Mysterium salutis. L'evento Cristo (parte II) [Vol. 6] 8839900063, 9788839900067

MYSTERIUM SALUTIS (12 volumi): L'opera, caratterizzata innanzitutto dalla internazionalità degli autori, è concepit

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Mysterium salutis. L'evento Cristo (parte II) [Vol. 6]
 8839900063, 9788839900067

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SALUTIS

6

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MYSTERIUM SALUTIS Nuovo corso di dogmatica come teologia .della storia della salvezza

a cura di ]. FEINER

e M.

LbHRER

cdii.ione italiana a cura di FERNANDO Vl'l"TORINO JOANNES

QUERINIANA - BRESCIA

L'EVENTO CRISTO

con la collaborazione J i JUAN ALFARO HANS URS VON BALTHASAR HUMBERT CORNÉLIS NOTKER FUGLISTER . ALOIS GRILLMEIER ADALBERT HAMMAN . WALTER KERN ELMAR KLINGER . HERIBERT MUHLEN ALOIS MULLER . RUDOLF SCHNACKENBURG RAPHAEL SCHULTE . CHRISTIAN SCHUTZ PIET SMULDERS HERBERT VORGRIMLER . DIETRICH WIEDERKEHR

parte [[

seconda edizione

QUERINIANA - BRESCIA

Titolo originale dell'opera: MYSTERIUM SALUTIS Grundriss heilsgeschichtlicher Dogmatik Benziger Verlag - Einsiedeln

prima edizione aprile 197r seconda edizione ottobre 1973

© ©

1969 by Benziger Verlag - Einsiedeln 1971 by Editrice Queriniana - Brescia

Con approvazione ecclesiastica

SOMMARIO

Collaboratori 9 I misteri della vita di Gesù Considerazione storica sui misteri di Gesù in generale - I misteri della 'preistoria' di Gesù (Raphael Schulte) - I misteri della vita pubblica e della attività di Gesù (Christian Schiitz).

17r Mysterium paschale (Hans Urs von Balthasar) Incarnazione e passione - La morte di Dio come luogo origmario della salvezza, della rivelazione e della teologia - Il cammino verso la croce (venerdl santo) - Il cammino verso i morti (sabato santo) - Il cammino verso il Padre (pasqua),

4r3 Gli effetti dell'azione salvifica di Dio in Cristo (Alois Grillmeier) Premesse - Il messaggio biblico sugli effetti dell'azione salvifica di Dio in Cristo - La dottrina post-biblica degli effetti dell'azione salvifica di Dio in (',risto.

495 La posizione e la cooperazione di Maria

nell'evento di Cristo

( Alois Miiller) Questioni preliminari generali e cenni storico-teologici -- Un pnnc1p!O mariologico fondamentale? - I misteri precedenti l'evento centrale - ~:~vento centrale: la maternità di Maria -· I misteri che seguirono l'evento centrale ·Termine della vita terrena di Maria e sua glorificazione - Maria e la re ~he è. 'GesÒ Cristo', in quanto Figlio di Dio inviato da Dio (Padre) nella carne de! pècèato per redimere e perfezionare l'umanità e il mondo, non può mai trattarsi, per nessun fatto della sua vi1a che prenderemo in considerazione, anche 2 J>,·r un approfondimento possiamo rimandare a quanto abbiamo esposto s11l modo della rivelazione di Dio (Padre): Alystcri11111 Salutis n/1, pp. 78-Bi.

