La ceramica nello scavo archeologico. Analisi, quantificazione e interpretazione 9788843079407

La ceramica costituisce il materiale più frequentemente rinvenuto negli scavi archeologici e quello più utilizzato non s

553 147 5MB

Italian Pages 102 Year 2016

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

La ceramica nello scavo archeologico. Analisi, quantificazione e interpretazione
 9788843079407

Citation preview

La ceram.ica nello scavo archeologico Analisi. quantificazione e interpretazione

Monica Ceci, Riccardo Santangeli Valenzani Carocci editore

@ Studi Superiori

Carocci editore

@ Studi Superiori

La ceramica costituisce il materiale più frequentemente rinvenuto

negli scavi archeologici e quello più utilizzato non solo per la datazione degli strati e delle strutture, ma anche negli studi di storia economica e nella ricostruzione dei flussi commerciali dell'antichità. L'utilizzazione dei reperti ceramici per queste analisi presenta dei problemi teorici e pratici di notevole portata, spesso sottovalutati negli studi archeologici, a cominciare dalla difficoltà di calcolare la reale quantità di oggetti rinvenuti, e i rapporti quantitativi tra le diverse forme e produzioni. La bibliografia esistente su questi temi, peraltro ampia, nella maggior parte dei casi richiede competenze matematiche e statistiche di cui gli archeologi, per lo più di formazione umanistica, sono generalmente privi. Lo scopo del libro è esporre tali argomenti in modo discorsivo, riducendo al minimo indispensabile l'impiego di un linguaggio tecnico e di formule complesse. \I ,,niI;

. ... ..-Ì

lt

~ ,

.. ~

','-J

'>"'

',I

',

Fonte: Ceci (2.013, p.

4,

fig.

1).

~#~~~~~~~~~~~~ ~~~~~~~~ 7 1 ._o '> .,oo' '),oo ._oo '),oo' .,o0' ~oo' ,oo boo' ,,oo'' ._oo'" 0 o,'> ,_oo'" '- 0 o,

o ,,._''\ o

,1 ,.'+P

0

,o" oo·\o·\0-'\.b\.1•'•"'.,,, o•',,, ,, ' ' ' • s b ,o ,o o o·' o·' •'' .,,, ,,, ,,,, ••' ,,,,._'ti ,,._, ,'> s, :, ,,._, ,'> ~~ ~~~~~~~~~~#~~~#b -, ,._o '> ,._,.. ,._, ,._lii "' ,._~~~ ,._'\ ,._.,

o

1.000

2..000

3.000

4.000

s.ooo

6.000

Grafico che mostra la distribuzione cronologica dei reperti provenienti dai Fori Imperiali: la linea superiore mostra la totalità dei reperti, la linea inferiore i soli reperti in fase, lo spazio tra le due rappresenta l'area di residualità

4. RICOSTRUIRE LA STORIA ATTRAVERSO GLI OGGETTI

grandi accumuli depositati dopo l'abbandono dei Fori, quando si è reso necessario rialzare i livelli a causa dell'impaludamento o per riconvertirli in vigne e orti con l'apporto di terra adatta alla coltivazione e accuratamente privata dei grossi inclusi. Per questa ragione, in questa parte del grafico, la linea superiore che corrisponde al totale dei frammenti è così significativa, mentre la linea del materiale in fase è decisamente modesta, se non pari a zero. L'area di residualità, cioè la distanza tra le due linee, è particolarmente evidente e significativa, poiché mostra il carattere di materiale non in fase della maggior parte della ceramica antica e tardoantica rinvenuta nell'area, che proviene da azioni positive, quindi di accumulo. Inoltre essa costituisce anche un'interessante evidenza in negativo, testimoniando un'azione di asporto avvenuta in altri luoghi, più o meno vicini, da cui provengono le terre e che dà indicazioni su quale sia l'epoca di formazione dei contesti di provenienza delle terre di riporto. Come esempio dell'applicazione di questo metodo per l'analisi delle fasi di un singolo monumento, si presenta il grafico relativo alla stratificazione del Foro di Cesare (FIG. 4.rn ). La curva dei materiali in fase mostra in primo luogo le trasformazioni medio e tardorepubblicane, quindi il susseguirsi dei livelli di frequentazione precesariani, per arrivare alle fasi costruttive di età cesariano-augustea. Queste ultime comprendono la pavimentazione del Foro, con gli strati di preparazione e il massetto, e un condotto fognario (per le varie fasi di costruzione e trasformazione delle aree forensi cfr. da ultimo Meneghini, 2009 con ampia bibliografia precedente). La linea scende per risalire nel V secolo, periodo in cui è attestata l'attività della fornace metallurgica all'interno della taberna, dietro il portico occidentale (Delfino et al., 2013, pp. 96-rn1). Tra VII e X secolo segue un lungo tratto di assenza o quasi di notizie. Questo dato sembrerebbe contraddire le evidenze archeologiche, visto che alla fine dell'vm secolo è datata la costruzione di due capanne di legno di forma rettangolare (Santangeli Valenzani, 20n, pp. 46-7, fig. 3.rn ). Il motivo della mancanza di materiale ceramico in fase ha però diverse spiegazioni: può indicare l'effettiva assenza di attività o la presenza di attività che lasciano poche tracce oppure,

