Alla soglia del mistero

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STANISLAO DE GUAITA

Alla Soglia del Mistero Traduzione italiana di ORFEI ELI sull'ultima edizione francese cor­ retta, ampliata ed illustrata con due belle figure magiche di Enrico Khunrath

EDITRICE

ATANÙR - ROMA

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PREFAZIONE Al sentir

è

l'abitudine

di

le sole parole di Ermetismo o

di

Cabbala,

di protestare. Gli sguardi scambiati risentono

una benevola ironia e sottili sorrisi accentuano la smorfia

disdegnosa del viso.

In verità, questi soliti motteggi in ogni tempo non si son propagati presso gli spiriti migliori che per la fortuna di un malinteso. L'Alta Magia non è affatto un compendio di divagazioni più o meno spiritistiche, arbitrariamente erette in dogma assoluto;

è

una sintesi generale ipotetica, ma razionale -

doppiamente fondata sull'osservazione positiva e l'induzione per analogia. Attraverso l' infinita diversità

delle mode transitorie e

delle forme effimere, la Cabbala distingne e proclama l'Unità dell' Essere, rimonta alla

sua causa essenziale e trova

la

legge delle sue armonie nell'antagonismo relativamente equi­ librato delle forze contrarie. Sollecitate all'equilibrio, le forze naturali non lo realizzano mai

integralmente;

l'equilibrio

assoluto sarà il riposo sterile e la morte verace. Ora infatti, non si può negare la Vita o negare il movimento. Prepon­ deranza alternata

di

due forze, in apparenza contrarie e che,

pur tendendo all'equilibrio, non desistono di oscillare a de­ stra e a sinistra: tale

è

la ragione efficiente del .Movimento

e della Vita Azione e reazione l

D cozzo degli estremi fe­

conda ugualmente come un amplesso sessuale: l'amore

è

esso

stesso una lotta. La Magia ammette tre mondi o sfere d'azione: il mondo

-9 divino delle cause, il

mondo

mondo sensibile dei fenomeni

intellettuale

Uno nella sua essenza, triplo nelle l'Essere

è

dei

pensieri, il

(r). sue manifestazioni,

logico e le cose dall' alto sono

analoghe e pro­

porzionali alle cose in basso: tanto che un medesimo prin­ cipio genera, in ciascuno dei tre mondi, delle serie di effetti corrispondenti e rigidamente determìnabili

con

calcoli di

analogia. Ecco dunque il punto di partenza dell'Alta Magia - quest'algebra delle idee -. Ogni assioma - notato col suo numero

gt:nerico - si raffigura cabalisticamente con

una lettera dell'alfabeto ebraico, conforme a questo numero; così i concetti si classificano a misura che vengono generati,

si raggruppano in catene interminabili, nell'ordine della loro generazione. Dalle cause prima agli effetti

più lontani, dai

principi più semplici e più chiari agli innumerevoli risultati

che ne derivano, quale meraviglioso processo, sviiuppato in

tutto il dominio del contin �ente e risalente fino all'Ineffabile

che Erberto Spencer chiama l' Inconoscibiie! «

De omni re scibili

et

de tjuibusdam aliis.....

»

Scienze conosdute e scienze occulte, la sintesi ieratica abbraccia in una medesima stretta tutte queste branche della sapienza universale, branche di cui l'origine

è

comune.

È

in

virtù di un principio identico che il mollusco genera la ma­ dreperla e il cuore umano l'amore; e

la medesima legge

(l) O più esattamente, secondo la terminologia così corretta di Fabre d'Olivet:

l� tre sfere universali della natura naturante (provvidenziale) , della natura pslchica

e volitiva (Intermediaria) e della natura naturata (fatidica).

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egola l ' unione dei sessi e la g ravitazione dei pianeti . Ma risuscitare la scienza integrale è un'ope ra al disopra delle nostre forze; sorvolando sui risultati troppo indiscutibili e le teorie troppo universalmente divùlgate, noi dovremo limitare questi saggi all'esame dei fenomeni ancora misteriosi, come allo studio dei problemi speciali , che la scienza ufficiale ignora, disdegna o sfigura. Noi ci occuperemo sopra tutto, in q uesta serie di opu­ scoli esoterici, di riattaccare tali turbanti questioni di cui s i sgomenta l o scetticismo moderno, a i grandi principi, che hanno invariabilmente professati gli adepti di tutte le età. Un gio rno forse ci sarà concesso, in un corpo di dottrina sintetica, di glorificare questa alta filosofia dei maestri. Ciò ch e non è, agli occhi del lettore che un' ipotesi - strana senza dubbio -, è per noi un dogma certo , ci si scuserà dunque di parlare con la ferma sicurezza di colui che crede. Noi ci riattacchiamo più specialmente dall'Inizia­ zione ermetica e cabalistica ; ma nei santuari dell'India, noi ben lo sappiamo, nei tempii della Persia, della Grecia e del­ l'Etruria, come presso gli Eg i zian i e gli Ebrei, la me � esitp a sintesi ha rivestito diverse forme e i simbolismi più contrad­ dittori nell'apparenza traducono per l'Eletto la Verità sempre. Una nella lingua, invariabile nel suo fondo, dei Miti e degli Emblemi. Dopo lo scisma degli Gnostici fino al 1 8 ° secolo, la vita degli adepti ci appare un costante martirio : Venerabili sco­ municati, patriarchi dell 'esilio, fidanzati del patibolo e del rogo, essi hanno conservato nella prova l'eroica serenità di cui l'Ideale arma e decora i cuori ferventi : essi hanno vissuto la loro agonia, perchè il Dovere era, per loro, di trasmettere

-

II

-

agli eredi della loro fede proscritta il tesoro della scienza sacra ; essi hanno scritto i loro simboli, che oggi noi deci­ friamo .... È tramontata l'era del fanatismo ufficiale e delle superstizioni popolari; non però quella del giudizio tem era· rio e dell' ignoranza: Se non si bruciano gli iniziati, si mot­ teggiano e si calunniano. Essi sono rassegnati però agli ol­ traggi come i loro padri, i martiri. Forse si supporrà un giorno che gli antichi ierofanti non erano nè dei ciarlatani nè degli imbecilli. Allora, o Cristo, i tuoi servitori si ricorderanno che i Magi si sono inchinati davanti alla tua culla regale e la Carità, dovunqne diffusa - testimonierà altamente che il tuo regno è venuto - Adveniat regnum tuum.... Aspettando che suoni l'ora della Giustizia e Gnosi, noi lanciamo alla risata rumorosa della maggior parte, e sottomettiamo invece al giudizio ìmparziale di alcuni fra essi questi Saggi di Scienze Maledette. s.

