione (ICP). Edizione 2016, con piccole correzioni 2017, di Agnese Galeffi (chair), María Violeta Bertolini, Robert L. Bothmann, Elena Escolano Rodríguez, and Dorothy McGarry, traduzione italiana, a cura del Gruppo di lavoro tecnico [dell’ICCU] per la traduzione degli ICP 2016, . 28 Vedi Elaine Svenonius, The intellectual foundation of information organization. Cambridge, Mass.: MIT Press, 2000. Traduzione italiana: Il fondamento intellettuale dell’organizzazione dell’informazione, traduzione di Maria Letizia Fabbrini, introduzione di Mauro Guerrini. Firenze: Le Lettere, 2008. 26

32

–– raccomandare le funzionalità di base che i record prodotti dalle agenzie bibliografiche nazionali devono assolvere. FRBR individua le entità d’interesse degli utenti e definisce per ciascuna gli attributi e le relazioni che le descrivono e che si possono utilizzare per formulare una ricerca. FRBR non intende individuare le specifiche modalità di descrizione o di presentazione dei dati: il modello vuole invece tenere conto di tutte le funzioni di un record bibliografico con i suoi elementi descrittivi, punti d’accesso, altri elementi “organizzativi” (classificazione, etc.) e note. Dal momento che le finalità variano da persona a persona, FRBR dà per acquisito che vi siano diverse categorie di utenti che possano utilizzare i record bibliografici a vario titolo. Tra questi vi sono, oltre a quanti operano all’interno di una biblioteca (dall’acquisizione al reference), utenti, editori, distributori, librai e fornitori di servizi bibliografici. FRBR concentra l’attenzione solo sugli utenti in senso tradizionale, tralasciando le altre categorie elencate nel rapporto, individuandone i bisogni, ossia le funzioni “di carattere generale svolte dagli utenti nel corso della ricerca e dell’uso di bibliografie nazionali e di cataloghi di biblioteca”.29 Il modello FRBR è stato il primo a definire funzioni utente ed entità, che costituiscono l’ossatura su cui sono stati costruiti attributi, relazioni e gli altri modelli della famiglia. La modellizzazione entità-relazione, tipica della costruzione di database, è caratterizzata dall’individuazione delle entità d’interesse e, quindi, dall’identificazione degli attributi di ciascuna entità e delle relazioni che intercorrono fra le entità. Partendo dalle funzioni trovare, identificare, selezionare e ottenere FRBR identifica gli oggetti d’interesse per gli utenti, suddivisi in tre gruppi concettualmente omogenei: –– gruppo 1: comprende i prodotti della creazione intellettuale e artistica: opera, espressione, manifestazione e item; –– gruppo 2: include le persone e gli enti che possono aver avuto un ruolo in merito al contenuto artistico o intel Vedi Requisiti funzionali per record bibliografici, cit., p. 17.

29

33

lettuale, alla produzione fisica, alla disseminazione o alla custodia delle entità del gruppo 1; –– gruppo 3: comprende i soggetti delle opere: concetto, oggetto, evento e luogo; i soggetti delle opere possono essere anche le entità del gruppo 1 e 2. Il modello FRBR si focalizza principalmente sulle entità del gruppo 1; le entità del gruppo 2 sono analizzate nel dettaglio, con modifiche e aggiunte, in FRAD, mentre le entità del gruppo 3 sono state l’oggetto di partenza del lavoro di FRSAD (il Gruppo di studio ha prodotto un modello concettuale che introduce nuove entità). Le entità del gruppo 1 sono: Opera: la creazione intellettuale o artistica, priva di materializzazione. L’opera è una “entità astratta” che esiste solo grazie alle sue diverse realizzazioni. FRBR individua, inoltre, seppur in modo generale, i casi in cui le modifiche apportate a un’opera sono tali da generarne una completamente nuova. L’entità opera serve per raggruppare le sue diverse espressioni e metterla in relazione con altre opere connesse a essa. Espressione: la realizzazione intellettuale o artistica di un’opera in forma alfanumerica, musicale o come oggetto, immagine, suono, coreografia o combinazione di questi. L’espressione, pur non avendo ancora una materializzazione, è la modalità, la forma con cui vengono espresse le idee o il contenuto di un’opera. Nel caso di un’opera in forma testuale, l’espressione è costituita dalle parole e dalla sequenza delle frasi e dei paragrafi. Ogni cambiamento nella forma, che sia una traduzione o il passaggio da un testo alla sua forma audio, costituisce una nuova espressione. Il cambiamento di un solo singolo termine costituisce (o può costituire) una nuova espressione. L’individuazione dell’espressione si basa, di norma, su quanto dichiarato sulla risorsa: le “espressioni varianti nella stessa forma (ad es. versioni riviste di un testo) saranno identificate spesso in modo indiretto come espressioni diverse, in quanto la variazione risulta palese dai dati associati ad un attributo, utilizzato per indicare la ma34

nifestazione, in cui l’espressione si materializza (per esempio, un’indicazione di edizione)”.30 Andranno, tuttavia, segnalate le caratteristiche precipue di versioni riviste di un’opera, pur in assenza di dichiarazioni esplicite, qualora ricerche specifiche lo abbiano rilevato con certezza; ciò avviene principalmente in un contesto descrittivo specialistico. L’espressione permette, quindi, di registrare le differenze di contenuto artistico o intellettuale tra le diverse realizzazioni di un’opera. È possibile stabilire relazioni tra le espressioni di una stessa opera e tra le manifestazioni nelle quali si materializza la medesima espressione. Manifestazione: la materializzazione fisica dell’espressione di un’opera, l’oggettivazione di un’espressione. In alcuni casi, una manifestazione può essere costituita da un unico oggetto fisico (come un manoscritto o un dipinto), oppure da un insieme di oggetti fisici, come le copie di una particolare edizione, che presentano le medesime caratteristiche di contenuto intellettuale e di forma fisica. Cambiamenti nella forma fisica (tipo o dimensione dei caratteri, supporto, etc.) o nel processo produttivo (la casa editrice) generano una nuova manifestazione. Item: l’unità distinta, il singolo oggetto appartenente a una manifestazione, considerando i casi in cui comprenda più oggetti fisici, come i due volumi che costituiscono una monografia. Tramite l’item è possibile descrivere sia le caratteristiche della singola copia (per esempio, di un libro) dovute alle vicende intercorse all’oggetto sia le transazioni alle quali è sottoposta (acquisto, circolazione, scarto, etc.). Opera, espressione, manifestazione e item sono entità che hanno tutte un valore astratto, seppure inizialmente si attribuiva a opera ed espressione un valore astratto e a manifestazione e item un valore concreto. Le quattro entità del gruppo 1, infatti, hanno una valenza in quanto entità del modello concettuale; per riferirsi a un oggetto reale si usa il termine risorsa bibliografica (bibliographic resource) o semplicemente risorsa, lemma utilizzato (per la catalogazione) dagli ultimi anni del XX secolo.

Requisiti funzionali per record bibliografici, cit., p. 28.

30

35

In FRBR sono illustrate innanzitutto le relazioni tra le entità del gruppo 1, fondamentali per la struttura del modello in quanto includono la definizione delle entità coinvolte: Opera

è realizzata attraverso

Espressione

è materializzata

Manifestazione

è esemplificata

Item

Figura 2: relazioni fra le entità del gruppo 1

Il diagramma esplicita che un’opera si realizza in una o più espressioni (doppia freccia), ma un’espressione realizza una sola opera (freccia con una sola punta). Un’espressione può materializzarsi in una o più manifestazioni e una manifestazione può dare “corpo” a una o più espressioni anche di opere diverse (come nel caso delle antologie). Una manifestazione, nel caso, per esempio, delle tirature editoriali, è rappresentata da più item. Esempi di entità del gruppo 1: Opera Le avventure di Pinocchio Espressione E1 espressione in lingua italiana E2 espressione in lingua inglese Manifestazione M1 edizione dell’espressione italiana del 1963 M2 edizione dell’espressione italiana del 2015 36

Item I1

esemplare della manifestazione M2 posseduto dalla Biblioteca nazionale centrale di Roma, con collocazione AZS. 0 3051

Opera Kritik der reinen Vernunft Espressione E1 Kritik der reinen Vernunft manoscritto E2 Kritik der reinen Vernunft edizione a stampa E3 Critica della ragion pura traduzione italiana Manifestazione M1 Critica della ragion pura terza edizione Laterza del 2010 Item I1 esemplare della manifestazione M1 posseduto dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, con collocazione GEN B25 03052 Opera Variazioni Goldberg Espressione E1 esecuzione di Glen Gould registrata nel 1981 Manifestazione M1 registrazione realizzata su disco sonoro a 33 1/3 rpm dalla CBS Records nel 1982 M2 registrazione riversata su compact disc dalla Sony nel 1992 Item I1 esemplare della manifestazione M2 posseduto dall’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, con collocazione 155/14879/1 I2 secondo esemplare della manife stazione M2 posseduto dall’Isti tuto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi, con collocazione 155/14879/2 37

Il prototipo FRBRVis31 permette di visualizzare dati catalografici con una modalità basata su FRBR e con diverse soluzioni grafiche; l’esempio che segue è relativo a Don Quixote di Cervantes:

Figure 3 e 4: esempi da FRBRVis

.

31

38

Le entità del gruppo 2 sono: Persona: un individuo. Ente: un’organizzazione o gruppo di individui e/o organizzazioni che agiscono come un’unità. Le entità del gruppo 3 sono: Concetto: una nozione astratta o un’idea. Oggetto: una cosa materiale. Evento: un’azione o avvenimento. Luogo: una località. La definizione delle entità è seguita dalla presentazione dei relativi attributi e delle relazioni che intercorrono fra di esse. Sono gli attributi e le relazioni che permettono agli utenti di formulare le interrogazioni e, quindi, di soddisfare i propri bisogni informativi. FRBR rappresenta, tramite tabelle, l’importanza di ciascun attributo e di ciascuna relazione per trovare, identificare, selezionare, acquisire le opere, le espressioni, le manifestazioni e gli item.32 A titolo di esempio si riportano gli attributi di opera ed espressione. Gli attributi di un’opera sono: –– titolo - parola, frase o insieme di caratteri che danno il nome all’opera; –– forma - la classe d’appartenenza, come biografia, fotografia, concerto, romanzo; –– data - o date di creazione; –– altre caratteristiche distintive - nel caso in cui sia necessario distinguere tra due o più opere con lo stesso titolo; –– conclusione prevista; –– destinatari; –– contesto di concezione - storico, sociale, artistico, etc. A questi si aggiungono altri attributi specifici per le opere musicali (mezzo d’esecuzione, designazione numerica, chiave) e per le opere cartografiche (coordinate, equinozio).

Requisiti funzionali per record bibliografici, cit., p. 93-101.

32

39

Gli attributi di un’espressione sono: –– titolo; –– forma - alfanumerica, musicale, cartografica, fotografica, etc.; –– data; –– lingua; –– altre caratteristiche distintive - per distinguere tra le diverse espressioni di una stessa opera; –– possibilità di estensione - l’espressione può essere completata grazie all’aggiunta di contenuti; –– possibilità di revisione - il contenuto dell’espressione può essere rivisto o aggiornato; –– estensione - lunghezza o durata di un’espressione; –– indice del contenuto; –– contesto; –– risposta critica - accoglienza riservata all’espressione da critici, studiosi, etc.; –– vincoli all’uso - per diritti d’autore. FRBR individua altri attributi per l’espressione delle pubblicazioni in serie (caratteristiche di sequenzialità, regolarità e periodicità di pubblicazione previste), delle notazioni musicali (tipo di partitura), delle notazioni e suoni registrati (mezzo d’esecuzione), delle immagini e oggetti cartografici (scala, proiezione, rappresentazione tecnica, rappresentazione del rilievo, geodetica, griglie, misurazione verticale), delle immagini da telerilevamento (tecnica di registrazione, caratteristiche speciali) e delle immagini grafiche o proiettabili (tecnica). Nel modello entità relazione che costituisce la struttura logica di FRBR, le entità sono connesse grazie a relazioni. Oltre alle relazioni fra le entità del gruppo 1, FRBR esemplifica anche le relazioni di responsabilità che coinvolgono le entità del gruppo 2 e le relazioni di soggetto fra l’opera e le entità dei gruppi 1, 2 e 3.

40

OPERA

ESPRESSIONE

MANIFESTAZIONE

ITEM

è posseduto da

PERSONA

è prodotta da è realizzata da è creata da

ENTE

Figura 5: relazioni di responsabilità

Nel diagramma sono indicate le relazioni di responsabilità che intercorrono fra le entità del gruppo 2 e quelle del gruppo 1: un’opera può essere creata da una o più persone e/o enti, un’espressione può essere realizzata da una o più persone e/o enti, una manifestazione può essere prodotta da una o più persone e/o da uno o più enti, un item può essere posseduto da una o più persone e/o enti. Una o più persone e/o enti possono creare una o più opere, realizzare una o più espressioni, produrre una o più manifestazioni, possedere uno o più item. 41

OPERA

OPERA

ESPRESSIONE MANIFESTAZIONE

ha come soggetto

ITEM

PERSONA

ha come soggetto

ENTE

CONCETTO OGGETTO

ha come soggetto

EVENTO LUOGO

Figura 6: relazioni di soggetto

Il diagramma indica che un’opera può avere come soggetto uno o più concetti, oggetti, eventi, luoghi e che, inoltre, le entità del gruppo 1 e del gruppo 2 possono essere il soggetto di un’opera. 42

Nel capitolo 5 (Relazioni) i Requisiti funzionali individuano, senza pretesa di esaustività, le tipologie più importanti di relazione che operano tra occorrenze dello stesso tipo di entità o tra occorrenze di tipi diversi di entità. Si riporta la tabella 5.1 di FRBR che presenta le relazioni da opera a opera.

Tipo di relazione

Opera di riferimento

Continuità ha una continuazione  Seguito  è una continuazione di Complementarietà ha un complemento   è complemento di

Cadenza Libretto Coreografia Conclusione di un’opera incompiuta

Opera autonoma Seguito Opera successiva Musica di accompagnamento Adattamento musicale per un testo Accompagnamento

Sintesi ha una sintesi   è sintesi di

Compendio Estratto

Adattamento ha un adattamento   è adattamento di

Adattamento Parafrasi Traduzione libera Variazione (musica) Armonizzazione (musica) Fantasia (musica)

Trasposizione ha una trasposizione   è trasposizione di

Versione teatrale Versione romanzata Versificazione Sceneggiatura

Imitazione ha una imitazione   è imitazione di

Parodia Imitazione Farsa

Figura 7: relazioni opera – opera

43

Alcuni esempi: Opera Iliade, di Omero ha una concordanza   è una concordanza di Opera A complete concordance to the Iliad of Homer, di G.L. Prendergast Opera Don Giovanni, di W.A. Mozart ha un adattamento   è un adattamento di Opera Don Giovanni, film di J. Losey Opera Annual report of the Librarian of Congress ha un supplemento   è un supplemento di Opera The Library of Congress’ Quarterly journal of current acquisitions Opera Curlew River, di W. Plomer ha un adattamento musicale   è un adattamento musicale di Opera Adattamento musicale di Curlew River, di B. Britten Opera Paedagogik als System, di K. Rosenkrantz ha una parafrasi   è una parafrasi di Opera The science of education, di A.C. Brackett Opera Pickwick papers, di C. Dickens ha una versione teatrale   è una versione teatrale di Opera Sam Weller, di W.T. Moncrieff La parte finale del modello presenta il valore di attributi e relazioni di ciascuna entità del gruppo 1 per le diverse funzioni utente e indica i requisiti di base per record bibliografici nazio44

nali. Quest’ultima parte non verrà ripresa dai modelli successivi, compreso LRM. La seguente tabella esemplifica l’importanza di attributi e relazioni della manifestazione. I simboli usati indicano l’importanza dell’attributo o della relazione di ogni entità per ciascuna funzione (■ = grande importanza; □ = media importanza; ○ = importanza minore).

45

46   ■ □    

■ □    

Titolo della manifestazione

Indicazione di responsabilità

Indicazione di edizione/stampa

Luogo di pubblicazione/distribuzione   □                      

  □                      

Data di pubblicazione/distribuzione

Fabbricante/produttore (nota 1)

Indicazione di collezione

Forma del supporto

Estensione del supporto (nota 2)

Materiale (nota 3)

Modalità di cattura

Dimensioni del supporto (nota 4)

Identificatore della manifestazione

Fonte per l’acquisizione/autorizzazione all’accesso (nota 5)

Condizioni di disponibilità

Vincoli di accesso alla manifestazione

Manifestazione  

 

 



 

 

 

 











 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Opera



 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 



Espressione



 

 

 



 

 

 

 

 

 

 





 







Manifestazione  

 

 





























 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 



 





 

Opera

 

Item  

 

 

 

 

 

 

 



 

 

 













 

Espressione

 







 



























 

Manifestazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Item

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Opera



Item  

Selezionare

Ottenere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Espressione

 

Identificare











 

 

 





 













 

Manifestazione

Editore/distributore

 

Opera  

Trovare Espressione

Attributi di una manifestazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Item

Nota 1. Il fabbricante/produttore può avere un valore maggiore per libri a stampa antichi, produzioni grafiche limitate, modelli, etc. Nota 2. L’estensione del supporto può avere un valore maggiore nei casi in cui esso stia a segnalare differenze tra una manifestazione e un’altra. Nota 3. Il materiale del supporto può avere un valore maggiore in casi in cui esso sia potenzialmente importante per gli utenti (per esempio, una pellicola a base di nitrato). Nota 4. Le dimensioni del supporto possono avere un valore maggiore nei casi in cui esse siano significative per l’attrezzatura di proiezione o di riascolto di registrazioni, etc. Nota 5. La fonte per l’acquisizione/autorizzazione all’accesso può avere un valore maggiore nel caso in cui si preveda che la manifestazione sia difficile ad ottenere tramite i comuni canali commerciali.

47

48              

               

e altre manifestazioni

Riproduzione

Alternatività

Componente

Parte integrante

e documenti

Riproduzione

e persone/enti responsabili della produzione/diffusione

Manifestazione  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 

 







 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



 









 

 

Figura 8: importanza di attributi e relazioni della manifestazione





 

 

 



Item  

Opera

 

Espressione

 

Manifestazione



Documento  

Opera

 

Espressione

 

Manifestazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Item

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Opera

 

Selezionare

Ottenere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Espressione

 

Identificare

 

 

 

 

 





 

 

Manifestazione

 

 

Opera  

Trovare Espressione

Relazioni tra una manifestazione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Item

Esempio di tavola che specifica i requisiti dei dati per il livello base del record bibliografico nazionale: Per consentire all’utente di

Il record bibliografico nazionale di base dovrà riportare questi attributi logici e relazioni

E dovrà includere questi specifici elementi di dati

7.1. Trovare tutte le manifestazioni che incorporano 7.1.1 le opere di cui una ■ Relazione/i tra la/e persona o ente è respon- persona/e ente/i responsabili e l’opera/e sabile incorporate nella manifestazione

■ Intestazione/i al nome di persona/e e/o di ente responsabile/i principale/i dell’opera

7.1.2 le varie espressioni di un’opera

■ Relazione/i tra l’opera e l’espressione/i incorporate nella manifestazione

■ Intestazione/i al titolo dell’opera

7.1.3 opere su un soggetto

■ Relazione/i tra il concetto/i, etc. che costituisce/scono il soggetto e l’opera/e incorporata/e nella manifestazione

■ Voce/i di soggetto e/o classificazione/i numerica/che relative al soggetto/i principale/i dell’opera/e

7.1.4 opere in una collezione

■ Relazione tra collezione e opera

■ Intestazione della collezione ■ Numerazione all’interno della collezione

Figura 9: trovare manifestazioni

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FRBR ha condizionato sostanzialmente tutti gli sviluppi teorici e pratici della catalogazione degli ultimi venti anni. La terminologia di FRBR e le funzioni utente (parzialmente ampliate e modificate, ma sostanzialmente quelle della famiglia FR) sono state utilizzate per la redazione della Dichiarazione di Principi internazionali di catalogazione. L’impianto di FRBR è stato la base per la redazione delle REICAT (Regole italiane di catalogazione)33 e di quello che sta diventando de facto lo standard mondiale per la metadatazione delle risorse: RDA, Resource Description and Access.34 Da questo punto di vista, FRBR è la base della catalogazione come la conosciamo oggi. Dal punto di vista della “gemmazione” di altri modelli, oltre a FRAD e FRSAD, FRBR è stato il riferimento per la realizzazione di FRBRoo, arrivato alla versione 2.4. FRBR rappresenta una pietra miliare, forse la pietra miliare della catalogazione della seconda metà del secolo scorso e del primo decennio del secolo corrente. Esso ha riportato l’attenzione sui dati catalografici, analizzandoli per il loro valore, non dando per scontato quanto era stato elaborato e realizzato fino ad allora.

Regole italiane di catalogazione: REICAT, a cura della Commissione permanente per la revisione delle regole italiane di catalogazione. Roma: ICCU, 2009, . Disponibili anche a . 34 RDA. Resource Description and Access. Developed in a collaborative process led by the Joint Steering Committee for Development of RDA (JSC), representing the American Library Association, the Australian Committee on Cataloguing, the British Library, the Canadian Committee on Cataloguing, CILIP: Chartered Institute of Library and Information Professionals, Deutsche Nationalbibliothek, and the Library of Congress. Version April 2014. Edizione Italiana a cura dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Roma: ICCU, 2015, . 33

50

FRAD Functional Requirements for Authority Data (FRAD), in italiano Requisiti funzionali per i dati di autorità, ha lo scopo di proporre una struttura per l’analisi dei requisiti funzionali per i dati d’autorità. Il modello si focalizza sui dati, trascurando il modo in cui essi sono stati assemblati (per esempio, nei record d’autorità), ed è stato progettato per: –– fornire un quadro di riferimento chiaramente definito e strutturato, per mettere in relazione i dati registrati dai creatori dei record d’autorità con i bisogni degli utenti di quei dati; –– valutare le possibilità di condivisione e di utilizzo dei dati d’autorità a livello internazionale, in ambito bibliotecario e in altri contesti. FRAD è stato sviluppato per evidenziare le caratteristiche dei dati d’autorità che meglio rispondessero ai bisogni degli utenti; il modello considera utenti: a) i creatori, ovvero coloro che producono e curano la manutenzione dei dati d’autorità; b) gli utenti finali, ovvero coloro che utilizzano le informazioni d’autorità tramite l’accesso diretto e tramite i punti d’accesso controllati e le strutture di reference dei cataloghi, delle bibliografie nazionali, etc. Il dato d’autorità viene definito “un insieme di informazioni relative a una persona, famiglia, ente o opera, il cui nome viene utilizzato come base per un punto d’accesso controllato per le citazioni bibliografiche o per le registrazioni in un catalogo di biblioteca o in una base dati bibliografica”.35 Il modello comprende tutti i tipi di dati d’autorità; quelli per soggetto vengono analizzati approfonditamente da FRSAD. L’analisi degli attributi delle entità (sezione 4) e delle relazioni (sezione 5) riguarda unicamente i dati d’autorità per i punti d’accesso controllati: Requisiti funzionali per i dati di autorità, cit., p. 13.

35

51

–– del nome, per persone, famiglie ed enti; –– creatore-titolo, per opere, espressioni, manifestazioni e item. Non sono inclusi gli attributi e le relazioni associati esclusivamente ad altri tipi di dato d’autorità (come i dati d’autorità relativi al soggetto). Le definizioni delle entità derivano da due fonti: FRBR e GARR (Guidelines for Authority Records and References, emanato dall’IFLA). Le entità presenti nel modello sono: –– persona: individuo, persona o identità stabilita o adottata da un individuo o da un gruppo; –– famiglia: due o più persone legate per nascita, matrimonio, adozione, stato civile od ogni altra condizione legale dello stesso ordine, o che, altrimenti, presentino sé stessi come una famiglia; –– ente: organizzazione o gruppo di individui e/o di organizzazioni identificati da un nome specifico, che agiscono come un’unità; –– opera: creazione intellettuale o artistica distinta (cioè il contenuto intellettuale o artistico); –– espressione: realizzazione intellettuale o artistica di un’opera sotto forma alfanumerica, musicale o di notazione coreografica, o sotto forma di suono, di immagine fissa, di oggetto, di immagine in movimento, etc., o di una qualsiasi combinazione di queste forme; –– manifestazione: materializzazione fisica dell’espressione di un’opera; –– item: singolo esemplare di una manifestazione; –– concetto: nozione astratta o idea; –– oggetto: cosa materiale; –– evento: azione o avvenimento; –– luogo: località; –– nome: un carattere o un gruppo di parole e/o caratteri tramite i quali un’entità è conosciuta nel mondo reale; –– identificatore: numero, codice, parola, frase, logo, stem52

ma, etc., associato a un’entità e che serve a differenziare quell’entità da ogni altra all’interno del campo nel quale l’identificatore è stato attribuito. Un identificatore può consistere in una stringa (cioè una sequenza di caratteri numerici e/o alfabetici assegnati a un’entità, che servono da identificatore univoco all’interno del dominio nel quale l’identificatore è stato attribuito) e un prefisso e/o un suffisso (un carattere o serie di caratteri, numerici e/o alfabetici, che compaiono prima o dopo una stringa identificativa); –– punto d’accesso controllato: nome, termine, codice, etc. sotto il quale si può trovare una registrazione bibliografica o d’autorità, o un rinvio; –– regole: insieme di istruzioni relative alla formulazione e/o alla registrazione dei punti d’accesso controllati (forme autorizzate, forme varianti o rinvii, etc.); –– agenzia: organismo responsabile della creazione e della correzione dei punti d’accesso. L’agenzia è responsabile dell’applicazione e dell’interpretazione delle regole da essa prodotte e/o utilizzate. L’agenzia può essere responsabile anche della creazione e del mantenimento degli identificatori all’interno del suo dominio.36 Il diagramma mostra il modello concettuale per i dati d’autorità:

Requisiti funzionali per i dati di autorità, cit., p. 23 e seguenti.

36

53

3. Diagramma entità-relazione e definizioni

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Figura 10: modello concettuale di FRAD Figura 2: Modello concettuale per i dati di autorità

FRAD definisce gli attributi delle entità a livello logico, come caratteristiche delle entità stesse. In certi casi, le caratteristiche 22 possono variare nel tempo come nel caso dell’ambito di attività di una persona. Il modello non distingue esplicitamente gli attributi che possono variare da quelli che non sono suscettibili 54

di cambiamento. Si presentano, a titolo d’esempio, gli attributi delle entità specificatamente analizzati o utilizzati in FRAD:37 Attributi della persona: date associate alla persona; titolo della persona; genere*; luogo di nascita*; luogo di morte*; paese*; luogo di residenza*; affiliazione*; indirizzo*; lingua della persona*; ambito di attività*; professione/occupazione*; biografia/storia*; altre informazioni associate alla persona. Attributi della famiglia: tipo di famiglia; date della famiglia; luoghi associati alla famiglia; ambito di attività; storia della famiglia. Attributi dell’ente: luogo associato all’ente; date associate all’ente; lingua dell’ente*; indirizzo*; ambito di attività*; storia*; altre informazioni associate all’ente. Attributi del nome: tipo di nome; stringa del nome; ambito d’uso; date d’uso; lingua del nome; scrittura del nome; schema di traslitterazione del nome. Attributi dell’identificatore: tipo di identificatore. Attributi del punto d’accesso controllato: tipo del punto d’accesso controllato; stato del punto d’accesso controllato; uso designato del punto d’accesso controllato; punto d’accesso indifferenziato; lingua degli elementi base del punto d’accesso; lingua della catalogazione; scrittura degli elementi base del punto d’accesso; scrittura della catalogazione; schema di traslitterazione degli elementi base del punto d’accesso; schema di traslitterazione della catalogazione; fonte del punto d’accesso controllato; elementi base del punto d’accesso; aggiunta. Gli attributi contrassegnati da asterisco rappresentano aggiunte a quelli riportati in FRBR. 37

55

FRAD esemplifica le relazioni che intercorrono tra le entità del gruppo 2 e le opere, e le relazioni tra i nomi e quelle tra i punti d’accesso controllati. A titolo d’esempio, si riporta la tavola 1, che “evidenzia tipi di modelli di relazione che agiscono tra istanze38 specifiche delle entità persona, famiglia, ente e opera, oppure tra un’istanza di uno tra questi tipi di entità e un’istanza di un tipo differente di entità, come viene generalmente espressa nei record d’autorità nome, titolo, nome-titolo. I tipi di relazione identificati nella tavola intendono essere solo rappresentativi e non mirano a fornire una tassonomia esaustiva delle relazioni presenti in questa categoria che possono esprimersi nei dati d’autorità”.39 Tipo di entità

Esempi dei tipi di relazione

Persona ↔ Persona

Relazione con pseudonimi Relazione di tipo secolare Relazione di tipo religioso Relazione di tipo ufficiale Relazione di attribuzione Relazione di collaborazione Relazione di fratellanza Relazione genitore/figlio

Persona ↔ Famiglia

Relazione di appartenenza

Persona ↔ Ente

Relazione di appartenenza

Famiglia ↔ Famiglia

Relazione di tipo genealogico

Famiglia ↔ Ente

Relazione di fondazione Relazione di proprietà

Ente ↔ Ente

Relazione gerarchica Relazione sequenziale

Opera ↔ Opera

Relazione di equivalenza Relazione di derivazione Relazione di descrizione Relazione intero/parte Relazione di complementarietà (parte-a-parte) Relazione sequenziale Relazione di caratteristiche condivise

Figura 11: esempi di relazioni tra entità

Con istanza s’intende uno specifico esemplare di un’entità. Requisiti funzionali per i dati d’autorità, cit., p. 59.

38 39

56

Alcuni esempi: Relazione con pseudonimi J.K. Rowling Robert Galbraith Relazione di tipo secolare Papa Giovanni XXIII Angelo Giuseppe Roncalli Relazione di tipo ufficiale John Fitzgerald Kennedy nome ufficiale del Presidente degli Stati Uniti per il periodo 1961-1963 Relazione di appartenenza persona - famiglia Wanda Wulz famiglia Wulz Relazione di appartenenza persona – ente John Lennon, Paul McCartney, The Beatles George Harrison, Ringo Starr Relazione di fondazione famiglia – ente Famiglia Agnelli FIAT Relazione gerarchica ente – ente Istituto Centrale per i Ministero per i beni beni sonori ed audiovisivi e le attività culturali

FRSAD Functional Requirements for Subject Authority Data (FRSAD), in italiano Requisiti funzionali per i dati d’autorità per soggetto, ha lo scopo di proporre una struttura per l’analisi dei requisiti funzionali per i dati d’autorità per soggetto, di produrre un quadro concettuale che definisca il contenuto informativo di questi dati e cosa si voglia ottenere da essi in termini di risposta ai bisogni degli utenti. In particolare, il Gruppo di lavoro si è focalizzato sulle entità del gruppo 3, in quanto connesse con la “circalità” (aboutness) delle opere, ossia ciò di cui esse trattano. 57

Obiettivi principali sono stati la valutazione, l’uso e lo scambio internazionale dei dati d’autorità per soggetto nel settore bibliotecario e in altri contesti; precede una dettagliata introduzione sul concetto dell’accesso semantico all’informazione e sulle sue funzionalità. Al Gruppo di lavoro si sono aggiunti due sottogruppi, uno dedicato alle funzioni utente e l’altro alle entità dei soggetti; il secondo si è concentrato sulle entità del gruppo 3, per definire: –– le entità che possono essere utilizzate come soggetti per un’opera (la relazione ‘ha come soggetto…’); –– possibili sotto-entità del gruppo 3; –– ulteriori entità correlate al gruppo 3. Per capire alcune soluzioni adottate dal modello FRSAD, è indispensabile introdurre alcuni concetti relativi all’indicizzazione semantica e considerare come sono stati affrontati e interpretati nel modello. Aboutness, ofness, isness, difficilmente traducibili in italiano, sono alla base delle riflessioni della letteratura scientifica sull’argomento; è per questo motivo che una parte importante dello studio è dedicata alla definizione e al chiarimento dell’uso di questi termini. Il Gruppo di lavoro si è concentrato innanzitutto sull’aboutness,40 o circalità (in FRBR la relazione ‘l’opera ha come soggetto…’) e non sulla isness, ovvero sulla classe alla quale l’opera appartiene (classe che viene definita in base alla forma o al genere). L’introduzione di FRSAD definisce i concetti di aboutness e ofness,41 analizzando le Aboutness: proprietà di un discorso o documento di trattare un tema, di essere about un certo argomento. Si definisce come rapporto esistente tra il tema di un documento e un tema teoricamente definito che funziona come riferimento esterno al documento. La traduzione proposta da Serrai è circalità (cfr. Alfredo Serrai, Del catalogo alfabetico per soggetti. Roma: Bulzoni, 1979). 41 Con ofness nell’indicizzazione delle immagini si fa riferimento a quanto raffigurato nelle medesime. Cfr. . Come affermato in FRSAD “Quegli autori di ambito biblioteconomico che si sono interessati al tema dei soggetti delle risorse visive come le opere d’arte e le fotografie, si sono spesso occupati di come distinguere tra l’“aboutness” e l’“ofness” (entrambe specifiche e generi40

58

diverse accezioni che i termini possono avere nella letteratura catalografica; gli estensori di FRSAD non prendono una posizione filosofica sulla questione, ma si limitano a considerare il problema dal punto di vista dell’utente di un catalogo.42 Il metodo usato per costruire il modello concettuale è identico a quello usato per FRBR e FRAD, ma FRSAD presenta alcune caratteristiche peculiari, tra cui quattro appendici dedicate rispettivamente a: –– illustrare le analisi usate come base per realizzare il modello concettuale per l’aboutness; –– spiegare le relazioni del modello FRSAD con i modelli FRBR e FRAD; FRAD e FRSAD sono basati su FRBR; pur essendo stati sviluppati in parallelo, FRAD e FRSAD presentano differenze sostanziali dovute all’oggetto della modellizzazione; –– presentare le mappature tra FRSAD e gli sviluppi del settore, quali gli standard ISO per i tesauri,43 il Simple Knowledge Organization System (SKOS)44 del World Wide Web Consortium (W3C), il OWL Web Ontology Language45 e il Dublin Core Abstract Model;46 –– mostrare esempi tratti dai sistemi d’autorità per soggetto esistenti, analizzati dalla prospettiva del modello FRSAD. La principale novità di FRSAD riguarda l’introduzione di due entità: che raffigurazioni e rappresentazioni di tali opere)”. Vedi J. Paul Getty Trust. College Art Association, Categories for the Description of Works of Art (CDWA), revised 2016 by Patricia Harpring, Murtha Baca and Patricia Harpring, Editors, . Sara Shatford, Analyzing the subject of a picture: A theoretical approach, “Cataloging & Classification Quarterly”, vol. 6, n. 3 (1986), p. 39-62, . 42 Functional Requirements for Subject Authority Data, cit., § 2.3. 43 ; . 44 . 45 . 46 .