FIGURA 4.10

,-.0 "

I

,,0 " 0 o'"

Fonte: Ceci (2.013, p. 7, fig.?).

~#~

0

100

2.00

300

400

500

600

700

800

900

1.000

-. •

e

e

W

••

e

e

.Il

,..,o,o, ,._o,0, ,;o,°' ,llio,O, ,,o,°' ,1,0,°' ,10,°' ,°'°'



Fr. in fase

-1

--O-- Totale fr.

##~~~##~#~#-~~~s~~ #~ I '>0 '> '>' '>o '>lii ~ '>'0 '> \ '>"

-.:°'°'

Grafico che mostra la distribuzione cronologica dei reperti provenienti dal Foro di Cesare: la linea superiore mostra la totalità dei reperti, la linea inferiore i soli reperti in fase, lo spazio tra le due rappresenta l'area di residualità

4. RICOSTRUIRE LA STORIA ATTRAVERSO GLI OGGETTI

come in questo caso, può visualizzare attività in negativo, cioè di asportazione. L'area occupata dalle capanne di VIII secolo, infatti, è stata rasata, al punto che non sono stati rinvenuti neanche i piani pavimentali. Tuttavia il confronto delle due linee, quindi l'area di residualità, mostra cosa è accaduto e permette di ricostruire l'entità di una fase, quella appunto delle capanne di legno, che ha lasciato scarsissime tracce in giacitura primaria, ma che è ben visibile, grazie ai materiali a essa relativi rimasti in circolazione come residui, nella stratigrafia successiva. Segue poi la fase delle coltivazioni e delle domus terrinee e poi di nuovo solo materiali residui per il periodo rinascimentale e moderno. È evidente che, trattandosi di una prima sperimentazione del metodo su scala urbana, sono risultate inevitabili alcune approssimazioni, in particolare per quanto riguarda alcune classi di datazione approssimativa o di lunga durata (come ad esempio le anfore), che possono condizionare i dati della media ponderata e attribuire una rilevanza maggiore di quella effettiva ad alcuni periodi. Nonostante queste limitazioni, i risultati conseguiti mostrano le ampie possibilità di questo approccio nell'analisi delle trasformazioni urbane. Nelle prossime esperienze sarà quindi necessario giungere a delle cronologie più raffinate e, ove possibile, calcolare le medie più sui tipi che sulle classi.

Glossario

Campione {statistica): sottoinsieme di una popolazione (v.), individuato in modo da consentire, con margini di errori contenuti, la stima di determinati valori dell'intera popolazione.

Cerchiometro: stampato predisposto con una serie di cerchi concentrici posti a distanze regolari, utilizzato per determinare il diametro di un frammento di orlo e la percentuale di circonferenza conservata (cfr. PAR. 3.2.2).

Contesto archeologico (archaeological assemblage): insieme dei materiali rinvenuti all'interno di un determinato contesto di scavo.

Contesto d'uso (systemic assemblage): insieme dei materiali in uso contemporaneamente in un determinato momento e situazione storica.

De facto rifuse: oggetti lasciati in posto al momento dell'abbando-

no di un insediamento, generalmente perché troppo ingombranti o pesanti per essere trasportati o di valore troppo basso perché valesse la pena di portarli via (cfr. PAR. 1.1).

91

LA CERAMICA NELLO SCAVO ARCHEOLOGICO

Indice di residualità: percentuale dei residui sul totale del materiale presente in un contesto archeologico (cfr. PAR. 1.3).

