Guida per addetti all'emergenza, all'evacuaizone e all'antincendio in azienda

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Guida per addetti all'emergenza, all'evacuaizone e all'antincendio in azienda

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VINCENZI & C. Edizioni Didattiche Audiovisive

L. Vanti - G. Brunetti

Guida per addetti all'emergenza, all'evacuazione e all'antincendio in azienda

MANUALE OPERATIVO

EDIZIONI VINCENZI & C. S.r.l. Via della Siderurgia, 14 - 37139 Verona Tel. 045/8510951 (r.a.) - Fax 045/8510485

SOMMARIO Prefazione ....................................... ...... .... .. ....................................... pag. Norme in materia di emergenza ........................................................ . pag.

5 7

IA Parte: L'EMERGENZA ........ ... ....... ........... ....... ... ..................... .. Che cos'è l 'eniergenza .......... ... .. .. .......... ........ ..... ................ .. ...... . Come approcciare l'emergenza ...................... ... ........................ .. Come organizzarsi operativamente ... .................. ................ ........ . Gli strumenti per gestire l'emergenza ........ .... ............................ .. Le unità operative .... .. ....... ... ................................................ ....... . Il comportamento del personale ...... ... ................ .. .... ........ .......... . Il comportamento dei preposti e responsabili aziendali ............ ..

pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag.

14 15 18 20 22 23

L'EVACUAZIONE E IL SALVATAGGIO ............................... .. .. Il coordinatore ... .. ............... ................ .... ........ ............... ............. . I comportamenti del personale coinvolto ............................ ........ . Conoscenza dei luoghi e dei percorsi .......... .............................. .. Il salvataggio .......... .. ....... ...... ................ .... ... ...... ........ ......... ....... . Incarichi e azioni ........................................................................ .

pag pag. pag. pag. pag. pag.

25 27 28 29 29 31

HA Parte: LA LOTTA ANTINCENDIO .............................. .............. . La prevenzione .............................................................. ...... ........ . Organizzazione della lotta antincendio .. .. .. ....... ...... ................... . La conibustione ............... ............... .... ..... .. ..... ............................. . Come si sviluppa un incendio .................................................... .. I principi di intervento ... .... .... ........... ... ...... .... .. ... ...................... ... I mezzi tecnici per l 'estinzione ..... .................... .. ......................... . Gli estintori .......... ........ ................... .............. ...... ......... ....... .... .... . Le classi del fuoco ........... ........ ..... ........ ....................................... . Tabella degli estinguenti ..... .......... ............... ... ................... .. ....... . Il piano di emergenza antincendio ............ .................................. . Come agire in caso di incendio ................................................... . I Dispositivi di Protezione Individuale .......... ............................ . La segnaletica di sicurezza .................................................... ...... .

pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag. pag.

33 33 34 36 42 43 45 46 49 50 51 52 54 58

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13 13

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PREFAZIONE

La gestione dell 'eniergenza in azienda richiede, oltre alla stesura di un apposito piano e la definizione di appropriate strategie, anche la formazione e l'addestramento di personale in grado di far fronte agli eventi calamitosi quando questi dovessero presentarsi. Questo manuale, che è parte integrante del "pacchetto" audiovisivo "Gestire l'Emergenza", non ha la pretesa di essere esauriente, considerando gli innumerevoli tipi di impresti che possono presentarsi, ma vuole però essere un supporto idoneo innanzitutto per facilitare il lavoro dei formatori incaricati di preparare il personale az iendale a queste funzioni e poi per i lavoratori stessi come strumento di richiamo e di approfondimento di quanto appreso durante il corso. Pur essendo la normativa relativa alla formazione degli addetti all'emergenza e all'intincendio in continua evoluzione, riteniamo che questo manuale, il quale affronta gli aspetti organizzativi ed operativi della materia, non dovrebbe risentire di ciò in considerazione anche del fatto che le conoscenze di base richieste agli operatori sono ormai definite e consolidate. L 'Editore

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l

NORME IN MATERIA DI EMERGENZA Articolo 4 Obblighi del datore di lavoro, del dirigente e del preposto

Il decreto legislativo 626/94, in attuazione di alcune direttive europee riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro, cita espressamente fra le misure generali di tutela, cioè fra le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori, Le misure di emergenza che sono da attuare in caso di Pronto soccorso, di Lotta antincendio, di Evacuazione dei lavoratori e di Pericolo grave ed immediato;

1. Il datore di lavoro, in relazione alla natura dell'attività dell'azienda ovvero dell'unità produttiva, valuta, nella scelta delle attrezzature di lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di lavoro, i rischi per la sicurezza e per la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari.

O,nissis...

Omissis...

5. Il datore di lavoro adotta le misure necessarie per la sicurezza e la salute dei lavoratori, e in particolare: a) designa preventivamente i lavoratori incaricati dell'attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di pronto soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza;

Articolo 3 Misure generali di tutela 1. Le misure generali per la protézione della salute e per la sicurezza dei lavoratori sono:

O,nissis.. .

p) misure di emergenza da attuare in caso di pronto soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave immediato;

Omissis...

h) adotta le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dà istruzioni affinché i lavoratori, in caso di pericolo

Omissis...

7

grave, immediato e inevitabile, abbandonino il posto di lavoro o la zona pericolosa;

c) informa tutti i lavoratori che possono essere esposti ad un pericolo grave ed immediato circa le misure predisposte ed i comportamenti da adottare; d) programma gli interventi, prende i provvedimenti e dà istruzioni affinché i lavoratori possano, in caso di pericolo grave ed immediato che non può essere evitato, cessare la loro attività, ovvero mettersi al sicuro, abbandonando immediatamente il luogo di lavoro; e) prende i provvedimenti necessari affinché qualsiasi lavoratore, in caso di pericolo grave ed immediato per la propria sicurezza ovvero per quella di altre persone e nell'impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, possa prendere le misure adeguate per evitare le conseguenze di tale pericolo, tenendo conto delle sue conoscenze e dei mezzi tecnici disponibili.

