Edizione italiana: Selezione dal Reader's Digest/Le Monnier 
Vocabolario illustrato della lingua italiana. Vol. I. A-L [1. A-L, First ed.]

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NUNC COGNOSCO EX PARTE

TRENT UNIVERSITY LIBRARY

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VOCABOLARIO ILLUSTRATO DELLA LINGUA ITALIANA di

Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli

FUNK & WAGNALLS NEW YORK

© 1967 by CASA EDITRICE FELICE LE MONNIER and SELEZIONE DAL READER’S DIGEST

All rights reserved Library of Congress Catalog Card Number: 68-21859

Published by Funk & Wagnalls A Division of Reader’s Digest Books, Inc. by arrangement with Selezione dal Reader’s Digest Printed in Italy

Q

uesto Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana e nato dalla collaborazione fra Selezione dal Reader’s Digest e l’antica e gloriosa Casa Editrice Felice Le Monnier di Firenze, che fin dal 1836 si dedica alia pubblicazione di studi e di testi della nostra lingua e che gia un secolo fa, con il famoso vocabolario di Pietro Fanfani, aveva creato «il primo vocabolario dell’Italia unita». Ormai da alcuni anni la Le Monnier si era fatta promotrice della compilazione del materiale lessicografico per un nuovo vocabolario della lingua italiana, affidandone la realizzazione a Giacomo Devoto e a Gian Carlo Oli, affiancati da un gruppo di specialisti per la trattazione dei termini della tecnica e della scienza, cui il programma dell’opera intendeva riservare parte rilevante. II disegno di quest’opera, concepita per essere di pratica e di generale consultazione, non limitata agli eruditi e ai tecnici, attiro l’interesse di Selezione dal Reader’s Digest, che -giova qui ricordarlofin dal primo numero ha offerto ogni mese ai suoi lettori la rubrica lessicale Arricchite il vostro vocabolario, redatta ormai da lunghi anni da Giovanni Nencioni. Dall’accordo fra le due Case Editrici, in tre anni di cordiale e fattiva collaborazione, e nata l’edizione ampliata, illustrata, riservata ai lettori di Selezione, che vede oggi la luce sotto la nostra sigla editoriale. Un gruppo redazionale di Selezione, pur rispettando rigorosamente i testi originali degli Autori, li ha collegati e uniformati rendendo l’opera funzionale, utile a ciascun lettore, e al tempo stesso al maggior numero possibile di lettori. Questi ne trarranno percio valido aiuto nella corretta interpretazione dell’enorme massa di parole e locuzioni delle Lettere, delle Arti, delle Scienze, delle Tecniche, alle volte anche straniere ma ormai indispensabili, che l’articolatissima vita di oggi utilizza in tutta la svariata gamma dei propri mezzi d’informazione, di comunicazione, di diffusione. A cura del nostro gruppo grafico, grandi tavole a colori e migliaia di disegni, frutto di accurate ricerche specialistiche e atti a chiarire meglio le definizioni e le nomenclature, sono stati elaborati e portati alia finezza di esecuzione grafica richiesta dall’importanza dell’opera e commisurata alle nostre tradizioni editoriali. Selezione dal Reader’s Digest e cosi lieta di presentare un’opera che arricchira la cultura italiana e potra trovare un posto duraturo nella biblioteca di ogni famiglia.

