Diavoli - Demoni - Possessione. Sulla realtà del male

766 70 8MB

Italian Pages 183 Year 1983

Report DMCA / Copyright

DOWNLOAD FILE

Polecaj historie

Diavoli - Demoni - Possessione. Sulla realtà del male

Citation preview

gdt 149 Walter Kasper Karl Lehmann (eddJ

Diavolo - demoni - possessione Sulla realtà del male

Gdt 149 l

Teologia contemporanea

T itolo

Diavolo - demoni - possessioni

Autori

Karl Kertelge, nato nel 1926, ordinario di esegesi del Nuovo Testamento all'università di MOnster. Walter Kasper, nato nel 1933, ordinario di teologia dogmatica all'università di Tubinga. Karl Lehmann, nato nel 1936, ordinario di teologia dogmatica ed ecumenica all'università di Friburgo in Brisgovia. Johannes Mischo, nato nel 1930, ordinario di psico­ logia e questioni di frontiera della psicologia all'isti­ tuto di psicologia dell'università di Friburgo in Bri­ sgovia.

Opera

La pubblicazione del libro di Herbert Haag, La cre­ denza nel diavolo (1974), il documento della Congre­ gazione per la dottrina della fede su "Fede cristiana e demonologia" (1975) e i casi di possessione che va­ sta eco hanno suscitato sulla stampa, hanno ripropo­ sto anche in teologia il tema demonologico. Il diavolo - Che cos'è? Simbolo o realtà, personificazione del male o realtà personale? Che cosa ne dice la Bibbia e come interpretarla? Cos'ha da suggerire la rifles­ sione filosofica e teologica? Come si pone oggi il problema della possessione diabolica? E, soprattut­ to, qual è il rapporto tra demonologia e problema del male? Quattro studiosi affrontano in questo volume il problema da angolazioni diverse, mirando non a con­ trapposizioni e polemiche, ma ad un discorso diffe­ renziato e ad un chiarimento obiettivo.

In copertina: MARe C>v.GAU.. Il Parod•so (olio su tela). by AOAGP. Paris 1 983.

ISBN 88-399-Q649-5

Il 111111

9 788839 906496

WALTER KASPER-KARL LEHMANN (edd.)

DIAVOLO - DEMONI- POSSESSIONE Sulla realtà del male

Con contributi di WALTER KAS PER, KARL KERTELGE, KARL LEHMANN

e

JoHANNES MI S CHO

Traduzione dal tedesco di DINO l'EZZETTA

149

QUERINIANA

Titolo originale Teu/el - Damonen - Besessenheit Zur Wirklichkeit des Bosen © 1978 e 19782 Matthias-Griinewald-Verlag, Mainz © 1983 Editrice Queriniana, Brescia

via Piamarta, 6 Stampato dalla TipoHtografia Queriniana, Brescia

PREFAZIONE

Da una buona decina d'anni, nei paesi di lingua tedesca, è in corso un dibattito teologico sul significato degli asserti biblici e della tradizione ecclesiastica che hanno per oggetto i demoni e il diavolo. Il tragico 'caso Klingenberg' * ha reso poi ancora più manife5ti i problenù che ne derivano ed eviden­ ziano improvvisamente pure le conclusioni peggiori in cui sfocia un'errata 'credenza nel diavolo'. Nuove manifestazioni di sata­ nismo e di culto a Satana, ormai presenti in tutto il mondo, hanno anche mostrato fino a che punto può condurre una demo­ nologia sganciata dalla fede cristiana. Il dibattito teologico si riallaccia, almeno nei paesi di lingua tedesca, al nome di Herbert Haag, studioso cattolico dell'Antico Testamento (e suoi colla­ boratori). La domanda che ci si è posti in primo luogo suona: il diavolo, ammesso che esista, è un essere personale, o non invece una 'personificazione' cifrata del male o del peccato? Gli autori teologici di questo contributo hanno inteso continuare in modo obiettivo l'approfondimento di problemi già sollevati. Dalla tematica evoluta da Haag hanno tratto insegnamento anche quando non condividono le soluzioni offerte dall'autore. Del resto non mirano ad una contrapposizione o polemica, bensl ad una differenziazione e chiarimento obiettivo. KARL KERTELGE, studioso del Nuovo Testamento ormai noto per diverse pubblicazioni sul tema, ci dà una panoramica rias­ suntiva sul dato biblico, sviluppando soprattutto la tematica * [Nell'estate del 1976 moriva Annelise Miche! di 24 anoi. Prima della morte era stata sottoposta ad nuato che s'ispirava alle regole del Rituale Romano stampa ha ampiamente parlato del caso. Su di esso presente volume].