Omissis ...

q) adotta le misure necessarie ai fini della prevenzione incendi e del1' evacuazione dei lavoratori, nonché per il caso di pericolo grave ed immediato. Tali misure devono essere adeguate alla natura dell' attività, e al numero delle persone presenti. Omissis ...

Capo III PREVENZIONE INCENDI, EVACUAZIONE DEI LAVORATORI, PRONTO SOCCORSO

Articolo 12 Disposizioni generali

2. Ai fini delle designazioni di cui al comma 1, lettera b), il datore di lavoro tiene conto delle dimensioni dell ' azienda ovvero dei rischi specifici dell'azienda ovvero dell'unità produttiva

1. Ai fini degli adempimenti di cui all'art..4, comma 5, lett. q), il datore di lavoro: a) organizza i necessari rapporti con i servizi pubblici competenti in materia di pronto soccorso, salvataggio, lotta antincendio e gestione dell'emergenza, b) designa preventivamente i lavoratori incaricati di attuare le misure di cui all' art. 4 comma 5 lett.

3. I lavoratori non possono, se non per giustificato motivo, rifiutare la designazione. Essi devono essere formati, essere in numero sufficiente e disporre di attrezzature adeguate, tenendo con-

a);

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4) criteri per la gestione delle emergenze

to delle dimensioni ovvero dei rischi specifici dell'azienda ovvero dell'unità produttiva.

b) le caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio di cui all'art. 12, compresi i requisiti del personale addetto e la sua formazione .

4. Il datore di lavoro deve, salvo eccezioni debitamente motivate, astenersi dal chiedere ai lavoratori di riprendere la loro attività in una situazione di lavoro in cui persiste un pericolo grave ed immediato.

2. Per il settore minerario il decreto di cui al comma 1 è adottato dai Ministri dell ' interno del lavoro e previdenza sociale e dell'industria, del commercio e dell' artigianato.

Articolo 13 Prevenzione incendi 1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 29 luglio 1982, n. 577, i Ministri dell'interno, del lavoro e della previdenza sociale, in relazione al tipo di attività, al numero dei lavoratori occupati ed ai fattori di rischio, adottano uno o più decreti nei quali sono definiti:

Articolo 14 Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato 1. Il lavoratore che, in caso di pericolo grave, immediato e che non può essere evitato, si allontana dal posto di lavoro ovvero da una zona pericolosa, non può subire pregiudizio alcuno e deve essere protetto da qualsiasi conseguenza dannosa

a) criteri diretti ad individuare 1) misure intese ad evitare l'insorgere di un incendio e a limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi;

2. Il lavoratore che, in caso di pericolo grave e immediato è nell ' impossibilità di contattare il competente superiore gerarchico, prende misure per evitare le conseguenze di tale pericolo, non può subire pregiudizio per tale azione, a meno che non abbia commesso una grave negligenza.

2) misure precauzionali di esercizio; 3) metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio;

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Articolo 21 Informazione dei lavoratori

Articolo 15 Pronto soccorso

1 Il datore di lavoro, tenendo conto della natura dell'attività e delle dimensioni dell'azienda ovvero del1' unità produttiva, sentito il medico competente ove previsto, prende i provvedimenti necessari in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza, tenendo conto delle altre eventuali persone presenti sui luoghi di lavoro e stabilendo i necessari rapporti con i servizi esterni, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati.

Omissis...

e) le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei lavoratori; Omissis... g) le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l'evacuazione dei lavoratori; O,nissis...

2. Il datore di lavoro, qualora non vi provveda direttamente, designa uno o più lavoratori incaricati del1' attuazione dei provvedimenti di cui al comma 1.

Articolo 22 1. Il datore di lavoro assicura che ciascun lavoratore, ivi compresi i lavoratori di cui all art. 1, comma 3, ricevano una formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e di salute, con particolare riferimento al proprio posto di lavoro ed alle proprie mansioni.

3 Le caratteristiche minime delle attrezzature di pronto soccorso, i requisiti del personale addetto e la sua formazione sono individuati, in relazione alla natura dell'attività, al numero dei lavoratori occupati e ai fattori di rischio, con decreto dei Ministri della sanità, del lavoro e della previdenza sociale, della funzione pubblica e dell'industria, del commercio e dell'artigianato, sentita la commissione consultiva permanente e il Consiglio superiore di sanità.

Omissis...

5. I lavoratori incaricati dell'attività di prevenzione incendi e lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave ed immediato, di salvataggio, di pronto soccorso e, comunque, di gestione dell'emergenza devono essere adeguatamente formati.

4. Fino all'emanazione del decreto di cui al comma 3 si applicano le disposizioni vigenti in materia.

Omissis..

Oniissis...

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In pratica le normative in materia di emergenza, anche sulla base dell'esperienza europea, obbligano l'intera struttura aziendale a precisi comportamenti riguardo la gestione dell'emergenza e cioè a:

• designare preventivamente i lavoratori incaricati all'attuazione delle misure di prevenzione e lotta antincendio, di evacuazione... , di salvataggio, di pronto soccorso ... , in numero sufficiente, adeguatamente formati ed in possesso di attrezzature adeguate. Ciò tenuto conto delle dimensioni e dei rischi specifici dell'azienda o unità produttiva (la designazione non è rifiutabile se non per giustificato motivo). • Adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio, programmare e dare istruzioni per l'eventuale abbandono del posto di lavoro o della zona pericolosa. • Informare il più presto possibile i lavoratori esposti ... circa il rischio e le disposizioni prese o da prendere in materia di protezione. • Adottare le misure necessarie .. . di tipo adeguato alla natura dell'attività, alle dimensioni dell'azienda, al numero delle persone presenti. Inoltre obbliga il Servizio di Prevenzione e Protezione a: • elaborare le procedure di sicurezza ... • Proporre i programmi di informazione e formazione dei lavoratori. In termini generali dispone, sempre alla struttura aziendale, di:

• organizzare i necessari rapporti con i Servizi Pubblici competenti in materia di Gestione dell'emergenza, Lotta antincendio, Salvataggio e Pronto soccorso, anche per il trasporto dei lavoratori infortunati. • Sentire il medico competente, ove previsto, in materia di pronto soccorso e di assistenza medica di emergenza. • Consultare il rappresentante per la sicurezza sulla designazione degli addetti all'attività di prevenzione relativa all'emergenza. • Informare ciascun lavoratore sulle procedure ed i nominativi degli incaricati di applicare le misure di emergenza.