DE

G.

Alla Soglia del Mistero Stanco di cercare in vano la sostanza sotto il velo di modalità che essa incessantemente riveste, e di ostinarsi troppo contro il chiuso e ruvido baluardo dell 'apparenza esteriore, comin ciando a intravedere il tremendo mistero di una realtà augusta e in e ffabile , l'ultimo dei pensatori mistici volle un giorno tentare gli arcani dei mondi superiori. Dopo aver percorsa l'erta faticosa del monte fino al tempio del mistero, e gl i battè la fronte contro la soglia e il suo spirito anelante ristette. - Ma ahimè l le g ener azioni prima di lui avevano fatto ressa intorno al Santuario senza giammai sc oprirvi una via secreta, e ricusand o di cercare quel sole interiore i cui raggi trapelavano attraverso le inve­ triate pol icrome e i candidi rosoni, non ritennero che la vi­ si one e il bagliore di un miraggio lontano. I facili gradini del tempio pur troppo non mettono capo che all'ostacolo insormontabile di alte mura granitiche mentre sul frontone si trovano incise due parole che fanno sentire all ' audace un brivido

arcano :

c

&ire nefas :.



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In fondo alla valle vi è l'entrata segreta di un sotterra­ neo ma la chiave ne è stata smarrita, benchè si dica che nel corso dei secoli pochi audaci abbiano saputo forzare quella porta che dà adito ad un labirinto inestricabile di gallerie senza fine, e dove regna il trem ende ministro di una legge che nessun morbi-le può eludere. Egli è l'antico guardiano dei misteri, la simbolica Sfinge, che ritta sulla soglia pro­ pone l'enigma: c Trema, Figlio della Terra, se le tue mani non sono candide davanti al Signore l Iod-Heve non consi­ glia che coloro che sono suoi ed Egli stesso condurrà l'adepto per mano fino al tabernacolo della sua gloria; ma il profano temerario smarrirà inesorabilmente il cammino per trovare la morte in fondo al baratro tenebroso. Che cerchi tu ? Tor­ nare indietro è impossibile l t' è d'uopo assolutamente ritro­ vare la strada attraverso al labirinto o altrimenti morire... •:. Guardatevi dal vedere nel terrore di questi simboli l 'ap­ parato di una minaccia vana, poichè l'alta scienza non può essere oggetto di frivola curiosità; il problema che ha fatto impallidire tante nobili fronti è sacro, e interrogare la S finge per un capriccio è sacrilegi o non mai abbastanza punito poi­ chè un tale linguaggio imprudente porta con sè la propria co11danna. Alla vostra domanda indiscreta l'Occulto formula una ri sposta inattesa e cosi sconcertante, che l'ossessione ne ri­ marrà per s empre impressa nel vostro spirito. n velo del mistero eccitava la vostra curiosità? Sventura a voi per averlo sollevato poichè esso subito ricadrà dalle vostre m ani tre­ manti e sarete poss eduti e trascinati dalle parvenze di ciò che volevate vedere. Non a chiu nque vogli a è dato discer­ nere il raggio divino dai rifiessi che nell'attraversare i densi

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strati dell' illusione terrestre, si rifrangono a lor volta in mille guise. E' questo un arcano che sarà djlucidato più tardi . Chec­ chè ne sia , i fantas mi dell' allucinazione dimorano in gran numero presso la sogl ia del mistero, e domandate anche al libro del Dott. Brière de Boismont .. ( 1) quale passo sdrucciole­ v ole separi l'allucinazione dalla fol lia . Vi è una porta, e lo vedremo quanto prima, che l'uomo non può oltrepassare senza che entri in ralazioni con del­ le forze di cui diverrà fatalmente il pa drone e lo schia­ vo, il dirigente o lo zim b el lo . Tali forze sono state adom­ brate dalla Mistica cristiana, sotto la figura del serpente che riduce l' uomo in. ischiavitù s e qu esti per primo non riesce a vincerlo e a schiacciargli la testa col suo pi e de . I lettori di Zanoni (2)-il bel romanzo di Bulwe r Lytton­ hanno ravvisato forse, nel nostro « innominabile » che Glyn­ don evoca per sua mala sorte, un mito analogo a quelle della Genesi. - La «Cosa orribile e velata:., il c gu ardiano della soglia,, è l'anima fluidica della terra, il genio inco­ sciente della nascita e della morte, lo strumento cieco del­ l' Eterno Diveni�e ; è infine la doppia corrente della luce !11 ercuriale di cui tratt erem o quanto prima. L' autore inglese descrive. a maraviglia quali terribili ri percussioni rende vit­ time della luce astrale coloro che non hanno saputo gover­ narla; e sebbene Glyndon fosse libero di fuggire o dibattersi contro l'ossessione,- tuttavia l'influenza nefasta si è attaccata r

(1) Ih1 HalludlllltiDIIS, par le D.r Briùe de Boismont, 2.a. ediz. riveduta

Parlai, Oermen-Bailllere,

1852 in 8.

(2) Zanoni, di Bulwer Lytton. HICChette, 2 'rOl. In 12.

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lui e ]o farà precipitare di fatalità in fatalità fino al giorno in cui Zanoni nell'ebrezza del proprio sacrifizio volontario , s'immolerà per salvarlo. Penetriamo il sen �o exoterico di queste allegorie, ri· servando l'altro a più tardi. - Oltre le malattie di cuore , abi­ tualmente consecutive all' emozioni violente ; oltre la morte repentina per congestione cerebrale ed altri pericoli di di­ versa e strana natura di cui discorreremo a lor volta, la pratica imprudente dell'ipnotismo, ed a fortiori della magia cerimoniale non manca mai d'ispirare allo sperimentatore un invincibile disgusto della vita. Lo stesso Eliphas ( 1)- tuttochè adepto e di un ordine superiore - confessa di aver risentito, in seguito al curioso esperimento di necromanzia che egli eseguì a Londra nel 1 854, una profonda e melanconica attrat­ tiva per la morte, senza tuttavia la tentazione al suicidio. Non è così degl'ignoranti che si danno a corpo morto al magnetismo di cui ignorano le leggi, o allo spiritism o che è per sè stesso un'aberrazione e una follia. - c Felici, grida il celebre Dupotet (2) felici coloro che muoiono di pronta mor­ te, d'una morte eh� la Chiesa riprova! Tutto c iò che vi . è di generoso s'uccide.. :t. Simili . e sempii pullulano ne1Ia storia. Avendo Girolamo Cardano annunziato profeticamente il giorno della sua morte, si suicida per non smentire l'astrologia ; così Schroeppfer di a

.