Nombre typologique d'individus: nell'ambito del calcolo del numero minimo di esemplari, variante che consente di registrare l'esistenza di un singolo ipotetico esemplare nel caso di classi e/o produzioni non attestate da alcun frammento significativo (cfr. PAR. 3.2.2).

Popolazione (statistica): insieme degli elementi oggetto di studio a cui si riferisce l'indagine statistica.

Postdeposizionale (vita): insieme degli eventi a cui è sottoposto un reperto una volta uscito dal contesto d'uso (v.) ed entrato nel contesto archeologico (v.).

Primary rifuse: reperti archeologici rinvenuti nel luogo stesso del loro utilizzo (cfr.

PAR.

1.1).

Reperto: manufatto o altro ritrovamento di interesse storico rinvenuto all'interno di un contesto archeologico.

Secondary rifuse: reperti archeologici rinvenuti in un luogo diverso da quello del loro utilizzo (cfr.

PAR.

1.1).

Setacciatura: operazione mediante la quale si separano i reperti e gli inclusi di maggiori dimensioni dalla matrice terrosa di uno strato, facendo passare la terra di scavo attraverso un setaccio.

92

GLOSSARIO

Sherd family: insieme di tutti i frammenti, anche se non contigui, che, in base alle somiglianze morfologiche, dimensionali e di tipo di impasto, potrebbero appartenere allo stesso vaso (cfr. PAR. 3.2.2).

"Vessel shape family: insieme di diverse forme ceramiche con caratteristiche morfologiche, tecniche o decorative comuni (cfr. PAR. 3).

93

Riferimenti bibliografici

Pompeian Households. An Analysis ofthe Materia! Culture, Los Angeles. ID. (2006), The Insula o/the Menander at Pompeii, vol. III: The Finds: A Contextual Study, Oxford. AMMERMAN A. J., FELDMAN M. w. (1974), On the ''Making" ofan Assemblage ofSto ne Tools, in "American Antiquity", 39, 4, pp. 610-6. ARCELIN P., TUFFREAU-LIBRE M. (éds.) (1998),La quantifìcation des céramiques, Actes de la table ronde du Centre archéologique européen du ALLISON P. M. (2004),

Mont Beuvray (Glux-un-Glenne 7-9 avril 1998), Glux-un-Glenne. ARGENTO A., DI GIUSEPPE H. (2006),

La classificazione del materiale ce-

ramico, in A. Carandini, M. T. D'Alessio, H. Di Giuseppe (a cura di), La fattoria e la villa dell'Auditorium nel quartiere Flaminio di Roma, Roma, pp. 33-40. BANNING E. B. (2005),

The Archaeologist's Laboratory: The Analysis

of

Archaeological Data, New York. To Sieve or not to Sieve, in "Antiquicy", 49, pp. 61-3. BARKER P. (1977 ), Techniques ofthe Archaeological Excavation, New York. BINFORD L. R. (1981), Behavioral Archaeology and the ''Pompeii Premise", BARKER G. (1975),

in "Journal of Anthropological Research", 37, 3, pp. 195-208. BINTLIFF J., SNODGRASS A. (1988), O}f-Site Pottery Distributions: A Regional and Interregional Perspective, in "Current Anthropology", 29, 3, pp. 506-13. BRECCIAROLI TABORELLI L. (2008), Un contesto ceramico per la storia della citta, in M. Medri (a cura di), Sentinum 295 a.C., Sassoferrato 2006: 2300

anni dopo la battaglia. Una citta romana tra storia e archeo-

logia, Convegno internazionale (Sassoferrato 21-23 settembre 2006), Roma, pp. 213-34.

95

LA CERAMICA NELLO SCAVO ARCHEOLOGICO

(1995), The Vessel Shape Families and Stylistic Analyses ofPottery Assemblage, in P. Vincenzini (ed.), The Ceramics Cultura! Heritage:

BUKO A.