59

–– thema: soggetto di un’opera; –– nomen: segno o sequenza di segni (caratteri alfanumerici, simboli, suono, etc.) con cui si fa riferimento a un thema o con cui un thema è conosciuto. Il Gruppo di lavoro ha scelto i termini latini perché non hanno significati pre-esistenti nel contesto bibliografico, sono culturalmente neutri e non necessitano di traduzione.47 Thema è stato distinto dall’entità concetto di FRBR perché con questo termine il Gruppo ha voluto indicare una superentità, che comprende tutte le entità di FRBR, in quanto potenziali soggetti di un’opera. La scelta di utilizzare il termine latino nomen deriva dalla constatazione che spesso “nome” è considerato sinonimo di “nome proprio” e dalla necessità di distinguere l’entità presentata nel modello FRSAD dalla precedente entità “nome” di FRAD. In FRSAD nomen comprende le entità nome, identificatore e punto d’accesso controllato presenti in FRAD. Per quanto riguarda le relazioni fra le entità thema, opera e nomen si conferma una relazione base di FRBR cioè ‘opera ha come soggetto thema / thema è soggetto di opera’ e viene introdotta la nuova relazione ‘thema è chiamato con nomen / nomen è la denominazione di thema’. La relazione fra opera e thema è di molti a molti: un’opera può avere più di un thema e un thema può essere il soggetto per più di un’opera. La relazione fra thema e nomen può essere di molti a molti, nei linguaggi naturali o mappando diversi vocabolari; nei vocabolari controllati è di uno a uno; nel linguaggio naturale possiamo usare i termini abiti, vestiti, capi d’abbigliamento, vestiario, mentre in un vocabolario controllato viene scelto un solo termine (per esempio, capi d’abbigliamento). Gli attributi dell’entità thema non sono definiti in modo esaustivo ma possono dipendere dalle implementazioni; quelli presentati nel modello sono: tipo di thema; nota d’ambito. Cfr. Functional Requirements for Subject Authority Data, cit., p. 16.

47

60

Per l’entità nomen nel modello vengono elencati gli attributi più comuni: non tutti sono sempre applicabili e la lista non è esaustiva. Essi sono: tipo di nomen; schema; fonte del nomen; modo di rappresentazione del nomen (alfanumerico, suono, grafico); lingua del nomen; alfabeto del nomen; traslitterazione usata; forma del nomen; periodo di validità del nomen; audience; status del nomen. Il modello presenta due tipologie di relazione: –– le relazioni fra tipi di entità diversi: opera – thema; thema – nomen; –– le relazioni fra entità dello stesso tipo: thema – thema; nomen – nomen. Delle prime si è già detto. Per quanto riguarda le relazioni thema – thema, esse sono: –– relazioni gerarchiche; –– relazione “generica”: relazione d’inclusione; –– relazione tutto-parte; –– relazione di “occorrenza”: relazione fra una classe generale di oggetti o eventi, di solito formulata con un nome comune, e una singola occorrenza di quella categoria, di solito formulata con un nome proprio; –– relazione poligerarchica; –– altre relazioni gerarchiche; –– relazioni associative; –– altri approcci alle relazioni semantiche. Le relazioni nomen – nomen sono: –– relazione di equivalenza; –– relazione intero-parte. Lo schema seguente mostra la relazione di FRSAD con FRBR, con l’aggiunta dell’entità famiglia introdotta da FRAD:

61

OPERA

OPERA

ESPRESSIONE MANIFESTAZIONE

ha come soggetto ha come soggetto

ITEM

è soggetto di

PERSONA

ha come soggetto

THEMA

ENTE FAMIGLIA

CONCETTO

ha come soggetto

OGGETTO EVENTO LUOGO

ha denominazione è denominazione di

NOMEN

Figura 12: la relazione tra FRSAD e FRBR (con l’aggiunta dell’entità famiglia di FRAD)

Il modello concettuale di FRSAD è il seguente: OPERA

ha come soggetto è soggetto di

THEMA

ha denominazione è denominazione di

Figura 13: il modello concettuale di FRSAD

62

NOMEN

3. IFLA LRM

Nascita del modello I tre modelli della famiglia FR sono stati elaborati da gruppi di lavoro indipendenti nel corso di oltre dieci anni di confronto e, nonostante siano stati concepiti secondo lo stesso principio di modellizzazione entità-relazione, adottano punti di vista e soluzioni diverse rendendone complesso l’uso congiunto. Ciò ha fatto emergere la necessità di consolidare la famiglia FR in un unico modello coerente e globale. L’FRBR Review Group ha lavorato attivamente in questa direzione a partire dal 2010 nel corso di una serie di incontri tenuti in occasione delle conferenze IFLA e in una riunione nell’aprile del 2012, in seguito alla quale è stata predisposta una bozza delle funzioni utente. Nel 2013 si è costituito il Consolidation Editorial Group (CEG) con lo scopo di concentrarsi sulla rivalutazione dettagliata degli attributi e delle relazioni e sulla redazione di un documento di definizione del modello presentato nel 2015. Tra il 28 febbraio e il 1 maggio 2016 è stata condotta una prima revisione mondiale i cui risultati hanno portato a un aggiornamento del progetto da parte del CEG e a una ridenominazione del modello da FRBR LRM a IFLA Library Reference Model (IFLA LRM). Questa versione è stata approvata dall’FRBR Review Group e resa disponibile agli Standing Committees della Section on Cataloguing e della Section on Subject Analysis & Access e all’ISBD Review Group per un commento nel dicembre 2016. Il documento finale è stato approvato il 18 agosto 2017 dall’IFLA Comitee on Standards durante l’IFLA World Library and Information Congress di Breslavia. Il motivo del cambio di denominazione avvenuto nel 2016 dipende dall’accordo raggiunto sulla seconda parte del titolo, LRM (Library Reference Model – Modello di riferimento per le biblioteche), mentre FRBR non era considerato più adatto: FRBR, infatti, acronimo di Requisiti funzionali per record bi63

bliografici, analizzava il record e si muoveva in una dimensione testuale. Con la pubblicazione di FRAD e FRSAD si era presa piena consapevolezza della necessità di passare dal record management al data management, ovvero che i modelli della famiglia FR servivano ad analizzare, individuare, selezionare e descrivere i dati e non più ad analizzare i record bibliografici; il cambiamento rispecchia il processo di atomizzazione dei dati in ambito digitale. Dal concetto di analisi e redazione di un record testuale si passava a quello d’identificazione e descrizione di ogni singolo dato, aprendo la prospettiva alla tecnologia dei linked data e alla filosofia del web semantico. Il nuovo modello prevede, pertanto, una struttura organizzativa delle informazioni nella quale ogni singolo dato identificato e controllato è connesso ad altri dati, a loro volta identificati con attributi e controllati, andando così a formare una configurazione flessibile. L’assemblaggio dei dati avviene a posteriori: un data set interpretabile e riusabile dalla macchina, un’architettura descrittiva che aiuta l’utente, partendo da un’entità, a sviluppare e soddisfare il proprio bisogno d’informazione, seguendo via via le relazioni tra le entità di suo interesse.48 Anche il concetto di “requisiti funzionali” e il termine “bibliografico” ponevano problemi: infatti un modello concettuale di alto livello è sostanzialmente diverso dai requisiti funzionali per un’implementazione particolare in un sistema informatico e il termine “bibliografico” risultava restrittivo se riferito a un modello consolidato comprendente i dati d’autorità coperti da FRAD e FRSAD. Nonostante si fosse giunti alla decisione di abbandonare l’acronimo FRBR, l’uso di LRM da solo risultava troppo generico dal momento che qualsiasi gruppo poteva proporre un “modello di riferimento bibliotecario”. Si è quindi deciso di dichiarare apertamente la paternità dell’IFLA adoperando il titolo IFLA Library Reference Model. Per la prima volta un documento teorico usa il branding dell’IFLA. Vedi Mauro Guerrini, Carlo Bianchini, Manuale RDA. Lo standard di metadatazione per l’era digitale, presentazione di Michele Casalini, in appendice: AACR2 vs RDA, di Tiziana Possemato. Milano: Editrice Bibliografica, 2016, p. 15. 48

64

Il modello IFLA Library Reference Model, come suggerisce il titolo, è un “modello di riferimento”, un modello astratto di alto livello sviluppato all’interno di un modello entità-relazione esteso. Secondo la definizione dell’Organisation for the Advancement of Structured Information Standard (OASIS) un modello di riferimento è “una struttura astratta per la comprensione delle relazioni significative tra le entità di qualche ambiente e per lo sviluppo di standard o specifiche coerenti a supporto di quell’ambiente. Un modello di riferimento si basa su un piccolo numero di concetti unificanti e può essere utilizzato come base per la formazione di un non specialista. Un modello di riferimento non è direttamente legato a standard, tecnologie o altri dettagli concreti d’implementazione, ma cerca di fornire una semantica comune che possa essere utilizzata senza ambiguità sia all’interno sia tra diverse implementazioni”.49 I modelli di riferimento pongono il loro focus sulle entità e sulle relazioni tra di esse. Ciò significa che la scelta delle entità dev’essere particolarmente accurata: devono rappresentare un concetto significativo nel dominio e far parte di numerose relazioni importanti. Le relazioni stabiliscono legami tra le entità a livello concettuale e su specifiche istanze. Il processo di modellizzazione adottato in IFLA LRM si basa sullo stesso approccio e sulla stessa metodologia che hanno caratterizzato gli studi iniziali di FRBR: un’“analisi dell’entità che inizia con l’isolare le entità che costituiscono oggetto d’interesse primario per gli utenti di record bibliografici. Lo studio identifica, quindi, le caratteristiche o gli attributi associati con ciascuna entità e le relazioni tra quelle entità che sono più importanti per gli utenti nel formulare ricerche bibliografiche, nell’interpretare le risposte alle loro ricerche e nel ‘navigare’ nell’universo di entità descritte nei record bibliografici. Il modello sviluppato nello studio è ampio per quanto concerne lo scopo, ma non esaustivo per quanto riguarda le entità, gli attributi e le relazioni che Question 2, . 49

65

definisce. Il modello opera a livello concettuale e non spinge l’analisi al livello che sarebbe stato necessario per realizzare un modello di dati completo”.50 IFLA LRM vuole presentare una visione coerente dell’universo bibliografico e si propone come una guida o una base sulla quale formulare le regole di catalogazione e l’implementazione dei sistemi bibliografici. Si basa su un approccio entità-relazione avanzato in cui le entità sono organizzate in modo gerarchico e dichiara soltanto attribuiti e relazioni di alto livello. È un modello orientato al web semantico, più generale dei precedenti: prevede che ogni implementazione possa creare estensioni per raggiungere il livello di dettaglio desiderato, per esempio, per descrivere risorse particolari. La novità di IFLA LRM consiste nel suo porsi all’interno della filosofia del web semantico e della tecnologia dei linked data. IFLA LRM descrive l’universo bibliografico cercando di semplificare le modalità di definizione dei dati necessari per descrivere e individuare le risorse. Le entità, i loro attributi e le loro relazioni sono definite con i dati costruiti secondo la logica delle triple RDF:51 soggetto, predicato, oggetto. Per esempio, Persona – èUnTipoDi – Agente; Persona – HaPerLingua – Lingua; Opera – èStataCreataDa – Agente; etc. Requisiti funzionali per record bibliografici, cit., p. 12. Le triple RDF (Resource Description Framework) sono lo strumento base proposto dal World Wide Web Consortium (organizzazione non governativa internazionale che ha come scopo quello di sviluppare tutte le potenzialità del World Wide Web) per la codifica, lo scambio e il riutilizzo di metadati strutturati e consente l’interoperabilità semantica tra applicazioni che condividono le informazioni sul Web. RDF serve prima di tutto a modellizzare i dati che, per essere elaborati in modo automatico, devono essere rappresentati mediante triple (un’asserzione, espressa in forma testuale, che segue un ordine e una sintassi e permette l’elaborazione dell’informazione da parte di un computer, costituita da tre elementi: soggetto, predicato e oggetto: il soggetto è la parte della frase che identifica la risorsa, l’entità descritta; il predicato è la proprietà ad essa associata, l’oggetto è il valore della suddetta proprietà. Un esempio: Alberto Moravia (soggetto) è autore di (predicato) La noia (oggetto). Per approfondimenti vedi almeno Mauro Guerrini, Tiziana Possemato, Linked data per biblioteche, archivi e musei. Perché l’informazione sia del web e non solo nel web. Milano: Editrice bibliografica, 2015. 50 51

66

Lo sviluppo di un modello consistente e consolidato ha richiesto l’adozione di un nuovo punto di vista sui modelli pubblicati precedentemente dall’IFLA, affermando l’opportunità d’integrare al suo interno le conoscenze acquisite tramite l’attività di ricerca compiute dagli utenti e grazie all’esperienza di lavoro, con la verifica costante dei modelli. Il passaggio dai modelli precedenti a IFLA LRM è stato realizzato a partire da un’analisi delle maggiori differenze tra essi, insieme a una dettagliata mappatura delle modifiche, i cui risultati sono stati presentati in un documento integrativo pubblicato nel 2017 con il titolo Transition mappings: user tasks, entities, attributes and relationships in FRBR, FRAD and FRSAD.52 In questa mappatura sono coperte le funzioni utente, le entità, gli attributi e le relazioni definiti in FRBR, FRAD e FRSAD. Nel passaggio a IFLA LRM tali elementi sono stati conservati (talvolta con denominazioni differenti e con definizioni generalizzate), inglobati, modellati in modo diverso o dismessi. In particolare, è stata compiuta una riduzione significativa degli attribuiti sviluppati come relazioni verso le entità luogo e arco di tempo. Come affermato nel modello, il criterio principale adottato per il mantenimento e la creazione delle entità è che esse fossero necessarie come campo o ambito di almeno una relazione significativa e che avessero almeno un attributo rilevante non logicamente generalizzabile a un’entità di classe superiore. Sono state aggiunte nuove entità solo nel caso in cui si è ritenuto potessero ottimizzare il modello consentendo di pari passo una riduzione di attributi e relazioni. Per quanto riguarda la valutazione degli attributi è stato fondamentale determinare se essi potessero essere generalizzati o organizzati a un livello superiore facendo riferimento a un’entità superclasse. IFLA. Consolidation Editorial Group of the IFLA FRBR Review Group, Transition Mappings. User Tasks, Entities, Attributes, and Relationships in FRBR, FRAD, and FRSAD mapped to their equivalents in the IFLA Library Reference Model. Pat Riva, Patrick Le Bœuf, and Maja Žumer. Consolidation Editorial Group of the IFLA FRBR Review Group. August 2017, . 52

67

Le entità e le relazioni forniscono la struttura del modello, mentre gli attributi dipendono dalle entità e sono ciò che dà sostanza alla descrizione di un’istanza di un’entità (per esempio, i Promessi sposi edizione cartacea o edizione digitale).53 Le principali novità di LRM sono così riassumibili: –– modello unico per i dati bibliografici, d’autorità e semantici; –– relazioni gerarchiche tra entità: ciò assicura che le entità di classi subordinate ereditino le relazioni e gli attributi per l’entità di classe sovraordinata; –– definizione di relazioni tra entità, anziché attributi di entità; –– distinzione a livello logico tra dati trascritti dalle risorse e dati assegnati alle entità;54 –– semplificazione delle entità rispetto ai modelli precedenti, soprattutto FRAD; –– sviluppi, personalizzazioni e implementazioni più facili; –– maggiore chiarezza nella definizione delle entità; –– modellizzazione degli aggregati; –– modellizzazione dettagliata dei seriali. IFLA LRM è un modello nato e pensato per la comunità bibliotecaria. Ciascuna comunità che si occupa di patrimonio culturale tende a realizzare concettualizzazioni dei dati specifiche per la propria realtà; pur nella diversità dei materiali trattati e nelle possibili modellizzazioni, è interessante la possibilità e la prospettiva di sviluppare ontologie multisettoriali, che potrebbero migliorare il servizio offerto agli utenti, riducendo la frammentazione e offrendo una struttura comune ai diversi ambiti disciplinari. “Costruire un singolo, coerente modello del settore bibliotecario, proprio come IFLA LRM, fornisce un favorevole e necessario prerequisito per ogni attività condivisa volta a sviluppare qualsiasi modello comune futuro”.55 Vedi IFLA Library Reference Model, cit., p. 11. Cfr. Carlo Bianchini, Osservazioni sul modello IFLA Library Reference Model, “JLIS.it”, vol. 8, no. 3 (September 2017), p. 86-99. . 55 Vedi IFLA Library Reference Model, cit., p. 12. 53

54

68

Le funzioni utente IFLA LRM trae il suo scopo funzionale dalle funzioni utente, definite dal punto di vista dell’utente finale e dei suoi bisogni informativi; come nei modelli FR da cui deriva, il concetto di utente finale non è limitato a coloro che usano i dati bibliografici e d’autorità per accedere alle risorse per lettura, studio, ricerca (gli utenti delle biblioteche in senso stretto), ma comprende un ampio spettro di fruitori, fra cui il personale di biblioteca e gli attori della catena informativa come editori, distributori, aggregatori, librai e fornitori. Il modello presenta cinque funzioni utente, che corrispondono alle fasi in cui si articola il processo di ricerca informativa: trovare, identificare, selezionare, ottenere, esplorare; queste fasi non sono sequenziali, ma si possono intrecciare variamente o essere indipendenti una dall’altra. Come detto nel modello “la suddivisione del processo di ricerca informativa in cinque funzioni generali intende estrapolare ciascun aspetto basilare di questo processo. Nonostante le funzioni siano elencate in un particolare ordine, non vi è l’intenzione di implicare che questi passaggi siano tutti obbligatori in un ideale processo di ricerca informativa. La ricerca informativa è iterativa e può muoversi tangenzialmente in ogni fase. Alcune funzioni utente possono sopraggiungere simultaneamente nella mente dell’utente (per esempio, identificare e selezionare). In particolare, esplorare è una dimensione separata dalle altre funzioni, in alcuni casi fornisce punti di partenza per ulteriori processi di ricerca informativa e in altri casi vale essa stessa come obiettivo dell’utente”.56 In LRM le definizioni sono state riformulate, rispetto ai modelli precedenti, per essere più generali e vi è stata una riduzione delle funzioni rispetto a FRAD. È stata eliminata la funzione giustificare, mentre la funzione esplorare viene definita in modo tale da includere alcuni aspetti della funzione di FRAD contestualizzare, ovvero scoprire le relazioni delle risorse collocandole in un contesto. Ciò non è in contrasto con quanto affermato sopra, ovvero che il modello prevede un’ampia casistica di uten IFLA Library Reference Model, cit., p. 15.

56

69

ti finali: la funzione giustificare (definita come “documentare le ragioni in base alle quali il creatore dei dati d’autorità ha scelto il nome o la forma del nome su cui si basa un punto d’accesso controllato”57), infatti, riguarda il lavoro del bibliotecario e non la sua attività in quanto utente dei dati e appunto per questo non è stata ritenuta valida per le finalità di LRM. La tabella indica le funzioni utente per ciascun modello della famiglia FR e la loro presenza o meno in LRM: Funzione utente

FRBR

FRAD

FRSAD

LRM

Trovare

X

X

X

Si

Identificare

X

X

X

Si

Selezionare

X

X

Si

Ottenere

X

Si

Esplorare

X

Si

Contestualizzare

X

No

Giustificare

X

No

Figura 14: le funzioni utente nei diversi modelli

Definizione delle funzioni utente Trovare: raccogliere informazioni su una o più risorse d’interesse tramite qualsiasi criterio di ricerca rilevante. L’obiettivo dell’utente è raggruppare una o più istanze come risultato di una ricerca. Egli può cercare usando un attributo o una relazione di un’entità, o una combinazione di attributi e relazioni. È la funzione che sembra la più semplice; l’utente utilizza informazioni a disposizione per formulare la ricerca e il sistema informativo dovrebbe essere in grado di rispondere con precisione; gli aspetti problematici insorgono quando i criteri di ricerca rendono troppo numerosi i risultati che l’utente può ottenere o quando i termini utilizzati dall’utente non corrispon Requisiti funzionali per i dati di autorità, cit., p. 83.

57

70

dono a quelli presenti nel sistema (in nessuna forma preferita o variante, per rendere l’idea), oppure quando i dati a disposizione dell’utente non sono corretti o sono incompleti. Identificare: comprendere chiaramente la natura delle risorse trovate e distinguere risorse simili. L’obiettivo dell’utente nella funzione identificare è confermare che l’entità descritta corrisponda all’entità ricercata, o distinguere tra due o più entità con caratteristiche simili. In ricerche esplorative (con “opera sconosciuta”), l’utente, inoltre, cerca di riconoscere le caratteristiche basilari della risorsa restituita da una interrogazione. Nel momento in cui l’utente si trova a dover identificare una risorsa è necessario che a monte siano state redatte descrizioni precise, in modo tale che siano facilmente riconoscibili e interpretabili; in caso contrario, il rischio è di non rendere possibile l’identificazione, o di creare confusione nel momento in cui l’utente deve scegliere la risorsa più adatta alle sue esigenze. Selezionare: determinare l’idoneità delle risorse trovate ed essere in grado di accettare o rifiutare risorse specifiche. La funzione selezionare riguarda la reazione a possibili opzioni. Obiettivo dell’utente è compiere una scelta tra le risorse restituite, decidendo quali scrutare ulteriormente, relativamente al contenuto, destinatari, formato fisico, disponibilità, etc. È una funzione apparentemente simile a identificare, ma in questo caso l’utente ha già identificato potenziali risorse d’interesse e dev’essere in grado di poter selezionare quale fra quelle identificate è la risorsa di suo interesse o quella che risponde meglio alle sue esigenze in quel momento. Ottenere: accedere al contenuto della risorsa. Obiettivo dell’utente è passare dalla consultazione di una rappresentazione vicaria della risorsa, qual è un record, all’interazione diretta con la risorsa selezionata. Per soddisfare questa funzione, il sistema informativo necessita di collegamenti diretti alle informazioni online o alle informazioni di localizzazione delle risorse, come istruzioni per completare la transazione o l’avviso di un’eventuale restrizione dell’accesso. Si tratta di una funzione specifica dei sistemi informativi online, tramite cui l’utente può immediatamente verificare la reale disponibilità di una risorsa 71

e le condizioni di disponibilità. Si può affermare che dovrebbe rappresentare il risultato della maggior parte delle ricerche in un sistema informativo: ottenere la risorsa desiderata; sono poche, e legate a esigenze particolari, le ricerche che non portano a ottenere una risorsa, ma solo alla sua identificazione o al reperimento di ulteriori dati sulla risorsa stessa (per esempio, le ricerche legate a esigenze di verifica bibliografica). Esplorare: scoprire risorse usando le relazioni tra di esse e dunque porre le risorse in un contesto. La funzione esplorare è forse quella più indefinita tra le funzioni utente, nel senso che riguarda la messa a disposizione dell’utente di collegamenti fra le risorse che consentano approfondimenti e connessioni a ulteriori risorse affini. L’utente deve poter navigare, scoprendo la relazione tra una risorsa e l’altra, secondo un legame semantico o logico, o collegamenti imprevisti. La funzione esplorare riconosce l’importanza della serendipità nella ricerca informativa, una serendipità che, come afferma Elaine Svenonius, non è mai casuale.58 Per facilitare questa funzione, il sistema informativo deve poter creare relazioni esplicite fra le risorse, e fornire informazioni contestuali. È anche opportuno che le ricerche a testo libero e in campi non indicizzati siano ridotte al minimo (in questi casi aumenta il rumore informativo), e che venga favorito l’utilizzo di faccette e di modalità formalizzate di presentazione dei dati. Trovare

Raccogliere informazioni su una o più risorse d’interesse tramite qualsiasi criterio di ricerca rilevante

Identificare

Comprendere chiaramente la natura delle risorse trovate e distinguere risorse simili

Selezionare

Determinare l’idoneità delle risorse trovate ed essere in grado di accettare o rifiutare risorse specifiche

Ottenere

Accedere al contenuto della risorsa

Esplorare

Scoprire risorse usando le relazioni tra di esse e dunque porre le risorse in un contesto

Figura 15: riepilogo delle definizioni delle funzioni utente

Vedi Elaine Svenonius, Il fondamento intellettuale dell’organizzazione dell’informazione, cit. 58

72

Le funzioni utente, ovvero le necessità informative degli utenti, sono alla base della definizione delle entità, degli attributi e delle relazioni del modello. L’universo bibliografico viene modellizzato per rispondere ai bisogni informativi: ciascun attributo e ciascuna entità hanno un peso diverso per il raggiungimento dei diversi obiettivi informativi. Il modello IFLA LRM non presenta tabelle riassuntive come i modelli precedenti, ma casi d’uso che aiutano a capire come le diverse funzioni vengono svolte utilizzando gli attributi e le relazioni. Nel capitolo 7 verranno analizzati nel dettaglio questi aspetti del modello. Le funzioni utente sono generali e generiche e dovrebbero servire da cornice, insieme ai Principi internazionali di catalogazione, per la redazione di regole (ma si preferisce sempre più il termine istruzioni) e linee guida per la metadatazione delle risorse.

73

4. PANORAMICA DEL MODELLO

Una panoramica introduttiva del modello LRM è utile per averne una visione complessiva e poter poi affrontare le entità, gli attributi e le relazioni in modo approfondito. Inoltre, è opportuno introdurre alcuni concetti di base che servono (o possono servire) per capire il modello e, in particolare, alcune novità che necessitano di una spiegazione che ne faciliti la comprensione. LRM definisce 11 entità e presenta alcuni attributi considerati rilevanti, i quali, come si ripete più volte nel testo, hanno valore esemplificativo e non esaustivo; i modelli precedenti, invece, cercavano di esplicitare tutti gli attributi di tutte le entità e indicare le relazioni fra queste ultime. Nei capitoli seguenti verranno analizzate nel dettaglio le entità con i relativi attributi e le principali relazioni. Alcuni concetti chiave ricorrono nel modello e sono indispensabili per comprendere la sua struttura nonché le modalità con cui il Gruppo di lavoro ha operato. Il modello, innanzitutto, presenta una struttura gerarchica. Ciò significa che un’entità può essere una superclasse di altre entità, le quali hanno di conseguenza una relazione di sottoclasse rispetto a essa: ogni istanza di un’entità sottoclasse è un’istanza della superclasse. In LRM, per esempio, l’entità persona è una sottoclasse dell’entità agente, per cui ogni istanza dell’entità persona è anche una istanza dell’entità agente. Il fatto che ogni istanza di un’entità sottoclasse è anche un’istanza della superclasse viene dichiarato nel modello come “è un” (codificato in inglese: isA): il fatto che l’entità persona sia una sottoclasse dell’entità agente si può esprimere come: persona isA agente. In questo contesto entra in gioco il concetto di ereditarietà: le relazioni e gli attributi che sono associati a una superclasse vengono “ereditati”, e quindi sono validi, dalle sottoclassi. Nel caso 74

della superclasse agente, ogni relazione o attributo valido per essa è valido per l’entità persona, senza che sia necessario dichiararlo esplicitamente per quest’ultima. Per esempio, la relazione agente ‘ha assegnato’ nomen, è valida anche per l’entità persona. Non vale però, ovviamente, l’inverso: relazioni o attributi definiti esplicitamente per entità sottoclasse non si applicano all’intera superclasse. Così l’entità persona ha una relazione con l’entità luogo come ‘è luogo di nascita di’, ma questa relazione non vale per l’altra sottoclasse dell’entità agente, gli agenti collettivi. Un altro concetto chiave è la disgiunzione: le entità disgiunte non possono avere un’istanza che sia allo stesso tempo istanza di più entità. Ciò vuol dire, per esempio, che qualcosa non può essere sia un’istanza dell’entità persona sia un’istanza dell’entità agente collettivo. Nello specifico, le entità dichiarate nel modello sono disgiunte, eccetto le entità collegate da gerarchie isA. Il modello comprende, inoltre, il concetto di cardinalità:59 nei linguaggi di programmazione la cardinalità dichiara il minimo e il massimo di occorrenze consentite per un elemento di dati. La cardinalità si può definire come specificazione del numero di istanze delle entità del dominio e dell’ambito che possono essere connesse dalla specifica relazione. La cardinalità 1 a M (dove M sta per molti) significa che un’entità ha una o più entità collegate da una relazione, mentre la cardinalità M a M significa che una o più entità hanno una o più entità collegate da una relazione. Esempi verranno presentati in seguito, nella parte dedicata all’illustrazione dettagliata del modello.