Klingenberg. Av�a un esorcismo conti­ del 1614. Tutta la cf. pp. 130-134 del

'

degli esorcismi nel Nuovo Testamento. JoHANNES MrscHO, che all'Università di Friburgo succede ad Hans Bender nella cat­ tedra di psicologia e zone di frontiera della psicologia, cerca di individuare il nucleo di quella che va sotto il nome di 'posses­ sione diabolica'. Il suo contributo, che dimostra un'informazione esauriente ed obiettività scientifica, ci aiuta a chiarire molti malintesi e potrebbe costituire il fondamento per un nuovo modo teologico di affrontare il problema della 'possessione' ed esorcismo. Gli editori hanno evoluto la tematica che rientra nelle competenze dei teologi sistematici. Essi concordano nel ritenere che una spiegazione più accurata del dato biblico può effettuarsi soltanto nel più ampio contesto teologico. Il pro­ blema dell'esistenza dei demoni e del diavolo può essere posto e risolto, in modo soddisfacente, solo alla luce del problema teologico del male. Su questo terreno dovrà essere poi elaborata in modo nuovo anche la questione, che cosl spesso si solleva, della 'personalità' del diavolo e della sua negazione. Tutti questi contributi sono stati elaborati indipendentemente gli uni dagli altri. Ciò nonostante, quando si tratta di questioni essenziali, si nota un'effettiva convergenza. In questo senso il volume intende mostrare alcune conseguenze che concretamente derivano nell'ambito della teologia pratica e della prassi eccle­ siale. A tale proposito un modesto aiuto potrebbe offrire l'indice degli argomenti composto dai collaboratori del Seminario di dogmatica dell'Università di Friburgo in Br. e che viene ripor­ tato alla fine del volumetto. Walter

Kasper- Karl Lehmann

6 l W. Kasper- K. Lehmann, Pre/a1.ione

KARL KERTELGE DIAVOLO, DEMONI, ESORCISMI IN PROSPETTIVA BIBLICA

Nei libd della Bibbia, soprattutto in quelli del Nuovo Te­ stamento, il diavolo e i demoni vengono presupposti come qualcosa di abbastanza ovvio e rappresentati come delle figure di male in qualche modo note. In nessuna parte si dà una descrizione precisa della loro natura ed aspetto. Si ricorre co­ munque a dei nomi e designazioni, come s'illustrano pure il comportamento e l'attività in modo tale che ci riesce possibile delineare un'immagine. Volendo offrire un'esposizione riassun­ tiva, ciò che importerà dunque sarà una trattazione del proble­ ma del loro modo d'essere, più che del loro essere. In ogni caso, quando se ne analizza l' 'essere' e la sua funzione, diventa rilevante anche il problema del loro 'modo' di esistere, un modo cioè più o meno autonomo d'esistenza. Nel Nuovo Testamento il discorso su diavolo e demoni è incomparabilmente più frequente, vario ed esplicito che nel­ l'Antico. Per tale motivo, nell'illustra-re la 'demonologia biblica', i teologi preferiscono richiamarsi al Nuovo Testamento 1• Ed in realtà nel Nuovo Testamento i fatti che c'interessano presen­ tano non s oltanto un maggior spessore ma risultano pure in­ corniciati in alcuni contesti teologici di maggior spicco. Comun­ que, un'interpretazione teologica del dato biblico, se non vuoi restring;re troppo affrettatamente il contesto in cui vengono 1 Cosl, recentemente, anche il documento della Congregazione per la fede sul tema Fede cristiana e demonologia (1975). Frequentemente le recensioni di questo studio hanno osservato ed evidenziato il fatto che ivi si prescinde dai ri6ultati dell'indagine sul dato neotestamentario. Cf. l'Introduzione (curata da W. Breuning e dal sottoscritto) all'edi­ llione •in lingua tedesca: Christlicher Glaube und Diimonologie (Nach­ konziliare Dokumentation, vol. 55), Trier 1977.