Proceedings o/ the International Symposium the Ceramics Heritage of the S, CIMTEC-World Ceramics Congress and Forum on New Materials, Faenza, pp. 581-7. (1997), A Methodfor Measuring Relative Ceramics, in "Journal of Field Archaeology", 24, 3, pp. 315-20. CECI M. (2013a), Fori Imperiali: la storia di un paesaggio urbano attraverso i contesti ceramici, in Ceci (2013b), pp. r-9. ID. (a cura di) (2013b), Contesti ceramici dai Fori Imperiali (BAR. lnt. Ser. 2455), Oxford. CHASE P. G. (1985), Whole Vessels and Sherds: An Experimental Investigation o/ Their Quantitative Relationships, in "Journal of Field Archaeology", 12, 2, pp. 213-8. CHERRY J. F. (1975), Efficient Soil Searching: Some Comments, in "Antiquity", 49, pp. 217-9. CIRELLI E. (2006), Classificazione e quantificazione del materiale ceramico nelle ricerche di superficie, in N. Mancassola, F. Saggioro (a cura di), Medioevo, paesaggi e metodi, Mantova, pp. 169-78. CLARKE D. v. (1978), Excavation and Volunteers: A Cautionary Tale, in "World Archaeology", 10, r, pp. 63-70. CLASON A. T., PRUMMEL w. (1977 ), Collecting, Sieving and Archaeozoological Research, in "Journal of Archaeological Science~ 4, pp. 171-5. COLES J. (1981), Archeologia sperimentale, Milano (ed. or. 1973). COOL H. E. M., BAXTER M. J. (1996), Quantifying Glass Assemblages, in Annales du 13< Congrès de l'Association lnternationale pour l' Histoire du Verre, Lochem, pp. 93-101. BYRD J. E., OWENS

Abundance

CORTESE

o.

D. JR.

oJ Fragrnented Archaeological

c. (2003),Formeeproduzioni tra !'eta augustea e ilmsecolo d.C.,

in S. Lusuardi Siena, M. P. Rossignani (a cura di), Dall'antichita al Me-

dioevo. Aspetti insediativi e manufatti. Ricerche archeologiche nei cortili dell'Universita Cattolica, Atti delle giornate di studio (Milano 24 gennaio 2000-24 gennaio 2001), Milano, pp. 67-84. CORTESE c., GRANCHELLI L., GROPPELLI G. (2000), La romanizza-

zione della campagna nella zona di Corbetta (Milano). Analisi di una necropoli, in R. La Guardia (a cura di), Milano tra !'eta repubblicana e !'eta augustea, Atti del convegno di studi (Milano 26-27 marzo 1999 ), Milano, pp. 395-419.

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

oJ

(1972), On the Lift Span Pottery. Type Frequencies, and Archaeological Inference, in "American Antiquity", 37, 1, pp. 141-2. DAWSON G. J. (1971), Montague Close. Part 2, in "London Archaeologist", DAVID N.

I, II,

PP· 250-1.

DE BARROS P. L. F.

(1982), The Ejfects

of Variable Site Occupation Span

on the Results ofFrequency Seriation, in "American Antiquity", 47, 2, pp. 291-315. DELFINO A. et al.

(2013), Lo scavo di unafornace metallurgica nella taberna XI del Foro di Cesare, in Ceci (2013b), pp. 93-127. DIAMANT s. ( 1979 ), A Short History Archaeological Sieving at Franchthi Cave, Greece, in "Journal ofField Archaeology", 6, 2, pp. 203-17. EGLOFF B. J. (1973), A Method far Counting Ceramic Rim Sherds, in "American Antiquity", 38, 3, pp. 351-3. FINLEY M. 1. (1965), Technicallnnovation andEconomic Progress in theAncient World, in "Economie History Review", 18, pp. 29-45. FOSTER G. M. ( 1960 ), Life-Expectancy ofUtilitarian Pottery in Tzintzuntzan, Michoacan Mexico, in "American Antiquicy", 25, 4, pp. 606-9. FRANCOVICH R., PATTERSON H. (2000 ), Extracting Meaning from Ploughsoil Assemblages, The Archaeology of Mediterranean Landscapes,

oJ

5,Oxford. (1973), The Excavation of Three Romano-British Pottery Kilns in Amberwood Enclosure, near Fritham, New Forest, in "Proceed-

FULFORD M. G.

ing Hampshire Field Club", 28, pp. 5-27. (2002), Measuring Sedentariness and Settlement Population: Accumulations Research in the Middle Atlantic Region, in "Ameri-

GALLIVAN M. D.

can Antiquity", 67, 3, pp. 535-57.