MISTERI DEI.I.A 'PREIS1'0RIA' DI GESÙ

se l'oggetto è senza alcun dubbio la 'vita' terrestre di Gesù Cristo, di «Storia(e) dell'infanzia o dell'adolescenza umane» di Gesù. In questo contesto di idee, infine, l'usuale espressione 'storia dell'infanzia' si rivela COIJ:l~ teologicamente inservibile, come un conc~ttO va1ìdò; .fo realtà, pe1 designare urùi. "visioriè imparziale e teologicamente obiettiva della realtà (o meglio delle persone). Ma non possediamo nessuna ~toria (né 'leggenda') sulla_ vita di Gesù Cristo in quanto bambino, cioè. su°lf~ azioni, parole o fatti della vita di Gesti che appartengono a questo genere di racconti dell'infanzia, cosl come avviene usualmente e legittimamente quando si scrive la biografia di un uomo famoso. (Come si vedrà più avanti, il fatto che nel NT si parli della nascita

  • ; (inclusi, per es., tutti i tratti umanamente legittimi) e quanto dice Le. 2,51: «Egli era loro sottomesso nella obbedienza» (cf. inoltre Gal. 4,4 ecc.). Perfino le notazioni sull'amicizia. ;:li Gesù con i fratelli e sorelle di Betania, nonostante sia possibile presumere che cì fossè iiìi"'iappofro urriai1ò -personale di amore e conversazioni amichevoli, rivel!!!lO u11a. spec:i_ale, gr~p~is_sima sobrietà, anzi un. certo distacco delle persone tra loro (ciò risulta cvid~ni:e-se si pensa all'intimità dell'amicizia umana che si realizza nell'ambito dei rapporti tra gli altri uomini). Tutto ciò nasconde e vela ogni aspetto umano priv_ato della vita del figlio delf\;of!1o-. A-nzi, a ben-gi.iardai:e, non si può non notare la cor.t:isponcte-nza;mJììi, tra il rivelarsi (!btoxa.À.V7t"t'ECTfrcu) di Dio e del mistero di salvezza in Gcsi:1 da una parte e il progressivo occultarsi dell'aspetto umano (privato) dall'altra, nella misura in cui l'umano non appartiene al pubblico, cioè rivelante signum salutis e quindi nemmeno alla rivelazione, cioè al divenire-pubblico dell'opera salvifica divina in Gesù. Da quanto s'è detto risulta anche quanto sia, di fatto, poco obiettivo . dividere la vita di Gesù, senza aver ben riflettuto, in . vita 'n~scosta' e vita 'pubblica'. Possono certamente esserci dei motivi e delle occasioni per parlare, in certi lnoghi, in questo modo. Tuttavia se si vuole usare un linguaggio teologico appropriato e, di conseguenza, ci si colloca da un ar,golo visuale teologico-cristologico, un tal modo di parlare e questa divisione della vita di Gesù

    :vtISTERO DELL 1 EVEN'fO DF.LL'INCARNAZIONF.

    Cristo, nonché l'inquadratura e il giudizio teologici corrispondenti, possono condurre in errore. Perciò non si può lasciarsi guidare dagli aspetti ~~tit_l:!_tivi o_ da alt_ri -~h_f'.__1_!9n_c:~!rispondono alla rivelazione concretamente avvenuta. Decisivo non è il numero degfi ascoltatori, la loro eventuale appartenenza alla classe 'ufficiale' in Israele o nella chiesa (nascente), per staHlire se un avvenimento della vita di Gesù Cristo (in quanto sviluppo dell'unico mistero, che egli è e realizza) abbia carattere 'pubblico'. Tu_tto ciò che ci è presentato nella sacra Scrittura, cioè nella rivelazione in quanto 'dato tradizionale' della chiesa, partecipa al carattere di rivelato e di rivelazipne di Gesù Cristo stesso ed è perciò eo ipso 'mistero pubblico di_ salvez~~·-'._ Ciò che ne1la vita di Gesù non aveva questo carattere (e possiamo ammettere che nella sua vita ci siano stati certamente molti elementi di una 'normale', 'privata' vita umana, i quali forse sarebbero stati anche, umanamente parlando, 'degni di essere conosciuti' e non solo per un'esagerata curiosità) non è entrato a far pa.rte c!ella tradizione della chiesa - _per quanto c10 pv.>3a essere stato raggiunto dallo Spirito di Dio e di questo Gesù Cristo.

    1.