L

11

Il • Formare adeguatamente gli incaricati. Dispone inoltre: • che la vigilanza in materia sia svolta, fra gli altri, dalle Unità Sanitarie Locali e dal Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. • Che la attività di informazione, consulenza e assistenza sia svolta, fra gli altri, dalle Regioni e dalle Provincie Autonome di TN e BZ e dal Ministero dell'Interno, tramite le strutture del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. E prevede particolari misure di emergenza per: • l'esposizione incidentale e non prevedibile di lavoratori ad Agenti Cancerogeni... e per: • la dispersione nell'ambiente di particolari Agenti Biologici ...

Il D. Lgs. 626/94 richiede in sostanza che l'organizzazione per l'emergenza sia, a tutti gli effetti, parte del sistema di Organizzazione Aziendale.

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PRIMA PARTE

CHE COS'E' L'EMERGENZA: Si può definire emergenza tutto ciò che appare come condizione insolita e pericolosa che può presentarsi in modi e tempi non completamente prevedibili. Si può perciò dire che l'emergenza:

• è un fenomeno non interamente codificabile; • può evolvere con rischi a persone o cose; • richiede un intervento immediato.

Chiarito cosa s'intende per EMERGENZA, esaminiamo i possibili casi in cui si verifica negli ambienti di lavoro

L'emergenza può verificarsi in seguito ad accadimenti causati da attività interna all'ambiente di lavoro, per esempio: • incendi di varia origine e natura (su materiali altamente infiammabili, combustibili, depositi, in zone isolate od affollate, in locali pubblici, con elevata presenza di persone, panico, ecc.); • esplosioni conseguenti a gas, vapori infiammmabili od altri materiali in opportuna concentrazione nell'aria ambiente, esplosivi; • infortuni (asfissia, traumi meccanici, elettrocuzione, ustioni, avvelenamento, ecc.); • rilasci di componenti o prodotti tossici o radioattivi sia da processi che da depositi; • esposizione prolungata ad agenti cancerogeni o biologici; 13

• malfunzionamenti di impianti di processo, stoccaggio o per operazioni di deposito, travaso ecc. • malfunzionamenti tecnici di impianti generali (acqua, gas, distribuzione di energia elettrica ecc.) O causati da eventi esterni, ad esempio: • • • • • •

Terremoti, crolli ..... Frane, smottamenti ... Condizioni metereologiche estreme: tromba d'aria, neve, allagamenti, alluvioni ... Inquinamenti ambientali ... Coinvolgimento in incidenti aerei, ferroviari ... Altre catastrofi naturali o provocate: attentati, sommosse, minaccia armata ...

I COME APPROCCIARE L'EMERGENZA Va innanzitutto ricordato che: esistono organismi Pubblici preposti alla Protezione Civile, alla Prevenzione Incendi, al Pronto Soccorso ed alla Pubblica Sicurezza, dislocati sul territorio, professionalmente preparati, cui rivolgersi senza indugio in caso di Emergenza, secondo i casi e le località. Essi sono: • VV.FF.( tel. 115 ), Prefetture... • Emergenza sanitaria ( tel. 118 ), ULS, .. . • Soccorso di emergenza ( tel. 113 ), Questure, Pronto Intervento dei Carabinieri (tel. 112 ), ... • Polizie Municipali, Amministrazioni Locali ... ed inoltre, ove esistenti, Servizi locali istituiti su base Volontaria. E che: se è opportuno non illudersi di poter gestire da soli qualsiasi tipo di emergenza è altrettanto illusorio pensare che basti solo chiamare gli organismi preposti (che potrebbero giungere in ritardo)! Che fare allora?

Organizzarsi per intervenire rapidamente ed in sicurezza in attesa dei soccorsi esterni! 14

I

COME ORGANIZZARSI OPERATIVAMENTE

Considerati i lunghi tempi di attesa di interventi esterni, l'evoluzione positiva dell' emergenza dipenderà in gran par te dal corretto e tempestivo intervento dell ' or ganizzazione locale (interna od eventualmente in consorzio con altre aziende limitrofe).

PERCIO', per intervenire utilmente, occor rerà almeno essere in grado di: • Venire a conoscenza dell 'evento in maniera dettagliata e in tempi rapidi (tramite un sistema di allarme e reporting interno, da predisporre e provare periodicamente)

CONOSCERE L'EVENTO

• Conoscere i pericoli ed i rischi tipici dei possibili eventi e le modalità di approccio all'intervento (tramite precedenti esperienze, letteratura specifica, training, ecc.)

CONOSCERE COSA IMPLICA

• Saper decidere se attivare subito il sistema di evacuazione e salvataggio delle persone presenti (stimando la possibile evoluzione negativa dell' emergenza)

DECIDERE COSA FARE

• Attivare le modalità operative di intervento (interne e/o esterne ).secondo modelli predefiniti

ATTUARE L'INTERVENTO

Ciò si ottiene solo se preventivamente è stato progettato ed attivato un programma di informazione e formazione a tutto il personale, ma soprattutto un ADDESTRAMENTO PERIODICO dell'organizzazione interna preposta all'intervento immediato. 15