Entità Le 11 entità di IFLA LRM hanno un identificatore che permette di riferirsi a ciascuna di esse in modo univoco; lo stesso vale per gli attributi che vengono esemplificati e per le relazioni. Nella tabella seguente, oltre alle entità e alla loro definizione, Nella teoria degli insiemi, cardinalità (o potenza) di un insieme è il numero degli oggetti di un insieme finito (numero cardinale), . 59

75

sono presenti l’identificatore e l’origine, in modo da poterle contestualizzare correttamente. Sebbene in LRM si affermi che il nome dell’entità e la descrizione non rendano la complessità delle entità e non siano sufficienti per comprenderle appieno, la schematizzazione seguente può essere utile per avere una panoramica generale del modello. La tabella non presenta la gerarchia delle entità, se non graficamente: l’entità apicale viene presentata in grassetto, le sottoclassi dell’entità agente sono indicate in corsivo. La gerarchia viene esplicitata nella tabella relativa agli attributi presentata più sotto. ID

Entità

Definizione

Origine

LRM-E1

Res

Qualsiasi entità nell’universo del discorso

Rinominata/ ridefinita da FRSAD: Thema

LRM-E2

Opera

Il contenuto intellettuale o artistico di una creazione distinta

Mantenuta da FRBR

LRM-E3

Espressione

Una distinta combinazione di segni che veicola contenuto intellettuale o artistico

Mantenuta da FRBR

Manifestazione

Un insieme di tutti i supporti che si presume condividano le stesse caratteristiche per quanto riguarda contenuMantenuta to intellettuale o artistico da FRBR e aspetti di forma fisica. L’insieme è definito sia dal contenuto complessivo sia dal piano di produzione per il supporto o i supporti

Item

Un oggetto o oggetti che recano segni destinati a veico- Mantenuta lare contenuto intellettuale o da FRBR artistico

Agente

Un’entità capace di azioni intenzionali, di godere di diritti e di essere ritenuta responsabile delle proprie azioni

LRM-E4

LRM-E5

LRM-E6

76

Nuova superclasse di Persona e Agente collettivo

Persona

Un singolo essere umano

Mantenuta da FRBR

Agente collettivo

Un gruppo o un’organizzazione di persone con un nome particolare e capace di agire come un’unità

Nuova: comprende Famiglia ed Ente

LRM-E9

Nomen

Fusione di FRSAD: Nomen e FRAD: Nome e PunUn’associazione tra un’entità to d’accesso e una designazione che si rifecontrollato risce a essa. (comprende la specie Identificatore)

LRM-E10

Luogo

Una determinata estensione di spazio

LRM-E11

Arco di tempo

LRM-E7

LRM-E8

Un’estensione temporale con un inizio, una fine e una durata

Ripresa da FRBR: Place Luogo Nuova

Figura 16: le entità in LRM

Attributi LRM, a differenza degli altri modelli della famiglia FR, elenca gli attributi in modo esemplificativo e non esaustivo. Si vedrà in seguito il motivo di questa scelta. Nel modello si preferisce l’utilizzo delle relazioni rispetto agli attributi, cosa che riduce il possibile numero di questi ultimi. La tabella riassume sinteticamente gli attributi definiti nel modello: le entità hanno una struttura gerarchica e pertanto anche gli attributi presentano una gerarchia. Per esempio, l’attributo categoria dell’entità res viene sotto-tipizzato per fornire attributi categoria (e categoria di supporto nel caso della manifestazione) a determinate entità sottoclassi di res. 77

Entità di livello apicale

Entità di livello inferiore

LRM-E1 Res

Attributo di livello apicale

Attributo di livello inferiore

LRM-E1-A1 Categoria

--

LRM-E2 Opera

--

LRM-E2-A1 Categoria

--

LRM-E3 Espressione --

LRM-E3-A1 Categoria

--

LRM-E4 Manifestazione

--

LRM-E4-A1 Categoria di supporto

--

LRM-E9 Nomen

--

LRM-E9-A1 Categoria

--

LRM-E10 Luogo

--

LRM-E10-A1 Categoria

LRM-E1 Res

LRM-E1-A2 Nota

--

LRM-E2 Opera

LRM-E2-A2 Attributo rappresentativo dell’espressione

--

LRM-E3 Espressione

LRM-E3-A2 Estensione

--

LRM-E3 Espressione

LRM-E3-A3 Destinatari

--

LRM-E3 Espressione

LRM-E3-A4 Diritti d’uso

--

LRM-E3 Espressione

LRM-E3-A5 Scala cartografica

--

LRM-E3 Espressione LRM-E3-A6 Lingua

--

LRM-E3 Espressione LRM-E3-A7 Chiave

--

LRM-E3 Espressione

LRM-E3-A8 Mezzo d’esecuzione

--

LRM-E4 Manifestazione

LRM-E4-A2 Estensione

--

LRM-E4 Manifestazione

LRM-E4-A3 Destinatari

--

LRM-E4 Manifestazione

LRM-E4-A4 Indicazione di manifestazione

78

--

LRM-E4 Manifestazione

LRM-E4-A5 Condizioni d’accesso

--

LRM-E4 Manifestazione

LRM-E4-A6 Diritti d’uso

--

LRM-E5 Item

LRM-E5-A1 Localizzazione

--

LRM-E5 Item

LRM-E5-A2 Diritti d’uso

--

LRM-E6 Agente

LRM-E6-A1 Contatti

--

LRM-E6 Agente

LRM-E6-A2 Campo d’attività

--

LRM-E6 Agente

LRM-E6-A3 Lingua

--

-- LRM-E7 Persona

LRM-E7-A1 Professione / Occupazione

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A2 Stringa del nomen

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A3 Schema

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A4 Destinatari

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A5 Contesto d’uso

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A6 Fonte di riferimento

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A7 Lingua

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A8 Scrittura

--

LRM-E9 Nomen

LRM-E9-A9 Sistema di traslitterazione

--

LRM-E10 Luogo

LRM-E10-A2 Localizzazione

--

LRM-E11 Arco di tempo

LRM-E11-A1 Inizio

--

LRM-E11 Arco di tempo

LRM-E11-A2 Fine

Figura 17: gerarchia degli attributi

79

Relazioni Le relazioni sono uno degli elementi chiave del modello in quanto servono a connettere le entità e a esplicitare i rapporti che intercorrono fra di esse. Sono fondamentali per lo svolgimento delle ricerche degli utenti e il modello le preferisce agli attributi, così da presentarsi meno “rigido” e simile alle modalità di codifica dei dati tipiche del web semantico. Anche le relazioni sono organizzate in modo gerarchico secondo una struttura riassunta nella tabella seguente. Livello superiore

Secondo livello

LRM-R1

RES è associata con RES

--

LRM-R2

OPERA è realizzata tramite ESPRESSIONE

--

LRM-R3

ESPRESSIONE è materializzata in MANIFESTAZIONE

--

LRM-R4

MANIFESTAZIONE è esemplificata da ITEM

--

LRM-R5

OPERA è stata creata da AGENTE

--

LRM-R6

ESPRESSIONE è stata creata da AGENTE

--

LRM-R7

MANIFESTAZIONE è stata creata da AGENTE

--

LRM-R8

MANIFESTAZIONE è stata fabbricata da AGENTE

--

LRM-R9

MANIFESTAZIONE è distribuita da AGENTE

--

LRM-R10

ITEM è posseduto da AGENTE

--

LRM-R11

ITEM è stato modificato da AGENTE

--

LRM-R12

OPERA ha come soggetto RES

--

LRM-R13

RES ha denominazione NOMEN

--

LRM-R14

AGENTE ha assegnato NOMEN

--

LRM-R15

NOMEN è equivalente a NOMEN

--

LRM-R16

NOMEN ha parte NOMEN

--

LRM-R17

NOMEN è derivazione di NOMEN

--

LRM-R18

OPERA ha parte OPERA

80

--

LRM-R19

OPERA precede OPERA

--

LRM-R20

OPERA accompagna / integra OPERA

--

LRM-R21

OPERA è ispirazione per OPERA

--

LRM-R22

OPERA è una trasformazione di OPERA

--

LRM-R23

ESPRESSIONE ha parte ESPRESSIONE

--

LRM-R24

ESPRESSIONE è derivazione di ESPRESSIONE

--

LRM-R25

ESPRESSIONE è stata aggregata da ESPRESSIONE

--

LRM-R26

MANIFESTAZIONE ha parte MANIFESTAZIONE

--

LRM-R27

MANIFESTAZIONE ha riproduzione MANIFESTAZIONE

--

LRM-R28

ITEM ha riproduzione MANIFESTAZIONE

--

LRM-R29

MANIFESTAZIONE ha alternativa MANIFESTAZIONE

--

LRM-R30

AGENTE è membro di AGENTE COLLETTIVO

--

LRM-R31

AGENTE COLLETTIVO ha parte AGENTE COLLETTIVO

--

LRM-R32

AGENTE COLLETTIVO precede AGENTE COLLETTIVO

--

LRM-R33

RES ha associazione con LUOGO

--

LRM-R34

LUOGO ha parte LUOGO

--

LRM-R35

RES ha associazione con ARCO DI TEMPO

--

LRM-R36

ARCO DI TEMPO ha parte ARCO DI TEMPO

Figura 18: gerarchia delle relazioni

Questa panoramica introduttiva consente di avere un’idea generale del modello, delle sue caratteristiche e di come gli estensori del documento abbiano rielaborato e armonizzato i modelli precedenti. Nel capitolo successivo il modello viene analizzato nel dettaglio, con approfondimenti sulle principali novità concettuali.

81

82

Entità

 

Res

 

 

 

 

 

Opera

 

 

 

id

 

LRM-E1

 

 

 

 

 

LRM-E2

 

 

 

Nota

LRM-E1A2

 

 

  LRM-R22

è una trasformazione di

LRM-R18 ha parte

LRM-E2A2

 

LRM-R12 ha come soggetto

Attributo rappresentativo dell’espressione

è stata trasformata in

è parte di

è soggetto di

è accompagnata / integrata da

accompagna / integra

LRM-R20

Categoria

LRM-E2A1

 

ha come soggetto

è associata con

è associata con

è associata con

è denominazione di

Nome inverso

 

è soggetto di

LRMR12i  

è associata con

LRM-R1

LRM-R35 ha associazione con

LRM-R33 ha associazione con

 

 

 

Nome della relazione

Relazioni

LRM-R13 ha denominazione

 

id

 

 

 

 

Categoria

LRM-E1A1

 

 

Attributi

 

id

Opera

Opera

Res

Opera

 

Opera

Res

Arco di tempo

Luogo

Nomen

codominio

83

Destinatari Diritti d’uso Scala cartografica

 

LRM-E3A1

LRM-E3A2

LRM-E3A3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Espressione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LRM-E3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Attributi

 

id

Entità

id

ha derivazione

ha aggregato

LRM-R23 ha parte

LRMR24i

LRMR25i

 

si è trasformata in

LRMR22i  

è stata creata da

LRM-R5

è parte di

è derivazione di

è stata aggregata da

Espressione

Espressione

Espressione

 

Opera

è una trasformazione di  

Agent

Opera

Opera

Espressione

Opera

Opera

Opera

Opera

ha creato

precede

segue

LRMR19i

realizza segue

è realizzata tramite

LRM-R19 precede

LRM-R2

è parte di

LRMR18i ha parte

è ispirazione per

è ispirata da

LRMR21i

accompagna / integra è ispirata da

è accompagnata / integrata da

LRMR20i LRM-R21 è ispirazione per

Relazioni

id

84

 

 

Manifestazione

 

 

 

 

LRM-E4

 

 

 

LRM-R26 ha parte

LRM-R27 ha riproduzione

Estensione Destinatari Indicazione di manifestazione

LRM-E4A2

LRM-E4A3

LRM-E4A4

LRM-R29 ha alternativa

materializza

LRM-R3i

Categoria di supporto

 

è stata creata da

LRM-E4A1

LRM-R6  

 

realizza

LRM-R25 è stata aggregata da

LRM-R2i

è parte di

è materializzata in

 

 

 

 

 

LRM-E3A8

 

 

 

LRM-E3A7

 

 

LRMR23i

Mezzo d’esecuzione

LRM-E3A6

 

 

LRM-R3

Chiave

LRM-E3A5

 

 

Relazioni

LRM-R24 è derivazione di

Lingua

LRM-E3A4

 

 

id

Attributi

id

Entità

id

è riproduzione di

è parte di

ha alternativa

è materializzata in

 

ha creato

ha aggregato

è realizzata tramite

ha parte

materializza

ha derivazione

Manifestazione

Manifestazione

Manifestazione

Espressione

 

Agente

Espressione

Opera

Espressione

Manifestazione

Espressione

85

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Item

 

 

LRM-E5

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entità

id

Diritti d’uso

LRM-E5A2

 

   

 

 

Localizzazione

LRM-E5A1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  è riproduzione di è riproduzione di

LRMR27i LRMR28i LRM-R8

è stata fabbricata da

esemplifica

 

 

 

LRM-R11 è stato modificato da

LRM-R10 è posseduto da

LRM-R28 ha riproduzione

LRM-R4i

 

è stata creata da

è parte di

LRMR26i

LRM-R7

è esemplificata da

Diritti d’uso

LRM-E4A6

è distribuita da

Relazioni

LRM-R4

Condizioni d’acLRM-R9 cesso

LRM-E4A5

id

Attributi

id

 

ha modificato

possiede

è riproduzione di

è esemplificato da

 

ha fabbricato

ha creato

ha riproduzione

ha riproduzione

ha parte

esemplifica

distribuisce

 

Agente

Agente

Manifestazione

Manifestazione

 

Agente

Agente

Item

Manifestazione

Manifestazione

Item

Agente

86

 

 

 

 

 

 

 

Persona

 

Agente collettivo

 

 

 

 

 

LRM-E7

 

LRM-E8

 

  ha membro

LRMR30i

 

 

 

possiede

Professione / Occupazione

ha modificato

LRMR11i

LRM-E7A1

ha fabbricato

LRM-R8i

LRMR10i

 

distribuisce

ha creato

ha creato

ha creato

LRM-R30 è membro di

LRM-R9i

LRM-R7i

LRM-R6i

LRM-R5i

 

 

 

 

 

 

Relazioni

LRM-R14 ha assegnato

id

 

 

 

 

 

 

 

 

Lingua

LRM-E6A3

 

 

Campo d’attività

LRM-E6A2

 

 

Contatti

LRM-E6A1

Agente

LRM-E6

Attributi

id

Entità

id

è membro di

 

 

è posseduto da

è stato modificato da

è stata fabbricata da

ha membro

è distribuita da

è stata creata da

è stata creata da

è stata creata da

è stato assegnato da

Agente

 

 

Item

Item

Manifestazione

Agente collettivo

Manifestazione

Manifestazione

Espressione

Opera

Nomen

87

Entità

 

 

 

 

Nomen

 

 

 

 

 

 

id

 

 

 

 

LRM-E9

 

 

 

 

 

 

ha parte

LRMR31i

ha denominazione

LRM-R15 è equivalente a è parte di è stato assegnato da

LRMR13i

LRMR16i LRMR14i

Schema Destinatari Contesto d’uso Fonte di riferimento Lingua

LRM-E9A3

LRM-E9A4

LRM-E9A5

LRM-E9A6

LRM-E9A7

LRM-R17 è derivazione di

è denominazione di

è parte di

LRM-R16 ha parte

Stringa del nomen

ha assegnato

ha parte

è equivalente a

ha derivazione

è derivazione di

LRM-E9A2

ha derivazione

LRMR17i

Categoria

precede

segue

LRM-E9A1

segue

LRM-R32 precede LRMR32i

è parte di

è parte di

Relazioni

LRM-R31 ha parte

id

 

 

 

 

Attributi

 

 

 

 

id

Agente

Nomen

Nomen

Nomen

Res

Nomen

Nomen

Agente collettivo

Agente collettivo

Agente collettivo

Agente collettivo

88

Entità

 

 

 

Luogo

 

 

 

Arco di tempo

 

 

id

 

 

 

LRME10

 

 

 

LRME11

 

 

 

Fine

LRM-E11A2

 

Inizio

 

LRM-E11A1

 

 

ha associazione con

è associato con è parte di

LRMR35i LRMR36i

ha parte

è parte di

 

ha parte

ha associazione con

è parte di

 

 

 

LRM-R36 ha parte

 

è parte di

LRMR34i  

è associato con

LRMR33i

LRM-R34 ha parte

 

 

 

Relazioni

Figura 19: entità, attributi e relazioni

Localizzazione

LRM-E10A2  

Categoria

LRM-E10A1

 

 

 

Sistema di traslitterazione

LRM-E9A9

 

 

Scrittura

LRM-E9A8

id

Attributi

id

Arco di tempo

Res

Arco di tempo

 

Luogo

Res

Luogo

 

 

 

5. IL MODELLO NEL DETTAGLIO60 Vengono riprese parti di IFLA LRM, citate senza utilizzare le virgolette per favorire la leggibilità del testo. 60

L’analisi dettagliata del modello presenta ciascuna entità con i relativi attributi e relazioni e le altre relazioni fondamentali per modellizzare l’universo bibliografico. La struttura gerarchica presente nel modello prevede un’unica entità di livello apicale: la res; tutte le altre entità sono sottoclassi dirette o indirette della res. Gerarchia delle entità Livello apicale

Secondo livello

Terzo livello

LRM-E1 Res --

LRM-E2 Opera

--

LRM-E3 Espressione

--

LRM-E4 Manifestazione

--

LRM-E5 Item

--

LRM-E6 Agente

--

--

LRM-E7 Persona

--

--

LRM-E8 Agente collettivo

--

LRM-E9 Nomen

--

LRM-E10 Luogo

--

LRM-E11 Arco di tempo

Figura 20: gerarchia delle entità

Come accennato, le entità definite nel modello sono quelle identificate come oggetto d’interesse primario da parte degli utenti e come necessarie per la realizzazione di sistemi informativi e bibliotecari. Si tratta di classi astratte di oggetti concettuali 89

e a ciascuna entità corrispondono più istanze descritte nei dati bibliografici, di possesso e d’autorità. Tra le entità possono esistere dei vincoli, che stabiliscono regole di utilizzo. In LRM le entità poste sullo stesso livello gerarchico si definiscono disgiunte. Con disgiunzione si intende che una istanza di una di queste entità non può essere istanza di un’altra entità sullo stesso livello: un luogo non può essere un arco di tempo e nessuno dei due è un agente e nessuno di questi è un’opera. Anche opera, espressione, manifestazione e item sono entità disgiunte l’una dall’altra. Ciò non è immediatamente evidente nel caso di manifestazioni costituite da un singolo esemplare (chiamate manifestazione singoletta, o singoletto, da singleton, in inglese: per esempio, un manoscritto)61 come nel caso degli oggetti d’arte unici in cui l’opera, per sua stessa natura, si realizza in una singola espressione, che può essere materializzata solo in una manifestazione singoletta. Nell’oggetto d’arte o nel manoscritto sono presenti le quattro entità: l’item, la manifestazione, l’espressione e l’opera, entità che, ripetiamo, hanno tutte una dimensione astratta in quanto entità del modello concettuale. Le entità sono numerate in modo sequenziale da LRM-E1 a LRM-E11. I nomi delle entità sono in una certa misura arbitrari, sono designati per svolgere la funzione di forme abbreviate per riferirsi alle entità nelle sezioni che seguono su attributi e relazioni. Il nome di un’entità da solo non comunica il pieno significato dell’entità. Questa affermazione è particolarmente importante perché per alcune entità il semplice nome potrebbe essere fuorviante o non veicolare appieno il significato dell’entità stessa. Poiché la semplice definizione delle entità è insufficiente per comprenderle, si riportano le note d’ambito in modo tale da permettere una loro più chiara comprensione. Viene mantenuto l’ordine di presentazione delle entità: il nome dell’entità è seguito dall’identificativo entro parentesi, dalla definizione e, quindi, Singoletto: nella teoria degli insiemi: “Insieme che contiene un solo elemento (termine foggiato sul modello dell’inglese singleton)”. Vedi . 61

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dalle note d’ambito e da alcuni esempi. Dopo ciascuna entità vengono presentati i rispettivi attributi e le relazioni. Oltre a queste relazioni, il modello prevede altre relazioni significative, analizzate in una sezione a sé stante dopo le entità. Poiché nel modello il nomen è un’entità e non un attributo delle diverse entità presenti, è opportuno, nel momento in cui si presentano le esemplificazioni, chiarire che, inevitabilmente, alle istanze delle entità si fa riferimento mediante un nomen a esse associato, ma è l’istanza stessa che è l’esempio, non il nomen. Negli esempi, quando si deve distinguere tra entità o attributi e il nomen, si è adottata la seguente punteggiatura convenzionale: –– le parentesi graffe indicano che ci si riferisce alla res e non al nomen ({ }); –– le virgolette singole indicano un termine che rappresenta un’istanza dell’entità nomen (‘ ’); –– le doppie virgolette indicano un valore dell’attributo stringa del nomen di un’istanza dell’entità nomen (“ ”). Gli attributi caratterizzano specifiche istanze di un’entità. Quelli riportati nel modello sono rappresentativi e non devono considerarsi una lista esaustiva di tutti gli attributi che possono essere ritenuti utili in una particolare applicazione. Questa è una novità rispetto ai modelli precedenti: tutti i modelli della famiglia FR prevedevano liste molto vaste se non esaustive degli attributi delle entità. Inoltre, alcuni attributi delle entità sono diventati entità essi stessi, o si è fatto in modo che fosse possibile esprimerli mediante relazioni. Come afferma Carlo Bianchini “tutti gli attributi (per esempio, luogo di … o data di …) che possono essere riformulati come relazioni tra entità del modello (in questo esempio le entità luogo e arco di tempo), vengono sostituiti con un meccanismo che, a partire da una unica definizione di relazione generale tra un’entità e un luogo o tra un’entità e un arco di tempo, associa le entità interessate”.62   Carlo Bianchini, Osservazioni sul modello IFLA Library Reference Model, cit., p. 92. 62

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L’esempio più evidente è nomen, che già in FRAD diventa un’entità a sé stante che si relaziona con le altre entità, mentre in FRBR il nome, che, ricordiamo, è solo una delle possibili declinazioni dell’entità nomen, era un attributo delle diverse entità a cui era riferibile (nome era indicato solo per persona ed ente; nel caso di altre entità si faceva riferimento al nome delle diverse entità utilizzando titolo o termine).63 Il modello è strutturato in modo tale da consentire espansioni tramite la definizione di attributi aggiuntivi allo scopo di registrare dati significativi o un maggiore livello di granularità rispetto a quanto illustrato, in base alle esigenze delle diverse realtà che intendono realizzare delle implementazioni. LRM comprende 37 attributi (molti meno rispetto a quelli dei modelli precedenti) e sono definiti per 10 delle 11 entità; l’entità agente collettivo non ha alcun attributo definito. Come le entità, anche gli attributi sono organizzati in modo gerarchico. I dati di un attributo possono essere registrati in conformità con una lista controllata o con un vocabolario, o come un “literal” (letterale)64 nel linguaggio naturale nella lingua e nella scrittura preferiti dall’agenzia che registra i dati. Alcune istanze delle entità possono avere molti valori per un particolare attributo, simultaneamente e nel tempo; tali attributi sono definiti multi-valore; un esempio può essere la stringa del nomen per un nomen. La costruzione di sottoclassi delle entità dà origine a sottotipi di attributi; per esempio, essendo le entità persona e agente collettivo sottoclassi dell’entità agente, tutti gli attributi definiti per l’entità agente possono essere applicati alle entità persona o agente collettivo, senza che sia necessario che essi siano esplicitamente definiti per queste entità. Gli attributi possono essere espressi secondo due modalità:   Il concetto sarà trattato con dettaglio nel capitolo di approfondimento sul modello. 64   Un letterale è una sequenza di caratteri che rappresenta uno specifico valore. 63

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–– come un literal (una stringa, un numero, etc.): ciò che OWL (Web Ontology Language) identifica come “datatype properties”;65 –– come URI (Uniform Resource Identifier) verso una risorsa esterna. Mentre alcuni attributi possono essere rappresentati in entrambi i modi, altri possono essere rappresentati solo sotto forma di literal o di URI. In quest’ultimo caso gli estensori del modello hanno preferito svilupparli come relazioni. Le relazioni sono la parte fondamentale nella modellizzazione dell’universo bibliografico e hanno lo scopo di collegare le istanze di entità66 definendo un contesto per esse. IFLA LRM prevede 36 relazioni sviluppate in senso diretto e inverso. Esse sono presentate dal modello in modo generale e astratto offrendo, tuttavia, agli implementatori la possibilità di includere dati aggiuntivi in modo coerente e consistente. Tutte le relazioni sono un affinamento della relazione di base di massimo livello (res ‘è associata con’ res) e sono definite da un’entità che funziona come dominio a un’entità che funziona come codominio (o intervallo). Nelle relazioni inverse l’entità che prima fungeva da codominio assume valore di dominio e quella che aveva il valore di dominio si trasforma in codominio. Le relazioni si dicono ricorsive quando la stessa entità è adatta sia per il dominio sia per il codominio, mentre si dicono simmetriche quando il nome della relazione è lo stesso del nome dell’inversa. In aggiunta alla relazione di massimo livello (res ‘è associata con’ res), la nomen-equivalenza (nomen ‘è equivalente a’ nomen) e la relazione manifestazione-alternativa (manifestazione ‘ha alternativa’ manifestazione) sono entrambe ricorsive e simmetriche. Le relazioni ‘ha parte/è parte di’ sono un esempio di relazione ricorsiva senza essere anche simmetrica.  Vedi . 66   Le relazioni sono dichiarate a livello di entità ma in realtà esse sono stabilite ed esistono tra istanze. 65

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Il modello per ogni relazione esprime la cardinalità, indica cioè il numero di istanze delle entità dominio e codominio che possono essere connesse dalla specifica relazione. La cardinalità 1 a M (che significa molti) per la relazione opera ‘è realizzata tramite’ espressione, per esempio, significa che ciascuna opera ha una o più espressioni che la realizzano e che ciascuna espressione realizza esattamente un’opera. Similmente, nella relazione item ‘è esemplificato da’ manifestazione, ciascun item è un esemplare di una singola manifestazione, mentre ciascuna manifestazione è esemplificata da uno o più item. La cardinalità M a M per la relazione opera ‘è stata creata da’ agente, per esempio, significa che ogni agente può creare molte opere e un’opera può essere il risultato di contributi creativi provenienti da diversi agenti. Le relazioni tra opere, espressioni, manifestazioni e item costituiscono il nucleo del modello, ma lo sviluppo di altre relazioni è fortemente incoraggiato poiché anch’esse consentono la ricerca e, pertanto, sono molto importanti per gli utenti. Le relazioni presentate dal modello possono costituire la base per creare relazioni composte che danno origine a “percorsi”.67 Se un percorso è richiesto frequentemente in una particolare applicazione può essere implementato a essa tramite una singola relazione che serve da scorciatoia per un percorso più elaborato. I passaggi intermedi diventeranno impliciti. Ciò può avvenire, per esempio, nell’ambito delle relazioni di sottoclasse/ superclasse per restringere il dominio o le entità d’ambito della relazione: dato che Persona èUn (isA) Agente (gerarchia di entità) e Agente ha creato Opera allora la relazione Persona ha creato Opera è implicita nel modello anche se non è nella lista.   “Percorso”: termine che indica l’attraversamento di due o più relazioni. Nel modello viene così definito “Traversing two or more relationships in sequence”, in italiano reso come “Passaggio tra due o più relazioni in sequenza”. 67

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Punteggiatura convenzionale utilizzata negli esempi: { } indicano che ci si riferisce alla res e non al nomen ‘ ’ indicano un termine che rappresenta un’istanza dell’entità nomen “ ” indicano un valore dell’attributo stringa del nomen di un’istanza dell’entità nomen

Analisi delle entità, dei rispettivi attributi e relazioni Res (LRM-E1). Qualsiasi entità nell’universo del discorso. La res (“cosa” in latino) è l’entità apicale, l’entità di livello più alto nel modello. La res include sia cose materiali o concrete sia concetti. Comprende tutto ciò che è considerato pertinente all’universo bibliografico e che, in questo caso, è l’universo del discorso. La res è una superclasse di tutte le altre entità che sono definite esplicitamente, come pure di qualunque altra entità non specificamente definita: questo impianto, di carattere fortemente gerarchico e incentrato sulla sotto-tipizzazione di attributi e relazioni, permette di passare dalla definizione di un contesto ampio e generale fino al particolare; la res costituisce l’entità basilare di LRM. Esempi di res –– {Odissea, di Omero} [opera greca] –– {Orlando furioso, di Ludovico Ariosto} [poema cavalleresco italiano] –– {De humani corporis fabrica libri septem, di Andrea Vesalio} [opera di medicina scritta nel XVI secolo da Andrea Vesalio] –– {Codex Sinaiticus} [manoscritto che contiene, tra l’altro, la Bibbia in greco] –– {Andrea Vesalio} [persona, medico, autore di opere di medicina] –– {Agatha Christie} [persona, autrice di romanzi polizieschi] –– {Miss Jane Marple} [personaggio di molti romanzi e racconti di Agatha Christie] 95

–– {Lassie} [immaginario cane femmina, della razza Rough Collie, protagonista principale del romanzo Lassie comehome di Eric Knight, pubblicato per la prima volta nel 1940, e che appare in numerosi film e serie televisive] –– {Associazione italiana biblioteche} [un’associazione] –– {la famiglia Romanov} [la famiglia imperiale russa] –– {Italo-Canadesi} [un gruppo di persone che non sono un agente collettivo] –– {Giobbe} [personaggio biblico] –– {Horus} [antica divinità egizia] –– {anatomia} [un concetto] –– {la scrittura tibetana} [sistema di scrittura usato per la lingua tibetana] –– {Torre Eiffel} [una struttura costruita dall’uomo] –– {Roma, Italia} [una città] –– {Atlantide} [un continente leggendario] –– {gli anni Venti} [un arco di tempo] –– {la battaglia di Lepanto} [un evento] –– {cavalli} [una specie di mammiferi] –– {il cavallo da corsa Ribot} [un particolare animale con un nome]

Attributi di res Gli attributi dell’entità res sono applicabili a tutte le altre entità e sono: LRM-E1-A1. Categoria: indica un tipo al quale la res appartiene; per esempio: oggetto, opera, concetto, evento, famiglia, ente. LRM-E1-A2. Nota: qualsiasi tipo di informazione relativa a una res non registrata tramite l’uso di specifici attributi e/o relazioni. Si tratta di qualsiasi informazione non strutturata. Per esempio: –– Timbro sul verso del frontespizio [nota generale su una manifestazione] –– Quarta missione dotata di equipaggio nel programma Apollo [parte di una nota generale su un oggetto, ovvero 96

l’astronave Apollo 10, nelle Library of Congress Authorities] –– Intervento eseguito su un paziente ambulatoriale. Può essere un servizio ospedaliero, un intervento eseguito in un ambulatorio o in centro chirurgico [nota generale su un concetto] –– 317 ## $aInscription on the title page in sixteenth century, ‘Iohannes Wagge me iure tenet’$5DB/S-5- KK.555’ [nota sulla storia della proprietà di un item in un campo UNIMARC] Opera (LRM-E2). Il contenuto intellettuale o artistico di una creazione distinta. Un’opera è un’entità astratta che permette di raggruppare le espressioni considerate equivalenti, funzionali o quasi equivalenti. Un’opera è un oggetto concettuale: nessun singolo oggetto materiale può essere identificato come opera. L’essenza dell’opera è la costellazione di concetti e idee che forma il contenuto condiviso di quelle che definiamo essere espressioni della stessa opera. Un’opera è percepita tramite l’identificazione della condivisione di contenuto fra varie espressioni. Tuttavia, la sola somiglianza di contenuto fattuale o tematico è insufficiente per raggruppare diverse espressioni come realizzazioni della stessa istanza dell’opera. Per esempio, due libri di testo che presentano entrambi un’introduzione al calcolo, o due dipinti a olio dello stesso panorama (pur dello stesso artista) dovrebbero essere considerati opere distinte qualora la loro creazione avesse comportato un nuovo intervento intellettuale o artistico. Nel caso di opere aggreganti (come le selezioni) e di opere seriali, l’essenza dell’opera è il piano per la selezione, assemblaggio e ordinamento delle espressioni di opere da includere nella manifestazione aggregata che ne deriva. Un’opera comincia a esistere contemporaneamente alla creazione della sua prima espressione; nessun’opera può esistere senza che ci sia, o che ci sia stata in qualche momento nel passato, almeno una sua espressione. 97

Un’opera può essere riconosciuta retrospettivamente da un esame delle singole realizzazioni o espressioni. L’opera consiste nella creazione intellettuale o artistica che sottende tutte le sue varie espressioni. Di conseguenza, il contenuto identificato con un’istanza dell’opera può evolvere quando ne sono create nuove espressioni. Le convenzioni bibliografiche e culturali giocano un ruolo cruciale nel determinare i confini tra istanze simili di opere. Le necessità degli utenti sono il fondamento per determinare se istanze di espressioni sono considerate appartenere alla stessa istanza di opera. Quando la maggioranza degli studiosi e degli utenti, per i motivi più vari, considera le istanze di espressione come intellettualmente equivalenti, allora queste espressioni sono considerate espressioni della stessa opera. Generalmente, quando nella produzione di un’espressione è coinvolto in misura significativa un lavoro intellettuale o artistico indipendente, il risultato è considerato una nuova opera con una relazione di trasformazione all’opera fonte. Così parafrasi, riscritture, adattamenti per bambini, parodie, variazioni musicali su un tema e libere trascrizioni di una composizione musicale sono considerate nuove opere. Similmente, adattamenti di un’opera da una forma letteraria o artistica a un’altra (per esempio, drammatizzazioni, adattamenti da un mezzo delle arti grafiche a un altro, etc.) sono considerate nuove opere; ugualmente abstract, riassunti e sommari si considerano rappresentativi di nuove opere. Esempi di opera: –– {Odissea, di Omero} –– {Anatomy of the human body, di Henry Gray} –– {Orlando furioso, di Ludovico Ariosto} –– {I promessi sposi, di Alessandro Manzoni} –– {De humani corporis fabrica libri septem, di Andrea Vesalio} –– {A che punto è la notte, di Fruttero & Lucentini} –– {La concessione del telefono, di Andrea Camilleri} –– {Ribot, cavallo del secolo, di Renzo Castelli} –– {La grande bellezza, di Paolo Sorrentino} –– {Amarcord, di Federico Fellini} 98