(l) Eliphas Levi, Dogme et Rituel de la Haute Magie, Oermer-Bailliere

l.a ediz., 2 vol. in

8



Dogme, pag. 271.

1861,

(2) Barone Dupotet. La Magie Dévoilli. Quest'opera singolare che il Dupotet

consegnava solo con giuramento di segretezza scritto e firmato di proprio pugno dall'impetrante, è adesso caduta nelle mani del commercio.

- I7Lipsia, al colmo della sua gloria di negromante si fa saltare il cervello (1774); infine lo spiritista Lavater muore miste­ riosamente (I So I). In quanto al sarcastico abbate di Mont­ faucon de Villars, che prese si fortemente in- ridicolo il conte eli Gabalis ( r ) forse non si è detta ancora l'ultima pa­ rola intorno alla sua tragica fine ( 167 3). E un tal ven­ to mi cidiale , apportatore di rovina e di morte , soffia ,;u coloro che con folle temerità vanno in cerca del meraviglioso e di rivelazioni d'oltre tomba. Potremmo accre­ scere la lista necrologica, ma non importa l - Solo chi si è reso i naccessibile alla folle curiosità e superiore alle emo­ zioni malsane, che sappia distinguere un fenomeno da un prestigio e difendersi contro ogni illusione dei sensi, solo costui può affrontare impunemente le operazioni della scienza. L'operatore che sa dire a sè stesso con molta calma : - « Il mio cuore non ha. motivo di affrettare i suoi battiti, la forza misteriosa che sposta questi mobili con fracasso è una cor­ rente odica sottomessa al m i o volere ; la forma umana che si delinea e s i con densa nella nube di questi profumi non è che una coagulazione :fluidica, un riflesso colorato del sogno d el mio cervello e una creazione nell ' azoth del verbo della mia volontà . .. », colui, ripeto, che in tal modo parla a sè stesso senza tubarsi n è a gitarsi, non correrà di certo alcun pericolo, e merita il nome di adepto. Ma rari sono coloro che possono rivendicare legitt ima­ mente un tal titolo: ed essi, che in altri te mpi erano appena sparsi qua e là si trovano oggigiorno ancora più nascosti. Poco portati del resto a ostentare il proprio valore in pubblico, (l) v. Appendice, VI, Prefazione. di Zanoni, la nostra sesta annotazione.

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preferiscono di vivere e di morire ignorati, mentre gl'ingenui e gli sciocchi corrono più facilmente dietro ai taumaturghi di grido , agli abili posatori di moda. Questi maghi circon­ dati dal fascino della peregrinità non sono altro che dei malati eccentrici, a cui la fama sorride e nello stesso tempo li consacra: tale fu Simon mago al tempo di S. Pietro; nello scorso secolo Etteilla indovino cartomante, e l 'estatico Théot ; furono ieri il medium Home e il profeta Vintras. Alcuni poi, che sono del resto dei veri compete n ti, menano scalpore, ma · a motivo di certi lati equivoci o ciarlataneschi del loro carattere: tali furono il conte de Saint-Gennain e il divino Cag�iostro ; il fatidico benedettino Pietro Le Clerc e il troppo spirituale chiromante Desbarolles. Tutte le volte che un ciar­ latano ha conquistata la gloria di mago con l ' esibirsi al pub ­ blico nella po mba di un apparato teàtrale e con in mano un falso e ri dicolo scettro di potere , tuttll l 'odiosità ne è ricascata sul .capo dei veri adepti, mentre il primo ne ha ricavato l 'utile della moneta. Questa fu, sen za dubbio, la causa delle calunnie e delle persecuzioni, � cui furono vittime, durante il medio evo i discepoli di Ermete, di Zoroastro e di Salomone; ed essi furono accusati di quelle pratiche cri­ minali, oscene e sacrileghe che veni vano compiute nel Sabba da stregoni e fattucchiere; ad ess i furono imputati tutti i misfatti che venivano commess : da ques ti mostri umani : vio­ lazi�ni, stupri, melefizii, avvelenamenti, sacrilegi . La v ita dei veri iniziat i fu creduta una pratica continua d'abbominazioni ; e la loro dottrina, immaginata come un tessuto di stupide superstizio ni e di grossolane ingiurie contro il Cristo e la Vergine Madre, di venne lo spauracchio delle anime pie e �� scherno dei be lli spiriti.

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D'altra parte bisogna riconoscere che il simbolismo occulto dei libri d' Erme tismo e di Kabbala ha servito non poco a mettere in cattiva vista le alte scienze agli occhi dei profani. Ed infatti a prima colpo d' occhio questi dovevano notare la stranezza dei segni uncinati planetari delle lettere ebraiche, dei gerogrammi, dei caratteri arabi contenuti nei grùnoires, come pure dell 'alta fantasia dei pentacoli e del bizzarro misti­ cismo delle parabole. Tutte cose queste senza dubbio diabo­ liche per gli sciocchi e gl'ignori, m entre per gli sp iriti logici dovevano sembrare puerili , e ad ogni mo d o dovevano irritare la curiosità di tutti. In tutti i tempi i saggi avev�nQ scr i tto e parlato la lingua dei miti e delle allegorie, ma mai il velo della forma dovette ancor maggiormente diventar più fitto che durante il medio-evo e fino a qnalche secolo fa, p oichè l'intolleranza degl' inquisitori, la perpetua minaccia del rogo e il fanatì smo feroce delle popolazioni al solò nome di stre­ gon e , rendevano assai gi ust ificata la precauzione degli ade p ti . La scienza occulta e simile a quei frutti saporosi protetti da un guscio spesso e duro ; e cosi piace a noi di separare 'labo­ riosamente la corteccia, poichè siam sicuri che alla fine, la polpa succulenta del frutto ci rifarà della nostra fatica. Non è stata forse vilipesa atrocemente l'alchimia e non si rise di buon cuore della trasmutazione dei me talli ? Ora noi non abbiamo poì l' intenzione di fare l 'apologia e nem­ meno l'esposizione dell'arte spagirica ; ma siamo lietissimi di poter riportare a maggior confusione d' ign o ranti detràttori, il giudizio recente che ne dà il più grande chimico forse della Francia contemporanea, l'illustre Berthelot, nella sua

opera:_ Origine de l'Alchimie: Io ho rintracciato non soltan.to la filiazione delle idee c