7

formulati gli enunciati su diavolo e demoni, dovrà tenere anche conto della tendenza intrabiblica che si osserva nel­ l'Antico e Nuovo Testamento. Di particolare importanza per una chiarificazione teologica degli enunciati biblici sul diavolo e sui demoni sono la predica­ zione e il comportamento di Gesù. Non c'è alcun dubbio che Gesù, i suoi discepoli e gli autori degli scritti neotestamentari abbiano messo in conto l'esistenza del diavolo e dei demoni. Questa osservazione non esclude comunque diverse interpre­ tazioni. Se non si vuoi seguire un biblicismo semplicistico, che acriticamente ritiene come contenuto di fede il modo biblico di concepire la realtà e così pure le implicanze che su questo piano derivano dalla predicazione e dal comportamento di Gesù, non si potrà eludere la domanda se le antiche concezioni del diavolo e dei demoni, condivise da Gesù e dai suoi discepoli, rimangano ancor valide quando è ormai mutato il modo di concepire il mondo, e se siano indissolubilmente congiunte con le autentiche intenzioni del vangelo. In questo senso oggi si cita spesso il noto detto di Rudolf Bultmann, di cui l'autore si serviva per chiarire l'urgenza del suo messaggio di demi­ tizzazione: «Non ci si può servire della luce elettrica e della radio, o far ricorso in caso di malattia ai moderni ritrovati medici e clinici, e nello stesso tempo credere nel mondo degli 2 spiriti e dei miracoli propostoci dal Nuovo Testamento» • Rimane comunque da risolvere un altro problema, cioè se le raffigurazioni ed immagini impiegate possano venir isolate dallo stato di cose che s'intendeva e se il diavolo e i demoni non presentino, nella predicazione ed attività di Gesù, un significato a tal punto costitutivo che dovremmo prenderlo in considerazione, pur nel contesto di rafligurazioni ormai mutate, con la stessa serietà con la quale consideriamo il nucleo reale della predicazione che Gesù ci ha fatto su Dio. Di fronte ad una questione che oggi si pone con estremo interesse, una sobria considerazione teologica del dato biblico potrebbe essere necessaria per quell'aiuto che dalla fede ci

2 R. BuLTMANN, 1969, 110.

Nuovo Testamento e mitologia,

8 l K. Kertelge, La prospettiva biblica

Queriniana, Brescia

attendiamo. Una problematica impostata in modo conforme alla sacra Scrittura ed alla confessione di fede della Tradi­ zione qui avrà per oggetto soprattutto il rapporto fra enunciati di tipo demonologico e predicazione su Dio nell'Antico e Nuo­ vo Testamento.

l. RISULTATI DI UN'ANALISI LINGUISTICA l.

Distinzioni

Anche se oggi netla nostra lingua è familiare ormai l'asso­ ciazione fra diavolo, demoni ed esorcismi, nell'uso linguistico della Bibbia si distingue fra il diavolo (sempre al singolare 3) e i demoni. Gli esorcismi descrittici dal Nuovo Testamento si riferiscono a dei fenomeni che dobbiamo qualificare come 'pos­ sessioni' di singoli individui ad opera di demoni o 'spiriti ma­ ligni' o 'impuri', e che, tenuto conto del modo in cui ci ven­ gono illustrati, lasciano trasparire spesso i sintomi di determi­ nate malattie. Gli scrittori neotestamentari non parlano di una 'cacciata del diavolo', o per lo meno non ne parlano nello stesso senso delle 'cacciate dei demoni' 4• Dal fatto che i demoni di Mc. 3,22 parr. vengono riferiti al loro 'principe' Beclzebul e che il terzo evangelista spiega la malattia con l'influenza esercitata dal diavolo S, possiamo ricavare senz'altro delle ana­ logie fra il modo di raffigurarsi il diavolo e quello di rappre­ sentarsi i demoni nel Nuovo Testamento. Ciò tuttavia non è J Soltanto negH scritti giudaici troviamo, talora, il plurale, come ad

es.