–– {The Earthsea trilogy, di Ursula K. Le Guin} –– {The tombs of Atuan, di Ursula K. Le Guin} [un romanzo che è parte dell’Earthsea trilogy] –– {Astérix le Gaulois, di René Goscinny e Albert Uderzo} [un’opera creata in collaborazione, nella quale Goscinny è autore del testo e Uderzo dei disegni] –– {Le quattro stagioni, di Antonio Vivaldi} –– {Sonata per pianoforte K 281 in Si bemolle maggiore, di Wolfgang Amadeus Mozart} –– {AIB Studi} –– {IFLA series on bibliographic control} [una serie monografica, un’opera aggregante] –– {Microsoft Excel} –– {La Classificazione Decimale Dewey (DDC)} –– {WebDewey} [software per la visualizzazione e la ricerca della DDC, creato da Pansoft GmbH] –– {1:50 000 Carta topografica d’Italia, dell’Istituto geografico militare} –– {Tempesta, di Giorgione} –– {Il quarto stato, di Giuseppe Pellizza da Volpedo} –– {Acqua azzurra, acqua chiara} [canzone di Lucio Battisti]

Attributi dell’opera Gli attributi definiti per l’entità opera sono due: categoria e attributo rappresentativo dell’espressione. L’attributo categoria (LRM-E2-A1) deriva automaticamente da res e serve a definire un tipo di opera al quale essa appartiene. Può caratterizzare l’opera in base a varie categorizzazioni relative all’intenzione finale (monografia o seriale), al dominio creativo (letteratura, musica o arti figurative), alla forma e al genere (romanzo, opera teatrale, poesia, sinfonia, disegno, fotografia, etc.). L’attributo rappresentativo dell’espressione (LRM-E2-A2) è un nuovo attributo di opera. È considerato essenziale per caratterizzare l’opera e i suoi valori sono ripresi da un’espressione rappresentativa o canonica dell’opera. In astratto tutte le 99

espressioni sono uguali nel realizzare l’opera: “esistono, tuttavia, espressioni “ideali” che riflettono meglio le intenzioni del creatore dell’opera. Si tratta di espressioni che presentano caratteristiche identificate come quelle possedute dall’espressione originale dell’opera materializzata nella sua prima manifestazione. Altre espressioni dell’opera possono essere considerate come il risultato di una rete di derivazioni e trasformazioni che partono da un’espressione originale”.68 In altre parole, ci sono espressioni che nella critica letteraria o nell’opinione degli utenti sono più significative rispetto ad altre; alcune caratteristiche che il modello attribuisce all’espressione sono considerate dagli utenti inerenti alle opere stesse e, quindi, le espressioni che le presentano sono ritenute quelle che rappresentano al meglio l’intenzione dei creatori dell’opera.69 In molti casi si tratta delle caratteristiche presentate nella prima espressione dell’opera; per esempio, la prima edizione di The waste land di Eliot, in inglese, può essere considerata più rappresentativa dell’opera rispetto a una delle traduzioni in italiano. Altre situazioni non sono così ben definite; per esempio, “le opere testuali nate come pubblicazioni edite in due o più lingue simultaneamente, nessuna delle quali è identificata come la lingua originale (come i documenti governativi di paesi multilingue o le pubblicazioni di organizzazioni multinazionali) possono essere considerate sia come aventi lingue ‘originali’ multiple sia come non aventi nessuna lingua ‘originale’ singola. In modo analogo, le opere musicali con organici strumentali alternativi possono essere considerate come aventi valori ‘originali’ multipli per l’attributo mezzo di esecuzione. In alcuni casi la storia della derivazione delle espressioni di un’opera è così complessa che le caratteristiche dell’espressione considerata “canonica” dagli utenti attuali nell’identificare l’opera non corrispondono in modo esatto a quelle presenti in un’espressione originale”.70 IFLA Library Reference Model, cit., p. 91. Vedi Jan Pisanski, Maja Žumer, User verification of the FRBR conceptual model, “Journal of Documentation”, vol. 68, issue 4 (2012), p. 582-592, . 70 IFLA Library Reference Model, cit., p. 91. 68 69

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Si può supporre che un utente sappia che I promessi sposi di Alessandro Manzoni sono legati alla lingua italiana e che la forma letteraria sia il romanzo. Per cui le espressioni derivate, come le riduzioni o le traduzioni, sono espressioni distinte dell’opera che si allontanano dall’espressione “originale” più delle edizioni integrali in lingua italiana. Il giudizio è basato sulla conoscenza culturale e sugli assunti relativi a come le prime espressioni del romanzo dovessero essere, anche se gli utenti non sono venuti direttamente a contatto con le prime manifestazioni di queste espressioni. E “poiché gli utenti percepiscono alcune caratteristiche come pertinenti, o inerenti, all’opera stessa, tali caratteristiche sono utili come strumento di descrizione e identificazione dell’opera. I valori di questi attributi dell’espressione possono essere virtualmente ‘trasferiti’ all’opera e utilizzati nell’identificazione dell’opera, ciò anche se, strettamente parlando, questi attributi riguardano le caratteristiche dell’espressione e non le caratteristiche dell’opera”.71 Nel modello l’attributo rappresentativo dell’espressione registra i valori degli attributi riferiti al livello di opera; l’attributo è definito un modo pragmatico di “collocare” l’informazione sotto l’opera evitando di doverla registrare in associazione con qualche espressione specifica. La soluzione è particolarmente efficace quando in un sistema bibliografico le espressioni da cui deriva l’attributo rappresentativo dell’espressione non sono presenti (non si hanno manifestazioni che le materializzano): è possibile registrarle in quanto esse vengono considerate a livello di opera. Inoltre, “per ogni espressione dell’opera, i valori assunti dagli stessi attributi al livello di espressione consentono di stimare approssimativamente la ‘distanza’ fra un’espressione e le espressioni percepite come rappresentative o canoniche”.72 Si possono avere più espressioni che hanno valori uguali a quelli degli attributi espressione rappresentativa e altre che, invece, hanno valori diversi; ciò significa che alcune espressioni sono più “vicine” all’opera nella percezione degli utenti e altre se ne differenziano maggiormente. Ibidem. IFLA Library Reference Model, cit., p. 92.

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Come affermato con chiarezza da Pat Riva, “Il modello finale IFLA LRM, quindi, ha adottato un metodo nuovo per cogliere le caratteristiche essenziali della rappresentatività, definendo un nuovo attributo dell’entità opera: LRM-E2-A2 attributo rappresentativo dell’espressione. […] L’intenzione è che un’implementazione definisca quanti sotto-tipi specifici dell’attributo rappresentativo dell’espressione siano necessari, sotto-tipi dipendenti probabilmente dalla categoria dell’opera. Questi attributi servirebbero a registrare informazioni considerate essenziali per caratterizzare l’opera stessa. Sebbene il catalogatore ottenga generalmente le informazioni dai valori degli attributi dell’espressione, gli attributi rappresentativi dell’espressione sarebbero registrati come attributi dell’opera. Per l’utente finale, espressioni con caratteristiche simili a quelle registrate negli attributi rappresentativi dell’espressione sarebbero considerate più ‘originali’ o come quelle che realizzano più fedelmente l’opera, mentre espressioni che differiscono da quei valori sarebbero considerate come espressioni derivate. Ciò aiuterebbe l’utente a selezionare un’espressione adatta alle proprie esigenze. Per esempio, valutando se una partitura presenta la strumentazione originale o se si tratta di un arrangiamento per un diverso medium esecutivo”.73 Gli esempi nel modello per questo attributo sono i seguenti: per le opere testuali: lingua: inglese destinatari: bambini per le opere musicali: chiave: Si bemolle minore mezzo di esecuzione: violino per le opere cartografiche: scala cartografica: 1:10.000 proiezione: proiezione conica ad area costante di Albers Pat Riva, The IFLA Library Reference Model. Lectio magistralis in library science = Il modello concettuale IFLA Library Reference Model. Lectio magistralis in biblioteconomia. Fiesole (Firenze): Casalini Libri, 2018, p. 47, . 73

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per opere con immagini in movimento: rapporto di forma: 16:9 colorazione: colorato a mano per opere d’arte: mezzo d’esecuzione: scultura Per meglio capire quanto affermato sopra, si presenta la seguente esemplificazione: Opera: –– è stata creata da: Louise Penny –– ha titolo (opera): Still life –– lingua (attributo rappresentativo dell’espressione): inglese –– categoria dell’opera: romanzo Espressione 1 (corrisponde all’attributo rappresentativo dell’espressione): –– è stata creata da: Louise Penny –– ha titolo: Still life –– ha lingua: inglese Espressione 2 (non corrisponde all’attributo rappresentativo dell’espressione): –– è stata creata da (traduttore): Michel Saint-Germain –– ha titolo: Nature morte –– ha lingua: francese Opera: è creata da: Alessandro Manzoni ha come titolo (opera): I promessi sposi lingua (attributo rappresentativo dell’espressione): italiano categoria dell’opera: romanzo Espressione 1 (corrisponde all’attributo rappresentativo dell’espressione): è stata creata da: Alessandro Manzoni ha come titolo: I promessi sposi ha come lingua: italiano

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Espressione 2 (non corrisponde all’attributo rappresentativo dell’espressione): è creata da (traduttore): Giovanni Martinelli ha come titolo: Les fiancés ha come lingua: francese

Relazioni fra opere LRM-R18 OPERA ha parte (è parte di) OPERA Nella relazione il contenuto di un’opera è un componente dell’altra opera. Si impiega quando la relazione parte-intero è un aspetto inerente alle opere e riguarda tutte le espressioni e manifestazioni dell’opera più ampia e delle sue opere componenti. Gli esempi includono movimenti di concerti, poemi all’interno di cicli, racconti in più parti, trittici: –– Der Ring des Nibelungen di Richard Wagner ha parte Götterdämmerung di Richard Wagner –– The tombs of Atuan è parte di The Earthsea trilogy di Ursula K. Le Guin LRM-R19 OPERA precede (segue) OPERA È la relazione di due opere dove il contenuto della seconda è una continuazione logica della prima. La relazione è fra una sequenza di idee e non va confusa con il momento di creazione delle rispettive opere. La relazione riguarda la continuazione logica del contenuto delle rispettive opere e, quindi, non può essere applicata a quelle opere seriali che si trasformano nel tempo (cambiamenti nel titolo principale, cambiamenti nel tipo di supporto, etc.), seppur mantenendo una continuità nella loro forma o negli schemi di numerazione. È la relazione LRM-R22 OPERA è trasformazione di (è stata trasformata in) OPERA. Esprime la relazione fra un’opera aggregata o seriale e un’altra che la modifica o continua. –– Gone with the wind di Margaret Mitchell precede sia Scarlett di Alexandra Ripley sia Rhett Butler’s people di Donald McCaig –– Gone with the wind di Margaret Mitchell segue Ruth’s Journey di Donald McCaig 104

–– La serie TV Better Call Saul! precede la serie TV Breaking Bad –– A wizard of Earthsea precede The tombs of Atuan, il quale precede The farthest shore, e fanno tutti parte della Earthsea trilogy di Ursula K. Le Guin LRM-R20 OPERA accompagna / integra (è accompagnata / è integrata da) OPERA La relazione può essere usata fra due opere indipendenti, ma può anche essere usata per collegare un’opera con un’altra che la completa o che l’accompagna. Le due opere possono acquisire valore l’una con l’altra (in questo caso la relazione è simmetrica), mentre in altri casi una delle opere è considerata secondaria. –– Prima Latina: an introduction to Christian Latin. Teacher manual di Leigh Lowe accompagna/completa Prima Latina: an introduction to Christian Latin. Student book di Leigh Lowe –– La serie di illustrazioni di Eric Gill per il Song of Songs accompagna/completa la pubblicazione del Song of Songs del 1931 di Cranach Press –– L’introduzione di Wole Soyinka alla Universal Declaration of Human Rights accompagna/completa la Universal Declaration of Human Rights pubblicata nel 1994 dall’IFRA [Institut français de recherche en Afrique] –– Il periodico Biblioteche oggi. Trends (ISSN 2421-3810) accompagna/completa il periodico Biblioteche oggi (ISSN 0392-8586) LRM-R21 OPERA è ispirazione per (è ispirata da) OPERA È la relazione fra due opere dove il contenuto della prima è servito da fonte d’ispirazione per la seconda. –– Il musical West Side Story è ispirato alla tragedia Romeo and Juliet –– Il dipinto di Viktor Hartman Plan for a City Gate in Kiev è ispirazione per la pièce musicale The Great Gate of Kiev tratto da Picture at an Exhibition di Modest Mussorgsky

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LRM-R22 OPERA è trasformazione di (è stata trasformata in) OPERA La relazione mostra che una nuova opera è stata realizzata cambiando ambito o politica editoriale (come può avvenire per un seriale o in un’opera aggregata) genere o forma letteraria (drammatizzazione, racconto), pubblico di riferimento (adattamento per bambini), o stile (parafrasi, imitazione, parodia) di una precedente opera. I livelli di trasformazione variano, fino ad arrivare a opere che possono essere considerate solo come ispirate a una precedente opera. –– Cymbeline, di Mary Lamb, tratto da Tales from Shakespeare di Charles e Mary Lamb, è una trasformazione del Cymbeline di William Shakespeare –– Pride and Prejudice and Zombies di Seth Grahame-Smith è una trasformazione di Pride and Prejudice di Jane Austen –– Il periodico intitolato Le Patriote de Saône-et-Loire (ISSN 1959-9935) è stato trasformato nel nuovo periodico intitolato Le Démocrate de Saône-et-Loire (ISSN 1959-9943) dopo che il precedente era stato soppresso per censura nel 1850 [una sostituzione definitiva] –– I singoli periodici intitolati Animal research (ISSN16273583), Animal science (ISSN 1357-7298) e Reproduction nutrition development (ISSN 0926-5287) sono stati trasformati nel periodico intitolato Animal (ISSN 17517311) [una fusione] Espressione (LRM-E3). Una distinta combinazione di segni che veicola contenuto intellettuale o artistico. Un’espressione è una distinta combinazione di segni di qualsiasi forma o natura (compresi i segni visivi, uditivi o gestuali), il cui scopo è veicolare un contenuto intellettuale o artistico identificabile. Il termine “segno” è inteso nel significato usato in semiotica. Un’espressione è un’entità astratta distinta dai supporti utilizzati per registrare l’opera. Un’espressione è la specifica forma intellettuale o artistica che prende un’opera ogni volta che è “realizzata”. L’espressione comprende, per esempio, le specifiche parole, frasi, paragrafi, etc. che risultano dalla realiz106

zazione di un’opera nella forma di un testo, o i particolari suoni, fraseggio, etc. che risultano dalla realizzazione di un’opera musicale. I confini dell’entità espressione sono definiti in modo da escludere aspetti incidentali di forma fisica, come la veste tipografica e l’impaginazione di un testo, a meno che, a causa della natura dell’opera, questi risultino parte integrante della realizzazione intellettuale o artistica dell’opera in sé. Il processo d’astrazione che conduce all’identificazione dell’entità espressione denota che il contenuto intellettuale o artistico realizzato in una manifestazione è lo stesso, o sostanzialmente lo stesso, di quello realizzato in un’altra manifestazione, anche se la realizzazione fisica può differire e differenti attributi delle manifestazioni possono nascondere che il contenuto è simile in entrambe. Il livello al quale si fanno distinzioni bibliografiche tra espressioni varianti di un’opera dipende dalla natura dell’opera stessa, dalle previste necessità degli utenti e da quello che ci si può ragionevolmente aspettare che il catalogatore riconosca a partire dall’istanza della manifestazione che sta descrivendo. Varianti sostanziali della stessa espressione (per esempio, due stati della stessa emissione, nel caso della produzione a stampa manuale) verrebbero ignorate nella maggior parte delle applicazioni. Per alcune applicazioni del modello (per esempio, banche dati di testi antichi a stampa, elenchi completi degli stati di stampa), ogni variante può essere considerata un’espressione diversa. Poiché la forma dell’espressione è una caratteristica intrinseca dell’espressione, ogni cambio di forma (per esempio, dalla notazione scritta al parlato) dà come risultato una nuova espressione. Similmente, cambiamenti nelle convenzioni o strumenti intellettuali che sono impiegati per esprimere un’opera (per esempio, traduzione di un’opera testuale da una lingua a un’altra) danno come risultato la produzione di una nuova espressione. Se un testo è rivisto o modificato, l’espressione che ne risulta è considerata una nuova espressione dell’opera. Cambiamenti minori, come correzioni di grafia e punteggiatura, possono essere considerati come varianti all’interno della stessa espressione. 107

Illustrazioni, note, glosse, etc. che accompagnano un’espressione di un’opera e non sono parte integrante della realizzazione intellettuale o artistica dell’opera sono considerate espressioni distinte delle rispettive opere. Esse possono, o non possono, essere considerate talmente significative da giustificare un’identificazione bibliografica distinta.74 Esempi di espressione: –– La traduzione italiana di Rosa Calzecchi Onesti dell’Odissea di Omero –– La traduzione italiana di Giuseppe Aurelio Privitera dell’Odissea di Omero –– La versione audiolibro di Accabadora letta da Michela Murgia –– Testo inglese di They do it with mirrors, di Agatha Christie, copyright originale 1952 [lo stesso testo inglese già pubblicato col titolo Murder with mirrors] –– Versione a grande scala realizzata dalla fonderia Alexis Rudier nel 1904 de Il pensatore di Auguste Rodin [la prima versione di Rodin del 1880 è alta circa 70 cm; questa versione del 1904 è alta 180 cm] –– Dewey Decimal Classification, 23rd edition (DDC23) [edizione inglese] –– Classificazione decimale Dewey, 23. edizione [traduzione italiana di DDC23] –– Partitura vocale di Macbeth, di Giuseppe Verdi –– Una registrazione di una particolare esecuzione del Quartetto Amadeus e di Hephzibah Menuhin al pianoforte del Quintetto La trota di Franz Schubert –– La notazione musicale della canzone di Lucio Battisti Acqua azzurra, acqua chiara

Attributi dell’espressione LRM-E3-A1. Categoria: deriva da res e indica un tipo di espressione al quale essa appartiene e può caratterizzare un’e LRM nella sezione 5.7, Modellizzazione degli aggregati presenta un approfondimento degli aggregati derivanti da aggiunta. 74

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spressione distinta, con riferimento a varie categorizzazioni come: il tipo di contenuto (notazione scritta, notazione musicale, dataset, etc.), lo stato di revisione (bozza, versione definitiva, etc.) e il formato della musica notata (notazione grafica, notazione neumatica). Oltre a questo attributo, comune a tutte le entità, l’espressione presenta tre attributi più specifici e applicabili a tutte le espressioni come l’estensione, i destinatari e il diritto d’uso, nonché quattro attributi specifici e applicabili solo a particolari categorie di espressione. LRM-E3-A2. Estensione: una quantificazione dell’estensione dell’espressione. Il valore dell’attributo consiste di tre elementi: il tipo di estensione (lunghezza del testo, durata d’esecuzione della notazione musicale, etc.), un numero e un’unità di misura (parole, minuti, etc.) –– Circa 8 minuti [tempo d’esecuzione dichiarato in linguaggio naturale in italiano, su uno spartito musicale] –– 306 ## ‡a 002052 ‡a 000415 ‡a 000956 ‡a003406 [durata codificata nel formato MARC21] LRM-E3-A3. Destinatari: una classe di utenti ai quali l’espressione è finalizzata. I destinatari possono essere raggruppati in varie categorizzazioni in base all’età (bambini, giovani adulti, adulti), alla stabilità sensoriale (utenti in grado di leggere il braille, utenti che necessitano di una descrizione visiva, utenti che necessitano di sottotitoli), al grado d’istruzione (scuola elementare; scuola media), etc. LRM-E3-A4. Diritti d’uso: una classe di restrizioni all’uso alla quale l’espressione è vincolata. –– La riproduzione è sottoposta ad autorizzazione [diritti formulati in linguaggio naturale in italiano] –– L’opera teatrale può essere letta o messa in scena ovunque, da un numero indefinito di persone. Chiunque lo desideri dovrà contattare l’agente dell’autore […], il quale autorizzerà gli spettacoli gratuitamente purché non si preve109

dano biglietti d’ingresso a pagamento e a condizione che a ogni spettacolo si organizzi una raccolta per la Medical Aid for Palestinians [i diritti di riproduzione dell’opera teatrale Seven Jewish Children di Caryl Churchill, espressi in linguaggio naturale in italiano] LRM-E3-A5. Scala cartografica: una proporzione fra la distanza in un’espressione cartografica e la distanza reale che essa rappresenta. L’attributo è specifico delle espressioni delle opere cartografiche e può applicarsi alle distanze orizzontali, verticali, angolari e/o ad altri tipi di distanza rappresentati nell’espressione. –– Scala 1 : 10,000 [scala espressa in linguaggio naturale in italiano] –– 034 1# ‡aa ‡b100000 [scala espressa in forma normalizzata in un campo MARC21] LRM-E3-A6. Lingua: la lingua usata nell’espressione. L’attributo è specifico delle espressioni composte esclusivamente o in parte da segni linguistici (sia del suono sia in forma notata) e può comprendere un certo numero di lingue, ciascuna relativa a una singola parte dell’espressione. –– it [lingua italiana formulata come codice ISO 639-1] –– bre [lingua bretone formulata come codice ISO 639-2] –– Sloveno [lingua formulata come termine naturale in italiano] –– Slovenian [nome alternativo per una lingua formulata come termine naturale in inglese] –– http://id.loc.gov/vocabulary/iso639-1/zu [lingua Zulu espressa come un URI] LRM-E3-A7. Chiave: una struttura delle tonalità (scala musicale, modo ecclesiastico, raga, maqam) che caratterizza l’espressione. È un attributo specifico per le espressioni delle opere musicali. –– Do maggiore [chiave formulata in linguaggio naturale in italiano] 110

–– 128 […] $ddm [chiave in Re minore formulata come un codice in un sottocampo UNIMARC] –– Modo Ipolidio [modo formulato in linguaggio naturale in italiano] –– 8. modo ecclesiastico [modo formulato in linguaggio naturale in italiano] –– Bayati [maqam formulata in linguaggio naturale in inglese] –– ‫[ ي تاي ب‬maqam formulata in linguaggio naturale in arabo] LRM-E3-A8. Mezzo d’esecuzione: una combinazione di strumenti espressivi (voci, strumenti, ensemble, etc.) dichiarati, intesi o effettivamente usati nell’espressione. È un attributo specifico delle espressioni delle opere musicali e include almeno un’unità composta da: un numero (implicito con l’uso di un nome singolare, o esplicitamente dichiarato) e un tipo di strumento d’esecuzione (che può includere: tipi di tessitura della voce umana, tipi dei singoli strumenti, tipi di complessi musicali, etc.). –– Flauto, oboe, armonica, viola, violoncello [mezzo d’esecuzione formulato in linguaggio naturale in italiano; il numero degli esecutori (1 per strumento) è implicito con l’utilizzo di nomi singolari] –– Flauto (2), oboe (2), clarinetto (2), corno, fagotto [mezzo d’esecuzione formulato in linguaggio naturale in italiano; il numero degli esecutori è implicito (quando uguale a uno) o esplicitamente dichiarato (2)] –– Clarinetto o viola [mezzo d’esecuzione formulato in linguaggio naturale in italiano, compresa un’alternativa] –– 382 0# ‡atrumpet ‡n2 ‡atrombone ‡n2 ‡s4 [mezzo d’esecuzione formulato in un campo MARC21] –– 146 0# $ab$c01svl####$c01kpf####$i002a [mezzo d’esecuzione di musica strumentale, violino e piano, due esecutori formulato come codice in un campo MARC21] –– http://id.loc.gov/authorities/performanceMediums/ mp2013015841 [mezzo d’esecuzione di un complesso musicale di voci soliste formulato come un URI]

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Relazioni fra espressioni LRM-R23 ESPRESSIONE ha parte (fa parte di) ESPRESSIONE La relazione si ha fra due espressioni di cui una è una parte dell’altra. La relazione si ha sia quando la relazione parte-intero è un aspetto inerente alle opere e riguarda tutte le espressioni e manifestazioni dell’opera più ampia e delle sue opere componenti, sia quando l’espressione o la manifestazione comprende l’opera più ampia o solo una o più (ma non tutte) opere componenti. –– La notazione musicale dell’Ave Maria Op. 52, No. 6 di Franz Schubert è parte della notazione musicale del Sieben Gesänge aus Walter Scott’s Fräulein vom See Op. 52 di Franz Schubert –– La registrazione audio letta da Enrico de Negri de La divina commedia di Dante Alighieri ha parte la registrazione audio letta da Enrico de Negri de La divina commedia, Inferno di Dante Alighieri LRM-R24 ESPRESSIONE è una derivazione di (ha come derivazione) ESPRESSIONE Di due espressioni della stessa opera, la relazione esplicita che la seconda è stata utilizzata come fonte per l’altra. Non sempre è possibile conoscere la fonte di un’espressione, ma quando lo è, potrebbe essere interessante per l’utente venirne a conoscenza. –– La traduzione francese di Yukio Mishima 天人五衰 pubblicata come L’ange en décomposition è una derivazione della traduzione inglese di Yukio Mishima 天人五衰 pubblicata come The decay of an angel –– La registrazione del 1965 della performance Sinfonia No. 2 in Do minore di Anton Bruckner eseguita dalla Toronto Symphony Orchestra diretta da Herman Scherchen è una derivazione del particolare spartito della Sinfonia No. 2 in Do minore di Anton Bruckner trovata nell’edizione del 1892 (Doblinger) diretta da Cyrill Hynais con le revisioni di Bruckner 112

–– La traduzione francese di Wong’s essentials of pediatric nursing pubblicata come Soins infirmiers: pédiatrie da Chenelière éducation (Montréal, Québec), ©2012, è una derivazione dell’ottava edizione inglese, apparsa nella manifestazione pubblicata da Mosby/Elsevier (At. Louis, Missouri), © 2009 LRM-R25 ESPRESSIONE è stata aggregata da (ha aggregato) ESPRESSIONE (aggregante) La relazione mostra che una specifica espressione di un’opera è stata scelta come parte di un piano di un’espressione aggregata. Un’espressione aggregata seleziona specifiche espressioni multiple di altre opere in modo che possano essere comprese in una manifestazione aggregata. Un’espressione può essere scelta da più espressioni aggregate. Questo è un percorso abbreviato per le relazioni illustrate nella figura che riporta il modello generale per gli aggregati.75 ESPRESSIONE1 è compresa nella MANIFESTAZIONE (aggregata) + MANIFESTAZIONE (aggregata) comprende ESPRESSIONE (aggregante) Diversamente dalla relazione intero-parte fra espressioni, le espressioni selezionate per apparire insieme nella manifestazione aggregata non diventano componenti di un’espressione aggregante. Inoltre, la relazione fra queste espressioni non è una caratteristica inerente alle opere che queste espressioni realizzano, per cui non riguarda le altre espressioni di queste opere. –– Il testo in italiano La settima vittima di Robert Sheckley è stato aggregato all’espressione aggregante che ha prodotto la manifestazione aggregata Le meraviglie del possibile. Antologia della fantascienza, a cura di Sergio Solmi e Carlo Fruttero Vedi in seguito la presentazione degli aggregati e della loro modellizzazione. 75

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–– L’espressione aggregante che produce la serie monografica Einaudi stile libero. Big ha aggregato il testo Nei boschi eterni di Fred Vargas –– L’espressione aggregante che produce la serie monografica Bibliografia e biblioteconomia ha aggregato il testo L’informazione in biblioteca: introduzione ai problemi dell’informazione bibliografica, di Giovanni Solimine Manifestazione (LRM-E4). Un insieme dei supporti che si ritiene condividano le stesse caratteristiche riguardo al contenuto intellettuale o artistico e dal punto di vista della forma fisica. L’insieme è definito sia dal contenuto complessivo sia dal piano di produzione per il suo supporto o i suoi supporti. Una manifestazione risulta dalla registrazione di una o più espressioni su un supporto o insieme di supporti. Come entità, la manifestazione rappresenta le caratteristiche comuni condivise da quei supporti, riguardo sia al contenuto intellettuale o artistico sia alla forma fisica. Una manifestazione è individuata dalle caratteristiche comuni degli item derivanti dallo stesso processo di produzione. La specificazione del processo di produzione è una parte intrinseca della manifestazione. La produzione può essere esplicitamente programmata in modo da aver luogo nel tempo, come, per esempio, nella stampa su richiesta. Il piano di produzione può coinvolgere aspetti che non sono sotto il diretto controllo del produttore, come lo specifico supporto di memorizzazione digitale sul quale viene scaricato un file online da diversi utenti finali. Qualsiasi supporto di memorizzazione sia usato, i file scaricati sono istanze della stessa manifestazione di cui è istanza il file online. I processi di produzione coprono il campo che va dai convenzionali processi industriali ai processi di lavorazione artigianali o artistici. Un processo di produzione può risolversi in un insieme di molteplici item, che per la maggior parte delle finalità sono intercambiabili. La manifestazione può essere definita per mezzo delle proprietà e attributi specifici che ogni item appartenente a quella manifestazione dovrebbe rappresentare. In altri casi, come per i manoscritti olografi, molte produzioni artigianali o artistiche o riproduzioni per scopi di conservazione, l’intenzione è che il 114

processo di produzione si risolva in un solo, unico item. La manifestazione in questo caso è il singoletto (un insieme che contiene un solo elemento) che rappresenta l’idea dell’item in questione. I confini tra una manifestazione e un’altra sono tracciati sulla base sia del contenuto intellettuale o artistico sia della forma fisica. Quando il processo di produzione coinvolge cambiamenti nella forma fisica, il prodotto risultante è considerato una nuova manifestazione. I cambiamenti nella forma fisica includono cambiamenti che riguardano caratteristiche di presentazione che sono incidentali rispetto alla concezione dell’opera (per esempio, un cambiamento nel carattere, nella dimensione del font, nell’impaginazione, etc.), cambiamenti nel mezzo fisico (per esempio, un cambiamento dalla carta al microfilm come mezzo di comunicazione) e cambiamenti nel contenitore (per esempio, un cambiamento da cassetta a cartuccia come contenitore per un nastro). Dove il processo di produzione coinvolge un editore, produttore, distributore, etc. e ci sono cambiamenti segnalati nel prodotto riguardanti la pubblicazione, il marketing, etc. (per esempio, un cambio di editore, riconfezionamento, etc.), il prodotto risultante può essere considerato una nuova manifestazione. Quando il processo di produzione comporta modificazioni, aggiunte, cancellature, etc. (oltre a cambiamenti minori nella grafia, punteggiatura, etc.) che coinvolgono il contenuto intellettuale o artistico, il risultato è una nuova espressione dell’opera che è realizzata in una nuova manifestazione. Il livello al quale sono registrate nei cataloghi le diversità tra manifestazioni dipende dalle prevedibili necessità degli utenti e dalle differenze che si può ragionevolmente ritenere che il catalogatore possa riconoscere. Qualche variante minore o differenze nel confezionamento possono non essere considerate bibliograficamente significative e non giustificheranno il riconoscimento di una nuova manifestazione. Cambiamenti che si verificano deliberatamente o inavvertitamente durante il processo di produzione e hanno effetto sugli item si risolvono, a rigor di termini, in una nuova manifestazione della stessa espressione. Una manifestazione che risulta da un simile cambiamento può essere identificata come un particolare “stato” o “emissione” della pubblicazione. 115

Cambiamenti che si verificano in un item particolare dopo che il processo di produzione è portato a compimento (per esempio, danno, deterioramento, la perdita di una pagina, restauro, rilegatura in volumi multipli, etc.) non si ritiene che diano luogo a una nuova manifestazione. Quell’item si considera semplicemente un esemplare della manifestazione che non riflette più interamente il piano di produzione originale. Tuttavia, quando molteplici item da differenti manifestazioni sono fisicamente messi insieme o uniti (libri o opuscoli rilegati insieme, nastri audio giuntati insieme, etc.) il risultato è una nuova manifestazione singoletto. Esempi di manifestazione: –– Odissea / Omero ; prefazione di Fausto Codino ; versione di Rosa Calzecchi Onesti. Edizione Einaudi del 1974 pubblicata nella serie Nuova universale Einaudi –– L’Odissea / tradotta da Ippolito Pindemonte ; con prefazione e commento di Vittorio Turri. Edizione pubblicata da Sansoni nel 1916 nella serie Biblioteca scolastica di classici italiani –– Tutta la solitudine che meritate : viaggio in Islanda / Claudio Giunta, Giovanna Silva, pubblicato a Macerata da Quodlibet nel 2014. [manifestazione di un’opera in collaborazione che consiste di testo e fotografie] –– Ribot, cavallo del secolo / Renzo Castelli, pubblicato a Pisa da Pacini nel 1981 [manifestazione della storia del cavallo da corsa Ribot] –– They do it with mirrors / Agatha Christie, pubblicato nel Regno Unito da William Collins & Sons nel 1952 [una manifestazione di un romanzo poliziesco] –– Murder with mirrors / Agatha Christie, pubblicato negli Stati Uniti da Dodd, Mead & Co. nel 1952 [un’altra manifestazione dello stesso romanzo poliziesco, pubblicata in un altro paese con un titolo diverso] –– Le meraviglie del possibile : antologia della fantascienza / a cura di Sergio Solmi e Carlo Fruttero, pubblicato a Torino da Einaudi nel 1959 [una manifestazione aggregato [manifestazione d’insieme] che comprende sia un’espressione 116

aggregante, lavoro intellettuale dei curatori Solmi e Fruttero, sia le espressioni scelte di 29 racconti di 20 autori] –– Cristo morto, dipinto da Mantegna fra il 1475-1478 [manifestazione singoletto] –– Codex Atlanticus, manoscritto originale [manifestazione singoletto]