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che condussero �li alchimisti alla ricerca della trasmutazione dei metalli, ma altresì la teoria, la filosofia della natura che servì loro di guida, teoria fondata sull'ipotesi del!' unità della materia ed altrettanto simile nel fondo alle più rispettabili teorie d'o ggigiorno..... Ora, circostanza strana l le opinioni alle quali i dotti tendono a riaccostarsi, i ntorno alla costituzione del la materia, non sono senz'analogia con le vedute profonde dei primi alchimisti (I) >> Si vede da ciò in quale stima il nostro glorioso contem­ poraneo tiene la filosofia ermetica. Quanto più viva sarebbe stata la sua ammirazione se perfettamente iniziato allo spa­ gmsmo esoterico, avesse potuto penetrare il triplice senso di quelle locuzioni speciali che il suo genio gli aveva fatto in­ travedere (2)!

(l) Berthelot, L es Origines de l'Alchimie, l vol. in 8 , Parigi Steinheil

prefaz.

1885;

pag. XVI e XV.

(l) Dobbiamo qui deplorare la recente perdita d'un giovane chimico e medico di gran merito e dottrina che s'era applicato con ardore al ripristinamento della Filosofia ermetica. Tra le numerose opere da lui pubblicate, ne citiamo due vera­ mente di polso e che sono state stimate di gran valore dai competenti:

Théories

et Symboles des Alchimistes, - Histoire de l'Alchimie au moyen age : Nicolas Fiamel (2 vol. in 16 con figure- Albert Poisson e venuto a mancare in seguito

agli attacchi della tisi polmonare (giugno 1894). Egli, già da molto tempo, non si

faeeva più alcuna illusione sul suo stato; ma, lavoratore infaticabile, con la penna

in mano tutto il giorno e una parte della notte, egli contendeva le sue ultime ore

all'imminente Distruzione, per dedicarle alla Scienza. Negl'intervalli di terribil i

accessi, in cui credeva di soccombere, Poisson tracciava qualche serena e luminosa

pagina di filosofia chimica, dove affidava per iscritto il ris ul tato delle sue· ultime

esperienze.

Kabbalista e R.osa-Croce, al tempo stesso, egli non ignorava d ' altronde che la

morte non avre b b e potuto attaccare l'uomo ne l suo essere intimo, poichè esso non

è altro che un cambiamento di stato;

e il

suo più grande

rammarico, dopo quello

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Ma l'alchimia non è che una piccola parte della scienza universale, insegnata nei santuarii dell'antichità. Ed è som­ mamente increscioso inoltre il pensare che nell'ora attuale uomini dall' animo retto non abbiano ancora imparato a di­ stinguere le .o rgi e di sangue del sabba leggendario, i mostruosi accoppiamenti della magia nera, dai fasti della scienza tradi­ zionale degl'iniziati d'Oriente, scienza che fu una sintesi va­ stissima e fulgidissima, vestita d'immagini grandiose, delle auguste verità che furono appena intravedute dai pensatori di ogni epoca ; e scienza ancora divinatrice che dedusse per analogia quelle ipotesi feconde di luce che la scienza illumi­ nata dei nostri giorni tende a riconfermare. Qual nuovo Valmiki d'Europa canterà le civiltà titaniche delle prime età del mondo, e i grandi cicli spirituali di cui parla l'Alta Magia ? E per celebrare poi degnamente questa madre di tutte le filosofie, chi ci canterà l'epopea della sua gloria irraggiante sulle nazioni antiche, e il dramma recente del martirio dei suoi adepti sotto le persecuzioni della Chiesa e le calunnie del mondo intiero ? . .. ,. Tale a noi si mostra l'Alta Scienza attraverso l'umanità, maledetta e sconfessata dopo il tradimento degli gnostici· di�sidenti ; scambiata, nel­ l' immaginazione atterrita delle masse con l'immonda strego­ neria; screditata �ai falsi sapienti poichè essa ne scalza i vani sistemi e ne sconvolge la dialettica delirante; crivellata infine dagli anatemi d'un sacerdozio presentuoso e decaduto

di dover abbandonare gli esseri che egli amava, fu di lasciar Ìncoin piuti i suoi cari

!_avori,

dove egli seppe fino alla fine trovare l'oblio quotidiano e la consalazione

alle sue sofferenze... Dio accolga la sua anima l I suoi fratelli di fede ne custodi·

r�P�no la memorie, veglieranno per dare alla luce i suoi preziosi manoscritti.

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dalla sua primitiva iniziazione !... Tale ci si mostra questa scienza attraverso la dolorosa storia di quindici secoli incirca; sicchè scavando nel fondo del passato, noi esitiamo a ravvi­ sare in essa quel sacro lume che dall' imo dei santuari irra­ diò d'un puro splendore, e illustrò l'antico mondo e il cri­ stianesimo occulto dei primi Padri . Con ciò non veniamo a dire che l'antichità non abbia avuto i suoi stregoni, - e sopratutto le sue streghe, tutt'a�tro! La magia avvelenatrice ha conferito alle megere della Tessa­ glia e della Colchide una lugubre celebrità. Visitatrici notturne delle tombe, vestali impure dei luoghi deserti, esse mesco­ lavano al succo narcotico ed acre del giusquiamo e della cicuta il latte caustico del titimalo, e davano a digerire l'e­ stratto dell'aconito licoctono e di mandragora combinato a veleni innominabili e ad umori osceni. - Dopo di che esse, con i loro incantesimi, saturavano queste orribili miscele con un fluido tanto �iù micidiale quanto più lungamente il loro era stato represso, elaborato e finalmente scagliato con una rabbia ancora più cupa e velenosa. Le.cucine di Canidia (così turpemente laide che alla loro vista, si dice che la luna si velasse di una fitta nube di sangue), hanno avuto l' onore d'ispirare il disgusto lirico d' Orazio; e qui ci dispensiamo di riportarne i partic olari che senza dubbio sono noti agli amici del poeta. Non meno celebre è la leggenda che Omero ha reso in canti immortali, dei compagni d' Ulisse trasformati dalla bac­ chetta di Circe in porci saitellanti. Essi avevano bevuto· il filtro e subita la metamorfos i: - doppio simbolo, sia del de­ cadimento a cui vanno incontro le nature passive nel com­ battimento della vita, che della servitù alla quale ci riducono