SCHEMA OPERATIVO DI INTERVENTO

EVENTO

l RILEVAZIONE VISIVA I AUTOMATICA

,,

1

TELEFONARE CENTRALINO

~

CENTRALINO PORTINERIA

l SQUADRA EMERGENZA

~

RESPONSABILE ~ EMERGENZA

AVVISARE SERVIZIO EMERGENZA

CAPO REPARTO

AVVISARE IL CAPOREPARTO

1

PORTARSI SUL LUOGO

PORTARSI SUL LUOGO

TELEFONARE AL SOCCORSO ESTERNO

BLOCCARE GLI IMPIANTI

INTERVENIRE CON I PROPRI MEZZI

VALUTARE IL SINISTRO

SORVEGLIARE GLI ACCESSI

EVACUARE IL PERSONALE

RESTARE A DISPOSIZIONE DEI SOCCORSI ESTERNI

COORDINARE L'INTERVENTO SOCCORSI

INDICARE I PERCORSI AI SOCCORSI ESTERNI

RESTARE A DISPOSIZIONE DEI SOCCORSI ESTERNI

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Le modalità operative per affrontare l'emergenza: i Piani e le Procedure. L'emergenza può evolvere in senso positivo o negativo in relazione al modo di gestire la situazione, ed al livello operativo aziendale. Sarà opportuno allora predisporre modalità codificate di comportamento come: Il PIANO di EMERGENZA INTERNO • Il PIANO di EMERGENZA è definibile.come l'insieme delle misure da attuare per affrontare la situazione in modo da prevenire ulteriori incidenti, evitare o limitare i danni per l'integrità e la salute dei lavoratori (o della popolazione eventualmente coinvolta.), dell'ambiente e della proprietà. • Il PIANO di EMERGENZA può avere vari gradi di complessità, deve essere accuratamente progettato, con criteri di chiarezza e precisione, e deve definire le unità operative ed i mezzi a disposizione.

Il piano è da predisporre con accuratezza per alcune attività, soggette a particolari rischi (esemplificate nell'elenco seguente, non esaustivo): • rischio specifico di incendio (lavorazione, immagazzinamento, impiego, trasporto e vendita di oli minerali; condizioni di esercizio eventualmente correlate al rilascio del certificato di prevenzione incendi, ambienti a maggior rischio di incendio); • rischio di esplosione. (impianti elettrici in luoghi con pericolo di esplosione); • rilasci tossici o radioattivi (impiego dei gas tossici; agenti biologici e cancerogeni e uso pacifico dell ' energia nucleare); • rischi di incidenti rilevanti (rischi connessi con determinate attività industriali), che possono richiedere anche piani di emergenza esterni, nei riguardi della popolazione civile. ATTENZIONE però che: Il decreto legislativo 626/94 non limita l' obbligo di adottare il PIANO di EMERGENZA solo ad attività previste in specifiche normative (come nel caso di gas tossici , energia nucleare, grandi rischi, ecc) ma lo prefigura anche qualo. ra la valutazione dei rischi evidenzi la possibilità di incidenti gravi, anche se a bassa frequenza di accadimento. 17

LE PROCEDURE DI EMERGENZA sono da predisporre in tutte quelle altre attività, (che sono in pratica le attività piu numerose) ove non si ritiene necessaria la stesura di un vero e proprio piano di emergenza. Sono in questi casi sufficienti procedure formalizzate:

• sui comportamenti da tenere nell' emergenza; • sull'uso degli equipaggiamenti; e la conoscenza diffusa:

• delle persone designate all'attuazione delle misure di emergenza (antincendio, evacuazione, soccorso e salvataggio); • delle regole di prevenzione; • delle corrette modalità di buona conservazione dei luoghi di lavoro. Strumenti e Unità Operative

I GLI STRUMENTI PER GESTIRE L'EMERGENZA Gli strumenti occ01Tenti per gestire correttamente l'emergenza sono sostanzialmente: • i PIANI o le PROCEDURE, scritti e resi noti a tutto il personale, mediante affissione nei luoghi di lavoro ed, ove occ01n,anche agli enti esterni preposti al1' emergenza; • un SISTEMA INFORMATIVO sulle persone presenti e sulle situazioni emergenti; • un efficace SISTEMA di ALLARME e di comunicazione; • adeguati mezzi personali di protezione per il personale delle unità operative; • adeguati mezzi per il salvataggio, l'intervento antincendio ed il pronto soccorso, opportunamente disposti e raggiungibili anche in caso di emergenza, commisurati in tipo e quantità alle dimensioni dell'azienda ed ai rischi prevedibili; • un idoneo sistema di vie di fuga, spazi, uscite di sicurezza, luoghi sicuri, punti di raduno, tenuti costantemente sgombri; • un "clima" aziendale tale da consentire periodici addestramenti in campo, con simulazione dell'evacuazione del personale e dell' intervento operativo. 18

COSA FARE IN CASO DI INCENDIO I - LANCIA L'ALLARME AZIONANDO I PULSANTI DI ALLARME DI REPARTO

2 - SE SEI ADDESTRATO A FARLO E SE PUOI AGIRE IN CONDIZIONI DI SICUREZZA, USA I MEZZI ESTINGUENTI DI C:_UI E' DOTATO IL REPARTO

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3 - SE VEDI CHE LE CONDIZIONI DELL'AMBIENTE SONO DIVENTATE PERICOLOSE PER IL FUMO ED IL CALORE, ABBANDONA IL REPARTO

4 - MUOVITI CON CALMA E DEìERMINAZIONE. IL PANICO NON TI AIUTA

LEGENDA [E]

ESTINTORE PORTATILE

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ESTINTORE CARRELLATO

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IMPIANTO FISSO DI ESTINZIONE (CD;

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VIE DI FUGA

Ju.s.1 [!J

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ARMADIO ANTINCENDIO

19

USCITE DI SICUREZZA

PULSANTE DI ALLARME

VIDEO ALLARMI

Il I

I LE UNITA' OPERATIVE In genere si possono distinguere due tipi di squadre operative alle dipendenze funzionali dal coordinatore per l'emergenza. LA SQUADRA DI PRONTO INTERVENTO che si occupa di: • evacuazione del personale; • salvataggio; • antincendio.