Attributi della manifestazione LRM-E4-A1. Categoria del supporto: un tipo di materiale a cui si presuppone che appartengano tutti i supporti fisici della manifestazione. L’attributo può essere usato per esprimere il tipo di supporto (audiocassetta, video-disco, cartuccia di microfilm, diapositiva), il materiale fisico impiegato nella realizzazione dei supporti (carta, legno, plastica, metallo), il materiale fisico che viene applicato al materiale di base del supporto (pittura a olio [applicata su tela], emulsione chimica [applicata a una base di pellicola]), il tipo di mezzo utilizzato per registrare annotazioni, suoni o immagini nella produzione di una manifestazione (analogico, acustico, digitale, ottico). LRM-E4-A2. Estensione: una quantificazione dell’estensione osservata su un supporto fisico della manifestazione e presumibilmente osservabile su tutti gli altri supporti fisici della manifestazione. Il valore dell’attributo consiste di tre elementi: un tipo di estensione (numerazione delle unità fisiche, altezza, etc.), un numero e un’unità di misura (volumi, pagine, fogli, dischi, cm, pollici, Mb/Megabyte, etc.): –– 300 ## $a 301 p., [8] p. di tavole [numero di pagine, registrate in base ad AACR2 e registrate in un sottocampo MARC21] –– 215 ## $a1 score (vi, 63p.) $d20cm. $a16 parts$d32 cm. $e1 opuscolo [numero di pagine e loro altezza; numero di parti e loro altezza e numero di elementi materiali allegati, registrati in vari sottocampi UNIMARC] –– 4 pollici e 3/4 [diametro, formulato in linguaggio naturale in italiano] 117

LRM-E4-A3. Destinatari: una classe di utenti a cui sono destinati i supporti fisici della manifestazione. Tali utenti possono essere raggruppati in base a diversi criteri: menomazioni sensoriali (utenti in grado di leggere i caratteri a stampa, utenti che necessitano di caratteri di stampa grandi, utenti che necessitano di caratteri ad alta leggibilità per dislessici), in base a supporti selezionati per destinatari specifici (libri cartonati per bambini piccoli, libri impermeabili da bagno per bambini piccoli), etc. LRM-E4-A4. Formulazione di manifestazione: si tratta di una novità introdotta da IFLA LRM. È una formulazione che compare negli esemplari ritenuta significativa per comprendere come la risorsa rappresenti se stessa. Come osserva Bianchini, “la grande maggioranza degli attributi di una Manifestazione FRBR consiste di formulazioni trascritte da un esemplare che si ritiene rappresentativo di tutta la manifestazione; perciò nel modello IFLA LRM si dichiara soltanto il singolo attributo formulazione di manifestazione, che ricomprende tutti gli attributi previsti in FRBR, che quindi possono essere definiti come sottotipi di questo attributo. Altri attributi servono per categorizzare la Manifestazione in modi diversi: in IFLA LRM l’attributo categoria del supporto (LRM-E4-A1) incorpora gli attributi forma del supporto, mezzo fisico e modo di cattura della Manifestazione FRBR”.76 La scelta di non indicare i tipi di formulazione di manifestazione che possono essere d’interesse per le diverse implementazioni rende il modello flessibile e indipendente e permette di decidere caso per caso i livelli di granularità più adatti alle singole esigenze. –– In Vinegia appresso Gabriel Giolito de Ferrari, 1565 [dichiarazione editoriale completa] –– In Vinegia [dichiarazione di luogo di pubblicazione] –– 1565 [dichiarazione della data di pubblicazione] –– Edizione rivista [dichiarazione dell’edizione, secondo le convenzioni di trascrizione ISBD] Carlo Bianchini, Osservazioni sul modello IFLA Library Reference Model, cit., p. 96-97. 76

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–– (Miscellaneous report / Geological survey of Canada = Rapport divers / Commission géologique du Canada) [area 6 ISBD] LRM-E4-A5. Condizioni d’accesso: informazioni su come sia possibile accedere al contenuto di una manifestazione. L’attributo include: requisiti del sistema, modalità d’accesso, etc.: –– 538 ## ‡aRequisiti di sistema: IBM 360 and 370; 9K bytes di memoria interna; OS SVS and OSMVS [requisiti di sistema registrati in un campo MARC21] –– 538 ## ‡aBlu-ray 3D: richiede lettore Blu-ray; requisiti della versione 3D: full HD TV, occhiali 3D compatibili, lettore Blu-ray 3D o PS3 e cavo HDMI ad alta velocità [requisiti di sistema per un video-disco registrati in un campo MARC21] –– 538 ## ‡aPSP (PlayStation portable); region 1; wi-fi compatibile [requisiti di sistema per un video gioco registrati in un campo MARC21] LRM-E4-A6. Diritti d’uso: una classe di utilizzo e/o di restrizione d’accesso a cui si presume siano sottoposti tutti i supporti fisici della manifestazione. Include: termini di responsabilità, restrizioni all’accesso, etc.: –– Liberamente disponibili ai membri del Club [diritti formulati in linguaggio naturale in italiano] –– Limitato a istituzioni con una sottoscrizione [diritti formulati in linguaggio naturale in italiano] “È stato anche possibile ridurre ulteriormente il numero degli attributi della ‘manifestazione’. Le ‘manifestazioni’ presentano la particolare caratteristica di poter contenere dichiarazioni di ogni tipo, che possono essere trascritte e utilizzate per identificare e distinguere le ‘manifestazioni’. Questa è una peculiarità delle risorse bibliografiche che non è condivisa dalle risorse archivistiche o dagli oggetti d’arte; la trascrizione costituisce una parte importante della pratica catalografica. ISBD elenca gli elementi più rilevanti e internazionalmente condivisi che dovrebbero essere inclusi nella descrizione delle risorse. L’osser119

vazione che gli elementi trascritti provengono tutti dalla ‘manifestazione’, e non da altre entità, ha portato alla definizione di un attributo generale asserzione di manifestazione (LRM-A16) che andrebbe implementato attraverso una serie di sotto-tipi, secondo le specifiche regole di catalogazione”.77

Relazioni fra manifestazioni LRM-R26 MANIFESTAZIONE ha come parte (fa parte di) MANIFESTAZIONE La relazione si ha quando una manifestazione è componente dell’altra. La presenza di componenti può essere basata su considerazioni legate al supporto sul quale s’intende pubblicare la manifestazione: è il caso, per esempio, di registrazioni sonore troppo lunghe per essere comprese in un singolo disco e che, quindi, vengono pubblicate in un cofanetto costituito da due o più dischi. Possono esserci altre manifestazioni costituite da un singolo oggetto perché in grado di contenere tutta la registrazione. Nel caso in cui, invece, la relazione parte-intero sia un aspetto inerente alle opere, allora essa riguarda tutte le espressioni e le manifestazioni dell’opera. –– La pubblicazione Il Signore degli Anelli di Tolkien pubblicata da Bompiani nel 2003 ha come parte La compagnia dell’anello LRM-R27 MANIFESTAZIONE ha riproduzione (è riproduzione di) MANIFESTAZIONE È la relazione fra due manifestazioni che offrono all’utente esattamente lo stesso contenuto: una precedente manifestazione è servita da fonte per la creazione di una manifestazione successiva, come facsimili, riproduzioni, ristampe, e riedizioni. –– La pubblicazione dell’Opera di m. Bartolomeo Scappi, cuoco secreto di papa Pio quinto del 1570 ha riproduzione Pat Riva, Il nuovo modello concettuale dell’universo bibliografico: FRBR Library Reference Model, “AIB studi”, vol. 56, n. 2 (maggio/agosto 2016), p. 265-275, . 77

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come edizione facsimilare la pubblicazione del 1981 di Opera. Dell’arte del cucinare di Bartolomeo Scappi edita da Arnaldo Forni –– La ristampa del 2007 di Malicorne: réflexions d’un observateur de la nature di Hubert Reeve pubblicata da Éditions du Seuil come numero 179 nella serie Points. Science (ISBN 978-2-02-096760-0) è riproduzione dell’edizione del 1990 di Malicorne: réflexions d’un observateur de la nature di Hubert Reeve pubblicata da Éditions du Seuil nella serie Science ouverte (ISBN 2-02-012644-3) –– L’edizione del 1990 di Malicorne: réflexions d’un observateur de la nature di Hubert Reeve pubblicata da Éditions du Seuil nella serie Science ouverte (ISBN 2-02-012644-3) ha riproduzione l’edizione del 1991 pubblicata da France Loisirs (ISBN 2-7242-6486-X) LRM-R29 MANIFESTAZIONE ha come alternativa (è alternativa a) MANIFESTAZIONE La relazione coinvolge le manifestazioni che servono realmente come alternativa l’una per l’altra. Casi tipici sono quando una pubblicazione, registrazione sonora, video, etc., è pubblicata in più formati o quando è distribuita simultaneamente da diversi editori in vari paesi. Cambia il formato, ma il contenuto è identico. –– La versione LP dell’album intitolato LP III della band punk rock Soviettes ha come alternativa la versione CD dell’album intitolato LP III della band punk rock Soviettes –– The Sittaford Mystery di Agatha Christie pubblicato nel 1931 nel Regno Unito da William Collins & Sons ha come alternativa l’edizione simultanea americana pubblicata da Dodd, Mead & Co. come The Murder at Hazelmoor Item (LRM-E5). Un oggetto o oggetti che recano segni destinati a veicolare un contenuto intellettuale o artistico. In termini di contenuto intellettuale o artistico e di forma fisica, un item che esemplifica una manifestazione riflette di norma tutte le caratteristiche che definiscono la manifestazione stessa. Un item è 121

in molte istanze un oggetto fisico singolo, ma può comprendere più parti fisiche o più oggetti. Un item può essere una parte di un oggetto fisico più grande: per esempio, quando un file viene memorizzato su un disco con altri file, la porzione del disco che contiene il file in questione è il suo supporto fisico o item. Esempi di item: –– Il manoscritto conosciuto come Codex Atlanticus –– Il manoscritto conosciuto come Book of Kells –– Bronzo colato realizzato dalle fonderie Alexis Rudier nel 1904 di Auguste Rodin Il pensatore conservato dal 1922 al Musée Rodin a Parigi, Francia, numero d’identificazione S. 1295 –– Copia numerata LXVII (di un’edizione di 3000 esemplari di cui i primi 100 in cifre romane) di Igino Legnaghi: sculture dal 1972 al 1977 pubblicato nel 1979 da All’insegna del pesce d’oro –– La nascita dei desideri liquidi (La Naissance des désirs liquides) di Salvador Dalì. Olio e collage su tela, di proprietà della Collezione Peggy Guggenheim di Venezia –– Biblioteca nazionale centrale di Firenze, copia della Critica della ragion pura - terza edizione Laterza del 2010 –– Copia personale di Lucia Sardo di Tristano: romanzo multiplo di Nanni Balestrini (copia KO3886) –– L’e-book Pop Culture di Richard Memeteau, pubblicato per Zones nel 2014 e distribuito da Editis in formato EPUB2, ISBN 978-2-35522-085-2, ricevuto dalla Biblioteca nazionale di Francia tramite deposito legale digitale il 1 febbraio 2016 al quale è stato assegnato il numero di deposito legale DLN-20160201-6. Nel catalogo questo elemento è identificato con un numero univoco: LNUM20553886

Attributi dell’item LRM-E5-A1. Localizzazione: la collezione e/o l’istituzione in cui l’item si trova, è immagazzinato o reso disponibile per l’accesso: 122

–– 252 ## $aDLC $bManuscript Division $cJames Madison Memorial Building, 1st &; Independence Ave., S.E., Washington, DC USA $f4016 [collocazione registrata in un campo UNIMARC] –– 852 01 $aViBlbV $bMain Lib $bMRR $kRef $hHF5531. A1 $iN4273 [collocazione registrata in un campo MARC21] LRM-E5-A2. Diritti d’uso: una classe di utilizzo e/o restrizione d’accesso a cui l’item è sottoposto: –– Uso limitato alla biblioteca [diritti associati a una copia conservata in una collezione di riferimento, formulati in linguaggio naturale in italiano]

Relazioni fra manifestazioni e item LRM-R28 ITEM ha come riproduzione (è riproduzione di) MANIFESTAZIONE Si tratta della relazione fra un item di una manifestazione e una manifestazione che presenta all’utente lo stesso contenuto dell’item specifico. In questo caso si tratta di un item particolare, con caratteristiche specifiche o peculiari, che diventa la fonte per la creazione di una manifestazione. Le caratteristiche dell’item possono essere rappresentate da annotazioni, note di possesso, o da altre peculiarità che lo differenziano da tutti gli altri item della manifestazione di cui esso è un testimone. Il processo di riproduzione risulta sempre in una nuova manifestazione, anche quando un solo item è stato prodotto da quella manifestazione. –– La pubblicazione di Schott del 2015 di Two studies on ancient Greek scales di Harry Partch è la riproduzione del manoscritto olografo di Harry Partch di Two studies on ancient Greek scales –– 1913 settler’s guide: information concerning Manitoba, Saskatchewan and Alberta della Canadian Pacific Railway, originariamente pubblicata in Montreal nel 1913, ha come 123

riproduzione le microfiche pubblicate dal Canadian Institute for Historical Microreproductions nel 2000, che sono state prodotte da una copia della pubblicazione originale conservata nella Glenbow Museum Library, Calgary Poiché le entità opera espressione manifestazione e item sono quelle che rappresentano gli “oggetti” dell’interesse dell’utente è opportuno comprendere come la loro definizione sia cambiata da FRBR a LRM, ricordando sempre che in LRM ogni concetto che s’intende esprimere viene spiegato sia dalla definizione sia dalle note d’ambito. FRBR

IFLA LRM

Opera

Una specifica creazione intellettuale o artistica

Il contenuto intellettuale o artistico di una creazione distinta

Espressione

La realizzazione intellettuale o artistica di un’opera in forma alfa-numerica, musicale, o coreografica, suono, immagine, oggetto, movimento etc., o qualsiasi combinazione di tali forme

Una distinta combinazione di segni che veicola contenuto intellettuale o artistico

Manifestazione

La realizzazione fisica di un’“espressione” di un’“opera”

Un insieme di tutti i supporti che si presume condividano le stesse caratteristiche per quanto riguarda contenuto intellettuale o artistico e aspetti di forma fisica. L’insieme è definito sia dal contenuto complessivo sia dal piano di produzione per il supporto o i supporti

Item

Un singolo esemplare di una “manifestazione”

Un oggetto o oggetti che recano segni destinati a veicolare un contenuto intellettuale o artistico

Figura 21: definizioni delle entità opera, espressione, manifestazione, item in FRBR e IFLA LRM

124

Ricordiamo di nuovo che le definizioni in LRM sono “indipendenti” l’una dall’altra: in FRBR espressione, manifestazione e item vengono definite usando le altre entità del gruppo 1, in LRM, invece, le definizioni di ciascuna entità non prevedono l’uso delle altre entità.

Agente (LRM-E6). Un’entità capace di azioni intenzionali, di godere di diritti e di essere ritenuta responsabile delle proprie azioni. L’entità agente è una superclasse strettamente equivalente all’unione delle entità persona e agente collettivo. Essa è stata definita allo scopo di ridurre la ridondanza nel modello fornendo una singola entità finalizzata a fungere come dominio o ambito di determinate relazioni che si applicano a tutti i tipi specifici d’agente. Essere un agente richiede di avere, o di aver avuto, relazioni intenzionali o potenziali con istanze di entità d’interesse bibliografico: opere, espressioni, manifestazioni, item. Gli esseri umani sono, direttamente o indirettamente, la forza motrice sottesa a queste azioni intraprese da tutti gli agenti. Gli automi (per esempio, i dispositivi di registrazione del tempo, i software di traduzione, etc.), a volte indicati come agenti tecnologici, nel modello non sono considerati agenti bensì strumenti utilizzati e installati da un agente vero e proprio. Esempi di agente: –– {Margaret Atwood} –– {Hans Christian Andersen} –– {Nino Rota} –– {Leonardo da Vinci} –– {Nicolas Eymerich} –– {Amedeo VI di Savoia} –– {La famiglia Borromeo} –– {Orchestra del Teatro alla Scala} –– {I Solisti Veneti} –– {Simposio su medicina dello sport}

125

Attributi di agente LRM-E6-A1. Contatti: informazioni utili per comunicare o entrare in contatto con l’agente. –– P.O. Box 95312, 2509 La Haye. Contact :31.70.3140884. Télécopie: 31.70.3834827. Adresse électronique: IFLA@ ifla.org [informazioni di contatto espresse in linguaggio naturale in francese] LRM-E6-A2. Campo d’attività: un campo d’attività, area di competenza, etc., in cui l’agente è o era impegnato. –– 780 [campo d’attività formulato con un numero di classificazione Dewey] –– Journalisme [campo d’attività, giornalismo, formulato con un termine RAMEAU] –– Art history [campo d’attività formulato come un termine del Getty Art and Architecture Thesaurus (AAT)] LRM-E6-A3. Lingua: una lingua usata dall’agente durante la creazione di un’espressione. Un agente può utilizzare più lingue. –– 041 ## $aeng$afre […] [lingue utilizzate da Samuel Beckett per la creazione di contenuti originali, registrate come codici in sottocampi INTERMARC] –– http://id.loc.gov/vocabulary/iso639-1/zu [lingua Zulu espressa come un URI]

Relazioni fra agenti LRM-R30 AGENTE è membro di (ha come membro) AGENTE COLLETTIVO La relazione si ha fra un agente e un agente collettivo al quale l’agente è collegato come membro. Le persone possono diventare membri di agenti collettivi sia esplicitamente (per esempio, nel caso di organizzazioni, associazioni) sia implicitamente (per esempio, diventare membro di una famiglia). Un agente collettivo può unirsi a un altro agente collettivo come membro. 126

–– Il Re di Inghilterra Enrico VIII è membro della casa dei Tudor –– Mauro Guerrini è membro dell’Associazione italiana biblioteche –– IFLA ha membro la National Library of China Persona (LRM-E7). Un singolo essere umano. L’entità persona è ristretta a persone reali viventi o che si presume abbiano vissuto. La dimostrazione oggettiva dell’esistenza di una persona non è richiesta, purché vi sia una generale accettazione della sua probabile storicità. Le figure generalmente considerate immaginarie (per esempio, Kermit la rana), letterarie (per esempio, Miss Jane Marple) o puramente leggendarie (per esempio, mago Merlino) non sono istanze dell’entità persona. La definizione di persona è cambiata radicalmente durante l’arco di tempo di elaborazione dei tre modelli; in particolar modo, in FRAD, dove aveva una maggiore estensione e non si limitava alle persone reali. La definizione presente in FRAD infatti è “Individuo, persona o identità stabilita o adottata da un individuo o da un gruppo [FRBR, modificato]”. In IFLA LRM, invece, si ritorna sostanzialmente alla definizione di FRBR; la gestione delle identità bibliografiche distinte, degli pseudonimi e degli pseudonimi collettivi viene demandata alle relazioni che intercorrono fra res e nomen, che analizzeremo in seguito. In altre parole, si tratta di nomen che vengono messi in relazione con res e non di entità a sé stanti o facenti parte dell’entità persona o agente collettivo; ugualmente vale per i personaggi fittizi nel momento in cui è necessario prevedere la loro presenza nei sistemi bibliografici. Esempi di persona: –– {Pitagora} –– {Marco Polo} –– {Marco Tullio Cicerone} –– {Andrea Vesalio} –– {Agatha Christie} –– {Federico Fellini} 127

–– {Gianluigi Toccafondo} –– {Giovanni I di Francia, re di Francia e Navarra} [re dalla nascita il 15 novembre 1316 alla sua morte cinque giorni più tardi il 20 novembre] –– {Johann Sebastian Bach} –– {Andrea Camilleri} –– {La persona chiamata con il vero nome di ‘Charles Dodgson’ e lo pseudonimo ‘Lewis Carroll’} [narratore e matematico]

Attributi di persona LRM-E7-A1. Professione/Occupazione: una professione o occupazione in cui la persona lavora o lavorava: –– Bibliotecario [una professione formulata in linguaggio naturale in italiano] Agente collettivo (LRM-E8). Un gruppo o un’organizzazione di persone con un nome particolare e capace di agire come un’unità. L’entità agente collettivo designa una vasta gamma di gruppi nominati di persone che portano un nome specifico e che agiscono insieme come un’unità. Oltre alle famiglie, agli enti commerciali o aziendali e ad altri organismi legalmente registrati, l’entità agente collettivo comprende le organizzazioni e le associazioni, i gruppi artistici, musicali e dello spettacolo, i governi territoriali e ogni loro sotto-unità. La composizione interna di molti tipi di agente collettivo potrà evolversi nel corso del tempo. I gruppi occasionali e i gruppi che si costituiscono come meeting, conferenze, congressi, spedizioni, mostre, festival, fiere, etc. rientrano nella definizione di agente collettivo, purché siano identificati da un nome specifico e possano agire come un’unità. Gli pseudonimi congiunti o gli pseudonimi collettivi sono i nomen che si riferiscono a istanze dell’entità agente collettivo, come agente che sottende l’identità costituita da due o più persone con un nome particolare e che agiscono come unità, pur 128

avendo scelto di essere identificate da un nome culturalmente associato a una persona individuale.78 Un gruppo di persone è considerato un agente collettivo solo quando presenta delle caratteristiche organizzative che permettono a esso di compiere azioni che riflettono l’agire rispetto a istanze di entità d’interesse bibliografico (come, per esempio, l’approvazione di un rapporto, la pubblicazione degli atti di un convegno). Queste azioni collettive possono essere compiute da rappresentanti selezionati dall’insieme o da tutti i membri individuali che agiscono collettivamente. I gruppi di persone che non si qualificano come agenti (per esempio, i gruppi culturali o etnici, nazionali o religiosi, come gli italo-canadesi, o i gruppi a cui ci si riferisce con un termine descrittivo generale, anziché con un nome specifico) non sono istanze dell’entità agente collettivo. La distinzione essenziale tra un agente collettivo e un gruppo di persone che non costituisce un’istanza dell’entità agente collettivo è che il nome utilizzato dall’istanza dell’entità dev’essere un nome specifico e non semplicemente una descrizione generica del gruppo. Le famiglie e gli enti collettivi sono tipi specifici di agente collettivo che possono essere rilevanti in una particolare applicazione bibliografica. –– {L’International Federation of Library Associations and Institutions} [un’associazione] –– {The 81 World Library and Information Conference, tenuta dal 15 al 21 agosto a Cape Town, Sudafrica} [una conferenza] –– {Biblioteca nazionale Marciana} –– {Amici della Biblioteca Ariostea} –– {FIAT} [un’azienda] –– {il gruppo musicale denominato ‘Bandabardò’} –– {City of Ottawa} [un governo municipale] –– {Canada} [la nazione, non il territorio] Ulteriori riflessioni su pseudonimi individuali, collettivi o congiunti si trovano nella parte dedicata all’entità nomen nella sezione Modellizzazione delle identità bibliografiche. 78

129

–– {L’ordine francescano} [un ordine religioso] –– {La parrocchia della cattedrale di St. Paul a Londra, Regno Unito} [una suddivisione amministrativa di una diocesi] –– {la famiglia di musicisti Bach} –– {la casa editrice denominata ‘Rizzoli’} –– {il gruppo di matematici francesi del XX secolo che pubblica sotto lo pseudonimo collettivo ‘Nicolas Bourbaki’ e noto anche come ‘Association of collaborators de Nicolas Bourbaki’} –– {marito e moglie che hanno usato lo pseudonimo congiunto “Sveva Casati Modignani” e che non hanno mai pubblicato sotto i loro veri nomi ‘Bice Cairati’ e ‘Nullo Cantaroni’} –– {le due donne che hanno pubblicato insieme usando lo pseudonimo congiunto ‘Virginia Rosslyn’ e che non hanno mai pubblicato sotto i loro veri nomi ‘Isabelle A. Rivenbark’ e ‘Claire D. Luna’}

Relazioni fra agenti collettivi LRM-R31 AGENTE COLLETTIVO ha parte (fa parte di) AGENTE COLLETTIVO Si tratta di una relazione fra due agenti collettivi dove uno è componente dell’altro: –– La Sezione Catalogazione dell’IFLA è parte dell’IFLA LRM-R32 AGENTE COLLETTIVO precede (segue) AGENTE COLLETTIVO È la relazione fra due agenti collettivi dove il primo è stato trasformato nel secondo. Una singola istanza di questa relazione può registrare una trasformazione di un agente collettivo singolo in un singolo successore. Istanze multiple della relazione possono essere usate insieme per cogliere le più complesse fusioni e divisioni fra e tramite agenti collettivi: –– La National Library del Canada precede la Library and Archives Canada –– I National Archives del Canada precedono la Library and Archives Canada 130

Le tre relazioni fra gli agenti e gli agenti collettivi rappresentano una continuità rispetto ai modelli precedenti: sono tutte e tre presenti in FRAD, ma in LRM vengono semplificate. Lo schema sottostante rappresenta graficamente le relazioni che intercorrono fra l’entità agente e le due entità sottoclasse, persona e agente collettivo:

Figura 22: relazioni fra l’entità agente e le entità sottoclasse

131

Esempi per l’entità agente e le relazioni con le entità sottoclasse Mauro Guerrini

isA

persona

Mauro Guerrini è membro di Associazione italiana biblioteche. Sezione Toscana Associazione italiana biblioteche

isA

agente collettivo

Associazione italiana biblioteche ha parte zione italiana biblioteche. Sezione Toscana Associazione italiana per le biblioteche Associazione italiana biblioteche

Associa-

precede

David Crosby è membro di Crosby, Stills, Nash & Young Stephen Stills è membro di Crosby, Stills, Nash & Young Graham Nash è membro di Crosby, Stills, Nash & Young Neil Young

è membro di Crosby, Stills, Nash & Young

Dallas Taylor è membro di Crosby, Stills, Nash & Young Crosby, Stills & Nash precede

Crosby, Stills, Nash & Young

Nomen (LRM-E9). Un’associazione tra un’entità e una designazione che si riferisce a essa. Nomen è l’entità più astratta di LRM. Deriva parzialmente dalle entità nome e nomen di FRAD e FRSAD. Le istanze dell’entità nomen vengono create applicando la relazione ‘ha per denominazione’ (LRM-R13) a un’istanza di res. Una volta creata un’associazione fra l’entità nominata e il nome utilizzato per essa, la relazione diventa il nomen. Nella terminologia della modellizzazione, un nomen è una relazione reificata. La reificazione s’impiega nella modellizzazione per permettere che una relazione si comporti come un’entità affinché possa a sua volta avere attributi e partecipare a relazioni ulteriori. Anziché avere un attributo “nome” per le diverse entità (e “nome” è solo una delle possibili declinazioni dell’entità nomen), abbiamo una relazione; ciò facilita la modellizzazione e, inoltre, consente di 132

avere più nomen in relazione con le diverse entità, anziché avere attributi multivalore. Un nomen associa qualsiasi denominazione (cioè, combinazione di segni) sia utilizzata per fare riferimento a un’istanza di una qualsiasi entità dell’universo bibliografico con quella entità. Qualsiasi entità a cui si fa riferimento nell’universo del discorso è denominata con almeno un nomen. Una combinazione arbitraria di segni o simboli non può essere considerata come denominazione fino a quando non sia associata a qualcosa in qualche contesto. In questo senso, l’entità nomen, come detto sopra, può essere intesa come la reificazione di un rapporto tra un’istanza di res e una stringa. La stringa stessa non costituisce un’istanza dell’entità nomen, ma è modellata come il valore dell’attributo stringa del nomen di un’istanza dell’entità nomen. Due istanze dell’entità nomen possono avere un valore perfettamente identico per il loro attributo stringa del nomen e rimanere distinte, finché si riferiscono a istanze distinte dell’entità res, o avere valori distinti per uno o più degli altri attributi (mentre si riferiscono alla stessa istanza dell’entità res). Un nomen associa una combinazione di segni con un’istanza di un’entità sulla base di una convenzione culturale o linguistica: associando una stringa del nomen con una res, il nomen stabilisce un significato che non è inerente alla stessa stringa del nomen. A seconda del contesto d’uso, i nomen con valore identico per il loro attributo stringa del nomen possono riferirsi a istanze di diverse entità nel mondo reale anche all’interno della stessa lingua (polisemia e omonimia).Viceversa, ci si può riferire alla stessa istanza di un’entità tramite un numero qualsiasi di nomen (sinonimia): questo è ciò che avviene nel linguaggio naturale, mentre nell’ambiente controllato di un sistema informativo bibliografico si evita senz’altro la sinonimia. Il valore dell’attributo stringa del nomen di un nomen viene disambiguato in modo che ogni stringa del nomen sia associata a una sola istanza dell’entità res all’interno dello schema specifico. L’identità di un nomen è determinata dalla combinazione della res che coinvolge, dalla scelta e dall’ordine dei simboli utilizzati all’interno dell’attributo stringa del nomen e dai valori 133

di tutti gli altri suoi attributi. Variazioni nei simboli utilizzati (come la traslitterazione in un’altra scrittura) o variazioni nel loro ordine risultano usualmente in un nomen diverso. Invece, una semplice variazione nella rappresentazione visiva dei simboli presenti nel valore dell’attributo stringa del nomen (per esempio, caratteri tipografici diversi che possono essere usati per presentare stringhe di caratteri o stringhe alfanumeriche) non produce una diversa stringa del nomen. I nomen sono assegnati e associati a istanze di entità sia formalmente (come dalle agenzie bibliografiche) sia informalmente tramite l’uso comune. Quando i nomen vengono assegnati formalmente, la costruzione del valore dell’attributo stringa del nomen può seguire regole predeterminate. Il valore dell’attributo stringa del nomen può essere costituito da componenti o parti. In questo caso, il nomen corrispondente può essere considerato come derivato da due o più nomen preesistenti e questo processo di derivazione può essere governato da regole (per esempio, l’ordinamento dei punti d’accesso nome-titolo per le opere, l’ordine di citazione in uno schema di classificazione a faccette, o l’ordine di suddivisione in un sistema di intestazione per soggetto). Un nuovo nomen per una persona può essere derivato combinando un nomen preesistente per quella persona e un nomen per l’arco di tempo della vita di quella persona; allo stesso modo, un nuovo nomen per un’opera può essere derivato combinando il nomen di una persona autrice di quest’opera e il nomen preesistente per quell’opera. Qualche esempio per le diverse entità aiuta a capire. I nomen per una persona: –– ‘Agatha Christie’ come un modo di riferirsi a {la persona Dame Agatha Christie, Lady Mallowan} –– ‘Agatha Mary Clarissa Miller’ come modo di riferirsi a {la persona Dame Agatha Christie, Lady Mallowan} –– ‘Lady Mallowan’ come modo di riferirsi a {la persona Dame Agatha Christie, Lady Mallowan} –– ‘Mary Westmacott’ come modo di riferirsi a {la persona Dame Agatha Christie, Lady Mallowan} –– ‘Christie, Agatha, 1890-1976’ come modo di riferirsi a {la 134

persona Dame Agatha Christie, Lady Mallowan} [punto d’accesso preferito secondo RDA per i suoi romanzi e storie gialle] –– ‘Westmacott, Mary, 1890-1976’ come modo di riferirsi a {la persona Dame Agatha Christie, Lady Mallowan} [punto d’accesso preferito secondo RDA per i suoi romanzi] I nomen per un’organizzazione internazionale in diverse lingue: –– ‘United Nations’ come un modo per riferirsi a {l’agente collettivo delle Nazioni Unite} in inglese –– ‘Nations Unies’ come un modo per riferirsi a {l’agente collettivo delle Nazioni Unite} in francese –– ‘Nazioni Unite’ come un modo per riferirsi a {l’agente collettivo delle Nazioni Unite} in italiano –– ‘Vereinigte Nationen’ come un modo per riferirsi a {l’agente collettivo delle Nazioni Unite} in tedesco I nomen per un’opera: –– ‘Christie, Agatha, 1890-1976. Murder with mirrors’ come modo per riferirsi a {l’opera Murder with mirrors di Agatha Christie} [punto d’accesso preferito nell’authority file LC/NACO] –– ‘Christie, Agatha, 1890-1976. They do it with mirrors’ come modo per riferirsi a {l’opera They do it with mirrors di Agatha Christie} [punto d’accesso variante nell’authority file LC/NACO] I nomen per un’opera musicale: –– ‘Brahms, Johannes, 1883-1897. Quartets, violins (2), viola, cello, no. 1, op. 51, no. 1, C minor’, come un modo di riferirsi a {opera di Johannes Brahms String Quartet No. 1} [punto d’accesso preferito in base a RDA nel file d’autorità LC/NACO] –– ‘Brahms, Johannes, 1883-1897. Quartets, strings, no. 1, op. 51, no. 1, C minor’ come modo di riferirsi a {opera di Johannes Brahms String Quartet No. 1} [punto d’accesso variante nell’autorithy file LC/NACO] 135