i n EnEt. 40,7 e nel Midrash DtR 11 (207c): «Samrnaele, il Maligno, è il capo di tutti i satana». in Mc. 3,23 questo modo d'esprimersi viene impiegato 4 Soltanto in un detto di Gesù, che durante la disputa sui suoi esorcismi chiarisce l'insostenibiJhà dell'obiezione mossa dagl·i avversari: «Ma egli [.. .] diceva loro in parabole: 'come può Satana scacciare Satana?'». 5 Cf. Le. 13,16 On riferimento ad una donna ammalata, «figlia di Abramo, che Satana ha tenuto legata diciott'anni»); Atti 10,38 ( « Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che sta­ vano sotto il potere del diavolo»).

in contrasto con l'impressione che ricaviamo dai testi neote­ stamentari nel loro insieme: il diavolo, o il suo sinonimo Satana, non è oggetto di esorci�mi ma è il 'forte' antagonista di Gesù e di Dio stesso, come osserviamo specialmente nei vangeli 6• È contro di lui che Gesù si pone nel racconto delle tentazioni. Parecchi detti di Gesù, riportatici dai vangeli, an­ nunciano la sua sconfitta. In altri passi si mette in guardia contro le sue arti di seduzione. La distinzione fra diavolo e demoni 7 riguarda sia l'origine delle rappr=ntazioni legate a queste forme linguistiche, come pure il significato reale e funzionale che esse assumono negli scritti biblici. Sono i due punti che qui vogliamo brevemente delineare. Prima, però, accenneremo ad altre importanti di­ stinzioni.

Accanto alle figure personalizzate del diavolo e dei demoni, nel Nuovo Testamento incontriamo anche i

principati e potestà

antidivini 8• Concisamente potremmo dire, con Heinrich Schlier9, che ci troviamo di fronte a degli sviluppi di un 'potere sata-

6 Ricordiamo inoltre il. detto di Gesù riferito in Mc. 3,27 parr., che si ricollega ella disputa sugli esorcismi operati da Gesù: «Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non

avrà legato quell'uomo for.te; allora ne saccheggerà la casa>>. 7 Particolare valore annette a questa distinzione anche l'ampia espo­ sizione di M. LIMBECK, Satan und das BOse im Neuen Testament, in H. HAAG, Teufelsglaube, Tiibingen 1974, 271-388. Ma le conseguenze cui giunge l'autore r>isultano troppo unilateralmente orientate verso una chiarificazione di tipo razionale, come quando egli dice riasswnendo: «Per gli uomini del tempo, il nesso per noi cosl ovvio tra demoni e Satana non era e\'idente né Gesù lo ha posto in modo esplicito. Per cui il vangelo non impedisce ad alcuno di ricercare delle spiegazioni naturali di quei fenomeni dietro ai quali, nel corso del tempo, s'inco­ minciò a vedere lo stesso Satana>>. Ma osservando che «nel discorso su Satana [ . ] [traspaiono] molto spesso impotenza e disorientamento reologici» (ibid. 387), non si pone nella corretta luce il dato biblico né si rende possibile un'interpretazione teologica approfondita. 8 Frequenti soprattutto nelle lettere agli Efesini ed ai Colossesi; ad es. Ef. 1,2 1 ; 3,10; 6,12; Col. 1,16; 2,10.15, anche in sostituzione o congiuntamente alle 'dominazioni', 'troni', 'angeli', 'spiriti', 'nomi'. 9 Cf. H. ScHLIER, Miichte und Gewalten im Neuen Testament (QD 3), Freiburg 19592, 63 [trad. it., Principati e potestà nel Nuovo Testamento, Morcelliana, Brescia]. ..

10

l

K. Kertelge, La prospettiva biblica

nico', al quale si attribuisce «una specie di essenza personale di potere». Volendo però giungere ad una comprensione me­ glio differenziata, dovremo tener conto del diverso impiego che nei singoli scritti si fa di tali concetti e del loro riferi­ mento: a Dio od a Cristo come potere di servizio, od al diavolo come forze antidivine. Sul piano della raffigurazione questi concetti ci permettono di scorgere alcune analogie con il modo in cui l'antichità giudaica ed ellenistica si delineava 10 le 'potenze cosmiche' sovrastanti ed onnipresenti, che di per se stesse non operano come potenze demoniache, ma soltanto come funzioni di un movimento antidivino nel quale sono coinvolte. In modo completamente differente dovrà essere infine va­ lutato il concetto di peccato negli scritti biblici. Lo troviamo continuamente presente s-ia nell'Antico che nel Nuovo Testa­ mento per indicare tanto le singole mancanze degli uomini come pure il potere attivo in ogni comportamento peccami­ noso umano. Quel potere transsoggettivo del peccato che os­ serviamo specialmente nelle lettere paoline e che ci si delinea anche in modo personificato, non lo possiamo senz'altro iden­ tificare con iJ diavolo né parlo in relazione con lui. Questo tentativo sistematico di omogeneizzare i diversi concetti e raffigurazioni ed è anche questo un compito della rifles­ sione teologica che voglia approfondire il dato biblico - ha -