È opportuno: • che la squadra di Salvataggio ed Antincendio sia composta, su base "semivolontaria", da personale che copra tutti i turni di lavoro, preferibilmente di manutenzione, in quanto lo stesso è più idoneo ad intervenire in sicurezza su impianti tecnici (macchinario, impianto elettrico, ecc.), o da personale il cui lavoro sia immediatamente interrompibile; • che la squadra di Evacuazione (se distinta) sia composta sempre su base "semivolontaria" da personale operativo o produttivo (capi reparto, impianto, squadra, presenti sui vari turni di lavoro); • che i componenti la o le squadre siano almeno in numero di due; • che il coordinatore sia persona professionalmente preparata, equilibrata, ed abituata alla conduzione di uomini (Responsabile della manutenzione od il suo vice, ecc.). 20

LA SQUADRA DI PRONTO SOCCORSO dovrà garantire, intervenendo a volte in contemporanea con quella di salvataggio o di emergenza: • la valutazione della situazione sanitaria; • il primo soccorso; • l'eventuale attivazione del soccorso esterno. La squadra dovrà: • essere composta da un numero di persone commisurato alla grandezza ed alla . tipologia del rischio; • essere comunque non inferiore a due persone; • essere designata o scelta su base volontaria con almeno un componente opportunamente addestrato al primo soccorso; • essere organizzata sentito il medico competente, ove previsto. Dovrà inoltre essere a conoscenza dei piani o procedure di Emergenza ed essere in grado di intervenire in modo integrato con le squadre aziendali di emergenza.

Per la formazione degli addetti al Primo Soccorso è stato realizzato un programma audiovisivo apposito, da noi edito. 21

'

I

I IL COMPORTAMENTO DEL PERSONALE Il personale dipendente o che è presente al momento in azienda durante l'emergenza, deve: • mantenere la calma; • abbandonare i locali solamente se vi è pericolo grave o immediato, utilizzando le vie di fuga previste, senza tornare indietro e senza portare con se oggetti ingombranti. • Altrimenti: abbandonare i locali solo se viene dato l'ordine di evacuazione, senza correre, procedendo ordinatamente verso il punto di raduno; • aiutare eventuali disabili presenti; • intervenire direttamente solo se l'intervento è facile e ragionevolmente privo di rischi; • attivare il sistema informativo interno; • attendere con calma le istruzioni del responsabile del coordinamento per l'emergenza; • non interferire con le azioni delle squadre di intervento, dando il proprio aiuto solo se richiesto.

22

I COMPORTAMENTO DEI PREPOSTI E DEI RESPONSABILI AZIENDALI I preposti alla normale attività di lavoro debbono: • lasciare operare le squadre di intervento ed il coordinatore all' emergenza, anche se il loro livello gerarchico è maggiore, pena l'esautoramento degli incaricati stessi, con inevitabile rischio di confusione; • accertarsi che i macchinari e gli impianti siano stati fermati e lasciati in posizione di sicurezza; • attivarsi per aiutare le eventuali operazioni di evacuazione, favorendo il mantenimento dell'ordine ed evitando, per quanto possibile, che si formi il panico; • accertarsi che tutte le persone presenti siano in salvo al posto sicuro; • restare a disposizione per le varie esigenze di tipo logistico; • organizzarsi fra loro per gestire i rapporti esterni durante la fase di emergenza, in assistenza al coordinatore.

23

1.l

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I TT 5) EVACUAZIONE l__G E SALVATAGGIO Il D. Lgs. 626/94 prevede che siano designati in azienda uno o più lavoratori ad assumere le funzioni di incaricati all'emergenza e che gli stessi siano opportunamente formati e forniti di mezzi adeguati al compito affidato. Occorre subito precisare che l'addetto all'emergenza non è un Vigile del fuoco professionista, né un Medico o un Infermiere per cui non deve ne è tenuto a svolgere azioni ad essi riservate per legge o regolamenti. La sua azione si caratterizzerà principalmente per la tempestività e per la conoscenza delle situazioni specifiche e si integrerà con quella di Enti esterni che, comunque, anche nel migliore dei casi, avranno un tempo di intervento medio dell' ordine delle decine di minuti o superiore. In questa parte ci occuperemo principalmente di fornire le indicazioni per comprendere e gestire c01Tettamente quei fenomeni che correntemente sono denominati Evacuazione e salvataggio, ed inoltre per capire il ruolo assegnato ad ognuno, le azioni da intraprendere e quelle da evitare. Dovendo affrontare un'emergenza sarà opportuno prepararsi alla necessità, che non è per niente remota, di dover effettuare una rapida evacuazione degli ambienti di lavoro ed eventualmente di organizzare il salvataggio od il soccorso di persone.

Sarà a questo punto opportuno richiamare la definizione di emergenza per ricordare che si tratta di un evento: non usuale, spesso critico, e con elementi di imprevedibilità. Ne consegue che le modalità di approccio non saranno completamente codificabili per tutte le evenienze. Sarà però possibile, ed anzi estremamente utile, acquisire una preparazione ed una abitudine alle normali azioni di intervento nei casi di emergenza tipici dei propri luoghi di lavoro, con addestramenti mirati e ripetuti nel tempo, utili a favorire la coesione della squadra e quindi la efficacia e la tempestività di intervento. 25

CIO' CHE DEVO CONOSCERE

• LE CARATTERISTICHE DEI LUOGHI DI LAVORO

• LE ZONE A RISCHIO PARTICOLARE

• LE VIE DI FUGA E I LUOGHI SICURI

• IL NUMERO DELLE PERSONE PRESENTI

• I LAVORATORI ESPOSTI A RISCHI PARTICOLARI (DISABILI, APPALTATORI ESTERNI, ECC.)

• TIPO, NUMERO E UBICAZIONE DELLE ATTREZZATURE E DEGLI IMPIANTI PER LO SPEGNIMENTO DEGLI INCENDI

• UBICAZIONE DEGLI INTERRUTTORI GENERALI DI: ELETTRICITA', ACQUA, GAS E ALTRI FLUIDI

26

J

I

IL COORDINATORE

ha il compito di assumere il comando delle operazioni. Per portarle a buon fine dovrà:

• Conoscere bene i luoghi ed il piano o le procedure di emergenza. • Essere a conoscenza del numero di persone presenti a vario titolo, comprese le ditte esterne, i cantieri eventualmente in atto, per cooordinare il piano di intervento aziendale con quello delle ditte stesse. • Dovrà inoltre sapere se sono presenti, e dove siano, eventuali persone portatrici di handicap.