–– ‘Schubert, Franz, 1797-1828. Sonatas, piano, D. 959 A major’, come un modo di riferirsi a {l’opera di Franz Schubert Piano Sonata D. 959} [punto d’accesso preferito secondo RDA nell’autorithy file LC/NACO] –– ‘Schubert, Franz, 1797-1828. Sonates. Piano. D 959. La majeur’, come un modo di riferirsi a {l’opera di Franz Schubert Piano Sonata D. 959} [punto d’accesso preferito nell’autorithy file della BnF] I nomen per l’arco di tempo di un giorno, il primo marzo 2015: –– ‘March 1, 2015’, come un modo per riferirsi, in inglese e nell’ambito del calendario gregoriano, all’arco di tempo trascorso tra l’ora zero del 1 marzo 2015 e mezzanotte del 1 marzo 2015 –– ‘1 marzo 2015’, come un modo per riferirsi, in italiano e nell’ambito del calendario gregoriano, all’arco di tempo trascorso tra l’ora zero del 1 marzo 2015 e mezzanotte del 1 marzo 2015 –– ‘01/03/2015’ come un modo per riferirsi, nella notazione convenzionale GG/MM/AAAA e dentro lo schema del calendario gregoriano, all’arco di tempo trascorso tra l’ora zero del 1 marzo 2015 e mezzanotte del 1 marzo 2015 –– ‘10 adar 5775’ come un modo per riferirsi, in ebraico romanizzato e nell’ambito del calendario ebraico, all’arco di tempo trascorso tra l’ora zero del 1 marzo 2015 e mezzanotte del 1 marzo 2015 –– ‘1936 Phalguna 10’ come un modo per riferirsi, in hindi traslitterato in caratteri latini e nell’ambito del calendario civile indiano, all’arco di tempo trascorso tra l’ora zero del 1 marzo 2015 e mezzanotte del 1 marzo 2015 I nomen per un soggetto: –– ‘Music’ come un modo di riferirsi alla musica in LCSH [termine valido in LCSH] –– ‘780’ come modo di riferirsi alla musica in DDC [numero di classificazione per il soggetto {music} in DDC] 136

–– ‘Musica’ come modo di riferirsi alla musica in LCGFT (Library of Congress Genre/Form Terms) [termine valido del genere in LCGFT] Nomen nella forma di identificatori: –– ‘978-0-375-50291-0’ in accordo con lo schema ISBN [ISBN per la manifestazione: Seabiscuit: an American legend / Laura Hillenbrand pubblicata nel 2001 da Random House] –– ‘0000 0001 2102 2127’ in accordo con lo schema ISNI [ISNI per l’identità {Agatha Christie}] –– ‘0000 0003 6613 0900’ in accordo con lo schema ISNI [ISNI per l’identità {Mary Westmacott}] I nomen e le nozioni di polisemia e omonimia: –– ‘Lusitania’ come un modo di riferirsi all’antica provincia romana che corrisponde all’attuale Portogallo e parte dell’attuale Spagna nella penisola iberica –– ‘Lusitania’ come un modo di riferirsi al transatlantico di lusso britannico che è stato affondato da un sottomarino tedesco nell’Atlantico il 7 maggio 1915 –– ‘Verve’ come un modo di riferirsi a {l’etichetta discografica Verve} –– ‘Verve’ come un modo di riferirsi a {il periodico Verve} –– ‘Verve’ come un modo di riferirsi alla {rock band musicale Verve} –– ‘Verve’ come un modo per fare riferimento a {la nozione di vivace eloquenza} in lingua inglese –– ‘Verve’ come un modo per fare riferimento a {la nozione di vivace eloquenza} nella lingua francese –– ‘Verve’ come un modo per fare riferimento a {la nozione di vivace eloquenza} nella lingua italiana

Attributi di nomen LRM-E9-A1 Categoria: un tipo a cui il nomen appartiene. I nomen possono essere categorizzati in base alla cosa nominata 137

(nome personale, titolo di lavoro, etc.), alla fonte in cui il nomen è attestato (titolo sul dorso, titolo corrente) e alla funzione del nomen (identificatore, punto d’accesso controllato, nota di classificazione, etc.). –– http://id.loc.gov/vocabulary/identifiers/isbna [categoria (più specificatamente, un tipo d’identificatore), formulato come un URI] –– punto d’accesso controllato [categoria, formulata in linguaggio naturale in italiano] –– titolo sul dorso [categoria, formulata in linguaggio naturale in italiano] –– titolo corrente [categoria, formulata in linguaggio naturale in italiano] –– titolo chiave [categoria, formulata in linguaggio naturale in italiano] –– pseudonimo [categoria, formulata in linguaggio naturale in italiano] –– nome da sposata [categoria, formulata in linguaggio naturale in italiano] LRM-E9-A2. Stringa del nomen: la combinazione di segni che forma una denominazione associata a un’entità tramite il nomen. Può essere formulata come una notazione in qualsiasi forma. Si è già fatto riferimento al concetto di stringa del nomen parlando dell’entità nomen. L’attributo stringa del nomen è un’aggiunta dell’ultima versione del modello per facilitare la comprensione che la natura dell’entità nomen è quella di una relazione reificata ed è distinta dalla combinazione di segni costituita dalla stringa del nomen. “La stringa può consistere di notazione o simboli di qualsiasi forma, ma una stringa di caratteri non ha significato intrinseco. Finché essa non viene realmente adoperata per riferirsi a qualcosa rimane solo una stringa, non un nomen”.79 “Comprendere la differenza fra l’entità nomen e l’attributo stringa del nomen è importante per capire come funziona vera Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 50.

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mente il modello. Normalmente, nella vita di tutti i giorni, non si presta attenzione a questa distinzione”.80 È una distinzione fondamentale perché da essa derivano almeno due conseguenze: –– una stringa arbitraria non è interessante in un sistema bibliografico finché non diventa associata a un nomen per una qualsiasi res d’interesse bibliografico. Solo le stringhe di caratteri che sono attributo di un nomen diventano oggetto d’interesse per i sistemi bibliografici. IFLA è una stringa di caratteri; diventa stringa del nomen nel momento in cui viene associata a un nomen di un’entità; inoltre, in questo specifico caso, occorre stabilire a quale agente collettivo si riferisce, International Federation of Library Associations and Institutions o International Federation of Landscape Architects. –– un nomen ha uno schema o una lingua. Una stringa, di per sé, non ha né una lingua né uno schema interni; quindi una stringa si presenta probabilmente in un alfabeto o in un sistema di scrittura identificabile, ma non può avere uno schema di traslitterazione. “Le stringhe (le sequenze di simboli alfanumerici) associate a un nomen non hanno alcun significato (o hanno un significato quantomeno ambiguo, e quindi inaccettabile in un indice) se non viene indicato anche il contesto, la regola, il linguaggio in base ai quali esse devono essere interpretate, cioè la regola di associazione tra il nomen e la sua stringa. Di conseguenza, è necessario distinguere il nomen, cioè la relazione tra una stringa e una cosa in base a una certa regola, dalla stringa del nomen. La stringa del nomen è una delle caratteristiche del nomen, ma non è l’unica”.81 Quando si pensa ai nomen e alla stringa del nomen bisogna ricordare che si fa riferimento a res, ovvero a oggetti del mondo reale che sono d’interesse nei sistemi bibliografici. Nel mondo reale, per esempio, abbiamo più persone che hanno lo stesso nome Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 50-51. Carlo Bianchini, Teoria e tecniche della catalogazione e delle classificazioni, in corso di pubblicazione con l’Editrice bibliografica. Cortesia dell’autore. 80 81

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(Paolo Rossi, John Smith, etc.), per usare un’espressione della lingua naturale. Nel modello LRM la situazione sopra enunciata si modellizza avendo diverse istanze dell’entità persona (una per ciascuna persona d’interesse nel sistema bibliografico) e ciascuna di esse è associata con un’entità nomen; le entità nomen hanno in questo caso l’attributo stringa del nomen uguale, mentre gli altri attributi del nomen possono essere diversi. Questo è ciò che viene fatto normalmente nel momento in cui si creano record d’autorità diversi per diverse persone, e così facendo rendiamo unici, per quanto possibile, i punti d’accesso autorizzati. Carlo Bianchini prosegue con una spiegazione molto chiara: “C’è una netta separazione tra il modo nel quale i nomi funzionano nella nostra vita quotidiana e in un indice. Nel linguaggio naturale se diciamo ‘il presidente della Repubblica’ o ‘Sergio Mattarella’ o semplicemente ‘Mattarella’, siamo piuttosto sicuri che il nostro interlocutore sia in grado di individuare con certezza la persona di cui stiamo parlando. Il nome ci consente, tramite una o più espressioni (‘il presidente della Repubblica’, ‘Sergio Mattarella’ o ‘Mattarella’) di indicare una stessa persona. Nella vita di tutti i giorni però, non ci rendiamo conto che il contesto in cui usiamo i nomi è estremamente importante per la loro esatta e univoca comprensione: l’espressione ‘il presidente della Repubblica’ potrebbe non essere più così chiara se il nostro interlocutore fosse un francese, per esempio, o se questa espressione l’avessimo pronunciata prima dell’elezione di Sergio Mattarella. Il linguaggio naturale consente questa elasticità perché si ipotizza che tra chi parla e chi ascolta ci sia un insieme di presupposti condivisi (la lingua, lo spazio, il tempo etc.), che consentono di rendere chiara e ‘precisa’ anche un’espressione che in realtà non lo è. L’interlocutore può pensare infatti che non specificare il nome, il tempo e lo spazio e dire semplicemente ‘Mattarella’ significhi già quel ‘Mattarella’. Queste osservazioni portano a concludere che il nome nel linguaggio comune è diverso dal nome in un indice; quest’ultimo potremmo definirlo un nomen, indicando con questo una accoppiata tra una stringa e un oggetto di riferimento in base a una certa regola o a un determinato contesto; anzi, se il contesto non è stato precisato, 140

il nomen non funziona affatto perché, come nel caso di ‘il presidente della Repubblica’ in una frase scambiata tra un italiano e un francese, non è assolutamente preciso e certo. Non solo, ma il contesto diverso consente anche che allo stesso nomen sia possibile accoppiare più espressioni ugualmente valide (per esempio, ‘ACI’, ‘Automobile Club d’Italia’ etc.). Un altro esempio dell’importanza estrema del contesto per il funzionamento del nomen sono queste due stringhe di caratteri, la prima composta da ‘D’, ‘A’, ‘R’ e ‘E’ e la seconda da ‘L’, ‘I’, ‘M’ e ‘E’. Se mettiamo vicini in sequenza i simboli alfabetici otteniamo DARE LIME cioè due ‘stringhe del nomen’, cioè un insieme di simboli alfanumerici che consente di esprimere un nomen”.82 Le due stringhe infatti possono avere significati diversi in base al contesto: la prima stringa in italiano significa cedere o restituire, in inglese osare; la seconda in italiano significa strumento per limare, in inglese calce viva. Nel caso di persone reali, è ovvio che impiegare la stessa stringa del nomen in varie assegnazioni di nomen non unifica le diverse istanze delle res in questione. Esattamente lo stesso principio si applica ai casi che per qualche motivo non sono chiari, come quelli delle identità bibliografiche. Un autore che si fa chiamare “Tintin” sul frontespizio del suo nuovo libro non diventa fisicamente il personaggio dei fumetti di Hergé nella vita reale, così come una critica letteraria del personaggio del fumetto non parla affatto di quell’autore. Due persone diverse che usano per caso pseudonimi che hanno la stessa stringa del nomen sono sempre due persone diverse. Come afferma Pat Riva, “l’essenza di un nomen è una comprensione condivisa dell’associazione di una designazione con una res, quindi la forma utilizzata da questa designazione non Carlo Bianchini, Teoria e tecniche della catalogazione e delle classificazioni, cit. 82

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è significativa; è sufficiente che ci sia un accordo su che cosa esattamente è identificato. Naturalmente, ci sono presupposti culturali per cui determinati tipi di designazione potrebbero essere scelti come nomi di luoghi, nomi di aziende, nomi personali o nomi di animali domestici. Questa conoscenza culturale è un aspetto importante della valutazione del catalogatore ed è utile nella maggior parte delle occasioni. Tali ipotesi non sono universali, tuttavia, rendono i nomi delle altre lingue difficili da interpretare e possono portare a fraintendimenti e false supposizioni. Le aspettative culturali possono essere così fortemente radicate che quando un autore sceglie uno pseudonimo che attiva un’interpretazione secondo cui il nome dovrebbe essere appropriato per un animale, siamo felici di giocare con la finzione che un animale abbia effettivamente scritto il libro. Sì, l’idea è divertente, ma non è la situazione reale. Nel modello, il nomen in questione è effettivamente associato a un’istanza dell’entità persona”.83 Le azioni nel mondo reale (come la creazione di un’opera, la pubblicazione di una manifestazione) sono realizzate da agenti veri, non dai nomen associati agli agenti. Alcuni esempi di stringa del nomen: –– La stringa di caratteri alfabetici latini “Agatha Christie” [che può apparire in un contesto dove serve a riferirsi alla persona {Agatha Christie}] –– La stringa di caratteri alfabetici latini “Il postino suona sempre due volte” [che può apparire in un contesto dove serve a riferirsi a un romanzo di James M. Cain] –– La stringa di caratteri alfabetici latini “IFLA” [che può apparire in un contesto dove serve a riferirsi all’agente collettivo {International Federation of Library Associations and Institutions}, ma può anche apparire come valore dell’attributo stringa del nomen per un diverso nomen che si riferisce a un altro agente collettivo, la {International Federation of Landscape Architects}] –– La stringa di caratteri alfabetici latini “poison”, che come mera stringa non ha una lingua, e che costituisce sia il va Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 50.

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lore dell’attributo stringa del nomen per il nome inglese ‘poison’ sia il valore dell’attributo stringa del nomen per il nomen francese ‘poison’ La stringa di caratteri alfabetici latini “Gift”, che come mera stringa non ha una lingua, e che costituisce sia il valore dell’attributo stringa del nomen per il nome inglese ‘Gift’, associato al concetto di {dono}, sia il valore dell’attributo stringa del nomen per il nomen tedesco ‘Gift’ associato al concetto di {veleno} La stringa di suoni articolati registrata sulla pagina web per la parola ‘hamlet’ (un nome comune) nella pronuncia in inglese britannico La stringa di suoni articolati registrata sulla pagina web per la parola ‘serial’ nella pronuncia in inglese britannico e la pagina web per la parola ‘cereal’ nella pronuncia in inglese britannico La stringa di cifre “20150601”, che costituisce il valore dell’attributo stringa del nomen di almeno due distinti nomen: una data normalizzata (un nomen per un arco di tempo) e un ISSN (senza il trattino centrale) (un nomen per un’opera) La stringa di cifre “300”, che costituisce il valore dell’attributo stringa del nomen di almeno cinque distinti nomen: una data non normalizzata (nomen per un arco di tempo), un titolo (nomen per un’opera), un numero della Classificazione Decimale Dewey (nomen per una res), un numero di una stanza di hotel (nomen per una res), un codice di campo MARC 21 (nomen per una res)

LRM-E9-A3. Schema: lo schema in cui il nomen è consolidato. Esso include: schemi di codifica del valore (punti d’accesso per soggetto, thesauri, sistemi di classificazione, liste di name authority, etc.) e schemi di codifica sintattica (standard per la codifica delle date, etc). 143

–– http://id.loc.gov/authorities/performanceMediums [schema di codifica del valore registrato come un URI] –– http://id.loc.gov/authorities/classification [schema di codifica del valore registrato come un URI] –– ISO 8601 [schema di codifica sintattica] LRM-E9-A4. Destinatari: una classe di utenti per cui il nomen è considerato appropriato o preferito. –– Sj [destinatari bambini, registrato con un codice usato come prefisso in tutti i punti d’accesso per soggetto per bambini della Library of Congress] –– chi [destinatari persone che parlano cinese, registrato come un codice di lingua MARC 21] LRM-E9-A5. Contesto d’uso: informazioni riguardo il/i contesto/i in cui il nomen è utilizzato dall’agente a cui ci si riferisce tramite il nomen. Include domini associati con un nomen usato da un agente. –– opere letterarie [contesto d’uso formulato in linguaggio naturale in italiano] –– opere di critica [contesto d’uso formulato in linguaggio naturale in italiano] –– opere di matematica [contesto d’uso formulato in linguaggio naturale in italiano] –– romanzi gialli [contesto d’uso formulato in linguaggio naturale in italiano] LRM-E9-A6. Fonte di riferimento: una fonte in cui compare una prova dell’uso del nomen e attesta l’esistenza di un collegamento tra una designazione e l’istanza dell’entità res che serve a identificare. Può servire a chiarire la validità e lo scopo del nomen. Fonti di riferimento a cui si riferisce questo attributo possono essere dizionari biografici, enciclopedie, etc. –– 670 ## |a Adamson, J. Groucho, Harpo, Chico, and sometimes Zeppo, [1973] [fonte di riferimento registrata in un campo MARC21; la fonte di riferimento è una pubblicazione sull’agente collettivo identificato dal nomen ‘Marx Brothers’] 144

–– 670 ## |a nuc89-22212: Her RLIN II processing for UC online catalog input, 1984 |b (hdg. on WU rept.: Coyle, Karen; usage: Karen Coyle) [fonte di riferimento registrata in un campo MARC21; la fonte di riferimento è una pubblicazione della persona identificata dal nomen ‘Coyle, Karen’] –– 810 ## $aLes clowns et la tradition clownesque / P.R. Lévy, 1991 [fonte di riferimento registrata in un campo UNIMARC; la fonte di riferimento è una pubblicazione sulla res identificata dal nomen ‘Clowns’] –– 810 ## $aOxford dictionary of national biography [fonte di riferimento registrata in un campo UNIMARC; la fonte di riferimento è un dizionario biografico] –– 810 ## $aLCSH, 1988-03[fonte di riferimento registrata in un campo UNIMARC; la fonte di riferimento è un altro schema, distinto dallo schema in cui appare il nomen] LRM-E9-A7. Lingua: la lingua in cui il nomen è attestato. L’attributo può essere interpretato come un registro di uno schema di un linguaggio naturale umano in cui un nomen può essere considerato valido; l’attributo lingua, può essere così implementato come un sottotipo dell’attributo schema. –– http://id.loc.gov/vocabulary/iso639-1/zu [lingua registrata come un URI] LRM-E9-A8. Scrittura: la scrittura in cui il nomen è registrato. L’attributo consente l’identificazione del sistema di scrittura utilizzato per fornire un’annotazione per il nomen. Con scrittura s’intende tutto il range delle convenzioni utilizzate; l’attributo non include invece aspetti incidentali quali la scelta del carattere tipografico utilizzato, la sua dimensione o il suo colore. Le scritture possono essere alfabetiche, sillabiche, ideografiche, etc., o una combinazione di questi. –– Tibetano [scrittura registrata in linguaggio naturale in italiano] –– Tibt [scrittura registrata come un codice nello standard ISO 15924] –– t [scrittura registrata come un codice usato nel formato INTERMARC] 145

LRM-E9-A9. Sistema di traslitterazione: la regola, il sistema o lo standard usato per creare un nomen derivato a partire da un altro nomen distinto, annotato in un sistema diverso di scrittura. Il valore dell’attributo può riferirsi a: traslitterazioni, convenzioni di sistemi di scrittura che possono essere invertiti, etc. –– ISO 9 [Sistema di traslitterazione dall’alfabeto cirillico all’alfabeto latino] –– Wade-Giles [Sistema di traslitterazione dal cinese all’alfabeto latino] I nomen, in ambito bibliotecario, sono stati tradizionalmente indicati con termini diversi, in base all’entità a cui ci si riferiva: si parla di nomi per persone, agenti collettivi o luoghi; di titoli per opere, espressioni e manifestazioni, di termini, descrittori, nonché di voci di soggetto e di notazioni di classificazione nel contesto dell’indicizzazione semantica. Si hanno altri tipi di nomen, quali gli identificatori. Un identificatore è un tipo di nomen inteso per avere persistenza e unicità all’interno di uno specifico dominio di applicazione: un ISBN, un ISNI, un ORCID sono esempi di identificatori per pubblicazioni di un tipo specifico o identificatori per le persone; essi consentono, appunto, di identificare in modo specifico le istanze delle diverse entità e permettono di riferirsi a esse senza ambiguità. Ciò che distingue un identificatore da altri nomen è che il valore dell’attributo stringa del nomen di un identificatore non può essere identico al valore dell’attributo stringa del nomen di qualsiasi altro nomen, all’interno di un determinato sistema (naturalmente, altri nomen, al di fuori di quel sistema potrebbero avere lo stesso valore dell’attributo stringa del nomen). Inoltre, gli identificatori sono generalmente assegnati da agenzie autorizzate secondo regole concordate e condivise: possono essere organismi internazionali, governi nazionali, agenzie bibliografiche. L’ambito di un sistema di identificazione può essere generale (per esempio, URI) o altamente specializzato (numeri di catalogo per le opere di un compositore specifico). Per esempio: 146

Mauro Guerrini CF: GRRMRA53M22M059K ORCID: http://orcid.org/0000-0002-1941-4575 ISNI: 0000 0001 1572 6304 Identificativo SBN: IT\ICCU\CFIV\013063 Lucia Sardo CF: SRDLCU72M60B300V ORCID: http://orcid.org/0000-0001-6480-759X ISNI: 0000 0000 7139 8969 Identificativo SBN: IT\ICCU\RAVV\254910 Un altro tipo di nomen presente nei sistemi informativi bibliotecari è costituito dai punti d’accesso controllati. Sono stati tradizionalmente assegnati per essere utilizzati per permettere il raggruppamento di persone, agenti collettivi, opere ed espressioni, nonché per entità aggiuntive utilizzate come oggetti della relazione ‘ha come soggetto’. I punti d’accesso controllati sono nomen costituiti secondo le regole attinenti al sistema bibliografico. Possono assumere la forma di nomi, titoli, termini, codici, etc., come specificato dalle relative regole di costruzione. In molti sistemi d’organizzazione della conoscenza, i punti d’accesso controllati possono essere designati come uno dei due sotto-tipi: a) punti d’accesso preferiti o autorizzati; b) punti d’accesso varianti. I punti d’accesso preferiti o autorizzati identificano in modo univoco un’istanza di un’entità all’interno di un catalogo o di un database e, quindi, servono anche come identificatori, mentre i punti d’accesso varianti possono essere o non essere univocamente associati (uno a uno) con un’istanza specifica di un’entità, a seconda delle norme di costruzione applicate. Nella pratica bibliotecaria corrente i record d’autorità per i nomi vengono generalmente creati per ciascun cluster di nomen significativo bibliograficamente che si riferisca alla stessa istanza 147

di un’entità e registrano sia la stringa del nomen che rappresenta la forma preferita del punto d’accesso (un nomen) sia le stringhe del nomen corrispondenti a punti d’accesso varianti o identificativi (nomen aggiuntivi); si possono registrare, inoltre, informazioni sull’istanza dell’entità. Poiché in LRM l’entità persona è limitata alle persone fisiche, la modellizzazione delle identità bibliografiche utilizza l’entità nomen e la relazione ‘ha denominazione’, che verrà analizzata in seguito.

Relazioni fra i nomen LRM-R15 NOMEN è equivalente a NOMEN È la relazione fra due nomen che sono denominazioni della stessa res. Si tratta di una scorciatoia per un percorso sviluppato per esteso: NOMEN1 è denominazione di RES + RES ha denominazione NOMEN2. “La relazione di equivalenza del nomen si può interpretare come una semplice relazione diretta (scorciatoia) per due relazioni che legano due istanze distinte del nomen alla stessa istanza di res. La relazione indica solo che i due nomen “vogliono dire”, o si riferiscono, alla stessa cosa sottostante. I nomen equivalenti possono essere di tipo completamente diverso, come un termine per un concetto in un linguaggio naturale e un numero di classificazione, o un ISSN e un titolo preferito per un’opera seriale. Naturalmente, solo perché alcuni nomen sono equivalenti non significa che possano essere intercambiabili in ogni circostanza. Ogni nomen ha un contesto d’uso stabilito. Il concetto di equivalenza serve semplicemente per registrare il riferimento condiviso dei nomen”.84 La relazione mette in relazione istanze di nomen, e non il valore dell’attributo stringa del nomen; per cui due nomen sono equivalenti anche se hanno diverse stringhe del nomen, mentre viceversa due stringhe del nomen uguali non sono equivalenti, in quanto Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 49.

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si riferiscono a nomen diversi. Per cui, “USA” è equivalente a “Stati Uniti d’America”, ma “IFLA” (‘International Federation of Library Associations and Institutions’ [IFLA nomen1]) non è equivalente a “IFLA” (‘International Federation of Landscape Architects’ [IFLA nomen2]). Inoltre, i nomen connessi con questa relazione sono funzionalmente equivalenti nel significato (assegnato alla stessa res), ma poiché conservano i propri valori in alcuni attributi (per esempio, schema, linguaggio o contesto di utilizzo) non sono interscambiabili per quanto riguarda l’uso. –– “Анна Павловна (Матвеевна) Павлова” è equivalente a “Anna Pavlovna (Matveyevna) Pavlova” –– “Bill Clinton” è equivalente a “William Jefferson Clinton” –– “Ugo Foscolo” è equivalente a “Niccolò Ugo Foscolo” –– “Norma Jeane Mortenson” è equivalente a “Marilyn Monroe” [come nomen per la persona] –– “τά βιβλίά” è equivalente a “La Bibbia” –– ‘Schubert, Franz, 1797-1828. Sonatas, piano, D. 959, A major’ è equivalente a ‘Schubert, Franz, 1797-1828. Sonates. Piano. D 959. La majeur’ [il punto d’accesso preferito secondo RDA per un’agenzia catalografica di lingua inglese rappresenta la stessa opera musicale del punto d’accesso preferito stabilito per un’agenzia catalografica di lingua francese] –– ‘Santa Claus’ è equivalente a ‘Saint Nick’ –– ‘Music’ è equivalente a ‘780’ [il numero di classificazione ‘780’ è un numero valido nella Classificazione Decimale Dewey che rappresenta lo stesso concetto del termine ‘Music’ assegnato nella Library of Congress Subject Headings] –– ‘Christie, Agatha, 1890-1976’ è equivalente a ‘0000 0001 2102 2127’ [ISNI per l’identità pubblica {Agatha Christie}, distinta dall’identità pubblica {Mary Westmacott}] –– ‘International Federation of Library Associations and Institutions’ è equivalente a ‘IFLA’ [IFLA nomen1] –– ‘International Federation of Landscape Architects’ è equivalente a ‘IFLA’ [IFLA nomen2, una distinta istanza dell’entità nomen da IFLA nomen1; IFLA nomen2 non è equivalente a IFLA nomen1] 149

LRM-R16 NOMEN ha parte (è parte di) NOMEN La relazione indica che un nomen è costruito usando come componente un altro nomen. La relazione intero-parte per i nomen è essenziale per trattare gli attributi di parti di nomen composti usando nomen preesistenti, poiché certi attributi come il linguaggio possono differire fra le parti di un nomen composto. –– “Shakespeare” è parte di “William Shakespeare” –– “Morbillo” è parte di “Morbillo/epidemiologia” –– “La dodicesima notte o quel che volete” ha parte “La dodicesima notte” –– “Schubert Franz, 1797-1828. Sonata per piano, D.959, La maggiore” ha parte “Schubert Franz, 1797-1828” –– “Italia. Ministero degli affari esteri” ha parte “Italia” –– “1830-1886” è parte di “Dickinson, Emily, 1830-1886” LRM-R17 NOMEN è derivazione di (ha derivazione) NOMEN La relazione mostra che un nomen è stato usato come base per un altro nomen e che entrambi sono denominazione della stessa res. Un nomen può derivare da un altro in conseguenza delle modifiche formali usate nella notazione (come la traslitterazione) o delle convenzioni culturali o linguistiche (creazione di forme abbreviate o ridotte o varianti) –– “USA” è derivazione di “United States of America” –– “Анна Павловна (Матвеевна) Павлова” ha derivazione “Anna Pavlovna (Matveyevna) Pavlova” –– “Bill Clinton” è derivazione di “William Jefferson Clinton” –– “Ugo Foscolo” è derivazione di “Niccolò Ugo Foscolo” –– “Schubert Franz, 1797-1828. Sonata per piano, D.959, La maggiore” è derivazione di “Sonata in La maggiore op. postuma, D. 959” Le relazioni tutto/parte e di derivazione riguardano la costruzione del nomen. La relazione di derivazione s’applica fra due nomen per la stessa res, mentre la relazione tutto/parte im150

plicherà costruzioni che creano un nomen per una res tramite nomen per res diverse. Le relazioni sopra descritte coprono tutte le relazioni specifiche elencate nel modello FRAD e hanno origine da FRAD o FRSAD. Luogo (LRM-E10). Una determinata estensione di spazio. L’entità luogo, in quanto rilevante in un contesto bibliografico, è una costruzione culturale, è l’identificazione umana di un’area geografica o di un’estensione di spazio. I luoghi sono di solito identificati tramite un oggetto fisico (una caratteristica geografica o un oggetto creato dall’uomo), o per la loro rilevanza in riferimento a un particolare agente (entità geopolitiche come i paesi, le città), o come sede di un evento. Il luogo come estensione di spazio è distinto da qualsiasi organo amministrativo che eserciti una giurisdizione su quel territorio. Il governo responsabile di un territorio è un agente collettivo. I luoghi possono essere contemporanei o storici, sulla Terra o extraterrestri. I luoghi immaginari, leggendari o fittizi non sono istanze dell’entità luogo. Un luogo può avere confini sfumati. I confini di un luogo possono cambiare nel tempo (per esempio, una città che assorbe i sobborghi adiacenti; una nazione che cede o acquisisce un territorio limitrofo) senza cambiare l’identità del luogo per quel che concerne le finalità bibliografiche. Dal momento che può essere un sistema di riferimento mutevole, l’entità luogo non è identificata in modo necessario dalle sue sole coordinate geo-spaziali. Esempi di luogo: –– {Lutèce} –– {Clonmacnoise} [area in cui le rovine del monastero distrutto di Clonmacnoise sono ancora visibili] –– {Greenland} –– {Italia} –– {Africa} –– {St. Lawrence River} –– {Lake Huron} –– {Mars} 151

Attributi di luogo LRM-E10-A1. Categoria: un tipo a cui il luogo appartiene (una città, un paese, un continente). –– città [categoria formulata in linguaggio naturale in italiano] –– paese [categoria formulata in linguaggio naturale in italiano] –– continente [categoria formulata in linguaggio naturale in italiano] LRM-E10-A2. Localizzazione: una delimitazione del territorio fisico del luogo. Il livello di precisione dell’attributo può variare a seconda del contesto: –– 123 ## $dE1444300 $eE1482200 $fS0403900 $gS0433900 [località registrata come codice in un campo UNIMARC] Arco di tempo (LRM-E11). Un’estensione temporale con un inizio, una fine e una durata. Un arco di tempo è un periodo di tempo che può essere identificato specificando il suo inizio e la sua fine. La durata risultante può essere associata ad azioni o eventi verificatisi durante quel periodo di tempo. Anche un arco di tempo molto preciso ha una durata misurabile, per quanto possa essere breve. Nelle implementazioni bibliotecarie, le istanze dell’arco di tempo considerate utili nei dati bibliografici o d’autorità sono spesso formulate in anni (anno di nascita di una persona, anno di morte di una persona, anno di cessazione di un ente, anno di pubblicazione di una manifestazione), anche se l’evento associato è avvenuto solo durante una parte dell’anno. Le informazioni disponibili al catalogatore si rifletteranno nel grado di precisione utilizzato per la registrazione dell’arco di tempo identificato. Il ‘XIV secolo’ può essere sufficientemente preciso nel registrare l’inizio del Rinascimento, mentre un decennio può essere più appropriato quando individua l’inizio di uno stile musicale. Le date servono come denominazioni o nomen per arco di tempo in calendari o sistemi di misurazione del tempo differen152

ti. Gli archi di tempo possono essere indicati anche da termini più generali, come le età, le ere geologiche, le epoche: –– {L’arco di tempo che ha inizio dal 1 gennaio 2015, che termina il 31 dicembre 2015 e che ha una durata di un anno} [può essere formulato come ‘2015 A.D.’ (usando Anno Domini) o come ‘2015 CE’ (usando Common Era, era comune)} –– {2015-03-01} [durata di una giornata formulata in Calendario gregoriano in formato AAAA-MM-GG] –– {20120808094025.0} [arco di tempo di un decimo di secondo formulata in formato AAAAMMGGOOMMSS.S] –– {Ventesimo Secolo} –– {Periodo Ordoviciano} [arco di tempo da 488,3 a 443,7 milioni di anni fa] –– {488,3 milioni di anni fa} [arco di tempo dall’inizio del periodo Ordoviciano] –– {Dinastia Ming} –– {Età del bronzo} [designa un arco di tempo anche se il tempo esatto varierà a seconda della località] –– {Secolo dei Lumi}