(2002),Archeologia teorica, Roma. GORDON E. A. ( 1993 ), Screen Size and Differential Fauna! Recovery: A Hawaiian Example, in "Journal of Field Archaeology", 20, 4, pp. 453-60. GRAESCH A. P. (2009 ), Fieldworker Experience and Single-Episode Screening as Sources ofData Recovery Bias in Archaeology: A Case StudyJrom the Centrai Pacific Northwest Coast, in "American Antiquity", 74, 4, GIANNICHEDDA E.

pp. 759-79.

c., PERGOLA P. (a cura di) (1998), J materiali residui nello scavo archeologico (Collection de l' École française de

GUIDOBALDI F., PAVOLINI

Rome 249 ), Roma.

97

LA CERAMICA NELLO SCAVO ARCHEOLOGICO

o. A. ( 1977 ), "Rudely made Earthen Vessels'' ofthe Twelfth to Fif teenth Centuries AD, in D. P. S. Peacock (ed.), Pottery and Early Commerce, London-New York-San Francisco, pp. 221-38. HULTHÉN B. (1974), On Choice o/Elementfar Determination ofQuantity ofPottery, in "Norwegian Archaeological Review", 7, 1, pp. 1-5. IKAHEIMO J., PENA J. T. (2009 ), The Palatine East Pottery Project: A Holistic Approach to the Study and Publication oJan Excavated Pottery Assemblage from Rome, in K. T. Biro (ed.), Proceedings oJ the European Meeting on Ancient Ceramics '07, pp. 37-42. KLYNNE A. (2002), The Prima Porta Garden Archaeological Project. Terra Sigillata from the Villa oJLivia, Rome. Consumption and Discard in the Early Principate, Uppsala. LOCCI M. c., PORCU M. (2004), Everyday Lift in Medieval Utina, in F. Nicolucci, S. Hermon (eds.), Beyond the Artifact. Digitai Interpretation ofthe Past, Proceedings of CAA 2004, Budapest, pp. 438-43. MARTIN A. (1998),Laformula di South per il calcolo della data media della ceramica applicata a contesti romani, in Guidobaldi, Pavolini, Pergola HINTON

(1998),

pp. 197-234.

w. A. (1999), On Methods oJ Measuring Ceramie Uselife: A Revision ofthe Uselife Estimates ofCooking Vessel among the Kalinga, Philippines, in "American Anciquicy", 64, 2, pp. 299-308. MATTINGLY D. (2000), Methods oJCollection, Recordingand Quantification, in Francovich, Patterson (2000), pp. 5-15. MENEGHINI R. (2009 ), I Fori Imperiali e i Mercati di Traiano. Storia e descrizione dei monumenti alla luce degli studi e degli scavi recenti, Roma. MILLETT M. (1979), How much Pottery?, in Id. (ed.), Pottery and the Archaeologist, London, pp. 77-80. ID. (2000 ), Dating, Quantifying and Utilizing Pottery Assemblages from Surface Survey, in Francovich, Patterson (2000 ), pp. 53-9. MILLS B. J. (1989), Integrating Functional Analyses oJ Vessels and Sherds through Models oJ Ceramic Assemblage Formation, in "World Archaeology", 21, 1, pp. 133-47. NAGAOKA L. (2005), Differential Recovery ofPacific Island Fish Remains, in "Journal of Archaeological Science~ 32, pp. 941-55. NIELSEN A. E. (1991), Trampling the Archaeological Record, in "Arnerican Antiquicy", 56, 3, pp. 483-503. MASAKAZU T., LONGACRE

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

c. (1975), Quantitative Pottery Studies: Some Progress, Problems and Prospects, in "Scientifìc Archaeology", 16, pp. 30-5. ID. (1980),Mathematics inArchaeology, London. ID. ( r 9 92.), What Lies behind the Quantification Debate ?, in J. Andresen, T. Madsen, I. Scollar (eds.), Computing in the Past. Computer Application and Quantitative Methods in Archaeology 20, Aarhus, pp. 2.73-7. ID. (1993), How Many Pots Make Five? An Historical Review of Pottery Quantification, in "Archaeometry", 35, 2., pp. 169-84. ID. (2.009 ), ''Four Pots Good, Two Pots Bad": Exploring the Limits o/Quantification in the Study ofArchaeological Ceramics, in "Factà, 3, pp. 65-73. ID. (2.010), "To Err ls Human", butto Really Foul Things up You Need a Computer, in F. Nicolucci, S. Hermon (eds.), Beyond the Artifacts. Digitai lnterpretation ofthe Past, Proceedings of CAA 2.004, Budapest, ORTON