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le passioni :fisiche non tenute in equilibrio da uno spirito d'iniziativa sempre sveglio (poichè passione esprime uno stato passt:vo).- Tutti hanno bevuto ; il solo Ulisse rifiuta di bagnare il labbro nella coppa fatata, e- calmo nella voce, come suole la forza cosciente di sè stessa - la spada in alto in atteggiamento di minaccia, egli comanda alla maga di rom­ pere il sortilegio fiuidico. Il principe qui rappresenta l' Adepto , il signore dei fluidi, che, abile a sventare l'insidia, sa impri­ mere, agli ordini che dà il verbo autoritario del suo volere . In lui Circe riconosce l 'uomo più forte di tutti gl' incantesimi, e con la testa china obbedisce. Più sanguinaria e più perversa, Medea deve ancor ella la sua triste fama ai poeti che cantarono la sua vita errante. Medea avvelena i suoi parenti, brucia e massacra i proprì figli. Rifugiatasi in Atene presso il re Egeo che la rende madre, ella dà libero sfogo ai suoi istinti di depravazione feroce e d ' insidia, confidando nell' impunità, :fino al giorno in cui, avendo per i suoi delitti sollevata l'indignazio­ ne di tutta la città, è costretta la miserabile, palli da, inse­ guita dagli urli del popolo e da una gragnuola di pietre, è costretta a fuggire con l' occhio accesso d 'odio implacabile, stringendo convulsamente al suo petto l 'unico fanciullo che abbia potuto salvare, quale frutto due volte sacro d'adulterio e di vendetta. Poco c' importa se la storia di qneste due sorelle nei malefici sia reale e leggendaria. Le individualità favolose sono dei tipi di sintesi morale in cui s' incarna il genio di una razza o di una casta; e il ceppo maledetto delle saghe dell'Ellade ha fatto sbocciare Medea in una suprema effu­ sione d'umore. Sì purtroppo, le abbominazioni che narra il

- 24 popolo intorno alle lamie e ai vampiri, furono realizzate al­ la lettera delle fattucchiere del mondo antico, che la col­ lera pubblica designava altresi coi nomi di streghe. Ma passiamo sopra questi orrori. Se giammai nel medio­ evo si son potuti confondere dei mostri di tal fatta con i veri iniziati, il motivo sta in ciò che questi ultimi, votati in antecedenza al rogo, scomunicati ipso facto, battuti e sfrat­ tati come le bestie selvatiche, si vedevano ridotti a celare nelle tenebre il mistero della loro dolorosa esistenza. Da quel tempo la calunnia ebbe buon giuoco. Ma simile onta, la Dio mercè, non era punto possibile al tempo in cui la teurgia riempiva i templi di meraviglia; quando sereno e benefico nella sua potenza illuminata, il mago troneggiava, inviolabile come un sov:ano, venerato come un Dio ..... Meditate il libro magistrale di Saint-Yves d' Alveydre, , La mission des Juifs (z) - Religioso osservatore delle necro­ poli del passato, scrutando fin nei loro più minuti partico­ lari le razze e le religioni orientali, l'eminente occultista sta­ bilisce con prove irrefutabili una verità che Fabre d'Olivet ( 2) e· dopo di lui Eliphas Lévi (3), avevano in termini eccel­ lenti fatto di già intravedere, che cioè la Gnosi è una cosmo­ gonia assoluta che rivela attraverso augusti simboli e gero­ glifici i più profondi arcani della santa Kabbala. E la Kabbala primitiva a sua volta è figlia dell' Ermetismo egiziano che attinse i suoi più antichi miti alla grande sorg.ente indiana.

(l) La Mission des juifs, del marchese de Sairtt-Yves d'Aiveydre, l vol. �and

Jn 8 Calmann-Lévi 1884.

(l) La lanzue hébraique restituée, 1816, 2 vol. in 4. (l) La clef des Orands Mysteres, par Eliphas Lévi, Oermer·Baillière in 8, 1861.

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dunque Saint-Yves d 'Alveydre non si ferma a Mosè, ma come un nocchiero audace esplora il fiume delle rivoluzioni dei tempi, e a ve]e spiegate rimonta la corrente dèi secoli fino all'origine del ciclo di Ram. Eccoci di fronte all'immenso impero arbitrale dell'Ariete. Il suo governo « s inarchi c o », che, conforme alle leggi della sci e n za e dell'armonia, è di costituzione ternaria, fa fiorire per due mila anni sulla terra l'età dell'oro cantata da Ovidio. Dei tre c o ns igli incaricati della gestione degli affari, il primo è formato da gerofanti che hanno conseguita la suprema iniziazione, e il secondo da iniziati laici. - Ram ha conqui­ stata la ·terza parte del mondo per pacificarla; e raggiu nto questo scopo, egli rinunzia alla spada, alla corona, allo sten­ dardo dell'Arie te - in una parola al potere esecutivo e mili­ tare, che egli abdica in favore del p ri m o principe indiano; e imponendo sul suo capo la tiara di Supremo Pontefice u n iversale , inalbera l'orifiamma dell 'Agnello, s i mbolo del sa­ cerdozio. Questo realizzatore della più vasta sintesi che cer­ vello um ano abbia mai concepito, questo sovrano del più gigan.tesco impero d ella civiltà che Cesare osasse agog n are in sogno, cambi a volentieri la corona imperiale nello sce ttro di Mago dei Magi che lo rende dio in terra ; poichè, lo si può dire, i gerofanti esercitavano allora i poteri della divi­ nità sul microcosmo . Così per p i ù di trenta se coli, fino allo scisma d' Irshù, la grand' opera di Ram prospera nell'ordine e nella pace. Noi vogliamo trascrivere quì l'enumerazione delle .metropoli religiose dell' Impero, secondo Saint-Yves : « I più celebri santuarii di quest'antico culto ldmico, furono, nelle Indie quelli di Dan ka . d' Ayodia, di Guyah, di Or