Attributi di arco di tempo LRM-E11-A1. Inizio: un valore per l’istante in cui l’arco di tempo è iniziato, formulato in un modo preciso in un sistema esterno autorevole per permettere il posizionamento temporale di eventi. Il livello di precisione dell’attributo può variare a seconda del contesto: –– 19850412T101530 [inizio formulato in base allo standard ISO 8601] –– 488,3 milioni di anni fa [inizio del periodo Ordoviciano, un periodo geologico] LRM-E11-A2. Fine: un valore per l’istante in cui l’arco di tempo è finito, formulato in un modo preciso in un sistema esterno autorevole per permettere il posizionamento temporale di eventi. Il livello di precisione dell’attributo varia a seconda del contesto: 153

–– 19860513T112536 [fine formulata in base allo standard ISO 8601] –– 443,7 milioni di anni fa [fine del periodo Ordoviciano, un periodo geologico]

Relazioni per luogo e arco di tempo LRM-R33 RES ha associazione con (è associato con) LUOGO La relazione collega qualunque entità con una data estensione di spazio. La relazione, in base al tipo d’implementazione che si vuole realizzare, potrà essere oggetto di specifiche che esplicitino la natura dell’associazione. Per esempio, un’opera può essere associata con il luogo in cui è stata creata, una persona con il luogo di nascita o di residenza, una manifestazione con il luogo di pubblicazione e un item con l’istituto in cui è conservato, con livelli di specificità e di dettaglio che si rendono necessari o si ritengono utili. –– Emily Dickinson ha associazione con Amherst, Mass. [la città dov’è nata] –– Mondadori ha associazione con Milano [la città dove ha sede l’editore] –– Via col vento ha associazione con Atlanta, Georgia [la città che ha dato l’ambientazione alla narrazione] LRM-R34 LUOGO ha parte (è parte di) LUOGO È la relazione fra due luoghi dove uno è una componente dell’altro. –– La California è parte degli Stati Uniti d’America –– Le Dolomiti sono parte delle Alpi –– La Garfagnana è parte della Toscana LRM-R35 RES ha associazione con (è associato con) ARCO DI TEMPO La relazione collega qualsiasi entità con un arco di tempo. Come nel caso dell’associazione con un luogo, diverse implementazioni potranno specificare la natura dell’associazione: per esempio, il periodo di realizzazione di un’espressione, il perio154

do di proprietà di un item, la data di nascita di una persona, il periodo di validità di un nomen per una determinata res. –– La pubblicazione del 1998 di La concessione del telefono di Andrea Camilleri ha associazione con 1998 –– La società Phi Beta Kappa ha associazione con il 5 dicembre 1776, quando è stata fondata –– Il termine ‘Happening (Art)’ ha associazione con la data/ periodo 20151205060018.0, quando questo termine divenne l’intestazione valida per la LCSH in seguito all’aggiornamento del record d’autorità corrispondente, sostituendo il termine ‘Happening (Art)’ –– Alessandro Manzoni ha associazione con l’arco di tempo che va dal 1785 al 1873 –– La registrazione dal vivo della canzone Communication Breakdown dei Led Zeppelin a Parigi all’Olympia il 10 ottobre 1969 ha associazione con l’arco di tempo del 10 ottobre 1969 LRM-R36 ARCO DI TEMPO ha parte (fa parte di) ARCO DI TEMPO Si tratta della relazione che lega due archi di tempo, dove uno è una componente dell’altro. –– Il 1930 è parte del XX secolo

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156   FRAD Opera: creazione intellettuale o artistica distinta (cioè il contenuto intellettuale o artistico) [FRBR, come modificato nel Glossario dell’ICP] Espressione: realizzazione intellettuale o artistica di un’opera sotto forma alfanumerica, musicale o di notazione coreografica, o sotto forma di suono, di immagine fissa, di oggetto, di immagine in movimento, etc., o di una qualsiasi combinazione di queste forme [FRBR] Manifestazione: materializzazione fisica dell’espressione di un’opera [FRBR, modificato] Item [nella traduzione italiana “esemplare”]: singolo esemplare di una manifestazione [FRBR]  

Entità

FRBR

Opera: una creazione intellettuale o artistica ben distinta

Espressione: la realizzazione artistica o intellettuale di un’opera in forma alfanumerica, musicale o di notazione coreografica, sonora, di immagine, di oggetto, in movimento, etc. o in una combinazione di tali forme

Manifestazione: la materializzazione fisica dell’espressione di un’opera

Item [nella traduzione italiana “documento”]: un singolo esemplare di una manifestazione

 

 

 

Nuova

Mantenuta

Mantenuta

Mantenuta

 

 

Mantenuta

RISULTATO

 

Opera: come in FRBR

FRSAD

 

Agente

Item

Manifestazione

Espressione

Opera

LRM

 

157

  FRAD Persona: individuo, persona o identità stabilita o adottata da un individuo o da un gruppo [FRBR, modificato]   Famiglia: due o più persone legate per nascita, matrimonio, adozione, stato civile o ogni altra condizione legale dello stesso ordine, o che, altrimenti, presentino sé stessi come una famiglia Ente: organizzazione o gruppo di individui e/o di organizzazioni identificati da un nome specifico, che agiscono come un’unità [FRBR, modificato]  

Concetto: nozione astratta o idea [FRBR]

Entità

FRBR

Persona: un individuo

 

 

Ente: un’organizzazione o gruppo di individui e/o di organizzazioni che agiscono come un’unità

 

Concetto: una nozione astratta o un’idea

 

Thema: qualsiasi entità usata come soggetto di un’opera

Dismessa

Generalizzato

Dismessa: può essere usata come sottoclasse di agente collettivo

Dismessa: può essere usata come sottoclasse di agente collettivo

 

 

Nuova

Mantenuta (come in FRBR)

RISULTATO

 

 

 

FRSAD

 

 

Res

 

 

Agente collettivo

Persona

LRM

 

158 Oggetto: cosa materiale [FRBR]   Evento: azione o avvenimento [FRBR] Luogo: località [FRBR]   Nome: un carattere o un gruppo di parole e/o caratteri attraverso i quali un’entità è conosciuta nel mondo reale [FRBR, modificato]

Oggetto: una cosa materiale

Evento: un’azione o avvenimento

Luogo: una località

 

 

Nomen: qualsiasi segno o sequenza di segni (caratteri alfanumerici, simboli, suono, etc.) con i quali un thema è conosciuto o mediante i quali si fa riferimento a un thema

 

 

 

FRSAD

FRAD

FRBR

 

 

Entità

Arco di tempo Nomen

Fusa

Luogo

 

 

LRM

 

Nuova

Ridefinito

Dismessa

Dismessa

RISULTATO

 

159

  FRAD Identificatore: numero, codice, parola, frase, logo, stemma, etc., associato ad un’entità e che serve a differenziare quell’entità da ogni altra entità all’interno del campo nel quale l’identificatore è stato attribuito. Un identificatore può consistere in una stringa identificativa (cioè, una sequenza di caratteri numerici e/o alfabetici assegnati a un’entità, che servono da identificatore univoco all’interno del dominio nel quale l’identificatore è stato attribuito), e un prefisso e/o un suffisso (un carattere o serie di caratteri, numerici e/o alfabetici, che compaiono prima o dopo una stringa identificativa) Punto d’accesso controllato: Nome, termine, codice, etc. sotto il quale si può trovare una registrazione bibliografica o di autorità, o un rinvio [GARR, modificate]

Entità

FRBR

 

 

RISULTATO Dismessa: può essere usata come sottoclasse di nomen

Dismessa: può essere usata come sottoclasse di nomen

 

 

 

FRSAD

 

 

 

LRM

 

160 Regole: insieme di istruzioni relative alla formulazione e/o alla registrazione dei punti di accesso controllati (forme autorizzate, forme varianti o rinvii, etc.) Agenzia: organismo responsabile della creazione e della correzione dei punti di accesso. L’agenzia è responsabile dell’applicazione e dell’interpretazione delle regole dalla stessa create e/o utilizzate. L’agenzia può anche essere responsabile della creazione e del mantenimento degli identificatori all’interno del suo dominio.

 

 

Vedi Transition Mappings, cit., p. 9-13.

85

FRAD

FRBR

Non pertinente:   qualsiasi agente può svolgere questo ruolo per alcuni nomen

 

 

Non pertinente

 

LRM

 

RISULTATO

 

FRSAD

 

Figura 23: tabella riassuntiva delle entità dei modelli della famiglia FR e di LRM85

 

Entità

Altre relazioni Oltre alle relazioni elencate e analizzate per ciascuna entità di riferimento, LRM presenta altre relazioni fondamentali per la modellizzazione dell’universo bibliografico che possono essere categorizzate nelle seguenti tipologie: –– relazioni di base; –– relazioni di responsabilità; –– relazioni di soggetto; –– relazioni di denominazione.

Relazioni di base IFLA LRM prevede relazioni di base fra opera, espressione, manifestazione e item, uguali a quelle definite per la prima volta in FRBR. Costituiscono l’ossatura del modello. LRM-R2 OPERA è realizzata nell’ (realizza) ESPRESSIONE La relazione collega un’opera con tutte le espressioni i cui segni trasmettono il medesimo contenuto intellettuale o artistico. Questa connessione logica tra l’opera e l’espressione o le espressioni che la realizzano serve per: –– identificare l’opera rappresentata da una singola espressione; –– garantire che tutte le espressioni di un’opera siano collegate all’opera; e, indirettamente: –– mettere in relazione fra loro tutte le espressioni della stessa opera. Si tratta di una relazione uno a molti: un’opera si realizza in una o più espressioni, ma un’espressione realizza una sola opera. –– L’opera conosciuta come Eine kleine Nachtmusik è realizzata tramite la notazione musicale trovata nelle edizioni Eine kleine Nachtmusik del 1989 di Bärenreiter, ISBN 161

3-370-00301-5 e della VEB Deutscher Verlag für Musik, ISBN 3-370-00301-5, nonché nell’edizione non datata di Breitkopf & Härtel, plate number 4956 LRM-R3 ESPRESSIONE è materializzata nella (materializza) MANIFESTAZIONE La relazione collega un’espressione con una manifestazione in cui appare l’espressione. Si tratta di una relazione molti a molti: una manifestazione può materializzare una o più espressioni e qualunque espressione può materializzarsi in una o più manifestazioni. Inoltre, più manifestazioni possono materializzare la stessa espressione. La connessione logica tra espressione e manifestazione serve per: –– identificare l’espressione o le espressioni di una o più opere materializzate in una manifestazione; –– garantire che tutte le manifestazioni della medesima espressione siano ricollegate a quell’espressione. Esempio: –– La notazione musicale dell’arrangiamento per pianoforte di Hans Günter Heumann’s di Eine kleine Nachtmusik di Mozart è materializzata nella pubblicazione del 1996 di Henry Lemoine identificata dal numero di lastra 26336HL LRM-R4 MANIFESTAZIONE è esemplificata dal (esemplifica un) ITEM La relazione collega una manifestazione con qualsiasi item che rifletta le caratteristiche di quella manifestazione. Si tratta di una relazione uno a molti: una manifestazione può essere esemplificata da uno o più item; ma un item può esemplificare una sola manifestazione. La connessione logica serve come base per: –– identificare la manifestazione esemplificata da un item individuale; –– garantire che tutti gli item della medesima manifestazione siano collegati a quella manifestazione; 162

e, indirettamente per: –– stabilire una relazione tra i vari item di una manifestazione. Esempio: –– La pubblicazione di Laterza del 2010 della Critica della ragion pura di Kant è esemplificata dall’esemplare posseduto dalla Biblioteca nazionale centrale di Firenze, con collocazione GEN B25 03052

Figura 24: relazioni fra opera, espressione, manifestazione e item

Relazioni di responsabilità Le relazioni di responsabilità previste sono: LRM-R5 OPERA è stata creata da (ha creato) AGENTE È la relazione che collega un’opera a un agente responsabile per la creazione del contenuto intellettuale o artistico. 163

La relazione serve per identificare uno o più agenti responsabili di un’opera e per garantire che tutte le opere di un agente siano ricondotte e collegate a quell’agente. Si tratta di una relazione che tradizionalmente ha caratterizzato l’organizzazione dei cataloghi e che è fondamentale nei sistemi bibliografici. –– L’opera letteraria conosciuta come I promessi sposi è stata creata da Alessandro Manzoni –– L’opera musicale conosciuta come Eine kleine Nachtmusik è stata creata da Wolfgang Amadeus Mozart –– L’opera musicale conosciuta come Communication Breakdown è stata creata da Page, Jones and Bonham (membri del gruppo musicale Led Zeppelin) LRM-R6 ESPRESSIONE è stata creata da (ha creato) AGENTE La relazione collega un’espressione a un agente responsabile per la realizzazione di un’opera. Si tratta di una relazione che si applica a tutte le espressioni dell’opera; la differenza fra questa relazione e quella precedente è chiara: mentre un agente responsabile per il contenuto artistico o intellettuale di un’opera è responsabile per la concezione dell’opera come entità astratta, un agente responsabile per l’espressione di un’opera è responsabile per le specifiche della realizzazione intellettuale o artistica o dell’esecuzione dell’espressione. Con questa relazione si vuole identificare l’agente responsabile di una particolare espressione e si vuole al contempo garantire che tutte le espressioni realizzate da un agente siano collegate all’agente stesso. –– Anna Nadotti ha creato il testo italiano intitolato Digiunare, traduzione italiana di Fasting, feasting di Anita Desai –– L’Orchestra del Teatro alla Scala, diretta da Gianandrea Gavazzeni, ha creato l’espressione interpretata de I Lombardi alla Prima Crociata di Giuseppe Verdi –– Matthew Cameron ha creato la notazione musicale dell’arrangiamento per piano della Eine kleine Nachtmusik di Mozart pubblicata originariamente nel 2006 ed eseguita per la prima volta da Cyprien Katsaris 164

–– Il gruppo musicale Led Zeppelin ha creato l’espressione interpretata dell’opera musicale conosciuta come Communication Breakdown uscita nel 1969 nel loro album omonimo Led Zeppelin con l’etichetta Atlantic, numero di catalogo 588171 LRM-R7 MANIFESTAZIONE è stata creata da (ha creato) AGENTE La relazione collega una manifestazione a un agente responsabile per la creazione della manifestazione. La nozione di creazione di una manifestazione riguarda in linea di massima il processo di pubblicazione per le manifestazioni (per esempio, la pubblicazione di un libro da parte di un editore, o la produzione di un CD da parte di una casa discografica). La relazione consente d’identificare l’agente responsabile della creazione della manifestazione e di collegare a un agente tutte le manifestazioni da lui create. –– Brill ha creato la pubblicazione del 2014 dell’edizione critica dell’opera letteraria di Muḥsin Mahdī’s conosciuta come Le mille e una notte –– Laterza ha creato la pubblicazione del 2010 della Critica della ragion pura di Kant –– Streamline Records ha creato la pubblicazione della registrazione sonora di Lady Gaga intitolata Poker face: remixes, UPC/EAN 602517965393 LRM-R8 MANIFESTAZIONE è stata prodotta da (ha prodotto) AGENTE La relazione collega una manifestazione a un agente responsabile per la fabbricazione, produzione o manifattura degli item di quella manifestazione La manifestazione potrebbe essere confezionata o prodotta tramite processi industriali o metodi artigianali (per esempio, la tipografia che ha prodotto gli item di un libro). –– La pubblicazione del 1994 di Einaudi del Don Chisciotte della Mancia è stata confezionata dalla tipografia denominata G. Canale & C. 165

–– Il monastero di Lindisfarne ha confezionato il manoscritto conosciuto come i Lindisfarne Gospels LRM-R9 MANIFESTAZIONE è distribuita da (distribuisce) AGENTE La relazione collega una manifestazione a un agente responsabile di rendere disponibili gli item di quella manifestazione. Gli item posso essere resi disponibili tramite i tradizionali processi di distribuzione per gli item fisici, o rendendo gli item elettronici disponibili per il download, lo streaming, etc. –– La pubblicazione del 2001 di A Society Without Fathers or Husbands: the Na of China di Cai Hua, pubblicata da Zone Books (New York), è distribuita da the MIT Press (Cambridge, Mass.) –– Rai Radio 3 distribuisce gli episodi dello show radiofonico L’isola deserta rendendo i file disponibili per il download all’indirizzo https://www.raiplayradio.it/programmi/lisoladeserta/archivio/puntate/ LRM-R10 ITEM è posseduto da (possiede) AGENTE La relazione collega un item a un agente che è, o è stato, il proprietario o il custode di quell’item. La relazione ha lo scopo d’identificare un agente che ha posseduto o custodito un item specifico e di collegare tutti gli item posseduti o custoditi da un agente a quell’agente. –– L’esemplare con segnatura di collocazione VMA-991(2,26) della pubblicazione di Bärenreiter del 1989 con un facsimile del manoscritto autografo di Mozart dell’opera conosciuta come Eine kleine Nachtmusik è posseduto dal Dipartimento di Musica della Bibliothèque nationale de France –– L’esemplare VM2-457 della pubblicazione di Le Clerc del 1765 di L’indovino del villaggio di Jean-Jacques Rousseau è posseduto da Maria Antonietta –– La Bibliothèque nationale de France possiede l’item digitale dell’ebook Pop Culture di Richard Memeteau, pubblicato da Zones nel 2014 e distribuita da Editis in formato EPUB2, ISBN 978-2-35522-085-2, ricevuto tramite 166

deposito legale il 1 febbraio 2016 al quale è stato assegnato il numero di deposito legale DLN-20160201-6. Nel catalogo, questo item è identificato con un numero unico: LNUM20553886 LRM-R11 ITEM è stato modificato da (ha modificato) AGENTE La relazione collega un item a un agente che ha fatto cambiamenti a questo particolare item senza creare una nuova manifestazione. Esempi della relazione possono essere l’aggiunta di annotazioni, l’aggiunta di un ex-libris, la rimozione di pagine, la rilegatura, il restauro. –– Il manoscritto autografo de La nausea di Jean-Paul Sartre è stato modificato dalla rilegatrice Monique Mathieu

Figura 25: relazioni di responsabilità

167

Relazioni di soggetto LRM-R12 OPERA ha come soggetto (è soggetto di) RES La relazione collega un’opera al/i suo/i argomento/i. La connessione logica tra un’opera e la relativa entità soggetto serve come base sia per identificare il soggetto di una particolare opera sia per garantire che tutte le opere relative a un soggetto siano collegate a quel soggetto. –– {buchi neri} è soggetto di Una breve storia del tempo di Stephen Hawking –– The life and times of Miss Jane Marple di Anne Hart ha come soggetto {Miss Jane Marple, personaggio di numeIFLA LRM (2017-12) rosi romanzi e racconti di Agatha Christie} [un’opera di critica letteraria] Figure 5.3 Subject Relationship OPERA

ha come soggetto è soggetto di

RES

re

Figura 26: relazioni di soggetto ha denominazione

86 è denominazione di Relazioni di denominazione

RES

ha parte

NOMEN

LRM-R13 RES ha denominazione (è denominazione di) NOMEN La relazione collega un’entità con un segno o combinazione di segni o simboli tramite i quali ci si riferisce a quell’entità all’interno di uno schema o un contesto. Il nomen è l’associazione tra qualcosa e un designatore che si riferisce a esso; ciascun nomen è, pertanto, associato unicamenteRelationship con unaLRM-R13 res in un determinato is depicted in Figure schema. 5.4. This relationship links a res to its nomens. Any res (and by extension anydiother entity,relazione as all entities èare1subclasses of the la entity res) may be known Laso cardinalità questa a M (cioè, relazioby one or more nomens. Each nomen is the appellation of a single res. (For the application of this ne ‘ha denominazione’ uno-a-molti). Ciòseesignifica che una resLRM-R16, relationship to the modelling ofèbibliographic identities, section 5.5.) Relationship può molti nomen, nomen è la denominazione di whichavere states that nomens may have ma partsun which are themselves nomens, is also illustrated. 86 5.5 LRM-R15-LRM-R17 sono state presentate nella parte relativa Figure Relationships among Agents all’entità nomen.

168

AGENT

una singola res. Se due nomen hanno lo stesso valore per l’attributo stringa del nomen, ciò non significa che siano la stessa istanza associata con più istanze di res. Le istanze di tutte le entità possono avere più relazioni ‘ha denominazione’ per diversi nomen. I diversi nomen per la stessa istanza di un’entità probabilmente si differenziano nei valori tenuti per uno o più attributi del nomen (per esempio, lingua, sistema di scrittura, schema, etc.). In particolare, le persone (definite come: un essere umano individuale) possono avere più nomen; inoltre, l’uso di ciascun nomen può essere condizionato da molti fattori, tra cui la preferenza per alcuni nomen in contesti specifici. L’attributo contesto d’uso di un nomen viene utilizzato per registrare gli aspetti di questo contesto ritenuti rilevanti, per esempio, per distinguere tra identità bibliografiche riconosciute come distinte in un particolare ambiente bibliografico. Il contesto rilevante può essere semplice da descrivere in modo esplicito o può essere dedotto da più caratteristiche. In una situazione semplice, il contesto d’uso può mettere in relazione un nomen (o i nomen) come quello usato da una persona quando pubblica opere letterarie, mentre un altro insieme di nomen può essere identificato come quello utilizzato dalla stessa persona quando pubblica opere scientifiche. In un caso più complesso, il contesto d’uso potrebbe essere necessario per distinguere tra i nomen usati da una persona per scrivere una serie di romanzi su un mondo immaginario e gli altri nomen utilizzati da quella persona quando scrive un’altra serie di romanzi su un diverso mondo immaginario. La relazione serve anche per modellizzare le identità bibliografiche: in LRM, un’identità bibliografica è un insieme di nomen utilizzati da una persona nello stesso contesto o contesti bibliograficamente significativi. Quali tipi di differenze nel contesto d’uso innescano il riconoscimento e la conseguente gestione specifica di identità bibliografiche distinte dipendono dalle regole di catalogazione o dal sistema di organizzazione della conoscenza. Per esempio, più pseudonimi per la stessa persona possono richiedere più punti d’accesso preferiti nelle 169

regole di catalogazione, ma solo un singolo numero di classificazione. Secondo alcune regole di catalogazione correnti, i record d’autorità per i nomi vengono creati per ciascun insieme distinto e bibliograficamente significativo di nomen o identità e l’informazione sull’istanza di un’entità riferita tramite i nomen è generalmente registrata nei record d’autorità. Quando molteplici insiemi distinti di nomen sono noti per essere correlati alla stessa istanza di base di un’entità, la pratica corrente può consentire di collegare i record d’autorità per quegli insiemi che sono nello stesso authority file. Le identità bibliografiche formate dagli insiemi di nomen sono un tipo di res e hanno persistenza purché si assegnino loro nomen, così come l’International Standard Name Identifier (ISNI), che è un nomen (di tipo d’identificatore) assegnato alle identità pubbliche. Un ISNI, un punto d’accesso preferito e diversi punti d’accesso varianti possono essere tutti nomen della stessa identità bibliografica e, quindi, sono nomen equivalenti per l’identità (res). Facciamo un esempio. Una persona reale può usare (o essere conosciuta con) due distinti insiemi di nomen in diversi contesti di uso; ognuno di questi insiemi comprende tre nomen. Poiché questa differenza nel contesto d’uso è significativa nel particolare codice di catalogazione, all’interno di ciascun insieme le regole hanno designato un nomen come punto d’accesso preferito e l’altro punto d’accesso come variante. Ogni insieme può essere registrato in un record d’autorità; i due record possono essere collegati per esprimere la loro relazione con la stessa persona. Persona 1: Nomen 1: Contesto (letteratura poliziesca), Categoria (forma preferita del punto d’accesso) Nomen 2: Contesto (letteratura poliziesca), Categoria (forma variante del punto d’accesso) Nomen 3: Contesto (letteratura poliziesca), Categoria (identificatore di tipo ISNI) 170

Nomen 4: Contesto (romanzi rosa), Categoria (forma preferita del punto d’accesso) Nomen 5: Contesto (romanzi rosa), Categoria (forma variante del punto d’accesso) Nomen 6: Contesto (romanzi rosa), Categoria (identificatore di tipo ISNI) In alcune situazioni, il catalogatore potrebbe non sapere se un insieme di nomen è utilizzato dalla stessa persona, così come un altro insieme distinto di nomen. Inoltre, il catalogatore potrebbe non sapere (e non ha bisogno di sapere) se uno di questi nomen è una forma del nome anagrafico della persona. L’inconsapevolezza significa che potrebbe non essere possibile registrare l’insieme completo di relazioni possibili tra questi insiemi di nomen, ma ciò non influenza l’accesso alle risorse. In alcuni casi, tutto quello che il catalogatore può sapere con certezza è che un nomen appare in una dichiarazione di manifestazione che attribuisce la responsabilità di un certo aspetto di un’opera o di un’espressione. La formulazione della dichiarazione può essere coerente con l’ipotesi che l’agente sia una persona, o potrebbe dare un’altra impressione. La conoscenza del catalogatore porterà alla conclusione che, poiché esiste un’espressione di un’opera, allora un agente (o diversi agenti) è stato responsabile della sua creazione, indipendentemente dalla disponibilità di informazioni su tali agenti. In ogni implementazione, le regole di catalogazione hanno bisogno di rendere operativa la gestione delle persone e dei loro insiemi di nomen. Generalmente, le regole fanno l’ipotesi predefinita che ogni insieme di nomen utilizzato in un coerente contesto d’uso sia denominazione di una singola persona e, quindi, prevedono l’aggiunta di appropriate relazioni tra le identità bibliografiche quando non si presenti questo caso. Gli altri casi includono l’uso in diversi contesti di molteplici identità bibliografiche da parte della stessa persona (nome reale e pseudonimo o pseudonimi multipli). Al contrario, un singolo insieme di nomen, formulato secondo un modello che culturalmente è associato a singole persone, potrebbe identificare un agente collettivo costituito da più persone (pseudonimi collettivi). 171

–– {l’autore di una delle più antiche grammatiche note di Sanscrito, conosciuta come Ashtadhyayi} ha denominazione ‘Pāṇini’ –– {il concetto di infinito} ha denominazione ‘∞’ IFLA LRM (2017-12) –– {buchi neri} ha denominazione ‘trous noirs’ –– {buchi neri} ha denominazione ‘črne luknje’ Figure Subjectneri} Relationship –– 5.3 {buchi ha denominazione ‘黑洞’ –– {International Federation of Library Associations and Inha come soggetto stitutions} ha denominazione è soggetto di ‘IFLA’ [IFLA nomen1] –– OPERA {International Federation of LandscapeRES Architects} ha denominazione ‘IFLA’ [IFLA nomen2, un’istanza distinta dell’entità nomen da IFLA nomen1] re

RES

ha denominazione è denominazione di

ha parte

NOMEN

Figura 27: relazioni di denominazione

LRM-R14 AGENTE ha attribuito (è attribuito da) NOMEN La relazione collega un agente con un particolare nomen asRelationship LRM-R13 is depicted in Figure 5.4. This relationship links a res to its nomens. Any res segnato una res questo (and so by a extension anyda other entity, asagente. all entities are subclasses of the entity res) may be known by one or more nomens. Each nomen is the appellationnel of acontesto single res. (For the application of this “Questa relazione è importante delle biblioterelationship to the modelling of bibliographic identities, see section 5.5.) Relationship LRM-R16, che, particolarmente per gli identificatori, i numeri di classificawhich states that nomens may have parts which are themselves nomens, is also illustrated. zione e i punti d’accesso controllati, perché è un modo per registrare che ha la responsabilità formale Figure 5.5 l’agenzia Relationshipsbibliografica among Agents per l’attribuzione del nomen. Identificare l’agenzia responsabile dell’attribuzione fornisce la provenienza e conferma l’autoreAGENT volezza di tale identificazione. Benché tutti i nomen debbano logicamente cominciare a esistere attraverso un’azione di attribuzione di qualche tipo, registrare questa relazione non è semisA pre significativo dal punto di vista bibliografico. Nel caso di nomen impiegati al di fuori dei sistemi bibliografici formali come, PERSON isA per esempio, parole comuni per concetti in linguaggio naturale, di solito l’identità dell’agente o degli agenti specifici coinvolti is member of 172

COLLECTIVE AGENT has part

nell’assegnazione originale non è nota e non ha alcun significato pratico”.87 –– L’Agenzia ISBN ha assegnato ‘0553109537’ alla pubblicazione del 1998 di Stephen Hawking Una breve storia del tempo –– La segnatura ‘QB981.H377 1998’ è stata assegnata alla pubblicazione del 1998 di Stephen Hawking Una breve storia del tempo dalla Library of Congress –– Il termine ‘protone’ è stato assegnato da Ernest Rutherford al nucleo di idrogeno nel 1920

Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 50.

87

173

174 Figura 28: prospetto complessivo delle relazioni

Il prospetto non esplicita il fatto che le relazioni individuate a livello di res sono valide per tutte le entità sottoclasse. Per cui le relazioni: LRM-R13

Res

ha denominazione/è denominazione di

nomen

LRM-R33

Res

ha associazione con/è associata con

luogo

LRM-R35

Res

ha associazione con/è associata con

arco di tempo

LRM-R1

Res

è associata con/è associata con

res

LRM-R12i

Res

è soggetto di/ha come soggetto

opera

sono relazioni valide per tutte le entità sottoclasse di res, mentre le altre relazioni presenti nel modello sono valide solo fra le entità esplicitamente indicate sia nel modello stesso che nel prospetto sopra presentato. Per cui, per esempio, solo la manifestazione ha come alternativa una manifestazione (LRMR29): questo tipo di relazione non può sussistere fra altre entità del modello e quindi non viene generalizzata a livello di res.

175

6. GLI AGGREGATI

La comprensione e la modellizzazione degli aggregati sono stati processi lenti e di non facile soluzione. In sintesi, un aggregato si ha quando due o più risorse sono pubblicate insieme come unità.88 FRBR è stato uno dei primi documenti a parlare di aggregati in una breve sezione (3.3 Entità aggregate e componenti); nel workshop del 2005 FRBR in 21st Century Catalogues per la prima volta si è discusso in modo approfondito degli aggregati: la prima sessione era, infatti, dedicata proprio a questi;89 l’analisi più ampia, approfondita e innovativa compare nel rapporto del 2011 del Gruppo di lavoro appositamente costituito.90 Il Gruppo distingue fra opera aggregante ed espressione aggregante e le espressioni che sono aggregate, e considera che la natura di un aggregato è materializzare insieme tutte queste espressioni diverse in una sola manifestazione. IFLA LRM definisce aggregato “una manifestazione che incorpora espressioni multiple” e prevede tre tipi di aggregati: –– collezioni aggregate di espressioni; –– aggregati risultanti da aggiunte; –– aggregati di espressioni parallele; la cui modellizzazione generale è la seguente:

88 Vedi Edward O’Neill, Maja Žumer, Jeffrey Mixter, FRBR Aggregates Their Types and Frequency in Library Collections, “Library Resources & Technical Services”, vol. 59, no. 3 (2015), . 89 . 90 Final Report of the Working Group on Aggregates. September 12, 2011, .

176

Figura 29: modellizzazione degli aggregati

Dallo schema si evince che si possono avere diverse opere che si realizzano in diverse espressioni che si materializzano in una manifestazione aggregata. Fra manifestazioni ed espressioni esiste una relazione molti a molti, per cui una manifestazione può contenere più espressioni. Questa è l’unica relazione molti a molti tra le entità opera, espressione, manifestazione, item. Le diverse opere possono, quindi, essere considerate un’opera aggregante che si realizza in un’espressione aggregante che si materializza in una manifestazione aggregata. Lo schema seguente, proposto da Pat Riva, esplicita le relazioni che intercorrono fra le diverse entità:

177

Figura 30: modellizzazione degli aggregati con le relazioni

Oltre alle due relazioni primarie fra opere, espressioni e manifestazioni: LRM-R2 e LRM-R3 nel modello viene introdotta una relazione diretta fra espressioni, per legare l’espressione aggregante a ogni espressione scelta per essere materializzata insieme nella manifestazione aggregata, la relazione LRM-R25: ESPRESSIONE è stata aggregata da (ha aggregato) ESPRESSIONE. “LRMR25 è l’equivalente di una coppia di relazioni LRM-R3 con la manifestazione aggregata in comune”.91 Prosegue Pat Riva: in LRM si esplicita che “Modellizzando un aggregato come la rappresentazione di espressioni distinte si potrebbe non riuscire a riconoscere l’apporto creativo dell’aggregatore o del curatore. Il processo di aggregazione delle espressioni in sé è esso stesso un apporto intellettuale o artistico, quindi rispetta i criteri di un’opera. In questo senso l’aggregazione avviene a livello di espressione, perché solo le espressioni possono essere combinate (o aggregate). Nel processo di combinazione delle espressioni e quindi, conseguentemente, di creazione della manifestazione aggregata, l’aggregatore crea un’opera aggregante. […] Questo Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 53.