    Il mistero del!' evento dell'incarnazione. Concezione e nascita di Gesù Cristo

    In questo paragrafo, come primo dei misteri della vita· di Gesù Cristo_ tratteremo del fatto dell'incarnazione. Già ne abbiamo parlato più sopra, quando ~bbiamo cercato di ri![(!tte:re sull'e'!e!J-_tC!_.QL_ç_Eisto in quanto opera del Padre.3 Già l'abbiamo potuto considerare com--equelf'evenfo temporalmente puntuale, nel quale il Logos divino obbedendo alla volontà salvifica del Padre assume la carne del peccato ed entra così nella storia con un modo umano di esistenza. Questo evento temporalmente puntuale è perciò, per cosl dire, i~ 'punto di contatto' tra l'eternità divina da una parte, nella quale il Figll~--è -~e-mprepresso lf"P~dre (d~~--r ;1· ss.rs·;--Eph."--2 ,6 )-ma è anche già _nel mondo che fu creato per mezzo di _lui (cf Jo. r ,3. IO; 1 Cor. 8,6), e la vicenda storico-temporale -dell'~manità dall'altra. 3

    Cf. My.rterium Saliitis m/r, cap.

    2

    (in preparazione).

    ·P

    i\11:-;TFIU DELLA 'PREISTORIA' llI GES{J

    Questa venuta del Logos di Dio nella storia umana, in quanto inizio dell'esistenza umana dell'uomo-Dio Gesù Cristo, qui deve essere co-nsìderaia coD:ieJalfo, come azione del Logos, proprio come il suo abbassamento e la sua vénuta in mezzo a noi. L'incàrnazione è già stata studiata tematicamente, sotto diversi aspetti, nei capitoli precedenti, principalmente sotto l'aspetto cristologico-ontologico dell'unione ipostatica. Qui dobbiamo riflettere e cercare di comprendere l'incarnazio.Q.e .Q.(!I suo carattere di evento, corrispondentemente all'intenzione di questo capitolo dedicato ai 'misteri della vita di Gesù Cristo'; ora dobbiamo occuparci dell'evento che sta alla base dell'ÈyÉVE'tO di Jo. I,14. Questo carattere di evento e, in pari tempo, ~i mistero del fatto dell'incarnazione sta in primo piano nelle affermazionf -bibliche. I problemi ontologici, che più tardi giustamente si imposero, passano qui )n secondo piano di fronte all'annuncio del fatto. «Quando giunse la pienezza dcl tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da una donna, posto sotto la legge, per riscattare quelli che erano soggetti alla legge» (Gal. 4.4 ss. ). Ciò che qui Paolo dice di Dio Padre, della sua volontà salvifica e del suo invio, nella lettera ai Filippesi viene presentato come azione del Figlio: «(Gesù Cristo), avendo forma di Dio, non ritenne di trattenere per sé aq ogni costo come suo bene I'ess~re uguale a Dio; esinanì invece se stesso, prese la forma cli servo, divenne simile agli uomini e fu ritrovato all'aspetto come uomo» (Phil. 2,6 ss.). Parimenti dice il vangelo di Giovanni: «Il Logos (che era nel mondo, e mediante il quale il mondo fu creato) si Lfai~t() ca~_!le _e __ba ___E!eso dimor3:fra_noi» (]o. i,14 e IOi cf. anche 1 'fon. 3,16). L'inizi; dell-~--fettcra agliÉ'.brei, con grande solennità, mette in luce il contesto storico-salvifirn e la funzione rivelatrice, già accennati in Gal. 4A ss., dell'ingresso del Figlio di Dio nell'esistenza umana: «A più riprese e in piì:1 modi Dio ha parlato, fin dall'antichità, ai padri per mezzo dei profet~ Ora, alla fine dei giorni, ha i:arlato a noi mediante il Figlio, che ha costituito crede cli tutto e mediante il quale ha anche creato l'universo. Questi e fulgore della gloria e impronta della sostanza di lui» (Hebr. 1,r ss.). a) Da questi e da altri testi simili risulta chiaro che l'ingresso del

    MISTERO DELL'EVENTO DF.!.I.'!NCARNAZ!ONF.