spesso condotto a semplihcazioni e minimizzazioni inammis­ sibili. Se è vero che di fronte a diversi nomi e concetti di un male operante nel mondo ricaviamo l'impressione di un potere alquanto diversificato, ma in definitiva pur sempre omo­ geneo ed antidivino, è vero anche che se vogliamo adeguata­ mente comprenderlo non potremo prescindere dal rapporto di tensione esistente fra le diverse entità. Prima di addentrarci nei problemi della cosiddetta 'demono­ logia' o 'satanalogia' bibliche, dovremo interrogarci sui dati che nei testi biblici ci vengono indicati con i diversi concetti. La più recente analisi linguistica ed interpretazione testuale 10 J. GNILKA, Der Epheserbrief (HThK 10,2), Freiburg 1971, 95 [ trad. i t., La lettera ai Filippesi, Paideia, Brescia]. 11

ci rimandano alla decisiva importanza che assume il contesto nel quale vengon� proffeciti questi detti ed attraverso il quale è definito il loro significato. Ne r-isulta l'assoluta necessità d'in­ terpretare quei dati che negli scritti biblici vengono designati con i nomi di 'diavolo' e 'demoni'. 'Diavolo' e 'demoni' non sono entità ben rigide, definite, che negli scritti biblici ver­ rebbero ovunque impiegate in modo identico, univoco. È vero invece che esse assumono la loro concretazione e 'univocità' soltanto nell'uso linguistico della Bibbia e nei diversi modi di sperimentare e raffigurare le diverse forme di tradizione che ne stanno alla base. Nelle esposizioni che seguiranno do­ vremo !imitarci ai due concetti di 'diavolo' e 'demoni', per avere cosl quel minimo di base che ci consentirà di valutare l'intera problematica. 2.

Contesti e concretazioni

Che cosa ci offre l'uso linguistico della Bibbia per compren­ dere le realtà designate con i nomi di 'diavolo' e 'demoni'? Nelle traduzioni dell'Antico e Nuovo Testamento, con d iavolo si ripropone 11 greco dùibolos, da cui deriva anche il termine tedesco Teufel. Nella traduzione dell'Antico Testamento 'dia­ volo' lo troviamo soltanto in Sap. 2,24 11 , mentre nel Nuovo compare ben 34 volte. II senso letterale - in greco: 'calun­ niatore' 1 2, 'seminatore di discordia', 'avversario' - nell'uso linguistico della Bibbia si concretizza nella funzione dell' 'av­ versario' al rapporto fra Dio e l'uomo: il diavolo è colqi che vuoi 'dividere' Dio dall'uomo. La sua attività presuppone quindi il rapporto dell'uomo a Dio già stabilito nella crea­ zione. Nello stesso significato gli scritti neotestamentari parlano II In allusione al racconto del peccato d'origine: «Ma la morte è en­ trata nel mondo per invidia del diavolo; e ne fanno esperienza coloro

che gli appartengono». 12 Nel Nuovo Testamento questo significato è facilmente riscontrabile soprattutto nella forma aggettiva del termine diabolos in l Tm. 3,11; 2 Tm. 3,3; Tt. 2,3: 'calunnioso'. 12 l K. Kertelge, La prospettiva biblica