• Dovrà essere personalmente in possesso di conoscenze psicologiche tali da consentirgli di evitare o contenere il panico, od almeno tali da indurre sensazioni rassicurative nelle persone coinvolte. Tutto questo perché dovrà in tempi rapidi decidere cosa fare di fronte a fatti imprevisti, in relazione alla magnitudo degli eventi ed alla possibile evoluzione del1' emergenza. • Dovrà decidere se intervenire direttamente, chiamare subito i soccorsi esterni o meno, oppure fare entrambe le cose, utilizzando il sistema di allarme a ciò predisposto.

• Dovrà decidere, caso per caso, se dare l'ordine di evacuazione parziale o totale degli ambienti. L'evacuazione va sempre dichiarata per eventi gravi relativi a: incendio, terre-

moto, scoppio, crollo interno, minacce di ordigni esplosivi, fughe di sostanze tossiche da impianti interni.

27

In altri casi può essere opportuno non dichiararla, lasciando le persone all'interno dei locali occupati dove possono essere più sicure, ad es: condizioni metereologiche estreme, scoppi o crolli esterni, fughe di sostanze tossiche esterne, tumulti, ecc. • Dovrà inoltre tener presente le priorità naturali dell'intervento durante tutto il corso della crisi: cioè dare priorità al salvataggio ed al soccorso delle persone, successivamente risolvere o contenere gli effetti ed il danno provocati dal1' evento sulle cose.

j

I COMPORTAMENTI DEL PERSONALE COINVOLTO

Tutto il personale che è, o può essere, coinvolto da una evacuazione dovrà:

• conoscere i percorsi di emergenza: le vie di fuga, le uscite di sicurezza, i "posti sicuri" ed i posti di raduno. Ciò sarà più o meno facile ed immediato in relazione alla topografia dei locali, alla razionalità dei percorsi, alla segnaletica di emergenza, al livello di illuminamento ed allo stato di manutenzione dell'organizzazione di protezione interna. Sarà estremamente utile una ricognizione dei percorsi fino al "posto sicuro". I comportamenti generali da tenere durante una evacuazione sono:

• mantenere sempre la calma, inte1Tompere l'attività in corso fermando le macchine o le apparecchiature, o mettendole comunque in posizione di sicurezza. • Avviarsi lungo il percorso di uscita, senza correre, spingere o gridare, seguendo le segnalazioni delle vie di fuga, fino al "posto sicuro". • Non tornare indietro per motivi futili o di scarsa importanza, non usare gli ascensori e chiudere alle proprie spalle le porte tagliafuoco o a tenuta di fumo. • Avviarsi al punto di raduno, se ciò è possibile e sicuro, stazionando sul posto, per consentire l' appello e l'individuazione di eventuali persone mancanti.

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I CONOSCENZA DEI LUOGHI E DEI PERCORSI • Sarà molto utile conoscere gli ambienti di lavoro, la disposizione dei macchinari o dei depositi, la compartimentazione interna per avere sempre la sensazione, anche con scarsa visibilità, di dove ci si trovi ed avere i riferimenti agli ingombri. • Sarà inoltre altrettanto utile conoscere le vie di esodo fino al "luogo sicuro", la collocazione delle uscite di sicurezza, l'agibilità dei percorsi alternativi, la leggibilità della segnaletica in condizioni normali e di scarsa visibilità, per poter riconoscere preventivamente eventuali condizioni di pericolo per l'esodo. • Sarà poi essenziale effettuare una simulazione di evacuazione, che rappresenti la situazione: allarme ottico-acustico, abbandono del posto di lavoro in sicurezza, percorso di uscita, raggiungimento del "posto sicuro" e poi del "luogo di raduno" Nelle piccole aziende può essere sufficiente una ricognizione con il personale lungo il percorso di esodo, identificando le uscite, la segnaletica ed i luoghi sicuri.

I IL SALVATAGGIO Il salvataggio può essere richiesto a fronte di vari casi particolari, ad esempio: • persone da recuperare in luoghi confinati, o con fumo, od in presenza di atmosfera tossica o carente di ossigeno (cisterne, scantinati ecc.); • persone coinvolte in crolli, smottamenti o frane; • persone coinvolte in infortuni particolari (elettrocuzione, asfissia, ecc.); • persone coinvolte in situazioni particolari(pericolo di annegamento, grossi incidenti ecc). Anche se si è animati da buona volontà, quasi mai si riesce a salvare le persone se non si è addestrati ed attrezzati al caso specifico! Sono anzi molto frequenti i casi di persone gravemente infortunate o decedute per aver effettuato un intervento generoso ma affrettato. Mai come in questi casi si rivela importante la consapevolezza delle proprie capacità e dei propri limiti. I comportamenti da tenere debbono essere quelli ispirati alla massima prudenza: bisogna essere sicuri che il soccorritore non venga coinvolto nell'incidente o non aggravi la situazione. Ciò non vuol dire che non si possa far nulla in attesa dei soccorsi professionali, che in questo caso sono quasi sempre i Vigili del fuoco, anche se non vi è incendio, soccorritori da chiamare senza indugio (assieme al soccorso sanitario). 29

Vi sono casi tipici di salvataggio in cui si può intervenire, se opportunamente addestrati Per esempio: • si può intervenire su una persona sottoposta a contatto elettrico solo se si è sicuri di aver tolto tensione o, se si è specialisti, con idonei mezzi di protezione personale; • si possono recuperare persone in presenza di atmosfera tossica od in carenza di ossigeno solo se si è allenati all'uso di autoprotettori ad aria compressa (attenzione alle maschere antigas, con filtri, che proteggono solo contro le sostanze per cui è previsto il filtro e non sono assolutamente idonee in carenza

di ossigeno); • si possono recuperare persone in zone confinate o con presenza di fumo che impedisca la visibilità solo con l'uso dell'autoprotettore, imbracatura perso-

nale di recupero e con l'assistenza di personale esperto; • si possono aiutare persone coinvolte in crolli o sotto pericolo di annegamento

solo se facilmente raggiungibili con attrezzature di soccorso.