Selezione dal Reader’s Digest

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PREFAZIONI DEGLI AUTORI *



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fiorire degli studi lessicali, lessicografici, etimologici in Italia, siamo lieti di situare nella giusta luce quest’opera che, grazie alia larghezza di vedute di Selezione dal Reader’s Digest, esce oggi cosi armonica nella composizione, cosi puntuale nel tempo. 9 ^ poli attraverso i quali 1 attivita lessicografica si svolge in Italia sono ben noti. A un vertice sta 1’opera del Vocabolano Storico della Lingua Italiana a cura dell’Accademia della Crusca: il suo programma e grandioso e passa i cinquant’anni. Esso ci dara il Tesoro e cioe l’archivio completo di tutte le parole italiane, con i loro contesti, nel periodo che va dalle origini al 1375. Successivamente si avra il Dizionario Storico in venti volumi con citazioni, non piu complete ma selezionate, da opere a loro volta selezionate. A un altro vertice sta il Grande Dizionario della Lingua Italiana di Salvatore Battaglia del quale sono finora usciti 4 volumi (UTET, 1961-1966). Questo costituisce un rifacimento radicale dell’antico fondamentale Dizionario della Lingua Italiana di Nicolo Tommaseo e Bernardo Bellini, che a distanza di circa un secolo riappare come base di ogni consultazione e di ogni ricerca. A un altro vertice infine sta il Dizionario Enciclopedico Italiano (Istituto della Enciclopedia Italiana, 12 voll., 1955-1961 e Appendice, 1963) che ai caratteri tradizionali di un dizionario, sia pure concentrato, associa quelli dell’enciclopedia in modo del tutto degno della sua progenitrice, l’Enciclopedia Treccani. Il Vocabolario Illustrato della Lingua Italiana di Selezione dal Reader’s Digest, nonostante la mole piu ridotta, si colloca «all’interno » di questo triangolo per una sola ragione, sia pure esteriore. Mira cioe a innestare alia struttura del dizionario la ricchezza degli aspetti enciclopedici in quanto si riferiscono a nomi comuni (non propri) e cioe essenzialmente a essere ricchissimo di termini tecnici. In fatto di termini di Zoologia e di Botanica, esso puo vantare una ricchezza mai prima raggiunta in un’opera non specializzata. Gli studi lessicografici hanno potuto rifiorire grazie a quelli lessicali, che hanno avuto largo impulso dall’opera quarantennale di Bruno Migliorini (a partire dal 1925) e dalla rivista Lingua Nostra (a partire dal 1939). Essi sono concentrati non tanto nel «definire» la parola ma nel ricostruirne la storia, e naturalmente nel fissarne la prima datazione conosciuta. L’attivita dei nuovi ricercatori porta a continue retrodatazioni di parole ritenute prima di nascita piu recente. Tutto questo riguarda pero essenzial¬ mente il progresso erudito che sfocia nei grandi dizionari, non in questo. Agli inizi della storia o, piu propriamente, nella sua preistoria, la parola e dominio dell’etimologia: ell’attuale

(*) La responsabilita del lavoro e comune ai due autori indistintamente. Nella elaborazione le parti sono state invece accuratamente distinte nel senso che le direttive di massima, le etimologie e le eventuali rifiniture sono state compito di Giacomo Devoto, mentre la stesura delle definizioni 2 stata opera di Gian Carlo Oli.