anche di Satana 13• Stando al senso letterale ebraico egli è il 'nemico' dell'uomo nel rapporto con Dio, e quindi pure l'av­ versario di Dio e delle sue intenzioni. In ogni caso l'uso lin­ guistico veterotestamentario del termine 'Satana' 14 merita una particolare attenzione. In esso si osserva che il diavolo, nella concezione biblica, non è frutto di una pura contrapposizione dualistica con Dio, ma originariamente è una specie di 'funzio­ nario' di Dio. Satana è l'accusatore davanti al tribunale. Più precisamente in Zc. 3 , 1 s. è l'accusatore di Giosué e nel pro­ logo del libro di Giobbe è l' 'avvocato celeste' che in modo puramente formale «difende un interesse di Dio» 15• Egli però usa il potere che gli viene da Dio sull'uomo in un modo che fa trasparire già chiaramente la sua intenzione ostile. Partico­ larmente istruttivo, a tale proposito, è il passo di l Cr. 21,1, dove «Satana insorse contro Israele» e «spinse Davide a cen­ sire gli Israeliti». Qui si osserva una correzione teologica rispetto al passo parallelo di 2 Sam. 24, 1 , dove è Dio stesso che incita Davide a tale operazione. Ora l'autore sostituisce Jahve con Satana e manifesta in tal modo una fase più pro­ gredita nel modo di concepire Satana, e ' spoglia' l'immagine di Dio, che originariamente la religione veterotestamentaria si era delineata in modo più complesso, di certi tratti apparen­ temente contraddittori. Soltanto nell'uso linguistico successivo del giudaismo e del Nuovo Testamento Dio e Satana si con­ trapporranno in modo così insanabile che si parlerà anche di una caduta di Satana voluta da Dio: Le. 10,18; Gv. 12,31; Ap. 12,9 s. Solo in uno stadio successivo dell'uso linguistico della Bibbia si potrà parlare di un diavolo inteso come una entità chiaramente antidivina e con dei tratti di tipo personale. Gli scritti veterotestamentari si mostrano molto più riservati di quelli giudaici e neotestamentari quando si tratta di parlare 13

36 volte nel Nuovo Testamento. 14 18 volte nell'Antico Testamento: l Cr. 21,1; Zc. 3,1 s. e Gb. 1-2,

passim.

15 G. VON RAn, art. diabolos, in ThWNT Il 72. Per il Nuovo Testa­ mento vedi anche Ap. 12,10 «[ ..] è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte». .

13

di un diavolo e del suo operare nel mondo. Non c'è alcun dubbio che per l'Antico Testamento la storia degli uomini sia caratterizzata fin dagli inizi dal peccato, ma soltanto in Sap. 2,24 la figura mitologica del serpente della storia del paradiso terrestre viene identificata con il 'diavolo'. Qui domina la visione di una creazione buona di Dio, la quale non viene schiacciata neanche dal peso dell'impenetrabile 'mistero del male'. Molto più frequentemente che del diavolo, nel Nuovo Te­ stamento si parla dei demoni 16• Mentre i vangeli, nei racconti delle guarigioni operate da Gesù, li qualificano come 'demoni delle malattie', cioè come fattori che attentano alla vita del­ l'uomo e ne disgregano le forze, Paolo in l Cor. 10,20 s. li identifica con gli 'idoli' pagani, con i quali i fedeli non pos­ sono avere alcuna comunione 17• Nella concezione linguistica greca, originariamente i demoni non sono sempre e necessariamente dei poteri che operano

in modo negativo, ma anche degli esseri 'divini' ambivalenti, che influiscono sul destino dell'essere umano. È difficile rias­ sumere concettualmente i diversi significati che nell'uso della lingua greca viene ad assumere questo termine. Se conside­ riamo che l'idea di 'demoni' si radica in un mondo concettuale di tipo animistico-popolare e che progressivamente viene inte­ grata nei contesti della cosmologia greca, in questi demoni do­ vremo vedere innanzitutto degli 'esseri ·personali ed interme­ di' 18 fra il mondo degli dèi e quello degli uomini. Data poi l'impossibilità di prevedere il loro manifestarsi e il modo d'operare, si è stati sempre più indotti a considerarli come degli spiriti del male e della sventura. Questa è anche la posizione che osserviamo nel Nuovo Testamento. 1 6 Nel Nuovo Testamento greco, i termini daimon o daim6nion com­ pai ono 64 volte. 13 volte troviamo poi daimoniz6menos = ossesso. Una trentina di volte si parla di demoni quando il disconso verte sugli