CONCLUDENDO è da tener presente che:

'

Le operazioni di salvataggio sono per loro natura specialistiche e pericolose.

Possono però essere' alla portata di squadre formate da persone motivate, consapevoli dei compiti e dei rischi e soprattutto addestrate con simulazioni ripetute periodicamente. 30

INCARICHI E AZIONI

INCARICO

ADDETTO

l. Emanazione ordine di eva- Con ordinatore cuazione 2. Diffusione ordine di eva-

cuazione

DESTINATARI Addetti all'evacuazione & Squadra di emergenza

Personale incaricato o sistemi Tutti i presenti di allarme

3. Controllo operazioni di Addetti prepositi delle singole Tutti i presenti nell' area evacuazione: aree - area uffici - area magazzino - area produzione 4. Chiamate di soccorso esterno

Centralino

5. Interruzione erogazione: - gas - gasolio

Custodi, manutentori,

VV.FF. - Enti di soccorso

capisquadra

- energia elettrica - acqua

6. Attivazione e controllo periodico di estintori e/o idranti: - area uffici - area magazzini - area produzione

Squadra emergenza

7. Controllo quotidiano dell a Preposti di reparto praticabilità delle vie d' uscita 8. Controllo apertura porte e Servizio vigilanza cancelli sulla pubblica via ed interruzione del traffico.

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Ditte specializzate o manutenzione interna

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SECONDA PARTE

A LOTTA ANTINCENDIO

Dopo quanto si è visto sulla gestione dell'emergenza in generale, affrontiamo ora un argomento molto importante per la sicurezza negli ambienti di lavoro: l'emergenza causata da un incendio. Per la maggior parte delle aziende si può sicuramente affermare che il pericolo di incendio è il più probabile fra tutti quelli che potenzialmente possono verificarsi. Troviamo conferma di questa affermazione semplicemente osservando la normativa storicamente vigente in materia, la nutrita casistica finora osservata e le strutture esistenti, pubbliche e private, organizzate per la prevenzione e la lotta antincendio. Prima di iniziare la trattazione dei fenomeni legati agli incendi e le loro possibili conseguenze, è opportuno riflettere su una realtà importante: raramente l'incendio si verifica per cause cosiddette naturali o imponderabili.

È stato accertato infatti che nella maggioranza dei casi l'evento è stato determinato da inosservanza di norme tecniche o comportamentali e da imprudenza dell'uomo; evitiamo ovviamente di considerare qui le azioni dolose.

I LA PREVENZIONE Spendiamo quindi alcune parole per ricordare l'importanza della prevenzione degli incendi e della sua costante attuazione a quanti operano nel settore della Gestione dell'emergenza, poiché sarà loro preciso compito promuovere e verificare, nei luoghi di lavoro, l'osservanza da parte di tutti delle regole prestabilite. Fare prevenzione significa principalmente conoscere e non sottovalutare i potenziali pericoli e osservare con attenzione le regole comportamentali di sicurezza. Per gli "addetti ai lavori", vuol dire anche curare la progettazione, l'organizzazione, la gestione e il controllo periodico dei luoghi di lavoro e dei mezzi di rilevamento ed estinzione incendi. 33

L'osservanza delle regole comportamentali limita fortemente la probabilità di innescare l'incendio. Ve ne indichiamo alcune: • non abbandonare mozziconi di sigaretta; • non abbandonare stracci imbevuti di oli, solventi, benzine in luoghi pericolosi; • non usare attrezzature a fiamma libera in modo scorretto; • pulire da depositi oleosi e dalle polveri combustibili le superfici dei locali e dei macchinari; • riporre i materiali combustibili, specialmente se liquidi infiammabili, nelle aree attrezzate a tale scopo. Ricordiamo inoltre che l'ordine e la pulizia degli ambienti di lavoro in genere sono condizioni indispensabili per migliorare la sicurezza anche dal punto di vista igienico e infortunistico.

Progettazione, organizzazione e gestione dei luoghi di lavoro in pratica vuol dire:

• adottare impianti elettrici a regola d'arte con una adeguata messa a terra e la protezione contro le scariche atmosferiche; • rispettare e far rispettare i cartelli indicanti i divieti di fumare e di usare fiamme libere; • se si utilizzano liquidi infiammabili si dovrà controllare se ci sono perdite nei recipienti e serbatoi; qualora fosse necessario asciugare pavimenti o superfici bagnate con materiali idonei, evitando di spargere segatura; • i materiali infiammabili vanno deposti nelle aree designate, lontani da sorgenti di calore, entro recipienti chiusi e non di vetro; • evitare cumuli di segature, polveri combustibili, detriti e rifiuti, depositi oleosi: che costituiscono fonti potenziali di pericolo; • le aree destinate ai mezzi di estinzione incendi (estintori e idranti) nonché le aree destinate al deflusso del personale in condizioni di emergenza, vanno sempre conservate libere, adeguatamente indicate e sgombre da impedimenti.