PP· 4o4-6. c., HUGHES M. (2.013), Pottery in Archaeology, Cambridge University Press, Cambridge. ORTON c., TYERS P. A. ( 1990 ), Statistica! Analysis ofCeramic Assemblages, in "Archeologia e Calcolatori", r, pp. 81-rro. ID. (1992.), Studying Pottery at the Leve! of the Assemblage: The Pie-Slice Computer Package, in "Archaeologia Polona", 30, pp. 39-52.. ORTON c., TYERS P., VINCE A. ( 1993), Pottery in Archaeology, Cambridge. PANELLA c. (1993),Merci e scambi ne/Mediterraneo tardoantico, in AA.VV., Storia di Roma, III, 2., Torino, pp. 613-97. ID. (1999 ), Rifornimenti urbani e cultura materiale tra Aureliano e Alarico, in W. V. Harris, The Transformations of Urbs Rome in Late Antiquity (JRA, Suppi. 33), Portsmouth, pp. 183-2.15. ORTON

Roma, il suburbio e l'Italia in eta medio e tardo-repubblicana: cultura materiale, territori, economie, in "Factà', ro, pp. rr-12.4. PANELLA c., RIZZO G. (2.014), Ostia VI. Le Terme del Nuotatore (Scudi

ID. (2.010 ),

Miscellanei 38), Roma.

c.,

Produits agricoles transportés en amphores. L'huile et surtout le vin, in AA.VV., L'ltalie d:.Auguste a Dioclétien (Collection de l'École française de Rome 198), Roma, pp. 145-65. PAYNE s. (1972.), Partial Recovery and Sample Bias: The Results of Some Sieving Experiments, in E. S. Higgs (ed.), Papers in Economie Prehistory, Cambridge, pp. 49-64.

PANELLA

TCHERNIA A. (1994),

99

LA CERAMICA NELLO SCAVO ARCHEOLOGICO

The Urban Economy during the early Dominate: Pottery Evidencefrom the Palatine Hill (BAR, lnt. ser. 784), Oxford. ID. (2.007a), Roman Pottery in the Archaeological Record, Cambridge. ID. (2.007b), The Quantitative Analysis of Roman Pottery: Generai Problems, the Methods Employed at the Palatine East, and the Supply ofAfrican Sigillata to Rome, in E. Papi (ed.), Supplying Rome and the Empire PENA J. T. (1999 ),

in "Journal of Roman Archaeology•: Supplements, 69, pp. 153-72,. POBLOME J. (1999), Sagalassos Red Slip JiVtire: Typology and Chronology, Leuven. QUIRI E. (2,007), Il drenaggio di piazza Cavour. Elementi per la cronologia delle mura urbiche, in L. Brecciaroli Taborelli (a cura di), Forme e tempi dell'urbanizzazione della Cisalpina, II secolo a.C.-1 secolo d.C., Atti delle giornate di studio (Torino 4-6 maggio 2,006), Firenze, pp. 12,0-1. RAUX s. (1998), Méthodes de quantification du mobilier céramique. Etat de la question et pistes de réflexion, in Arcelin, Tuffreau-Libre (1998), pp. 11-6. RIZZO G. (2,003), Instrumenta Urbis. Ceramiche fini da mensa, lucerna ed anfore a Roma nei primi due secoli dell'Impero (Collection de l'École française de Rome 307 ), Roma. ROWLETT R. M., ROBBINS M. c. (1982.), Estimating Origina!Assemblage Content to Adjust far Post-Depositional Vertical Artifact Movement, in "World Archaeology", 14, 1, pp. 73-83. SANTANGELI VALENZANI R. (2.011), Edilizia residenziale in Italia nelfA.ltomedioevo, Roma. SANTANGELI VALENZANI R., VOLPE R. (2.009 ), Quale archeologia urbana a Roma? L'esperienza degli ultimi venti anni, in AA.VV., Arch.it.arc. - dialoghi di archeologia e architettura, Roma, pp. 198-2.08. SCHIFFER M. B. (1975), Archaeology as Behavioral Science, in "American Anthropologist", 77, 4, pp. 836-48. ID. (1985), Is There a "Pompeii Premise" in Archaeology?, in "Journal of Anthropological Research", 41, 1, pp. 18-41. ID. (1987 ), Formation Process ofthe Archaeological Record, Salt Lake City. SHAFFER B. s. (1992.), Quarter-Inch Screening: Understanding Biases in Recovery o/Vertebrate Fauna! Remains, in "American Antiquity", 57, I, PP· 12.9-36. SHAFFER B. s., SANCHEZJ. L.J. (1994), Comparison ofI/S" and I/4"Mesh Recovery ofControlled Samples ofSmall-to-Medium Sized Mammals, in "American Antiquity", 59, 3, pp. 52,5-30.