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    Logos di Dio, nella sua qualificazione storico-salvifica, nell'esistenza umana dipende totalmente dalla libera iniziativa di Dio Padre. Ciò è già suggerito dall'espressione ,-pienezza def~-empo'--(cr. -Gal. 4.4; Mc_ l,15; Eph. 1,10). Anzi, Dio stesso già dall'eternità aveva fissato _e stabilito questo momento (cf. Eph. I,4; I Cor. 2,7; 2 Cor. 1 ,20; Col I ,2 5 ss.; r Petr. 1 ,20 ecc.). Tuttavia, nonostante ogni provvidenziale preparazione e preannuncio dell'Antico Testamento, dipese completamente dall'inafferrabile, libera disposizione di Dio stabilire questo momento entro il corso della storia dell'umanità, dato che suo Figlio doveva venire nella carne del peccato, come membro della stirpe umana. Quando sarebbe giunto il tempo di Dio e quindi__s11rebb~-~S:Q~~ata l'ora di Cristo in mezzo allo scorrere degli anni, non era determi;-;bTie--da nessu!ùi poienza--o fotelTigeriza ier~eria, né poteva (!S~ere indicato da un profeta accreditato da -:f)fo. Perciò il significato dell'espressione neotestamentaria 'pienezza d~J tempo' (cf. Gal. 4Ai Mc. 1,15; Eph. 1,10) appartiene--al ·vero e pr9.pxig~sJ:cro cli Dio; noi non possiamo che costatarne l'esisteJ)_Za di fatt~, -e precisamente in base al fatto salvifico dell'inizio storico dell'esistenza di Gesù Cristo, il Rivelatore di Dio vero e proprio, derivante unicamente e totalmente dall'iniziativa divina . ., Soltanto in quant9 mistero in questo senso, quel momento realmente :' da_tabile dell'incarnazione è teofogica!Tierite 'signifj~ativo'. -E come tale non è computabile nemmeno dopo l'evento, neppure in base ai passi della sacra Scrittura riguardanti la pienezza. Noi quindi non possiamo che professare la nostra f_ede nell'insond~bile onnipotenza di Dio, la quale possiede una tale libertà di disporre che, anche en1:~-~ if l:~mpo della rivelazione e della salvezza già da essa iniziato e storicamente evolventesi per noi, poteva stabilire liberamente questo unico momento come inizio decisivo di un'esistenza umana, la quale è propriamente (e un.icamente) l'esistenza dell'inviato figlio di Dio. Se siamo autorizzati ad attribuire al tempo dell'evento di Cristo, quindi al tempo della vita di Gest Cristo, in erCiò la nasdta di ·Gesù Cristo, proprio perd1é la profondiù .clel suo mistero era nascosta, in questo evento, sotto il suo essere-uomo, è _il pubblico-efficace (se_grz_o 4i Dio, che qui è nat~ _l!~__l!é'!'.()_uomp. Que~to i~fatti c:Ì~~(;va essere l'annuncio: Emmanuel! (cf. Mt. r,22 ss. nella teologia di Matteo). Doveva anzitutto essere apertamente svelata, per così dire, la realtà di un vero uomo, affinché poi per mezzo di lui e in lui Di~-~irivelassè~ Questa nascita dice che «la p_ersona di Gesù Cristo è -~l_ f'iglio reale di una madre reale, ambedue realmente nelmodo in cui lo_ sono-tiùffgH alfr1fìgli delle altre madri: il Figlio nato dall'amore, dalla carne e dal sangue di una madre. Così e non di9 Cf. il capitolo xi: 'La posi1.ione di :viaria e la sua collaborazione nell'evento di Cristo'.

