Fotti il potere. Gli arcana della politica e dell'umana natura [Prima Edizione] 8874246102, 9788874246106

Le regole non scritte, i meccanismi profondi, le dinamiche eterne del gioco: per la prima volta un protagonista indiscus

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Italian Pages 297 [304] Year 2010

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Fotti il potere. Gli arcana della politica e dell'umana natura [Prima Edizione]
 8874246102, 9788874246106

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La bomba di piazza Fontana fu opera degli americani. La politica è una droga che non prevede disintossicazioni. Governare è far credere.

Peril Vaticano contano solo i soldi. Politici incoerenti? Certo, embè?

I politici sono marionette nelle mani dei banchieri. Non c'è leader p o litico che non possa essere arrestato per tangenti.

La politica è un’arte, cultura e ragione non contano.

La mafia ci appartiene, tanto vale accettarla. I politici si convincono intimamente di quel che gli conviene.

Le grandi potenze ammazzano e torturano. Oltre a ll’Fbi, fu il m ondo e co n o m ico a mettere in piedi M a n i Pulite. . è per questo che Berlusconi finirà male.

La politica ha bisogno d i silenzi e zone d’ombra. Esistono tradimenti doverosi e persino morali.

Le regole non scritte, i meccanismi pro­ fondi, le dinamiche eterne del gioco: per la prima volta un protagonista indiscusso della vita pubblica italiana racconta senza pudore né ipocrisia cos’è e come funziona la politica. Sapientemente indirizzato dal giornalista Andrea Cangini, il presidente Francesco Cossiga mette a nudo il potere e con esso l’uomo che lo incarna. Svela l’arcano, dice l’indicibile, strappa la maschera alla realtà con l’ironia e l’arguzia di chi ha cavalcato I

a testa alta lungo le strade impervie della Prima e della Seconda repubblica. Aneddoti, riflessioni, rimandi storici, vere e proprie rivelazioni accompagnano il let­ tore alia scoperta di verità “scandalose” fino a oggi mai rivelate con tanta schiet­ tezza. La natura del potere, il ruolo del denaro, l'uso dei servizi segreti, la violen­ za, la guerra, le massonerie, i rapporti tra stati, la religione, il Vaticano, la verità, la finzione, i complotti, il caso, il lato di te­ nebra dell’uomo e del politico. Il trionfo e la caduta, la vita e la morte. Impossibile annoiarsi, difficile restare indifferenti.

Andrea Cangini, laureato

in Scienze politiche,

ha quarantun anni, molti dei quali passati a raccontare la politica sul «Quotidiano Na­ zionale». Ha due figli: osservando loro, più che frequentando Montecitorio, ha capito i meccanismi più profondi della natura umana. E dunque del gioco politico.

Francesco Cossiga

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Fotti il potere Gli arcana della p olitica e d ell'u m an a n atu ra

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A Paolo M eli. Ho fatto prima io solo perché hai fatto prim a tu.

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Introduzione

L'immagine che meglio riassume l'essenza della politica è quella dei cavalli che corrono furiosi sul tufo di piazza del Campo, dei fantini che in equili­ brio precario sulla schiena nuda dell'animale si col­ piscono al volto col nerbo, della folla che, divisa in fazioni, esulta o impreca dopo aver volentieri finan­ ziato ogni genere di nefandezza pur di vincere. Metafora della guerra, esaltazione dell'identità, trionfo del complotto e laboratorio del caso, il palio di Siena è, infatti, imo spettacolo ormai per molti incomprensibile. C'è persino chi, amando il cavallo più del cavaliere, vorrebbe abolirlo. Dopo quasi ottocento anni di storia condivisa, di regole natural­ mente tradite e di gesta mai dimenticate, la maggio­ ranza degli italiani guarda al palio e stenta a ricono­ scersi: non ne capisce più il senso, non ne afferra più il valore. Lo guarda come il bambino guarda un gio­ cattolo troppo a lungo ignorato e ormai inutilizzabi­ le. Di più: ripugnante, nella sua brutale violenza. E chi pure dice di amarlo sembra averne rimosso la dimensione tragica vedendone solo il folclore. Nella crisi del palio si specchia la crisi della Politica.

I partiti perdono iscritti, i giornali lettori, le elezio­ ni elettori e i politici sono ai minimi storici negli indici di gradimento. La gente non si fida. Non si fida più. La gente non si fida dei politici (anche) per­ ché non li capisce. E ha smesso di capirli proprio quando loro hanno smesso di parlare la lingua della politica e dello Stato nella speranza di diventare, appunto, comprensibili. Vicini alla gente. Di più: uguali alla gente. Così uguali da apparire mediocri. Così mediocri da risultare superflui. Così superflui da venire, inesorabilmente, disprezzati. Nell'epoca dei numeri e dei ragionieri, parole come stato, nazione, patria, forza e guerra, hanno ormai perso ogni significato recondito e una politica sempre più omologata al conformismo televisivo del politicamente corretto le pronuncia malvolentie­ ri e sempre banalizzandole. Capita così che sia la destra (Berlusconi) sia la sinistra (D'Alema) spieghino contro ogni evidenza, esperienza o studio, il terrorismo islamico alla luce della povertà. Capita che un ministro della Difesa (Arturo Parisi, ma avrebbe potuto sostenerlo chiun­ que altro) in televisione si dica orgoglioso del fatto