91

178

sforzo potrebbe essere relativamente minimo – due romanzi esistenti pubblicati insieme – o potrebbe rappresentare uno sforzo maggiore che dà come risultato un aggregato che è significativamente maggiore rispetto alla somma delle sue parti (per esempio, un’antologia). L’essenza delle opere aggreganti risiede nella selezione e nei criteri di organizzazione. Non contiene le opere aggregate in sé e la relazione intero-parte non è applicabile. Un aggregato non dovrebbe essere confuso con le opere che erano state create con parti, come i romanzi multiparte”.92 Le collezioni aggregate di espressioni o compilazioni sono gruppi di più espressioni create in modo indipendente (autonomo) e pubblicate insieme in una singola manifestazione. Esempi di questo tipo di aggregato sono le selezioni e le antologie; rientrano nella categoria i seriali, che verranno approfonditi nella sezione successiva. “Una caratteristica distintiva delle collezioni è che le singole opere sono spesso analoghe nel tipo e/o nel genere come una raccolta di romanzi di un determinato autore, canzoni di un particolare artista o un’antologia di un genere poetico. Tuttavia, in altri casi potrebbero apparire come una raccolta casuale di espressioni”.93 Gli aggregati risultanti da aggiunte si distinguono dalle compilazioni perché comprendono un’opera indipendente integrata con una o più opere non autonome (per esempio, prefazioni, introduzioni, illustrazioni). Il materiale aggiuntivo può essere o non essere considerato significativo da giustificare un’identificazione bibliografica distinta. Gli aggregati di espressioni parallele sono costituiti da manifestazioni che contengono espressioni di un’opera in più lingue; per esempio, Testo latino a fronte. Una singola manifestazione che contiene espressioni di un’opera in più lingue è una forma comune di questo tipo di aggregato. Esempi sono i manuali e i documenti istituzionali per contesti multilingue, o le pagine web, dove gli utenti hanno la possibilità di accedere al materiale corrispondente nella lingua prescelta. Un altro esempio è Ibidem. IFLA Library Reference Model, 5.7.

92 93

179

costituito dai DVD che contengono film con la possibilità di scegliere la lingua parlata e quella dei sottotitoli. Pat Riva nota che in questo specifico caso la modellizzazione è leggermente diversa rispetto al modello generale per gli aggregati perché si è nella situazione in cui le espressioni aggregate sono espressioni della stessa opera; sempre in questo specifico caso le espressioni sono più numerose delle opere.94

Figura 31: modellizzazione degli aggregati di espressioni parallele

A livello catalografico va ricordato che le diverse espressioni potrebbero essere o non essere ritenute così significative da legittimare un’identificazione bibliografica a sé stante. La scelta può essere compiuta da ciascun sistema bibliografico in base alle esigenze della propria utenza e in base al tipo d’implementazione del modello che si vuole realizzare; inoltre, è sempre possibile descrivere in una fase successiva ciò che in un primo momento non era stato ritenuto significativo (anche se ciò può essere dispendioso in termini di tempo e risorse impiegate per svolgere l’operazione). Allo stesso modo, un’aggiunta non descritta (per esempio, una prefazione) può essere descritta quando considerata significativa, come nel caso in cui venisse ripubblicata come saggio. Vedi Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 55.

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Seriali Una parte di LRM è dedicata specificamente alla modellizzazione dei seriali; si tratta di una novità rispetto ai modelli precedenti: in nessuno di essi si faceva un riferimento così esplicito e dettagliato a questa particolare tipologia di risorsa, il cui trattamento in ambito bibliotecario è complesso e di non facile soluzione. ISBD definisce seriale una “risorsa continuativa pubblicata in una successione di fascicoli o parti distinti, di solito dotati di una numerazione, che non ha una conclusione predeterminata. I seriali comprendono periodici, riviste, periodici elettronici, repertori in aggiornamento, rapporti annuali, giornali e serie monografiche”.95 La scelta di modellizzazione compiuta dai redattori di LRM deriva dalla considerazione che i seriali sono costruzioni complesse che combinano relazioni tra interi e relazioni tra aggregati: la manifestazione del seriale completo ha una relazione di intero nei confronti dei fascicoli pubblicati nel corso del tempo; inoltre ogni fascicolo è un aggregato di articoli. “Ogni fascicolo di un seriale – dichiara IFLA LRM – costituisce una manifestazione aggregata, in accordo con la definizione di aggregato di IFLA LRM quale manifestazione che materializza espressioni multiple, dal momento che ciascun fascicolo incorpora espressioni di opere multiple, così come un’espressione di un’opera aggregante che fornisce il piano per l’aggregazione di quel fascicolo. D’altra parte, la manifestazione che costituisce il seriale completo, in quanto insieme, è pubblicata in una sequenza di parti nel corso del tempo, in una relazione interoparte a livello di manifestazione (LRM-R26). Nel caso di una sequenza di fascicoli seriali di manifestazioni aggregate, le opere IFLA. ISBD Review Group, ISBD. International Standard Bibliographic Description. Edizione consolidata. Raccomandata dall’ISBD Review Group, approvata dallo Standing Committee dell’IFLA Cataloguing Section. Edizione italiana a cura dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche. Roma: ICCU 2012, p. 242, . 95

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aggreganti corrispondenti sono definite opere seriali. Nel modello, il termine opera seriale è ristretto a questa specifica tipologia di opere aggreganti; questo utilizzo differisce dall’uso comune delle biblioteche in cui vengono utilizzati i termini di ‘opera seriale’ o ‘seriale’ in modo intercambiabile per riferirsi alla sequenza risultante di manifestazioni aggregate. L’opera seriale dà origine alla sequenza di opere aggreganti che risultano nei singoli fascicoli attraverso la relazione ‘è ispirazione per’ (LRM-R21). Nonostante le loro differenze, queste opere aggreganti sono ciascuna ispirata dalla politica, dalla finalità e dallo stile editoriale generale dell’opera seriale. Tuttavia, l’opera seriale non ha una relazione intero-parte a livello di opera con i fascicoli”.96 IFLA LRM definisce l’opera come ciò che permette l’identificazione della condivisione di contenuto fra varie espressioni, per cui, un’opera seriale può essere modellizzata come un caso particolare dell’entità opera. In questo specifico caso, però, il concetto di “condivisione di contenuto” va interpretato in modo diverso rispetto alle monografie. È, infatti, evidente che gli articoli dei diversi fascicoli di un periodico non condividano lo stesso contenuto. Nel caso delle opere seriali la “condivisione di contenuto” risiede nell’intenzione dell’editore e del direttore di trasmettere agli utenti la sensazione che i fascicoli appartengano a un insieme identificabile per tematica (per esempio, in Cataloguing and classification quarterly il lettore si aspetta di trovare articoli che trattino argomenti legati alla catalogazione, in Biblioteche oggi, invece, articoli d’attualità e d’approfondimento, reportage, spazi di discussione) e per presentazione fisica del periodico stesso, ovvero che il seriale prosegua un progetto editoriale distinto. In altre parole, l’opera seriale è il seriale nel suo insieme, con un’espressione e una manifestazione seriale. I diversi fascicoli hanno un rapporto LRM-R21 fra l’opera seriale e l’opera aggregante di ogni fascicolo, la quale a sua volta è costituita dalle opere dei singoli articoli presenti. Fra opere, espressioni e manifestazioni sussistono le relazioni di base LRM-R2 e LRM-R3 come in tutti gli altri casi, mentre fra le IFLA Library Reference Model, cit., 5.8.

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espressioni aggreganti sussiste la relazione LRM-R25 come già esplicitato per gli aggregati. Infine, fra la manifestazione seriale e le manifestazioni aggregate dei singoli fascicoli vi è la relazione tra manifestazioni LRM-R26 ‘è parte di’. Esempio: Opera seriale: Biblioteche oggi nel suo insieme Opera aggregante: Volume 36 (maggio 2018) Opere degli articoli: tutti i singoli articoli pubblicati.

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184 Figura 32: modellizzazione dei seriali

Le relazioni nei seriali97 Per esemplificare ulteriormente il concetto di opera seriale, consideriamo il caso dei seriali con distinte edizioni regionali: le due edizioni non danno origine a due espressioni della stessa opera, ma si è di fronte a due opere seriali distinte; come detto sopra, è il concetto editoriale che contraddistingue l’opera seriale e, quindi, le differenze fra le edizioni locali sono sufficienti per avere due opere seriali, collegate fra loro. La differenza con le monografie è evidente: spesso, se non sempre, l’uso del termine “edizione” in ambito monografico indica due espressioni della stessa opera. I seriali hanno una corrispondenza uno-a-uno tra opera, espressione e manifestazione; ciò ha conseguenze interessanti per la loro descrizione e delle relazioni che li riguardano. Innanzitutto, un identificatore tradizionale per un seriale, come l’ISSN, si considera più efficacemente come identificatore per l’opera, anziché per la manifestazione. Ne consegue che “ogni opera seriale può dire di avere una sola espressione e una sola manifestazione. Tutte le relazioni tra seriali possono essere modellate come relazioni opera-a-opera, anche nei casi in cui tutti i fascicoli di un determinato numero pubblicati fino a un certo punto aggregano traduzioni di articoli che sono, a loro volta, aggregati nel fascicolo di un altro seriale: questo vorrebbe dire che il testo del seriale originale è una ‘traduzione’ del testo di quello successivo, e entrambi sono, nonostante tutto, in accordo con le regole di catalogazione che attualmente vigono nel mondo delle biblioteche, ‘espressioni’ di una e della stessa ‘opera’. Dato, però, che è impossibile prevedere se queste relazioni sopravvivranno in futuro, sarebbe sbagliato modellizzare questi due seriali come mere espressioni di una stessa opera e sarebbe ontologicamente più accurato considerarli come due opere completamente distinte. Allo stesso tempo, quando un seriale viene emesso sotto forma di fascicolo stampato e un altro seriale è emesso sotto forma di file PDF disponibile online e quando un esame approfondito dei fascicoli di entrambi i seriali rilascia Pat Riva, The IFLA Library Reference Model, cit., p. 59.

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ti rivela che il contenuto del file PDF è rigorosamente identico a quello dei fascicoli stampati, si sarebbe tentati di modellizzare i due seriali come due manifestazioni di un’espressione di un’opera. Tuttavia, ancora una volta, è impossibile affermare che il seriale del fascicolo stampato sia coesteso temporalmente al seriale online, e che questa sarà una relazione di lungo termine”.98

Miscellanee non editoriali Una problematica frequentemente sollevata nelle discussioni sugli aggregati riguarda le miscellanee non editoriali. Esse si creano quando item specifici di parecchie manifestazioni sono fisicamente legati insieme come un singolo oggetto da una biblioteca o da un proprietario precedente. Si tratta di una scelta compiuta a livello di item coinvolti, non di espressioni ed è quasi impossibile che altri item delle stesse manifestazioni vengano riassemblati secondo le medesime combinazioni. Non si tratta pertanto di un processo di riproduzione né di una nuova pubblicazione e non dà origine a una nuova manifestazione. Nel definire una miscellanea editoriale è di fondamentale importanza la natura del supporto. Solo i supporti che possono essere fisicamente assemblati, senza riversarne il contenuto in un nuovo supporto possono diventare miscellanee non editoriali. Esse possono nascere per esempio, dalla rilegatura di libri, fascicoli o fogli legati con una sola copertina. Gli item originali non funzionano più come oggetti indipendenti ma diventano fisicamente parte del nuovo oggetto assemblato.

IFLA Library Reference Model, cit., 5.8.

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Figura 33: modello di miscellanea non editoriale

Lo schema sopra riportato mostra come ha origine la miscellanea non editoriale. In particolare, sono rappresentati due item (item 1 e item 2) che vengono ‘modificati da’ (LRM-R11) un agente per dare origine all’oggetto 3. Sono diverse le modalità con cui si potrebbero affrontare questi casi. Non esiste ancora nessuna implementazione del modello per cui quelle che seguono sono esempi di possibili soluzioni. Una soluzione semplice sarebbe, per esempio, affermare che la decisione di modificare fisicamente alcuni item dopo la pubblicazione rientri nella sfera dei metadati amministrativi, restando così al di fuori dell’ambito del modello IFLA LRM. Si tratta, tuttavia, di una soluzione poco soddisfacente per quanto riguarda l’adempimento della funzione utente ottenere. Un 187

utente non può, infatti, consultare nessun item che compone la miscellanea non editoriale senza entrare in possesso anche degli altri facendo sì che essi non siano più disponibili alla consultazione da parte degli altri utenti. Un’altra possibilità, restando nell’ambito di IFLA LRM, è quella di vedere la miscellanea non editoriale come una nuova istanza dell’item. Anche questa interpretazione non è, tuttavia, corretta, in quanto un nuovo item non viene creato tramite la semplice azione del legare insieme item diversi. La nota d’ambito che nel modello segue la definizione di item (LRM-E5) chiarisce che un item può essere un oggetto fisico, ma anche parte di un oggetto fisico più grande (per esempio, quando un file è memorizzato su un disco che contiene altri file, la porzione del disco contenente il file è il supporto fisico o l’item), per cui un item è in molti casi un singolo oggetto fisico, ma in altri casi può essere costituito da più parti o oggetti fisici. Sempre restando nell’ambito del modello e osservando lo schema sopra riportato, vediamo che per la creazione dell’oggetto 3, item 1 e item 2 sono ‘modificati da’ (LRM-R11) un agente ma non vengono distrutti. Con l’applicazione della relazione LRM-R11 è possibile registrare gli agenti come responsabili per le modifiche dell’oggetto 3 senza però fornire l’accesso agli attributi della manifestazione come estensione o formulazione sulla manifestazione con cui sarebbe possibile registrare caratteristiche specifiche del nuovo oggetto composto. L’oggetto 3, pur essendo almeno un’istanza di res, consente la registrazione delle sue caratteristiche solo nell’attributo generale nota. Una soluzione possibile è indicata nelle note d’ambito della manifestazione (LRM-E4) che consentono di utilizzare una manifestazione singoletta combinata senza che la manifestazione sia associata ad alcuna espressione o opera. Un’altra opzione che potrebbe essere adottata per risolvere il problema della miscellanea non editoriale è offerta dal modello PRESSOO anche se si tratta di una soluzione troppo dettagliata perché possa essere adottata da IFLA LRM. PRESSOO prevede una classe, Z9, definita come Unità di stoccaggio che entra in relazione con un item per indicare il numero di pezzi fisici coin188

volti. Nel caso in cui si abbiano più item legati insieme, come nelle miscellanee non editoriali, essi possono corrispondere a un’unica unità di stoccaggio. Inoltre, un solo item può essere composto da più parti fisiche che costituiscono altrettante unità di stoccaggio separate. Lo schema seguente mostra la corrispondenza tra un item e l’unità di stoccaggio (Z9).

Figura 34: corrispondenza tra item e unità di stoccaggio

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7. FUNZIONI UTENTE – CASI D’USO

Ognuna delle cinque funzioni utente generali definite nel modello è una generalizzazione di molte specifiche funzioni che potrebbero essere compiute dagli utenti dei dati di biblioteca e di database bibliotecari. I casi d’uso presentati nella tabella illustrano una gamma di queste specifiche funzioni. Essi creano la connessione tra l’attività dell’utente e il modello, inquadrando la ricerca dell’informazione da parte dell’utente finale in termini di entità, attributi e relazioni definiti nel modello. I casi d’uso presentati sono illustrativi di una gamma di interrogazioni dell’utente e mostrano come gli elementi del modello siano usati per soddisfare le funzioni utente. Essi non hanno significato esaustivo; nelle situazioni reali si potranno trovare molte combinazioni o varianti dei casi d’uso. LRM, a differenza di FRBR, non assegna valori d’importanza agli attributi e alle relazioni presentati nel modello in relazione alle funzioni utente; non ritiene indispensabile fornire questa informazione poiché i valori hanno un significato esemplificativo in quanto possono variare in base al sistema bibliografico e alle implementazioni. I casi d’uso presentati dovranno tradursi nella pratica catalografica, una volta recepito il modello.

Casi d’uso per le funzioni utente Trovare Per trovare tutte le manifestazioni delle espressioni di un’opera: –– facendo una ricerca usando un titolo associato con l’opera o una delle sue espressioni o una delle sue manifestazioni. Per trovare tutte le espressioni di un’opera che: –– sono state scritte in una determinata lingua. 190

Per trovare le risorse che hanno una relazione con un agente: –– cercare utilizzando un nome personale di un compositore per trovare le opere musicali composte dalla persona; –– cercare utilizzando un nome personale per trovare opere o espressioni che includono illustrazioni di quella persona; –– cercare usando il nome di un ente per trovare rapporti editi da quell’agente collettivo. Per trovare, scoprire o confermare, l’estensione della copertura del database: –– cercare una persona dal nomen conosciuto dall’utente per confermare se il database contiene un record per la persona. Per trovare le risorse che abbiano un’associazione con un particolare luogo o arco di tempo: –– cercare usando il nome di un luogo per trovare le manifestazioni pubblicate in quel luogo; –– cercare usando una gamma di date e un luogo per trovare opere che hanno avuto origine in un luogo durante un arco di tempo. Per trovare risorse che materializzano le opere che sono in una relazione di soggetto con una res (o un insieme di res); –– cercare utilizzando un nomen (per una determinata res) utilizzato nelle Library of Congress Subject Headings o in altri vocabolari controllati; –– cercare utilizzando un nomen (per una determinata res) stabilito nella Classificazione Decimale Dewey o in altri sistemi di classificazione; –– cercare utilizzando un nome personale o di un ente o di un luogo come stabilito nell’authority file.

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Identificare Per identificare, o riconoscere, tra i risultati di una ricerca: –– risorse che materializzino una manifestazione dell’opera desiderata, nonostante il titolo di quelle manifestazioni differisca dal titolo dell’opera come cercata dall’utente; –– risorse che materializzino una manifestazione dell’opera desiderata, nonostante altre opere di creatori differenti abbiano un titolo simile al titolo dell’opera cercata dall’utente; –– un nome personale che corrisponda alla persona desiderata dall’utente, nonostante altri individui siano identificati con nomi simili; –– un nome personale che corrisponda alla persona desiderata dall’utente, nonostante esistano altri nomi per quella persona, usati nello stesso o in differenti contesti; –– un nome di luogo che corrisponda al luogo desiderato dall’utente, anche se il luogo è conosciuto con nomi in più lingue. Per identificare, tra i risultati di una ricerca, quelle risorse previste per uno specifico destinatario o finalità: –– riconoscere che una risorsa, sebbene riguardi il soggetto d’interesse, è destinata ai bambini e non agli studenti universitari; –– riconoscere che una risorsa, sebbene rappresenti un’opera musicale d’interesse, è un’espressione notata e non un suono registrato. Per identificare –– un termine di soggetto che corrisponda alla res cercata, anche se il termine cercato dall’utente ha omonimi nel linguaggio naturale; –– un numero di classificazione che corrisponda alla res desiderata.

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Selezionare Per selezionare, a partire dalle risorse identificate, le manifestazioni dell’opera o delle opere desiderate che: –– includano i contenuti addizionali più rilevanti; per esempio, includano le espressioni originali e quelle tradotte, di un’opera teatrale nella stessa manifestazione; –– includano un contributo secondario di un particolare agente; per esempio, la traduzione di un particolare traduttore, le note critiche o l’introduzione di un particolare studioso; –– siano i formati fisici più convenienti per il proposito attuale dell’utente; per esempio, libri tascabili facili da trasportare per le letture nel tempo libero, mappe delle città compatte e resistenti all’acqua per i viaggi; –– siano in un mezzo che l’utente possa utilizzare; per esempio, un audio libro, in braille o in caratteri grandi, in DVD o blue-ray; –– siano disponibili nella sede dell’utente (una copia è presente nella biblioteca locale dell’utente e non è attualmente in prestito); –– siano disponibili per il tipo d’uso che l’utente vuole farne; per esempio, esiste una copia che può essere usata al di fuori della biblioteca, i diritti per la riproduzione in pubblico sono associati alla copia di un video così che l’utente possa mostrarla in un contesto scolastico. Per selezionare, a partire dalle risorse identificate tramite una ricerca per soggetto, quelle risorse che sembrino le più rilevanti: –– in base agli aspetti o alle faccette o agli approcci al soggetto descritto; –– in base alla lingua del contenuto; –– in base al destinatario; per esempio, selezionare testi introduttivi per l’uso da parte di studenti universitari, o invece selezionare testi divulgativi per letture ricreative; –– in base alla data di creazione del contenuto; per esempio, selezionare opere scritte di recente per un bisogno d’informazione sullo stato dell’arte o, invece, selezionare opere 193

create nel 1800 – indipendentemente dalla data di pubblicazione della manifestazione – se l’informazione richiesta è capire come il soggetto era percepito a quel tempo.

Ottenere Per ottenere una risorsa tramite: –– il collegamento a o il download di una risorsa online usando il link trovato nel catalogo della biblioteca; –– il prestito fisico di un item di cui si è verificata la disponibilità in una biblioteca locale; –– la ricezione di un item tramite il prestito interbibliotecario da una biblioteca più distante o da un fornitore; –– l’acquisizione di un item da un venditore o un fornitore utilizzando le citazioni verificate tramite il catalogo della biblioteca o la bibliografia nazionale. Per ottenere informazioni riguardo un’entità tramite un’informazione registrata negli authority data, per: –– ottenere data e luogo di nascita e morte di una persona dagli authority data; –– confermare il paese nel quale si trova una città.

Esplorare Per esplorare le relazioni, con l’intenzione di comprendere le strutture di un dominio di soggetto e la sua terminologia: –– scorrere i concetti presentati in senso più stretto rispetto a un soggetto iniziale. Per esplorare le relazioni tra differenti istanze di un’entità: –– seguire le relazioni di derivazione tra un’opera madre e altre opere basate su quella o adattate da quella; –– scorrere le opere e le espressioni associate con un agente e i ruoli interpretati da quell’agente nella loro creazione o realizzazione. 194

Per comprendere le relazioni tra i vari nomen per un’istanza di un’entità: –– esaminare i nomi varianti per un soggetto topico all’interno di un vocabolario di soggetti; –– indagare i nomi varianti usati da una specifica persona in diversi contesti d’uso; per esempio, il nome usato all’interno di un ordine religioso; il nome ufficiale; –– visualizzare i nomi in lingue diverse usati da un ente internazionale; –– esplorare le correlazioni tra i nomen per la stessa istanza di un’entità in differenti vocabolari controllati; per esempio, trovando un numero di classificazione che corrisponda a un’intestazione di soggetto o a un termine.

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8. QUALI SVILUPPI?

Gli sviluppi di IFLA LRM previsti per l’immediato futuro riguarderanno lo sviluppo di LRM namespace,99 la realizzazione di mappature ed estensioni del modello prendendo in considerazione altri tipi di risorsa, un pubblico più ampio di riferimento e altre esigenze specifiche. Nell’ambito dell’RDA Toolkit Redesign and Restructure Project (3R),100 l’RDA Steering Committee (RSC) si è posto l’obiettivo di allineare RDA a IFLA LRM; l’allineamento è in corso ed è in fase di rilascio la nuova versione dell’RDA toolkit, di cui è disponibile una versione beta.101 L’implementazione di LRM ha portato all’aggiunta in RDA delle nuove entità agente, agente collettivo, nomen e intervallo di tempo con nuovi attributi e relazioni. È stata introdotta una nuova entità apicale: RDA Entity che costituisce un sottotipo della res nel modello LRM. Le nuove entità sono state integrate con quelle già presenti nello standard. Sono state pertanto mantenute le entità famiglia e ente ora sottoclassi di agente collettivo. Alcuni attributi sono stati ridefiniti come relazioni in modo tale da incorporare meglio le nuove entità nello standard. Per esempio, persona: data di nascita è ora una relazione tra persona e arco di tempo. Sono state compiute generalizzazioni nel trattamento delle opere seriali in modo tale da coprire meglio le opere diacroniche di cui si prevede un mutamento nel corso del tempo; per esempio, opera: piano di estensione. Alcuni elementi relativi ai seriali sono stati spostati o modificati seguendo le indicazioni di LRM, per esempio, manifestazione: ISSN della serie è ora opera: ISSN. Alla pagina sono disponibili i namespace per i modelli della famiglia FR. 100 . 101 . Per poter accedere è necessario un abbonamento; gli studenti possono accedere gratuitamente a una demo per un tempo determinato. 99

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Sono stati aggiunti nuovi elementi che implementano l’attributo formulazione di manifestazione ripreso da LRM, per esempio, manifestazione: titolo e formulazione di responsabilità della manifestazione. Sono inoltre stati introdotti nuovi elementi che implementano il concetto di espressione rappresentativa, per esempio, opera: tipo di contenuto dell’espressione rappresentativa. Sono stati modificati alcuni elementi relativi all’item per garantire maggiore conformità all’ontologia FRBR ora incorporata in LRM, per esempio, item: riproduzione elettronica dell’item è ora una relazione tra item e manifestazione.102 L’IFLA ISBD Review Group sta discutendo la revisione dello standard in un contesto basato su IFLA LRM. A luglio 2018 è disponibile un’analisi dell’allineamento fra ISBD e LRM.103 L’ultima redazione dei Principi internazionali di catalogazione (ICP) risale a dicembre 2016; al momento non sono previsti aggiornamenti, ma è ipotizzabile vi saranno. In ambito italiano, considerando che la base per la redazione delle REICAT è stato FRBR, è plausibile pensare a un aggiornamento delle regole che tenga conto delle novità introdotte da LRM. Il Gruppo di studio sul materiale musicale dell’ICCU ha redatto le Norme di catalogazione delle risorse musicali non pubblicate, rese accessibili nelle pagine web dedicate alla normativa italiana.104 “La normativa estende le REICAT, in particolare nelle indicazioni del capitolo 6 sui documenti non pubblicati, con continui rinvii alle regole generali, applica l’area 0 dell’ISBD e segue i modelli concettuali IFLA Library Reference Model (LRM), e Records in Context (RiC-CM), in corso di elaborazione in seno all’International Council of Archives, adottandone i concetti fondamentali, la terminologia e le entità pertinenti. . . 104 . 102 103

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Interamente nuovi, nella normativa catalografica, sono i concetti ricavati da LRM di manifestazione singoletta e l’attenzione alle indicazioni riguardanti il piano produttivo, che caratterizzano le risorse non pubblicate, mentre da RiC-CM sono stati tratti spunti riguardanti la nuova entità Record set. Sono state ampliate e rielaborate in un capitolo autonomo le indicazioni di REICAT sugli elementi di selezione, che includono le indicazioni dell’ISBD riguardanti l’area 0 della forma del contenuto e del tipo di mediazione, e quelle di RDA sul supporto”.105 Nell’agosto 2017 l’FRBR Review Group ha dato vita al LRMOO Working Group con lo scopo di guidare lo sviluppo del modello LRMOO tramite la collaborazione con il CIDOC CRM SIG. La discussione sulla bozza di modello è attualmente in corso ed è possibile seguirne gli sviluppi a partire dalla pagina . In generale saranno aggiornati tutti gli standard basati sui modelli FR. Le azioni intraprese e annunciate dimostrano l’ampio interesse verso il nuovo modello concettuale da parte della comunità bibliotecaria internazionale; sostituire la famiglia FR non era facile e non era scontato visto il successo universale riscontrato da FRBR che è stato il riferimento teorico per l’elaborazione dei nuovi codici di catalogazione e dei progetti più innovativi realizzati da importanti biblioteche e sistemi bibliotecari; esso ha plasmato la catalogazione contemporanea, tant’è che è stata coniata la formulazione frbrizzazione dei cataloghi per dichiarare una visione nuova e maggiormente consapevole rispetto al passato nel modo di gestire i dati bibliografici e la loro presentazione, basata sulla triade entità, attributi e relazioni, in cui le relazioni, per dichiarazione di Tom Delsey, giocano il ruolo più importante. Con LRM il Gruppo di lavoro dell’IFLA ha fatto tesoro di discussioni (e verifiche) ventennali su FRBR e ha voluto redigere un testo che si ponesse come parte dell’infrastruttura per il web semantico. La presenza e l’integrazione nel web semantico dei dati relativi alle risorse di una biblioteca è il . 105

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trend tipico del nostro tempo e rappresenta un’opportunità che può portare a sviluppi interessanti a vantaggio delle biblioteche stesse e soprattutto degli utenti. Finiamo facendo nostre le parole usate da Maja Žumer (che ringraziamo di cuore per aver scritto la Prefazione): “IFLA LRM è qui, in attesa di essere testato, esplorato e possibilmente ancor più sviluppato o addirittura corretto, se necessario. Ha bisogno di essere studiato e implementato da un’ampia comunità di teorici e di professionisti di tutto il mondo”.

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BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

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INDICE ANALITICO

American Library Association 50 Australian Committee on Cataloguing 50 Avram, Henriette 19 Bekiari, Chryssoula 24 Bertolini, María Violeta 32 Bianchini, Carlo 19, 64, 68, 91, 118, 139-141 Bothmann, Robert L. 32 Bourne, Ross 19 British Library 50 Canadian Committee on Cataloguing 50 Casalini, Michele 64 CDNL 19 CERL 22 CIDOC 24, 198 CILIP 50 College Art Association 59 Commissione permanente per la revisione delle regole italiane di catalogazione 50 Coyle, Karen 17 Cutter, Charles A. 11 Delsey, Tom 19, 198 Deutsche Nationalbibliothek 50 Doerr, Martin 24 Fabbrini, Maria Letizia 32 FRBR in 21st Century Catalogues 176

Galeffi, Agnese 32 Gruppo di lavoro tecnico [dell’ICCU] per la traduzione degli ICP 2016 32 Gruppo di studio [dell’ICCU] sul materiale musicale 197 Guerrini, Mauro 13, 19, 32, 64, 66 Harpring, Patricia 59 ICA/CDS 22 ICCP 18 ICCU 17, 22, 50, 181, 197 IFLA 11, 15, 18, 21-23, 52, 64, 67, 198 IFLA Cataloguing Section 17, 19, 21-22, 32, 63, 181 IFLA Classification and Indexing Section 21-23 IFLA Committee on Standards 63 IFLA Consolidation Editorial Group of the IFLA FRBR Review Group 15, 63, 67 IFLA Division of Bibliographic Control 19 IFLA FRBR Review Group 2124, 63, 74, 198 IFLA ISBD Review Group 63, 181, 197-198 IFLA LRMoo Working Group 198 IFLA Meeting of Experts on an International Cataloguing Code 32

IFLA Professional Committee 15 IFLA Section on Subject Analysis & Access 63 IFLA Study Group on the Functional Requirements for Bibliographic Records 17, 21 IFLA UBCIM Programme 19 IFLA Working Group on Aggregates 21, 176 IFLA Working Group on the Functional Requirements and Numbering of Authority Records 21-23 IFLA Working Group on the Functional Requirements for Subject Authority Records 22-23, 34, 57-58, 60 IFLA World Library and Information Congress, Breslavia 15, 63 IFLA World Library and Information Congress, Copenaghen 21 INDECS 22 International Council of Archives 197 International Council on Archives Committee on Best Practices and Professional Standards 22 International Working Group on FRBR and CIDOC CRM Harmonisation 24

Le Bœuf, Patrick 15, 24, 67 Library of Congress 50

ISO/TC 46 22 J. Paul Getty Trust 59 JSC 50

Zeng, Marcia Lei 23 Žumer, Maja 15, 23, 67, 100, 176, 199

Madison, Olivia M. A. 19 McGarry, Dorothy 32 Mixter, Jeffrey 176 O’Neill, Edward 176 OASIS 65 Panizzi, Antonio 11 Patton, Glenn E. 22 Pisanski, Jan 100 Possemato, Tiziana 64, 66 Riva, Pat 15, 24, 67, 102, 120, 138-139, 141-142, 148, 173, 177-180, 185 Rodríguez, Elena Escolano 32 RSC 196 Ruffini, Graziano 24 Salaba, Athena 23 Sardo, Lucia 13, 17 Seminar on Bibliographic Records, Stoccolma 18-19 Serrai, Alfredo 58 Shatford, Sara 59 Solimine, Giovanni 17 Svenonius, Elaine 21, 32, 72 Tillett, Barbara B. 17 W3C 59, 66