spiriti 'malvagi' o 'impuri'. 17 Cf. pure in Ap. 9,20 e già nell'Antico Testamento l'equiparazione fra dèi pagani e 'demoni' (esplicita nella traduzione greca dell'Antico Tostamento): Dt. 32,17; Sal. 96,5; 106,36 s. 18 W. FoERSTER, art. dafmon, 1n ThWNT II 3. 14

l K. Kertelge, La prospettiva biblica

In ogni caso l'uso linguistico neotestamentario non deriva immediatamente dal mondo delle rafE.gurazioni greche, ma è preparato dalle concezioni giudaiche. L'Antico Testamento mo­ stra una grande riserva nei confronti della credenza nei demoni, anche se qui e là si notano pure le tracce di raffigurazioni !POpolari dei demoni ufficialmente represse (proibizione, ad esempio, di esercitare la magi-a). Lo 'spirito maligno', che secondo 1 Sam. 16,14 tormenta Saul, non va senz'altro iden­ tificato con un 'essere intermedio' demoniaco, ma dovremo piuttosto raffigurarcelo come una forza che viene da Dio. Ciò ohe l'uomo spevimenta di bene e di male anche qui, come in Gb. 2 ,10, risulta chiaramente distinto ma pur sempre ricon­ dotto ad un unico e medesimo principio divino. In Gd. 9,23 leggiamo che Dio stesso > . E in un successivo passo del Nuovo Testamento questa tentazione viene fatta -risalire al diavolo, Ap. 2,10 (nella missiva indirizzata alla comunità di Smirne) : ele e Chiesa: c.ammJnare l.n.deme? Uu dialogo pp. 120, L. 5.000 141 W. de Vries, OrtodouJa e catto­ licesimo pp. 184, L. 9.000 142 B. Welte, La luce del nulla. Sulla posslbUltà di una nuova espe­ rienza religiosa Postfazione di G. Penzo pp. 96, L. 6.500 143 H. Halbfas , La religione Postfazione di G. Negri pp. 240, L. 10.000

8torla

pp. 160, L. 8 .000

146 A. MiHler, Discorso di fede sulla madre di Gesù. Un tentativo dJ marlologla ID prospettiva contem· poranea pp. 152, L. 8 .000 147 E. Peterson, D monotelamo come problema politico Editoriale di G. Ruggieri pp. 112, L. 8 .000 148 S. Spinsanti, Il corpo nella tura CODtemporanea pp. 176, L. 12.000

cui·

Sullo stesso tema presso kz Queriniana B . VAN IERSEL A .R. BA STIAENSEN QUINLAN - P. SCHOONENBERG -

J.

Angeli e diavoli Editoriale di A. Bonora pp. 1 64, L. 6.5oo Giornale di teologia 60

E. SCHILLEBEECKX - B. VAN IERSEL ( EDD. )

l demoni sono dei Concilium 3 / 1 9 7 5 pp. 1 74, L.



niente '

1 o .ooo

LES ZEK KoLAKOWSKI

La chiave del Cielo Conversazioni con il diavolo Editoriale di l. Mancini pp. 236, L. 7.ooo Giornale di teologia 139

Walter Kasper presso la Queriniana Fede e storia pp.

200,

L. 1 0 .000

Biblioteca di teologia contemporanea 22

Gesù il Cristo Terza edizione pp . 408, L. 1 8 .ooo Biblioteca di teologia contemporanea 23

Teologia del matrimonio cristiano Bibliografia a cura di T. Goffi pp . 1 00, L. 4 ·500 Strumenti 13

Il dogma sotto la Parola di Dio pp. 1 6 8 , L. 7 .000 Giornale di teologia 1 9

Introduzione alla fede Settima edizione pp. 2 2 4 , L 8 .ooo Giornale di teologia 65

w. KA S PER - G. SAUTER

La chiesa luogo dello Spi rito Linee di ecclesiologia pneumatologica Editoriale di A. Milano pp. 1 3 6 , L. J .JOO Giornale di teologia 1 24

Karl Lehmann presso la Queriniana

Presenza della fede pp. 376, L. 1 8 .ooo

Biblioteca di teologia contemporanea 29

Gesù Cristo è risorto

Meditazioni 33

}

.

RATZINGER - K . LEHMANN

Vivere con la Chiesa pp. 64 , L.

2 . 000

Meditazioni 44