100

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI

SHOTT M. J. (1996), Mortai Pots:

On Use Lift and Vessel Size in the Formation ofCeramicAssemblages, in "Arnerican Antiquity", 61, 3, pp. 463-82. SHOTT M. J., SILLITOE P. (2001), The Mortality of Things: Correlates of Use Lift in Wola Materia! Culture Using Age-at-Census Data, in "Journal of Archaeological Method and Theory", 8, 3, pp. 269-302. ID. (2004), Modeling Use-Lift Distribution in Archaeology Using New

Guinea Wola Ethnographic Data, in "American Antiquity", 69,

2,

pp. 339-55.

s. (1972), Mean Ceramic Dates, Median Occupation Dates, Red Ant Hills and Bumble Bees: Statistica! Confidence and Correlation, in S. South (ed.), The Conference on Historic Site Archaeology Papers 1971, 6, Columbia (se), pp. 164-74. SPERA L. (1999), Appendice. Le fasi precedenti, in V. Fiocchi Nicolai, La nuova Basilica Circiforme sulla via Ardeatina, in "RendPontAcc", 68, PP· 139-45. STRACK s. (2011), ''Eifahrungsbericht" oJApplication ofDifferent Quantitative Methods at Kalapodi, in S. Verdan, T. Theurillat, A. Kenzelmann Pfyffer (eds.), Early lron Age Pottery: A Quantitative Approach. Proceedings ofthe lnternational Round Table Organized by the Swiss School ofArchaeology in Greece (Athens, November 28-30, 2008) (BAR, lnt. SOUTH

Ser. 2254), pp. 45-60.

The Technology ofCeramic Reuse: Formation Processes andArchaeologicalEvidence, in "WorldArchaeology': 21, 1, pp. 104-14. ID. (2008), Ethnoarchaeological and Archaeological Perspectives on Ceramie Vessels and Annua! Accumulation Rates of Sherds, in "American SULLIVAN A. P. ( 1989 ),

Antiquity", 73, 1, pp. 121-35.

/residui nella stratificazione urbana. Metodi di quantificazione e implicazioni per l'interpretazione delle sequenze: un caso di studio dalle pendici settentrionali del Palatino, in Guido-

TERRENATO N., RICCI G. (1998),

baldi, Pavolini, Pergola (1998), pp. 89-104.

Size Matters: 3-mm Sieves Do not lncrease Richness in a Fishbone Assemblage from Arrawarra I, an Aboriginal Australian Shell Midden on the Mid-North Coast ofNew South J¼les, Australia, in "Journal of Archaeological Science", 29, pp. 57-63. VARIEN M. D., MILLS B. J. (1997 ), Accumulations Research: Problems and Prospects far Estimating Site Occupation Span, in "Journal of ArchaeoVALE D., GARGETT R. H. (2002),

logical Method and Theory", 4, pp. 141-91.

101

LA CERAMICA NELLO SCAVO ARCHEOLOGICO

o., ORTMAN s. G. (2005), Accumulation Research in the Southwest United States: Middle Range Theory far Big Picture Problems, in

VARIEN M.

"World Archaeology", 37, 1, pp. 132.-55.

o., FOTTER J. M. (1997 ), Unpacking the Discard Equation: Simulating the Accumulation ofArtifacts in the Archaeological Record,

VARIEN M.

in ''.American Antiquity", 62., 2., pp. 194-2.13. Ceramica e archeologia, Roma.

VIDALE M. (2.007 ),

The Early Neolithic Pottery: Functional Analysis, in K. A. Wardle (ed.), Nea Nikomedeia. The Excavation and the Ceramic Assemblage (The Annua! of che British School at Athens, Suppl. 2.5),

YIOUNI P. (1996),

London, pp. 181-91. ID. (2.004),

Counting Pots in Early Neolithic Greece, in "The Annua! of the

British School at Athens", 99, pp. 1-2..

l02.