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Methra, di Dewarkash; -nell'Iran quelli di Vahr, di Balk, di �amyan; -nel Tibet quelli del monte Butala e di Lassa ; nel Tatarah quelli d'Astrakan, di Gangawas, di Baharein ; ­ nella Ca/dea quelli di Ninweh, di Han, di Houn ; - nella Siria ed Arabia quelli di Askala, di Balbeck, di Mambice, di Salem, di Rama, 'di Mekka, di Sanah ; - in Egitto quelli di Tebe, di Memfi e di Ham-mòn ; -in Etiopia quelli di Rapta e di Moroe ;- nella Tracia quelli di Hemus, di Balkan e di Concayon o Goy-Hayoun ;-in Grecia quelli del Parnaso e di Delfo ; - in Etruria quello di Bolsena ; - in 0e1�-tan an_tica Occitania, quello di Nimes ; -presso gl ' Iberi di Spagna, fra­ telli degli Ebrei e degl'Iberi del Caucaso, quelli di Huesca e di Gades ;-presso i Go/acl� (Galli) quelli di Bribracte, di Périgueux, di Chartres, ecc..... ,. . Questo passo può dare un' idea di quello che fu l'im­ pero di Ram. Ma non è nostra intenzione fare un saggio di storia; e i curiosi che cercheranno nel libro di Saint-Yves il quadro completo di questa « sinarchia arbitrale:., saranno pienamente ammaestrati sulla sua organizzazione, le sue leg­ gi e i suoi destini, dall 'origine fino all' apogeo, e dalla de­ cadenza fino allo smembramento : - scisma d' Irshù, positi­ vista, che vuole scindere l ' idea . di Dio, e ad esclusione del principio attivo e paterno, fa salire il suo incenso .verso il principio produttore passivo; tirannia babilonese e ninivita e falsa interpretazione del dualismo di Zoroastro ; dinastie dei Faraoni d'Egitto; la Cina al tempo di Fo-hi; emigrazio­ ne degli Ebrei coridotti da Mosè ecc..... Per poter seguire fino ai nostri giorni - sia pure d volo -:- la trasmissione del sacerdozio magico, occorrebber'. ...•.

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dei volumi. Ma senza pretendere di dare nemmeno un abbozzo compendioso, ci limiteremo solo ad alcuni tratti. A misura che ci si avanza nella storia, vediamo come dislogarsi la gerarchia universale; la moltiplicità degli scismi apre sempre più larga breccia in seno all 'unità primitiva; e sulle rovine dei grandi collegi di magi - di questi centri ufficiali di alta iniziazione psichica e mentale, da dove ir­ raggi ò un tempo sul mondo pacificato luce e calore - sor­ gono degli adepti isolati. Ali 'insegnamento generale delle uni­ versità iniziatiche, succedono delle scuole private di maestri indipendenti. Fanno eccezione tuttavia alcuni santuari cele­ bri come Delfo, Menfi, Preneste (x) Eleusi, ecc... nei quali l'inevitabile crollo viene per lungo tempo ritardato, mentre il livello dell' insegnamento si abbassa a poco a poco verso la materia. Cosi il meccanismo gerarchico spezzato per la caduta del Pontificato supremo, non opponeva più all ' invadenza delle passioni la sua diga tutelare, e i sacerdoti ridiventa­ rono uomini. La peggiore delle mode, quella dell 'intelligenza, elesse il suo domicilio nei templi, e allo spirito fu sostituita la lettera. I pontefici ben presto smarrirono perfino la chiave tradizionale dei geroglifici sacri ; - affinchè fosse avverata in tutto il mondo conosciuto la profezia di Toth, il Trisme­ gisto : - «Egitto, Egitto, non resterà dei tuoi culti che la m emoria di racconti vaghi che i posteri non crederanno più, delle parole incise su pietra narranti la tua pietà... .. Il Divino ritorne-rà al cielo, l'umanità abbandonata morirà tut­ ta quanta, e l'Egitto sarà deserto e vedovo d'uomini e di (l) L'odierua Palestina nel Lazio N. d. T.

- 28 dei..... Ed essa, che fu già la terra santa, amata dagli dei p�r la fedeltà al loro culto, essa sarà la perversione dei santi, la scuola di empietà e il modello di ogni violenza. Allora, pieno di disgusto per le cose, l'uomo non avrà più per il mondo n è ammirazione n è amore (I) ..... :. E' veramente questa la parola vibrante del leggendario personaggio che sotto il nome di Thòth Ermete, passa per il triplice fondatore della religione, della filosofia e della scienza egiziana ? - La critica moderna propende a conte­ �tare l'autenticità del Pimandro (P oemander), dell' Asclepios, e della Kore Kosmou ( Minerva Mundi) , come pure degli al­ tri frammenti ermetici. - E non vi è forse errore sulla per­ sona ? Si sa difatti che i gerofanti si attribuivano, con la tiara, il nome di Ermete e l'appellativo di Trimegisto. Inoltre, tali dogmi che si accostano alla dottrina cristiana, sembrano rivelare la penna di un neoplatonico ..... Pertanto che si stia ' bene in guardia, poichè se il cristianesimo non è che una nuova foggia dell'antica ortodossia universale� queste rasso­ miglianze hanno altra ragione che il plagio. D'altronde, noi duriamo fatica a vedere, nei filosofi d'Alessandria, gli auto­ ri di quella Tavola di Smeraldo cosi magistralmente inizia tica, e crediamo, per nostro conto, all'autenticità dei fram­ menti di Ermete. La forma ha potuto senza dubbio alterarsi e rinnovellarsi sotto la penna di traduttori e di copisti; ma il fondo di antica data non ha mai variato. E' senza dubb io un gerofante della bell'epoca, che scrutando a fondo il lon­ tano avvenire, grida sventura sulla terra dei Faraoni, come (l) Hermès Trimegiste, traduz. di Louis Ménard. in 12, Didier edit. 1867. Alc:lepios pag. U7, 148 passim.