ogni parola e come un individuo che a un certo momento si e staccato da una madre. L etimologia descrive l’ascendenza materna da cui la parola si e staccata. L’attivita etimologica in senso scientifico e stata, negli ultimi decenni, vivissima non solo nelle appendici etimologiche dei grarmi dizionari citati ma anche nei dizionari specializzati: il Dizionario Etimologico Italiano di Carlo Battisti e Giovanni Alessio (Barbera, 5 voll., 1950-1957) 5 il Prontuario Etimologico della Lingua Italiana di Bruno Migliorini e Aldo Duro (Paravia, 1950); il Vocabolario Etimologico Italiano di Angelico Prati (Garzanti, 1951); il Dizionario Etimologico Italiano di Dante Olivieri (Ceschina, 1953) e 1 Avviamento alia Etimologia Italiana di Giacomo Devoto (Le Monnier, 1966). A1 di fuori dell’etimologia, lo studio delle parole italiane si propone dunque due obiettivi, quello storico di definirne gli antefatti e quello descrittivo di situarle nel quadro delle altre parole italiane. In quello descrittivo si possono distinguere due procedimenti: l’indiretto e il diretto. Il procedimento indiretto mira a definire le parole per se stesse, cioe attraverso citazioni opportunamente scelte di passi, in modo che il lettore integri e perfezioni quello che gli viene fornito come materia prima. Il procedimento diretto offre invece una definizione« a cura dell autore », risparmiando lavoro al lettore ma influendo anche sulla sua sensibilita o perfino divergendo da questa: ogni definizione, per quanto documentata, e sempre opera di interpretazione e percio individuale. Un vocabolario descrittivo redatto secondo il metodo diretto ha il vantaggio della originalita e della possibility di essere «letto » anziche solo consultato; esso ha tuttavia 1 inconveniente di essere fatalmente ineguale perche il redattore lo compie attraverso anm di lavoro, durante i quali la sua sensibilita e capacita di giudizio non possono essere costanti. Nonostante le apparenze, il metodo diretto si identifica con l’opera fortemente individuale dell’artigiano, mentre quello indiretto richiama piuttosto, per analogia, l’impersonalita del lavoro industrial. Questo e dunque un dizionario descrittivo, arricchito di cenrn sulla preistoria delle parole, con definizioni ottenute secondo il metodo diretto. In questa eta fortemente industrializzata e da una citta fortemente meccanizzata come Milano, esso aspira a portare ai suoi lettori un soffio di aria libera (con i rischi -se vogliamo essere spiritosi- di qualche infreddatura), con l’aspetto cordiale e accogliente del prodotto artigianale. In cambio, il lettore e invitato a dialogare e non semplicemente a sottomettersi o ribellarsi. Noteremo infine che la larghezza assegnata ai tecnicismi ha posto problemi tecnici grossi. Ci siamo trovati di fronte ad nna terminologia latina (spesso barbarica) che era necessario italiamzzare o a dubbie italianizzazioni gia esistenti. Questo processo pone, accanto a problemi dalla soluzione automatica come la eliminazione delle consonanti aspirate (th, ch, ph) e dell’jy, anche problemi di incerta soluzione come l’assimilazione o meno dei gruppi ct e pt in tt. La soluzione non puo essere urnca: a volte deve prevalere quella gia consacrata dall’uso. Ci sono inoltre nomi strettamente tecnici e percio piu isolati, che non ci siamo sentiti di italianizzare con grande rigore e che rimandano a quel quarto sistema fonologico dell’italiano che la crescente mescolanza con elementi stranieri fatalmente fara subentrare al terzo sistema attuale (cfr. Giacomo Devoto^Profdo di Storia Linguistica Italiana, La Nuova Italia,Firenze, 1964, v. pagg. 149151). Anche nella morfologia ci sono problemi per i quali parole di origine greca, terminanti in -is in greco, devono essere italianizzate ora in -z, ora in -ide ed ora in -ite. Questi sono i punti su cui aspiriamo a essere giudicati. Osservazioni sulla ricchezza maggiore o minore di parole o di esempi, statistiche sui vari autori citati, superfluita e omissioni sono meno divertenti e istruttive proprio perche inevitabili: terremo conto anche di queste, senza ardere pero di particolare riconoscenza. Gli autori ringraziano la redazione di Selezione dal Reader's Digest che, pur nell’impegno di rispettare rigorosamente le loro intenzioni, ha trasformato in materia viva, atta a essere utilizzata e diffusa, la massa ancora un po’ rozza del materiale ad essa fornito. Ringraziano pure Selezione, che con la larghezza e l’eleganza che le sono proprie li ha tanto rallegrati e soddisfatti anche sul piano estetico della presentazione. Le istruzioni particolari per la consultazione si trovano nelle pagine delle Awertenze.