I ORGANIZZAZIONE DELLA LOTTA ANTINCENDIO Tutti noi abbiamo constatato purtroppo che, nonostante quanto detto finora, gli incendi talvolta si verificano e quindi è indispensabile organizzare un adeguato sistema di difesa che ci consenta primariamente di proteggere le persone coinvolte e di limitare inoltre i danni al patrimonio dell'azienda. Ognuno di noi avrà in questo sistema incarichi diversi a seconda del ruolo e la mansione ricoperti nell'azienda stessa. 34

Il progettista dovrà prevedere, oltre a quanto detto per gli impianti, alcune strutture edili definite propriamente protezioni passive mirate ad impedire il dilagare dell'evento e cioè qualcosa di già presente nel fabbricato senza che venga attivato. Per capire meglio possiamo ora vederne alcuni esempi: • le sponde di contenimento nei depositi di liquidi infiammabili o combustibili servono per ostacolare la diffusione dei liquidi stessi in caso di spandimenti e quindi limitano la zona soggetta all'incendio; • le distanze di sicurezza tra luoghi a rischio e attrezzature o altri ambienti che normalmente non lo sono, consentono di mantenere invariate queste caratteristiche facilitando l'intervento; • la compartimentazione dei locali con muri e porte tagliafuoco rallenta il dilagare dell'incendio resistendo fisicamente agli effetti del fuoco; • le finestrature e cupole apribili facilitano l'evacuazione rapida del fumo provocato dall'incendio; • il trattamento protettivo delle strutture permette di resistere all'azione del fuoco evitando crolli di tetti, solai, ecc.; • le vie di esodo consentono ovviamente alle persone coinvolte di mettersi rapidamente in salvo. La caratteristica che accomuna i sistemi di protezione passiva è quella di contenere, anche se per un tempo non illimitato, l'azione del fuoco per dare così la possibilità ai mezzi di protezione attiva di svolgere le proprie funzioni di lotta antincendio. I Responsabili incaricati dovranno prevedere la presenza di sistemi di protezione attiva che servono a rilevare, controllare e possibilmente estinguere l'incendio. Gli elementi che realizzano la cosiddetta protezione attiva sono: la squadra antincendio, i mezzi di estinzione fissi o mobili, le procedure operative predisposte per il conetto comportamento delle persone durante la fase dell'emergenza. La squadra antincendio avrà sempre un responsabile che si occuperà della gestione globale dell'emergenza in corso e un coordinatore operativo che guiderà in loco gli altri componenti operanti nelle varie fasi dell'intervento. Ricordiamo che la fase di gestione dell'emergenza inizia quando viene percepita la presenza dell'incendio e quindi viene diffuso l'allarme da parte di chiunque sia per primo a conoscenza del pericolo. Tutte le persone presenti dovranno adoperarsi, nell'ambito delle proprie competenze e capacità, affinchè quanto è stato predisposto possa essere attuato in sicurezza e nel più breve tempo possibile. 35

I LA COMBUSTIONE Facciamo ora alcune considerazioni su cosa accade durante lo sviluppo dell'incendio osservando i fenomeni e le sostanze che sono cause o prodotti di tale processo chimico. Per combustione si intende la reazione chimica tra due sostanze: una chiamata COMBUSTIBILE ed una chiamata COMBURENTE. La combustione può essere rappresentata schematicamente da un triangolo dove i lati sono costituiti dai tre elementi necessari affinché questa si possa sviluppare. COMBUSTIBILE: è qualsiasi sostanza in grado di bruciare. COMBURENTE: è la sostanza che consente e favorisce la combustione; il più importante è l'ossigeno ed è quello maggiormente reperibile in natura. CALORE: è la forma di energia che si manifesta con l'innalzamento della temperatura. Un combustibile brucia quando viene a trovarsi ad una temperatura tale che, avvicinando l'innesco, inizia la combustione. I tre elementi che compongono il triangolo sono necessari per lo sviluppo della combustione; se non c'è presenza di innesco possono però coesistere fra loro senza che succeda niente. Se manca o è in quantità insufficiente uno dei tre elementi, anche in presenza di innesco non si sviluppa la combustione. Queste considerazioni sono la base dei sistemi di spegnimento degli incendi che saranno sviluppati più diffusamente in seguito. Il fenomeno della combustione è condizionato fortemente da alcune caratteristiche fisiche dei materiali combustibili. Segue ora una sintetica definizione delle stesse e alcune note che riguardano il loro comportamento.

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I[ I

TEMPERATURA DI INFIAMMABILITÀ Per temperatura di infiammabilità si intende quella temperatura alla quale una sostanza emette vapori combustibili in quantità tale da incendiarsi in presenza di innesco, quale fiamma o scintilla. Questo perché le molecole di un combustibile nello stato vapore hanno una maggiore affinità con quelle dell' aria intesa come elemento comburente. Alcuni combustibili, ad esempio la benzina, già a temperature basse emettono vapori infiammabili; altri, come il gasolio, devono essere riscaldati fino a circa 70°C; altri ancora, come il legno, devono subire un fortissimo riscaldamento. Nel caso dei combustibili gassosi, come il metano, non ha senso parlare di temperatura di infiammabilità dato che si trovano già in uno stato fisico idoneo alla combustione. TEMPERATURA DI ACCENSIONE O AUTOACCENSIONE È la temperatura alla quale una sostanza, in presenza di comburente (p.e. ossigeno), brucia spontaneamente senza bisogno di innesco. LIMITI E BANDA DI INFIAMMABILITÀ Affinché si possa sviluppare la combustione, in presenza di innesco, è necessario che i vapori di una sostanza combustibile ed il comburente siano presenti nell'ambiente in determinate quantità percentuali. Più semplicemente, se nella miscela infiammabile c'è troppo combustibile (limite massimo) oppure troppo poco (limite minimo) rispetto al comburente, la fiamma si spegne oppure non si accende. La banda (o campo) di infiammabilità è la fascia costituita dall'insieme dei valori percentuali che sono compresi tra questi limiti. Ne deriva che una sostanza è tanto più pericolosa quanto più è estesa la banda di infiammabilità.

I limiti della banda di infiammabilità non sono costanti, ma variano con la pressione e la temperatura.

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11

A titolo di esempio, riportiamo nella tabella, i dati caratteristici di alcune sostanze combustibili liquide e aeriformi (gas) .

SOSTANZA

STATO FISICO

TEMPERATURA

TEMPERATURA

DI

DI

LIMITI DI

INFIAMMABILITÀ

AUTOACCENSIONE

INFIAMMABILITÀ

alcool metilico

liquido

11°c

385 °C

6+ 36%

benzine

liquido