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Geremia sulla città santa degli Ebrei. Ci dispiace d' ave r dovuto mutilare questa sublime pagina, che ognuno del resto può leggere nell' Asclepios. Giàrnmai predizione non ebbe maggiore e più strano compimento. E ciò è così vero, che al dire di « uomini se­ n » del nostro secolo, i vecchi Egiziani adoravano le sfingi ed altri animali fantastici le cui figure si ritrovano negli avanzi dei loro monumenti. E al dire di Eliphas ,Lévi, in un giorno del lontano avvenire qualche occidentalista definirà l' oggetto del nostro culto attuale: un triplice dio composto d'un vegliardo, d'un giustiziato e di un colombo. -Ah l icono­ clasti piuttosto che imbecilli l Distruggiamo tutte le immagini simboliche se finalmente esse debbono degenerare in idoli!, Checchè ne sia, i pensatori potrebbero càpirla questa fatale materializzazione del culto. E' naturale che la legge magica, prescrivendo la comunicazione degli a1ti misteri solo alle intelligenze adatte per tramite orale, esponesse gli adepti negligenti a perdere il senso occulto dei miti sacri.­ c Questa è giustizia rigorosa, risponderebbe forse a questa dolorosa osservazione, un gerofante dell'età vetusta! Peri­ sca la scienza un giorno piuttosto che cadere in balia d' indegne mani !... ». Se è vero che i santuari ortodossi uno dopo l'altro, in seguito a lenta ed ineguale agonia, caddero e si sfasciarono, tuttavia alcune società d'adepti laici si sono perpetuate fino a noi. Non alludiamo qui alla massoneria la cui sedicente origine adonhiramita e salomonica ha creato parecchi illusi consapevoli ed assai lieti di esserlo ; ma intendiamo parlare di alcuni rari collegi - come ad esempio l 'associazione dei Mahatmas, di cui parla Louis Dramard nel suo libro intito-

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liito : La science occulte et la doctrine tsotérique ( r ) - Vo­ tati con ardore- ad un ascetismo panteistico , forse er­ roneo ma ammirevole per la sua sintesi cosmica e la stupenda scienza di realizzazione, i Mahatamas si succe­ dono, dicono essi, da, tempo immemorabile sugli altipiani dell'Himalaya. La Società, che prospera bene nelle Indie Inglesi e in tutto l'impero brita�mico ; e che fa arrivare fino Parigi parecchie ramificazioni, rivendica a sè questi maestri orientali , - ispiratori diretti dell 'interessante rivista The Theosophist che si è fondata a Madras sotto il loro patronato. Ma ritorniamo al mondo antico . Allorquando Mosè, sa­ cerdote d 'Osiride, abbandonò l'Egitto, trascinando dietro di sè una moltitudine d'origine assai mista che egli guidò per il deserto verso ChanaaB, la decadenza sacerdotale, appena sensibile nel paese di Mizza'in, era più accentrata p resso gli dtri popoli dove l'usurpazione scismatica aveva disciolto l'autorità arbitrale. La cancrena morale invadeva sopratutto il paese di Assur, tiranneggiato, dall'avvento di Nino (2200 av. G. C.) in poi, da u_na sequela ininterotta di despoti conqui­ statori. Già alcuni secoli prima, erano sorti tre uomini: - nelle Indie Christna (3r 5�) ; in Persia Zoroastro (32oo); in Cina Fo-Hi (295 0), allo' scopo di abbattere la sanguinaria religione di Nemrod e stabilire, almeno in parte, l' antica teocrazia dell'Ariete. Noi non ci tratteremo sull'opera di rigenerazionE sociale compiuta in Oriente da questi tre benefattori dell'uma­ nità; il lettore curioso di conoscere di più può ricorrere al libro di Saint-Yves, alla sua dotta cronologia alla quale noi siamo (l) in 8, 1885 Carré editore.

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debitori di queste notizie. Notiamo solo dal punto di vista ermetico, l'apparente riforma che Zoroastro, re di Persia, fece subire alla teologia esoterica. Coloro che si occupano di religioni orientali, sanno il significato geroglifico delle quattro lettere del tetragramma divi n o. - Simbolo, non già dell' Essere assoluto che l'uomo non può definire, sibbene deli' idea che questi se ne forma ( 1) la parola Iod-heve o Jehovah, che i Kabbalisti pronunziarono compitando lettera per lettera: iod, he, vau, lu s'analizza cosi: Iod: Lo spirito maschio ; il principio creatore attivo ; Dio in sè; il Bene. Esso corrisponde al segno del phallus, dei tarocchi, e alla colonna Jakin del tempio di Salomone. (In alchimia corrispondè al solfo). He: la sostanza passiva ; il principio nroduttore fem­ minile ; l'anima universale plastica ; la Psiche vivente, la potenzialità del Male;-sono figurate dalla cle'is, la coppa delle libazioni del tarocco, o la colonna Boaz (In alchimia è il mercurio). Vaj o Vau : l'unione feconda dei due principi ; la copu· lazione divina ; l'eterno divenire ; -- rappresentati dal lin­ gham, il caduceo e la spada del tarocco. (In alchimia è l'Azota dei Saggi). Ht: fecondità della natura nel mondo sensibile ; realiz­ zaZioni ultime del pensiero incarnato nelle forme ; - il siclo o denaro del tarocco. (In alchimia è il sale). Quest'ul-

(l) E l'uomo non può farsene un'idea che contemplandone la prima manife. �ione che è il

Verbo.

Ed è per questa via che egli riaccendendo la divina scin­

tilla che giace nascosta nel. più profondo del suo essere, impara a conoscersi col dire un nome a Dio.