    .\.11STFIHI l.ll-".1.1. °F\'FNTO DFl.l. 1 INC,\IP...,Ai'lONr

    J3

    versamente è nato anche Gesù Cristo. In questo senso pieno egli è anche uomo». 10 Ora, che questo uomo sia anche il Figlio cli Dio potrebbe venire conosciuto e accettato per fede soltanto mediante un' 'ulteriore' rivelazione, manifestazione e convalidazione divina. La stessa Maria non era esentata_ da questa legge dell'autorivelazi~r:ic:_divin--;. Ciò che l'angelo le ~n~~~~iÒ-e dò die essa sperimentò in se stessa e poi generò, le fu accesajqjle e vicino solo in virtù q_ella fede"' __ «Il Santo che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di bio» (Le. 1,35).

    Per quanto concerne la nascita, non discutiamo qui della semplicità e sobrietà con cui se ne parla in Lqca con espressioni molto concise; ancor più modesta è la proposizio~_ dipe~dente di M11tteo. La vera e propria manifestazione della nascita del Messia fu affidat~ al su~cessivo a1m:g!1cio dell' 'angelo del Signore' (Le. 2,9; d. r,11 ). Questo angelo, come anche la luce della 'glorfa del Signore' (Le. 2,9; d. kabod nell'A.T.), fa conoscere che pio (J?adre) stesso fa riyelar~_e an_tlunciare quale sarà il senso e la portata di quest-'or.i e qi_ questo fanci~Ii~ -(d. ~n~he Le. rn,22 ss.): Alla promessa-Ciel segno di c~-;;fe~~a --dato ai pastori segue il canto di lode degli angeìi. «Il loro inno di lode, imparentato con quellc_i ~~l popolo in _occasione dell'entrata di Gesù in Gerusalemme (cf. Le. r9a8), è destinato al Messia che fa il suo ingresso nel mondo (cf. Hebr. x:6"),-e-può quindi a ragione venir c~nsid~~at~-~me µn'acclamazione _messianica».11 «Gloria a Dio nei cieli altissimi e pace in te~·~~ agli uomini -::f~Cs~o beneplacito!» (Le. 2,14). In queste parole è espresso tutto il significato salvifico di quest'ora, ''~nza neppure nominare il bambino! Anche questo può essere visto come un adempimento del nascondimento della gloria divina d~ parte del Figlio: il mistero della vita di Gesti Cristo è anche in quest'ora il silenzio, la miseria e lo stato cli ;bbandonq di u11 lJimbo, che tutt"àvTa,'Tn qtiant~-M~ssi;, è nato «nella città di Davide» (Le. 2,1 I) ed è «colui che sarà grande, sarà chiamato Figlio dell'Altissimo e il suo regno non avrà fine» (Le. 1 ,32 ss.). KD

    IO

    K.

    BARTH,

    Il

    J-

    Sedienza ai suoi ~,;niaiièlameni"f" à (a niral. Ohcrlr!_C)rico, che in Marco viene risuscit~Ì:o insieme con l'accenno al suo nome. Sono soprattutto i padri della Chiesa che ammettono questo contenuto implicito del Nuovo Testamento, lo liberano dalla sua esistenza embrionale e riempiono la scena del battesimo di Gesù con una serie di ricordi concreti. L'ampie~a del te~tr1if1~_Qic~1~c1_~Q_~ comprende, storicamente considerata, temi come la lotta di Giacobbe e la traversata del fiume (cf. Gen. 32,23-33), il passaggio di Giosuè 28

    Cf.

    W.

    W1LKENS,

    op. cit.,

    :>9.

    29 Cf. H. W. BARTSCH, 'Die Ta11fe im Ncucn Tesiamcnt', in

    Ilv'l'b 8 ( 19+8/+9) 88: O. Kuss, 'Zur vorpaulinischcn Taulkhre im Ncucn Testamcm', in O. Kuss, Auslc?.ung umi Vcrkiindigun!!. I, Regcnsburg 1963, pp. 98-t1.o; J. St:!l1'ELDER, 'Dcr historischc .Jesus uncl dic urchtistlichc Tanfc', in H.

    DCI' histm-ischc Jcs11s 1111d ::'

    tfrr kcl'y~matischc

    H.1srnw-K. MA'I"I'llIAE (a cura), 2 r961, pp. 530-542;

    Cbri.rtu.