Giacomo Devoto

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all inizio del VII libro del suo celebre Tom Jones suggeriva altezzoso, a quanti non avessero il« privilegio » di essere « ammessi dietro le quinte di quel grande teatro che e la Natura », di «limitarsi a comporre dizionari o grammatiche ». Non credo che oggi si troverebbe un solo cultore della lingua -tecnico, professionista, dilettantedisposto a riconoscere a se rivolto un siffatto suggerimento: se non per altro, in nome di un’ambita e legittima direttiva di « sensibilita» indissociabile dall’abito sia pure strettamente scientifico del linguista. E sebbene i dizionari tradizionalmente soggiacciano -come tutti i lavori piu o meno a torto considerati di compilazione e di manovalato- agli effetti di una diffusa opinione perentoriamente limitativa e larvatamente ostile, non e detto che la loro pratica destinazione, la loro funzione spesso limitata ad un empirica utilizzazione siano inconciliabili con ipotesi ed esigenze di una certa portata e di un certo rigore. Forse mai come in questi anni al lessicografo e accaduto di trovarsi sollecitato da un contesto particolarmente autorevole ed esteso di motivi di studio e d’interesse: la semantica o « scienza del significato», se da un lato ha acquisito una sua autonomia ed un solido prestigio nella cultura ufficiale (fra i piu recenti e piu noti cultori basti ricordare Richards, Whorf, Trier, Robinson, Ullmann, Pagliaro, Schaff) dall’altro, come teoria dei segni e dei simboli, ha fornito il punto di partenza per alcune delle piu importanti messe a punto del problema del conoscere nel pensiero contemporaneo (Russell, Cassirer, Carnap, Husserl, Wittgenstein, Merleau-Ponty, Kiing); mentre non e raro il caso di studiosi affermati e di accademici che se ne fanno fervidi ed appassionanti divulgatori (Guiraud, Ch. Morris, De Mauro, lo stesso Ullmann, Klaus, Antal). La presente opera vorrebbe -pur coi limiti di ogni specie (non esclusi i motivi di contraddizione, disagio, sconforto) che la compilazione e il compimento di lavori del genere fatalmente implicanoproporre l’esigenza di un rinnovamento nella lessicografia almeno al livello -come dire ?- del «buon senso »: hvello talvolta difficile o insospettato, se per esempio teniamo conto di quanto poco, negli ultimi vent’anm, siano stati utilizzati i rilievi e i suggerimenti, autorevoli e direi anche coraggiosi, fatti all’indomani della pubblicazione del primo ed unico spezzone del cosiddetto Vocabolario delVAccademia (1941 •' Giacomo Devoto, in Lingua Nostra, poi in Dizionari di ieri e di domani, Firenze, Sansoni, 1950). Con questo non vogliamo certo tacciare di formalismo e di meccanicita l’opera di quanti ci hanno preceduto, e dalla quale del resto abbiamo largamente attinto; tanto piu che, pur ripudiando costantemente qualsiasi atteggiamento di supina accettazione delle consuetudini, ci siamo di proposito attenuti, in moltissimi casi ed a ragion veduta, soprattutto per non disorientare il pubblico degli utenti del libro, ad una impostazione tradizionale. La definizione della parola, com’e risaputo, dovrebbe consistere nella descrizione di quella o di quelle « possibility di significare», di quei « significati», cioe, che l’istituto linguistico consente di riconoscerle; ma, d’altra parte, le parole non sono «proprietarie» di significati: ciascima consente di esprimere -in una, due o piu direzioni- quanto e fin dove e consentito da una, due o piu linee di confine (che altro non sono se non l’inizio dell’area della parola o delle parole limitrofe). Per esempio, a che punto non sara piu pertinente dire soave o attraente o grazioso, ma dovremo dire leggiadro ? Quanto di astratto puo esserci nella formulazione di questa ipotesi si risolve in pratica nell’esercizio corrente della nostra attivita comunicativa, ed e quanto fa si che i nostri discorsi abbiano prima un senso e poi un’intonazione sicuramente qualificabili. Il primo pericolo e dunque di definire le parole come enti assolutamente autonomi. Ma a questo punto, una volta presi dalTimpegno e dal gusto della definizione «pertinente e comprensiva al massimo », ecco che corriamo il rischio di cadere nelTastratto: chi ci garantisce che l’utente frettoloso non preferirebbe, a lato di un termine, qualche espressione empiricamente sinonimica o qualche esempio anche banale? Fino a che punto l’astrattezza puo scoraggiare o indisporre? Fino a che punto deve valere -senza diventare puntiglio- l’ossequio ad un’assidua e legittima fedelta all’ordine logico ? Affrettare, mettiamo, richiama i concetti delYaccelerare e dATanticipare (affrettare il passo, affrettare le nozze): il primo tentativo di definizione: compiere in un tempo inferiore al consueto 0 al enry Fielding,

previsto lo sentivamo incompleto; compiere (o far compiere)... lo sentivamo pedante; indica compimento entro un tempo inferiore al consueto o al previsto non era per caso troppo astratto? Altro problema e quello della distribuzione dei significati, delle « accezioni». Non sempre e possibile irrigidire la definizione nelle discriminatissime e non comunicanti categorie di una serie, o di«astratto» e «concreto», «proprio» e «figurato»,«generico» o «tecnico», «attuale» o