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tima lettera associa all'idea di Dio quella dell'universo come finalità, e perciò il tetragramma I�v� (Iod-heve), d ' altronde cosi ammirevole, è, in questo senso di una portata meno pre­ cisa del tetragramma (Agla) la cui quarta lettera, esprimente la sintesi assoluta dell' Essere, afferma potentemente l 'unità in Dio. Ebbene Zoroastro per adattarsi all'intelligenza del volgo, ridusse i termini a due : l'attivo e il passivo; il bene e il male. Sopprimendo così, almeno in apparenza, ìl principio equilibran.te, egli sembrò creare l'impero del diavolo. Gl'ini. ziati senza dubbio sapevano come regolarsi ; essi chiamavan o Mithras-Mithra il terzo principio che mantiene l'equilibrio armonìco tra Ormuzd e Ahrimana. M a dal giorno in cui Zoroastro, forse a sua insaputa, parve sanzionare la credenza al Binario impuro, simbolo di un eterno antas>)nismo, il re­ gno di Satana si affermò nell'immaginazione dd popolo, ed ebbe anche di lì origine l'inferno manicheo che fu per tutto l'evo medio il terrore delle anime. Tuttavia Zoroastro, lungi dallo scindere l' idea di Dio, reagi invece contro Irshù, che nell' Essere aveva divinizzata la donna, col rendere invece maschile il secondo principio. Niente di passivo infatti può concepirsi negli attributi del­ l' Essere attivo e creatore per essenza. Allo stesso modo, e per lo stesso motivo, la seconda persona della Trinità, per i Padri della Chiesa è il figlio e non la madre che l'esistenza del figlio suppone come condizione. A tor;to dunque, come si vede, è stato Zoroastro sospettato di dualismo anarchico ; ma agli occhi dei profani il male era fatto, e l'insegnamento, erroneo del secondo Zoroastro non ne attenuò al certo le conseguenze.

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Quant' a Fo-Hi, vedremo come i suòi Trigrammi, figu­ ranti i misteri dell'equili brio universale, corrispondano al pentacolo macrocosmico di Salomone che è una stella a sei punte, formata da due triangoli intrecciati con le basi pa­ rallele. Ma, chiudendo questa lunga parentesi ritorniamo al fon­ datore dei Beni-Israel . Nutrito dei principi dell'ortodossia dorica, e perfezionato in . questa dottrina del gerofante arabo, Iethro, suo suocero, Mosè modellò il govern o del suo popolo sull'antico tipo si­ narchico. Il consiglio di Dio cioè dei sacerdoti d' Israele si formò dalla tribù ormai sacerdotale di Levi ; e del resto dell'assemblea degl ' iniziati laici o consiglio degli Dei sorsero più tardi nabi e profeti per richiamare agli obliati doveri i re e i pontefici. Ciononostante l' epopta-legislatore ecclissò, finchè visse lui, i membri dei consigli ch' egli aveva creati. Taumaturgo gigante di tale potenza, che fino alla venuta di Cristo, Israele non ne vide più sorgere il simile, Mosè illustrò la sua carriera con una moltitudine di prodigi che rivelarono il suo impero assoluto sulle forze fluidiche ed occulte. Lo stesso re dei maghi, cioè Salomone, non arrivò a compiere opere di tanta forza. Ma il più splendido, l 'imperituro miracolo di Mosè si trova nei suoi libri (Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Dei-ttere­ nomio). A confronto con il Pentateuco, tre volte capolavoro di poesia, di scienza e di saggezza, i libri di Salomone im­ pallidiscono alquanto. Non v 'è, nel vecchio Testa:mento, cos��o alcuna che raggiunga l'altezza della rivelazione mosaica se ne eccettui quelle sublime pagine di ermetismo epico, che vanno sotto il nome di Ezechiele. - Monumenti sublimi,

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:,•!nza dubbio, di poesia orientale, l'Ecclesiaste e il Cantico dei Cantici (I) che del resto sono di carattere passionale più che altro, appaiono tuttavia d'una scienza meno profonda e di un' ispirazione meno limpida. In Israele, come altrove, il senso esoterico delle primi­ tive allegorie si andò perdendo poco a poco , e i gran sacerdoti non intendevano più nemmeno il simbolismo del culto quando Gesù Cristo venne per rianimare il dogma eterno che son­ necchiava sotto i veli già disusati della rivelazione mosaica, e dargli nuova veste più conforme ali 'anima mistica. del mondo ringiovanito. - Non ci soffermiamo qui a discutere sulla divinità di questa missione, poichè dove incomincia la fede, là converrebbe alla scienza di arrestarsi onde non creare tristi malintesi. Noi dunque, per ciò che riguarda gl i Evan­ geli, non ce ne occuperemo, astenendoci altresì, per il mo­ mento di penetrare il simbolismo. Così, ogni volta che nel corso di questo rapido abbozzo ci b is o gn e rà toccai di volo le credenze religiose, pr o test iam o una volta p e r sempre, di riconoscere la nostra incompetenza in materia e che perciò noi studiamo gli uomini e i fatti dal solo punto di vista dell'intelligenza e della ragione umana senza alcuna pretesa di dogmatizzare. Erano appe�a trascorsi un cento anni circa dalla morte di Cristo, e il suo insegnamento guadagnava terreno. Già, per la futura pace, il sangne dei martiri aveva battezzato le tre ·parti Q.el mondo conosciuto, quando i gentili, confusi pei ·

(l) Jacolliot

ha voluto dimostrare ancora che il Cantico del Cantici non t

che un'imitazione d'inferior valore del

Cantico nu%iale indiano di Nourvad•.

Vedi : Les Fils de Dlell, Per L. Jacolliot, Lacroix 1873, pag. 16�173.

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- 35 ì progressi della nuova credenza, stabilirono di opporre Messia a Messia, e di erigere altare contro alta�e. La caducità dei vecchi culti imponeva imperiosamente una nuova rivel azione. In vano Simone il taumaturgo si era sforzato in coscienza di deficare sè stesso ed Elena sua concubina ; un sol · uomo parve di statura sufficiente perchè lo si ponesse co me rivale di Gesù di Nazareth..... Iniziato ai misteri di tutti i templi del mondo, Apollonia di Tiana aveva seminato prodigi sotto i suoi passi ; e si deve àlle memorie di Damigi l' Assiro, uno dei suoi fedeli discepoli che Filostrato ( 193 ) potè scrivere in greco il vangelo del mago ( 1) « Spiritus jlat ubi vult... , Sull'ingegnosa raccolta di sapienti allegorie, narrate con arte squisita nel migliore stile, lo spirito vivificatore non soffiò più ; la folla non seguì il mago Apollonio. E vittima, due secoli più tardi (363 ), d 'un tentativo analogo di restaurazione teo. cratica, l' imperatore Giuliano spirando potè ben levare al cielo le mani disfatte, piene d'un sangue lealmente e inutil­ mente sparso, ed esclamare, egli l'adepto e il saggio con stanchezza più che cvn risentimento :